ODONTOLOGIA FORENSE Quando il dentista è anche detective Danilo De Angelis fa parte dello staff del Labanof, fiore all’occhiello della medicina legale lombarda: “Ecco il contributo che la scienza odontoiatrica dà quotidianamente alla soluzione dei casi irrisolti” Consulenti e pallottole 64 D a poco più di quindici anni la medicina lombarda ha un’eccellenza in più. È il Labanof, Laboratorio di Antropologia e Odontologia Forense, operante presso il Dipartimento di Morfologia umana e Scienze biomediche (DMU) dell’Università degli Studi di Milano. Il Laboratorio non ha uguali in tutta Italia per strutture, mezzi e “cervelli” a dispo- sizione, anche se un analogo egregio lavoro viene svolto, ad esempio, anche alla Scuola di odontoiatria del professor Introna all’Università di Bari. Il fatto è che a Milano la parola d’ordine è “ridimensionare” perché troppo attese (professionali) circondano i cinque ampi locali della Sezione di Medicina legale in via Mangiagalli 37, ove ha sede. Certo: la dotazio- Danilo De Angelis, odontologo forense ne strumentale è varia (laser scanner, microscopi ottici e stereomicroscopi, stazione totale, metal detector, radiologia odontoiatrica), da collezione i reperti osteologici di confronto macro e microscopici. Certo, si incontrano alcuni fra i migliori specialisti delle singole branche mediche coinvolte nell’attività, insieme con collaboratori delle professioni più varie: dall’ingegnere al radiologo, dall’entomologo al botanico e via dicendo. Certamente, vi si svolge un lavoro pieno di fascino, in un’atmosfera a mezzo fra scienza e magia con una spruzzata di giallo-macabro che si ritrova pari pari in tanti serial televisivi; e certamente, per restare ad un campo socialmente ben più interessante, in trasmissioni come “Chi l’ha visto?” che alla banca dati del Labanof ricorre con frequenza e (spesso) con successo. Tuttavia, restando al campo dentale, questo tipo di attività professionale non potrà mai essere alternati- va all’esercizio dell’arte odontoiatrica in studio per le ragioni che si andranno a dire, di ordine soprattutto economico. FIGURE PROFESSIONALI COMPLEMENTARI PER LA RICERCA, LA DIDATTICA, LA CONSULENZA Fatta questa doverosa precisazione, va detto di cosa esattamente il Labanof si occupa. Dalla fondazione (1995) si dedica al recupero e allo studio di resti umani, al loro riconoscimento, ma anche all’identificazione del vivente. Lo staff è formato da diverse figure professionali che collaborano a contatto di gomito e si completano vicendevolmente: a partire dal professor Marco Grandi, ordinario di medicina legale, alla professoressa Cristina Cattaneo, specialista in medicina legale, al responsabile del Labanof, dottor Davide Porta, biologo; al dottor Pasquale Poppa, scienziato naturalista; al dottor Danilo De Angelis, laureato in odontoiatria, un dottorato di ricerca in medicina legale, la qualifica di odontologo forense, che ci accompagna in questo breve viaggio giornalistico. Andiamo alla scoperta di un “esercizio” collaterale pressoché inedito della professione, al quale è affidato il triplice ruolo di effettuare ricerca scientifica, svolgere attività didattica universitaria e prestare consulenza tecnica forense nei diversi settori. Con le competenze specialistiche di cui dispone, si capisce come il Labanof sia una specie di “fiore all’occhiello” della medicina legale milanese. Ad esso si è fatto ricorso per effettuare sopralluoghi e identificazioni complesse, come ad esempio per il riconoscimento delle 118 vittime del disastro aereo all’aeroporto di Linate dell’ottobre 2001. Anche se non tutti i casi affrontati richiedono la competenza dell’odontoiatra, nella fattispecie del dottor de Angelis, il suo contributo è spesso determinante. PROFILO BIOLOGICO E IDENTIKIT PERSONALE QUESTO IL COMPITO DELL’ODONTOLOGO Fermiamoci un attimo: ma cos’è l’odontologia forense? È sinonimo di odontoiatria legale? “No – risponde Danilo De Angelis – anche se le definizioni non sono univoche dappertutto. Qui a Milano con odontologia forense intendiamo prevalentemente l’attività che si riferisce al profilo biologico, all’identificazione del cadavere, allo studio morfologico. Per odontoiatria legale intendiamo invece la valutazione del danno odontoiatrico, i casi di responsabilità professionale, le consulenze di parte o anche le perizie giuridiche”. Come si diventa odontologo forense? La materia è nel piano di studi del corso di laurea in odontoiatria? Assolutamente no, non c’è un iter formativo, non c’è un patentino e tantomeno un albo. In compenso da qualche anno diverse Università co- Cristina Cattaneo, specialista in medicina legale minciano a organizzare corsi di perfezionamento ad hoc tipo il nostro o il master di Firenze o il corso che attiverà l’Università di Chieti. Quando iniziai io nel ’96 in Italia non c’era assolutamente nulla. I testi erano in lingua inglese e di mia iniziativa andai a seguire i corsi all’estero (ne ricordo uno di identifi65 cazione personale a Oslo). Tuttora, in Italia, la professione di odontologo forense non è riconosciuta. MA NON E’ UNA SCORCIATOIA... Tantomeno allora si può dire che sia una professione alternativa all’esercizio della professione odontoiatrica vera e propria? Sarei molto chiaro in proposito, perché c’è molto fascino, molta pubblicità intorno a questi temi promossa dalla televisione e si creano false aspettative. Dal punto di vista remunerativo, allo stato dei fatti, non è una professione. Intanto perché ha bisogno di una logistica molto particolare, occorre essere legati alla medicina legale, di solito all’Università. Anche all’estero i più importanti odontologi forensi in realtà vivono facendo il dentista o il docente universitario. Considerando per di più la non alta frequenza dei casi, è ovvio che non si lavori per l’aspetto economico ma per gli aspetti della ricerca che si intendono approfondire. Si è detto che non tutta l’attività del Labanof richiede l’intervento dell’odontologo forense. Ciò avviene ad esempio quando si debba identificare una persona vivente. Questa procedura con i denti ha poco a che fare (al Labanof peraltro me ne occupo sempre io), è molto più vicina all’antropologia forense. Di solito sono soggetti ripresi da circuiti di videosorveglianza che finiscono in tribunale e devono essere riconosciuti con esattezza. È quindi una questione di confronti morfolo66 gici e le tecniche usate appartengono all’ambito della medicina legale. Al contrario, i suoi accertamenti possono escludere il ricorso all’indagine genetica... Sì, molto spesso i rilevamenti in bocca evitano l’esame del Dna con tutti i suoi costi e tempi lunghi. La ricerca dell’identità Oppure, laddove l’indagine genetica crei problemi di riservatezza, di divulgazione non opportuna di dati personali, ecco che l’assetto dentario dirime la questione. SU INTERNET LA BANCA DATI DEI CADAVERI SENZA NOME Sono centinaia i casi giudiziari per i quali il Laboratorio ha lavorato in questi quindici anni per conto delle Procure di tutta Italia e della Svizzera italiana. L’attività di ricerca vie- ne divulgata sulle principali riviste scientifiche nazionali ed internazionali e coinvolge nella formazione diverse decine di professionisti, studenti, uomini dell’intelligence militare provenienti anche dall’estero. Ma l’iniziativa di maggior impatto sociale è senz’altro costituita dalla banca dati sui “cadaveri senza nome” realizzata e gestita su una sezione del proprio sito Internet. È riferita a Milano e provincia e riguarda una ottantina di casi l’anno di cadaveri sconosciuti che arrivano presso l’Obitorio Civico e l’Istituto di Medicina Legale. Ne vengono resi pubblici il profilo biologico e tutti gli elementi utili alla loro identificazione. COLLABORAZIONE PLURIENNALE CON “CHI L’HA VISTO?” Dottor De Angelis, in base alla sua esperienza l’iniziativa è servita e serve allo scopo? La soluzione dei “cadaveri senza nome” è una battaglia portata avanti e vinta soprattutto dalla professoressa Cattaneo, almeno qui in istituto. Chiaramente il problema riguarda un po’ tutte le città ed ora infatti si sta cercando di creare una banca dati nazionale sia di persone scomparse sia di cadaveri senza nome. Per ora l’ha realizzata solo il nostro sito e funziona: le identificazioni molto spesso sono giunte attraverso segnalazioni di parenti e amici che hanno visitato le nostre pagine web. In altri casi qualcuno si prende la briga di confrontare il nostro database con quello della trasmissione televisiva “Chi l’ha visto?” e, se vede corrispondenze, lo segnala in trasmissione. È una sinergia che in effetti funziona bene da parecchio tempo, anche come supplenza ad una oggettiva “vacanza” istituzionale nel campo. “COLD CASE” Mille scheletri e rilievi di paleopatologia per lo studio epidemiologico delle antiche popolazioni locali Vogliamo chiamarli “cold case”? Ebbene il Labanof si occupa anche di loro, senza porsi limiti di spazio e di tempo. Nel suo “carnet” vi è infatti lo studio antropologico e “paleopatologico” di resti umani di epoca archeologica e storica, vi sono gli studi di scheletri per allestimenti museali, la ricostruzione demografica di necropoli e l’identikit di personaggi, santi e reliquie. In collaborazione con il Museo Archeologico di Milano e con la Sovrintendenza dei Beni Archeologici della Lombardia è stata creata una banca dati sullo stato di salute di oltre mille scheletri provenienti da diverse province lombarde e di diverse epoche storiche, al fine di studiare l’evoluzione sociale e l’epidemiologia delle popolazioni locali. Sì – conferma il dottor De Angelis – capita spesso che dalle sovraintendenze o dai vescovadi ci venga richiesta la ricostruzione biologica e antropologica di santi e personalità del passato. Ricordo ad esempio lo studio su Galeazzo Maria Sforza. In questo periodo stiamo invece collaborando con la sezione di egittologia del Castello Sforzesco, e così via... tri, medici, avvocati e magistrati) organizzati dal nostro Dipartimento. Il 60% delle ore di didattica sono dedicate all’odontologia forense; poi una parte anche all’odontoiatria legale, visto che il ‘parco docenti’ si occupa di entrambe le specializzazioni. “Penso che quest’anno ci saranno più iscritti del solito, almeno a giudicare dalle tante richieste di informazioni che riceviamo quotidianamente”. Una lezione al GDOI Quando tutto combacia Alla ricerca di un nuovo lavoro IL CORSO DI PERFEZIONAMENTO RIPARTE A SETTEMBRE Abbiamo iniziato parlando del Labanof come una delle tante eccellenze di Milano nel campo medico-sociale. Cosa fa l’Università per mantenerla? Naturalmente investe in formazione. “Proprio così – sottolinea il dottor De Angelis – con il prossimo saranno sei i Corsi annuali di perfezionamento post laurea (aperti a odontoia- LABORATORIO DI ANTROPOLOGIA E ODONTOLOGIA FORENSE Sezione di Medicina Legale e delle Assicurazioni 20133 Milano, via Mangiagalli 37 tel. 02.50315678 – 02.50315703 fax 02.50315724 [email protected] – www.labanof.unimi.it 67