SCHEDA PROGETTO DI COLLABORAZIONE TITOLO DELL’ATTIVITÀ DI RICERCA Studio, definizione e valutazione di architetture chip-multiprocessor abilitate da tecnologie di interconnessione fotonica su chip e definizione di techiche di ottimizzazione feedback-driven a tempo di compilazione/linking/runtime SOGGETTO PROPONENTE Ing. Sandro Bartolini OBIETTIVI/FINALITA`: descrizione dell’attività di ricerca Il lavoro di collaborazione si inserirà nell’ambito del progetto triennale FIRB PHOTONICA che esplorerà architetture di processori multicore dotati di tecnologie innovative di interconnessione fotonica su chip, sia passive che attive (riconfigurabili). I supporti e meccanismi tecnologici su silicio saranno studiati dal gruppo di ricerca del Politecnico di Bari, mentre le proposte di Network on chip fotoniche saranno studiate e definite dal gruppo di ricerca dell’Università di Ferrara. Nell’unità di Siena si studieranno architetture di multi processori su singolo chip basati su tecnologie di interconnessione e reti fotoniche definite nelle altre unità, al fine di evidenziare le organizzazioni architetturali più efficaci e performanti sia dal punto di vista prestazionale che di consumo di potenza. In particolare, il lavoro oggetto della collaborazione ha come obiettivo lo studio, definizione e valutazione di architetture chip-multiprocessor abilitate da tecnologie di interconnessione fotonica su chip e definizione di techiche di ottimizzazione feedback-driven a tempo di compilazione/linking/runtime. Motivazioni e macro obiettivi del progetto complessivo Lo stato dell’arte dei lavori nel campo delle reti fotoniche sembrano aprire nuove problematiche piuttosto che chiuderne alcune. Essi fondamentalmente provano la praticabilità della tecnologia ottica per l'interconnessione di CMP, ma forniscono solo alcune soluzioni in uno spazio di progetto immenso. Tuttavia, questi "design points" non riescono ad essere convincenti, soprattutto per la mancanza di un framework per la esplorazione dello spazio di progetto. Difatti, molte soluzioni presentano limiti evidenti (scalabilità, comportamento bloccante). Anche quando questi problemi vengono risolti mediante opportune tecniche di progettazione, manca la vista architturale complessiva, in base alla quale capire se i problemi non siano stati semplicemente spostati ai livelli di progetto superiori. In tutti i casi, non vengono quasi mai considerate le ottimizzazioni che un bus fotonico consente a livello sistema, laddove viene progettata la gerarchia di memoria, la gestione dei dati o le ottimizzazioni del compilatore. Infine, un'altra problematica spesso elusa consiste nel valutare i requisiti di buffering che la rete fotonica pone sul sotto-sistema elettronico. Per un dominio di ricerca molto giovane quale quello delle reti fotoniche, un framework per la esplorazione dello spazio di progetto è necessario per valutare l'efficacia delle soluzioni proposte in relazione ai problemi (es., mancanza di buffer e di elaborazione ottica maturi). Questo progetto fa sua questa necessità e propone un framework per la esplorazione dello spazio di progettazione delle infrastrutture di comunicazione fotoniche on-chip. I design points non saranno valutati singolarmente, ma verranno valutati i trade-off e il loro cambiamento quando ci si sposta da semplici strutture a bus fotonico a reti ottiche passive fino a vere reti attive riconfigurabili. Questi trade-off sono ben conosciuti in ambito elettronico, mentre non lo sono per nulla per le controparti ottiche. Il progetto mira a cogliere le interrelazioni tra le scelte di progetto a diversi livelli di astrazione nella gerarchia di progetto. Di conseguenza, l'esplorazione dello spazio delle reti fotoniche è stata articolata in tre domini: quello tecnologico, quello architetturale e quello sistemistico. A livello fisico, sarà effettuata una caratterizzazione accurata delle proprietà dei dispositivi nanofotonici fondamentali. Questa attività sarà validata mediante la realizzazione di prototipi in tecnologia SOI presso il J.Watt Nanofabrication Center dell'Università di Glasgow. Saranno valutate anche diverse alternative tecnologiche, dalle comuni realizzazioni Si/SiO2 a soluzioni pionieristiche facenti uso di dispositivi a band-gap fotonico o di polimeri. Dall'altra parte, questa attività consentirà lo sviluppo di modelli parametrizzati dei fenomeni fisici fondamentali al fine della loro integrazione in simulatori architetturali. Ciò consentirà, ad un livello di astrazione più alto, di sviluppare varianti architetturali di NoC senza perdere il dettaglio delle implicazioni sulla realizzazione fisica. A questo livello, sarà accuratamente valutata l'interazione tra le scelte progettuali dei blocchi architetturali e le implicazioni a livello topologico. Infine, questo progetto intende fornire anche una vista a livello sistema, per capire come l'architettura HW/SW di una piattaforma CMP può essere riorganizzata e customizzata attorno ad una interconnessione ottica. Il principale risultato di questa progetto sarà una esplorazione comprensiva e accurata dello spazio di progetto delle architetture di comunicazione fotoniche on-chip: la presenza di unità di ricerca con competenze interdisciplinari e di un forte punto di coordinamento garantirà il perseguimento di risultati coerenti frutto dell'analisi a diversi livelli di astrazione e delle loro dipendenze. Obiettivi specifici del progetto e delle unità di ricerca Il principale obiettivo scientifico del progetto è quello di eseguire una esplorazione dello spazio di progettazione di architetture di interconnessione ottica per sistemi integrati multi-core. L'obiettivo intende sopperire alla mancanza attuale di framework esplorativi dove diverse soluzioni possano essere confrontate rispetto ad una o più sfide legate alla progettazione di interconnessioni ottiche integrate. In assenza di questo framework, le soluzioni finora proposte rimangono punti isolati nello spazio di progetto, senza che sia possibile valutare la efficacia di soluzioni intermedie perché non è chiaro come cambino i trade-off quando si va da un design point all'altro. Per le architetture di NoC elettroniche, questi trade-off sono chiari. Ad esempio, quando si aumenta il numero di porte di I/O di uno switch, diminuisce la massima frequenza operativa dello switch stesso. Viceversa, per le reti fotoniche questo trade-off non è chiaro, dal momento che un numero maggiore di porte implica un numero maggiore di elementi di commutazione ottica, con conseguenti problemi legati alle interferenze, alle curvature delle guide d'onda, ma anche alla necessità di impedire l'interazione tra percorsi di ingresso-uscita paralleli (blocking). La dipendenza della banda massima da questi fenomeni è un interessante oggetto di ricerca. Questo e altri esempi dimostrano la necessità di una esplorazione dello spazio di progetto che chiarisca i tradeoff nella progettazione di blocchi architetturali e di interi sistemi di comunicazione in tecnologia ottica. Il progetto persegue questo obiettivo a diversi livelli di astrazione. In presenza di tecnologie eterogenee, un approccio trasversale a diversi livelli di astrazione è necessario per avere risultati credibili e poter sviluppare architetture efficaci. Il progetto affronterà l’impiego della tecnologia ottica a tre diversi livelli di astrazione: quello tecnologico, quello architetturale e quello sistemistico. Ognuna delle tre unità del progetto guiderà l'esplorazione ad uno specifico livello di astrazione, richiedendo una interazione ed un coordinamento costanti tra le attività. Questo è garantito dalla presenza di tutte le competenza nell'unità UNIFE che dunque garantisce la coerenza globale del progetto. Ciò consente di vedere nelle unità UNISI e POLIBA due specializzazioni avanzate di quelle competenze in ambiti particolari. Figura 1: Milestones, macro-attività e interazioni tra le tre unità di ricerca. La figura 1 mostra le milestone delle diverse unità nel perseguimento dell'obiettivo generale del progetto. Le frecce indicano, anno per anno, le interdipendenze. A livello tecnologico (Unità di Bari), vengono perseguiti due obiettivi fondamentali: il progetto e la caratterizzazione dei dispositivi ottici fondamentali, alla base di qualunque architettura di interconnessione ottica che sarà sviluppata da UNIFE, e l'esplorazione dello spazio di progetto tecnologico. Rientrano nel primo macro-obiettivo i seguenti obiettivi più specifici: - Sviluppo di codici di calcolo basati sui metodi Refractive Effective Index Method (REIM), FDTD (Finite Difference Time Domain) e BPM (Beam Propagation Method). - Progetto di dispositivi fotonici innovativi per l'interconnessione ottica. Tali dispositivi potranno essere inseriti come building block in reti NoC complesse. In particolare, saranno considerati dispositivi fotonici in tecnologia Si/SO2 che è altamente compatibile con le tecnologie elettroniche integrate CMOS. Inoltre, saranno studiati modulatori basati sull'interferometro di Mach-Zehender (MZIMach Zehender Interferometer) e switch basati su risonatori ad anello, sfruttando la variazione dell'indice di rifrazione indotta nel silicio per effetto termo-ottico o mediante iniezione di portatori liberi. Dal perseguimento di questo obiettivo ci si attendono modelli alle porte dei dispositivi ottici elementari che consentano ad un simulatore architetturale di più alto livello di vederli come black-box e di poterli comporre in strutture architetturali più complesse senza perdere il dettaglio dei fenomeni fisici fondamentali. Rientrano nel secondo macro-obiettivo invece i seguenti obiettivi specifici, che estendono lo spazio di progetto a livello tecnologico in una direzione non ancora affrontata dalla odierna letteratura scientifica sulle NoC fotoniche: - Progetto di configurazioni innovative basate su dispositivi a banda fotonica proibita (PBG Photonic Band Gap) costituiti da strutture periodiche realizzate in tecnologia Si/SO2. Saranno valutate e confrontate le prestazioni dei diversi dispositivi e saranno forniti alle altre unità di ricerca i parametri alla porta (quali perdite d'inserzione, cross-talk, etc.) necessari per la caratterizzazione della rete a livello superiore. - Progetto di configurazioni innovative basate su tecnologie alternative per la realizzazione di dispositivi fotonici per l'interconnessione ottica prevedendo l'utilizzo di altri materiali dotati di proprietà ottiche lineari e non lineari (inclusione nel dispositivo di materiali, quali polimeri o cristalli liquidi). Da questa ricerca ci si attende un trade-off tra miglioramento di performance (legato per esempio al miglior indice di rifrazione dei polimeri) e la densità di banda dei polimeri stessi, che potrebbe richiedere un utilizzo più aggressivo di modulazione WDM. A livello di architettura di rete (Unità di Ferrara), l'obiettivo fondamentale è quello di sviluppare architetture di NoC fotoniche in grado di soddisfare i requisiti della realizzazione fisica e di implementare in modo efficiente tutte le caratteristiche che una rete di interconnessione deve avere (meccanismi di switching, di routing e di controllo di flusso). In pratica, sono quattro gli obiettivi di secondo livello in cui il macro-obiettivo si articola: - Sviluppo di un ambiente di simulazione per sistemi in tecnologia eterogenea. Il dominio ottico e quello elettronico possono essere co-simulati oppure modellati mediante un linguaggio di descrizione unificato. - Organizzare gli elementi di commutazione ottica fondamentali in entità architetturali di più alto livello detti switch nanofotonici. L'obiettivo primario resta quello di esplorare lo spazio di progetto per questi switch. Sono difatti possibili diverse soluzioni. Da una parte, si possono utilizzare strutture di routing fotoniche passive a bassissimo costo attraverso percorsi staticamente predefiniti e facenti uso della flessibilità offerta dalla modulazione WDM. Dall'altra parte, ci sono architetture di switch attivi o riconfigurabili, dove la frequenza di risonanza degli elementi di commutazione viene modificata a run-time. - La realizzazione di una rete implica anche la definizione di parametri e politiche che riguardano l'architettura complessiva. Lo scopo è quello di condurre uno studio esplorativo delle topologie più adatte per le reti fotoniche, cercando in particolare di materializzare in ambito fotonico i vantaggi di topologie quali multi-stage interconnection networks o mesh multi-dimensionali che i vincoli della progettazione elettronica non riescono a materializzare. Saranno inoltre ricercate diverse soluzioni per il controllo di flusso, che differiranno in modo significativo dalle reti elettroniche per il fatto che elementi di bufferizzazione non sono disponibili in tecnologia ottica. Da questo punto di vista, verrà posta l'enfasi su tecniche di controllo di flusso di tipo end-to-end. - Infine, verrà effettuato un confronto sistematico tra diverse tecnologie e/o architetture di interconnessione. Il confronto riguarderà una rete elettronica ad elevata maturità, una rete ottica con switch passivi, una con switch attivi, ed eventualmente una rete ottica alternativa basata su tecnologie futuribili (cristalli fotonici, polimeri). Il confronto riguarderà la performance, l'area e il consumo di potenza e sarà condotto con un pattern di traffico che l'esplorazione a livello sistema indicherà. A livello sistemistico (Unità di Siena), l'obiettivo fondamentale è quello di studiare le ottimizzazioni HW/SW che sono rese possibili dall'utilizzo di tecnologia di interconnessione fotonica. Quest'ultima, infatti, ha importanti implicazioni a questo livello, in quanto la architettura HW/SW può essere riorganizzata e customizzata per il particolare tipo di interconnessione utilizzata. Un primo macro-obiettivo è quello di studiare e definire moderne architetture CMP adeguate ad utilizzare gli elementi di comunicazione ottica proposti nel progetto (link e reti passive e attive, con le varie tecnologie proposte), e da questo ci si attende di evidenziare le organizzazioni architetturali e le ottimizzazioni dei parametri coinvolti che riescono a sfruttare meglio le caratteristiche delle specifiche soluzioni. La valutazione verrà effettuata considerando gli aspetti prestazionali (velocità, potenza), di scalabilità e flessibilità, oltre che di ri-configurabilità, che permettere l'adattamento ai requisiti delle diverse applicazioni. Potranno essere prese in considerazione architetture CMP anche eterogenee e l'attività di ricerca si focalizzerà sull'applicazione della comunicazione ottica nell'ambito del sottosistema di memoria (ultimo livello di cache onchip, last-level (LL) cache, che costituisce il naturale mediatore della comunicazione e sincronizzazione tra i core del chip. Per problemi di wire-delay, si prevede di studiare LL cache ad accesso non uniforme (NUCA), organizzate in banchi distribuiti sul chip e interconnessi tramite una NoC. - Un sotto-obiettivo sarà quello di valutare un CMP dotato di LL cache NUCA in cui un link ottico (pseudo-bus) supporti la comunicazione rapida lungo tutto il chip di: segnali di broadcast per la ricerca dei dati in cache e per la gestione dei messaggi di coerenza. Ci si aspetta che questa architettura di NoC ibrida elettrica-ottica possa fornire vantaggi rispetto alla NoC tradizionale su cui tali operazioni sono molto onerose. - Un altro sotto-obiettivo sarà la valutazione di un'architettura dotata di NoC completamente ottica e basata su switch statici. In questo caso, la NoC supporta sia i segnali descritti prima che il traffico effettivo dei dati, a fronte di una configurazione completamente statica. - Infine, l'ultimo sotto-obiettivo sarà costituito dalla definizione e valutazione di una architettura costruita attorno ad una NoC ottica attiva, cioè dotata di switch riconfigurabili. Questa offre una maggiore flessibilità rispetto alla passiva ma, dovendo essere affiancata da una rete elettronica per la configurazione degli switch, ci attendiamo di verificare trade-off complessivi molto diversi. L'altro macro-obiettivo del progetto, che si intreccia con il precedente, è costituito dallo studio di tecniche di ottimizzazione a tempo di compilazione che mirano a massimizzare lo sfruttamento delle soluzioni di interconnessione ottica (oNoC) nel loro reale contesto di uso hardware e software. Verranno studiate e proposte ottimizzazioni specifiche per le diverse classi di soluzioni progettate nelle altre Unità, tra cui: architetture basate su uno pseudo-bus ottico, su reti ottiche passive e attive, che utilizzino diverse tecnologie di basso livello (es.cristalli fotonici e polimeri). In generale, i risultati attesi dalle ottimizzazioni sono valutabili nel miglioramento assoluto di parametri prestazionali dell'architettura stessa. Inoltre, l'unità si prefigge di definire benchmark rappresentativi del carico di moderni CMP e di effettuarne una caratterizzazione dal punto di vista del comportamento verso il sottosistema di cache e NoC. Usando queste informazioni, ci aspettiamo che le altre Unità possano progettare i dispositivi ottici e di rete in base ai reali requisiti applicativi e che l'Unità di Siena possa studiare tecniche di ottimizzazione feedback-driven efficaci. Più specificamente, l'unità proporrà tecniche di ottimizzazione delle applicazioni che siano realizzate nel compilatore/linker/post-link, e mirino a massimizzare l'efficacia con cui l'infrastruttura di comunicazione ottica supporta la località, i pattern di comunicazione e di interazione espressi dalle applicazioni. Oltre a ciò, verranno definite ottimizzazioni con l'obiettivo duale di adattare l'architettura ai requisiti dell'applicazione. Si tratta di identificare la modalità di sfruttamento delle caratteristiche di flessibilità e di (ri-)configurabilità presenti nell'infrastruttura di comunicazione ottica (es. ridondanza di percorsi o supporto di tecniche WDM) e nella LL cache (re-mapping degli indirizzi), mirando a massimizzare metriche prestazionali e di efficienza nell'uso delle risorse. Infine, un obiettivo sarà la definizione di ottimizzazioni ibride hardware/software, in cui si proporranno: a) modifiche hardware a basso costo (area), volte a esporre nuove interfacce di (ri)-configurazione che permettono maggiore flessibilità, gestibilità e prestazioni e, b) logiche di controllo dell'ottimizzazione, anche molto sofisticate ma realizzate offline nel compilatore/linker. RESPONSABILE dell’attività di ricerca Ing. Sandro Bartolini Eventuale descrizione dell’ATTIVITÀ COMPLESSIVA di ricerca: (Obiettivo/Finalità) DESCRIZIONE FASI E SOTTOFASI dell’attività di ricerca selezione dell’infrastruttura di simulazione e definizione dell’architettura CMP ‘state-of-art’ con rete di interconnessione elettronica. Modellazione dell’architettura nel simulatore. Selezione dei benchmark di riferimento rappresentativi di applicazioni multithread, valutazione delle loro prestazioni e caratterizzazione del loro comportamento. Definizione di possibili strategie di ottimizzazione HW/SW del sistema. Definizione di un’architettura CMP dotata di un link ottico per segnalazione inter-core. Analisi delle prestazioni e ottimizzazione feedback-driven delle applicazioni rispetto all’architettura. Ottimizzazione dell’architettura e tuning dei parametri della tecnologia ottica. Caratterizzazione del traffico di comunicazione. Definizione di una variante di architettura CMP con una rete ottica passiva (sia per dati che per segnalazione). Studio di tecniche di ottimizzazione feedback-driven delle applicazioni per una rete ottica passiva. Analisi delle prestazioni e caratterizzazione del traffico. Definizione di un’architettura CMP dotata di rete ottica attiva, e variante che fa uso di cristalli fotonici. Caratterizzazione prestazionale e analisi di possibili tecniche di ottimizzazione feedback-driven dell’architettura e dell’applicazione (es.: migrazione dati) Valutazione di varianti di rete ottica dotata di elementi ottici polimerici e conseguente tuning architetturale e basato su ottimizzazioni profile guided. Studio di ottimizzazioni HW/SW per la riconfigurabilità a software degli elementi ottici. Obiettivi delle singole fasi mesi 12 12 12 Scelta del simulatore di riferimento e modellazione dell’architettura baseline Selezione dell’insieme dei benchmark di riferimento e caratterizzazione del loro comportamento intrinseco (es.: località) e del carico indotto sull’architettura (es.: traffico). Individuazione di possibili strategie di ottimizzazione feedback-driven sull’architettura di cache NUCA dotata di NoC elettronica ad-hoc. Modellazione all’interno del simulatore di un link ottico con funzione di pseudo-bus per il traffico di coerenza e di look-up. Valutazione prestazionale dei benchmark sull’architettura simulata al variare dei parametri topologici, ottici e architetturali in genere, anche in via comparativa con l’architettura baseline. Modellazione e valutazione di un’architettura dotata di rete ottica passiva e comparazione con le precedenti soluzioni. Variazione dei parametri architetturali e topologici per identificare i tradeoff migliori. Identificazione di ottimizzazioni feedback-driven per tali architetture e valutazione simulativa dei loro effetti Modellazione all’interno del simulatore di una rete ottica attiva e studio di possibili varianti topologiche, architetturali e ottiche finalizzate all’efficienza complessiva. Valutazione prestazionale e confronto con le altre architetture per valutare i tradeoff in funzione dei parametri coinvolti. Identificazione di ottimizzazioni feedback-driven adatti a reti attive e valutazione simulativa dei loro effetti. Proposta e valutazione di elementi addizionali di riconfigurabilità hardware con gestione software feedback-driven per obiettivi di prestazioni. DURATA complessiva dell’attività: 36 mesi Il Proponente Il Responsabile del progetto Sandro Bartolini Sandro Bartolini