Foglio di informazione professionale DROGHE AD AZIONE

Foglio di
informazione
professionale
N.96
9 novembre 2001
DROGHE AD AZIONE LASSATIVA CONTENENTI DERIVATI IDROSSIANTRACENICI
QUALI SONO
Alcune droghe contengono derivati idrossiantraceni (ex antrachinonici) del gruppo delle emodine in varie forme
isomere, questi prendono il nome dalla droga di provenienza(12):
1. Aloe: rappresentate da due specie, Aloe barbadensis (Aloe delle Barbados) e Aloe capensis (Aloe del capo); la
droga è costituita dal succo, evaporato a secco, delle foglie di Aloe bardensis Miller (la prima) e delle foglie di alcune
specie di Aloe, specialmente di Aloe ferox Miller e i suoi ibridi (la seconda).Dall’incisione profonda della foglia si
ricava un succo utilizzato come gel di idrocolloidi in dermatologia cosmetica(5).
Titolo: Aloe delle Barbados deve contenere non meno del 28,0% di derivati idrossiantracenici espressi come barbaloina
anidra e calcolati con riferimento alla droga essiccata; Aloe del capo contiene non meno del 18,0% di derivati
idrossiantracenici, espressi come barbaloina e calcolati con riferimento alla droga essiccata (FU XI).In FU XI è riportato
anche l’estratto.
2. Cascara: Rhamni purshianae cortex, costituita dalla corteccia essiccata, intera o frammentata, di Rhamnus pursiana
D.C. (Frangula purshiana (D.C.) A.Gray ex J.C.Cooper).
Titolo: deve contenere non meno dell’8,0% di glicosidi idrossiantracenici, di cui non meno del 60% è costituito da
cascarosidi, entrambi espressi come cascaroside A e calcolati con riferimento alla droga essiccata (FU XI).In FU XI sono
riportati anche gli estratti.
3. Frangola corteccia: Frangulae cortex, costituita dalla corteccia, intera o frammentata, essiccata del tronco e dei
rami di Rhamnus frangola L.(Frangula alnus Miller).
Titolo: deve contenere non meno del 7,0% di glucofranguline, calcolate come glucofrangulina A (FU XI).In FU X sono
riportati anche gli estratti.
Il titolo in glucofrangulina è tale se la droga è stata correttamente conservata; infatti lo stoccaggio deve durare un periodo
lungo, circa un anno, tale che gli antroni emetici siano convertiti in glucofrangulina. Inoltre è garanzia d’assenza di
umidità, questa infatti favorisce la trasformazione di glucofrangulina in frangulina (5).
4. Rabarbaro: Rhei radix, costituita da parti ipogee, intere o tagliate, essiccate, di Rheum palmatum L. o di Rehum
officinale Baillon od ibridi di ambedue le specie, o di una miscela delle due.
Titolo: deve contenere non meno del 2,2% di derivati idrosiantracenici, espressi come reina calcolati con riferimento alla
droga essiccata (FU XI).
5. Senna foglie: Senna folium, costituita dalle foglioline pennate essicate della Cassia acutifoglia Delile od anche della
Cassia angustifoglia Vahl, oppure da una miscela delle due.
Titolo: deve contenere non meno del 2,5% di eterosidi idrosiantracenici, calcolati come sennoside B con riferimento alla
droga essiccata (FU X).
6. Senna frutto: sono due, Senna fructus acutifolia, (senna alessandrina frutto) e Senna fructus angustifoliae, (senna
Tinnervally frutto) ; la prima, costituita da frutti essiccati di Cassia acutifoglia Del. e la seconda, costituita da frutti
essiccati di Cassia angustifoglia Vahl.
La FU XI riporta due monografie per i frutti delle due specie di senna, indicando che l’acutifoglia deve contenere non
meno del 3,4%di glicosidi antrachinonici e l’angustifoglia non meno del 2,2% (calcolati come sennoside B)
INDICAZIONI
Le indicazioni cliniche prevedono il trattamento a breve termine della stipsi o quella indotta da assunzione
d’oppiacei (13) o da patologie cerebrovascolari (12); i derivati idrosiantracenici trovano impiego anche prima d’indagini
rettali o intestinali.
Per quanto riguarda il rabarbaro, essendo costituito anche da tannini, a basse dosi ha proprietà astringenti (5).
Considerando l’azione lassativa si possono elencare in ordine decrescente (8):
•
aloe
effetto più forte
•
senna foglie
•
senna frutti, cascara corteccia
•
frangola corteccia
•
rabarbaro radice
effetto più debole
La possibilità di indurre l’effetto coliche, sempre in ordine decrescente: aloe, senna foglie, cascara corteccia, senna frutti,
frangola corteccia, rabarbaro radice, senna-glicoside puro, senna estratto purificato.
I prodotti ottenuti dalla droga presentano maggiori effetti collaterali rispetto ai glicosidi puri forse a causa del contenuto di
agliconi (5).
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FARMACOCINETICA-FARMACODINAMICA
I glicosidi idrossiantracenici (profarmaci), formati da un glicone (parte zuccherina) e da un aglicone, vengono
assorbiti scarsamente attraverso il tenue. Giunti a livello del colon il glicone (lo zucchero) si stacca dall’aglicone, per
drolisi, ad opera d’enzimi della flora batterica; qui agisce la parte aglicone.
Sono escreti, dopo trasformazione, nella bile, nelle feci, nel latte e nell’urina (1) (4).
Hanno effetto lassativo consistente come conseguenza della loro azione sulla motilità del colon, infatti inibiscono le
contrazioni stazionarie e stimolano quelle propulsive. Si ha accelerazione del transito intestinale, diminuzione
dell’assorbimento di liquidi ed aumento della secrezione d’acqua e d’elettroliti (5).
Il meccanismo d’azione si articola in: inibizione della pompa del sodio (enzima Na/K-ATPasi) e conseguente
accumulo d’elettroliti (secrezione attiva di cloruri) e acqua nel lume intestinale; aumento del AMP ciclico (adenosin 3,5’monofosfato), ed un aumento di prostaglandine, che stimolano la secrezione d’elettroliti (7) (6); danno diretto sulla
mucosa con conseguente aumentata permeabilità (7).
CONTROINDICAZIONI, EFFETTI COLLATERALI
Sono controindicati in presenza di nausea, vomito o sintomi quali appendicite, ostruzione intestinale, dolore
addominale non diagnosticato, disturbi infiammatori acuti dell’intestino (morbo di Crohn, colite ulcerosa) (5) (4), bambini
d’età inferiore ai 12 anni, sconsigliati nei periodi mestruali perché inducono forte iperemia delle pelvi, e naturalmente
quando esista un’ipersensibilità ai componenti (5) (4).
Per quanto riguarda le precauzioni, un uso prolungato o un inadeguato apporto di liquidi può causare uno squilibrio
elettrolitico. In ogni caso i lassativi di stimolo non vanno assunti per più di 1-2 settimane (5) (4).
Metaboliti attivi, come la reina, passano in piccole quantità nel latte materno, ma un’azione lassativa nel lattante
non è stata osservata. Anche la parte di reina che supera la barriera placentare, secondo sperimentazioni animali, è
estremamente piccola (1), (4), (5). E’ sconsigliato l’uso in gravidanza e durante l’allattamento data l’insufficienza di prove
tossicologiche sinora eseguite. La senna è classificata dalla FDA categoria C (rischio fetale negli animali, ma mancanza
di studi sulla donna incinta, o presenza di un certo grado di tossicità nell’animale non confermato nell’uomo) (4).
Gli effetti indesiderati dei derivati idrossiantracenici sono rappresentati da un eccessivo effetto purgativo
(diarrea) e coliche addominali, probabilmente dovute all’aumentata motilità intestinale; da pigmentazione della mucosa
intestinale (pseudomelanosis coli) atossica e reversibile a fine trattamento.
Nell’uso/abuso cronico s’instaura, a livello metabolico, una perdita d’elettroliti, soprattutto di potassio,
ipocalcemia, albuminuria ed ematuria. La perdita di potassio può causare disturbi della funzione cardiaca e ipostenia
muscolare, specialmente per somministrazione contemporanea di glicosidi cardiaci, diuretici tiazidici e steroidi
cortcosurrenali e antiaritmici. (aumento dell’azione dei glicosidi cardiaci e alterazione dell’attività degli antiaritmici).
L’uso cronico di lassativi stimolanti si associa a “colon catartico”, in cui si verificano alterazioni caratteristiche nel colon e
nell’ileo terminale con infiammazione della mucosa e atrofia degli strati muscolari esterni.
L’urina assume un colore giallo-arancio (1), (4), (5) (9).
TOSSICITA’
Non sono disponibili ricerche sulla mutagenicità della droga o dei suoi preparati: per aloe-emodina, fiscione, e
crisofanolo i dati sono i parte positivi in vitro (5), (10).
Dal 1994 in Germania chi detiene registrazioni o domande di registrazioni di farmaci contenenti derivati
idrossiantracenici o loro droghe deve attenersi ad una seria di normative precauzionali tra cui saggi analitici e saggi
biologici con i quali devono accertarsi che i loro prodotti non contengano tali derivati in quantità superiore ad un limite
massimo pari allo 0,9-2,3% di potenziale reina, allo 0,05-0,15%di potenziale aloe-emodina e allo 0,001-0,006%di
potenziale emodina. (5). In assenza di prove sperimentali evidenti, la Comissione E prudenzialmente sconsiglia l’uso
prolungato o cronico dei lassativi di stimolo e da come indicazione la stipsi resistente ad altre terapie (5).
In conclusione i lassativi contenenti derivati idrossiantracenici si possono considerare dei farmaci sicuri quando vengono
utilizzati nei limiti e tempi posologici consigliati.
A cura di:
dr.ssa Federica Costa (Farmacista – Trento) e dr.ssa Annarita Bilia (Dipartimento di Scienze
Farmaceutiche – Università di Firenze)
BIBLIOGRAFIA: (1)Goodmann & Gilmann VII ed.; (2)Martindale XXXI ed.; (3)Devlin e altri “manuale di biochimica con aspetti clinici” II
ed.; (4)Micromedex; (5)“Le monografie tedesche “ Studio Edizioni”; (6)Schulz Ha”nsel “Rationale Phytoterapie”,227-228,1996; (7)The
Pharmaceutical Journal ,VOL 257, 52-57;-VOL 255,659-661; (8) H.Schilcher “Fitoterapia in pediatria” ed.OEMF,70-72;(9)“Adverse drug
reaction bulletin “ 91,1993;(10)R.Longo,Acta Phytoterapeutica, Vol I n° 1, 15-19, Studio Edizioni; (11)REFIT ed. OEMF; (12)
Medicamenta VII ed.Coperativa libraria,vol.III,441-443,vol. IV,409-410,1193; (13) BMJ vol 315.
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