Fiscal Approfondimento
Il Focus di qualità
N. 02
14.01.2014
Il metodo patrimoniale
Valutazione d’azienda e metodo patrimoniale
Categoria: Imprese
Sottocategoria: Varie
Il metodo patrimoniale rappresenta il punto di partenza ogni volta che voglia essere stimato il valore di
un’azienda. Sebbene infatti venga ormai considerato come un metodo superato, in quanto non tiene
conto dell’unitarietà e della dinamicità del sistema aziendale, consente di esprimere in maniera analitica
e oggettiva il valore dei singoli elementi dell’attivo e del passivo aziendale.
Pertanto, sebbene possa essere utilizzato in rari casi (è il metodo a cui si ricorre principalmente per la
valutazione delle immobiliari pure o per le holding pure), è spesso un valido “sostegno” ad altri metodi di
valutazione, al fine di avere una sorta di “base di oggettività”.
Ma come procedere qualora si dovesse stimare un complesso aziendale con il metodo patrimoniale?
In linea di massima, prima di iniziare qualsiasi valutazione, risulta necessario richiedere una situazione
contabile aggiornata alla data di riferimento.
Tuttavia le poste di bilancio (o della situazione contabile aggiornata) dovranno essere oggetto di una
vera e propria attività di revisione da parte dello stimatore, che dovrà verificare la corretta
contabilizzazione di tutti gli elementi.
Solo successivamente sarà possibile rettificare i valori espressi in bilancio per adeguarli a quelli che sono
i valori correnti.
Premessa
Il metodo patrimoniale è un metodo di valutazione d’azienda che è, al tempo
stesso, di fondamentale importanza e superato.
Se infatti, storicamente, è stato il primo metodo utilizzato per la valutazione
dell’azienda, oggi è poco usato per i seguenti motivi:
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Si sottovaluta il fatto che l’azienda è, in realtà, un
sistema unitario e dinamico, in cui il valore dei singoli
elementi patrimoniali è diverso da quello del
complesso aziendale.
Metodo
patrimoniale:
L’azienda viene valutata in un determinato momento,
senza tener conto dell’evoluzione futura della stessa.
i limiti
Non si tiene conto della capacità dell’azienda di
produrre
reddito.
sottocapitalizzate,
Piccole
potrebbero
aziende,
avere
una
anche
buona
redditività.
Tuttavia, il metodo patrimoniale rappresenta sicuramente un punto di
riferimento imprescindibile in sede di valutazione d’azienda.
Consente di scomporre il patrimonio aziendale,
evidenziando i singoli elementi che lo compongono.
Metodo
Viene presentato un valore che è oggettivo. Con tutti
patrimoniale:
gli altri metodi sono invece richieste ipotesi iniziali o
le ragioni della
sua importanza
previsioni future da parte del valutatore che,
inevitabilmente, finiscono per incidere sui risultati
finali.
Si ha contezza di quelli che sono i reali valori
aziendali.
Per i motivi appena esposti, il metodo patrimoniale rappresenta il punto di
partenza nelle valutazioni d’azienda, ma solo raramente è utilizzato da solo,
senza far ricorso ad altri metodi.
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Il metodo patrimoniale rappresenta un metodo di valutazione rilevante,
perfettamente utilizzabile senza l’ausilio di altri metodi in tutti quei casi in cui
sono i singoli beni a produrre redditi, senza il necessario inserimento in un
contesto produttivo (si pensi alle immobiliari pure o alle holding pure).
È inoltre un metodo rilevante per definire il “valore di liquidazione”, ovvero il
più basso valore che può essere attribuito ad un’azienda.
Infine, viene utilizzato il metodo patrimoniale quando non può essere utilizzato
alcun altro metodo, ad esempio perché non sono presenti dati finanziari o
reddituali (si pensi, a tal proposito, alle aziende pubbliche).
Le finalità
Con il metodo patrimoniale viene individuato il “valore di ricostituzione” del
complesso aziendale.
I valori che saranno espressi a seguito della valutazione con il metodo
patrimoniale, rappresentano esattamente l’investimento che sarebbe necessario
effettuare per “ricostituire” l’azienda, con la medesima struttura del patrimonio.
Inoltre, come sopra anticipato, questo metodo di valutazione consente di
ottenere una valutazione analitica e a valori correnti dei beni che compongono
il patrimonio aziendale.
I valori espressi
con il metodo
Analiticità: la valutazione è effettuata con riferimento
ad ogni singolo elemento dell’attivo e del passivo.
patrimoniale:
caratteri
Valori correnti: vengono individuati i valori correnti dei
singoli elementi, aldilà di quelli che sono i valori
espressi nel bilancio.
Il metodo
patrimoniale:
una prima
distinzione
Con specifico riferimento al metodo patrimoniale, è necessario distinguere:
METODO PATRIMONIALE SEMPLICE: Prende di
riferimento solo i valori dell’attivo e del passivo
Il metodo
espressi in bilancio.
patrimoniale:
classificazione
METODO PATRIMONIALE COMPLESSO: considera
anche i beni intangibili non contabilizzati.
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Il processo di
valutazione
Con il metodo patrimoniale vengono valutati analiticamente i singoli elementi
dell’attivo e del passivo aziendale.
Nel processo di valutazione è pertanto necessario:
Individuare i singoli elementi che compongono il
complesso aziendale. Le voci patrimoniali sono state
correttamente
contabilizzate?
Sono
state
tutte
contabilizzate?
Fase di
“revisione”
Le voci che compongono il bilancio sono veritiere ed
attendibili? Sono state contabilizzate secondo i
corretti
principi
contabili?
Sono
disponibili
i
documenti giustificativi in base ai quali sono state
effettuate le rilevazioni?
Il valore esposto in bilancio è pari al valore al reale?
(si pensi al caso di un fabbricato acquistato
dall’azienda molti anni fa, sicuramente il valore
Fase di
“rettifica”
esposto, pari al costo storico, non è uguale a quello
attuale)
Pertanto, prima di iniziare qualsiasi valutazione, è necessario richiedere una
situazione contabile aggiornata alla data di riferimento.
Una buona valutazione richiederebbe inoltre, da parte del perito, un vero e
proprio controllo sulle poste di bilancio (c.d. FASE DI “REVISIONE”).
Solo successivamente si procederà a rettificare i valori espressi in bilancio per
adeguarli a quelli che sono i valori correnti (c.d. FASE DI “RETTIFICA”).
VALORE DELL’AZIENDA = PATRIMONIO NETTO RETTIFICATO (K)
K= PATRIMONIO NETTO +/- RETTIFICHE
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Ma a quali valori è necessario ricorrere per individuare il patrimonio netto
rettificato?
Valore di presunto
Attivo
Criteri per
realizzo
patrimoniale
individuare il
Valore di sostituzione
valore
corrente
La ricostruzione
dei valori di
mercato
Passivo
Valore di presunta
patrimoniale
estinzione
Come prima anticipato, non è possibile fare esclusivo riferimento ai valori
espressi nella situazione contabile presentata dall’azienda, senza considerare
quello che è il valore corrente delle poste dell’attivo e del passivo patrimoniale.
Sarà quindi necessario procedere con una valutazione analitica delle singole
poste.
DETERMINAZIONE DEI VALORI CORRENTI
Le
immobilizzazioni
impiegate
nell’attività
caratteristica dell’impresa possono essere, in primo
luogo, valutate al loro prezzo corrente, qualora esista
un mercato dell’usato di riferimento (si pensi alle
autovetture).
Qualora invece non sia possibile far riferimento al
mercato dell’usato (si pensi ad un particolare impianto
specifico), è possibile ricorrere:
-
al prezzo di sostituzione, ovvero il prezzo da
sostenere per acquistare un nuovo macchinario
che rimpiazzi il precedente;
Beni strumentali
-
al prezzo di ricostruzione, se la ricostruzione è
meno onerosa della sostituzione.
Qualora sia difficile individuare facilmente un prezzo
corrente, di sostituzione o di ricostruzione, e il
professionista non abbia le competenze necessarie, si
consiglia di rivolgersi ad un perito esperto, la cui stima
andrà allegata a quella dell’azienda (ad esempio, si
pensi ad un particolare impianto di un’azienda
elettrica).
Si ricorda di tener sempre presente il grado di
deperimento dei beni (logorio fisico, obsolescenza
economica, operativa funzionale).
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Se l’azienda adotta i principi contabili nazionali, i beni
in leasing non saranno in bilancio (li troveremo solo tra
i conti d’ordine). Tuttavia tali beni in leasing fanno
comunque parte del ciclo di produzione per cui
rappresentano un valore rilevante.
Beni in leasing
A tal fine, sarà necessario portare ad incremento del
patrimonio netto contabile il seguente valore:
(valore di mercato del bene) – (valore attuale dei futuri
esborsi, ovvero canoni e riscatto finale)
Al fine di poter procedere con il calcolo del valore
attuale,
si
potrà
utilizzare
come
saggio
di
attualizzazione il tasso previsto dal contratto di leasing.
In questo caso, il primo consiglio che si può dare, è
quello
di
ricorrere
alla
perizia
di
un
tecnico
Terreni e
specializzato.
fabbricati
In linea di massima è tuttavia possibile anche far
riferimento ai valori OMI, presenti sul sito dell’Agenzia
del Territorio.
In questo caso è necessario distinguere:
-
titoli quotati: in questo caso è possibile fare
ricorso
ai
prezzi
correnti
(sarà
tuttavia
necessario scegliere un congruo “periodo di
osservazione”);
Titoli a reddito
-
fisso
titoli non quotati: in linea di massima è
necessario calcolare il valore attuale dei flussi
di cassa futuri. È tuttavia possibile valutare i
titoli ricorrendo a costo di acquisto, qualora i
tassi di rendimento siano in linea con quelli di
mercato. Infine è possibile valutarli al prezzo
corrente di titoli quotati similari.
Occorre in primo luogo distinguere tra:
-
partecipazioni in società di controllo: in tal caso
dovrebbe essere riconosciuto un premio di
maggioranza, ma non è tuttavia possibile
individuare un metodo oggettivo per definirlo
Partecipazioni
correttamente.
In
ricorrere
dati
ai
ogni
caso,
esposti
è
possibile
nel
bilancio
consolidato, oppure è possibile procedere alla
valutazione di ogni singola società.
Gli stessi criteri possono essere adottati nel
caso di partecipazioni non di controllo, ma
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comunque significative;
-
partecipazioni in società non controllate: in
questo caso, potrà essere utilizzato il valore di
mercato, qualora la società in oggetto sia
quotata, oppure si potrà ricorrere all’utilizzo di
multipli di società simili e comparabili:
Al fine di individuare il valore corrente, è possibile fare
riferimento a:
-
valore di presunto realizzo: se si tratta di
prodotti finiti pronti per essere venduti;
Rimanenze finali
-
costo di riproduzione: se si tratta di prodotti
semilavorati,
che
devono
subire
altre
lavorazioni prima di poter essere venduti;
-
attuale costo d’acquisto: per le materie prime
ancora non immesse nel processo produttivo.
In alcuni casi risulta necessario attualizzarli.
10.000 euro riscossi oggi, infatti, non sono uguali a
10.000 euro riscossi tra un anno: è ovvio che sulle
somme maturino degli interessi.
Pertanto, qualora non siano stati concordati con i clienti
degli interessi (o gli interessi non sono in linea con
quelli di mercato), è necessario attualizzare i crediti,
scegliendo un tasso di interesse che rispecchi il grado di
Crediti
rischio del credito stesso.
Si tratta di una procedura abbastanza complessa, che
viene generalmente effettuata quando i crediti sono di
importo elevato.
Si ricorda inoltre, quanto prima detto in merito alla
necessità di un vero e proprio controllo dei dati esposti
in bilancio da parte del valutatore (c.d. fase di
“revisione”): i crediti sono, infatti, poste molto “delicate”
e si deve tener conto della necessità di procedere alle
opportune svalutazioni.
In linea di massima, possiamo dire che, molto spesso, gli
oneri pluriennali vengono eliminati. Si pensi infatti ai
costi di impianto: quale utilità futura può avere il
Beni immateriali
compenso del notaio?
Più complesso invece il discorso per tutti gli altri oneri
immateriali, come i marchi o i costi di ricerca e sviluppo.
A questo problema sarà dedicato il successivo
paragrafo.
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Pertanto, volendo brevemente riassumere quanto finora esposto, potremmo
richiamare il seguente schema.
Determinazione del valore corrente dei valori dell’attivo
Valore di presunto realizzo
Valore di sostituzione
Emersione di plusvalenze/minusvalenze latenti
Il valore
corrente delle
passività
Con riferimento ai valori del passivo non si rilevano particolari criticità.
Gli stessi andranno valutati al valore di presunta estinzione.
Passività aziendali:
Valore di presunta estinzione
valutazione
È tuttavia da considerare che, volendo adottare un comportamento che appaia
coerente con quello prima richiamato in tema di crediti, sarà necessario
procedere con l’attualizzazione dei debiti a medio-lungo termine, qualora vi sia
una differenza tra tassi di mercato e tassi negoziati.
Più precisamente, sarà necessario attualizzare i flussi di cassa futuri legati al
debito in oggetto.
Oneri e
vantaggi fiscali
reali e
potenziali
Intorno all’emersione di plusvalenze/minusvalenze latenti, occorre rilevare la
presenza di opinioni contrastanti riguardo la necessità di rilevare gli oneri fiscali
latenti.
Un primo orientamento ritiene che vadano inseriti sia i maggiori oneri
fiscali (in caso di plusvalenze latenti), sia gli eventuali vantaggi fiscali
(nel caso di minusvalenze latenti);
Tuttavia, parte della dottrina ritiene ormai, che non vadano rilevati i
maggiori oneri o gli eventuali vantaggi fiscali. A riprova di quanto
sostenuto, viene considerato il fatto che non è possibile procedere,
discrezionalmente, con la rivalutazione dei beni, in quanto è sempre
necessario che siano emanate leggi speciali.
In linea di massima, con dette leggi vengono altresì richiamate aliquote
d’imposta più basse, ragion per cui applicare le normali aliquote
sarebbe comunque non esatto.
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Devono essere invece sempre oggetto di considerazione da parte del
valutatore, le perdite di esercizi precedenti riportabili.
Perdite di esercizi precedenti riportabili
Negli esercizi successivi, quando l’azienda avrà degli utili, potrà
compensare le perdite pregresse, ragion per cui rappresentano un vero
e proprio risparmio d’imposta per i futuri esercizi.
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