Laboratorio delle Stagioni

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Indice
7
Presentazione (di Amilcare Acerbi)
13
Introduzione
17
Materiali e strumenti
31
Primavera (21 marzo – 20 giugno)
Il calendario
• Pasqua: la decorazione delle uova con tinte naturali • Calendimaggio
Creare
• Nidi con argilla e paglia • Piccoli animali con argilla e materiali vari
• Uccello di fuoco • Memory della natura • Calco della corteccia
• La tintura della lana • La fattoria degli animali • Freccia del vento
• Capanne viventi • Rifugi di bosco
Giocare
• Amico albero • Caccia ai «tesori naturali» • Scatole tattili • Partire e inseguire:
fuggiaschi e inseguitori • Ascolto bosco
Curiosità stagionali
• Tra lombrichi e chiocciole
55
Estate (21 giugno – 22 settembre)
Il calendario
• Le lanterne di San Giovanni • Le vele di San Pietro
Creare
• Kazoo • Flauto • Arco e frecce • Barche e zattere • Mandala di sassi,
terra e legni • Trucco con argilla ovvero Tatuaggio naturale • Fischietto
con nocciolo di albicocca • Schioppetto di sambuco • Balestra lancia-ghiande
• Scatola di fiume
Giocare
• Nascondino barattolo • Il sentiero artificiale • Mappa del bosco
• Lo sparviero • Il gioco delle nuvole
Curiosità stagionali
• Tra piume e insetti minatori
Piccoli passatempi
83
Autunno (23 settembre – 20 dicembre)
Il calendario
• Halloween: la lanterna di Jack • Gli scacciaspiriti
Creare
• Mobile • Labirinto naturale • Burattini • Dipingere con i colori naturali
• Trasformazione della foglia • L’impronta della foglia • Cornice di cartone
e foglie • Bambola di mais • Scatola di bosco • Dipingere con le foglie
Giocare
• Trovare gli eguali • Filo di lana • Il gioco della talpa • La foglia che cade
• Pista cieca
Curiosità stagionali
• Tra ragnatele e funghi
109
Inverno (21 dicembre – 20 marzo)
Il calendario
• Natale: la ghirlanda • Carnevale: maschere naturali
Creare
• Cerchi di salice • Gioco/plastico di argilla e legni • Paesaggi nel barattolo
• La giostra equilibrista • Le sagome di alberi e arbusti • Lo zoo d’inverno
• Candele a immersione • Candele nella sabbia • Candeline nei gusci di noci
• Porta candele naturali
Giocare
• L’albero ritrovato • Il fuoco si è spento • Terra, aria, acqua
• Rifare uguale • Giocare nella neve
Curiosità stagionali
• Tracce e provviste
135
Una fiaba nel bosco
145
Bibliografia
Introduzione
Chi siamo
«Amici dei Boschi» è un’organizzazione senza scopo di lucro che si è costituita nel 1995. Il personale è formato da animatori e naturalisti dotati di lunga
esperienza nel settore dell’educazione ambientale. Gestisce attività didattiche e
ricreative alla «Cascina Bosco Grande», una Riserva Naturale del Parco del Ticino,
di proprietà del Comune di Pavia in collaborazione con il Centro Regionale per
l’Educazione Ambientale (CREA) del Comune stesso.
Propone programmi di animazione e di didattica ambientale per scuole
dell’infanzia, primarie e secondarie di primo grado, ma anche per enti pubblici e
privati, associazioni, gruppi informali e famiglie.
L’Associazione aiuta a scoprire il mondo misterioso e ricco di un ambiente
naturale e a interpretare, raccontare, disegnare gli aspetti più interessanti; mostra
che è possibile studiare l’ambiente anche divertendosi, in compagnia degli amici,
degli insegnanti, dei genitori. L’Associazione propone la scoperta, l’esplorazione e
la conoscenza attraverso due approcci: scientifico/avventuroso e ludico/espressivo
con materiale naturale e di recupero.
«Amici dei Boschi» conduce anche laboratori nelle scuole e corsi di formazione
per insegnanti, animatori, educatori, baby-sitter e badanti con tema la manualità
con materiali naturali e di recupero.
Gioco, educazione ambientale e materiali naturali
Con i bambini più piccoli (nido e scuole d’infanzia), la visita al bosco e le attività di laboratorio sono condotte da noi animatori. Per i più «grandi» ci alterniamo
con le guide naturalistiche che svolgono la parte più scientifica della visita.
Da noi, quindi, vengono le scolaresche per fare una gita naturalistica scegliendo
tra i vari programmi proposti o per realizzare laboratori particolari legati alle festività. A domeniche alterne, proponiamo poi attività per il tempo libero ai bambini
pavesi legate sempre alla natura, al gioco, alla manualità e alle ricorrenze.
Per quanto riguarda le scuole che visitano la nostra struttura, i programmi a
noi più cari sono quelli che permettono ai bambini di muoversi liberamente nel
bosco, di attivare le loro curiosità e spirito di osservazione; di essere, insomma,
dei veri e propri esploratori dell’ambiente e di raccogliere e toccare i materiali
offerti dal bosco nelle varie stagioni.
La visita a un luogo d’interesse naturalistico è ormai entrata a far parte delle
programmazioni delle scuole, accanto alle visite di tipo storico-artistico, «ma la
gita nel bosco, o nel parco naturale, o sulla riva del fiume non possono essere una
parte significativa di una educazione naturalistica, rimanendo eccezionali e isolate.
[...] Il laboratorio naturale, quello vero e a cui non si può e non si deve rinunciare,
sarà un pezzo di natura, certo non privo di elementi antropici e probabilmente non
bellissimo, ma vicino alla scuola e facilmente raggiungibile».1
Questo «pezzo di natura», vicino alla scuola, alla ludoteca o a casa, dovrebbe
essere il luogo privilegiato per la vostra ricerca di materiale e per le attività gioco.
La ricerca, come attività di scoperta, di gioco e di osservazione, è una fase molto
importante per una realizzazione non solo «produttiva» delle attività proposte nel
libro.
Conoscere e appropriarsi di uno spazio all’aperto rende quotidiano il famoso
«contatto con la natura». Già, ma se la scuola o la casa sono nel centro di una
grande città? Anche un cortile scolastico o un viale alberato può far scoprire tesori
inaspettati a chi sa guardare un po’ più in basso o un po’ più in alto del solito.
I bambini sono dei «cerca-cose»,2 degli esploratori nati. Lasciati liberi di
farlo, ci riempiranno la scuola (o la casa) di tesori, come sassi, foglie, pezzetti di
legno, ecc., che starà a noi apprezzare e valorizzare.
Ormai è convinzione comune, tra chi si occupa di educazione, che l’esperienza
del gioco e della manipolazione sono per lo sviluppo del bambino un passaggio
fondamentale e irrinunciabile. Il gioco in sé, nella sua accezione più pura, non
comprende aspetti produttivi veri e propri, ma «giocando si impara, si sperimentano le proprie capacità e i limiti, si simula la realtà e di conseguenza si riesce a
valutare meglio le diverse situazioni della vita. Il gioco rende autonomi e richiede
sempre decisioni autonome».3
L’attività manuale poi «non va assolutamente considerata una attività di
riposo, quasi ricreativa, utile al massimo a ravvivare l’interesse per il tema in
questione».4 Alcuni bambini che hanno difficoltà con le parole, sono spesso molto
abili e interessatati alle attività pratiche, «che permettono loro di fare quello che
non sanno spiegare».5
Ma aldilà della teoria pedagogica, ancora oggi nella scuola o nella vita di
tutti i giorni come genitori, ci si scontra con antichi divieti e nuove paure. I divieti
ad attività «sporchevoli» o troppo movimentate, la paura del fuori come fonte di
incontri spiacevoli con cose o persone.
1
2
3
4
5
F. Tonucci, Appunti intorno alla didattica delle scienze. In Movimento di Cooperazione
Educativa, Le chiavi di vetro, Firenze, La Nuova Italia, 1994, p. 21.
Si veda il capitolo Pippi cerca-cose. In A. Lindgren, Pippi Calzelunghe, Firenze, Salani
Edizioni, 1988.
S. Loos e L. Dell’Aquila, Naturalmente giocando, Torino, Edizioni Gruppo Abele, 1992,
p. 9.
F. Tonucci, op. cit. p. 16.
Ibidem.
14 ◆ Laboratorio delle stagioni
Non è raro (anzi!) vedere scuole che pure hanno un giardino (anche se a mala
pena passabile) in cui i bambini non possono andare perché è o troppo freddo o
troppo caldo, oppure «ci sono le foglie per terra» (!), oppure è bagnato o troppo
polveroso.
Le pozzanghere sono da evitare e le uscite si riducono così in quel breve
periodo dell’anno in cui la temperatura si aggira sui 20/25 gradi e (per la carità)
non piove.
Ma come faranno allora i nostri bambini a capire il passaggio delle stagioni e
ad avere un rapporto positivo con l’ambiente? «Noi riusciamo a percepire le differenze, i problemi negativi o positivi, nel momento in cui abbiamo un’abitudine, una
vicinanza, altrimenti le cose ci passano sopra. Allora tutta l’esperienza del giocare
fuori, del giocare con tutto quello che si trova fuori, è un’esperienza senz’altro utile
se vogliamo un individuo interattivo, capace di stare nell’ambiente».6
I materiali naturali, gli elementi per meglio dire, con cui i bambini dovrebbero
avere la possibilità di confrontarsi per primi sono, com’è ovvio, la terra, l’acqua,
il fuoco e l’aria.
La possibilità di giocare con il fango o con la sabbia, il bagnarsi e giocare con
l’acqua (non solo per lavarsi!), far volare aquiloni per capire la forza del vento e
avere l’esperienza del fuoco come elemento pericoloso sì, ma contemporaneamente
affascinante e molto utile, dovrebbero rientrare nelle esperienze di tutti i bambini.7 Oltre ai quattro elementi fondamentali, la natura ci offre una vasta gamma di
materiali di gioco, che varia da stagione a stagione e da luogo a luogo.
I materiali di costruzione e di gioco proposti nel libro provengono essenzialmente dall’ambiente bosco o dalla campagna intorno a Pavia. Sono soprattutto
foglie, rami, semi, piume, ma anche lana non lavorata, cera d’api e così via. Starà
a voi cercare dei materiali nell’ambiente vicino che possano sostituire quelli proposti, se nella vostra zona non ci sono, oppure aggiungere varianti con quello che
voi e i bambini troverete.
Giocare e costruire con i materiali naturali vuol dire anche riallacciarsi al
gioco della tradizione, quando si giocava con poco e niente e l’ambiente naturale
era più a portata di mano, anche in città.8
Questo libro
Il libro nasce dall’esperienza maturata in questi dieci anni di attività al «Bosco
Grande» e nelle scuole, con le animazioni nei parchi urbani e nei cortili.
La nostra intenzione, con questo «manuale», è di portare un pezzetto di natura
all’interno della scuola, della casa, ecc., per stimolare la curiosità degli educatori
6
7
8
A. Acerbi (a cura di), L’importanza del gioco e del giocattolo nell’educazione alla creatività. In AA.VV., La scuola Creativa, Città di Castello, Macro Edizioni, 1996, p. 58.
Cfr. T. Lang, I bambini hanno bisogno di avventura, Como, RED Edizioni, 1998, pp.
52-59.
A questo proposito e sulla tematica gioco, creatività e educazione ambientale, si veda
l’introduzione a U. Carbone e M. Coralli, II laboratorio dei materiali poveri, Trento,
Erikson, 1998, pp. 11-33.
Introduzione ◆ 15
in genere a cercare fuori dalle mura stimoli creativi, spunti didattici e non. L’idea
è quella di condividere la nostra esperienza per far nascere altre curiosità, altre
idee, altri giochi.
Conoscere vuol dire rispettare e amare, entrare in relazione, e questo libro
vuole essere un piccolo contributo alla conoscenza del mondo naturale che ci
circonda e come farlo apprezzare e rispettare dai bambini. Usare una foglia per
fare un disegno o giocare a una caccia a tesoro speciale in un prato o nel bosco
sarà un ricordo vivo e positivo per i bambini, un inizio per guardare con curiosità
e gioia all’ambiente naturale.
Il libro è diviso secondo le quattro stagioni per sottolineare il legame che ogni
attività e ogni materiale ha con il tempo della natura. Da sempre, i movimenti del
sole e della luna hanno scandito i ritmi delle stagioni e influenzato i calendari e
le festività che ancora oggi ci accompagnano Questo legame così stretto ha perso
sempre più significato e oggi, spesso, celebriamo semplicemente momenti di
vacanza e di consumo, senza afferrarne il significato profondo che viene da riti
lontani nel tempo.
Ci sembra importante ritrovare questa connessione, soprattutto per chi lavora
con il mondo dell’infanzia, per comprendere quanto la nostra quotidianità sia influenzata dai cicli del sole e della luna, e quanta natura si nasconde dietro il ritmo
delle nostre giornate.
Il primo capitolo è dedicato ai materiali naturali veri e propri, quelli che vi
serviranno per realizzare i giochi e le attività proposte, agli attrezzi e ai materiali
di consumo. Ci sono i legni che per le loro caratteristiche sono più adatti di altri a
realizzare alcuni giochi, bacche dai nomi strani, ma in realtà molto comuni, frutti
ed erbe particolari.
I capitoli sulle stagioni si aprono con Il calendario, breve rassegna delle origini
delle feste principali e delle usanze che caratterizzano la stagione in questione.
Vengono poi messe in evidenza, con un gioco particolare o una decorazione, le
ricorrenze che scandiscono da sempre il tempo dell’uomo.
Seguono le schede operative: Creare e Giocare, in cui vengono proposti
giocattoli e manufatti, giochi all’aperto o al chiuso, che potrete realizzare con
bambini dai tre anni in su.
Riportiamo anche le Curiosità stagionali, nelle quali presentiamo piante e
animali in bizzarri fenomeni osservabili in particolari stagioni.
Questi strani eventi, come il nido di schiuma o le ragnatele volanti, ad esempio, possono essere spunti per inventare storie intorno alla natura, attivando così
la curiosità dei bambini e acuendo la loro capacità di osservazione.
L’ultimo capitolo, infine, propone una fiaba ambientata nel Bosco, che può
essere riadattata in diversi ambienti. Il sentiero avventuroso è una fiaba animata: i
bambini seguono il narratore attraverso i sentieri del bosco, visitando i regni dei suoi
abitanti, compiendo azioni o giochi per entrare in sintonia con i diversi animali.
16 ◆ Laboratorio delle stagioni
FITOLACCA (PHYTOLACCA AMERICANA L.)
Famiglia: Phytolaccaceae
È
una pianta erbacea molto comune, il
fusto può raggiungere i due metri di altezza
e quando matura, alla fine dell’estate, si
colora di un caratteristico fucsia.
Le bacche, di colore rosso scuro tendente
al nero, sono raccolte in grappoli che
maturano in settembre-ottobre. Viene
considerata una pianta molto velenosa;
in realtà contiene principi attivi usati in
erboristeria e sostanze coloranti impiegate
nell’industria alimentare. Interessante il
succo delle bacche, un rosso primario, e l’interno del fusto essicato costituito da anelli trasparenti.
IPPOCASTANO (AESCULUS HIPPOCASTANUM L.)
Famiglia: Hippocastanaceae
Originario dei Balcani, questo albero è
coltivato nei parchi, nei giardini e nei viali.
Può raggiungere i 25-30 metri di altezza, il
tronco è dritto e la chioma arrotondata. Le
foglie palmate sono composte da foglioline,
appuntite e dentellate, disposte come le dita
di una mano. I fiori, riuniti in pannocchie,
sono bianchi con macchie gialle e rosse; i
frutti sono capsule spinose che contengono
il seme, tondeggiante e di colore bruno,
chiamato spesso «castagna matta». Non è
commestibile a causa del suo sapore molto amaro, si trova facilmente a terra in autunno, tuttavia questo
marrone è usato come rimedio alla circolazione difettosa. Si dice anche che tenendolo in tasca previene i
raffreddori e negli armadi è utile contro le tarme. Il nome hippocastanum significa «castagna di cavallo»,
perché ne era utilizzato il frutto tritato per dar sollievo ai cavalli bolsi.
LIGUSTRO (LIGUSTRUM VULGARE L.)
Famiglia: Oleaceae
È un arbusto alto fino a tre metri, con rami
diritti e sottili che si sviluppano dalla base
in forma di cespuglio. Cresce dalla zona
mediterranea a quella submontana nelle
siepi, nei boschi radi e nelle macchie; spesso
è usato per creare siepi di confine.
Le foglie sono semplici a margine intero
e, in alcune varietà, rimangono sui rami
anche d’inverno. I suoi rami, flessibili e
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resistenti, sono usati per fare cesti. I fiori profumati, riuniti in pannocchie, attirano molti insetti. I frutti,
o bacche, di colore nero, maturano in settembre-ottobre e si possono raccogliere dall’autunno fino a
quasi tutto l’inverno; sono cibo invernale per diversi uccelli e contengono una sostanza colorante di un
bel verde azzurro.
Le foglie e i fiori sono utili per fare sciacqui e gargarismi contro le infiammazioni delle mucose della
bocca e della gola.
MAIS (ZEA MAIS L.)
Famiglia: Graminaceae
I
l mais è una pianta molto comune. Originario delle zone calde del continente americano, viene coltivato per l’alimentazione
dell’uomo e degli animali domestici. Viene
chiamato anche granturco o granoturco,
formentone, frumentone, grano siciliano,
melica, melgone, ecc. Per lo sviluppo
necessita di temperature piuttosto elevate
per l’intera durata del ciclo; per questo
motivo si semina in primavera inoltrata e
si raccoglie nella tarda estate.
Pianta annuale, alta 3 metri e più, fusto
eretto diviso in nodi e internodi ben evidenti. I fiori maschili crescono alla sommità della pianta e formano
una pannocchia detta pennacchio. I fiori femminili sono riuniti in infiorescenze poste all’ascella delle
foglie, avvolte da brattee, alla sommità delle quali, quando fioriscono, spuntano le cosiddette barbe.
Il mais si può utilizzare tutto l’anno, a condizione di averne fatto provvista al momento giusto. La raccolta
degli elementi necessari alle nostre realizzazioni avviene tra la fine dell’estate e l’inizio dell’autunno,
quando la raccolta vera propria è già stata fatta e sui campi rimangono steli e pannocchie. Del mais si
possono utilizzare brattee, pannocchie, tutoli (la parte interna della pannocchia privata dei chicchi),
gambi, chicchi e foglie verdi.
MAGNOLIA (MAGNOLIA GRANDIFLORA L.)
Famiglia: Mognoliaceae
O
riginaria del sud degli Stati Uniti, la
magnolia è stata introdotta da noi a scopo
ornamentale. Può raggiungere i 10-15 metri
di altezza, mentre nei Paesi d’origine può
arrivare anche a 30 metri.
Ha una chioma densa con portamento piramidale; il tronco si ramifica dalla base e
la corteccia è grigia. Le foglie sempreverdi
sono coriacee, a margine intero, verdi sulla
pagina superiore e bruno ruggine su quella
inferiore. I fiori solitari sono bianco-crema,
molto grandi e profumati. I frutti sono
raccolti in grappoli a forma di pigna e quando maturano, alla fine dell’estate, si aprono lasciando cadere i
semi profumati di un bel rosso vivo.
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© 2006, M. Coralli, P. Lecardi, E. Novarini, L. Silvotti, Laboratorio delle stagioni, Trento, Erickson
NOCCIOLO (CORYLUS AVELLANA L.)
Famiglia: Corylaceae
È un arbusto molto diffuso che ha la
capacità di colonizzare aree nude e degradate. Svolge un’importante funzione
di consolidamento dei terreni franosi. Si
trova in boschi di querce e aghifoglie e,
raramente, è ancora impiegato nelle siepi
interpoderali. I rami, di piccole dimensioni
e molto flessibili, sono usati per canestri,
cerchi di botte, gabbie e nasse da pesca.
Si possono raccogliere durante il riposo
vegetativo, quando non gela e prima della
comparsa delle foglie.
La sua presenza consente la sopravvivenza di molti animali. Le nocciole, mature in autunno, sono molto
gradite ai piccoli roditori e agli uccelli come ghiandaie, picchi e gazze. Il nocciolo era una pianta magica per
i Celti: il suo frutto simboleggiava la saggezza interiore, mangiarlo significava acquistare la conoscenza delle
arti e delle scienze segrete. Nelle fiabe, le carrozze delle fate erano ricavate da una nocciola intagliata.
La nocciola, come immagine botanica della luna, è da sempre stata simbolo di fertilità; ai matrimoni si
usava distribuire noci e nocciole come augurio di fecondità.
Il rametto biforcuto del nocciolo è usato ancora oggi dai rabdomanti, poiché il suo legno ha la particolarità
di entrare in risonanza con le onde emesse dalla radiazione di vene metallifere e giacimenti d’acqua. Inoltre,
è da sempre servito come bacchetta magica e dava a chi lo possedeva la facoltà di diventare invisibile.
In erboristeria si utilizzano le foglie come antinfiammatorio e depurativo, mentre la corteccia è febbrifuga
e astringente venoso.
PIGNE
L
e pigne, o coni, racchiudono i semi delle
conifere e possono essere utilizzate per
identificare le piante da cui provengono.
Tutte le pigne, appena formate, sono verdi,
ma una volta mature possono colorarsi di
marrone, giallo, porpora o addirittura blu.
Quasi tutte si capovolgono verso il basso
per liberare i semi; solo quelle dei generi
Cedrus e Abies rimangono erette lasciando
cadere anche le squame.
Le pigne pendenti possono essere di forma
allungata, spesso sono macchiate di resina
e maturano in due anni. Anche quelle arrotondate maturano in due anni, alcune hanno
squame a forma di diamante.
Infine esistono pigne formate da poche squame come quelle del cipresso, rotonde e bitorzolute, oppure
con squame a forma di foglia o uncinate (quelle della tuia), mentre quelle del larice sono ovali a squame
arrotondate. Si raccolgono ai piedi dell’albero durante la stagione estiva. La loro forma particolare consente
lavori di incastro tra le squame e permette semplici legature con spaghi e fili che risultano invisibili.
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Piccoli animali con argilla
e materiali vari
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SCHEDA
Età:
dai 5/6 anni in su.
Materiale:
creta, semi (si possono utilizzare confezioni di legumi secchi tipo zuppe, ecc.
scaduti), rametti, piume.
Tempo:
30 minuti.
L’uccellino
P
er completare il nido, realizzato nella scheda n. 3, Nidi con argilla e paglia, la cosa migliore
è creare anche il suo legittimo proprietario, ovvero l’uccellino.
La pallina di creta un po’ allungata è il corpo dell’uccellino. Con un’altra pallina più piccola si
realizza la testa e si attacca al corpo inserendo un bastoncino, o uno stuzzicadenti, tra le due palle
(fig. 1).
Per la coda basta dare un paio di pizzicotti al sedere dell’uccellino (fig. 2) e per il becco un
piccolo pizzicotto alla testa. Con un rametto si disegnano gli occhi e le ali (fig. 3). Con due rametti
sottili infilati nella base del corpo si fanno le due zampe (fig. 4).
Le ali possono essere perfezionate con piume infilate nella creta. Quando la creta è asciutta
(dopo un paio di giorni), l’uccellino può essere colorato efficacemente con pastelli a olio.
fig. 1
fig. 2
fig. 4
fig. 3
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CONTINUA – Piccoli
animali con argilla e materiali vari
Altri animaletti
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artendo da una o più
pi palline di creta, si possono realizzare tantissimi animali del bosco
bosco. Aggiungendo stuzzicadenti o semi di girasole,
girasole per esempio, si modella il riccio; con grandi orecchie
e una codina ecco invece il topino.
Con
on una coda piumosa si fa presto a realizzare una simpatica volpe.
Un semplice serpente,
serpente partendo, questa volta da un rotolino di creta, pu
può essere molto più
elegante con «scaglie» di girasole e lingua biforcuta (se trovate un piccolo rametto adatto)!
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Est
Flauto
SCHEDA
Età:
dagli 8 anni in su.
Materiale:
canna palustre, due tappi di sughero.
Attrezzi:
seghetto, coltellino.
Tempo:
30 minuti.
Prendete un pezzo di canna palustre e segatela tra nodo e nodo fino a ottenere un tubo lungo
circa 15 cm.
Chiudete un’estremità con un tappo di sughero (fig. 2) e sull’altra praticate, con il coltellino,
un taglio a unghia a circa 1,5 cm dal bordo (figg. 1/2)
Infilate, in questa estremità, un tappo sagomato in modo che rimanga una fessura attraverso
cui soffiare (fig. 3), e il nostro flauto è pronto.
fig. 1
fig. 3
fig. 2
Creare
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GLI scacciaspiriti
SCHEDA
Età:
dai 7 anni.
Materiale:
ramo di salice, spago, piume e bacche.
Attrezzi:
forbice.
Tempo:
1 ora.
Procuratevi un ramo di salice, curvatelo e chiu-
detelo, formando un cerchio dal raggio di 10-15 cm.
Prendete lo spago abbastanza fine, fate un nodo
sul cerchio di salice e quindi, tenendo teso lo spago,
avvolgetelo attorno al punto opposto al primo nodo e
annodatelo ancora (fig. 1).
Continuate così fino a formare una fitta ragnatela
all’interno del cerchio. Per lavorare meglio vi conviene
avvolgere lo spago che vi serve su un pezzettino di
cartone o di legno a mo’ di matassina (fig. 2).
Terminata la ragnatela preparate alcuni pezzettini
di spago, o meglio alcuni fili di lana colorata: un pezzetto lo userete per appendere lo scacciaspiriti. Gli altri
pezzetti di filo saranno legati nella parte inferiore, dove
potete appendere alcune cose che penzolano, come
ad esempio piume, o bacche che vi piacciono particolarmente, o fiori, sassi, conchiglie, ecc. (fig. 3).
A questo punto occorre un rito, una pratica magica
che inventerete voi e che renderà «attiva» la vostra
costruzione.
Potete appendere lo scacciaspiriti nella vostra
stanza, così nessun brutto sogno o incubo vi disturberanno più perché la rete che avete costruito li
imprigionerà e scaccerà tutti gli spiriti malvagi che
aleggiano nei dintorni.
fig. 2
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Il calendario
fig. 1
fig. 3
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Cornice di
cartone e foglie
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SCHEDA
Età:
8/9 anni.
Materiale:
una scatola di cartone, foglie, colla
vinilica, pennello, 4 fermacampioni.
Attrezzi:
taglierino, succhiello.
Tempo:
1 ora circa, più il tempo di «stiratura»
delle foglie.
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Con il taglierino ritagliate due rettangoli della stessa misura dalla scatola di cartone. Otterrete
così due cartoncini (fig. 1).
Da uno di questi tagliate un rettangolo
all’interno per ottenere una cornice di cartone.
Con il succhiello fate un buco in ogni angolo
della cornice; fate la stessa cosa sull’altro cartoncino.
I buchi serviranno, a lavoro finito, a far
passare i fermacampioni (fig. 2).
Incollate le foglie sulla cornice di cartone
con la colla vinilica (si ottiene un bell’effetto
traslucido passando uno strato di colla con il
pennello anche sopra le foglie.
Solo quando la colla sarà asciutta unirete la
vostra cornice con i fermacampioni (fig. 3)
fig. 1
fig. 2
fig. 3
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Paesaggi
nel barattolo
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In
SCHEDA
Età:
dai 7 anni in su.
Materiale:
barattolo di vetro con coperchio a vite, colla al silicone, acqua distillata, brillantini, perline colorate, naftalina, legni, plastiche, ferri, pennarelli indelebili.
Tempo:
1 ora.
P
rendete un barattolo di vetro pulito, meglio
se dalla forma particolare, con un coperchio a
vite. Svitate il coperchio e usate la parte interna
come base su cui incollare, con una colla al silicone resistente all’acqua, una costruzione. Può
essere una città, con case e palazzi realizzati con
pezzi di legno squadrati e dipinti con pennarelli
indelebili (fig. 1), o il fondo del mare realizzato
con plastiche di bottiglie colorate e ritagliate a mo’
di coralli, erbe marine e pesciolini (fig. 2).
Può essere un mondo fantascientifico fatto di
plastiche e filo di ferro, oppure un bosco di rami
e rametti che si intrecciano, avendo l’avvertenza,
in questo ultimo caso, di verniciare con flatting i
legni, affinché nell’acqua durino più tempo.
Fate attenzione, mentre incollate, a lasciare
sui bordi del coperchio lo spazio sufficiente per
poterlo richiudere.
Versate, nel barattolo di vetro, l’acqua distillata, quindi aggiungete naftalina in polvere
se volete un effetto neve (attenzione a non re-
fig. 1
fig. 2
spirare troppo i vapori di naftalina, non è certo
un elemento naturale!), oppure brillantini per un
risultato più magico.
Quando la colla è asciugata richiudete il
barattolo con il coperchio e la sua costruzione
attaccata. Stringete bene il tappo a vite e infine
date un ultimo giro di colla a base di silicone sul
bordo del coperchio.
Attendete che si asciughi, quindi potete
capovolgere il barattolo.
Ecco il vostro paesaggio sott’acqua. Se poi
agitate il barattolo avrete un paesaggio sotto la
neve o in un turbinio di brillantini (fig. 3).
fig. 3
118
Creare
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Silvotti,
varini, L.
rdi, E. No
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© 2006, M. Co
delle stagioni, Trento, Erickson
Laboratorio
5
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