Il movimento
catari
eretico
dei
Intorno al XII secolo, sorse nel Sud della Francia un
movimento religioso eretico che non riconosceva alcuni riti e
metodi della Chiesa: erano i catari, dal greco kàtaros che
significa “puro”. I catari riconoscevano solo il rito del
battesimo e predicavano in povertà, umiltà e carità, ma fecero
una brutta fine.
L’area geografica in cui vivevano i catari è quella di
Carcassonne, Albi e Tolosa, regione del Midi-Pirenei francese.
La storia dei catari è esemplare della brutalità e ferocia
dell’Inquisizione della Chiesa medioevale che non risparmiava
chiunque osasse allontanarsi dalle regole religiose stabilite:
l’accusa di eresia era una condanna a morte. I catari vennero
dichiarati eretici. I catari erano anche chiamati albigesi, da
Albi, una delle città in cui erano più attivi.
I
catari
espulsi
da
Carcassonne nel 1209 in una
miniatura del XIV secolo
Nella dottrina dei catari esistevano due realtà opposte, il
Bene ed il Male, e due divinità irreconciliabili, Dio e
Satana; Dio era il creatore del mondo spirituale, mentre
Satana quello della materia. Secondo tale visione, lo spirito
viveva imprigionato nel corpo degli uomini, legato da desideri
e passioni. Gesù, figlio di Dio, era un essere puramente
spirituale venuto sulla Terra per il battesimo, garanzia di
salvezza.
Il battesimo era, pertanto, per i catari l’unico sacramento
ammesso e veniva officiato, tramite l’imposizione delle mani,
solo dai membri ufficiali del clero, definiti “puri” o
“perfetti”. Non esistono le croci catare; le croci, simbolo di
preghiera cattolico, non erano riconosciute come tali dai
catari; essi ritenevano insensato adorare la croce, luogo di
supplizio del figlio di Dio. I catari, altresì, predicavano ed
operavano in povertà, umiltà e carità, contrariamente al clero
della Chiesa dell’epoca che viveva, per lo più, nell’agio, per
non dire lusso.
Francia, Montségur, la
montagna sacra dei catari,
con il castello
La nascita dell’ordine domenicano è da collegare proprio al
tentativo di contenimento del fenomeno cataro; Domenico di
Guzman, infatti, concepì un nuovo modo di predicazione che
utilizzava gli stessi principi di povertà, umiltà e carità dei
catari, proprio allo scopo di combatterli.
Gli interventi di tipo non violento, come quello di Di Guzman,
non sortirono i frutti sperati dalla Chiesa, così nel 1208 il
papa Innocenzo III bandì contro i catari una vera e propria
crociata, la prima crociata indetta da cristiani contro
cristiani. Oggi, in maniera analoga, la religione musulmana è
oggetto di analoghi conflitti interni: si pensi alle lotte
cruente tra musulmani sunniti e sciiti.
Monumento in memoria dei
duecento catari bruciati
durante
l’assedio
Montségur (1244)
La
storia
dei
catari
ebbe
fine
nel
di
XIII
secolo,
più
precisamente nel 1244, quando gli ultimi che non vollero
rinunciare alla propria fede vennero arsi sul rogo, dopo la
strenua resistenza nel castello di Montségur dove si erano
rifugiati. Il castello di Montségur fu distrutto dai crociati,
pertanto quello che possiamo ammirare oggi è ciò che rimane
del castello ricostruito, secondo il volere ed il gusto del
visconte al comando della crociata albigese, Simon de
Montfort. Sul posto è stato eretto un monumento in memoria dei
duecento catari che vennero bruciati durante l’assedio di
Montségur.
I catari sono stati di recente collegati alle leggende del
Sacro Graal da qualche gerarca nazista in certa della
illusoria fonte di immortalità.
Cinzia Malaguti
Bibliografia:
Storica NG nr. 83
F. Zambon (a cura di), La cena segreta. Trattati e rituali
catari, Milano, Adelphi, 1997
F. Cardini, M. Montesano, Storia medioevale, Firenze, Le
Monnier, 2006
Sitografia:
Sito di Carcassonne, Francia