MICHELANGELO BUONARROTI

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MICHELANGELO BUONARROTI
Caprese, 6 marzo 1475 (AR) – Roma, 18 febbraio 1564
- Padre podestà ma quando nasce Michelangelo è in cattive condizioni
economiche  la famiglia si trasferisce a Settignano (paese di scalpellini, pietra
serena) e M- viene affidato ad una balia, figlia di scalpellini; la madre muore
quando M- ha 6 anni
- A 7 anni scuola di grammatica ma andava male; faceva dei disegni per un
allievo del Ghirlandaio;
- a 13 anni il padre lo manda a scuola dal Ghirlandaio;
- a 16-17 anni va nella corte di Lorenzo il Magnifico, dove conosce la cultura
classica e inizia a rivelare il suo cattivo carattere (prende un pugno che gli
sfigura il volto-naso);
- Nel 1492 muore Lorenzo il Magnifico  figlio Piero
è un tiranno "insolente e soperchievole", con un
difficile rapporto con l'artista, che era di appena tre
anni più giovane di lui.
- nel 1494 a Firenze ci sono vari disordini –
Savonarola – e Michelangelo va prima a Venezia e
poi a Bologna dove vi rimane per ca un anno. Qui
completa un’opera dei Pisano  S. Procolo,
reggicandelabro  primo esempio di quella
"terribilità" michelangiolesca nell'espressione fiera e
eroica
-Nel 1495 torna a Firenze e realizza il Cupido dormiente, opera che viene
venduta a un cardinale romano con l’inganno (sotterrato per sembrare un
reperto archeologico; pagato 200 scudi contro i 30 dati all’autore)
Primo soggiorno romano (1496-1501)
Pietà (1497-1499)
venne sviluppato con una composizione
piramidale, con la Vergine come asse verticale e il
corpo morto del Cristo come asse orizzontale,
mediate dal massiccio panneggio. La finitura dei
particolari venne condotta alle estreme
conseguenze, tanto da dare al marmo effetti di
traslucido e di cerea morbidezza. Entrambi i
protagonisti mostrano un'età giovane
prima opera in marmo di Carrara  M- ne acquista
diversi blocchi
Il 21 maggio 1972,
un geologo australiano di
origini ungheresi di 34
anni, László Tóth – eludendo
la sorveglianza – riuscì a
colpire con un martello
l'opera di Michelangelo per
quindici volte
Rientro a Firenze (1501-1504)
David
- scolpito nel 1501-04, a soli 27 anni
- da collocare in uno dei contrafforti esterni
posti nella zona absidale del duomo. Si
trattava di un'impresa resa complicata dal
fatto che il blocco di marmo assegnato era
stato precedentemente sbozzato da Agostino
di Duccio nel 1464 e da Antonio
Rossellino nel 1476, col rischio che fossero
stati ormai asportati porzioni di marmo
indispensabili alla buona conclusione del
lavoro
- collocazione  rivalità e rapporti difficili
con Leonardo
Tondo Doni
- dipinto fra il 1503 e il 1504
- per Michelangelo la migliore pittura è quella che maggiormente si avvicina
alla scultura, cioè quella che possedeva il più elevato grado di plasticità
possibile
A Roma sotto Giulio II (1505-1513)
La tomba di Giulio II, primo progetto (1505)
- Il primo progetto, noto tramite le fonti,
prevedeva una colossale struttura
architettonica isolata nello spazio, con ca 40
statue, dimensionate in scala superiore al
naturale, su tutte e quattro le facciate
dell'architettura.
Il lavoro di scelta e estrazione dei blocchi
richiese otto mesi, dal maggio al dicembre
del 1505  nel frattempo a Roma, l’invidia di
altri artisti, influenzarono il Papa che lo
portarono a distogliere l'attenzione dal
progetto della sepoltura, giudicata di cattivo
auspicio per una persona ancora in vita 
M- fuggì da Roma e tornò a Firenze
M- incontra il papa a Bologna dove il papa gli commissionò un ritratto in bronzo da mettere sulla
facciata di S. Petronio ma….  Poco amata per l'espressione del papa-conquistatore, più
minacciosa che benevolente, fu abbattuta in una notte del 1511
La volta della Cappella Sistina (1508-1512)
Giulio II decise di occupare l'artista con una nuova, prestigiosa impresa, la
ridecorazione della volta della Cappella Sistina. A causa del processo di
assestamento dei muri, si era infatti aperta, nel maggio del 1504, una crepa nel
soffitto della cappella rendendola inutilizzabile per molti mesi; rinforzata con
catene poste nel locale sovrastante da Bramante, la volta aveva bisogno però
di essere ridipinta. L'impresa si dimostrava di proporzioni colossali ed
estremamente complessa  ca 1.000 mq, oltre 300 figure
- Narra la creazione del mondo e del genere umano fino agli antenati di
Cristo
- Volta suddivisa in archi e cornici
- Superficie centrale: 9 riquadri con storie della Genesi (libro della Bibbia che
narra la Creazione)
- Vele e lunette: antenati di Cristo
- Pennacchi angolari: 4 episodi della Bibbia
Schema del soffitto della Cappella Sistina
nei riquadri numerati M- raffigura episodi tratti dalla Genesi
http://www.vatican.va/various/cappelle/sistina_vr/index.html
Creazione di Adamo
Ignudi che reggono ghirlande con foglie di quercia, allusione al casato del
papa cioè Della Rovere, e medaglioni bronzei con scene tratte dall'Antico
Testamento
Nelle lunette e nelle vele vi sono le quaranta generazioni degli Antenati di Cristo,
riprese dal Vangelo di Matteo; infine nei pennacchi angolari si trovano quattro
scene bibliche, che si riferiscono ad altrettanti eventi miracolosi a favore
del popolo eletto: Giuditta e Oloferne, David e Golia, Punizione di Aman e
il Serpente di bronzo
Il secondo e terzo progetto per la tomba di
Giulio II (1513-1516)
Nel febbraio 1513, con la morte del papa, gli
eredi decisero di riprendere il progetto della
tomba monumentale, con un nuovo disegno e
un nuovo contratto nel maggio di quell'anno.
Tra le clausole contrattuali c'era anche quella
che legava l'artista, almeno sulla carta, a
lavorare esclusivamente alla sepoltura papale,
con un termine massimo di sette anni per il
completamento.
Nel luglio 1516 si giunse a un nuovo contratto
per un terzo progetto, che riduceva il numero
delle statue. I lati vennero accorciati e il
monumento andava assumendo così l'aspetto di
una monumentale facciata, mossa da
decorazioni scultoree. I lavori alla sepoltura
vengono bruscamente interrotti dalla
commissione da parte di Leone X dei lavori
alla basilica di San Lorenzo
Mosè
In occasione di un viaggio del papa a Firenze nel 1516, la facciata della chiesa "di
famiglia" dei Medici, San Lorenzo, era stata ricoperta di apparati effimeri
realizzati da Jacopo Sansovino e Andrea del Sarto. Il pontefice decise allora di
indire un concorso per realizzare una vera facciata, a cui parteciparono Giuliano
da Sangallo, Raffaello, Andrea e Jacopo Sansovino, nonché Michelangelo stesso,
su invito del papa. La vittoria andò a quest'ultimo, all'epoca impegnato
a Carrara e Pietrasanta per scegliere i marmi per il sepolcro di Giulio II. Il contratto
è datato 19 gennaio 1518. Nel marzo 1520 il contratto fu rescisso, per la
difficoltà dell'impresa e i costi elevati.
Il mutamento dei desideri papali venne causato dai
tragici eventi familiari legati alla morte degli ultimi
eredi diretti della dinastia medicea. Per ospitare
degnamente i resti dei due cugini, maturò l'idea di
creare una monumentale cappella funebre,
la Sagrestia Nuova, da ospitare nel complesso di
San Lorenzo. L'opera venne affidata a
Michelangelo prima ancora del definitivo
annullamento della commissione della facciata
1527-1530
Nel 1527, arrivata in città la notizia del Sacco di
Roma e del durissimo smacco inferto a papa
Clemente, la città di Firenze insorse contro il suo
delegato, l'odiato Alessandro de' Medici,
cacciandolo e instaurando un nuovo governo
repubblicano. Michelangelo aderì pienamente al
nuovo regime.
All'indomani del ritorno dei Medici in città (1530)
Michelangelo, che sapeva di essersi fortemente
compromesso e temendo quindi una vendetta, si
nasconde rocambolescamente e riuscì a fuggire dalla
città, riparando a Venezia.
La Biblioteca Medicea Laurenziana (1530-1534)
ll perdono di Clemente VII non si fece però
attendere, a patto che l'artista riprendesse
immediatamente i lavori a San Lorenzo dove, oltre
alla Sagrestia, si era aggiunto cinque anni prima il
progetto di una monumentale libreria.
Il progetto è interamente di Michelangelo.
L'epoca di Paolo III (1534-1545)
Il Giudizio Universale (1534-1541)
L'artista non approvava il regime politico
tiranneggiante, per cui con l'occasione di nuovi
incarichi a Roma, M- lasciò Firenze dove non
mise mai più piede.
Clemente VII gli aveva commissionato la
decorazione della parete di fondo della Cappella
Sistina con il Giudizio Universale, (il papa non
fece in tempo a vedere nemmeno l'inizio dei
lavori, perché morì pochi giorni dopo l'arrivo di
M- a Roma). Il successore fu Paolo III, che
confermò l'incarico del Giudizio e nominò anche
M- pittore, scultore e architetto del Palazzo
Vaticano.
I lavori furono avviati nel 1536 e terminati nel
1541.
Se fino ad allora i vari interventi alla cappella papale erano stati coordinati e
complementari, con il Giudizio si assistette al primo intervento distruttivo, che sacrificò la
pala dell'Assunta di Perugino, le prime due storie quattrocentesche di Gesù e di Mosè e
due lunette dipinte dallo stesso M- più di vent'anni prima
Giudizio universale
affresco - 13,7x12,2 m
Il Giudizio universale segnò la
fine di un'epoca e costituì uno
spartiacque della storia dell'arte
e del pensiero: all'uomo forte e
sicuro dell'umanesimo e del
primo Rinascimento, che
Michelangelo stesso aveva
esaltato negli Ignudi della volta,
subentra una visione caotica e
angosciata che investe tanto i
dannati quanto i beati, nella
totale mancanza di certezze che
rispecchia la deriva e le
insicurezze della nuova epoca
Cristo giudice con vicino la
Madonna che rivolge lo
sguardo verso gli eletti; questi
ultimi formano un'ellissi che
segue i movimenti del Cristo in
un turbine di santi, patriarchi e
profeti.
Sono state contate poco più di
quattrocento figure, con
altezze che variano dai 250 cm
e più per i personaggi delle
zone superiori, fino ai 155 per
quelli delle zone inferiori
Michelangelo lavorò all'intera opera da
solo, con i semplici aiuti per i lavori
manuali di preparazione dei colori e
stesura dell'arriccio, nonché un solo fedele
assistente, che probabilmente si occupò di
colorire lo sfondo. M- infatti non si fidava
degli aiuti. L'affresco richiese in tutto circa
450 "giornate", svolte in ampie fasce
orizzontali, dall'alto al basso, che seguivano
la forma dei ponteggi, via via abbassati
Nel 1564 la Congregazione del Concilio di
Trento dispose la copertura di ogni oscenità
nel Giudizio, compito che venne affidato
a Daniele da Volterra che per l'occasione si
guadagnò il soprannome di "Braghettone”. Il
suo intervento, che prese il via poco dopo la
morte di Michelangelo nel 1565, fu
massimamente discreto, quale grande
ammiratore dell'arte del suo maestro,
limitandosi rivestire con panni svolazzanti le
nudità di alcune figure, con la tecnica della
tempera a secco
A lato: figura di S. Giustina
modificata da Daniele da
Volterra  cambia le vesti
dei santi e la posizione
dell’uomo
Piazza del Campidoglio
Paolo III, al pari dei suoi predecessori, fu un
entusiasta committente di M-.
Con il trasferimento sul Campidoglio della statua
equestre di Marc'Aurelio, simbolo dell'autorità
imperiale e per estensione della continuità tra
la Roma imperiale e quella papale, il papa
incaricò Michelangelo, nel 1538, di studiare la
ristrutturazione della piazza, centro
dell'amministrazione civile romana fin dal
Medioevo e in stato di degrado.
Gli ultimi decenni di vita di Michelangelo sono
caratterizzati da un progressivo abbandono
della pittura e anche della scultura, esercitata
ormai solo in occasione di opere di carattere
privato. Prendono consistenza invece numerosi
progetti architettonici e urbanistici
 Palazzo Farnese (1546-1550)
 Basilica di San Pietro in Vaticano (15461564)
 Porta Pia a Roma (1560)
 Santa Maria degli Angeli (1561)
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