Capitolo 8 Modello gestionale e Piano economico finanziario

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Capitolo 8
Modello gestionale e Piano
economico finanziario
Segreteria Tecnica
Luglio 2005
Ambito Territoriale Ottimale Provincia di Milano
Segreteria Tecnica
PIANO D’AMBITO
8.
MODELLO GESTIONALE E PIANO ECONOMICO FINANZIARIO
8.1
MODELLO GESTIONALE
Si riporta di seguito il modello organizzativo gestionale conseguente
al processo deliberativo descritto nel Capitolo 6 al quale si rimanda.
Come ricordato, tale modello tiene conto dell’avvenuta istituzione
della Provincia di Monza e Brianza che comporterà la nascita del
nuovo A.T.O. all’indomani dell’insediamento degli organi elettivi della nuova Provincia.
8.1.1
Erogazione del servizio
Il modello gestionale, come rappresentato nello schema riportato di
seguito può essere così riassunto:
sono previste due società di erogazione del servizio, una per
ciascuna delle due aree omogenee gestionali come rideterminate dalla delibera n. 6 del 6 luglio 2005;
dette società sono partecipate dalle società patrimoniali titolari
della gestione delle reti e degli impianti;
per l’organizzazione dell’erogazione del servizio le due società
affidatarie, al fine di mantenere il necessario ed opportunoi collegamento territoriale, si avvalgono di Società Operative Territoriali ricalcanti “ab initio” gli attuali assetti gestionali;
le società di erogazione si fanno carico delle attività previste dal
Regolamento Regionale n. 4 del 28/02/05 riassunte negli Elenchi a) e b) di seguito riportati; in particolare provvedono alla riscossione della tariffa ed al trasferimento alle società patrimoniali delle risorse necessarie e predeterminate per la realizzazione degli investimenti.
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8:1
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PIANO D’AMBITO
Elenco a)
ATTIVITA' DELL'EROGATORE DEL SERVIZIO
Esemplificazione attività di dettaglio
Captazione
Gestione impianti di captazione
Gestione e vigilanza impianti di captazione
Adduzione
Gestione rete di adduzione
Ricerca perdite di rete
Esercizio impianti
Gestione impianti di potabilizzazione
Smaltimento fanghi
Distribuzione acqua
Gestione rete di distribuzione acqua
Ricerca perdite di rete
Allacciamenti acquedotto
Collettamento
Gestione rete fognaria
Ricerca perdite di rete
Allacciamenti fognari
Depurazione
Gestione impianti di depurazione
Smaltimento fanghi
Manutenzione ordinaria e straordinaria non programmata di
reti ed impianti
Protezione catodica
Manutenzione
Manutenzione elettromeccanica
Manutenzione civile ed immobili
Manutenzione automezzi
Controllo qualità acqua di approvvigionamento
Laboratorio analisi e controllo
Controllo qualità acque di scarico
ambientale
Controllo pressioni
Telecontrollo impianti
Gestione contatori (installazione, manutenzione,
sostituzione, lettura e telelettura contatori)
Rapporti con le utenze produttive
Contratti nuove utenze
Attività a diretta interfaccia con l'utenza
Fatturazione/Bollettazione
Call center
Pronto intervento
Marketing
Gestione servizi energetici
Approvvigionamenti, magazzino
Rapporti istituzionali (carta servizi, contratto di servizio con
Altre attività di supporto
EE.LL, ATO, ecc..)
Attività amministrative, economico-finanziarie, controllo di
gestione
Acquisto e gestione autoparco
Macroattività
Elenco b).
ATTIVITA' DEL GESTORE DI RETI ED IMPIANTI
Macroattività
Esemplificazione attività di dettaglio
Pianificazione operativa interventi previsti da piano d’ambito
Progettazione e realizzazione nuove reti ed impianti previsti da piano d’ambito e successivi aggiornamenti
Progettazione e realizzazione degli interventi di ristrutturazione di reti ed impianti esistenti e manutenzione
straordinaria programmata previsti da piano d’ambito e successivi aggiornamenti
Area appalti, contratti, espropri
Studi e ricerche
Altre attività tecniche
Servizio geologico
Cartografia (GIS)
Attività amministrative, economico-finanziarie, controllo di gestione
Altre attività di supporto
Approvvigionamenti, magazzino
Rapporti istituzionali ( contratto di servizio con EE.LL, ATO, ecc..)
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PIANO D’AMBITO
ATO PROVINCIA DI MILANO - MODELLO GESTIONALE
Conferiscono Asset
Conferiscono Asset
COMUNI E PROVINCIA di Milano
Partecipano
CONTRIBUTI
PUBBLICI
Erogati
ATO
Contributi Pubblici
Contributi Pubblici
Realizza
SOCIETA' PATRIMONIALI TOTALMENTE
PUBBLICHE (gestione reti ed impianti)
SOCIETA' PATRIMONIALI TOTALMENTE
PUBBLICHE (gestione reti ed impianti)
rapportate al modello Multiutilities
Realizza
Canone
Canone
Programma
Programma
INVESTIMENTI
INVESTIMENTI
Partecipano
Partecipano
Funding
EROGATORE DEL SERVIZIO
rapportato al modello
Multiutilities
Funding
EROGATORE DEL SERVIZIO
MERCATO
FINANZIARIO
S.O.T.
S.O.T.
S.O.T.
E' riscossa
MERCATO
FINANZIARIO
S.O.T.
S.O.T.
TARIFFA 1
Pagano
Determina
Determina
UTENTI
TARIFFA 2
S.O.T.
S.O.T.
E' riscossa
Pagano
Pag.
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S.O.T.
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Segreteria Tecnica
PIANO D’AMBITO
8.1.2
Gestione delle reti ed impianti
Lo schema individuato considera congiuntamente il ruolo del gestore
e la proprietà di reti ed impianti, il linea con le indicazioni della L.R.
di riforma.
In tale contesto la gestione delle reti e degli impianti potrà essere
svolta direttamente dalle società patrimoniali oppure essere affidata
tramite appalto di lavori ad uno o più soggetti.
In altri termini, la figura del gestore tende ad identificarsi con quella
di un soggetto che programma, progetta ed esegue gli interventi di
rinnovo ed ampliamento della rete.
Il modello proposto garantisce una più efficiente allocazione dei rischi di impresa. Il rischio economico legato alla realizzazione e gestione delle opere, sebbene rimanga in capo alla società patrimoniale, può essere opportunamente ridotto attraverso un efficiente gestione degli appalti di lavori a soggetti terzi.
In questo modo:
i soggetti esecutori dei lavori si trovano ad operare in una
modalità più compatibile con il proprio business model. Il fatto
che le patrimoniali si assumono l’onere del finanziamento
incentiva la competizione sull’ATO della mera realizzazione,
consentendo di beneficiare di costi minori per l’esecuzione dei
lavori e separando il flusso dei ricavi da quello degli investimenti;
le società patrimoniali si trovano a gestire il rischio finanziario
connesso all’efficiente reperimento delle risorse ed alla corretta
pianificazione degli interventi, ma per loro stessa natura presentano il vantaggio della capitalizzazione degli asset nell’accesso
alle varie fonti finanziarie.
Ciò dovrebbe comportare maggiore possibilità di funding e, soprattutto, costi inferiori, anche alla luce dei nuovi principi di Basilea 2.
Risulta infatti evidente il minor rischio percepito dagli istituti finanziari in ordine al finanziamento di soggetti con elevatissima capitalizzazione, i cui ricavi esclusivi sono costituiti da tariffe sostanzial-
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PIANO D’AMBITO
mente stabili o prevedibili, connesse al livello degli investimenti programmati.
La natura pubblica delle società patrimoniali consente inoltre:
l’accesso a fonti di finanziamento quali, ad esempio, prestiti agevolati della Cassa Depositi Prestiti, contributi regionali, statali
o comunitari (ad esempio, la Banca Europea per gli Investimenti), non altrimenti possibili per un soggetto privato;
di modulare la componente di remunerazione del capitale investito prevista dal Metodo Normalizzato, a beneficio dell’equilibrio
tra investimenti e tariffa.
Per le ragioni (operative e finanziarie) sopra descritte, la L.R. 26/03
indica, come modalità di gestione preferenziale del ciclo idrico, quella basata sulla separazione fra l’attività gestione delle reti e degli
impianti e l’attività di erogazione del servizio, concedendo a siffatte
modalità di gestione, priorità in termini di accesso alla contribuzione
pubblica regionale (art. 50, comma 2).
Il modello organizzativo e gestionale adottato prevede che tale separazione avvenga, mantenendo il controllo delle (due) società di
erogazione in capo alle società titolari della proprietà e della gestione delle infrastrutture idriche.
La citata legge regionale, così come i suoi regolamenti attuativi, non
prescrivono che il processo di separazione fra attività di gestione
delle infrastrutture idriche e attività di erogazione del servizio debba
avvenire anche attraverso la separazione proprietaria dei rispettivi
soggetti titolari.
La L.R. 26/03, inoltre, non prende posizione sulle possibili modalità,
attraverso cui detta separazione può essere in concreto attuata.
Fra i possibili modelli attraverso cui la separazione fra gestione degli
asset ed erogazione del servizio può essere realizzata, l’Autorità
d’Ambito ha optato per la soluzione che vede i proprietari-gestori
delle reti in veste di controllori del soggetto erogatore del servizio,
per le seguenti principali ragioni:
le delibere di affidamento, a suo tempo adottate, condizionano
l’efficacia dell’affidamento stesso, all’avvenuto conferimento -da
parte degli attuali gestori- dei rispettivi rami d’azienda in cui si
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PIANO D’AMBITO
sostanzia il servizio di erogazione, nelle società d’Ambito affidatarie del relativo servizio. In vista di tale conferimento, ciascun
gestore dovrà di conseguenza strutturarsi, ricalcando quanto più
possibile il modello previsto a regime. Concentrare, nelle more
del conferimento, il controllo delle singole società di erogazione
nelle mani delle società patrimoniali rende fuor di dubbio più
agevole il processo deliberativo di conferimento (soprattutto se
paragonato al caso in cui la preventiva separazione avvenga, lasciando il controllo delle singole società di erogazione da aggregare nelle mani dei Comuni proprietari). Il modello previsto a
regime rende più agevole il necessario processo di conferimento
anche nel caso in cui detto conferimento avvenga ex uno acto.
Ossia, nel caso in cui non vi sia una preventiva separazione, e il
ramo d’azienda erogazione venga al momento opportuno conferito dal gestore interessato, rimanendo soggetto patrimoniale de
residuo.
il controllo del soggetto erogatore, cui compete la riscossione
delle tariffe, da parte del proprietario-gestore della rete, cui
competono gli investimenti e l’accensione dei necessari finanziamenti, consente a questi un controllo sull’esatta e (soprattutto) puntuale corresponsione della quota tariffaria destinata alla
periodica restituzione dei capitali presi a prestito dal sistema
creditizio, per il finanziamento delle opere e degli interventi di
manutenzione straordinaria.
L’Autorità d’Ambito, nell’eventuale erogazione di contributi, considererà non prioritarie tutte quelle situazioni gestionali che si delineano
non in conformità con proprio modello adottato.
In conclusione, il modello organizzativo–gestionale proposto è costituito da una pluralità di società patrimoniali, titolari della gestione
reti ed impianti e da due soggetti erogatori del servizio che si
potranno autonomamente organizzare per l’espletamento del servizio, anche attraverso società interamente partecipate operanti a livello di territorio e/o a livello di segmento di servizio o fasi dello
stesso (c.d. S.O.T), nel rispetto dei principi di economicità richiamati
dal Regolamento Regionale e delle previsioni tariffarie del Piano
d’Ambito.
Si prevede pertanto che il modello di riferimento non possa contemplare il ricorso a strumenti che non siano finalizzati al “conferimenPag.
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PIANO D’AMBITO
to” in direzione della società di erogazione delle attuali aziende o
rami d’azienda necessari per l’effettuazione dell’erogazione del servizio. Tale modello comporta che i soci dell’erogatore del servizio
debbano essere le società patrimoniali e i soci scelti mediante procedura ad evidenza pubblica.
Tali società patrimoniali devono essere esclusivamente partecipate
da soci pubblici, tra cui Enti Locali anche non appartenenti
all’Ambito.
8.2
8.2.1
PIANO ECONOMICO FINANZIARIO
Incassi
La stima degli incassi è stata fatta tenendo costanti, per la durata
del Piano, i consumi idrici annui, pari a 226 milioni di euro il primo
anno (265 miloni al 2010) per cui al netto degli introiti derivanti da
altre attività industriali di ciclo (ad es. allacciamenti, depurazione
bottini ecc.) la Società di erogazione dell’area omogenea 1 introiterà, nel 2006, 172 milioni di euro con una progressione a circa 248
milioni di euro nel 2016, mentre la Società di erogazione dell’area
omogenea 2 incassa 54 milioni di euro nel 2006 che diventano 58,5
milioni di euro nel 2010, anno in cui si prevede la costituzione del
nuovo ATO. (Grafico 8/1)
Al lordo degli altri ricavi industriali, l’evoluzione degli introiti passa
da 196 milioni di euro nel 2006 a 272 milioni di euro nel 2016 per l
Società di area omogenea 1 e da 62 milioni di euro nel 2006 a 66
milioni di euro nel 2010 per la Società di area omogenea 2.
8.2.2
Costi di progetto
Per la valutazione dei costi delle Società di erogazione del servizio e
delle Società di gestione delle reti ed impianti per i servizi idrici gestiti da società si è fatto riferimento ai costi economici dei bilanci
2002 e 2003 delle stesse, mentre per i servizi gestiti in economia si
è assunta l’ipotesi che i costi siano pari al 60% degli introiti tariffari
per la depurazione e l’acquedotto ed al 90% per la fognatura.
La ripartizione dei costi tra erogazione e gestione è stata fatta sulla
base di indicazioni fornite dagli stessi gestori (Tabella 8/1 e 8/2).
Pag.
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PIANO D’AMBITO
Complessivamente i costi iniziali delle Società di erogazione rispetto
all’incasso da tariffa sono stati stimati prudenzialmente nell’ordine
del 92 milioni di euro per l’area omogenea 1 e del 35 milioni di euro
per l’area omogenea 2 (Tabelle 8/3 e 8/4).
Inoltre, come peraltro previsto dal Metodo Normalizzato per il calcolo della tariffa, nell’evoluzione dei costi delle Società di erogazione è
stato introdotto un fattore di efficientamento che si è ritenuto, per
valutazione prudenziale, pari allo 0,5% annuo.
Al netto dell’inflazione programmata, i costi delle Società di erogazione si presentano sostanzialmente costanti. Ciò comporta la destinazione pressoché totale degli incrementi tariffari alla realizzazione
degli investimenti infrastrutturali.
8.2.3
Investimenti
Dedotti i costi delle Società di erogazione, i canoni destinati alle Società patrimoniali per gli investimenti passano da 80,3 milioni di euro del primo anno a 152 milioni di euro del dodicesimo anno per
l’area omogenea 1 e da 18,8 milioni di euro del primo anno a 21,6
milioni di euro del sesto anno per l’area omogenea 2 (Tabelle 8/3,
8/4, 8/5, 8/6).
Tenuto conto che le Società patrimoniali dovranno farsi carico degli
oneri finanziari dei mutui relativi ad opere per servizi idrici, finanziando con capitale di debito (tasso 5%) le nuove opere, i flussi di
cassa derivanti dai canoni consentono nuovi investimenti al 2010
per un ammontare pari a 420 milioni di euro per l’area omogenea 1
e di 71,4 milioni di euro per l’area omogenea 2. (Grafici 8/2 e 8/3).
Nel 2016 gli investimenti previsti per l’area omogenea 1, esclusi i
Comuni del Vimercatese e Brugherio, ammontano a 735 milioni di
euro (Tabelle 8/5 e 8/6).
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Segreteria Tecnica
PIANO D’AMBITO
SOCIETA' DI EROGAZIONE DEL SERVIZIO
proiezione del fatturato
Milioni di Euro
Diagr. 8/1
300
241
250
200
200
186
206
213
220
248
234
227
193
179
172
150
100
54
55
56
57
58
58
50
Fatturato Società mil.se
Fatturato Società in prov di Monza e
Brianza
0
2005
2006
2007
2008
2009
2010
2011
2012
2013
2014
Pag.
8:9
2015
2016
Ambito Territoriale Ottimale Provincia di Milano
Segreteria Tecnica
PIANO D’AMBITO
Milioni di Euro
Diagr. 8/1
bis
SOCIETA' DI EROGAZIONE DEL SERVIZIO
proiezione dei costi operativi
120
100
91,8
92,3
92,6
91,8
93,3
93,6
94,0
94,3
94,7
95,0
95,4
95,7
80
60
40
35,4
35,6
35,9
35,9
36,5
36,9
20
Costi operativi Società mil.se
Costi operativi Società prov. monza e Brianza
0
2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016
Pag.
8:10
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Segreteria Tecnica
PIANO D’AMBITO
Tabella 8/1
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Ambito Territoriale Ottimale Provincia di Milano
Segreteria Tecnica
PIANO D’AMBITO
Tabella 8/2
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Ambito Territoriale Ottimale Provincia di Milano
Segreteria Tecnica
PIANO D’AMBITO
Tabella 8/3-
Proiezione dei costi operativi della società erogatrice del servizio in provincia di Monza e Brianza
== Segue ==
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Ambito Territoriale Ottimale Provincia di Milano
Segreteria Tecnica
PIANO D’AMBITO
Tabella 8/3-
Continua
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Ambito Territoriale Ottimale Provincia di Milano
Segreteria Tecnica
PIANO D’AMBITO
Tabella 8/4-
Proiezione dei costi operativi della società erogatrice del servizio in provincia di Milano
== Segue ==
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Ambito Territoriale Ottimale Provincia di Milano
Segreteria Tecnica
PIANO D’AMBITO
Tabella 8/4-
Continua
Pag.
8:16
Ambito Territoriale Ottimale Provincia di Milano
Segreteria Tecnica
PIANO D’AMBITO
Pag.
8:17
Ambito Territoriale Ottimale Provincia di Milano
Segreteria Tecnica
PIANO D’AMBITO
Pag.
8:18
Ambito Territoriale Ottimale Provincia di Milano
Segreteria Tecnica
PIANO D’AMBITO
Pag.
8:19
Ambito Territoriale Ottimale Provincia di Milano
Segreteria Tecnica
PIANO D’AMBITO
Pag.
8:20
Ambito Territoriale Ottimale Provincia di Milano
Segreteria Tecnica
PIANO D’AMBITO
Provincia di Monza e Brianza
Investimenti e canone nel periodo 2005 - 2010
Diagr. 8/2
80
70
20
60
50
15
40
10
30
20
5
10
0
0
2005
2006
Investimenti annui
2007
2008
Canone
2009
2010
Cumulata investimenti
Pag.
8:21
Somma investimenti - Mln di €
Investimenti e canone annui - Mln di €
25
Ambito Territoriale Ottimale Provincia di Milano
Segreteria Tecnica
PIANO D’AMBITO
Diagr. 8/3
Provincia di Milano
Investimenti e canone nel periodo 2005 - 2010
Investimenti e canone annui - Mln di € -
400
100
350
300
80
250
60
200
150
40
100
20
50
0
0
2005
2006
Investimenti annui
2007
2008
Canone
2009
2010
Cumulata investimenti
Pag.
8:22
Somma Investimenti - Mln di € -
450
120
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