LA TESTA E I SUOI RAPPORTI Così come abbiamo detto nel paragrafo precedente, anche per quanto riguarda la testa vi sono almeno due canoni utili per ricavarne le misure e le proporzioni. Uno prevede la divisione orizzontale della testa in tre parti uguali, partendo dal mento fino al punto di radicamento dei capelli sulla fronte. L’altro prevede la suddivisione della testa in quattro parti uguali, partendo dal mento fino alla parte superiore del cranio; in questo caso la linea mediana passa attraverso gli occhi. Non trovo differenze sostanziali tra questi due canoni; abitualmente utilizzo il secondo. Fig. 135. Prima di prendere in considerazione i vari rapporti che esistono tra le parti del viso, ricordo che queste misure sono sempre relative, poiché ognuno di noi ha, sia nel corpo che nel volto, delle parti che lo caratterizzano e lo rendono diverso dagli altri. Pertanto la nostra trattazione sarà rivolta ad una immagine che possiamo definire classica per cui prenderemo come base ciò che ci fa simili in generale, tralasciando ciò che è particolare. Ad esempio, quando parleremo dell’orecchio, lo considereremo né troppo grande né troppo piccolo, ma di una misura per noi ideale. 119 LA FORMA DEL CRANIO Per evidenziare che, nella divisione orizzontale del viso in quattro parti uguali, la linea degli occhi passa per il centro del volto, ho disegnato un cranio umano sia di fronte che di profilo. Un’altra osservazione che possiamo rilevare da questi disegni riguarda lo spazio occupato dalla forma del cranio. Uno degli errori in cui si può cadere con facilità è quello di rappresentare la testa in modo piatto, non tenendo conto del volume che esiste dietro al viso. Osservando il cranio di fronte vediamo che la forma è molto simile a quella di un uovo, dove la parte superiore, più grossa, assume una certa somiglianza con una palla. Fig. 136. Guardando il lato del cranio, osserviamo che la forma superiore è decisamente quella di una sfera irregolare. Nell’esecuzione del disegno dovremo tener conto del volume creato dalla massa dei capelli. Possiamo inoltre notare che la linea mediana della parte inferiore del volto passa tra l’ incavo del naso e l’ attacco superiore dei denti. Fig. 137. 120 I PADRI DEL DISEGNO Le osservazioni relative alle varie parti del viso che faremo più avanti ci saranno utili quando inizieremo a sperimentare il ritratto. Riprodurre i Grandi consente di apprendere più velocemente, poiché essi offrono i primi modelli di disegno realistico. Nel Rinascimento, e per tutta la prima metà del cinquecento, Firenze fu considerata la patria del disegno, mentre Venezia fu famosa per il colore. «Tintoretto appare evidentemente in possesso di una ricchezza di colore all’altezza della tradizione veneta, messa al servizio di composizioni monumentali, affollate, con gesti, espressioni, torsioni, muscolature che rimandano alla “Maniera moderna” e in particolare a Michelangelo. Il pittore fa circolare un aneddoto che riassume programmaticamente il suo intento artistico: sui muri del proprio atelier avrebbe affisso un cartello con la scritta “colorito di Tiziano, disegno di Michelangelo”».² Leonardo da Vinci fu il primo dei grandi artisti del Rinascimento a studiare e ad utilizzare il disegno per cercare risultati sempre più apprezzabili e vicini al vero; fu tra i primi ad utilizzare la prospettiva centrale, per dare maggiore profondità alle immagini e il chiaroscuro per creare, come lui diceva, “rilievo” ai primi piani. In seguito ai suoi studi di ottica, negli ultimi anni della sua vita, cercò di applicare gli effetti del binocularismo al disegno e alla pittura. Riporto uno schizzo eseguito da Leonardo sulla visione binoculare umana che si trova in una pagina di un suo scritto. Propongo anche l’immagine di “Monna Lisa” con due particolari che evidenziano la ricerca continua di Leonardo per comprendere le regole che permettono di dipingere una figura stereoscopica. Leonardo da Vinci, Foglio di studi per il feto (particolare), 15091514 ca. Accanto ai disegni dell’embrione, in un angolo del foglio, c’è un appunto che illustra l’interesse di Leonardo per la “visione binoculare”. ________________________________ ² Stefano Zuffi, in AA.VV., La storia dell’Arte,vol. 10, Mondadori Electa S.p.A., Milano, 2006, p. 437, La Biblioteca di Repubblica. 121 Leonardo da Vinci, Monna Lisa, 1510-1515, olio su tavola, 77x53 cm, Parigi, Musée du Louvre. Molte ipotesi sono state fatte sull’identità di Monna Lisa, ma, a mio parere, ciò ha poca importanza. Questa opera, da cui Leonardo non si è mai separato negli ultimi anni della sua vita, rappresenta lo studio per l’applicazione della stereoscopia alla pittura. «Durante i suoi studi di ottica, Leonardo capì un altro fenomeno della “visione binoculare”, che lo portò ad adottare un metodo pittorico che doveva diventare unico nella storia della pittura. [...] Se ci si pone frontalmente di fronte a una sfera e la si guarda solo con l’occhio destro vedremo una sezione maggiore della parte destra della sfera rispetto a quando la si guarda con l’occhio sinistro, e analogamente vedremo una parte maggiore del lato sinistro quando la si guarda con l’occhio sinistro. Unendo le visioni dei due occhi, si avrà una visione complessiva maggiore attorno all’oggetto, per cui l’impressione spaziale creata dall’unione delle due visioni è più forte. Poiché le due visioni nascono, comunque, da un angolo visivo leggermente diverso, esse devono necessariamente sfumarsi per formare un’immagine. Ne consegue che nell’immagine non esistono più linee nette.»³ ____________________________ ³ Peter Hohenstatt, Leonardo da Vinci, Könemann Verlagsgesel Verlagsgesellschaft mbH, Köln, 2000, p. 120. Per l’espressione “visione binoculare” vedi glossario. 122 Ora possiamo comprendere l’importanza che Leonardo dava allo sfumato sia nei disegni che nei dipinti. La sparizione delle linee di contorno, assorbite dal chiaroscuro dell’oggetto o dello sfondo, è certamente l’argomento che più ci interessa; già ne abbiamo parlato in vari esercizi precedenti. Leonardo da Vinci, Monna Lisa, (particolare delle mani) Leonardo da Vinci, Monna Lisa, (particolare, il volto) 123 Leonardo da Vinci, Studio per Anna, Maria, Gesù Bambino e l’agnello, 1503-1517 ca, Gessetto nero, sfumato e biacca su carta, 23x24,5 cm, Cabinet des Dessins, Inv. 2257, Parigi, Musée du Louvre. 124 DISEGNARE UN VISO Abbiamo visto che la testa umana ha la forma ovale ed è attraversata verticalmente da un asse di simmetria (v. p. 106); pertanto possiamo utilizzare queste poche conoscenze per iniziare a disegnare un viso senza cadere in errori di forma. L’ovale dovrà essere adattato alle diverse strutture dei volti; l’asse di simmetria sarà una linea verticale diritta quando l’immagine è frontale, mentre assumerà un andamento curvo mano a mano che la rotazione del viso si avvicina al profilo. Fig. 138. Nel disegno n. 138, ho rappresentato un viso di tre quarti inclinato verso l’alto: le linee di suddivisione seguono l’andamento dell’ovale. Iniziamo ora ad osservare le parti del viso e i rapporti che generalmente li governano. Fig. 139. 125 Possiamo mettere in evidenza dei rapporti tra alcuni elementi del volto: abbiamo già osservato che la linea degli occhi passa circa a metà del viso. Se ci poniamo davanti a uno specchio e iniziamo a misurare i nostri lineamenti frontalmente, ci accorgiamo che la distanza che intercorre tra un occhio e l’altro è pari alla dimensione di un occhio. La distanza tra le linee parallele all’asse di simmetria che toccano l’angolo interno degli occhi corrisponde alla larghezza del naso; quindi possiamo affermare che la parte più larga del naso è pari allo spazio occupato da un occhio. Facendo cadere altre parallele all’asse di simmetria dalla parte interna o dal centro della pupilla, troviamo la larghezza della bocca. Le orecchie generalmente sono collocate tra il prolungamento della linea che passa dalle sopracciglia e quello che passa dal labbro superiore. Osservando la testa di profilo possiamo suggerire altre coordinate relative alla posizione dell’orecchio rispetto all’occhio: la distanza linea degli occhio-mento è uguale alla distanza fine dell’occhio-bordo esterno dell’orecchio. Inoltre la mediana tra la fine del naso e la base del mento è data dalla linea del labbro inferiore. Verificando sulle opere dei maggiori artisti del Quattrocento quanto sopra affermato, possiamo individuare piccole differenze di posizione e grandezza di alcuni elementi, forse dovute alla ricerca dell’armonia estetica dell’epoca e alle peculiarità fisiche dei soggetti. Michelangelo,Ritratto di Cleopatra, 1533, disegno a gessetto nero, 24,6x17 cm, Firenze, Museo Buonarroti. Raffaello, Testa virile, Londra, British Museum. 126 Van Eyck, Madonna del Cancelliere Rolin, 1435, olio su tavola, 66x32 cm, particolare, Parigi, Musée du Louvre. Fouquet, Ritratto di un legato pontificio, 1450, disegno, 19,8x13,4 cm, Londra, Collezione Duveen. Leonardo, Testa di fanciulla (La Scapigliata), 1508 ca., tavola 24,7x21 cm, Parma, Pinacoteca Nazionale. Raffaello, Studio di figura per la Madonna d’Alba, particolare, Lille, Museo Wicar. 127