GAETANO FERRARA CORSO MULTIMEDIALE di BASSO ELETTRICO a 4 & 5 corde LEZIONE 1 www.DidatticadelBassoElettrico.it GAETANO FERRARA - CORSO MULTIMEDIALE DI BASSO ELETTRICO LEZIONE 1 - CONTENUTI INTRO © 2017 All rights reserved CONTENUTI OBIETTIVI 1. Ruolo del basso elettrico nella musica Elementi strutturali della musica: ritmo Elementi strutturali della musica: melodia Elementi strutturali della musica: armonia Non solo basso elettrico Oltre il fondamento armonico Il basso moderno Schema riassuntivo 2. Com’è fatto il basso elettrico Elementi del corpo Ponte Componenti elettronici (pickup) Battipenna Attacchi per la tracolla Elementi del manico Paletta e meccaniche (chiavette) Tastiera Capotasto, tasti e segnatasti Truss rod Corde e scalatura Schema riassuntivo 3. Tipologie e modelli di bassi elettrici Fender Precision (1951) Fender Precision (1957) Fender Jazz (1960) Music Man StingRay (1976) G&L (1980) Rickenbacker 4001 (1961) www.DidatticadelBassoElettrico.it 3 GAETANO FERRARA - CORSO MULTIMEDIALE DI BASSO ELETTRICO © 2017 All rights reserved LEZIONE 1 - CONTENUTI Gibson EB-0 (1959) e EB-3 (1961) Gibson Thunderbird IV (1963) Alta Liuteria Non solo legno: Modulus Graphite Steinberger, la paletta non c’è più! Bassi a 5 e 6 corde Manico avvitato, incollato o neck-through body? Asia Bass Bassi firmati Non solo solid-body Bassi Fretless Schema riassuntivo 4. Amplificare il basso elettrico Combo Testata e cassa Sistema a rack Preamplificatore Finale di potenza Cassa Fattori che determinano il vostro suono Schema riassuntivo 5. Cosa serve per iniziare Basso Elettrico Amplificatore Accordatore Metronomo Accessori (cavo, tracolla, custodia, leggio) Schema riassuntivo 6. Storia del basso elettrico Contrabbassi orizzontali, chitarre verticali e liuti bassi L’era della valvola termoionica Chitarre hawaiane, ferri da cavallo e contrabbassi elettrici Schema riassuntivo 4 www.DidatticadelBassoElettrico.it GAETANO FERRARA - CORSO MULTIMEDIALE DI BASSO ELETTRICO © 2017 All rights reserved LEZIONE 1 - CONTENUTI 7. Nozioni fondamentali di acustica Cos’è il suono Percepire il suono: l’orecchio Le caratteristiche del suono Altezza e Frequenza Bassi, medi e alti Suono musicale e rumore Intensità Schema riassuntivo APPROFONDIMENTI 8. Tipologie e configurazioni di pickup Come funziona un pickup magnetico Potenziometri: regolazione del volume e del tono Single coil Dual (double) coil/humbucker (humbucking) Split coil Pickup passivi Pickup passivi con circuito elettronico attivo Pickup attivi Piezoelettrico Configurazioni principali di pickup Schema riassuntivo 9. Tipologie di equalizzatori Equalizzatore a controllo di toni passivo Equalizzatore a controllo di toni attivo Shelving EQ (equalizzatore a scaffale) Peak bell EQ (equalizzatore a campana) Shelving EQ + Peak bell EQ Equalizzatore grafico Equalizzatore semi-parametrico (sweep) Equalizzatore parametrico Configurazioni equalizzative miste Preset EQ www.DidatticadelBassoElettrico.it 5 © 2017 GAETANO FERRARA - CORSO MULTIMEDIALE DI BASSO ELETTRICO All rights reserved LEZIONE 1 - NOZIONI FONDAMENTALI DI ACUSTICA 7. Nozioni fondamentali di acustica L’appassionato di musica e il musicista non possono prescindere dal fatto di possedere una certa conoscenza del fenomeno fisico-acustico. Sapere cos’è il suono e quali sono le sue caratteristiche principali, conoscere i fenomeni legati alla sua percezione, non può che determinare più consapevolezza e controllo nell’approccio allo studio della musica e delle tecniche strumentali. Il suono è la materia principale del musicista, come i colori per il pittore e la pietra per lo scultore. Cos’è il suono Come tutto in questo universo anche il suono è energia, la parola chiave è “vibrazione”: andando a percuotere, sfregare o pizzicare un corpo elastico esso comincia a vibrare e a trasmettere queste vibrazioni nella materia che lo circonda, l’aria, l’acqua, il legno, il metallo etc. Letteralmente le molecole vengono spinte dalle vibrazioni dell’oggetto sollecitato a rimbalzare con quelle vicine in forma di onde sferiche, in un alternarsi di compressioni e rarefazioni in tutte le direzioni. Un esempio visivo della propagazione del suono, ma solo su un piano orizzontale, è costituito dal classico sasso gettato in uno stagno: l’energia impressa nel lancio del sasso si scarica nell’acqua provocando una serie di onde circolari concentriche che si allargano sulla superficie. ONDE SONORE SASSO NELLO STAGNO Percepire il suono: l’orecchio Le onde acustiche provocate dalle vibrazioni di un corpo elastico, ad una velocità che nell’aria è mediamente di circa 340 metri al secondo, raggiungono l’orecchio, organo con il quale decodifichiamo le informazioni trasmesse dalle vibrazioni, portando così nella nostra coscienza il senso e il significato del suono. L’orecchio è un meraviglioso e complesso meccanismo che riceve le onde sonore e le trasforma in impulsi nervosi. Le vibrazioni raccolte dal padiglione auricolare passano attraverso il canale uditivo esterno raggiungendo il timpano, una membrana elastica che, proprio come la pelle di un tamburo, vibra colpita dalle onde esterne, trasmettendole a tre incredibili ossicini, i più piccoli del corpo umano. I primi due, il martello e l’incudine, www.DidatticadelBassoElettrico.it 117 GAETANO FERRARA - CORSO MULTIMEDIALE DI BASSO ELETTRICO © 2017 All rights reserved LEZIONE 1 - NOZIONI FONDAMENTALI DI ACUSTICA formano una specie di bilanciere che, collegato con un particolare tipo di stantuffo, ovvero il terzo ossicino detto staffa, amplifica e propaga le vibrazioni nell’orecchio interno, in un apparato chiamato coclea. L’orecchio interno è la zona più complessa e nascosta dell’organo uditivo, esso è costituito da canali a forma di conchiglia, la coclea appunto, pieni di un fluido che trasmette il segnale a delle particolari terminazioni nervose, le cellule ciliate. Queste cellule producono dei neurotrasmettitori destinati a comunicare al cervello l’informazione acustica. ANATOMIA DELL’ORECCHIO Le caratteristiche del suono Le principali caratteristiche del suono sono l’altezza, l’intensità e il timbro. - ALTEZZA: è determinata dalla frequenza delle vibrazioni, ci permette di distinguere i suoni in acuti (alti), medi e gravi (bassi) e di ordinarli in scale ascendenti o discendenti. - INTENSITÀ: è determinata dall’ampiezza della vibrazione, è relativa alla forza della sorgente sonora e dunque alla pressione acustica da lei esercitata sull’orecchio, ci consente di classificare soggettivamente i suoni in tutte le gradazioni di intensità dal fortissimo al pianissimo. - TIMBRO: dipende dalla complessità della frequenze armoniche presenti in una vibrazione, ci permette di differenziare suoni che, pur avendo la stessa altezza e la stessa intensità, provengono da strumenti diversi. Questi parametri, soprattutto per le fasce di frequenza estreme, molto basse e molto alte, si influenzano a vicenda. Andiamo a conoscerli uno alla volta, il timbro sarà analizzato nella seconda lezione. 118 www.DidatticadelBassoElettrico.it GAETANO FERRARA - CORSO MULTIMEDIALE DI BASSO ELETTRICO © 2017 All rights reserved LEZIONE 1 - NOZIONI FONDAMENTALI DI ACUSTICA Altezza e Frequenza Le vibrazioni dei corpi elastici possono essere delle più varie, nella maggior parte dei casi avviene una produzione multipla di vibrazioni la cui somma dà delle forme d’onda molto complesse, per capire l’altezza però prenderemo in considerazione la forma grafica sinusoidale di un “suono puro”, ovvero un suono non presente in natura, ma riproducibile da un dispositivo elettronico, costituito da un’onda singola priva di ulteriori sovrapposizioni di onde (senza frequenze armoniche superiori). SUONO PURO RAPPRESENTATO DA UN’ONDA SINUSOIDALE La vibrazione e l’onda conseguente compiono un percorso oscillatorio la cui velocità è possibile misurare: più questa oscillazione è frequente nel tempo più il suono sarà acuto, al contrario una vibrazione a bassa frequenza produrrà un suono grave. ONDE SINUSOIDALI RAPPRESENTANTI SUONI ACUTI E GRAVI La misura della frequenza è determinata da quante volte in un minuto secondo si ripete il ciclo (o periodo) dell’onda, tale unità di misura è chiamata, in onore del fisico tedesco che studiò i fenomeni delle onde elettromagnetiche, Hertz, abbreviato Hz. CICLO DELL’ONDA RIPETUTO NEL TEMPO www.DidatticadelBassoElettrico.it 119 GAETANO FERRARA - CORSO MULTIMEDIALE DI BASSO ELETTRICO © 2017 All rights reserved LEZIONE 1 - NOZIONI FONDAMENTALI DI ACUSTICA Dunque un basso numero di hertz, ovvero di cicli al secondo ripetuti dall’onda, corrisponde ad un suono grave a bassa frequenza, come ad esempio il nostro MI basso del basso elettrico da 41,203 Hz; la classica frequenza media è quella di 261,63 Hz, Do centrale del pianoforte che troviamo anche al quindicesimo tasto in prima corda sul basso elettrico; un suono ad alta frequenza, quindi con un elevato numero di hertz (cicli al secondo), corrisponde ad un suono che noi definiamo acuto, alto, come il MI al dodicesimo tasto della prima corda della chitarra, che coincide con la frequenza, neanche altissima, di 659,26 Hz. Ascoltate ora un suono decisamente acuto a 7.000 Hz (7 kHz). La scala delle frequenze udibili dagli esseri umani (campo di udibilità), vista nel più ampio modo possibile, si trova tra i 12 e i 20.000 Hz, le frequenze tra i 12 e i 20 Hz sono ascoltabili solo in particolari condizioni riproducibili in laboratorio, inoltre la maggior parte delle persone adulte non percepisce i suoni che vanno oltre i 16.000 Hz (molto dipende dalle caratteristiche fisiologiche personali dell’individuo, con l’avanzare dell’età ad esempio si tende a percepire sempre meno le frequenze alte), quindi in pratica il campo di udibilità (comunque sempre largamente inteso) si trova tra 20 e 16.000 Hz. Sotto i 12/16 Hz abbiamo gli infrasuoni, vibrazioni a frequenze talmente basse da essere inudibili, sopra i 20.000 Hz ci sono i famosi ultrasuoni, quelle frequenze così alte che fanno girare la testa solo ai cani e ai gatti. CAMPO DI UDIBILITÀ DELLE FREQUENZE Il range delle frequenze utilizzate in musica è più limitato, un normale pianoforte a 7 ottave va da un LA a 27,500 Hz fino ad un DO di 4.186 Hz. Il linguaggio parlato è in una banda di frequenze fra i 100 e i 4.000 Hz. Il registro di un classico basso Fender va da i 41,203 Hz del MI basso a i 311,12 Hz del Mib sul ventesimo tasto della corda di SOL. La frequenza convenzionalmente considerata centrale (nell’ambito delle altezze usate nella pratica musicale) è il DO, posto appunto al centro della tastiera, di 261,63 Hz. Nelle immagini delle pagine seguenti potete osservare la corrispondenza tra le note del pianoforte e quelle del basso elettrico e le loro rispettive frequenze. 120 www.DidatticadelBassoElettrico.it GAETANO FERRARA - CORSO MULTIMEDIALE DI BASSO ELETTRICO © 2017 All rights reserved LEZIONE 1 - NOZIONI FONDAMENTALI DI ACUSTICA CORRISPONDENZA TRA LE FREQUENZE DEL BASSO ELETTRICO A 5 CORDE E 24 TASTI CON QUELLE DEL PIANOFORTE www.DidatticadelBassoElettrico.it 121 GAETANO FERRARA - CORSO MULTIMEDIALE DI BASSO ELETTRICO © 2017 LEZIONE 1 - NOZIONI FONDAMENTALI DI ACUSTICA TUTTI I DO, I RE E I MI DEL BASSO ELETTRICO A 5 CORDE E 24 TASTI 122 www.DidatticadelBassoElettrico.it All rights reserved GAETANO FERRARA - CORSO MULTIMEDIALE DI BASSO ELETTRICO © 2017 All rights reserved LEZIONE 1 - NOZIONI FONDAMENTALI DI ACUSTICA TUTTI I FA, I SOL E I LA DEL BASSO ELETTRICO A 5 CORDE E 24 TASTI www.DidatticadelBassoElettrico.it 123 GAETANO FERRARA - CORSO MULTIMEDIALE DI BASSO ELETTRICO © 2017 All rights reserved LEZIONE 1 - NOZIONI FONDAMENTALI DI ACUSTICA TUTTI I SI DEL BASSO ELETTRICO A 5 CORDE E 24 TASTI Bassi, medi e alti Lo spettro delle frequenze percepibili dall’orecchio umano viene generalmente diviso in tre aree principali: bassi, medi, alti. I confini di queste aree sono convenzionali e possiamo trovare diverse interpretazioni sull’ampiezza di queste fasce di frequenza, più o meno possiamo dire che i bassi vanno da 12 a 100 Hz (a livello pratico da circa 30 a 100 Hz), i medi da 100 a 3.000 Hz e gli alti si estendono oltre i 3.000 Hz (3 kHz). I medi a loro volta sono spesso divisi in medio-bassi (circa 100/600 Hz) e medio-alti (circa 600/3000 Hz). Avere un’idea generale delle fasce di frequenza è molto importante sia in sede di arrangiamento musicale che in quella dell’equalizzazione del suono e della relativa regolazione delle manopole del basso e dell’amplificatore. Notate come il registro del basso elettrico (5 corde a 24 tasti) va dal SI basso a 30 Hz fino al SOL da 392 Hz, comprendendo dunque la fascia dei bassi e dei medio-bassi. DIVISIONE DELLE FREQUENZE MUSICALI IN BASSI, MEDI E ALTI 124 www.DidatticadelBassoElettrico.it GAETANO FERRARA - CORSO MULTIMEDIALE DI BASSO ELETTRICO © 2017 All rights reserved LEZIONE 1 - NOZIONI FONDAMENTALI DI ACUSTICA Suono musicale e rumore Quando ascoltiamo il suono di un basso elettrico, di un violoncello o il canto di una voce umana li riconosciamo subito come “suoni musicali”, in effetti questi suoni hanno la proprietà di essere onde periodiche, producono vibrazioni regolari nel tempo e sono dunque misurabili in altezza mediante gli hertz (anche se come vedremo non sono suoni semplici costituiti da una unica vibrazione ma sono un insieme di frequenze in rapporto armonico tra loro). Il rumore della pioggia, invece, è un suono complesso aperiodico, che non ha dunque una vibrazione con frequenza misurabile costante nel tempo (isocrona), costituito da tante frequenze che noi percepiamo come confuse tra loro, questo è ciò che noi comunemente definiamo “rumore”. ONDE PERIODICHE E APERIODICHE Naturalmente la distinzione tra suono e rumore è relativa ed ambigua, anche i piatti della batteria hanno vibrazioni non isocrone pur producendo a tutti gli effetti dei “suoni musicali”. Restando nel campo del basso elettrico abbiamo le “ghost” o “dead notes”, ovvero quelle note percussive stoppate, non definibili in altezza, che danno tanta spinta alle linee di basso funky. Molti artisti nel corso del Novecento, secolo rumoroso per definizione, hanno integrato nella loro opera musicale i suoni cosiddetti indeterminati, i rumori. A partire dal futurista Luigi Russolo che, con L’arte dei rumori, teorizzava e metteva in pratica l’organizzazione dei suoni prodotti dalle macchine da lui create chiamate “intonarumori”. Fu il primo di una lunga serie di sperimentatori per i quali il confine tra suono e rumore è solo un’illusione. Ricordiamo tra i pionieri anche Edgar Varèse, mito musicale del giovane Frank Zappa, che inseriva la sirena nelle sue composizioni basate sulle percussioni. I rumori elettrici, la distorsione del suono puro, fanno parte del linguaggio tecnologico, rivoluzionario e rabbioso del rock. Citiamo, tra i più espressivamente rumorosi, Hendrix e gli Who, pensiamo alla voce distorta di 21st Century Schizoid Man dei King Crimson. Come dimenticare, infine, il rumore dei soldi e di un registratore di cassa a tempo di 7/4 nell’incipit di Money? www.DidatticadelBassoElettrico.it 125 GAETANO FERRARA - CORSO MULTIMEDIALE DI BASSO ELETTRICO © 2017 All rights reserved LEZIONE 1 - NOZIONI FONDAMENTALI DI ACUSTICA Intensità La forza con cui pizzichiamo o slappiamo, la potenza dell’energia elettrica impiegata in un amplificatore, determinano l’intensità o, detto più comunemente, il volume (o la dinamica) del suono. La quantità di energia della fonte sonora determina una maggiore o minore pressione acustica. La pressione comprime il timpano del nostro orecchio dandoci così la percezione dell’intensità di un suono. Possiamo visualizzare il parametro dell’intensità osservando l’ampiezza dell’onda. AMPIEZZA DELL’ONDA SONORA L’intensità dei suoni viene misurata in decibel (simbolo dB). Il decibel, decima parte del “bell” ormai caduto in disuso, è una misura di tipo logaritmico, non esprime una grandezza determinata ma un rapporto. L’orecchio umano infatti non percepisce la pressione sonora in maniera lineare: raddoppiando la pressione emessa da una sorgente, non ne consegue un corrispondente raddoppio della sensazione sonora all’orecchio, per dare un’idea possiamo dire che ad un aumento dell’intensità sonora di 3 decibel corrisponde circa un raddoppio della percezione soggettiva del suono. La scala dei decibel fissa a zero la soglia minima di udibilità dell’orecchio umano (0 dB = silenzio, una situazione in cui dopo 45 minuti muori) e sale fino a raggiungere circa 130 dB, la soglia del dolore, un suono talmente forte da farci soffrire e rischiare di perdere l’udito. Un’orchestra di musica classica copre una gamma di livelli che va dai 40 ai 100 dB, un gruppo rock raggiunge anche oltre i 120 dB, un sussurro è a 20 dB, il rumore di un aereo a reazione fa registrare i 140 dB. Una cosa importante da sottolineare è il fatto che la percezione dell’intensità del suono è influenzata dalla frequenza. L’apparato uditivo dell’uomo è più sensibile alle frequenze medio-alte, la zona di maggior sensibilità è compresa tra i 400 e i 3.500 Hz circa. Un suono basso deve quindi possedere più energia per replicare la stessa sensazione di pressione sonora di un una frequenza alta. Ecco spiegato perché alcuni bassisti alzano continuamente il volume... 126 www.DidatticadelBassoElettrico.it © 2017 GAETANO FERRARA - CORSO MULTIMEDIALE DI BASSO ELETTRICO All rights reserved LEZIONE 1 - NOZIONI FONDAMENTALI DI ACUSTICA Nell’espressione musicale, la dinamica, ovvero la forza o la debolezza dei suoni e il passaggio graduale da un estremo all’altro, svolge un ruolo fondamentale. Non è un caso che, per le sue caratteristiche dinamico-espressive, lo strumento musicale principe della cultura occidentale si chiami proprio pianoforte. Negli spartiti l’intensità o il volume dei suoni viene indicata mediante segni e termini italiani che vanno dal “più che pianissimo” (ppp) al “più che fortissimo” (fff): ppp=più che pianissimo pp=pianissimo p=piano mp=mezzopiano mf=mezzoforte f=forte ff=fortissimo fff=più che fortissimo Le “forchette” sono segni di dinamica che indicano una graduale variazione di intensità dal forte al piano o dal piano al forte, corrispondono ai termini “crescendo” e “diminuendo”. FORCHETTE L’immagine dell’onda sottostante è relativa ad una piccola applicazione che vi permetterà di visualizzare e ascoltare le variazioni della forma d’onda relative alle due caratteristiche del suono appena studiate: l’altezza (frequenza) e l’intensità (ampiezza). La terza caratteristica fondamentale, il timbro, verrà affrontata nella prossima lezione. FREQUENZA E AMPIEZZA DI UN SUONO www.DidatticadelBassoElettrico.it 127 GAETANO FERRARA - CORSO MULTIMEDIALE DI BASSO ELETTRICO © 2017 All rights reserved LEZIONE 1 - NOZIONI FONDAMENTALI DI ACUSTICA Nozioni fondamentali di acustica SCHEMA RIASSUNTIVO IL SUONO È VIBRAZIONE: L’ENERGIA IMPRESSA NEL SOLLECITARE, PIZZICARE, PERCUOTERE, SFREGARE UNA CORDA, UNO STRUMENTO O UN QUALSIASI OGGETTO ELASTICO FA VIBRARE L’OGGETTO STESSO. LE VIBRAZIONI VENGONO TRASMESSE ALLE MOLECOLE DELL’ARIA CHE SI SPOSTANO IN UN MOVIMENTO ALTERNATO DI COMPRESSIONE E RAREFAZIONE, TRASFERENDO ENERGIA ALLE MOLECOLE ADIACENTI E DANDO ORIGINE AD UN’ONDA SONORA. LA SENSAZIONE SONORA VIENE PERCEPITA DALL’ESSERE UMANO MEDIANTE UN MERAVIGLIOSO E RAFFINATO MECCANISMO CHE TRASFORMA LE VIBRAZIONI ACUSTICHE IN IMPULSI NERVOSI: L’ORECCHIO. IL TIMPANO COLPITO DALLE ONDE SONORE TRASMETTE LE VIBRAZIONI A TRE OSSICINI, IL MARTELLO, L’INCUDINE E LA STAFFA, CHE A LORO VOLTA LE AMPLIFICANO E LE TRASMETTONO ALL’ORECCHIO INTERNO DOVE PASSANO PER UN LIQUIDO, CONTENUTO IN CANALI A FORMA DI CONCHIGLIA, LA COCLEA. ALL’INTERNO DELLA COCLEA CI SONO DELLE SPECIALIZZATE CELLULE ACUSTICHE CILIARI CHE IN CONTATTO CON LE CELLULE NERVOSE TRASDUCONO L’IMPULSO MECCANICO IN ENERGIA ELETTROCHIMICA. LE CARATTERISTICHE FONDAMENTALI DEL SUONO SONO: ALTEZZA, INTENSITÀ E TIMBRO. LA PAROLA CHIAVE PER DEFINIRE L’ALTEZZA È FREQUENZA: A SECONDA DI QUANTE VOLTE SI RIPETE UN CICLO VIBRATORIO DELL’ONDA IN UN SECONDO ABBIAMO UNA MAGGIORE O MINORE FREQUENZA (ALTEZZA) DI UN SUONO. L’UNITÀ DI MISURA DELLA FREQUENZA È L’HERTZ (Hz): 100 Hz = IL CICLO (O PERIODO) DELL’ONDA SI RIPETE IDENTICO 100 VOLTE IN UN SECONDO. IL MASSIMO RANGE DELLE FREQUENZE PERCEPIBILI DALL’UOMO È CALCOLATO ALL’INCIRCA TRA 12 E 20.000 Hz. SOTTO I 12 Hz ABBIAMO GLI INFRASUONI, SOPRA I 20.000 Hz (20 kHz) GLI ULTRASUONI. IL CAMPO DELLE ALTEZZE COMUNEMENTE UTILIZZATE NELLA PRATICA MUSICALE È PIÙ LIMITATO: CONSIDERANDO L’INTERA ESTENSIONE DI UN PIANOFORTE A 88 TASTI, VA DA IL LA BASSO A 27.500 Hz FINO AL DO ACUTO A 4.186 Hz. IL SUONO DI FREQUENZA MEDIA POSTO AL CENTRO DELLA TASTIERA È IL DO CENTRALE A 261,63 Hz. LA FREQUENZA MODELLO USATA PER L’ACCORDATURA È IL FAMOSO LA A 440 Hz. ESTENSIONE ESTENSIONE ESTENSIONE ESTENSIONE DI DI DI DI UN UN UN UN BASSO BASSO BASSO BASSO FENDER 4 CORDE A 20 TASTI: MI 41.203 Hz/MIb 311.13 Hz. A 4 CORDE A 24 TASTI: MI 41.203 Hz/SOL 392 Hz. A 5 CORDE A 24 TASTI: SI 30.863 Hz/SOL 392 Hz. A 6 CORDE A 24 TASTI: SI 30.863 Hz/DO 523.25 Hz. IL TOTALE DELLE FREQUENZE UDIBILI VIENE DIVISO IN FASCE (BANDE) DAI CONFINI RELATIVI: BASSI 12-100 Hz; MEDIO-BASSI 100-600 Hz; MEDIO-ALTI 600-3000 Hz; ALTI 3-20 kHz. PIÙ SCHIACCIATA VERSO I MEDI È LA DIVISIONE IN FASCE DI ALTEZZA NELL’AMBITO RISTRETTO DELLE FREQUENZE GENERALMENTE UTILIZZATE NELLA MUSICA: BASSI 27-130 Hz; MEDI 130-523 Hz; ALTI 523-4.186 Hz. IL BASSO ELETTRICO COPRE OVVIAMENTE LA FASCIA DEI BASSI, MA ANCHE GRAN PARTE DELLE FREQUENZE MEDIE (MA NEI SUONI ARMONICI SONO PRESENTI ANCHE LE ALTE FREQUENZE). QUEI SUONI CHE NORMALMENTE CLASSIFICHIAMO COME RUMORI SONO COSTITUITI DA UN INSIEME DI FREQUENZE AD ALTEZZA INDETERMINATA. L’INTENSITÀ O VOLUME DI UN SUONO È DETERMINATA DALLA QUANTITÀ DI ENERGIA IMPIEGATA PER PRODURLO, SI PUÒ VISUALIZZARE CONSIDERANDO LA MAGGIORE O MINORE AMPIEZZA DELLA FORMA D’ONDA. L’INTENSITÀ VIENE MISURATA IN DECIBEL (dB) DA 0 dB, SOGLIA MINIMA DI UDIBILITÀ, A CIRCA 130 dB, SOGLIA DEL DOLORE. LE CARATTERISTICHE DELL’APPARATO UDITIVO UMANO RENDONO PIÙ PERCEPIBILI, A PARITÀ DI INTENSITÀ, LE FREQUENZE MEDIO-ALTE TRA 400 E 3.500 Hz PER QUESTO MOTIVO LE FREQUENZE BASSE RICHIEDONO UN INCREMENTO DEL VOLUME PER AVERE La STESSA PERCEZIONE DI INTENSITÀ. 128 www.DidatticadelBassoElettrico.it