Lezione 1 - 7. Nozioni fondamentali di acustica

GAETANO FERRARA
CORSO
MULTIMEDIALE
di
BASSO ELETTRICO
a 4 & 5 corde
LEZIONE
1
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LEZIONE 1 - CONTENUTI
INTRO
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CONTENUTI
OBIETTIVI
1. Ruolo del basso elettrico nella musica
Elementi strutturali della musica: ritmo
Elementi strutturali della musica: melodia
Elementi strutturali della musica: armonia
Non solo basso elettrico
Oltre il fondamento armonico
Il basso moderno
Schema riassuntivo
2. Com’è fatto il basso elettrico
Elementi del corpo
Ponte
Componenti elettronici (pickup)
Battipenna
Attacchi per la tracolla
Elementi del manico
Paletta e meccaniche (chiavette)
Tastiera
Capotasto, tasti e segnatasti
Truss rod
Corde e scalatura
Schema riassuntivo
3. Tipologie e modelli di bassi elettrici
Fender Precision (1951)
Fender Precision (1957)
Fender Jazz (1960)
Music Man StingRay (1976)
G&L (1980)
Rickenbacker 4001 (1961)
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LEZIONE 1 - CONTENUTI
Gibson EB-0 (1959) e EB-3 (1961)
Gibson Thunderbird IV (1963)
Alta Liuteria
Non solo legno: Modulus Graphite
Steinberger, la paletta non c’è più!
Bassi a 5 e 6 corde
Manico avvitato, incollato o neck-through body?
Asia Bass
Bassi firmati
Non solo solid-body
Bassi Fretless
Schema riassuntivo
4. Amplificare il basso elettrico
Combo
Testata e cassa
Sistema a rack
Preamplificatore
Finale di potenza
Cassa
Fattori che determinano il vostro suono
Schema riassuntivo
5. Cosa serve per iniziare
Basso Elettrico
Amplificatore
Accordatore
Metronomo
Accessori (cavo, tracolla, custodia, leggio)
Schema riassuntivo
6. Storia del basso elettrico
Contrabbassi orizzontali, chitarre verticali e liuti bassi
L’era della valvola termoionica
Chitarre hawaiane, ferri da cavallo e contrabbassi elettrici
Schema riassuntivo
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LEZIONE 1 - CONTENUTI
7. Nozioni fondamentali di acustica
Cos’è il suono
Percepire il suono: l’orecchio
Le caratteristiche del suono
Altezza e Frequenza
Bassi, medi e alti
Suono musicale e rumore
Intensità
Schema riassuntivo
APPROFONDIMENTI
8. Tipologie e configurazioni di pickup
Come funziona un pickup magnetico
Potenziometri: regolazione del volume e del tono
Single coil
Dual (double) coil/humbucker (humbucking)
Split coil
Pickup passivi
Pickup passivi con circuito elettronico attivo
Pickup attivi
Piezoelettrico
Configurazioni principali di pickup
Schema riassuntivo
9. Tipologie di equalizzatori
Equalizzatore a controllo di toni passivo
Equalizzatore a controllo di toni attivo
Shelving EQ (equalizzatore a scaffale)
Peak bell EQ (equalizzatore a campana)
Shelving EQ + Peak bell EQ
Equalizzatore grafico
Equalizzatore semi-parametrico (sweep)
Equalizzatore parametrico
Configurazioni equalizzative miste
Preset EQ
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LEZIONE 1 - NOZIONI FONDAMENTALI DI ACUSTICA
7. Nozioni fondamentali di acustica
L’appassionato di musica e il musicista non possono prescindere dal fatto di possedere
una certa conoscenza del fenomeno fisico-acustico. Sapere cos’è il suono e quali sono le
sue caratteristiche principali, conoscere i fenomeni legati alla sua percezione, non può
che determinare più consapevolezza e controllo nell’approccio allo studio della musica
e delle tecniche strumentali.
Il suono è la materia principale del musicista, come i colori per il pittore e la pietra per
lo scultore.
Cos’è il suono
Come tutto in questo universo anche il suono è energia, la parola chiave è “vibrazione”:
andando a percuotere, sfregare o pizzicare un corpo elastico esso comincia a vibrare e
a trasmettere queste vibrazioni nella materia che lo circonda, l’aria, l’acqua, il legno, il
metallo etc.
Letteralmente le molecole vengono spinte dalle vibrazioni dell’oggetto sollecitato a rimbalzare con quelle vicine in forma di onde sferiche, in un alternarsi di compressioni e
rarefazioni in tutte le direzioni. Un esempio visivo della propagazione del suono, ma
solo su un piano orizzontale, è costituito dal classico sasso gettato in uno stagno: l’energia impressa nel lancio del sasso si scarica nell’acqua provocando una serie di onde
circolari concentriche che si allargano sulla superficie.
ONDE SONORE
SASSO NELLO STAGNO
Percepire il suono: l’orecchio
Le onde acustiche provocate dalle vibrazioni di un corpo elastico, ad una velocità che
nell’aria è mediamente di circa 340 metri al secondo, raggiungono l’orecchio, organo
con il quale decodifichiamo le informazioni trasmesse dalle vibrazioni, portando così
nella nostra coscienza il senso e il significato del suono.
L’orecchio è un meraviglioso e complesso meccanismo che riceve le onde sonore e le
trasforma in impulsi nervosi. Le vibrazioni raccolte dal padiglione auricolare passano attraverso il canale uditivo esterno raggiungendo il timpano, una membrana elastica che,
proprio come la pelle di un tamburo, vibra colpita dalle onde esterne, trasmettendole a
tre incredibili ossicini, i più piccoli del corpo umano. I primi due, il martello e l’incudine,
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LEZIONE 1 - NOZIONI FONDAMENTALI DI ACUSTICA
formano una specie di bilanciere che, collegato con un particolare tipo di stantuffo, ovvero il terzo ossicino detto staffa, amplifica e propaga le vibrazioni nell’orecchio interno,
in un apparato chiamato coclea.
L’orecchio interno è la zona più complessa e nascosta dell’organo uditivo, esso è costituito da canali a forma di conchiglia, la coclea appunto, pieni di un fluido che trasmette il
segnale a delle particolari terminazioni nervose, le cellule ciliate. Queste cellule producono dei neurotrasmettitori destinati a comunicare al cervello l’informazione acustica.
ANATOMIA DELL’ORECCHIO
Le caratteristiche del suono
Le principali caratteristiche del suono sono l’altezza, l’intensità e il timbro.
- ALTEZZA: è determinata dalla frequenza delle vibrazioni, ci permette di distinguere i
suoni in acuti (alti), medi e gravi (bassi) e di ordinarli in scale ascendenti o discendenti.
- INTENSITÀ: è determinata dall’ampiezza della vibrazione, è relativa alla forza della sorgente sonora e dunque alla pressione acustica da lei esercitata sull’orecchio, ci
consente di classificare soggettivamente i suoni in tutte le gradazioni di intensità dal
fortissimo al pianissimo.
- TIMBRO: dipende dalla complessità della frequenze armoniche presenti in una vibrazione, ci permette di differenziare suoni che, pur avendo la stessa altezza e la stessa
intensità, provengono da strumenti diversi.
Questi parametri, soprattutto per le fasce di frequenza estreme, molto basse e molto
alte, si influenzano a vicenda. Andiamo a conoscerli uno alla volta, il timbro sarà analizzato nella seconda lezione.
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LEZIONE 1 - NOZIONI FONDAMENTALI DI ACUSTICA
Altezza e Frequenza
Le vibrazioni dei corpi elastici possono essere delle più varie, nella maggior parte dei
casi avviene una produzione multipla di vibrazioni la cui somma dà delle forme d’onda molto complesse, per capire l’altezza però prenderemo in considerazione la forma
grafica sinusoidale di un “suono puro”, ovvero un suono non presente in natura, ma
riproducibile da un dispositivo elettronico, costituito da un’onda singola priva di ulteriori
sovrapposizioni di onde (senza frequenze armoniche superiori).
SUONO PURO RAPPRESENTATO DA UN’ONDA SINUSOIDALE
La vibrazione e l’onda conseguente compiono un percorso oscillatorio la cui velocità è
possibile misurare: più questa oscillazione è frequente nel tempo più il suono sarà acuto, al contrario una vibrazione a bassa frequenza produrrà un suono grave.
ONDE SINUSOIDALI RAPPRESENTANTI SUONI ACUTI E GRAVI
La misura della frequenza è determinata da quante volte in un minuto secondo si ripete
il ciclo (o periodo) dell’onda, tale unità di misura è chiamata, in onore del fisico tedesco
che studiò i fenomeni delle onde elettromagnetiche, Hertz, abbreviato Hz.
CICLO DELL’ONDA RIPETUTO NEL TEMPO
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LEZIONE 1 - NOZIONI FONDAMENTALI DI ACUSTICA
Dunque un basso numero di hertz, ovvero di cicli al secondo ripetuti dall’onda, corrisponde ad un suono grave a bassa frequenza, come ad esempio il nostro MI basso del
basso elettrico da 41,203 Hz; la classica frequenza media è quella di 261,63 Hz, Do
centrale del pianoforte che troviamo anche al quindicesimo tasto in prima corda sul
basso elettrico; un suono ad alta frequenza, quindi con un elevato numero di hertz (cicli
al secondo), corrisponde ad un suono che noi definiamo acuto, alto, come il MI al dodicesimo tasto della prima corda della chitarra, che coincide con la frequenza, neanche
altissima, di 659,26 Hz.
Ascoltate ora un suono decisamente acuto a 7.000 Hz (7 kHz).
La scala delle frequenze udibili dagli esseri umani (campo di udibilità), vista nel più ampio modo possibile, si trova tra i 12 e i 20.000 Hz, le frequenze tra i 12 e i 20 Hz sono
ascoltabili solo in particolari condizioni riproducibili in laboratorio, inoltre la maggior
parte delle persone adulte non percepisce i suoni che vanno oltre i 16.000 Hz (molto
dipende dalle caratteristiche fisiologiche personali dell’individuo, con l’avanzare dell’età
ad esempio si tende a percepire sempre meno le frequenze alte), quindi in pratica il
campo di udibilità (comunque sempre largamente inteso) si trova tra 20 e 16.000 Hz.
Sotto i 12/16 Hz abbiamo gli infrasuoni, vibrazioni a frequenze talmente basse da essere inudibili, sopra i 20.000 Hz ci sono i famosi ultrasuoni, quelle frequenze così alte che
fanno girare la testa solo ai cani e ai gatti.
CAMPO DI UDIBILITÀ DELLE FREQUENZE
Il range delle frequenze utilizzate in musica è più limitato, un normale pianoforte a 7
ottave va da un LA a 27,500 Hz fino ad un DO di 4.186 Hz. Il linguaggio parlato è in una
banda di frequenze fra i 100 e i 4.000 Hz.
Il registro di un classico basso Fender va da i 41,203 Hz del MI basso a i 311,12 Hz del
Mib sul ventesimo tasto della corda di SOL.
La frequenza convenzionalmente considerata centrale (nell’ambito delle altezze usate
nella pratica musicale) è il DO, posto appunto al centro della tastiera, di 261,63 Hz.
Nelle immagini delle pagine seguenti potete osservare la corrispondenza tra le note del
pianoforte e quelle del basso elettrico e le loro rispettive frequenze.
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LEZIONE 1 - NOZIONI FONDAMENTALI DI ACUSTICA
CORRISPONDENZA TRA LE FREQUENZE DEL BASSO ELETTRICO
A 5 CORDE E 24 TASTI CON QUELLE DEL PIANOFORTE
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LEZIONE 1 - NOZIONI FONDAMENTALI DI ACUSTICA
TUTTI I DO, I RE E I MI DEL BASSO ELETTRICO A 5 CORDE E 24 TASTI
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LEZIONE 1 - NOZIONI FONDAMENTALI DI ACUSTICA
TUTTI I FA, I SOL E I LA DEL BASSO ELETTRICO A 5 CORDE E 24 TASTI
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LEZIONE 1 - NOZIONI FONDAMENTALI DI ACUSTICA
TUTTI I SI DEL BASSO ELETTRICO A 5 CORDE E 24 TASTI
Bassi, medi e alti
Lo spettro delle frequenze percepibili dall’orecchio umano viene generalmente diviso
in tre aree principali: bassi, medi, alti. I confini di queste aree sono convenzionali e
possiamo trovare diverse interpretazioni sull’ampiezza di queste fasce di frequenza,
più o meno possiamo dire che i bassi vanno da 12 a 100 Hz (a livello pratico da circa
30 a 100 Hz), i medi da 100 a 3.000 Hz e gli alti si estendono oltre i 3.000 Hz (3 kHz).
I medi a loro volta sono spesso divisi in medio-bassi (circa 100/600 Hz) e medio-alti
(circa 600/3000 Hz).
Avere un’idea generale delle fasce di frequenza è molto importante sia in sede di arrangiamento musicale che in quella dell’equalizzazione del suono e della relativa regolazione delle manopole del basso e dell’amplificatore.
Notate come il registro del basso elettrico (5 corde a 24 tasti) va dal SI basso a 30 Hz
fino al SOL da 392 Hz, comprendendo dunque la fascia dei bassi e dei medio-bassi.
DIVISIONE DELLE FREQUENZE MUSICALI IN BASSI, MEDI E ALTI
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LEZIONE 1 - NOZIONI FONDAMENTALI DI ACUSTICA
Suono musicale e rumore
Quando ascoltiamo il suono di un basso elettrico, di un violoncello o il canto di una voce
umana li riconosciamo subito come “suoni musicali”, in effetti questi suoni hanno la proprietà di essere onde periodiche, producono vibrazioni regolari nel tempo e sono dunque misurabili in altezza mediante gli hertz (anche se come vedremo non sono suoni
semplici costituiti da una unica vibrazione ma sono un insieme di frequenze in rapporto
armonico tra loro). Il rumore della pioggia, invece, è un suono complesso aperiodico,
che non ha dunque una vibrazione con frequenza misurabile costante nel tempo (isocrona), costituito da tante frequenze che noi percepiamo come confuse tra loro, questo
è ciò che noi comunemente definiamo “rumore”.
ONDE PERIODICHE E APERIODICHE
Naturalmente la distinzione tra suono e rumore è relativa ed ambigua, anche i piatti
della batteria hanno vibrazioni non isocrone pur producendo a tutti gli effetti dei “suoni
musicali”. Restando nel campo del basso elettrico abbiamo le “ghost” o “dead notes”,
ovvero quelle note percussive stoppate, non definibili in altezza, che danno tanta spinta
alle linee di basso funky.
Molti artisti nel corso del Novecento, secolo rumoroso per definizione, hanno integrato
nella loro opera musicale i suoni cosiddetti indeterminati, i rumori.
A partire dal futurista Luigi Russolo che, con L’arte dei rumori, teorizzava e metteva
in pratica l’organizzazione dei suoni prodotti dalle macchine da lui create chiamate
“intonarumori”. Fu il primo di una lunga serie di sperimentatori per i quali il confine tra
suono e rumore è solo un’illusione.
Ricordiamo tra i pionieri anche Edgar Varèse, mito musicale del giovane Frank Zappa,
che inseriva la sirena nelle sue composizioni basate sulle percussioni.
I rumori elettrici, la distorsione del suono puro, fanno parte del linguaggio tecnologico,
rivoluzionario e rabbioso del rock. Citiamo, tra i più espressivamente rumorosi, Hendrix
e gli Who, pensiamo alla voce distorta di 21st Century Schizoid Man dei King Crimson.
Come dimenticare, infine, il rumore dei soldi e di un registratore di cassa a tempo di
7/4 nell’incipit di Money?
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LEZIONE 1 - NOZIONI FONDAMENTALI DI ACUSTICA
Intensità
La forza con cui pizzichiamo o slappiamo, la potenza dell’energia elettrica impiegata
in un amplificatore, determinano l’intensità o, detto più comunemente, il volume (o la
dinamica) del suono. La quantità di energia della fonte sonora determina una maggiore o minore pressione acustica. La pressione comprime il timpano del nostro orecchio
dandoci così la percezione dell’intensità di un suono.
Possiamo visualizzare il parametro dell’intensità osservando l’ampiezza dell’onda.
AMPIEZZA DELL’ONDA SONORA
L’intensità dei suoni viene misurata in decibel (simbolo dB). Il decibel, decima parte del
“bell” ormai caduto in disuso, è una misura di tipo logaritmico, non esprime una grandezza determinata ma un rapporto. L’orecchio umano infatti non percepisce la pressione sonora in maniera lineare: raddoppiando la pressione emessa da una sorgente,
non ne consegue un corrispondente raddoppio della sensazione sonora all’orecchio, per
dare un’idea possiamo dire che ad un aumento dell’intensità sonora di 3 decibel corrisponde circa un raddoppio della percezione soggettiva del suono.
La scala dei decibel fissa a zero la soglia minima di udibilità dell’orecchio umano (0 dB =
silenzio, una situazione in cui dopo 45 minuti muori) e sale fino a raggiungere circa 130
dB, la soglia del dolore, un suono talmente forte da farci soffrire e rischiare di perdere
l’udito. Un’orchestra di musica classica copre una gamma di livelli che va dai 40 ai 100
dB, un gruppo rock raggiunge anche oltre i 120 dB, un sussurro è a 20 dB, il rumore di
un aereo a reazione fa registrare i 140 dB.
Una cosa importante da sottolineare è il fatto che la percezione dell’intensità del suono
è influenzata dalla frequenza. L’apparato uditivo dell’uomo è più sensibile alle frequenze
medio-alte, la zona di maggior sensibilità è compresa tra i 400 e i 3.500 Hz circa. Un
suono basso deve quindi possedere più energia per replicare la stessa sensazione di
pressione sonora di un una frequenza alta. Ecco spiegato perché alcuni bassisti alzano
continuamente il volume...
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LEZIONE 1 - NOZIONI FONDAMENTALI DI ACUSTICA
Nell’espressione musicale, la dinamica, ovvero la forza o la debolezza dei suoni e il
passaggio graduale da un estremo all’altro, svolge un ruolo fondamentale. Non è un
caso che, per le sue caratteristiche dinamico-espressive, lo strumento musicale principe
della cultura occidentale si chiami proprio pianoforte.
Negli spartiti l’intensità o il volume dei suoni viene indicata mediante segni e termini
italiani che vanno dal “più che pianissimo” (ppp) al “più che fortissimo” (fff):
ppp=più che pianissimo
pp=pianissimo
p=piano
mp=mezzopiano
mf=mezzoforte
f=forte
ff=fortissimo
fff=più che fortissimo
Le “forchette” sono segni di dinamica che indicano una graduale variazione di intensità
dal forte al piano o dal piano al forte, corrispondono ai termini “crescendo” e “diminuendo”.
FORCHETTE
L’immagine dell’onda sottostante è relativa ad una piccola applicazione che vi permetterà di visualizzare e ascoltare le variazioni della forma d’onda relative alle due caratteristiche del suono appena studiate: l’altezza (frequenza) e l’intensità (ampiezza).
La terza caratteristica fondamentale, il timbro, verrà affrontata nella prossima lezione.
FREQUENZA E AMPIEZZA DI UN SUONO
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LEZIONE 1 - NOZIONI FONDAMENTALI DI ACUSTICA
Nozioni fondamentali di acustica
SCHEMA RIASSUNTIVO
IL SUONO È VIBRAZIONE: L’ENERGIA IMPRESSA NEL SOLLECITARE, PIZZICARE, PERCUOTERE, SFREGARE UNA CORDA, UNO STRUMENTO O UN QUALSIASI OGGETTO ELASTICO FA VIBRARE L’OGGETTO
STESSO. LE VIBRAZIONI VENGONO TRASMESSE ALLE MOLECOLE DELL’ARIA CHE SI SPOSTANO IN UN
MOVIMENTO ALTERNATO DI COMPRESSIONE E RAREFAZIONE, TRASFERENDO ENERGIA ALLE MOLECOLE
ADIACENTI E DANDO ORIGINE AD UN’ONDA SONORA.
LA SENSAZIONE SONORA VIENE PERCEPITA DALL’ESSERE UMANO MEDIANTE UN MERAVIGLIOSO E
RAFFINATO MECCANISMO CHE TRASFORMA LE VIBRAZIONI ACUSTICHE IN IMPULSI NERVOSI: L’ORECCHIO.
IL TIMPANO COLPITO DALLE ONDE SONORE TRASMETTE LE VIBRAZIONI A TRE OSSICINI, IL MARTELLO, L’INCUDINE E LA STAFFA, CHE A LORO VOLTA LE AMPLIFICANO E LE TRASMETTONO ALL’ORECCHIO
INTERNO DOVE PASSANO PER UN LIQUIDO, CONTENUTO IN CANALI A FORMA DI CONCHIGLIA, LA COCLEA. ALL’INTERNO DELLA COCLEA CI SONO DELLE SPECIALIZZATE CELLULE ACUSTICHE CILIARI CHE
IN CONTATTO CON LE CELLULE NERVOSE TRASDUCONO L’IMPULSO MECCANICO IN ENERGIA ELETTROCHIMICA.
LE CARATTERISTICHE FONDAMENTALI DEL SUONO SONO: ALTEZZA, INTENSITÀ E TIMBRO.
LA PAROLA CHIAVE PER DEFINIRE L’ALTEZZA È FREQUENZA: A SECONDA DI QUANTE VOLTE SI RIPETE
UN CICLO VIBRATORIO DELL’ONDA IN UN SECONDO ABBIAMO UNA MAGGIORE O MINORE FREQUENZA
(ALTEZZA) DI UN SUONO.
L’UNITÀ DI MISURA DELLA FREQUENZA È L’HERTZ (Hz): 100 Hz = IL CICLO (O PERIODO) DELL’ONDA SI
RIPETE IDENTICO 100 VOLTE IN UN SECONDO.
IL MASSIMO RANGE DELLE FREQUENZE PERCEPIBILI DALL’UOMO È CALCOLATO ALL’INCIRCA TRA 12 E
20.000 Hz. SOTTO I 12 Hz ABBIAMO GLI INFRASUONI, SOPRA I 20.000 Hz (20 kHz) GLI ULTRASUONI.
IL CAMPO DELLE ALTEZZE COMUNEMENTE UTILIZZATE NELLA PRATICA MUSICALE È PIÙ LIMITATO:
CONSIDERANDO L’INTERA ESTENSIONE DI UN PIANOFORTE A 88 TASTI, VA DA IL LA BASSO A 27.500
Hz FINO AL DO ACUTO A 4.186 Hz.
IL SUONO DI FREQUENZA MEDIA POSTO AL CENTRO DELLA TASTIERA È IL DO CENTRALE A 261,63 Hz.
LA FREQUENZA MODELLO USATA PER L’ACCORDATURA È IL FAMOSO LA A 440 Hz.
ESTENSIONE
ESTENSIONE
ESTENSIONE
ESTENSIONE
DI
DI
DI
DI
UN
UN
UN
UN
BASSO
BASSO
BASSO
BASSO
FENDER 4 CORDE A 20 TASTI: MI 41.203 Hz/MIb 311.13 Hz.
A 4 CORDE A 24 TASTI: MI 41.203 Hz/SOL 392 Hz.
A 5 CORDE A 24 TASTI: SI 30.863 Hz/SOL 392 Hz.
A 6 CORDE A 24 TASTI: SI 30.863 Hz/DO 523.25 Hz.
IL TOTALE DELLE FREQUENZE UDIBILI VIENE DIVISO IN FASCE (BANDE) DAI CONFINI RELATIVI:
BASSI 12-100 Hz; MEDIO-BASSI 100-600 Hz; MEDIO-ALTI 600-3000 Hz; ALTI 3-20 kHz.
PIÙ SCHIACCIATA VERSO I MEDI È LA DIVISIONE IN FASCE DI ALTEZZA NELL’AMBITO RISTRETTO DELLE
FREQUENZE GENERALMENTE UTILIZZATE NELLA MUSICA:
BASSI 27-130 Hz; MEDI 130-523 Hz; ALTI 523-4.186 Hz.
IL BASSO ELETTRICO COPRE OVVIAMENTE LA FASCIA DEI BASSI, MA ANCHE GRAN PARTE DELLE FREQUENZE MEDIE (MA NEI SUONI ARMONICI SONO PRESENTI ANCHE LE ALTE FREQUENZE).
QUEI SUONI CHE NORMALMENTE CLASSIFICHIAMO COME RUMORI SONO COSTITUITI DA UN INSIEME
DI FREQUENZE AD ALTEZZA INDETERMINATA.
L’INTENSITÀ O VOLUME DI UN SUONO È DETERMINATA DALLA QUANTITÀ DI ENERGIA IMPIEGATA PER
PRODURLO, SI PUÒ VISUALIZZARE CONSIDERANDO LA MAGGIORE O MINORE AMPIEZZA DELLA FORMA
D’ONDA.
L’INTENSITÀ VIENE MISURATA IN DECIBEL (dB) DA 0 dB, SOGLIA MINIMA DI UDIBILITÀ, A CIRCA 130
dB, SOGLIA DEL DOLORE.
LE CARATTERISTICHE DELL’APPARATO UDITIVO UMANO RENDONO PIÙ PERCEPIBILI, A PARITÀ DI INTENSITÀ, LE FREQUENZE MEDIO-ALTE TRA 400 E 3.500 Hz PER QUESTO MOTIVO LE FREQUENZE BASSE
RICHIEDONO UN INCREMENTO DEL VOLUME PER AVERE La STESSA PERCEZIONE DI INTENSITÀ.
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