PRIMO PIANO Mercoledì 20 Luglio 2016 5 Come evolve la situazione in Turchia. La comunità cattolica è di soltanto tremila persone La Chiesa per ora cerca di capire Anche perché già tre suoi sacerdoti furono accoltellati DI ANTONINO D’ANNA «S ituazione fluida» è la parola chiave che circola in queste ore in Vaticano a proposito della Turchia e del fallito golpe avvenuto alcuni giorni fa. La Santa Sede, dicono a ItaliaOggi da Oltretevere, al momento starebbe seguendo con cautela l’evoluzione della situazione anche per capire quali saranno le prossime mosse del presidente turco Recep Erdogan. È una prudenza che si allarga non solo alla forma di Stato che il presidente potrebbe tentare di raggiungere e che è difficile da definire come democrazia: ma anche e soprattutto alla sorte della piccola comunità cattolica turca, 3.000 anime circa concentrate tra Smirne e Istanbul. Una comunità da anni nel mirino del nazionalismo, che considera i sacerdoti come «missionari» in grado di minare il Paese e la sua identità. E se si leggono i cablo di Wikileaks, le informative trasmesse dai diplomatici dell’Ambasciata Usa di Ankara e dai loro colleghi in quel di Istanbul, sin dal 2006 si può leggere di un clima difficile per i cattolici turchi. Sono gli anni delle proteste nel mondo islamico per la strumentalizzazione del famoso discorso di Ratisbona pronunciato da Benedetto XVI nello stesso anno; una condanna della violenza religiosa fatta citando un passo di Manuele II Paleologo interpretato come critico al limite dell’offensivo verso l’Islam. Il clima si arroventa immediatamente, anche a seguito delle proteste per le vignette satiriche su Maometto pubblicate da un giornale danese. E due sacerdoti in Turchia vengono aggrediti: il primo, don Andrea Santoro, viene ucciso a Trebisonda nel febbraio 2006 e verrà pugnalato il suo diretto successore, il sacerdote francese Pierre Brunissen, qualche tempo dopo; a Smirne, sempre nel 2006, padre Adriano Franchini è pugnalato al termine della Messa. A leggere i cablo si trovano delle riflessioni interessanti anche oggi. Intanto i sacerdoti cattolici non fanno proselitismo, evitando quindi di compiere un’attività che potrebbe essere vista come provocatoria verso nazionalisti e islamici conservatori. Non solo: l’attentatore di padre Franchini era un ragazzo di 19 anni che, a quanto pare, era un attento spettatore di «La valle dei lupi», un programma dal contenuto fortemente nazionalista, ma anche mentalmente disturbato (anche se ogni tanto quella della malattia mentale è una scusa usata in questi casi, così scrivono i diplomatici yankee). Nel 2009, dopo le aggressioni ai sacerdoti cattolici, Erdogan promette maggiori spazi di libertà per le minoranze religiose in Turchia, ovviamente in nome della democrazia. Chissà se lo sanno i suoi sostenitori: perché la notte del golpe fallito non sono mancati, riferisce il Messaggero, atti vandalici contro le chiese cristiane turche. Inclusa quella di Trebisonda che fu guidata da don Santoro. Brutto segno. Ed eccoci qua, dopo i fatti recenti. Fatti nei quali il Vaticano ha potuto fare poco: dal 16 marzo di quest’anno, infatti, il Nunzio (ambasciatore) in Turchia e Turkmenistan è monsignor Paul Fitzpatrick Russell, bostoniano classe 1959 dal 3 giugno arcivescovo titolare di Novi, che fino ad allora era consigliere di nunziatura a Taiwan, ufficialmente sguarnita dal 1972 quando Paolo VI non volle più nominare un Nunzio (e questa nomina è stata vista da alcuni come un messaggio accomodante verso i cinesi, che considerano Taiwan come una provincia ribelle e rimproverano al Vaticano la presenza della Nunziatura locale). C’è un problema: monsignor Fitzpatrick, ad oggi mentre scriviamo, non ha scambiato le sue lettere credenziali col governo turco. È quindi soltanto un incaricato d’affari, che ha un raggio d’azione risicato rispetto ad un Nunzio accreditato. E però già gli è toccata, a giugno, la prima gatta da pelare: la reprimenda del governo turco per le parole del Papa sul genocidio degli armeni. E adesso, con un golpe fallito e una situazione molto fluida in Turchia, ancora non è stato accreditato, operando quindi al piccolo passo. Non vorremmo essere nei suoi panni. © Riproduzione riservata TUTTI AMMETTONO CHE C’È UN GUERRA. POCHI RICONOSCONO CHE È UN GUERRA DI RELIGIONE Il Papa ha ragione quando dice che non tutti gli islamici sono terroristi ma è anche vero che tutti i terroristi sono islamici DI GIANFRANCO MORRA ciò la religione non c’entra. Le sue dichiarazioni dopo Nizza sono state chiarissime: «Un atto di violenza cieca. Nessun uomo può versare in nome Istanbul, al ristorante di Dacca e alla Passeggiata di Nizza? Sono stati cani sciolti, lupi solitari, schegge impazzite, psicopatici da clinica, o hanno qualcosa in comune? Le loro azioni sono pura follia o non rivelano, invece, programmazione, lucidità e intelligenza? Ciò che li unifica sono i proclami dell’Isis, prima o poi accolti e fatti propri. E ancor più la religione islamica. Sono loro stessi che ci danno una risposta, quando, nel momento in cui mettono in atto le stragi, testimoniano la loro fede col grido: «Allah akbar». Viviamo dentro la cappa di un asfissiante pensiero unico, gestito dai più potenti padroni dei media. Che hanno imposto i loro dogmi indiscutibili: pluriculturalismo, società multietnica, incontro tra le civiltà, dialogo interreligioso. E che talvolta vedono nel terrorismo la reazione contro le colpe dell’Occidente, colonialismo e globalizzazione. Come attribuiscono, usando categorie marxi- (ma siamo sicuri che gli islamici vogliano integrarsi?). entre si affievoliscono l’anLa domanda: «quale rapporto goscia e la disperazione c’è tra islamismo e terrorismo» è asper quanto solutamente vietata. Si tratta di una accaduto utopia superficiale, forse redditizia per Viviamo dentro la cappa di un asfissiante pena Nizza, si continua a l’industria culturale, ma alla fine disiero unico, gestito dai più potenti padroni dei discutere sull’esecutore struttiva. E nessuno potrà mai sapere media. Che hanno imposto i loro dogmi indie, quindi, sulla matrice chi siano quei terroristi che già si scutibili: pluriculturalismo, società multietnica, di questa terribile stratrovano in Europa o vi approdano ge. E continua una larper farci saltare in aria. La sai incontro tra le civiltà, dialogo interreligioso. E ghissima convergenza l’ultima? Viene da Alfano, che ha che talvolta vedono nel terrorismo la reazione dell’establishment «poliproposto una «Commissione per contro le colpe dell’Occidente, colonialismo e ticamente corretto» (parla antiradicalizzazione islamica globalizzazione. Come attribuiscono, usando lamentari, intellettuali, e per l’italianizzazione delle mocategorie marxiste putrefatte, il malessere dei giornalisti, mezzibusti schee». Ci sarebbe da ridere, se giovani immigrati alla miseria economica (ma del video, preti lavoranon si dovesse piangere. Nessuno tori dell’accoglienza) in potrà mai spogliare l’Islam della allora i terroristi di buona famiglia di Dacca?) una strategia buonista radicalizzazione, che è tutt’uno o alla mancata integrazione (ma siamo sicuri comune. La preoccupacon l’anima della religione di Mache gli islamici vogliano integrarsi?) zione quasi ossessiva ometto; quanto, poi, a rendere itasembra essere quella di liane le moschee, siamo nel totale trovare argomenti, se non per giusti- di Dio il sangue di un fratello. Dobbiaridicolo. Una bestemmia per un ficare, almeno per tenere distinti gli mo essere accoglienti e ospitali». Non islamico, dato che non sarebbero autori delle stragi dall’appartenenza importa che gran parte dei terroristi più moschee. La religione islamica siano islamici accolti in Eualla religione islamica. non ha avuto riforme o muAnche nel caso di Nizza. Il ca- ropa, come il diciassettenne tamenti rilevanti. E proprio L’ultima viene da Alfano, che ha proposto una mionista che ha ucciso spietatamen- afgano che in Germania ha perciò costituisce il più forte «Commissione per la antiradicalizzazione islate un centinaio di innocenti era una ferito con l’ascia alcune perfattore di unificazione di quei mica e per l’italianizzazione delle moschee». Ci personalità complessa e confusa, era sone. popoli «nel Dio che è Grande e sarebbe da ridere, se non si dovesse piangere. sì di origini islamiche e tunisine, ma nel suo profeta Maometto». Ciò che Bergoglio si le aveva dimenticate: beveva alcol, guarda bene dall’usare è Se il multiculturalismo è Nessuno potrà mai spogliare l’Islam della radimangiava suino, era bisessuale, e poi la parola «religione»: se essa, un non-senso, l’interculturalicalizzazione, che è tutt’uno con l’anima della aveva perso l’equilibrio psichico per ci dice, è amore e misericorsmo, cioè la convivenza pacifica religione di Maometto; quanto, poi, a rendere motivi economici e per l’abbandono da dia, come può esserci una di diverse culture, può essere italiane le moschee, questa è una bestemmia parte della moglie. Solo da poco tempo guerra di religione? La terza una valida finalità. Ma quanto per un islamico, dato che non sarebbero più aveva riscoperto la religione dei padri. guerra si combatte soprattutdifficile! Ce lo mostra Giovanmoschee. La religione islamica non ha avuto Più che ad un gesto di islamismo ra- to col terrorismo (reale e sul ni Sartori nelle sue dieci lezioni dicale si pensa ad un raptus di follia, video). Ma chi lo esercita? Il sulla nostra società in pericolo: riforme. E proprio perciò costituisce il più forte possibile in chiunque. «L’Islam oggi vincente è quello papa ha ragione a sottolinefattore di unificazione di quei popoli «nel Dio A questa negazione della «guer- are che non tutti gli islamici estremista e fondamentalista, che è Grande e nel suo profeta Maometto» ra di religione» aderisce anche la sono terroristi, ma non può l’Islam dell’odio e del rigetto grande autorità di papa France- certo nascondere che coloro dell’Occidente. Anche la Turchia sco, con una distinzione. Da mesi che lo esercitano sono tutti islamici. ste putrefatte, il malessere dei giovani non dimostra che l’Islam è democratizegli sostiene che siamo entrati nella Chi ha versato il sangue del fratello (e il immigrati alla miseria economica (ma zabile, ma, semmai, quanto non lo sia» «terza guerra mondiale, combattuta proprio) al Charlie Hebdo e al Bataclan allora i terroristi di buona famiglia di (La corsa verso il nulla, Mondadori). a pezzetti». Ma insiste che in tutto di Parigi, agli areoporti di Bruxelles e Dacca?) o alla mancata integrazione © Riproduzione riservata M