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L’abete bianco: un gigante in pericolo
Gli alberi più imponenti dei boschi svizzeri sono gli abeti bianchi,
che possono raggiungere i 60 metri di altezza e i 2 metri di diametro del tronco a petto d’uomo e possono vivere fino a 600 anni.
L’area di diffusione dell’abete bianco è limitata a parti dell’Europa
meridionale e centrale. Questa specie si trova principalmente
nell’arco alpino e nei rilievi dell’Europa sud-orientale, dove la sua
presenza è però fortemente calata negli ultimi due secoli.
Nei Grigioni l’abete bianco è la principale varietà di albero che
si ritrova nelle abieti-faggete e nelle abieti-peccete, tra i 700 e
i 1600 m slm. A nord l’abete bianco è presente fino a Sedrun,
Andeer e Tiefencastel. A sud si è insediato in vaste aree della
Mesolcina e della Calanca, nella parte inferiore della Bregaglia,
nonché in alcune zone della Valposchiavo. Le Alpi centrali con il
loro clima eccessivamente freddo e asciutto, hanno quote troppo
elevate per l’abete bianco.
Elementi distintivi
dell’abete bianco
Gli aghi sono piatti e hanno la punta
arrotondata. La pagina superiore è di
colore verde scuro e lucida, mentre
quella inferiore presenta due caratteristiche linee parallele biancastreargentee.
Le pigne sono disposte verticalmente
verso l’alto e non verso il basso come
nel caso dell’abete rosso. Maturati i
semi, le scaglie delle pigne si sfaldano, lasciando l’asse centrale nudo.
Gli abeti bianchi adulti hanno una corteccia screpolata di colore biancogrigio, la chioma è di colore verde-blu
cupo. Negli esemplari vecchi e in
quelli in cattive condizioni di salute si
forma un appiattimento della chioma,
chiamato «nido di cicogna».
Funzione protettiva
dell’abete bianco
L’abete bianco è indispensabile per la
stabilità dei nostri boschi di protezione. Con le sue forti e profonde radici
a fittone o a cuore si ancora a fondo
nel terreno, esercitando un effetto
di stabilizzazione del pendio. Avendo un’elevata resistenza ai funghi,
sopporta bene i danni alla corteccia,
motivo per cui è anche ideale quale
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protezione dalla caduta di massi. Grazie alla buona ramificazione inferiore
della chioma, è anche poco soggetto
a sradicamenti provocati dal vento.
L’abete bianco non viene attaccato
dagli stessi organismi nocivi (p. es. bostrico) dell’abete rosso. L’inserimento
dell’abete bianco riduce perciò il
rischio della riproduzione di massa di
organismi nocivi. Questo è un aspetto
particolarmente importante in relazione ai prossimi cambiamenti climatici.
Rigenerazione dell’abete bianco
Gli esemplari giovani di abete bianco
tollerano molto bene l’ombra. Esso
può «attendere» per decenni sotto
copertura, per poi emergere non
appena liberato.
L’abete bianco è molto amato da
caprioli, camosci e cervi quale pianta
di pastura. Insieme al tasso è però
purtroppo anche il tipo di pianta
che sopporta peggio di tutti la perdita dei germogli terminali. Di regola
impiega due anni prima di formare
una nuova cacciata principale. Per
questo motivo, a causa della brucatura degli ungulati, da decenni la
rigenerazione dell’abete bianco è
insufficiente in vaste zone della sua
area di diffusione.
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Abete bianco
Corona di abete bianco con pigne
Radice di un abete bianco
Pagina inferiore di un ago
Germoglio
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Scheda informativa abete bianco
Aprile 2008
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