INTRODUZIONE COS’È UN PROGETTO EDUCATIVO DI GRUPPO E A COSA SERVE? Il Progetto Educativo di Gruppo (P.E.G.) è lo strumento che ispirandosi ai principi dello scoutismo, individua le sfide in cui un Gruppo è chiamato ad impegnarsi per un determinato arco di tempo. Il P.E.G. è elaborato dalla Comunità Capi, la quale, sulla base di quanto emerso dalla verifica del precedente P.E.G. analizza come sono cambiate le realtà dei ragazzi e del territorio per individuare punti di attenzione per il suo intervento educativo futuro. L’azione educativa di ogni staff (insieme dei capi che seguono l’unità) si inserisce nella più ampia educazione che il ragazzo sperimenta nei diversi ambiti educativi, in cui gioca un ruolo predominante la famiglia; coscienti di ciò, siamo convinti che tra noi e le famiglie sia necessaria una condivisione degli obiettivi e una conseguente collaborazione. Il P.E.G. serve per assicurare l’unitarietà e la continuità della proposta educativa di un Gruppo all’interno delle diverse unità (Branco, Reparto, Noviziato e Clan) e il suo adattamento alla realtà locale. Per questo motivo è necessario che sia uno strumento dinamico e che sia verificato periodicamente. Il P.E.G. ha anche la funzione di rendere l’azione educativa di ogni capo e di ogni staff più incisiva: il programma specifico di ogni unità discende, infatti, direttamente dalle Sfide Educative individuate nel P.E.G. che vengono adattate secondo il metodo specifico di ogni branca A COSA EDUCHIAMO Noi capi educatori scout, seguendo l’idea originale di Baden Powell1, basiamo la nostra intenzionalità educativa su quattro punti fondamentali, che mirano a non tralasciare alcun aspetto di uno sviluppo armonico della persona, con una progressione adatta all’età. I quattro punti di Baden Powell sono: 1) Formazione del carattere; 2) Salute e forza fisica; 3) Abilità manuale; 4) Servizio al prossimo. Per Formazione del Carattere si intende uno sviluppo della personalità che porti l’individuo ad avere una relazione positiva con se stesso, tale da consentirgli la capacità di fare quelle scelte che lo porteranno a scoprire chi vuole e chi può essere, decidendo autonomamente i modi e i tempi per giungervi, con responsabilità, nella condivisione di essere unico ed irrepetibile, cosciente dell’esistenza di un progetto che Dio ha su di lui. Per Salute e Forza Fisica si intende una conoscenza ed un rapporto positivo con il proprio corpo quale dono di Dio e fonte di relazione con gli altri e con l’ambiente; avere cura del proprio corpo, ricercare una alimentazione sana, riposarsi correttamente, ricercare 1 Fonti: Scoutismo per ragazzi, Il manuale dei Lupetti, La strada verso il successo, Taccuino, e le altre Sue opere. Statuto dell'Associazione, Patto Associativo, Regolamento Metodologico (consultabili sul sito www.agesci.org sezione Download) ritmi naturali di vita, esprimersi, vivere correttamente e serenamente la propria sessualità, saper affrontare la fatica, la sofferenza, la malattia, la morte. Per Abilità Manuale si intende una relazione creativa con le cose. Educare alla manualità permette all’educando di sviluppare una progettualità pratica, un’autonoma capacità di realizzare cose, partendo da mezzi poveri. La dimensione concreta del realizzare, oltre a capire l’importanza del concretizzare, permette al ragazzo di scontrarsi con i suoi limiti accettandoli e cercando di superarli, scoprendo che dopo la fatica, viene la gioia della realizzazione. Per Servizio al Prossimo si intende l’educazione all’amore per gli altri, al bene comune e alla solidarietà, a scoprire la ricchezza della diversità nelle persone, a vivere e lavorare insieme per costruire un mondo più giusto, a rendersi utili in qualunque momento ciò sia richiesto, mettendo a disposizione le proprie energie e capacità. Trasversalmente è da considerarsi la formazione spirituale che ci consente di legare con naturalezza le quattro “dimensioni personali” sopra citate, avendo come riferimento la figura di Gesù quale compagno di questo cammino di crescita e di cambiamento. L’idea che ci prefiggiamo è quella di accompagnare il cammino dei ragazzi verso una scelta per essere Uomo/Donna della Partenza, che in estrema sintesi si traduce in una persona che: • sappia leggere ciò che attorno gli succede e le relazioni che intreccia con gli altri • sia capace di interpretare le sue trasformazioni interiori • sappia ascoltare le altrui esigenze • sia in grado di cambiare concretamente il mondo in cui vive, lasciando una traccia: la traccia del buon cittadino del mondo. REALTÀ ESTERNA ANALISI DEL TERRITORIO Il territorio in cui opera il Gruppo Scout MI30 è compreso tra il Parco Forlanini, la Tangenziale Est, l’agglomerato di Monluè, l’Ortomercato, via Bonfadini e piazza Ovidio. Corrisponde al territorio della ex zona 13, oggi parte della 4 del decentramento cittadino. La zona, che si è costituita nel primo dopoguerra tranne il nucleo storico di Monluè (presente dal 1600), vede quartieri con case costruite con il sistema delle cooperative, ormai tutte riscattate, quartieri di edilizia popolare in affitto, edilizia privata e una zona commerciale tra via Mecenate e via Salomone costituita da capannoni industriali centri sportivi e studi televisivi. Il processo di riprogettazione delle aree periferiche è particolarmente presente nella nostra zona: la riqualificazione del quartiere ponte lambro, le nuove edificazioni intorno alla parrocchia di San Galdino, il quartiere Santa Giulia sono una realtà tangibile che portano con se nuovi residenti e nuove necessità di servizi tra i quali quello educativo. Il gruppo ha sede nella parrocchia di San Galdino attorno alla quale sono presenti le case popolari dell’Aler, i condomini di nuova edificazione e alcuni capannoni commerciali. AMBITI DI AZIONE DEL GRUPPO Il territorio da cui provengono i ragazzi e le ragazze del gruppo si è diversificato e notevolmente ampliato rispetto all'area in cui il gruppo presta opera. Partendo da questa considerazione la comunità capi si interroga quindi sulla relazione che il gruppo ha nei confronti del territorio che lo ospita. Per questo motivo si ritiene di stabilire un programma di impegni ed azioni concrete a breve e a lungo termine al fine di definire l'azione del gruppo nei confronti della realtà esterna: A breve termine: 1. Il nostro ruolo nella Chiesa locale e nei confronti delle associazioni del territorio. - Nell'ambito delle trasformazioni che le cinque parrocchie stanno portando avanti, la comunità capi individua la necessità di relazionarsi in maniera più partecipativa con l'Unità Pastorale Forlanini. - Nei confronti delle associazioni del territorio si è sviluppato un particolare rapporto di collaborazione con l'associazione Centesimus Annus con sede in Via Monluè 65 Milano, la quale si occupa di offrire accoglienza a immigrati lavoratori con permesso di soggiorno affittando stanze indipendenti. Nell'inverno 2008-2009 è stata una delle sedi designate dal comune per ospitare i senza tetto e dar loro un pasto caldo, all'interno del programma “paino freddo”. Il nostro gruppo scout ha identificato la collaborazione all'interno di questo programma come un'occasione di servizio e di conoscenza della realtà sociale a cui partecipare come capi e da proporre ai ragazzi del clan. Da quest'occasione è iniziata una collaborazione fattiva che vede concretamente impegnati capi e ragazzi non solo nella realizzazione di alcune attività ma anche nella gestione di alcuni ambiti dell'associazione stessa. - Sono poi presenti sul territorio molte associazioni con le quali il gruppo ha attivamente collaborato e verso le quali ci piacerebbe poter individuare dei percorsi comuni di collaborazione partendo da alcuni temi per noi cari come la possibilità per i nostri ragazzi di svolgere un servizio o l'approfondimento e la conoscenza attraverso il confronto su tematiche comuni. Ad oggi siamo anche consapevoli che le nostre forze interne non ci consentono di essere presenti in troppi contesti non per questo ci tiriamo indietro di fronte a occasioni di reale positiva collaborazione 2. La comunità capi ritiene importante per ogni branca definire delle occasioni per testimoniare e raccontare la propria identità e la propria attività: - proponendo degli eventi aperti, come la giornata aperta di branco e la veglia rover del clan, che possano progressivamente diventare patrimonio pubblico della comunità che vive nel territorio stesso. - defindendo i termini della partecipazione da parte del gruppo ad alcuni eventi già consolidati, in relazione alla loro valenza educativa, come ad esempio la festa della pace. A lungo termine: 3. La sede. Frutto del percorso maturato nel passato Progetto Educativo di Gruppo è il riconoscimento della valenza educativa di una piena proposta di vita all'aria aperta. Espressione di questo percorso sono gli investimenti educativi che il branco ha fatto sul parco di Monlué, luogo ormai riconoscibile dai bambini ed educativamente irrinunciabile, mentre il reparto inizia un percorso di maggior presenza all'interno del parco Galli. Nell'ambito di tale riflessione trova spazio la necessità sempre più importante di offrire al gruppo una sede accogliente e utilizzabile che risolva le problematiche delle ridotte dimensioni della sede di san Galdino e dell'assenza di un posto caldo e chiuso a Monlué per il branco. 4.La valenza della sede quale luogo educativo, unita alla necessità di avere a disposizione degli spazi all'aria aperta, implica inevitabilmente delle riflessioni sul nostro modo di stare nel territorio rispetto alle sue zone di vuoto educativo, alle parrocchie esistenti e alle diverse agenzie educative (centri di aggregazione giovanile, scuole). 5. La necessità di creare un'occasione di approfondimento aperta al territorio su di una tematica di interesse educativo e sociale. Tale esigenza nasce dalla presa di coscienza dell' A.G.E.S.C.I. in quanto agenzia educativa e per questo chiamata a testimoniare una sua posizione in merito a tematiche sia che riguardano i nostri ragazzi che vivono nella società di oggi sia rispetto a questioni con cui il gruppo, nell'ambito delle sue diverse attività, viene a contatto. REALTÀ INTERNA Branco della Stella polare (età 8-12 anni) Il branco della stella polare è composto da 30 bambini, di cui sette nuovi, di età compresa tra gli 8 e i 12 anni. La staff è composta da 3 capi,2 uomini e una donna, e da due scolte in servizio. Le nostre attività ( le cacce) sono solitamente svolte all'interno del parco di Monluè. I bimbi provengono per la maggior parte dal quartiere Forlanini,tra i tre ponti e viale Ungheria. Sono Tutti, o quasi,bambini estremamente impegnati e spesso passano fuori casa gran parte del giorno (di solito fanno diversi sport, corsi di musica,...). Quasi tutti hanno alle spalle un' educazione familiare cristiana che li porta a frequentare il catechismo e la parrocchia attivamente. E' un branco che, avendo fatto tesoro dell'esperienza positiva degli scorsi anni, si sta dimostrando capace di avvertire la novità dell'inserimento dei cuccioli e si sente stimolato dalla possibilità di conoscerli e di accoglierli nel migliore dei modi che conosce un bimbo: giocando. Il tutto in un clima di profonda e autentica serenità che ha fatto sì che i cuccioli iniziassero ad avvertire un clima di Famiglia Felice. Durante gli scorsi anni si è avviato un importante percorso che poneva l'accento sulla progettualità e sull' irriducibile singolarità del bimbo. I risultati si vedono quotidianamente. I bimbi, specialmente i più grandi, iniziano a comprendere l'importanza e la bellezza della scelta, anche nelle piccole cose, e sperimentano l'importantanza del rendersi protagonisti della loro crescita progettandosi quotidianamente con il gioco delle prede o con le specialità. E' un branco che gioca e cresce traendo spunto dal percorso del singolo, dai suoi interessi,dalle sue inclinazioni, dai suo carismi. Riteniamo che il branco sia pronto all'avvio di un nuovo percorso ( che si incastra naturalmente su quello degli anni scorsi) sulla responsabilità che possa permettere loro di raccontarsi alla comunità e di “ aprire le ali” rendendosi sempre più partecipi e protagonisti nella decisione delle sorti del branco. Reparto Topi di Campagna (età 12 – 16 anni) Il Reparto “Topi di Campagna” è attualmente composto da 5 guide (Sq.Volpi) e 12 esploratori (Sq. Phoenix e Sq. Squali) nella gran parte provenienti dall’area residenziale nelle imminenti vicinanze della nostra sede (fanno eccezione 3 ragazzi). I ragazzi hanno alle spalle condizioni familiari per lo più molto solide che sostengono la loro scelta associativa; pochi praticano attività sportive o formative (musica, teatro) al di fuori delle occasioni offerte nel contesto scolastico; circa la metà svolge costantemente attività oratoriale. Il percorso intrapreso con il passato Progetto Educativo ha permesso al Reparto di acquisire una conformazione stabile che va solidificandosi intorno al modello di lavoro offerto dalla Squadriglia e dalla progettazione in piccoli gruppi di porzioni crescenti della vita di Unità. Molto positiva la risposta dei grandi (Consiglio Capi) assai gelosi del loro ruolo di direzione del Reparto e pronti a cogliere la sfida di responsabilità che questo comporta. Il Reparto si riconosce oggi intorno ad una modalità di relazione fra i suoi membri, Capi compresi, assai semplice e diretta, che fa dell’ironia, del gioco, della libertà di espressione e di un certo tono da “caciara” i suoi tratti più evidenti, senza con ciò venir meno alla fratellanza e al rispetto fra tutti; questo forte spirito di gruppo non impedisce l’accoglienza dei nuovi piccoli, immediatamente fatti parte di questo gioco, e favorisce il superamento della oggettiva condizione di minorità numerica in cui si trovano le ragazze. Clan Kiowa e Noviziato Sirio (età 16 – 20 anni) Fanno parte della comunità Rover e Scolte (R/S), che comprende clan e noviziato, 7 ragazze e 2 ragazzi, complessivamente di età compresa tra 16 e 20 anni. Di questi, 2 provengono da fuori Milano. Per quanto concerne la loro occupazione, la maggior parte è studente, di scuola superiore (7) o università (2), la restante parte (1) lavora. Quasi nessuno vive costantemente e autonomamente una relazione con la Chiesa locale; ciò fa sì che l’esperienza scout rappresenti, per essi, l’unica occasione di crescita e maturazione in merito alla scelta di fede e al confronto con la proposta del Vangelo. Una sola ragazza ha iniziato il percorso di discernimento verso la Partenza. Negli ultimi 10 anni, 15 ragazzi del clan hanno preso la Partenza; di questi, 11 hanno scelto di prestare servizio in Comunità Capi. Dei medesimi, 4 sono usciti. La comunità R/S da molti anni si sostiene su un numero piccolo di ragazzi. Ciò ha spesso reso difficile portare avanti in maniera concreta e con il contributo di tutti un progetto. Le assenze, che spesso risultano del tutto compatibili e coerenti con gli impegni scolastici e lavorativi dei ragazzi, a volte limitano le forze e rallentano i meccanismi decisionali della comunità, a scapito della tensione positiva che anima il percorso che auspichiamo per il gruppo. Lo stile e la configurazione attuale della comunità R/S è il frutto di un percorso iniziato 6 anni fa e partito dalla constatazione della scarsa aderenza della proposta di scoutismo fatta ai ragazzi, soprattutto in merito alle disattese modalità e peculiarità del metodo scout. Grazie al corresponsabile supporto della Comunità Capi, i capi clan hanno saputo ridare vita e significato alla proposta di roverismo tipica della branca. Tale giro di vite ha implicato anche la scelta, da parte di alcuni dei ragazzi che componevano la comunità di allora, di lasciare lo scoutismo. Questa è una legittima ed attuale possibilità che, se pensata in maniera matura e consapevole, riteniamo educativa. Da allora, il cuore dell’attività R/S è sulla strada. Le occasioni in cui camminiamo insieme, tra Alpi e pellegrinaggi, rappresentano il contenitore in cui avvengono e sono celebrati i momenti di scelta del singolo e della comunità. L’ultimo periodo ha visto anche esso la fuoriuscita di alcuni membri della comunità; dal nocciolo che si è venuto a formare è scaturita – pare – la convinzione che fare insieme concretamente sia esigenza e motivo per continuare a far parte della comunità. Il passo – grande bello impegnativo – che attende la comunità R/S e i suoi capi si chiama mattone. Rappresenta l’intenzione concreta di trasformare le esperienze e i pensieri fatti in passato (Scampia e legalità, Centesimus Annus e immigrazione, Assisi e la figura del pellegrino) in impegno. LE SFIDE EDUCATIVE "L'uomo e la donna della partenza, buoni cittadini del mondo", questa è l'idea verso la quale ci proponiamo di accompagnare i ragazzi nella nostra proposta/azione educativa. Persone importanti per la loro unicità, in grado di scegliere, conoscersi, farsi conoscere, vivere con gli altri e capaci di darsi da fare per gli altri nella consapevolezza di essere creature di Dio, chiamati a scoprire e vivere attivamente il suo Progetto. Dall'Art.22 dello Statuto Agesci2: Il Progetto educativo del Gruppo, ispirandosi ai principi dello scoutismo ed al Patto associativo, individua le Aree di Impegno Prioritario per il Gruppo a fronte delle esigenze educative emergenti dall’analisi dell’ambiente in cui il Gruppo opera e indica i conseguenti obiettivi e percorsi educativi. Partendo dal presupposto che le Aree di Impegno Prioritario sono lo strumento necessario per rendere la proposta educativa del nostro gruppo coerente e continuativa oggi più di ieri abbiamo la necessità di impegnarci individuando delle vere e proprie sfide educative. Sulla base delle Sfide Educative vengono periodicamente elaborate (condivise e verificate insieme con gli altri appartenenti alla 2 http://www.agesci.org/risorse/downloads/archivio/home/Documenti_Ufficiali/Statuto_Agesc i_2009.pdf Comunità Capi e i genitori) le Attenzioni Educative proprie di ogni progetto di unità. L'Attenzione Educativa precisa il comportamento e la linea che l'educatore tiene durante lo svolgimento delle attività e nelle altre occasioni d'incontro con i ragazzi per favorire la crescita e la formazione del singolo. Non si tratta di stabilire cosa i ragazzi devono fare o devono diventare, l'Attenzione Educativa riguarda l'adulto come soggetto dell'educazione e il bambino/ragazzo come fruitore attivo di questa educazione. La definizione di un progetto per Attenzioni Educative nasce dalla convinzione che il cambiamento nei ragazzi sia frutto di diversi fattori tra i quali, per citare quelli che per noi sono più importanti: 9 La possibilità di fare insieme le cose 9 Il clima caldo e accogliente che si instaura nell'ambiente educativo (del quale sono responsabili gli educatori) 9 La ritualità dei comportamenti e delle proposte 9 L'esempio concreto dei capi-educatori LA NOSTRA SFIDA EDUCATIVA: LA RESPONSABILITÀ Nella nostra esperienza di Capi Scout con bimbe e bimbi, ragazze e ragazzi, e giovani abbiamo osservato, rispetto al loro cammino per diventare persone pienamente responsabili, sia dei limiti che delle risorse su cui costruire la nostra proposta educativa: − Il limite consiste nella difficoltà a decodificare le situazioni in cui si trovano, così da essere in grado di elaborare e sostenere una propria strategia di azione rispetto ad esse. I ragazzi hanno difficoltà a trovare delle proprie interpretazioni che non si riducano a raccogliere e ripetere acriticamente quelle facili e scontate già confezionate. − Le risorse si concentrano in un loro inappagato desiderio di autenticità in ciò che fanno, che sono e che dicono di essere. Questo desiderio è voglia di originalità, di essere pienamente se stessi e di venire riconosciuti come tali nella propria personale unicità. Riteniamo quindi di dover rispondere a questo desiderio aiutando i nostri bimbi e bimbe, ragazzi e ragazze, e giovani a costruire un'identità vera, autentica e dotata di senso, che si sviluppi nel costante confronto con il mondo, garantendosi così di non risultare astratta-alienata rispetto ad esso. Riconosciamo in Cristo e nel suo modello di vita narrato nei Vangeli il termine di confronto privilegiato per stimolare, attraverso l'esperienza e la preghiera, ad una risposta che scopra ed accolga la chiamata a fare la propria parte nella edificazione del Regno. Troviamo che la piena concretizzazione di un'identità di questo tipo si traduca in una persona che abbia la voglia e il coraggio di puntare in alto e liberare i propri sogni, tanto nelle scelte con cui costruisce se stessa quanto nelle azioni con cui interviene sulla realtà, rendendo sempre più profondi, critici e radicati tanto la propria visione del mondo quanto la consapevolezza della propria vocazione, ed, in essa, del proprio ruolo politico all'interno del mondo stesso. Un'identità che, così fatta, giudichiamo responsabile. ITINERARI PEGAGOGICI Per aiutare bimbi, ragazzi e giovani nella costruzione di un'identità responsabile riteniamo di doverli accompagnare nell'identificare, concretizzare e condividere le proprie scelte: • identificare: scoprire gli interessi che orientano le proprie scelte e che conferiscono una posizione personale rispetto al mondo. Relazionarsi col mondo e sapersi far provocare da esso, individuando con sempre più chiarezza i propri possibili spazi d'azione. Cogliere di ogni esperienza la dimensione problematica che esige e motiva un progetto di risposta. Accogliere il rivelarsi della propria vocazione rispetto al disegno di Dio nella vita personale, nella relazione con gli altri e nel proprio ruolo all'interno del mondo. • concretizzare: progettarsi per concretizzare le scelte. Cogliere la necessità di scandire i progetti in fasi determinate da obbiettivi chiari, concreti e verificabili. • condividere: raccontarsi testimoniando spontaneamente le proprie scelte. La scelta è viva e reale solo quando è apertamente testimoniata, non quando viene nascosta. ATTENZIONI EDUCATIVE INTERBRANCA Le passate esperienze condivise in Comunità Capi ci permettono di suggerire ad ogni Staff di Unità che utili strumenti per favorire i processi sopra indicati sono: 1. offrire ai bimbi e ai ragazzi occasioni di incontro con persone e situazioni significative; 2. offrire contesti di rilettura cristiana della propria esperienza e quindi di incontro con la fede; 3. costruire con i diretti interessati la scansione in tappe per la realizzazione del progetto prescelto; 4. raccontare e motivare le nostre scelte per poter poi attendere da loro lo stesso; 5. non considerare opzionale il momento di condivisione e testimonianza di una scelta personale o collettiva. AMBITI DEL PROGRAMMA DI COMUNITÁ CAPI (A.A. 2009/2010) FORMAZIONE DELLA - La partenza: educare alla scelta in Branco, Reparto e NoviziatoClan. - Educare al cambiamento, crescere nella discontinuità. - Tempi, occasioni e strumenti per favorire la scoperta di sé, della Branca, degli altri, di Cristo. - Strumenti di Branca per la Progressione Personale Unitaria. - Spazi di gestione della vita di Branca da lasciare a bimbi e ragazzi. - Relazione singolo-comunità nella definizione e verifica delle scelte. - Il Progetto Unitario di Catechesi (PUC). Scoutismo, comunità cristiane e Chiesa. INDICATORI DI VERIFICA Verifica sui ragazzi e la vita di Branca Identificazione della scelta: Come hanno risposto bimbi e ragazzi di fronte alla proposta del nuovo? Quanto hanno colto insolite ed impegnative sfide? Come rendere ciò più accattivante per loro? Concretizzazione della scelta: Quali e quanti spazi della vita di Branca sono gestiti da bimbi e ragazzi? Quali passi per estenderli? Quanto la Progressione Personale Unitaria è l’asse portante dell’intera vita di Branca? Quali spazi potrebbero ancora aprirsi? Condivisione della scelta: Qual è il livello di consapevolezza che ciascuno possiede del proprio percorso, di quello degli altri, del cammino dell’intera comunità? Come alzare questo livello? Verifica sull’azione dei Capi Identificazione della scelta: Quali e quante occasioni abbiamo offerto per favorire la scoperta di sé, dell’altro, della Branca, di Cristo? Quali e quante per permettere di non fermarsi a idee e scelte di vecchia data? Ve ne sono di nuove da introdurre? Di vecchie da migliorare? Quali attenzioni tenere? Concretizzazione della scelta: Quali strumenti abbiamo offerto per chiarire le scelte e la loro progettazione? Con quanta frequenza li abbiamo richiamati? Cosa potrebbe aiutarci? Condivisione della scelta: Come abbiamo favorito la condivisione di scelte e percorsi? Quali spazi abbiamo lasciato o creato per questo uso? Con quale attenzione li abbiamo gestiti? PATTO ASSOCIATIVO Il Patto associativo è la sintesi delle idee e delle esperienze maturate nell'ASCI e nell'AGI, accolte e sviluppate nell'AGESCI. E' il legame che esprime le scelte fatte dai Capi e dagli Assistenti ecclesiastici dell'Associazione, l'identità, l'impegno e le speranze che tutti condividono. E' il punto di riferimento per ogni successivo arricchimento. Ci impegniamo a rispettarlo perché riconosciamo nei suoi contenuti il fondamento del nostro servizio educativo e uno stimolo per il cammino di formazione personale. Il Patto associativo è rivolto anche alle famiglie dei ragazzi e a tutti coloro che sono interessati ai problemi dell'educazione, perché possano comprendere quali siano le caratteristiche dell'Associazione. L'ASSOCIAZIONE L'Associazione accoglie e riunisce Capi e ragazzi. I Capi, donne e uomini impegnati volontariamente e gratuitamente nel servizio educativo, offrono alle ragazze e ai ragazzi i mezzi e le occasioni per una maturazione personale e testimoniano le scelte fatte liberamente e vissute con coerenza. L'Associazione adotta i principi e il metodo della democrazia. Affida gli incarichi educativi e di governo, a una donna e a un uomo congiuntamente, con pari dignità e responsabilità. Lo scopo dell'Associazione è contribuire, secondo il principio dell'autoeducazione, alla crescita dei ragazzi come persone significative e felici. Ci rivolgiamo ai giovani come a persone capaci di rispondere liberamente alla chiamata di Dio e di percorrere la strada che porta all'incontro ed alla comunione con Cristo. Offriamo loro la possibilità di esprimere le proprie intuizioni originali e di crescere così nella libertà inventando nuove risposte alla vita con l'inesauribile fantasia dell'amore. La nostra azione educativa si realizza attraverso esperienze di vita comunitaria, nell'impegno e nella partecipazione alla vita sociale ed ecclesiale. Operiamo per la pace, che è rispetto della vita e della dignità di ogni persona; fiducia nel bene che abita in ciascuno; volontà di vedere l'altro come fratello; impegno per la giustizia. La nostra azione educativa cerca di rendere liberi, nel pensare e nell'agire, da quei modelli culturali, economici e politici che condizionano ed opprimono, da ogni accettazione passiva di proposte e di ideologie e da ogni ostacolo che all'interno della persona ne impedisca la crescita. La proposta educativa è vissuta localmente dal Gruppo scout, momento principale della dimensione associativa, di radicamento nel territorio e di appartenenza alla chiesa locale. La Comunità Capi, custode dell'appartenenza associativa, è luogo di formazione permanente per i Capi e di sintesi della proposta educativa. Cura l'attuazione del Progetto educativo, l'unitarietà della proposta scout e il dialogo con le famiglie, principali responsabili dell'educazione dei ragazzi. Si pone anche come osservatorio dei bisogni educativi del territorio, in collaborazione critica e positiva con tutti coloro che operano nel mondo dell'educazione. Per attuare questo programma profondamente umano, pensiamo che solo Cristo è la verità che ci fa pienamente liberi; questa fede è lo spirito che dà vita alle cose che facciamo. LA SCELTA SCOUT I Capi testimoniano l'adesione personale alla Legge e alla Promessa scout. Svolgono il loro servizio secondo il metodo e i valori educativi dell'Associazione, che si desumono dagli scritti e dalle realizzazioni pedagogiche di Baden-Powell, dalla Legge e dalla Promessa. Il metodo scout attribuisce importanza a tutte le componenti essenziali della persona, sforzandosi di aiutarla a svilupparle e a crescere in armonia, secondo un cammino attento alla progressione personale di ciascuno. Il metodo è fondato sui quattro punti di B.-P.: formazione del carattere, abilità manuale, salute e forza fisica, servizio del prossimo. Intendiamo valorizzare e far crescere i doni di ciascuno, al di là delle differenze e a partire dalla ricchezza che la persona è ed ha. Il metodo si evolve ed arricchisce nel corso della storia associativa e si caratterizza per: L'autoeducazione Il ragazzo è protagonista, anche se non l'unico responsabile, della propria crescita, secondo la sua maturazione psicologica e la sua età. Il Capo, con intenzionalità educativa, fornisce mezzi e occasioni di scelta in un clima di reciproca fiducia e di serena testimonianza che evita ogni imposizione. L'esperienza e l'interdipendenza tra pensiero e azione Lo scautismo è un metodo attivo: si realizza attraverso attività concrete. Il ragazzo è aiutato dal Capo a riflettere su tali esperienze per conoscere se stesso e la realtà, così da poter giungere gradualmente a libere valutazioni critiche e a conseguenti scelte autonome. La vita di gruppo e la dimensione comunitaria La persona sviluppa le proprie potenzialità vivendo con gli altri in un indispensabile rapporto di età e di generazione, che fa crescere Capi e ragazzi. In questo modo è possibile sperimentare una forma di vita fondata sull'accoglienza delle reciproche diversità e sulla fraternità, dove ciascuno è impegnato a mettersi a servizio degli altri. Nella comunità si vivono le possibili dinamiche politiche che si incontrano nel quotidiano. Il piccolo gruppo è laboratorio e palestra che, aiutando a costruire strumenti interpretativi della realtà e a sperimentare modalità di partecipazione, educa a una cittadinanza responsabile. La coeducazione Le Capo e i Capi dell'AGESCI condividono la responsabilità educativa e testimoniano l'arricchimento che viene dalle reciproche diversità. Nel rispetto delle situazioni concrete delle realtà locali e personali e dei diversi ritmi di crescita e di maturazione, offrono alle ragazze e ai ragazzi di vivere esperienze educative comuni, al di là di ogni ruolo imposto o artificiosamente costituito. Crescere insieme aiuta a scoprire ed accogliere la propria identità di donne e uomini e a riconoscere in essa una chiamata alla piena realizzazione di sé nell'amore. La coeducazione apre e fonda l'educazione all'accoglienza dell'altro. La vita all'aperto Giocare, vivere l'avventura e camminare nella natura insegna il senso dell'essenziale e della semplicità, permette di essere persone autentiche che colgono i propri limiti e la necessità di aiuto e rispetto reciproco tra noi e con tutto il creato. Capi e ragazzi sperimentano il legame tra l'uomo e la natura come espressione di un unico disegno di Dio Creatore, che ci ha posti come custodi attivi e responsabili del suo giardino. Il gioco Il gioco è un momento educativo in cui, attraverso l'avventura, l'impegno e la scoperta, il ragazzo sviluppa creativamente tutte le proprie doti, cogliendo meglio limiti e capacità personali, impara a riconoscere le regole e a rispettarle con lealtà. E' una costante e progressiva esperienza della comune aspirazione alla gioia, dispone all'entusiasmo, al senso del gratuito, all'apertura al nuovo, alla ripresa fiduciosa dopo ogni insuccesso, all'accettazione e al completamento reciproco. Il servizio Il valore educativo del servizio tende a portare l'uomo a realizzarsi nel "fare la felicità degli altri". E' impegno graduale, concreto, disinteressato e costante ad accorgersi degli altri, a mettersi al passo di chi fa più fatica ed a condividere i doni che ciascuno porta. La conoscenza della realtà e delle sue contraddizioni mostra come e dove operare, nello spirito di Cristo, per il bene comune dei fratelli e per il cambiamento di tutto ciò che lo ostacola. La fraternità internazionale Lo scautismo si incarna in modi diversi nei vari Paesi, vivendo i propri valori nella specificità delle differenti culture. Capi e ragazzi dell'AGESCI, nel legame coi loro fratelli nel mondo, vivono la dimensione della fraternità internazionale, che supera le differenze di razza, nazionalità e religione, imparando ad essere cittadini del mondo e operatori di pace. LA SCELTA CRISTIANA I Capi accolgono il messaggio di salvezza di Cristo e, in forza della loro vocazione battesimale, scelgono di farlo proprio nell'annuncio e nella testimonianza, secondo la fede che è loro donata da Dio. Gesù Cristo è, infatti, la parola incarnata di Dio e perciò stesso l'unica verità capace di salvare l'uomo. Questa salvezza, che si manifesta nella resurrezione di Cristo, ci dà la speranzacertezza che ogni partecipazione alla sofferenza e alla morte di Gesù, nei suoi e nostri fratelli, è garanzia di quella vita che Egli ci è venuto a portare con pienezza. Siamo così uniti dall'amore di Dio con tutti coloro che hanno questa stessa speranza e ci sentiamo responsabili, da laici e con il nostro carisma e mandato di educatori, di partecipare alla crescita di questo corpo che è la Chiesa, popolo di Dio che cammina nella storia. Operiamo in comunione con coloro che Dio ha posto come pastori e in spirito di collaborazione con chi si impegna nell'evangelizzazione e nella formazione cristiana delle giovani generazioni, anche partecipando alla programmazione pastorale. Per vivere questa esperienza di fede, che deve sempre crescere e rinnovarsi nell'ascolto della Parola di Dio, nella preghiera e nella vita sacramentale, apparteniamo a comunità che trovano il loro momento privilegiato nella celebrazione dell'Eucaristia e che si sforzano di informare la loro vita a uno spirito di servizio, come espressione concreta della carità. La Comunità Capi propone in modo esplicito ai ragazzi, con il metodo e la spiritualità che caratterizzano lo scautismo, l'annuncio di Cristo, perché anch'essi si sentano personalmente interpellati da Dio e gli rispondano secondo coscienza. Per questo impegno la Comunità Capi sostiene la crescita spirituale dei suoi Capi. L'AGESCI si propone come associazione di frontiera, che spesso rappresenta per molti ragazzi l'unica occasione di ricevere un annuncio di fede. In una realtà sempre più multiculturale cogliamo come occasione di crescita reciproca l'accoglienza nelle Unità di ragazze e ragazzi di altre confessioni cristiane, nello spirito del dialogo ecumenico, e di altre religioni, nell'arricchimento del confronto interreligioso. E' un dono che interroga l'Associazione su come coniugare accoglienza e fedeltà all'annuncio del messaggio evangelico, consapevoli che in Cristo tutta la realtà umana ed ogni esperienza religiosa trovano il loro pieno significato. LA SCELTA POLITICA La scelta di azione politica è impegno irrinunciabile che ci qualifica in quanto cittadini, inseriti in un contesto sociale che richiede una partecipazione attiva e responsabile alla gestione del bene comune. Il Progetto educativo, elaborato dalla Comunità Capi sulla base del confronto con la realtà e vissuto nelle Unità, è strumento per un'azione educativa che abbia valenza politica. La proposta scout educa i ragazzi e le ragazze ad essere cittadini attivi attraverso l'assunzione personale e comunitaria delle responsabilità che la realtà ci presenta. L'educazione politica si realizza non solo attraverso la presa di coscienza, ma richiede, nel rispetto delle età dei ragazzi e del livello di maturazione del gruppo, un impegno concreto della comunità, svolto con spirito critico ed attento a formulare proposte per la prevenzione e la soluzione dei problemi. La diversità di opinioni presenti nell'Associazione è ricchezza e stimolo all'approfondimento delle nostre analisi; tuttavia non deve impedirci di prendere posizione in quelle scelte politiche che riteniamo irrinunciabili per la promozione umana. Ci impegniamo pertanto a qualificare la nostra scelta educativa in senso alternativo a quei modelli di comportamento della società attuale che avviliscono e strumentalizzano la persona, come il prevalere dell'immagine sulla sostanza, le spinte al consumismo, il mito del successo ad ogni costo, che si traduce spesso in competitività esasperata. Ci impegniamo ad educare al discernimento e alla scelta, perché una coscienza formata è capace di autentica libertà. Ci impegniamo a rifiutare decisamente, nel rispetto delle radici storiche e delle scelte democratiche e antifasciste espresse nella Costituzione del nostro Paese, tutte le forme di violenza, palesi ed occulte, che hanno lo scopo di uccidere la libertà e di instaurare l'autoritarismo e il totalitarismo a tutti i livelli, di imporre il diritto del forte sul debole, di dare spazio alle discriminazioni razziali. Ci impegniamo a spenderci particolarmente là dove esistono situazioni di marginalità e sfruttamento, che non rispettano la dignità della persona, e a promuovere una cultura della legalità e del rispetto delle regole della democrazia. Ci impegniamo a formare cittadini del mondo ed operatori di pace, in spirito di evangelica nonviolenza, affinché il dialogo ed il confronto con ciò che è diverso da noi diventi forza promotrice di fratellanza universale. Ci impegniamo a promuovere la cultura, le politiche ed i comportamenti volti a tutelare i diritti dell'infanzia. Ci impegniamo a vivere e promuovere una cultura di responsabilità verso la natura e l'ambiente, coscienti che i beni e le risorse sono di tutti, non sono illimitati ed appartengono anche alle generazioni future. Ci impegniamo a sostenere nella quotidianità e a promuovere nell'azione educativa iniziative di equa ridistribuzione delle risorse e scelte di economia etica. A livello individuale il Capo vive la realtà concreta del suo oggi ed esercita la propria cittadinanza attiva in coerenza con i valori dell'Associazione. L'AGESCI, consapevole di essere una realtà nel mondo giovanile, sente la responsabilità di dare voce a chi non ha voce e di intervenire su tematiche educative e politiche giovanili sia con giudizi pubblici che con azioni concrete. Collabora con tutti coloro che mostrano di concordare sugli scopi da perseguire e sui mezzi da usare relativamente alla situazione in esame, in vista della possibilità di produrre cambiamento culturale nella società e per "lasciare il mondo un po' migliore di come l'abbiamo trovato".