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PAOLO SILVESTRI
Compositore, arrangiatore, direttore d’orchestra, pianista, da molti anni sperimenta l’incontro di linguaggi
differenti coniugando il jazz e la musica contemporanea con le tradizioni musicali popolari di tutto il
mondo. Diplomato in pianoforte presso il Conservatorio N. Paganini di Genova nel 1983 con il massimo
dei voti, è stato allievo dei corsi di Composizione e Analisi del Teatro Musicale tenuti da Sylvano Bussotti
presso la Scuola di Musica di Fiesole dal 1981 al 1985. Nel 1985 ha vinto il 1° Premio al Concorso
Internazionale di Composizione e Arrangiamento per Orchestra Jazz di Barga sezione Composizioni
Originali. Nel 2011 gli è stato assegnato il “PREMIO ALLA CARRIERA 2011” 20°Festival Musicale del
Mediterraneo.
Ha recentemente ultimato le registrazioni del suo nuovo disco intitolato AGORA TA’ con la cantante
Barbara Casini e con l’Orchestra Jazz della Sardegna, gli arrangiamenti per il nuovo disco di Sergio
Cammariere, le musiche dello spettacolo teatrale “TINELLO ITALIANO” da Altan di Giorgio Gallione con la
compagnia Teatro dell’Archivolto di Genova con cui collabora dal 1986 e dello spettacolo “LOOK UP
AMERICA” di Marco Melloni con Ugo Dighero.
Nel 2010 ha diretto al Maggio Musicale Fiorentino un proprio lavoro intitolato GERSHWIN’S SONGS,
arrangiamenti di brani di George Gershwin per quintetto jazz e orchestra sinfonica, con la partecipazione
del quintetto di Enrico Rava; ha diretto la WDR Big Band, una delle più prestigiose big band europee,
solisti John Taylor e Diana Torto, musiche di Kenny Wheeler e J. Taylor, 24. Internationales Jazz Festival
St. Ingbert (Germania), in diretta radiofonica europea.
Svolge attività come direttore d’orchestra realizzando programmi di musica propria e di altri come il
balletto CORTO MALTESE di Paolo Conte, dirigendo importanti orchestre tra le quali si ricordano:
l’Orchestra del Maggio Musicaleusicale Fiorentino, l’Orchestra Regionale Toscana, l’Orchestra Arturo
Toscanini, la Roma Sinfonietta, l’Orchestra del Teatro Lirico di Cagliari e importanti big band come la
WDR Big Band di Colonia, l’Orchestra Jazz della Sardegna, la Kick’n Sticks Big Band di Manneheim e
numerose altre. Ha composto 19 colonne sonore di film sia per il cinema che per la televisione tra i quali si
ricordano: per il cinema Il cosmo sul comò con Aldo, Giovanni e Giacomo, Nelle tue mani regia di Peter Del
Monte, Controvento regia di Peter Del Monte, Peggio di così si muore con i Broncoviz, Bimba regia di Sabina
Guzzanti, Bell’amico regia di Luca Dascanio, Tutti all’attacco regia di Lorenzo Vignolo.
Ha composto le musiche per più 70 spettacoli teatrali, musicali, di danza e di teatro per ragazzi, molti dei
quali prodotti dal Teatro dell’Archivolto di Genova, con cui collabora dal 1987, con la regia di Giorgio
Gallione, tra i quali si ricordano: il recente “Tinello Italiano” da Altan, “Monsieur Malaussene” e “La lunga
notte del dottor Galvan” di Daniel Pennac, “Seta” di Alessandro Baricco.
Perpianoeorchestra
ENRICO PIERANUNZI
pianoforte solista
PAOLO SILVESTRI
direzione e arrangiamenti
ITALIAN JAZZ ORCHESTRA
Fabio Petretti
direzione artistica
Giovedì 17 maggio 2012
Teatro Diego Fabbri, ore 21.00
ITALIAN JAZZ ORCHESTRA
L’Italian Jazz Orchestra è un’orchestra che si propone di sviluppare il concetto di Third stream, termine
coniato da Gunther Schuller per definire un jazz contaminato con la tradizione colta contemporanea
europea e aperto all’apporto di altre realtà musicali extra jazzistiche. Ibridazione e contaminazione fra le
culture, attraverso la musica potrebbe essere la mission che definisce questo progetto.
nel quale si sono messe a confronto e si fanno dialogare mentalità e competenze musicali che in Italia
spesso rimangono separate. Collaborano infatti in questa orchestra musicisti di estrazione puramente
classica, puramente jazzistica e musicisti nella maggior parte dei casi che hanno sviluppato il proprio
linguaggio percorrendo altre strade.
Questo progetto è nato circa un anno fa all’interno dell’Associazione Musicale Bruno Maderna dalla
collaborazione fra Fabio Petretti e Luigi Pretolani che, dopo varie esperienze maturate sia in campo
jazzistico che classico (per il primo da musicista per il secondo da manager con anni di studi classici alle
spalle) sono riusciti a riunire i musicisti/solisti più interessanti e versatili in campo nazionale. Questa
condensazione di talenti si pone come una novità assoluta in campo nazionale e cercherà di diventare
un punto di riferimento per altre produzioni musicali che abbiano l’intento di sperimentare nuovi
orizzonti. Il battesimo di questa orchestra è avvenuto con la composizione “Crytral Wall Jazz Suite”,
scritta da Fabio Petretti fra il novembre 2010 e il gennaio 2011.
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«Oggi e qui la musica può soltanto rappresentare le antinomie sociali nella sua stessa struttura, antinomie che sono
colpevoli anche del suo isolamento. Essa sarà tanto migliore quanto più profondamente saprà plasmare nella sua forma la
forza di quelle contraddizioni e la necessità del loro superamento sociale, quanto più puramente saprà enunciare nelle
antinomie del linguaggio formale che le è proprio, lo stato di necessità della condizione sociale, facendo appello, nel
linguaggio cifrato del dolore, alla trasformazione».
Theodor W. Adorno, in «Introduzione alla sociologia della musica », 1971, p. 85.
Saltarello
(A. Trovajoli – da Rugantino)
Canzone di Nausicaa
Enrico Pieranunzi
Una piccola chiave dorata
Enrico Pieranunzi
Night bird
Enrico Pieranunzi
Nuovo Cinema Paradiso
(E. Morricone)
Concerto per Enrico Pieranunzi
I. Seaward
Enrico Pieranunzi
II. Silence waltz
Enrico Pieranunzi/Paolo Silvestri
III. Là è la vita
Paolo Silvestri
[Arrangiamenti di Paolo Silvestri]
Third Stream è un termine coniato nel 1957 dal compositore Gunther Schuller per descrivere un genere
musicale che è una sintesi fra la musica classica e il jazz. Il movimento artistico che nacque e la
produzione musicale che ne conseguì fu un’esperienza molto interessante che purtroppo non ebbe
molto successo, probabilmente perché nasceva dalle esigenze espressive di un piccolo gruppo di
musicisti particolarmente colti senza però incontrare i gusti del pubblico dell’epoca. E’ rimasta quindi
nella memoria degli appassionati di jazz come un’avventura artistica molto bella ma considerata
utopistica e irripetibile. Ciò che sta accadendo oggi sembra contraddire questo pensiero. Infatti, le
iniziative che uniscono il jazz e la musica classica si stanno moltiplicando. Spesso si organizzano
concerti che hanno quest’orientamento e nascono formazioni strumentali nuove adatte a realizzare
questa fusione. Non è più un’esigenza di un gruppo di intellettuali, ma è una pratica diffusa, che nasce
“dal basso”, come se i musicisti stessi non sopportassero più di essere catalogati in un unico genere.
Fino a qualche anno fa avere l’opportunità di incontrare una formazione classica, come ad esempio un
quartetto d’archi, che abitualmente suonasse musica che ha a che fare con il jazz o “moderna” in
generale era difficile, mentre oggi è diventato normale. Invece è diventato strano incontrare un giovane
jazzista che “si è fatto da sé”, che suona “ad orecchio”, che non sa leggere uno spartito, perché di solito
ha una solida formazione accademica, ed ha probabilmente studiato anche il repertorio classico. In quasi
tutti i conservatori ci sono corsi di jazz frequentati da molti studenti e in alcuni il numero di allievi dei
due generi addirittura coincide. Persino i teatri dell’opera, un tempo baluardo della tradizione, stanno
iniziando ad aprirsi a questi nuovi connubi, anche se ancora piuttosto raramente. Anche il pubblico è
cambiato. La diffusione delle informazioni attraverso internet e ciò che oggi si definisce globalizzazione,
i fenomeni di immigrazione che ci avvicinano a culture e tradizioni diverse hanno modificato i gusti
musicali, rendendo accettabile, comprensibile e consueto ciò che un tempo non lo era.
La fusione dei generi musicali è quindi un fenomeno ormai diventato “naturale”, un territorio musicale
nuovo e affascinante, che ha bisogno di nuova musica scritta, di un nuovo repertorio. Diversi
compositori e arrangiatori hanno oggi questo obiettivo. Da parecchi anni ho orientato la mia ricerca in
questo senso con organici di generi differenti, come ad esempio un quintetto di jazz e una formazione
classica da camera, una big band e un coro misto tradizionale, o più semplicemente un solista
improvvisatore accompagnato da un’orchestra sinfonica. In questo concerto l’Italian Jazz Orchestra
fornisce un’opportunità in più perché, oltre ad essere una formazione stabile, è composta da musicisti
che hanno nella versatilità la loro caratteristica principale, sapendo improvvisare e interpretare musica
scritta con grande naturalezza. Ancora una volta ho l’opportunità di presentare un concerto per
strumento solista e orchestra, alla ricerca di un equilibrio tra improvvisazione e scrittura, con uno
straordinario musicista come Enrico Pieranunzi, pianista e compositore, grandissimo jazzista e
interprete classico (si ascoltino le recenti produzioni discografiche su Domenico Scarlatti). Saranno
eseguiti per la prima volta brani originali e arrangiamenti composti per l’occasione. Voglio ricordare che
Enrico è stato molti anni fa mio insegnante di pianoforte ai corsi di Siena-Jazz. Quegli incontri sono
stati per me un momento fondamentale che mi ha formato e guidato successivamente nella mia ricerca
come compositore e arrangiatore, e ciò rende per me la realizzazione di questo concerto
particolarmente emozionante e significativa.
(Paolo Silvestri)
CURRICULA
ENRICO PIERANUNZI
Nato a Roma nel 1949, Enrico Pieranunzi è da molti anni tra i protagonisti più noti ed apprezzati
della scena jazzistica internazionale. Pianista, compositore, arrangiatore, ha registrato più di 70 Cd a suo
nome spaziando dal piano solo al trio, dal duo al quintetto e collaborando, in concerto o in studio
d’incisione, con C. Baker, L. Konitz, P. Motian, C. Haden, C. Potter, M. Johnson, J. Baron. Tre volte
premiato come miglior musicista italiano nel “Top Jazz”, annualmente indetto dalla rivista “Musica
Jazz” (1989, 2003, 2008), ha ricevuto nel 1997 anche il Django d’Or come miglior musicista europeo.
Ha portato la sua musica sui palcoscenici di tutto il mondo esibendosi nei più importanti festival
internazionali, da Montreal a Copenaghen, da Berlino e Madrid a Tokyo, da Rio de Janeiro a Pechino.
Nel dicembre 2010 ha compiuto la sua prima tournée in Argentina/Uruguay che ha avuto
un’eccezionale eco di stampa e di pubblico. Nell’ultimo decennio ha notevolmente intensificato la sua
presenza negli Stati Uniti, suonando a Boston, San Francisco e più volte a New York. Ha tra l’altro
partecipato a Spoleto Usa 2007 (Charleston, North Carolina) festival che ne ha voluto dare un ritratto
completo proponendolo in concerti di piano solo, duo e trio.
Dai suoi concerti del 2008 al Birdland di New York è stato tratto il cd “Latin Jazz Quintet” in cui
Pieranunzi è alla testa di un quintetto comprendente John Patitucci, Antonio Sanchez, Diego Urcola,
Yosvany Terry. Un secondo cd, in trio con Steve Swallow e Paul Motian, sarà pubblicato dalla Camjazz
on line. Nel luglio 2009 ha suonato e registrato con Marc Johnson e Paul Motian nello storico “Village
Vanguard” di New York. La prestigiosa rivista statunitense “Down Beat” ha incluso il suo cd “Live in
Paris”, in trio con Hein Van de Geyn e André Ceccarelli (Challenge), tra i migliori cd del decennio
2000/2010. Diverse sue composizioni infine sono state pubblicate nei “Real Book” editi dalla Sher
Music. Registra in esclusiva per la CamJazz che, oltre al recentissimo “Latin Jazz Quintet”, ha
pubblicato negli scorsi anni i suoi piano solo “Plays Scarlatti” e “Wandering”.
Da poco pubblicato è 1685 in cui Pieranunzi estende a Bach e Handel quell’idea di
interpretazione/improvvisazione già presente con notevole successo in “Plays Scarlatti”. Ha formato di
recente un nuovo trio americano comprendente Scott Colley al contrabbasso e Antonio Sanchez alla
batteria. Con loro ha già registrato due cd (di prossima pubblicazione) ed ha in programma concerti e
tournée.
E’ stato scritto di lui: “Pieranunzi è un pianista di intenso lirismo, in grado di swingare con energia e
freschezza e, nello stesso tempo, di non perdere mai la sua capacità poetica. La sua musica canta” (Nat
Hentoff); “Enrico Pieranunzi immette nuova linfa nel jazz contemporaneo” (Ray Spencer, Jazz
Journal); “Ricordate il suo nome, perdetevi nella sua musica” (Josef Woodard, Jazz Times).
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