Lez_5_Lab_Costr_Arch_materiali

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Laboratorio di Costruzione dell’architettura
Fabbisogno energetico dell’edificio
La maggior parte degli
edifici
esistenti
è
caratterizzata da consumi
termici spesso elevati, sia
a causa delle dispersioni
di calore per trasmissione
attraverso gli elementi
dell’involucro: le pareti
esterne, la superficie del
tetto, il solaio a terra e le
finestre, oltre che per le
perdite di calore dovute
ad una ventilazione non
controllabile attraverso le
fessure dell’involucro o
per l’esistenza di ponti
termici.
Una delle strategie per il risparmio energetico è quindi quella di
COIBENTARE L’INVOLUCRO EDILIZIO
Materiali isolanti per l’involucro edilizio
Dal momento che l’involucro rappresenta
la superficie di contatto tra l’ambiente
esterno (caratterizzato da continue
variazioni di temperatura e umidità) e
quello interno all’edificio, intervenendo
sugli strati funzionali degli elementi
dell’involucro con l’impiego di materiali
isolanti
è
possibile
migliorare
le
prestazioni termiche e, quindi, il comfort.
Partendo dal presupposto che tutti i
materiali isolanti hanno, in termini di
prestazioni, dei pregi e dei difetti, è
fondamentale
conoscere
i
requisiti
progettuali e costruttivi oltreché le •
caratteristiche di ciascun materiale per
saper scegliere l’isolante più adatto.
•
Come si sceglie un
materiale isolante?
Dove mettere il coibente?
La conoscenza delle proprietà fisiche dei materiali è fondamentale
per scegliere quale tipo di materiale sia più adatto.
La scelta si effettuata in base ai seguenti requisiti posseduti o meno
dai materiali isolanti:
1.
Requisiti fisico-tecnici (normati)
Conducibilità termica, Densità, Resistenza al vapore ed alla
compressione, comportamento al fuoco, etc.
2.
Requisiti ambientali
Impatto sulla salute umana e sull’ambiente
3.
Requisiti economici
Costo unitario (€/mq)
Requisiti ambientali
Un materiale con un impatto ambientale minimo è un materiale che
non intacca le risorse naturali del sistema ambientale e che non
immette sostanze nocive nell’ambiente durante tutto il suo ciclo di
vita (dalla produzione, alla lavorazione e posa in opera, all’uso fino
allo smaltimento).
Requisiti economici
Ad esempio utilizzando metodologie oggettive di calcolo, come il
metodo LCA, che analizza l’intero ciclo di vita di un materiale
(consumi di energia e acqua in fase di produzione e trasporto,
risparmi energetici durante la sua vita utile, recupero di energia in
caso di riciclo o consumi di energia in caso di smaltimento) si
dimostra come il polistirene ha uno straordinario rapporto
costi/benefici: ogni kg di petrolio utilizzato per la sua produzione
permette di risparmiare 150 kg di combustibile da riscaldamento in
50 anni di vita utile minima di un edificio.
Per migliorare l’efficacia di uno strato di isolamento termico esistente
o per la creazione di uno strato ex-novo i materiali impiegati devono
possedere caratteristiche di isolanti termici.
Tali materiali devono le loro
prestazioni alla presenza di alveoli
contenenti aria all’interno della loro
configurazione strutturale, al loro
numero ed alla loro dimensione.
Più numerosi, piccoli ed equamente
distribuiti
risultano
essere
gli
alveoli, tanto maggiore sarà la
proprietà di isolare termicamente in
dote al materiale.
La presenza degli alveoli limita la conduzione diretta del calore alle
sole parti piene del materiale.
Minore sarà la dimensione dell’alveolo minore sarà la possibilità di
trasmissione del calore per convezione attraverso l’aria contenuta
all’interno dell’alveolo.
Gli alveoli possono essere o meno collegati tra loro e con l’esterno.
Ciò influisce sulla differente reazione del materiale alla permeabilità
al vapore acqueo ed agli effetti della possibile condensazione
interstiziale.
I coibenti a celle aperte principalmente di origine naturale aventi
struttura fibrosa e costituiti da numerose fibre vicine tra loro. Ciò
crea una serie di interstizi, comunicanti con l’esterno, ma aventi
dimensioni talmente ridotte da impedire all’aria interna di muoversi.
Essi sono permeabili al vapore e temono
l’accumulo di acqua all’interno degli
interstizi. Nel caso ci fosse assorbimento
d’acqua dovuta ad infiltrazioni dall’esterno
o risalita capillare o a condensazione di
vapore d’acqua, le particelle di liquido
andrebbero a sostituirsi all’aria presente
negli alveoli, favorendo grazie ad una
conduttività
termica
maggiore,
la
propagazione
del
calore
e
quindi
riducendo la capacità coibente del
materiale.
I coibenti a celle chiuse, invece, sono materiali provenienti da sintesi
che si avvalgono, ai fini dell’isolamento termico, della ridotta
dimensione degli alveoli e della totale mancanza di comunicazione
tra essi. Ogni alveolo risulta pieno di aria o altro gas fermo.
Essi risultano molto meno permeabili
al vapore acqueo e molto più
indifferenti alla presenza di acqua al
proprio
interno
causata
da
infiltrazioni o condensa interstiziale.
Per l’efficientamento energetico degli edifici è importante conoscere
la conducibilità termica dei materiali, ovvero l’attitudine di un certo
materiale a trasmettere calore e della densità, ovvero il rapporto tra
la massa e il suo volume.
La conduttività è fortemente influenzata dalla densità.
UNI 10351:1994 «Materiali da costruzione: conduttività termica e
permeabilità al vapore»
Poliuretano a spruzzo
Data l’abbondanza di prodotti disponibili sul mercato è stato necessario
effettuare una selezione.
Esamineremo più nel dettaglio i coibenti il cui utilizzo
è molto diffuso in edilizia
Isolanti di origine vegetale
•
PANNELLO COMPOSTO DA FIBRE DI LEGNO PRESSATE
•
PANNELLO ISOLANTE IN FIBRE DI LEGNO MINERALIZZATE
•
PANNELLO ISOLANTE DI SUGHERO BIONDO
•
PANNELLO TERMOISOLANTE IN CANNA PALUSTRE
•
PANNELLO IN FIBRA DI CANAPA
•
PANNELLO IN FIBRA DI COCCO
PANNELLO COMPOSTO IN FIBRE DI
LEGNO PRESSATE
Caratteristiche: Il legno in fibre misto ad
emulsioni idrorepellenti è permeabile al
vapore acqueo. Ha buona capacità di
accumulo del calore ed anche buon potere
fonoisolante.
Formato: Lastre di formato 1220x575 mm
con spessore variabile da 40 a 200mm.
Applicazioni: copertura, pareti (esterne)
PANNELLO ISOLANTE IN FIBRA DI
LEGNO MINERALIZZATA
Caratteristiche: Impasto di fibre di legno,
acqua, cemento portland, altri leganti.
legata con cemento. La normale fibra di
legno viene mineralizzata con trattamenti
al solfato d’alluminio e stagionatura e. La
mineralizzazione evita l’attacabilità da
parte di insetti e roditori ma diminuisce le
caratteristiche termoisolanti.
Il pannello è un isolante ecobiocompatibile,
termico ed acustico di particolare
compattezza
e
resistenza,
ottime
prestazioni come protezione termica estiva
.
Applicazioni:
vengono
utilizzati
per
coibentare tutto l’involucro. Data la
superficie rugosa e l’inerzia rispetto
all’umidità sono ottimi come supporto
dell’intonaco o come casseri a perdere
nelle strutture in c.a.
PANNELLO ISOLANTE DI SUGHERO
Caratteristiche: Il sughero e un prodotto
ecologico al 100% e mantiene stabili e
inalterate le sue caratteristiche nel tempo. I
granuli derivano da triturazione della
corteccia della quercia da sughero. I
pannelli derivano dalla cottura dei granuli
ad alte temperature e della successiva
pressatura ed auto-incollaggio con la
resina liberata durante la cottura.
Formato: Sughero granulato o in pannelli
Applicazione: Il suo utilizzo è universale e
per
le
sue
elevate
capacità
di
insonorizzazione acustica viene impiegato
per rivestimenti di pilastri, intercapedini,
sottopavimenti, cappotti interni ed esterni,
copertura in falda e piana.
PANNELLO FIBRA DI COCCO
Caratteristiche: La fibra di cocco si
ricava per mezzo di essicazione della
buccia esterna della noce di cocco.
Lavorata industrialmente, grazie alle
moderne tecnologie che permettono
di rispettare gli standard tecnici e
qualitativi
richiesti
dal
settore
termoacustico, viene trasformata in
Lastre, Rotoli e Pannelli a sandwich e
accoppiata con sughero.
PANNELLO TERMOISOLANTE IN CANNA
PALUSTRE
Caratteristiche: I pannelli in canna palustre, oltre
ad essere un porta intonaco conosciuto
tradizionalmente, sono altamente traspiranti e
ideali per creare cappotti sia interni che esterni, in
quanto non temono l'umidità ed evitano così
rischi di rigonfiamenti e rotture degli intonaci. Il
pannello viene fissato al supporto murale con dei
semplici tasselli tipo "fisher". Il rivestimento del
pannello può essere realizzato con qualsiasi tipo
di intonaco, meglio se traspirante.
PANNELLO IN FIBRA DI CANAPA
Caratteristiche: La canapa è un materiale
resistere agli attacchi dei parassiti con
ottime proprietà di isolamento termoacustico, è traspirante ed igroscopica,
consente la regolazione dell’umidità e
garantisce un salubre clima interno.
Attraverso la pressione ed il trattamento
delle fibre di canapa e mescolato a fibre di
poliestersi si ottengono pannelli semi-rigidi
e rotoli con proprietà termoisolanti.
Formato: Pannelli 120x60 cm, (45-100 mm)
Rotoli di larghezza pari a 60 cm, (80-100 mm)
Applicazione: I pannelli di fibra di canapa
trovano applicazione in intercapedini di
strutture lignee, cappotti interni, cappotti
esterni ventilati, coperture ventilate, pareti
divisorie
interne,
controsoffitti,
sottopavimenti e solai.
Isolanti di origine minerale
•
PANNELLO IN LANA DI VETRO
•
FIBRA DI LANA DI ROCCIA
•
ARGILLA ESPANSA GRANULARE
•
PERLITE ESPANSA GRANULARE
•
POMICE GRANULARE
•
VEMICULITE ESPANSA
LANA DI VETRO
Caratteristiche: prodotto da insufflazione su filamenti
di vetro, con aspetto simile all’ovatta. Struttura a celle
aperte (permeabili al vapore). L’eventuale accumulo
di acqua all’interno determina un abbassamento del
potere isolante. Alcuni pannelli presentano su una
faccia un rivestimento con carta kraft-alluminio
retinata con funzione di barriera al vapore (da porre
sullo strato caldo dell’isolante).
Formato: Rotoli o pannelli
Applicazioni: Coperture, pareti, solai
LANA DI ROCCIA
Caratteristiche: La lana minerale o lana di
roccia è ottenuta dalla fusione e dalla
filatura di rocce naturali. A differenza dalla
lana di vetro le fibre hanno diametro
disomogeneo. Inattaccabile dagli agenti
biologici, è permeabile al vapore
Applicazioni:
- tetti piani e a falde;
- solai e dei pavimenti;
- sistemi a cappotto interno ed esterno;
- intercapedine delle pareti verticali;
- partizioni verticali interne.
ARGILLA ESPANSA GRANULARE
Caratteristiche: granuli di argilla espansa
caratterizzata da una struttura interna
cellulare racchiusa entro una scorza dura e
resistente. E‘ un inerte leggero, naturale ed
isolante termicamente ed acusticamente.
Bassa densità e quindi bassa conduttività
termica
Formato: granulare
Applicazione:
Può essere applicata come materile
sciolto, da sola o come elemento di
allegerimento e incremento di prestaizioni
termoisolanti in massetti, oppure in forma
aggregata per la realizzazione di mattoni
da costruzione.
PERLITE ESPANSA
Caratteristiche: La perlite è una varietà
specifica di roccia vulcanica effusiva
capace di espandere fino a 20 volte in più il
proprio volume se sottoposta a
temperature di circa 1000 °C
Il colore della perlite espansa è bianco.
Formato: Granulometria da 1 a 5 mm
Disponibile in sacchi
Applicazioni:
Prodotto naturale utilizzato per insufflazione :
- solai con sottofondo a secco;
- posa in sottotetti non calpestabili;
- riempimenti intercapedini
Prodotto conglomerato:
- tetti piani e a falde;
- solai e pavimenti;
- calcestruzzi leggeri pompabili .
VERMICULITE ESPANSA
Caratteristiche: La vermiculite è un
minerale del gruppo degli idrosilicati di
magnesio e alluminio contenenti acqua
cristallizzata
Applicazione:
in forma sfusa in intercapedini di pareti
perimetrali, coperture, sottotetti non
praticabili;
miscelato con acqua e legante idraulico è
impiegato nella realizzazione di sottofondi
e massetti in solai interpiano e controterra,
coperture piane e inclinate.
La vermiculite a glanulometria fine viene
impiegata come inerte per la realizzazione
di intonaci termoisolanti, fonoassorbenti e
resistenti al fuoco.
POMICE
Caratteristiche:
La
pomice
si
forma
principalmente da eruzioni di tipo esplosivo; la
porosità è dovuta alla formazione di bolle di
gas di struttura simile alla schiuma. La
struttura alveolata le conferisce inoltre
un’elevata elasticità, che si traduce in ottima
lavorabilità meccanica e capacità di
assorbimento acustico delle vibrazioni sonore
Applicazioni: Può essere impiegata sia sfusa
che miscelata come inerte nei calcestruzzi
alleggeriti
termo-fonoisolanti,
nei
solai
interpiano o controterra, nei sottotetti praticabili
e nelle coperture.
Il prodotto trova impiego anche nel
confezionamento di malte di posa, migliorando
sensibilmente l’isolamento termico delle
murature senza influenzare la resistenza
meccanica.
Isolanti di origine animale
•
MATERASSINO ISOLANTE IN LANA DI PECORA
MATERASSINO ISOLANTE IN LANA DI
PECORA
La lana di pecora è in grado di assorbire e
cedere una quantità di acqua pari al 33%
del proprio peso senza perdere il suo
potere isolante.
Isolanti di origine sintetica
•
POLISTIRENE ESPANSO SINTERIZZATO (EPS)
•
POLIURETANO ESPANSO
•
POLIETILENE ESPANSO
POLISTIRENE ESPANSO SINTERIZZATO
(EPS)
Caratteristiche: Il polistirene chiamato anche
polistirolo è un polimero termoplastico a celle
chiuse. Unisce alte prestazioni con un impatto
ambientale minimo. Non è un buon materiale
per la protezione dal caldo estivo. Bisogna
attenzionare la posa in opera perché la
condensa ne inficia le caratteristiche coibenti.
Fragile ai raggi ultravioletti.
Formato: pannelli rigidi alveolari, molto leggeri
tendenzialmente bianchi, rosati, azzurri o gialli
Applicazioni: è moto usato in intercapedini,
sottopavimenti,
pareti
ventilate,
controsoffittature e nell’isolamento a cappotto.
POLIURETANO ESPANSO
Caratteristiche: a celle chiuse e quindi
scarsa permeabilità al vapore. Presenta
stesse caratteristiche del polistirene
eccetto che la minore sensibilità alle
temperature elevate e pertanto può essere
accostato a strati che devono essere posti
in opera a caldo.
Formato: pannelli rigidi o schiuma
Applicazione: i pannelli rigidi vengono
utilizzati soprattutto come isolamento
continuo sopra la struttura portante dei tetti
o per realizzare cappotti esterni mediante
incollaggio diretto alla parete.
POLIETILENE ESPANSO
Caratteristiche: ottenuto per estrusione di
una miscela di componenti polimerici e
agenti.
Ottime resistenza a Compressione,
resistenza all'acqua, resistenza al fuoco e
bassa conduttività termica.
Formato: Lastre di formato 1200x2900mm
con spessore di 40mm
Applicazione: specifica
intercapedine.
per
pareti
in
Isolanti compositi
•
PANNELLO IN FIBRA DI COCCO ACCOPPIATO CON PANNELLO DI
SUGHERO
•
PANNELLO COMPOSTO DA GRANULI DI SUGHERO E DI GOMMA
RECICLATA SBR
•
PANNELLO ACCOPPIATO IN LANA DI LEGNO MINERALIZZATA E
POLISTIRENE ESPANSO SINTERIZZATO
•
PET – POLIESTERE PROVENIENTE DALLA RACCOLTA URBANA
DIFFERENZIATA
•
PANNELLO ISOLANTE IN FIBRE NATURALI E POLIESTERE
PANNELLO IN FIBRA DI COCCO
ACCOPPIATA CON PANNELLO DI
SUGHERO
Pannello sandwich con il pannello di
sughero interposto fra due lastre di Fibra di
Cocco.
PANNELLO COMPOSTO DA GRANULI DI
SUGHERO E DI GOMMA RICICLATA SBR
ancorati a caldo, tra due supporti di
cartonfeltro. Una mescola bilanciata di
gomma e sughero conferisce a questo
prodotto un'elevata capacità di isolamento
acustico
abbinata
ad
una
buona
coibentazione termica.
PANNELLO ACCOPPIATO IN LANA DI
LEGNO MINERALIZZATA – POLISTIRENE
ESPANSO SINTERIZZATO
Pannello isolante termico ed acustico,
composto da due strati esterni (spessore 5
mm ciascuno) in lana di legno di abete,
mineralizzata e legata con cemento
Portland. Uno strato interno di polistirene
espanso sinterizzato è autoestinguente
PET - POLIESTERE PROVENIENTE DALLA
RACCOLTA URBANA DIFFERENZIATA
Composto al 100% di poliestere proveniente
dalla
raccolta
urbana
differenziata.
Completamente riciclabile, non contiene
sostanze tossiche
PANNELLO E ROTOLO ISOLANTE IN FIBRE
TESSILI DI RICICLO
Materiale composto da fibre tessili vergini e
fibre di
cotone e denim riciclate pre-consumo, ottenute
da sfridi e scarti di lavorazione tessile
industriale. Viene principalmente impiegato
come isolante termoacustico in ambiti
residenziali e industriali.
Esistono in commercio altri materiali per la coibentazione termica, che però
hanno una minore diffusione
In particolare possiamo indicare:
• Fibra di cellulosa
• Fibra di lino
• Fibra di cotone
• Fibra di mais
• Fibra di Juta
• Vetro Cellulare
• Vetro Granulare Espanso
• Granuli di Vetro Riciclato
• Granuli Di Gomma Riciclata Da Pneumatico
• Granuli di aerogell
• Materassino termoisolante a base di piume animali
• …………….
……
RISPARMIO ENERGETICO
Le azioni rivolte al miglioramento dell’aspetto energetico dell’edificio
sono prevalentemente legate alla limitazione delle dispersioni
attraverso:
AUMENTO DELL’INERZIA TERMICA
DELL’INVOLUCRO
-
isolamento delle pareti e degli
infissi
-
isolamento delle coperture, dei
solai a terra, dei solai su
ambienti non riscaldati
RIDUZIONE DEI PONTI TERMICI
L’inerzia termica determina la capacità dei materiali di attenuare e
ritardare l’ingresso in ambiente dell’onda termica dovuta alla
radiazione solare incidente sull’involucro edilizio. Essa dipende dallo
spessore del materiale, dalla capacità termica e dalla conduttività (o
conducibilità).
Adeguati valori di inerzia termica
comportano:
•riduzione della trasmittanza termica
(U) dell’involucro;
•migliore sfruttamento degli apporti
solari nei periodi freddi;
•migliore protezione dal caldo nel
periodo estivo;
•migliore gestione degli impianti di
riscaldamento e raffrescamento.
UN BUON ISOLAMENTO TERMICO È L’INTERVENTO PIÙ EFFICACE ED
ECONOMICO, PER RIUSCIRE A RIDURRE I CONSUMI ENERGETICI.
Le differenti tecniche di isolamento termico dell’involucro si possono
classificare in funzione del posizionamento del materiale isolante, per
cui è possibile distinguere:
•
tecniche di isolamento dall’esterno
•
tecniche di isolamento in intercapedine
•
tecniche di isolamento dall’interno
Le soluzioni tecniche presentate sono applicabili nei processi e
progetti architettonici nuovi o in caso di recupero dell’esistente.
TECNICHE DI ISOLAMENTO DALL’INTERNO
• È il meno costoso e più facilmente eseguibile rispetto alle altre
tecniche di isolamento termico.
• Non elimina alcun ponte termico (connessione parete-solaio, pareteserramento, parete-tramezzo), riduce i volumi abitabili, in sostanza
non consente di sfruttare l’inerzia termica delle pareti.
TECNICHE DI ISOLAMENTO IN INTERCAPEDINE
• Consente l’impermeabilità all’aria (quindi al passaggio dei rumori) e
all’acqua, un miglioramento del comfort ambientale invernale
eliminando la possibilità di condensa superficiale.
• Implica una serie di problemi fisici ed anche statici che sono all’origine
di numerosi dissesti e patologie.
TECNICHE DI ISOLAMENTO DALL’ESTERNO
• Rappresenta il miglior compromesso possibile, in quanto elimina i
ponti termici legati alle connessioni della struttura con la conseguenza
di minori perdite di calore, garantisce un corretto comportamento
termoigrometrico delle pareti ed infine un incremento notevole
dell’inerzia termica delle stesse.
• Di contro tale isolamento presenta maggiori costi di impianto, nonché
maggiori costi di manutenzione legati alla necessità di proteggere
l’isolante dagli agenti atmosferici conferendogli una maggiore
durabilità nel tempo.
L’isolamento dall’esterno
- permette di evitare o correggere la maggior parte dei ponti
termici in corrispondenza di discontinuità materiche (solai, travi e pilastri) o
discontinuità geometriche
-
contribuisce al recupero degli apporti solari gratuiti attraverso
l’aumento dell’inerzia termica. Inoltre la massa dell’elemento
tecnico resta più calda in inverno e più fresca in estate, generando
un migliore comfort abitativo. Oltretutto nella stagione fredda, in
un elemento non isolato, o isolato verso l’interno si può verificare
la condensa dell’umidità presente nella muratura e la conseguente
formazione di muffe.
-
la facilità di esecuzione, soprattutto negli interventi
ristrutturazione edilizia evita disagi agli occupanti le abitazioni)
di
Per la sua posizione all’esterno della struttura, si può ritenere che
questo tipo di isolamento possa diminuire la quantità d’acqua che
giunge a contatto con il supporto, ma anche sopprimere la causa
principale di fessurazione, ossia i movimenti di dilatazione e ritiro
termico differenziale.
L’“isolamento a cappotto” delle pareti consiste nell’applicazione,
sull’intera superficie esterna verticale dell’edificio, di pannelli isolanti
che vengono poi coperti da uno spessore sottile, protettivo, di finitura
realizzato con particolari intonaci.
Il Sistema a Cappotto esterno è detto anche ETICS l'acronimo
di External Thermal Insulation Composite System (sistema
composito di isolamento termico esterno).
La
tecnica
consiste
nella
preparazione
preventiva
delle,
nell’applicazione susuperfici esterne dei manufatti tramite incollaggio,
dei pannelli isolanti di natura, consistenza e spessore ritenuti più
idonei, nella rifinitura con intonaco, con interposta rete in fibra di vetro
di vario tipo, ed infine con trattamento superficiale di finitura.
Strati funzionali:
•Adesivo
•Materiale isolante
•Fissaggi (se necessari)
•Rivestimento base
•Rinforzo (rete in fibra di vetro)
•Rivestimento
finale
/
rivestimento esterno con primer e/o
pittura protettiva
•Accessori, per es. paraspigoli, profili
per giunto di dilatazione, profili di
partenza
Intonaci sottili direttamente sull’isolante
• collegamento
incollaggio;
dell’isolante
al
muro
di
supporto
mediante
• armatura dell’intonaco composta da una rete flessibile (fibre di
vetro).
Dal punto di vista tecnologico, il
sistema comporta l’applicazione al di
sopra della struttura
esistente (solaio, massetto per creare
la pendenza, manto impermeabile
esistente con funzione di
barriera al vapore), di un nuovo
strato isolante, di un nuovo manto
impermeabile ed infine, di una
protezione
del
manto
stesso
conforme all’uso che tale copertura
dovrà avere: ghiaia ed argilla
espansa
se
non
praticabile,
pavimentazione se praticabile.
Copertura a falde con isolante sotto il
manto antimeteorico
Dal punto di vista tecnologico, nelle
solette piene in c.a. o laterocemento,
l’isolante va posto sull’estradosso
della falda, tra listelli di legno posati
longitudinalmente nel senso della
pendenza e a distanza di 50/60 cm
l’uno dall’altro, con spessore uguale o
maggiore a quello dello strato
isolante stesso. Al di sopra, deve
essere poi fissata una seconda
orditura di listelli in senso normale
alla prima, per l’appoggio del manto
antimeteorico.
Nel dettaglio, è bene che gli isolanti
siano dotati sulla faccia inferiore di un
foglio con funzioni di barriera al
vapore.
Isolamento solai su porticato
Intervento di isolamento all’intradosso
del solaio con sistema a cappotto
L’isolamento del solaio che si affaccia su
porticato o spazi aperti, al suo intradosso,
con sistema comunemente detto “a
cappotto”, può essere utilizzato sia per
interventi sul nuovo che sull’esistente. Può
essere eseguito su qualsiasi superficie,
previa idonea preparazione e applicazione
di adeguato collante. Dal punto di vista
tecnologico, esso prevede la collocazione
dell’isolante in corrispondenza della faccia
inferiore
della
soletta.
L’intervento
consente la correzione dei ponti termici,
garantendo al tempo stesso elevata durata
dell’intervento, forte resistenza agli urti
accidentali, idoneo comportamento al
fuoco, semplicità di posa in opera.
L’isolamento dall’interno
Viene realizzato in presenza di vincoli per edifici storici, facciate in
mattoni a vista, vincoli sulle distanze dai confini e interventi parziali
sull’edificio.
Il
cappotto
interno
se
non
correttamente realizzato, può dare
luogo alla formazione di fenomeni di
condense e muffe: il vapore interno
degli ambienti, migrando dall’interno
verso l’esterno nella stagione fredda,
condensano appena dietro l’isolante,
dove incontrano la muratura fredda.
Il fenomeno si risolve applicando
correttamente una barriera vapore
(essendo
impermeabile
protegge
l’isolante), o scegliendo materiali
igroscopici
e
fortemente
traspiranti.
Dal punto di vista tecnologico, esso consiste in un’applicazione
mediante:
- incollaggio di pannelli di materiale isolante poi rifiniti con intonaco o
pannelli di cartongesso
- incollaggio di pannelli composti (p.e. isolante e cartongesso) sulla
faccia interna delle pareti di tamponamento
- contropareti in cartongesso
- applicazione direttamente di intonaco avente caratteristiche isolanti
Copertura a falde con isolante
all’intradosso della falda
L’isolamento
termico
dell’ultima
soletta
effettuato
all’intradosso
costituisce
uno
dei
sistemi
di
isolamento più adottati nei fabbricati
coperti con tetti a falde inclinate,
dotati di sottotetto abitabile.
Copertura a falde con isolante
all’estradosso dell’ultima soletta
Dal punto di vista tecnologico, nel caso
in cui il sottotetto sia non praticabile, il
sistema consiste nella posa in opera “a
secco” sull’estradosso della soletta,
pulita e priva di asperità, di uno strato
di barriera al vapore, costituita da fogli
di polietilene. Successivamente, dovrà
essere collocato il materiale isolante,
senza alcuna protezione superiore.
Copertura piana con isolante interno.
La tecnica comporta la posa in opera
di pannelli isolanti, in genere già finiti
e solo da tinteggiare, da incollare
sull’intradosso della soletta. In altri
casi si utilizza un pacchetto costituito
da componente isolante e gesso
rivestito con alluminio.
Lo spessore dei pannelli è funzione
delle
dispersioni
termiche
della
copertura,
ma
comunque
non
inferiore a 2 cm.
Nel dettaglio, la tecnica consiste nella
pulizia del supporto con eventuale
asportazione delle tinteggiature (nei
casi in cui si vada ad intervenire in
edifici esistenti), nell’incollaggio dei
pannelli
con
apposito
collante
costituito da malta adesiva miscelata
con cemento, nella listatura con garza
dei punti di aderenza tra annelli e
loro stuccatura con gesso, ed infine
nella finitura con idropittura.
Isolamento all’estradosso del solaio
L’isolamento del solaio che copre spazi
aperti o comunque non riscaldati, effettuato
al suo estradosso, viene utilizzato negli
edifici di nuova realizzazione. Può essere
eseguito su qualsiasi tipo di supporto (solai
in laterocemento o in c.a. gettati in opera o
prefabbricati), previa idonea preparazione.
Nel dettaglio, la tecnica consiste nella posa
in opera del materiale isolante ed in
successivo massetto in cls, di preferenza
armato con rete elettrosaldata, a protezione
dell’isolante stesso e a supporto della
soprastante pavimentazione.
Nel caso di pannelli in fibre è necessario
realizzare al di sopra di essi uno strato di
tenuta all’acqua, in modo tale che il getto
del massetto di calcestruzzo soprastante
non causi la totale imbibizione del materiale
isolante, con conseguente riduzione delle
sue caratteristiche coibenti.
Nei solai controterra, per
fronteggiare un’eventuale
presenza di umidità, si
può porre uno strato
impermeabile prima del
materiale isolante.
L’isolamento in intercapedine
Si realizza in genere con tre tecniche che si differenziano in base al
tipo di materiale iniettato.
• Isolamento dell'intercapedine con lastre rigide
• Isolamento delle intercapedini con materiale sciolto
• Isolamento con materiale inizialmente liquido
Isolamento dell'intercapedine con lastre rigide
Questo intervento non è
realizzabile
in
pareti
preesistenti poichè almeno
uno dei due strati della
parte a doppia fodera deve
essere di nuova fattura. La
tecnica consiste infatti nel
posizionamento
tra
la
fodera interna ed esterna,
di lastre rigide di materiale
isolante
(polistirene,
poliuretano, fibra minerale
ecc).
LANA DI ROCCIA
Lana di roccia
Fibra di legno mineralizzata
Isolamento
con
materiale
inizialmente liquido
Per iniettare materiale inizialmente
liquido, come resina poliuretanica,
ureica (meno costosa della prima) o
formo–fenolica, lo spessore minimo
dell’intercapedine deve essere di 3
cm.
Si pratica un foro nella parte alta
della parete previa verifica della
resistenza
a
compressione
dei
paramenti.
Due piccoli difetti accomunano le
due tecniche finora analizzate: la
necessità di riempire totalmente le
intercapedini
esistenti
quando
potrebbe essere sufficiente uno
spessore minore di isolante e la
difficoltà di controllare la corretta
esecuzione dell’opera finita.
Isolamento delle intercapedini con materiale sciolto
L'insufflaggio prevede una tecnica ben precisa, la quale cambia di poco a
seconda dei materiali utilizzati, sempre in forma di granuli o fiocchi
(sughero, cellulosa, polistirolo, argilla espansa, perlite...), e consiste nel
riempire fisicamente le intercapedini presenti nella maggior parte dei muri
perimetrali.
Fasi
• esecuzione dei fori dall’interno o
dall’esterno con un interasse di circa
100-150 cm (in verticale ed in
orizzontale)
• Insuflaggio iniziando da fori inferiori con
tubo con aria compressa
• Verifica della saturazione e chiusura dei
fori
Esistono tre tipi di ponte termico:
Morfologico, dovuto alla discontinuità nella forma della parete, per
esempio agli angoli dei muri perimetrali, nei pilastri ad angolo,
all’attacco della falda, nei cordoli, agli spigoli delle finestre;
Strutturale, causato dall’inserimento di materiali ad alta conduttività
termica, come per esempio gli elementi metallici;
Correzione dei ponti termici.
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