717 Si ringraziano le seguenti case editrici: Sugamusic S.p.A. – Edizioni Suvini Zerboni (Milano) Universal Music MGB Publications S.r.l. Casa Musicale Sonzogono Bongiovanni Editore (Bologna) per aver gentilmente concesso la riproduzione di esempi musicali tratti da partiture edite. Anna Scalfaro I “Lirici greci” di Quasimodo: un ventennio di recezione musicale Copyright © MMXI ARACNE editrice S.r.l. www.aracneeditrice.it [email protected] 00173 Roma (06) 93781065 ISBN 978–88–548–3935–9 I diritti di traduzione, di memorizzazione elettronica, di riproduzione e di adattamento anche parziale, con qualsiasi mezzo, sono riservati per tutti i Paesi. Non sono assolutamente consentite le fotocopie senza il permesso scritto dell’Editore. I edizione: aprile 2011 per Ivan Sarebbe vano voler confutare quell’interprete di poter contemplare il proprio volto nello specchio di un’antichità così antica. F.W.J. Schelling Indice 11 Premessa 19 Capitolo I La rete e il labirinto. La Grecia nel primo Novecento musicale 1.1. Le riletture del classico – 1.2. Classicità e neoclassicismo – 1.3. Encore le classicisme – 1.4. Primitivismo vs classicismo – 1.5. Rimandi greci nel primo Novecento musicale italiano – 1.5.1. Figure principali – 1.5.2. Dalla romanza alla lirica – 1.5.3. Un ultimo sguardo – 1.6. Filologia e anti-filologia – 1.7. Il vecchio e il nuovo gusto per l’antico 53 Capitolo II I “Lirici greci” di Quasimodo 2.1. Ermetismo. Alcune controversie – 2.2. Quasimodo tra ermetismo e realismo – 2.3. Non è più il tempo di Omero – 2.4. Lirici greci: fortuna critica – 2.4.1. Gli anni Quaranta – 2.4.2. Dopo gli anni Quaranta 2.5. Lo stile dei testi e la traduzione 91 Capitolo III Il lungo lamento di Saffo. Petrassi, Caltabiano e Prosperi 3.1. «Tramontata è la luna». Petrassi – 3.1.1. Petrassi tra un “prima” e un “dopo” – 3.1.2. Le scelte poetiche degli anni Venti e Quaranta – 3.1.3. Due liriche di Saffo per voce e pianoforte – 3.1.4 Due liriche di Saffo per voce e undici strumenti – 3.1.5. Il rapporto con il testo – 3.2. «Scuote l’anima mia Eros». Caltabiano – 3.2.i. Caltabiano e i suoi maestri – 3.2.2. Tre canti saffici – 3.2.3. «Ma a me non ape, non miele». Prosperi – 3.3.i. La via personale di Prosperi – 3.3.2. Il lamento di Saffo. Tre momenti musicali – 3.3.3. Una costruzione musicale “pura” – 3.3.4. La responsabilità morale 9 Indice Capitolo IV Dallapiccola dalle “Liriche greche” ai “Cinque Canti” . La “classicità” di Dallapiccola – . Il rapporto con Firenze – . «Sulla strada della dodecafonia» – . I Lirici greci e la scelta dodecafonica di Dallapiccola – Le Liriche greche – – Due liriche di Anacreonte – Sex Carmina Alcaei – Uno sguardo d’insieme – . Anno 1956 – . A proposito dei Cinque Canti . I Cinque Canti Capitolo V Rigore e fantasia. Gli esordi compositivi di Maderna e Nono Tre liriche greche Sex Carmina Alcaei Capitolo VI L’importanza delle parole, de Angelis e Chailly innanzitutto Capitolo VII Il genere “Lirica greca” Indice dei nomi Lamento di Danae – Tre liriche greche – Premessa Nel 1940 esce per i tipi di Corrente il volume Lirici greci di Salvatore Quasimodo. L’opera suscita subito un ampio dibattito tra chi critica l’eccessiva libertà delle traduzioni del poeta e chi invece ne apprezza la resa moderna, più vicina allo spirito del tempo. Decisivo è il saggio introduttivo di Luciano Anceschi, che coglie il legame tra i modi dell’ermetismo cui aderiscono le traduzioni e un nuovo ideale di classicità, privo dell’enfasi e della retorica che avevano caratterizzato le trasposizioni di anni precedenti. La discussione in ambito letterario ha una vasta eco in campo musicale, come mostrano ben dodici intonazioni dei testi, nel ventennio 1940–60, ad opera di Goffredo Petrassi, Luigi Dallapiccola, Sebastiano Caltabiano, Carlo Prosperi, Bruno Maderna, Luigi Nono, Luciano Chailly e Ugalberto de Angelis. L’ampiezza del fenomeno ha colpito l’attenzione di alcuni studiosi, che ne hanno sottolineato la portata. Nel saggio Musicisti e letteratura, Rosy Moffa definisce emblematico di una nuova fase letteraria e musicale l’accantonamento da parte dei musicisti delle traduzioni dei lirici greci di Leopardi, Mazzoni e Romagnoli in favore di quelle di Quasimodo. La studiosa accenna anche al ruolo principale che le intonazioni di Dallapiccola avrebbero rivestito rispetto alle altre, ponendosi come un ponte verso le nuove generazioni di compositori1. R. Moffa, Musicisti e letteratura (I), in La cultura dei musicisti italiani nel Novecento, a c. di G. Salvetti e M.G. Sità, Guerini, Milano 2003, p. 172. 1 11 12 I “Lirici greci” di Quasimodo: un ventennio di recezione musicale Anche Sergio Sablich, nel rilevare la notevole influenza delle traduzioni quasimodiane sui compositori italiani, in particolare Dallapiccola e Petrassi, delinea un parallelo tra il ripensamento poetico dell’antica lirica greca e il ripensamento musicale avviato dai musicisti nelle proprie liriche. Sablich avanza, cioè, l’ipotesi che la rilettura di Quasimodo degli antichi frammenti greci ne abbia favorito la trasposizione in una musica più “moderna”. Se Dallapiccola, tuttavia, aveva compiuto nelle Liriche greche un rinnovamento radicale, impiegando per la prima volta la dodecafonia, Petrassi, nelle Due liriche di Saffo si era mantenuto nei binari della tradizione, pur in un linguaggio armonico e timbrico più complesso rispetto a quello impiegato nelle liriche precedenti2. Un contributo importante agli studi sul tema è venuto da un lavoro di Gabriele Becheri sui rapporti tra la musica e la poesia contemporanea nell’Italia degli anni Trenta e Quaranta e, in particolare, tra la musica e l’ermetismo. A conferma della tesi che la poesia ermetica comincia a essere messa in musica perlopiù a partire dal 1940 con i Lirici greci di Quasimodo, Becheri fornisce un elenco delle intonazioni sui testi composte tra il 1940 e il 1980: l’affluenza di liriche su versi del poeta, notevolissima nel primo decennio, si dirada nel secondo, per poi divenire sempre più esigua (ma non estinta, come mostrano le Liriche antiche di Chiara Benati del 1999) dagli anni Sessanta in avanti. All’elenco del saggio di Becheri si aggiungono, nel presente lavoro, due liriche inedite di Luigi Nono del ’48 e Calmo di Luciano Berio del ’74. Il confronto fra tre intonazioni di Tramontata è la luna di Saffo, rispettivamente di Petrassi (1941), Caltabiano (’43) e Prosperi (’44), e una breve analisi del quarto dei Cinque frammenti di Saffo di Dallapiccola del ’42, hanno indotto Becheri a concludere che l’incontro tra la poesia contemporanea, rappresentata dal volume di Quasimodo, e la musica degli anni Quaranta non avrebbe sortito risultati innovativi3. Lo studioso si chiede, pertanto, se non si sia trattato piuttosto di S. Sablich, Le liriche da camera, in Petrassi, a c. di E. Restagno, EDT, Torino 1986, p. 26. G. Becheri, La musica e la poesia contemporanea nell’Italia degli anni Trenta e Quaranta, “Arte Musica e Spettacolo”, «Annali del Dipartimento di Storia delle arti e dello spettacolo, Università di Firenze», I, 2000, pp. 77–90. 2 3 Premessa 13 «un uso musicalmente tradizionale di una lingua poetica “nuova” ad aver caratterizzato queste realizzazioni degli anni Quaranta»4. C’è da chiedersi, tuttavia, se le osservazioni di Becheri sulle liriche dei primi del decennio siano ugualmente congruenti per le intonazioni posteriori al ’44, o ancora prima per i Sex Carmina Alcaei di Dallapiccola del ’43. Queste liriche, infatti, rispetto ai Cinque frammenti di Saffo, mostrano una scrittura e un rapporto testo–musica sensibilmente mutati. Allo stesso modo notevoli differenze intercorrono fra i Tre frammenti di Saffo di Prosperi del ’44 e le sue Cinque strofe dal greco, sempre su versi di Quasimodo, del 1950. Il panorama, cioè, si presenta molto più variegato e complesso di quanto le apparenze inducano a credere, ed è per tale motivo che si è deciso di approfondire, in questo lavoro, la rete diversificata delle connessioni, evitando la facile analogia della poesia nuova che produce musica nuova. Punto di partenza, d’altro canto, ma anche fine, tra gli altri, di tale indagine è stato misurare l’influenza che, come si è detto, Dallapiccola avrebbe avuto sugli altri compositori nella scelta di mettere in musica i testi di Quasimodo. Di fronte al pericolo di stabilire relazioni di dubbia liceità scientifica, Mila De Santis, riallacciandosi allo studio di Becheri, ha messo in guardia da affermazioni a suo dire azzardate come quelle di Dietrich Kämper, che, nella monografia su Dallapiccola, avrebbe definito le Liriche greche un equivalente della poesia pura di Quasimodo5. In realtà Kämper, rifacendosi ad una frase di Fedele d’Amico — questi in una recensione aveva parlato delle Liriche greche come di «un metafisico fiorire del suono puro» — si era limitato a suggerire un accostamento tra la purezza del tutto nuova data alle liriche del compositore dalla scrittura dodecafonica, dall’impiego esclusivo di procedimenti contrappuntistici e dalla notevole ricchezza timbrica, e la purezza che le traduzioni di Quasimodo, influenzate dai modi della poesia ermetica contemporanea, avevano acquisito Ivi, p. 84. M. De Santis, Testi poetici e rappresentazione musicale in Luigi Dallapiccola, in Conto aperto: scritti sulla musica del ’900, a c. di C. Colazzo, Conservatorio di musica “F. A. Bonporti”, Trento 2002, p. 78. 4 5 14 I “Lirici greci” di Quasimodo: un ventennio di recezione musicale rispetto alle versioni dei precedenti classicisti6. Il monito della De Santis era un ulteriore incentivo ad affrontare una realtà complessa consapevoli dei rischi prodotti da facili parallelismi e dell’importanza di evitarli. Con un campione di liriche così variegato — frutto della diversità tra ambiente, formazione e scelte di ogni singolo autore — era inevitabile che l’analisi qui condotta producesse una risposta articolata. Pur differenziandosi profondamente nelle scelte stilistiche, tuttavia, le liriche presentano un tratto in comune: non incorrono in ripiegamenti neoclassici. Sono prive, cioè, di quegli elementi di scrittura arcaicizzanti che avevano contrassegnato gran parte delle composizioni vocali degli anni Venti e Trenta. I compositori, infatti, sensibili, ognuno a suo modo, alla carica innovativa delle traduzioni di Quasimodo risposero con tipologie di scrittura che per l’Italia dell’epoca significavano “modernità”. Riguardo al ruolo decisivo di Dallapiccola nell’orientamento delle scelte dei compositori più giovani, punto di partenza è stato il saggio di Gianmario Borio7 che si sofferma sull’influenza delle tecniche canoniche nei Sex Carmina Alcaei sui compositori delle generazioni successive, Nono, Maderna e Berio. Nel proprio studio, Borio riporta alcuni stralci di lettere in cui Dallapiccola fornisce notazioni importanti sulle qualità dei testi di Quasimodo: una traccia di particolare rilievo che non poteva non essere approfondita. Ulteriori ricerche presso gli archivi dei compositori, infatti, hanno consentito di rinvenire altri carteggi e nuove, rilevanti testimonianze per la ricostruzione dell’insieme. Per quanto riguarda l’arco temporale, si è scelto di concentrarsi su un ventennio, sia perché il vero scemare dell’interesse dei compositori si ha soltanto dopo gli anni Sessanta, sia perché D. Kämper, Luigi Dallapiccola, trad. it. di L. Dallapiccola e S. Sablich, Firenze 1985, p. 103; cfr. anche F. D’Amico, Recensioni: L. D. [Liriche greche e Sonatina canonica], in «La Rassegna musicale», XVII, n. 2, aprile 1947, p. 166. 7 G. Borio, L’influenza di Dallapiccola sui compositori italiani nel secondo dopoguerra, in Dallapiccola. Letture e prospettive, a c. di M. De Santis, Ricordi, Milano 1997, pp. 357–387. 6 Premessa 15 era necessario includere i Cinque Canti di Dallapiccola, in cui, oltre a procedimenti di contrappunto dodecafonico già presenti nei Sex Carmina Alcaei e nelle Due liriche di Anacreonte, spicca un originale rapporto testo–musica fondato su simbolismi grafici di ordine visivo. Ai primi due capitoli, dedicati rispettivamente ad una disamina generale delle varie presenze del mito greco nelle musiche del primo Novecento e ad un’analisi del fenomeno letterario di Quasimodo, seguono altri quattro in cui ci si sofferma su ciascun compositore e si affronta un’analisi scrupolosa delle liriche. È affidato, viceversa, all’ultimo capitolo un confronto conclusivo sulle opere analizzate. La scelta di mettere in musica i versi di Quasimodo è stata valutata anche in relazione alle predilezioni poetiche dei singoli autori. Si è tenuto conto di due fattori inscindibili: testo greco antico e traduzione poetica contemporanea, nella consapevolezza che entrambi avessero motivi di fascino e seduzione per i compositori alla ricerca di nuove strade. Il lavoro si è posto anche l’obiettivo di accrescere i contributi di lettura di Caltabiano, Prosperi, Chailly e de Angelis. L’assenza di un’esauriente bibliografia, tanto sulle liriche, quanto sull’intera produzione dei quattro compositori, ha indotto a svolgere la ricerca esclusivamente negli archivi privati e pubblici. L’indagine ha portato alla luce carteggi, registrazioni e manoscritti inediti. Nel caso di de Angelis, peraltro, si è individuata una traccia interessante: due componimenti di Saffo tradotti da Quasimodo figurano tra i testi scelti per la sua ultima grande opera rimasta allo stato di abbozzo, un oratorio drammatico per soli coro e orchestra, intitolata Passione secondo uomini per ogni uomo, che voleva essere un testamento spirituale, un’ultima affermazione di fiducia nel valore dell’uomo. L’analisi condotta sulle due liriche greche di Nono ha preso spunto, ampliandola, da quella avviata da Borio nel saggio citato. Anche per le analisi delle liriche di Dallapiccola e Maderna ci si è potuti avvalere di significativi contributi, come quelli di Vlad e di Wildberger rispettivamente per le Liriche greche e per i Cinque Canti e, più di recente, di Ben Earle per i Cinque frammenti di Saffo di Dallapiccola, di Fearn e del più giovane studioso Luca Conti I “Lirici greci” di Quasimodo: un ventennio di recezione musicale per le Tre liriche greche di Maderna . Una seria ricerca su Maderna non poteva prescindere dai due volumi sul compositore curati da Rossana Dalmonte e Mario Baroni e su quello curato da Dalmonte e Marco Russo . Si escludono dalla trattazione i Quattro frammenti greci zioni di testi quindi, ma brani solo strumentali ispirati alle versioni di Quasimodo), che fanno parte del progetto BussottiOperaBallett. Al tempo della ricerca il compositore, da me personalmente contattato, preferì non cedere in visione musiche scritte in età così giovanile. Si auspica di poter lavorare in futuro su questi brani per poter integrare i risultati con lo studio già svolto. Le Tre liriche greche di Berio, invece, per voce e pianoforte, citate in catalogo da Osmond–Smith e, “Paul Sacher” di Basilea, né fra i documenti conservati dalla moglie del compositore, Talia Pecker Berio. David Osmond–Smith mi spiegò al tempo che la citazione delle Tre liriche nel catalogo era frutto di una comunicazione verbale. Fu proprio Berio a parlargli delle liriche come di un esperimento giovanile in seguito andato perduto. Molte sono le persone che mi hanno aiutato nella preparazione di questo lavoro. Un ringraziamento particolare va a Maurizio Giani umano che mi hanno consentito di apprendere ogni giorno di più. zio nella mia ricerca e aver continuato a seguire il lavoro con impor- Storia della dodecafonia Dallapiccolas «Cinque Canti» , , Dallapiccola’s Early , «Music Analysis», , Bruno Maderna, Harwood Academy Publischers, , Le “Tre liriche greche” di Maderna e la prima dodecafonica italiana, in Bruno Maderna. Studi e testimonianze Bruno Maderna. Documenti, a c. di M. Baroni e R. Dalmonte, Suvini–Zerboni, Milano Studi su Bruno Maderna, a c. di M. Baroni e R. Dalmonte, Suvini–Zerboni, Milano Bruno Maderna. Studi e testimonianze, a c. di R. Dalmonte e M. Russo, Lim, Lucca Premessa La Face per il magistero prezioso e il sostegno costante, a Lorenzo Bianconi per i fecondi consigli ricevuti in questi anni. Per l’interesse mostrato verso la mia ricerca ringrazio Paolo Gozza e Donatella Restani. Sono grata ai compositori Andrea Agostini e Chiara Benati per la scrupolosa supervisione di alcune analisi di liriche. Per avermi gentilmente concesso la visione del materiale necessario alla ricerca, sono riconoscente a Davide Anzaghi, Annalibera Dallapiccola, Marcello de Angelis, Giuliana Prosperi, Alessandro Quasimodo, Mario Ruffini, Michele Sarti, Nuria Schönberg Nono, nonché all’Archivio contemporaneo “Alessandro Bonsanti” del Gabinetto “G.P. Vieusseux” di Firenze, all’Istituto musicale “Goffredo Petrassi” (Latina), agli Archivi “Bruno Maderna” (Bologna) e “Luigi Nono” (Venezia) e alla Fondazione “Paul Sacher” (Basel). Vorrei esprimere infine la mia gratitudine a tutti i docenti e colleghi del Dottorato per la fiducia e la generosità dimostratemi, ai miei genitori per l’appoggio paziente che ha reso possibile il lavoro di questi anni, alle mie zie Rita, Graziella ed Enrichetta, così speciali per me.