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Fiorenzo Toso
Ausiliari propriamente detti
11.18. Si tratta dei verbi ésse ‘essere’ e avài ‘avere’, che permettono la formazione di tempi composti con valore di passato, rispettivamente:
11.18.1. per la maggioranza dei verbi intransitivi, per quasi tutti i
verbi impersonali, per tutti quelli riflessivi e intransitivi pronominali (arivu > sun arivàu ‘arrivo > sono arrivato’; puàiva > l’éa pasciüu
‘sembrava > era sembrato’; me lovu > me sun lavàu ‘mi lavo > mi
sono lavato’; m’acórzu > me sun acórtu ‘mi accorgo > mi sono accorto’);
11.18.2. per tutti i verbi transitivi e un certo numero di intransitivi riflessivi indiretti (pórtu > ho purtàu ‘porto > ho portato’; durmì
> ho durmìu ‘dormire > ho dormito’; me lovu > m’ho lavàu u cóllu
‘mi lavo / mi sono lavato il collo’);
11.18.3. il verbo ésse forma inoltre il passivo pórtu > sun purtàu
‘porto > sono portato’.
11.19. La scelta dell’ausiliare non comporta ambiguità con i verbi
transitivi (gli ausiliari ésse e avài indicano rispettivamente la diatesi
passiva e il tempo passato). Per quanti riguarda i pronominali:
11.19.1. I verbi pronominali retti all’infinito da un verbo servile o
fraseologico richiedono ésse se il pronome atono precede i due verbi (u s’è duvüu ascunde ‘si è dovuto nascondere’), avài se il pronome è enclitico (u l’ha duvüu ascùndise ‘ha dovuto nascondersi’);
11.19.2. L’uso di avài in luogo di ésse con verbi intransitivi è limitato ai così detti riflessivi indiretti, nei quali il pronome personale non funziona come oggetto, ma come complemento di attribuzione: m’ho bevüu in góttu de vin ‘mi sono bevuto un bicchiere di vino’; m’ho pigiàu da bàive ‘ho preso da bere per me’.
11.20. L’uso dell’ausiliare oscilla nella determinazione del passato.
In generale la coniugazione con avài corrisponde a un soggetto attivo,
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