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LA RISPOSTA
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così parlò krishnamurti
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IL CONFINE
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John Assaraf e Murray Smith
LA RISPOSTA
RAGGIUNGI LA LIBERTÀ ECONOMICA
E VIVI UNA VITA MERAVIGLIOSA
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Titolo originale: The Answer
Copyright © 2008 by Ria Ventures, LLC, and Murray Smith
Originally published in 2008 by Adria Books, a Division of
Simon & Schuster, Inc. Usa
traduzione
coordinamento
copertina
stampa
Davide Smiraglio
Romina Rossi
Megan Nones
Grafica Editoriale Printing Bologna
I edizione luglio 2009
Collana “La Scienza della Mente”
© 2009 BIS Edizioni
un marchio del Gruppo Editoriale Macro
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La Cellulosa utilizzata per la produzione della
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carta su cui sono stati stampati gli interni di
questo libro proviene da foreste amministrate.
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di questo libro è sbiancata senza utilizzo di
cloro (ECF). Questa carta è riciclabile.
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Caro lettore
Tu hai dei sogni, dei grandi sogni. Ma come gran parte
delle persone, hai anche delle domande. E come gran parte
delle persone, dei dubbi.
Noi vogliamo incoraggiarti a mettere da parte i dubbi, a
trovare delle risposte alle domande e a lanciarti a capofitto
nella piena realizzazione dei tuoi sogni.
Per questo motivo vogliamo dedicare questo libro proprio
a te che ci leggi.
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Introduzione
C
La domanda
hiudi per un attimo gli occhi: immagina di avere delle rendite enormi e un successo stellare che aumenta
di giorno in giorno. Potrebbe trattarsi di uno stile di
vita straordinario, della casa dei tuoi sogni, della più completa libertà finanziaria, di donazioni di beneficenza o di un
impegno in attività filantropiche: qualunque sia il tuo sogno,
immagina te stesso mentre te lo godi. Ringrazia il pilota del
tuo aereo personale per aver aspettato qualche minuto in più
la tua famiglia permettendole di raggiungerti in un luogo di
vacanze esotico; accarezza i mobili di squisita fattura della
tua ampia nuova cucina baciata dal sole; goditi la sensazione
di sapere che avrai sempre denaro a sufficienza per pagare
il conto, qualunque conto; ricevi con orgoglio la gratitudine
dell’organizzazione umanitaria internazionale alla quale hai
appena fatto una donazione di proporzioni storiche.
Ah, che bel sogno! Ma poi, c’è la realtà. Apri gli occhi,
ora: com’è in realtà la tua vita quotidiana? Se la tua vita
è fatta solo di preoccupazioni, stress, senso di oppressione,
incertezza o se semplicemente le cose non vanno come vorresti, allora questo libro è ciò che fa per te.
Magari hai una piccola azienda, l’avevi avviata qualche
anno fa con grandi obiettivi e sogni ancora più grandi e
adesso ti sembra che tutto si sia fermato. O forse ti stai impegnando al massimo, stai facendo grandi sacrifici nel tuo
lavoro, ma non vedi alcun risultato. Se questo è il caso, sei
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8 - La risposta
in buona compagnia: nel solo Nord America ci sono più di
25 milioni di titolari di piccole imprese che si trovano nella
tua stessa identica posizione.
O forse sei un dirigente, il direttore di un dipartimento, o il
manager di una grande società in cerca di qualcosa che faccia uscire la tua azienda da una crisi, che ti dia un vantaggio
reale rispetto alla concorrenza interna o che ti permetta di
guadagnare di più. O ancora potresti essere un amministratore delegato o un direttore finanziario alla ricerca di qualcosa
in grado di cambiare il destino della tua azienda.
O magari fai parte di quella grande fetta di popolazione che
desidera mettersi in proprio ma che ha paura di saltare il fosso. Hai sentito dire che il 95% delle nuove aziende chiude
i battenti entro cinque anni dalla loro creazione e non vuoi
entrare a far parte anche tu di quel numero. Temi di non avere
ciò che ci vuole, che la concorrenza sia troppo agguerrita e i
rischi troppo alti; hai paura di finire il denaro o di trovarti in
situazioni che poi non sapresti assolutamente gestire.
Eppure non vuoi abbandonare quel sogno, non vuoi smettere di immaginare un’azienda tutta tua in fase di decollo;
di dover rispondere solo a te stesso; di cambiare in meglio
la tua vita e ottenere dei grandi profitti; di fare le cose per
bene, come le vuoi tu; di essere sulla copertina della rivista
Fortune; di avere un aereo aziendale o una limousine che ti
aspetta per portarti all’appuntamento con un cliente; di creare
una fondazione che userà la tua ricchezza per risolvere i più
grandi problemi del mondo anche quando non ci sarai più.
Ecco, da un lato c’è il sogno e dall’altro la realtà: milioni di
persone pensano che le due cose non potranno mai coincidere.
Ma non è così: le due cose dovrebbero coincidere per tutti;
riuscirci è possibile. È per questo motivo che abbiamo scritto La risposta. Grazie al libro e al film del 2006 The Secret,
milioni di persone sono venuti a conoscenza del concetto di
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Introduzione - 9
legge dell’attrazione, quell’idea secondo la quale, focalizzando i nostri pensieri, siamo in grado di attrarre le cose che più
desideriamo nella vita e di trasformare in solide realtà anche
i nostri sogni più assurdi. Uno degli autori del libro che stai
leggendo, John Assaraf, ha avuto l’onore di essere coinvolto
come maestro nel progetto di The Secret. Da quando è uscito
quel film, molte persone ci hanno chiesto: “In che modo posso
applicare quell’idea in modo pratico e specifico per costruire
il mio successo professionale e quello della mia azienda?”.
Avendo lavorato con migliaia di imprenditori negli ultimi
decenni, conosciamo le speranze, le paure, le aspirazioni e i
patemi che si celano dietro a questa domanda. Per noi, le migliaia di aziende che falliscono o che vanno in bancarotta, i
milioni di disoccupati e sottoccupati non sono delle semplici
statistiche, ma delle storie umane alle quali abbiniamo volti,
nomi e voci. Siamo in grado di percepire la vera domanda
che si cela dietro a tutte le domande che ci pongono: in che
modo posso accedere a un’infinita abbondanza?
La risposta non viene da esperti con lauree di alto livello (nessuno di noi due le ha) o da persone che hanno alle
spalle una solida formazione imprenditoriale (non abbiamo
neanche quella). Non siamo mai stati all’università, non veniamo dal mondo della finanza e non abbiamo avuto genitori
proprietari di aziende di successo che ci hanno spianato la
strada. In realtà, da ragazzi, entrambi sembravamo destinati
al fallimento.
John Assaraf, un immigrato mediorientale che viveva in
un quartiere povero del Canada, ha passato gli anni della
sua adolescenza con gruppi di ragazzacci che non facevano
altro che mettersi nei guai. Alle scuole superiori, trovò la sua
ragione di vita nello sport e divenne una giovane promessa
della pallacanestro presto infranta a causa di un brutto incidente d’auto.
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10 - La risposta
Murray Smith venne etichettato come “ragazzo con difficoltà di apprendimento”, quindi separato dai suoi compagni
di classe e messo in una speciale scuola tecnica dalla quale
sarebbe stato poi destinato al lavoro in fabbrica. Il suo primo
lavoro dopo la scuola si svolgeva a diversi metri di profondità e consisteva nella pulizia dei canali di scarico.
Nonostante questi inizi difficili, tuttavia, entrambi abbiamo trovato la nostra strada per il successo. In che modo? Attraverso tentativi ed errori e grazie a una grande determinazione, entrambi abbiamo appreso le leggi fondamentali che
regolano il successo aziendale e abbiamo via via perfezionato
le nostre conoscenze fino a elaborare un approccio che ha
funzionato più e più volte. Negli ultimi trent’anni, siamo stati entrambi impegnati ad applicare la risposta alla creazione
di aziende di successo partendo da zero: in tutto, sommando
le aziende create da ognuno dei due, sono diciotto. Eppure
vediamo intorno a noi molta gente fallire. Una cosa che abbiamo appreso è che il successo è molto più dolce quando si
hanno delle persone con cui condividerlo. Per questo abbiamo deciso di trasmettere le nostre esperienze e i segreti che
avevamo scoperto lungo la strada con altre persone, anzi, con
il maggior numero di persone possibile.
Poiché ci conosciamo da molto tempo, abbiamo costruito
alcune di queste aziende di successo insieme. Dopo esserci
ritirati dagli affari, nel 2005 abbiamo deciso di tornare in pista
e di dedicare la nostra vita alle aziende di tutto il mondo che
vogliono crescere. Abbiamo lanciato un’impresa chiamata
OneCoach che presto è diventata l’azienda con lo sviluppo
più rapido tra quelle dedicate al sostegno alla crescita, alla formazione e alla consulenza alle piccole aziende. È stata l’esperienza di OneCoach a indurci a scrivere questo libro.
La risposta si basa su diverse fonti. Nel corso di questo
libro, imparerai diverse cose, dai più semplici metodi per
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Introduzione - 11
dirigere il potere della tua mente ai modi in cui utilizzare le
leggi universali della vita per avere successo negli affari; da
come creare un messaggio pubblicitario penetrante basato
sull’unicità e originalità della tua azienda a come formare un
gruppo dirigente e a ragionare da miliardario. Imparerai le
tre domande fondamentali che conducono all’aumento delle
entrate, imparerai qual è il tuo cliente ideale e quali sono
quelle azioni, tra le centinaia da svolgere in azienda, che non
puoi assolutamente permetterti di tralasciare.
Tutte le risposte che compongono questo libro provengono da centinaia di interviste con scienziati, rappresentanti
commerciali, imprenditori e miliardari, ma anche dal nostro
lavoro con migliaia di clienti e dall’esperienza fatta sul campo di momenti bassi e momenti alti, di tentativi ed errori, di
fallimenti e di successi nel mondo degli affari.
In fisica esiste un principio elaborato dallo scienziato tedesco Werner Heisenberg chiamato principio d’indeterminazione, il quale ci insegna che modificando il nostro modo di
guardare qualcosa, l’oggetto guardato si modifica di conseguenza. Questa verità riguardante le particelle subatomiche
è valida anche per la vita e per il lavoro. Questo libro ti mostrerà come fare a guardare la tua attività in modo diverso,
che si tratti del lavoro all’interno di un’organizzazione o della tua azienda: la tua attività cambierà e diventerà ciò che hai
sempre sognato. Al cambiamento sul lavoro, corrisponderà
un cambiamento anche nella vita.
Lo scopo di questo libro è fare in modo che tu assuma
il controllo della tua vita e dei tuoi affari. Si tratta di comprendere in che modo il principio della causa e dell’effetto
si applica agli affari e in che modo progettare ed eseguire le
tue azioni in modo da essere la causa degli eventi e non un
semplice effetto. Ti mostreremo come realizzare l’impresa
dei tuoi sogni dall’interno, creando un’immagine dentro di
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12 - La risposta
te che sia completa, chiara e definita. Quindi, ti mostreremo
in che modo far crescere la tua impresa seguendo delle strategie verificate sul campo in modo che raggiunga la dimensione da te desiderata.
Che tu sia un imprenditore singolo o il proprietario di
un’azienda, un libero professionista o un dirigente di una
sezione di una grande multinazionale, una persona che sta
avviando la sua impresa o una persona che vuol diventare
insostituibile nell’azienda in cui si trova, non importa: se desideri raggiungere la libertà finanziaria e vivere una vita straordinaria, sei la persona per la quale abbiamo scritto questo
libro. Vogliamo ispirarti e darti la fiducia, le informazioni e il
piano di azione passo per passo di cui necessiti per costruire
il tuo sogno.
Nel nostro percorso condivideremo con te la nostra storia,
mostrandoti in che modo abbiamo appreso quelle conoscenze che compongono la risposta; ti racconteremo, inoltre, la
storia di altri imprenditori di successo che hanno applicato
gli stessi principi e hanno creato l’azienda dei loro sogni.
La risposta ha un unico scopo: aiutarti a rispondere alla
Domanda. Una risposta accompagnata da una certezza così
chiara, forte e incrollabile che la tua vita non sarà più la stessa e che il tuo sogno non sarà più solamente possibile, non
sarà più semplicemente probabile, bensì inarrestabile.
In che modo posso accedere a un’infinita abbondanza?
Troverai la risposta in queste pagine.
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1. Dentro la scatola:
la storia di John
U
na mattina di maggio dell’anno 2000 ero seduto nel
mio studio con mio figlio Keenan, quando aprii una
scatola di cartone il cui contenuto avrebbe cambiato
la mia vita per sempre.
Non avevo idea che sarebbe potuta succedere una cosa del genere; in realtà non avevo neanche idea di cosa contenesse quella
scatola dimenticata. Negli ultimi cinque anni, infatti, avevamo
fatto diversi traslochi ed erano cambiate moltissime cose.
Avevo cominciato la mia carriera nel mondo degli affari
vent’anni prima scegliendo di lanciarmi, appena terminate
le scuole superiori, nel settore immobiliare. Il mio sogno di
diventare un giocatore di basket professionista era da tempo
infranto e non avevo idea di cosa fare della mia vita. Il settore immobiliare era l’unica cosa che mi venne in mente per
evitare di lavorare in un supermercato e così, il 20 giugno
del 1980, all’età di 19 anni, feci l’esame professionale e divenni un agente immobiliare autorizzato. Dopo pochi mesi
cominciai a frequentare seminari e laboratori su come stabilire degli obiettivi e cominciai ad apprendere delle tecniche
di crescita personale che si fondavano su strane cose chiamate visualizzazione e affermazioni.
In realtà, avevo da sempre una consapevolezza intuitiva
del tipo di pratiche di cui si parlava durante questi corsi. Da
adolescente, volevo più di ogni altra cosa diventare una stella
della pallacanestro. Desideravo così tanto sfondare in questa
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14 - La risposta
professione che passavo il tempo a immaginare di vincere le
partite di un campionato, di segnare quel punto vincente proprio allo scadere del tempo regolamentare e, ogni volta che
scendevo in campo, guardavo nella mia testa questo film. A
sera, andavo a dormire portando il pallone da basket con me
nel letto. E fino al giorno dell’incidente, sono stato un giocatore che faceva la differenza.
Dopo il diploma, tuttavia, non si trattava più di vincere sul
parquet. Adesso il punto era vincere negli affari.
Cominciai a osservare come si comportavano i migliori
agenti del mio ufficio, a puntarli come un falco, ad ascoltarli quando erano al telefono e persino a partecipare alle loro
riunioni solo per sentire esattamente cosa dicevano e in che
modo. Iniziai a leggere voracemente e ad assorbire tutto ciò
su cui riuscivo a mettere le mani e che poteva darmi dei suggerimenti su come fare successo nella mia nuova carriera.
Ascoltavo delle audiocassette e partecipavo ai seminari. Uno
di questi era tenuto da un uomo che successivamente diventò
mio amico, mentore e socio in affari. Si chiama Bob Proctor.
All’inizio degli anni Sessanta, Bob si era trasferito da Toronto, la sua città natale, a Chicago per lavorare con Earl
Nightingale, l’uomo che una decina d’anni prima aveva lanciato l’industria dello sviluppo personale. Le famose registrazioni audio di Nightingale, The Strangest Secret, furono le
prime incisioni non musicali della storia a superare il milione
di copie vendute. Earl Nightingale, a sua volta, aveva appreso
la sua filosofia da Napoleon Hill, l’autore di quello che probabilmente è il libro più conosciuto di tutta la letteratura dell’autorealizzazione: Pensa e arricchisci te stesso.
Da Napoleon Hill a Earl Nightingale a Bob Proctor, c’era
un tema ricorrente che legava i loro insegnamenti: il segreto
del nostro successo risiede nel controllo dei nostri pensieri.
Questi maestri mi stavano dicendo che gli unici limiti che
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1. Dentro la scatola: la storia di John - 15
esistono tra noi e il raggiungimento dei nostri traguardi sono
quelli che noi stessi ci poniamo per mezzo dei nostri pensieri
limitanti. Ciò che dicevano era del tutto sensato per me; non
sapevo in che modo o perché funzionasse, ma mi sembrava
che la verità contenuta nelle loro parole fosse lampante.
Ben presto cominciai a dare molta importanza all’attività
di scrivere i miei obiettivi (e infatti conservo ancora una copia degli obiettivi da me accuratamente scritti nell’estate del
1982). Cominciai a scrivere delle affermazioni e a costruire
con le parole delle immagini vivide del tipo di successo che
desideravo avere; in tal modo nutrivo il mio pensiero inconscio con nuove immagini dei miei obiettivi e realizzavo nuovi film mentali dei miei successi di imprenditore seriale.
Quell’anno, il mio primo anno nel settore immobiliare,
guadagnai all’incirca 30.000 dollari. Non male per un ventenne, pensai. Nel mio secondo anno, i miei introiti ammontarono a 150.000 dollari. Questa tecnica di stabilire degli
obiettivi, di visualizzare, di fare delle affermazioni e ripeterle funzionava!
Dopo quel grandioso secondo anno, decisi di prendermi
una pausa di riflessione e di espandere i miei orizzonti. Presi i
miei risparmi e partii per fare un viaggio attorno al mondo. Il
mio viaggio durò più di un anno e mi portò nei quattro angoli
del mondo dove ebbi la possibilità di conoscere altre culture
e visioni del mondo e di espandere la mia comprensione di
ciò che è possibile. All’inizio del 1984, tornai a Toronto e
ripresi a lavorare nel mio ufficio di agente immobiliare. Ma
era chiaro che non vi sarei rimasto a lungo. Avevo voglia di
sapere di più, di fare di più e di essere di più.
Qualche anno più tardi, alla fine del 1986, Walter Schneider e Frank Polzler, i due imprenditori che avevano rilevato
i diritti di affiliazione dell’enorme organizzazione immobiliare RE/MAX per il Canada occidentale (e che oggi sono i
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16 - La risposta
concessionari di maggior successo al mondo), mi contattarono dandomi la notizia che RE/MAX era alla ricerca di un
concessionario per lo Stato dell’Indiana. Sapevano che io
non vedevo l’ora di fare un salto di qualità e avevano deciso
di propormi di entrare in società con loro purché fossi stato
disponibile a trasferirmi nell’Indiana.
Mi dissero: “John, ti piacerebbe trasferirti nell’Indiana?”.
Risposi: “Non vedo l’ora. Quando devo partire?”. E poi aggiunsi: “Dov’è che devo andare?”. Non avevo neanche ascoltato la parte relativa all’Indiana. Avevo sentito solamente: “Ti
piacerebbe trasferirti?” e avevo capito che mi stavano offrendo un’opportunità che non potevo lasciarmi sfuggire.
Durante la mia prima settimana nell’Indiana, un giornalista
dell’Indianapolis Business Journal venne a domandarmi quali
fossero i nostri piani. “In cinque anni”, gli risposi, “diventeremo la più grande agenzia immobiliare dello Stato dell’Indiana
e arriveremo a vendere immobili per un miliardo di dollari”.
Il giornalista si appuntò le mie parole e poi mi chiese
all’improvviso: “Quindi ha già avuto un contatto con…” e
mi snocciolò i nomi degli amministratori della più grande
società immobiliare della zona.
“Hm, perché me lo chiede?”, replicai esitando.
Il giornalista sogghignò. “Credo che lei già sappia che la
loro azienda è presente in questo Stato da quasi ottant’anni
e controlla il 70% del mercato immobiliare”. Non ne avevo
idea. Non avevo mai neanche sentito nominare le persone di
cui mi stava parlando. Non sapevo nulla del mercato immobiliare dell’Indiana e, in realtà, non sapevo nulla di come gestire
l’attività, per non parlare di come si facesse a raggiungere un
volume di vendite tanto elevato. E per di più davanti a una
concorrenza così dominante e ben radicata sul territorio.
Il giornalista rise. Era chiaro che avevo fatto un passo falso
e che rischiavo di non riprendermi più da tale infelice sortita. E
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1. Dentro la scatola: la storia di John - 17
infatti, pochi giorni dopo, apparve la mia foto sul giornale che
accompagnava un articolo intitolato “Un miliardo di dollari
entro cinque anni”. Ero diventato la barzelletta della città.
Ero una barzelletta, sì, ma solo fino a cinque anni più tardi
quando la mia società fatturò 1,2 miliardi di dollari.
La visualizzazione e le affermazioni funzionavano davvero. Il perché e il come questo accadesse era ancora un mistero per me, ma all’epoca non mi importava: l’importante era
che funzionava!
Nel 1995 cominciai a realizzare quelle che i miei mentori
chiamavano le tavole delle visioni. Si trattava di ritagliare delle immagini che rappresentavano degli obiettivi e dei sogni
che desideravo realizzare e di incollarle su delle bacheche.
L’idea era quella di creare dei promemoria quotidiani della
direzione che volevo far assumere alla mia vita. A quell’epoca
non ero ancora in grado di comprendere la potenza di questo
esercizio, ma presto le cose sarebbero cambiate.
Diressi quell’area della RE/MAX per dieci anni e la feci
crescere arrivando ad aprire 75 uffici e ad assumere mille
persone. Ma cominciavo ad avvertire nuovamente in me la
voglia di cambiare: era arrivato il momento di cercare nuove
e maggiori opportunità. Assunsi e preparai una persona che
potesse sostituirmi, feci mettere tutti i miei beni in un magazzino e lasciai l’Indiana per tornare in Canada.
Negli anni successivi mi trasferii varie volte assieme alla
mia famiglia, alla ricerca della successiva grande opportunità. Investii in alcune aziende e lavorai come consulente per
altre e intanto continuavo a muovermi e a cercare. Alla fine
del 1998, il mio amico Len McCurdy mi invitò a San Francisco per dare un’occhiata a qualcosa che suo figlio Kevin e
il suo amico Howard avevano sviluppato.
“Questo programma è strepitoso”, mi disse Len. “Ti consente di fare un tour virtuale in un’auto o in un hotel tramite
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18 - La risposta
Internet, senza la necessità di effettuare download o installare altri programmi. Lo devi vedere”.
Stimavo molto Len e sapevo che lavorare con lui significava
avere una grande opportunità di imparare e crescere. L’ultima
azienda che aveva creato valeva una fortuna quando la cedette
alla IBM. Volai a San Francisco e non mi ci volle un grande
sforzo di immaginazione per capire che questo software online che Kevin e il suo amico avevano sviluppato avrebbe consentito delle applicazioni favolose nel settore immobiliare, in
quello della vendita di automobili, nella pubblicità alberghiera
e potenzialmente in qualsiasi settore. Len mi propose di fare
una società della quale sarei stato vicepresidente addetto alle
vendite e al marketing; accettai senza esitazioni. E poi disse
una cosa che mi lasciò stupefatto: “Perché non lanciamo questa società sul mercato azionario? Potremmo riuscirci entro
il prossimo autunno”.
Voleva arrivare a fare un’offerta pubblica iniziale in soli
nove mesi. Anche nel contesto dell’inebriante boom delle
aziende punto-com che stavamo vivendo in quegli anni,
questo obiettivo era decisamente esorbitante. Ma Len sapeva bene come raggiungere degli obiettivi straordinari; aveva
letto gli stessi libri che avevo letto io e aveva seguito i miei
stessi corsi. Sapeva che i nostri unici limiti sono quelli che
noi stessi poniamo ai nostri pensieri.
Feci un gran respiro e dissi: “Certo, facciamolo!”. Ci trasferimmo da Vancouver in California e io passai l’anno successivo
volando avanti e indietro da Los Angeles a San Francisco. Avviammo la nostra società all’inizio del 1999; nove mesi dopo
piazzammo una vincente offerta pubblica iniziale sul listino
NASDAQ, seguita da una fusione con un’altra società che portò
la nostra valutazione di mercato a 2,5 miliardi di dollari.
Questa impetuosa avventura ebbe tre conseguenze: fu la
prova più evidente che avessi mai visto del potere dei nostri
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1. Dentro la scatola: la storia di John - 19
pensieri; mi diede i mezzi finanziari per ritirarmi dagli affari;
mi mise di nuovo addosso quella voglia di muovermi e di
cercare nuovi orizzonti. Non era affatto chiaro quali fossero
questi orizzonti, ma non c’era assolutamente alcun dubbio
riguardo alla città nella quale volevo vivere in attesa di scorgerli: San Diego.
Vivere a San Diego era uno dei miei sogni da oltre vent’anni. Parecchio tempo prima, nel 1982, nel mio viaggio attorno
al mondo, mi era capitato di visitare San Diego e stregato
dalla città mi ero detto: “Un giorno, quando potrò permettermi di vivere dove voglio, vivrò qui”.
Ora, all’inizio del 2002, vivevo con la mia famiglia in una
casa in affitto sulla costa di San Diego e avevamo cominciato la nostra caccia alla casa dei sogni. Entro aprile avevamo
acquistato una meravigliosa proprietà per cui mandai a prendere tutti i beni che erano rimasti nel magazzino dell’Indiana
per anni.
Qualche settimana dopo, arrivarono tutti i mobili insieme
a decine di scatole di cartone.
Ecco dunque spiegato il perché quella fatidica mattina di
maggio mi trovavo nello studio della mia nuova casa pieno
zeppo di scatole ancora chiuse. Mio figlio Keenan, che aveva
sei anni, era seduto su una scatola vicino alla porta della stanza e dondolava le gambe facendole sbattere contro la scatola.
Gli dissi: “Tesoro, ti dispiacerebbe non far sbattere le gambe
in quel modo? Sto cercando di lavorare un po’ e quel rumore
mi distrae”. “Papà”, mi disse continuando a far sbattere le
gambe rumorosamente, “cosa c’è nella scatola?”.
Diedi un’occhiata alla scritta scarabocchiata sul fianco
della scatola e dissi: “Qui ci sono le tavole delle visioni che
avevo costruito nell’Indiana. Ti ricordi di quando stavamo in
Indiana?” Keenan era molto piccolo quando avevo preparato
quelle scatole.
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20 - La risposta
“Cos’è una tavola delle visioni?”, mi chiese. Gli spiegai
nel modo più semplice possibile che sono delle tavole sulle quali incollo le immagini delle cose che desidero o degli
obiettivi che desidero raggiungere nella mia vita.
“E perché fai questa cosa?”.
Ero tentato di rispondergli, “Perché è così e basta” e di finire là quella conversazione per poter tornare al mio lavoro,
ma un’occhiata al visino di Keenan, che si stava decisamente
divertendo a scorazzare libero in questa nuova grande casa,
mi fece cambiare idea.
Da piccolo mi ero ripromesso che quando sarei stato grande
abbastanza (e possibilmente maturo abbastanza) da avere dei
figli, non avrei mai detto loro, “Perché è così e basta”. Così
tagliai il nastro adesivo, aprii la scatola e tirai fuori la prima
tavola delle visioni. C’era una foto della Mercedes che avevo
desiderato e poi comprato, guidato, goduto e venduto. C’era
l’immagine di un bell’orologio da polso e accanto quella di un
bel paio di scarpe in pelle di coccodrillo. Guardai le immagini
per un momento, ricordandomi di quando le avevo incollate lì
e poi presi la seconda tavola. Ci trovammo davanti agli occhi
la fotografia di una grande, sorprendente e meravigliosa casa.
La prima cosa che pensai fu: “Un momento, come mai questa
foto si trova qui?”. In qualche modo una brochure dell’agente
immobiliare doveva essere finita nella scatola poco prima del
trasloco. Ma, un momento, questo era impossibile. Quella scatola era stata sigillata per anni! Fissai attentamente la foto. Non
era una brochure. L’immagine era incollata alla tavola.
Allora cominciai a piangere.
Lì, su quella mia vecchia tavola delle visioni, c’era un’immagine che avevo ritagliato da una vecchia rivista di case da
sogno cinque anni prima nell’Indiana. Era una casa unica,
con 188 finestre, 320 alberi d’arancio, due alberi di limoni
e una serie di altre caratteristiche uniche. Non c’era alcun
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1. Dentro la scatola: la storia di John - 21
dubbio. Era proprio l’immagine della casa nella quale io e
mio figlio eravamo seduti in quel momento. Non era una
casa come quella. Era proprio quella!
Quando avevo ritagliato l’immagine dalla rivista, non sapevo neanche dove si trovava o quanto sarebbe potuta costare. Era semplicemente una foto su una rivista.
La mia mente cominciò a elaborare rapidamente. Quante
avrebbero potuto essere le probabilità che sarei stato proprio
io a comprare quella casa? Da dove bisognava cominciare
per calcolare quelle probabilità infinitesimali?
In quel momento, all’improvviso, seppi cosa avrei fatto
per il resto della mia vita.
Chi ha visto il film The Secret, ha presente la scena in
cui descrivo questo evento. Nel film, non abbiamo avuto la
possibilità di descrivere cosa successe dopo. Questo avvenimento fu un evento cardine della mia vita, un’epifania che
ha guidato la mia vita da quel momento in poi e che è alla
base della nascita di questo libro. Per vent’anni mi sono impegnato costantemente e accuratamente nella pratica delle
affermazioni, dell’impostazione di obiettivi ben chiari, della
visualizzazione e della meditazione e in tutto questo tempo
ho avuto ampie dimostrazioni dell’efficacia di queste tecniche. Ma non avevo mai saputo perché fossero così efficaci e,
in realtà, non me ne ero interessato più di tanto. Adesso era
arrivato il momento di sapere.
Nel 2000 mi ero appena ritirato dagli affari, non avevo particolari impegni, nessuna prospettiva immediata e nessuna pressante necessità di avviare un’attività. Mi trovavo in quella fortunata posizione che auguriamo a tutti i lettori di questo libro,
quella della completa libertà finanziaria. Non avevo la necessità
di lavorare. Perciò questo divenne il mio lavoro. La pressante
necessità di sapere in che modo la mia futura casa era finita in
quella scatola di cartone divenne la mia occupazione.
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22 - La risposta
Cominciai a fare un elenco dei maggiori scienziati nei diversi
campi che sembravano collegati a questa ricerca e quindi iniziai
a leggere tutto ciò che avevano scritto. Quindi girai il paese in
lungo e in largo per assistere alle loro lezioni e alle loro conferenze e arrivai persino a telefonare ad alcuni di loro. Nei mesi
e negli anni successivi, ebbi la possibilità di comunicare con le
menti più brillanti nei settori della fisica quantistica, delle neuroscienze, della filosofia e di tutta una serie di altri campi connessi. Quello che mi dissero mi aprì completamente la mente.
Le loro teorie spiegavano in che modo ero arrivato a costruire
un’azienda di successo dopo l’altra e in che modo avevamo finito con l’andare ad abitare nella casa dei sogni che avevo racchiuso in quella scatola di cartone.
Nei prossimi capitoli, porteremo anche te dentro quella
scatola magica e condivideremo con te alcune delle cose
straordinarie che questi scienziati ci hanno insegnato.
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2. Alla scoperta
di come funziona il mondo
N
el 1633, un anziano astronomo di nome Galileo
Galilei fu portato davanti all’Inquisizione romana,
processato per eresia e condannato a passare il resto
della sua vita in prigione.
Qual era il suo reato? Aveva verificato l’idea, proposta un
secolo prima dal grande astronomo cattolico Niccolò Copernico, secondo la quale la Terra non si trovava al centro del
sistema solare. Galileo affermava, infatti, che era esattamente il contrario: il Sole si trova al centro e la Terra è semplicemente uno dei vari pianeti che gli girano attorno.
Questa idea fu considerata diametralmente opposta alla posizione delle Sacre Scritture. Galileo fu obbligato ad abiurare e a
rinnegare le sue idee, mentre il suo libro Dialogo sopra i massimi sistemi, fu proibito. La condanna all’ergastolo dell’anziano
scienziato fu successivamente convertita in arresto domiciliare
così che Galileo poté vivere il resto dei suoi giorni nella sua
casa nei pressi di Firenze, dove finì per diventare cieco.
Tuttavia, le idee di Galileo resistettero alla condanna e gli
accurati esperimenti e i modelli matematici che utilizzò nel
suo tentativo di comprendere la natura costituirono la base
sulla quale si sarebbe sviluppata la scienza moderna. Tre secoli più tardi, un fisico tedesco di nome Albert Einstein riconobbe in Galileo il “padre della scienza moderna”.
Per più di mille anni, prima di Galileo, la scienza si era
occupata della creazione di descrizioni intellettualmente sod-
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24 - La risposta
disfacenti della realtà piuttosto che di verificare se quelle descrizioni potevano essere provate. Grazie a Copernico e a Galileo, gli scienziati europei poterono cominciare il loro lavoro
di vigorosa ricerca dell’evidenza empirica. Gli esperimenti
immaginati dovevano essere seguiti da veri esperimenti fisici,
proprio come aveva fatto Galileo quando aveva fatto cadere
due oggetti dalla torre di Pisa per verificare l’affermazione di
Aristotele che un oggetto pesante cade più velocemente di un
oggetto leggero (affermazione che si rivelò essere falsa).
Dai tempi di Galileo in poi, le precise osservazioni degli
scienziati hanno contribuito a creare un’immagine del mondo che rassomiglia molto a un meccanismo a orologeria. Per
questa pratica non erano necessarie idee come anima, spirito
o coscienza. Il filosofo e matematico francese Cartesio, contemporaneo di Galileo e oggi considerato come il “padre della
filosofia moderna”, dichiarò che il modo migliore per comprendere come funziona il mondo è quello di dividere l’esistenza in
due parti: il mondo obiettivo o materiale, governato dai principi
della scienza e il mondo soggettivo dello spirito e dell’anima,
che doveva essere di competenza della Chiesa.
Cartesio è famoso per la sua affermazione Penso, dunque sono.
Ma in realtà la parte relativa al penso era un mistero per Cartesio
così come lo sarebbe stato per gli scienziati nei secoli a venire. In
che modo riusciamo a pensare? Da dove vengono i nostri pensieri? In che modo i pezzi di materia fisica che costituiscono il
nostro cervello riescono a generare la coscienza? Come il fisico
contemporaneo John Hagelin si è giustamente chiesto: “Esiste
un profondo problema filosofico di fondo: come è possibile ottenere la coscienza a partire da un pezzo di carne?”.
Nonostante la netta divisione del reale effettuata da Cartesio,
il senso comune suggerisce che i nostri pensieri devono essere collegati al resto dell’esistenza in qualche modo. Ma in che
modo? Le risposte a queste domande aprono un intero mondo
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2. Alla scoperta di come funziona il mondo - 25
di possibilità rispetto a ciò che possiamo ottenere nella nostra
vita e costituiscono una parte fondamentale della Risposta.
Un mondo dentro l’atomo
Dopo Galileo e Cartesio, venne Isaac Newton. Anche
lui riprese l’idea della natura come macchina e la dettagliò
scoprendo le precise leggi che governano il funzionamento
di tale macchina. Tutta la fisica classica e di fatto tutta la
scienza moderna, è stata costruita sulle fondamenta create
da Newton che descrisse un universo fatto di spazio vuoto tridimensionale all’interno del quale gli oggetti fisici si
muovono secondo delle leggi immutabili. Queste leggi del
movimento hanno reso possibile i progressi della moderna
tecnologia, dal motore a vapore fino alle sonde spaziali che
hanno analizzato il suolo di Marte.
Ciò che siamo riusciti a realizzare tramite l’applicazione
delle leggi di Newton è stato davvero sorprendente. Ma alla
fine la scienza ha raggiunto i limiti della visione del mondo
newtoniana. Man mano che gli strumenti sono diventati più
sofisticati, le esplorazioni del mondo fisico ci hanno portati
nel cuore dell’atomo dove abbiamo visto che la natura si
comporta in modo alquanto diverso rispetto alle descrizioni
date da Cartesio e da Newton.
All’alba del ventesimo secolo, quella visione del mondo
meccanicistica ordinata e obiettiva cominciò a non reggere
più. La scoperta della radioattività alla fine dell’800, permise agli scienziati di guardare nel mondo racchiuso nel nucleo
dell’atomo. Quel mondo li stupì perché si resero conto che
a livello subatomico gli oggetti non si comportavano affatto
secondo quanto previsto dalle leggi newtoniane. Anzi, l’atomo stesso si rivelò essere una sorta di illusione: più gli scienziati lo osservavano, meno sembrava esistere.
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26 - La risposta
Il termine atomo è stato coniato nell’antica Grecia e indica
un’“unità indivisibile”. Per tutto il diciannovesimo secolo, gli
scienziati hanno creduto che il nostro intero universo fisico fosse
composto da queste particelle elementari. La radioattività ci ha
mostrato che l’atomo, in realtà, è divisibile e che al suo interno si
verifica tutta una serie di nuovi fenomeni da esplorare, misurare e
descrivere. Con il cambiamento della nostra visione dell’atomo,
le fondamenta della fisica classica sono crollate. La nostra visione del mondo era pronta per una radicale trasformazione.
Tutto è energia
A cosa pensi se pronuncio il nome di Albert Einstein?
Magari ti viene in mente una selvaggia criniera di capelli
bianchi o forse quella famosa fotografia dell’illustre fisico
che mostra la lingua al fotografo. Oppure ti viene in mente una sola parola: “Genio”. Qualunque sia l’immagine di
Einstein che ti viene in mente l’associ, tuttavia, a una formuletta: E=mc2. Perché mai un’equazione matematica che
descrive una complessa teoria è così famosa che anche i non
specialisti la riconoscono immediatamente? Perché grazie a
quella semplice equazione, “l’energia è uguale alla massa
moltiplicata per la velocità della luce al quadrato”, Einstein
ha infranto secoli di pensiero e ha modificato radicalmente
la nostra idea di come funziona il mondo.
Nel suo sforzo di spiegare lo strano comportamento della
luce, Einstein si è reso conto che l’unica soluzione possibile
era quella di smettere di considerarlo all’interno dell’ordinata
cornice della fisica newtoniana. Al suo posto, ha introdotto la
sua idea di come funziona il mondo: la teoria della relatività.
Un motivo per cui l’idea di Einstein risultò così rivoluzionaria
è che per la prima volta descriveva in che modo l’energia e la
materia sono non solo legate tra loro, ma come l’una possa es-
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2. Alla scoperta di come funziona il mondo - 27
sere trasformata nell’altra. Era stata trovata una crepa nel muro
che separa il mondo della materia da quello dell’energia. Ora
l’elegante e definito mondo della fisica classica newtoniana
doveva mettersi da parte e lasciare spazio all’impreciso, strano
e quasi inimmaginabile mondo della meccanica quantistica.
La meccanica quantistica è lo studio di come il mondo
funziona all’interno dell’infinitamente piccolo, a dimensioni
molto inferiori rispetto a quelle dell’atomo. Man mano che gli
scienziati studiavano la natura della realtà su scale sempre più
piccole, qualcosa di strano cominciava ad accadere: più andavano in profondità all’interno della realtà, più questa sembrava svanire. La ricerca della particella di materia più piccola
conosciuta portò, invece, alla scoperta di piccoli e tuttavia elusivi pacchetti di energia che i fisici chiamarono quanti.
La scoperta di Einstein si può riassumere in questa frase:
tutto è energia. Le rocce, i pianeti, un bicchiere d’acqua, le
parti del nostro corpo, tutto ciò che riusciamo a toccare, assaporare, odorare: tutto è composto da molecole, composte
di atomi, fatti di protoni, elettroni e neutroni, fatti a loro volta di piccoli pacchetti di energia vibranti.
Ed è qui che la meccanica quantistica si incrocia con ciò
che ho trovato quella mattina di maggio nella scatola di cartone. Le scoperte della fisica sono strettamente legate con il
modo in cui creiamo la vita dei nostri sogni realizzando l’attività che desideriamo. Perché una volta appreso che tutto
è energia, che non esiste nessuna distinzione tra materia ed
energia, allora anche il confine tra il mondo fisico e il mondo
dei nostri pensieri svanisce.
Leggere la mente di Dio
Nei decenni successivi all’elaborazione da parte di Einstein della teoria della relatività, la meccanica quantistica
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28 - La risposta
cominciò a osservare alcuni strani fenomeni. I piccoli pacchetti di energia denominati quanti avevano dei comportamenti bizzarri, tra cui l’inspiegabile capacità di influenzarsi
a vicenda, una proprietà chiamata non-separabilità.
Nel suo libro Risacralizzare il cosmo (Apogeo 2008), il fisico Ervin Laszlo descrive una serie di esperimenti condotti
da Cleve Backster, un esperto nell’uso della macchina della
verità. Backster prese alcuni globuli bianchi dalla bocca dei
suoi pazienti e li coltivò in provetta. Quindi trasferì una delle
colture in un luogo distante più di dieci chilometri. Successivamente collegò la macchina della verità alle colture ed
effettuò una serie di esperimenti sui suoi pazienti.
Durante uno dei suoi test, mostrò a un suo paziente un
programma televisivo che parlava dell’attacco giapponese del 1941 a Pearl Harbor. Il paziente era un ex marinaio
che aveva vissuto in prima persona l’attacco. Quando sullo
schermo apparve il volto di un marinaio, il paziente ebbe una
reazione emotiva visibile; in quel preciso momento, l’ago
della macchina della verità situata a dieci chilometri di distanza si mosse proprio come se fosse stato collegato al paziente stesso e non a una semplice provetta contenente i suoi
globuli bianchi.
Durante gli esperimenti successivi furono modificate le
circostanze e le distanze furono aumentate fino a decine e
centinaia di chilometri con risultati altrettanto sorprendenti.
Com’è possibile un fenomeno del genere? Secondo le scoperte della meccanica quantistica, le particelle del corpo del
marinaio sono sempre connesse le une con le altre e non importa quale sia la distanza che le separi: continueranno comunque a influenzarsi a vicenda. Ma c’è di più: questo effetto sembra manifestarsi a velocità ben superiori a quelle della
luce e questo viola una delle regole fondamentali di Einstein.
Gli scienziati hanno chiamato questa sbalorditiva capacità di
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2. Alla scoperta di come funziona il mondo - 29
interconnessione istantanea nonlocalità. Einstein usava un
termine meno tecnico per descriverla: la chiamava terrificante azione a distanza.
Cos’è questa forza? Potrebbe trattarsi di qualcosa di ancora
più basilare dell’energia? I ricercatori hanno quindi cominciato a cercare una forza di base che mettesse insieme tutti i
diversi tipi di energia conosciuti. Questa ricerca di un’unica
equazione matematica responsabile del comportamento di
tutte le forze dell’universo conosciute, una teoria dei campi
unificati o “teoria del tutto”, è diventata il santo Graal della
scienza. Alcuni astrofisici di punta, come Stephen Hawking,
sostengono che quando arriveremo a conoscere questa teoria
del tutto, conosceremo la mente di Dio.
Una strana scoperta: il pensiero influenza la materia
A vent’anni di distanza dal fondamentale lavoro di Einstein,
si è verificata un’altra rivoluzione nel modo di concepire il
mondo, altrettanto sconvolgente quanto quella di Einstein. Cominciò con due dei primi esploratori del mondo dei quanti, il
fisico danese Niels Bohr e il suo allievo Werner Heisenberg.
Bohr e Heisenberg studiarono il misterioso comportamento di queste minute particelle subatomiche e si accorsero
che, dopo aver guardato in profondità nel cuore degli atomi,
queste “particelle indivisibili” non assomigliavano affatto a
piccoli sistemi solari in miniatura come si era pensato fino
a quel momento. Si trattava di qualcosa di più complicato:
erano più che altro dei minuscoli pacchetti di possibilità.
Ogni particella subatomica non sembrava esistere come
oggetto solido e stabile, bensì come potenzialità di una qualsiasi delle sue possibili forme. Il principio di indeterminazione di Heisenberg afferma che non è possibile misurare tutte
le proprietà di una particella subatomica allo stesso tempo.
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30 - La risposta
Se si registrano le informazioni sulla posizione di un protone, ad esempio, non è possibile registrare la sua velocità
o la sua traiettoria; se invece se ne rileva la velocità, la sua
precisa posizione sfugge.
Il lavoro di Bohr e di Heisenberg, suggeriva che nella sua
forma fondamentale, la materia fisica, in realtà, non è ancora
nulla. Secondo questa nuova scoperta, a livello subatomico,
la realtà non è composta da sostanza solida, ma da campi di
possibilità: ogni oggetto reale, in sostanza, non è un vero
e proprio oggetto, ma più che altro la somma di una serie
di schizzi o di idee di quell’oggetto. Una particella assume
il carattere specifico di un qualcosa di materiale (in termini
scientifici, le sue proprietà collassano in uno stato singolo)
solo quando viene misurata e osservata. Questa è la parte
veramente strana della scoperta: l’atto dell’osservazione, influenza il comportamento delle particelle.
Ogni volta che gli scienziati cercano un elettrone, l’elettrone appare proprio nel punto in cui gli scienziati si aspettano di trovarlo. E non importa se la persona che effettua
l’osservazione è uno scienziato o un conduttore di autobus.
Anzi, la scoperta più bizzarra che si è fatta, è che la mera
intenzione di misurare le particelle, anche senza effettuare
l’atto in sé, influisce sulla particella in questione.
Improvvisamente la soggettività, l’azione della coscienza
su un frammento di materia, è diventata una componente essenziale della più profonda natura della realtà.
L’energia di punto zero
Con il procedere delle ricerche scientifiche su scale sempre
più ridotte, si è arrivati a osservare un fenomeno veramente
misterioso. È stato chiamato energia di punto zero perché, a
livello infinitesimale, esiste una certa forza che rimane pre-
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2. Alla scoperta di come funziona il mondo - 31
sente anche alla temperatura dello zero assoluto, quando tutte le altre forme di energia conosciute svaniscono.
A questo livello, quelle connessioni istantanee tra particelle
non separate, quelle azioni a distanza che Einstein aveva definito terrificanti, cominciano ad avere senso. Qui, al di sotto
del livello stesso dell’energia, esiste un livello ancora più fondamentale. A questo livello, il campo di cui stiamo parlando,
non può neanche essere definito “energia” e tuttavia non è neanche un campo di spazio vuoto. I fisici hanno compreso che
può essere meglio descritto come campo di informazioni.
In altri termini, l’oceano indifferenziato dal quale emerge l’energia, sembra essere un mare di pura coscienza dal
quale la materia emerge in ammassi localizzati qua e là. La
coscienza è ciò di cui è fatto l’universo; materia ed energia
sono solo due forme assunte dalla coscienza.
Ervin Laszlo chiama questo campo, che si trova alla base e
collega tutto il reale, Campo A, in quanto ricorda l’antico concetto vedico del registro akashico, una sorta di archivio generale
di tutta la coscienza dell’universo, compresa l’esperienza umana.
Lo psicologo Carl Jung lo chiamava inconscio collettivo, mentre
Teilhard de Chardin preferisce il termine noosfera. Rupert Sheldrake, invece, lo chiama campo morfogenetico. È stato intuito e
descritto per migliaia di anni e con diversi termini e immagini nel
corso della storia umana. Solo negli ultimi decenni la scienza ha
cominciato a occuparsi di questo fenomeno che percepiamo da
sempre, ma che non siamo mai riusciti a spiegare.
Secondo Laszlo, “gli uomini dell’antichità sapevano che
lo spazio non è vuoto; è l’origine e la memoria di tutto ciò
che esiste ed è sempre esistito… [Questa verità] viene ora
riscoperta dalla scienza più avanzata [e si afferma] come uno
dei principali pilastri dell’immagine del mondo scientifico
del ventunesimo secolo. Questo cambierà profondamente il
concetto che abbiamo di noi stessi e del mondo”1.
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32 - La risposta
E infatti ha già modificato profondamente l’immagine di
noi stessi e del nostro mondo e ora, questa verità, cambierà
anche il modo in cui considererai la tua attività.
Il pensiero crea ogni cosa
A questo punto ti chiederai: “Ma cosa stanno cercando di
dirmi?” Forse che tutto ciò che è, è fatto di pensiero? Che il
pensiero crea il mondo fisico? Sì, questo è esattamente ciò
che stiamo dicendo. Il punto raggiunto dall’umanità in questa epica ricerca per la comprensione del mondo può essere
riassunto nel modo seguente:
Tutte le cose del mondo fisico sono fatte di atomi.
Gli atomi sono fatti di energia.
L’energia è fatta di coscienza.
I tuoi pensieri non sono semplicemente importanti, ma
creano la materia. Il pensiero è il luogo da cui tutto viene. E i
tuoi pensieri sono anche il punto da cui proviene la tua attività.
Se tutto questo sembra difficile da comprendere e da accettare, immagina cosa deve essere stato per i contemporanei di
Galileo accettare l’idea che la Terra viaggia nello spazio vuoto
attorno al Sole. Per il comune cittadino del sedicesimo o diciassettesimo secolo, era così evidente e ovvio che la Terra fosse
un qualcosa di fermo, che la proposta di Galileo non meritava
neanche di essere discussa seriamente. Dopo tutto, si pensava a
quell’epoca, se stessimo davvero viaggiando nello spazio, come
mai non siamo spazzati via da venti forti come quelli degli uragani? Chiunque poteva rendersi conto che la Terra non poteva
vagare nello spazio e che il nostro mondo stava fermo e basta.
Prova a immaginare come veniva percepito il mondo migliaia
di anni fa, nell’antichità, quando si credeva che la Terra fosse
piatta. Non poteva non esserlo; quelle persone non potevano
non credere all’evidenza che avevano davanti ai propri occhi.
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2. Alla scoperta di come funziona il mondo - 33
Lo stesso accade oggi con le scoperte degli scienziati
contemporanei. Ogniqualvolta la nostra visione del mondo
viene modificata radicalmente, le nuove realtà proposte ci
appaiono strane, bizzarre, surreali. Addirittura impossibili.
“La Terra è tonda?”. “Stai dicendo che la Terra si muove? Che
gira attorno al Sole? Che non accade il contrario?” “La materia e
l’energia sono la stessa cosa? Intendi dire che la materia è fatta di
energia?” “E ora cosa dici? Che la materia e l’energia e tutto ciò
che c’è nel mondo è fatto di pensiero? E che i nostri pensieri influenzano la formazione della materia?” Sì, è così. Non sembra
surreale? Ma anche per i filosofi presocratici era surreale l’idea
di una Terra sferica. La verità è che noi non vediamo cosa c’è
in realtà. Noi vediamo ciò che siamo preparati o condizionati a
vedere. Si narra che quando la spedizione di Magellano raggiunse per la prima volta nella storia dell’uomo occidentale le coste
dell’attuale Terra del Fuoco nel 1520, la popolazione locale, abituata a muoversi in canoa, non reagì in alcun modo particolare
perché gli enormi vascelli europei rappresentavano un concetto
così lontano dalla loro cultura che non erano nemmeno in grado
di vederli. Agli occhi degli indigeni, quegli stranieri che apparivano dal nulla, su delle piccole barche simili a canoe, dovevano
apparire come il Capitano Kirk e il Signor Spock nella serie Star
Trek quando si materializzavano su un pianeta provenendo dalla
loro astronave invisibile. L’espressione usata comunemente è:
“Se non vedo, non credo”. Ma in realtà le cose non funzionano
così. La realtà è più simile alla frase Se non credi non vedi. In
modo reale e concreto, ciò in cui crediamo non riflette semplicemente ciò che c’è nella realtà, ma crea la nostra realtà. E questo
è tanto più vero nella realtà dei grandi successi commerciali. Nei
capitoli seguenti, entreremo in maggior dettaglio all’interno di
questo processo e, passo dopo passo, analizzeremo la costruzione dell’attività dei sogni imparando per prima cosa a utilizzare la
forza più potente dell’universo: le tue convinzioni.
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34 - La risposta
La forza più potente dell’universo
Se l’idea che l’universo sia fatto di pensiero sembra stupefacente, la parte realmente stupefacente di questa verità è
che il potere di cui stiamo parlando va al di là di qualsiasi
comprensione.
L’universo sembra essere strutturato secondo una serie di
strati o livelli, come una cipolla o una matrioska. All’interno degli organismi troviamo delle cellule; all’interno delle
cellule troviamo delle molecole e poi andando sempre più
in profondità troviamo atomi, poi elettroni e protoni, quindi
quark, bosoni, mesoni, fotoni e leptoni…
Più il campo d’osservazione si fa piccolo, maggiore è la
forza che racchiude. Più la natura va in profondità, più diventa dinamica. In altre parole, più il livello nel quale si penetra è fondamentale, maggiore è la forza che vi si trova.
Prendiamo, ad esempio, la forza delle interazioni chimiche che opera a livello di molecole e di atomi. Confrontiamola con le forze nucleari che operano a livello del nucleo
atomico, quindi a un livello di milioni di volte più piccolo:
queste ultime sono infinitamente più potenti. Tuttavia i livelli di forza nucleare sono poca cosa rispetto ai livelli ben
più profondi che la meccanica quantistica sta esplorando in
questi anni. Secondo Laszlo, l’energia di punto zero ha una
densità energetica di 1094 erg per centimetro cubo. Questo
significa che in un singolo centimetro cubico di “spazio vuoto” c’è un’energia di diecimila miliardi di miliardi di miliardi di miliardi di volte superiore a quella di tutta la materia
dell’universo conosciuto.
E stiamo parlando di un solo centimetro cubo di spazio
vuoto. Immaginiamo cosa può esserci in un litro.
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2. Alla scoperta di come funziona il mondo - 35
In che modo la meccanica quantistica
può aiutarti a realizzare l’attività dei tuoi sogni
Nel 1902, due anni dopo che il fisico Max Planck ebbe coniato
il termine quanto per descrivere la realtà primigenia della luce,
un giovane scrittore inglese di nome James Allen firmò un libro
intitolato As a Man Thinketh (Sei come pensi di essere, BIS Edizioni 2008) il cui titolo e il cui messaggio derivavano dal versetto
biblico Ciò che un uomo pensa, così egli è2. In quel periodo, pochi avrebbero associato i due uomini e il loro lavoro, ma ora, con
le conoscenze dateci da un secolo di scoperte, siamo in grado di
comprendere il legame tra loro. Mentre gli scienziati hanno utilizzato la parte restante del secolo per navigare verso gli orizzonti
individuati da pionieri come Planck, Einstein, Bohr e Heisenberg,
che avrebbero portato infine alla scoperta del vuoto quantico, i filosofi del successo come Napoleon Hill, Earl Nightingale e Bob
Proctor hanno lavorato per applicare queste scoperte al mondo
pratico della realizzazione dell’uomo.
L’idea che i nostri pensieri abbiano un effetto diretto e che
siano la causa della nostra realtà è da sempre presente in noi,
anche se è stata sempre un’idea alla quale le persone razionali
non potevano aderire, un’idea che poneva più domande che
risposte. Oggi, la scienza ci ha fornito una serie di risposte.
Pensiamo a quella sbalorditiva quantità di energia presente in un centimetro cubico di “spazio vuoto” o di coscienza.
La celebre affermazione di Victor Hugo, “Non c’è nulla di
più potente di un’idea i cui tempi sono ormai maturi”, non è
più, oggi, una semplice metafora. Forse all’epoca, l’illustre
scrittore non poteva rendersene conto, ma ci stava fornendo
una descrizione accurata del modo in cui funziona la realtà.
Il pensiero è la forza più potente dell’universo. I nostri
pensieri costituiscono un fattore capace di controllare ciò
che realizziamo e creiamo nella nostra vita.
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36 - La risposta
L’idea precede la cosa.
Questo è il motivo profondo per cui la casa dei miei sogni
è diventata reale così come è accaduto per tutte le aziende che
ho costruito. Lo stesso accade a tutte le persone nel mondo
degli affari che hanno una visione e applicano queste strategie
e queste tattiche. Comincia con un’immagine, un’idea in mente e prima che io sappia cosa è successo, mi ritrovo a vivere
la realtà immaginata. La scienza ci dice che al di sotto del
mondo come lo conosciamo, vi è un campo di coscienza pura,
miliardi e miliardi di volte più potente di qualsiasi energia
misurabile e ci dice che questo campo di coscienza assoluta
conosce tutto ciò che accade, in qualunque punto dell’universo, in modo istantaneo e con la massima accuratezza. Questa
idea non è così diversa dalle descrizioni che le persone hanno
dato per millenni nel loro sforzo di afferrare la natura ultima
della nostra sorgente universale, quella che alcuni chiamano
Dio. Qualunque sia il nome che gli assegniamo, il quadro che
ne emerge è quello di un mondo tenuto insieme da un’intelligenza infinitamente grande, onnipotente e onnisciente che si
muove dietro tutto ciò che accade nel mondo dei fenomeni e
ne costituisce la sorgente, l’autore e la destinazione finale.
Questo è il mondo dei sogni nel quale viviamo ed è l’argilla da modellare e alla quale dare vita per creare la propria
azienda dei sogni.
Note
1Ervin Laszlo, Risacralizzare il cosmo. Per una visione integrale della realtà,
Apogeo, 2008.
2Proverbi 23:7. La citazione è tratta dalla Bibbia di Re Giacomo in
uso negli Stati Uniti. Lo stesso versetto dei Proverbi della Bibbia
CEI in uso in Italia recita: “Perché come chi calcola fra di sé, così è
costui” (N.d.T.).