introduzione allo studio della antropometria

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15/07/2012
CORSO DI
ANTROPOMETRIA APPLICATA
ALLE ATTIVITA’ MOTORIE
E
ALLO SPORT
(3 CFU= 24h)
Dott.ssa Alessandra Cappellini
LIBRO DI TESTO
consigliato
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L’ANTROPOMETRIA (O SOMATOMETRIA):
è una branca fondamentale dell’antropologia (precisamente dell’antropologia fisica o biologica)
che si propone, attraverso misurazioni, di raggiungere una descrizione il più precisa possibile dei fatti;
Esempio: CRANIOMETRIA: misura il cranio;
OSTEOMETRIA: misura le altre ossa dello scheletro.
L’Antropometria si affermò verso la metà del 1800
e fu fondata come disciplina autonoma da Quetelet.
ANTROPOMETRIA significa misurazione dell’uomo, sia vivo che morto,
e consiste prima di tutto nel misurare le dimensioni del corpo.
L’ANTROPOMETRIA è la tecnica per esprimere quantitativamente la forma del corpo.
Nel 1947 A.Hrdlicka (Stati Uniti) definì l’ANTROPOMETRIA come:
“un sistema di tecniche, l’arte sistematica di misurare l’uomo,
il suo scheletro, il suo cervello e gli altri organi, mediante i mezzi e i metodi più adatti”.
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Il POTER ESPRIMERE IN PARAMETRI MISURABILI LE
CARATTERISTICHE MORFOMETRICHE INDIVIDUALI CONSENTE DI
MISURARE CARATTERI FISICI INDIVIDUALI al fine di:
-- VALUTARE LO STATO NUTRIZIONALE
-- DETERMINARE LA COMPOSIZIONE CORPOREA
-- PRECISARE LA DISTRETTUALITA’ DELLA MASSA GRASSA
-- PREDIRE IL RISCHIO DI MALATTIA E DI MORTALITA’
-- CORRELARE L’HABITUS COSTITUZIONALE A PARTICOLARI DISPOSIZIONI MORBOSE
-- IDENTIFICARE I SOGGETTI IDONEI A PARTICOLARI ATTIVITA’ SPORTIVE E LAVORATIVE
(ANTROPOMETRIA BIOLOGICA O ANTROPOBIOLOGIA)
-- In età pediatrica: MONITORARE LO STATO NUTRIZIONALE, I PROCESSI FISIOLOGICI DELLA
CRESCITA E LE SUE ALTERAZIONI (ANTROPOMETRIA AUXOLOGICA)
-- In Medicina sportiva: INDIVIDUARE LE ATTITUDINI FISICHE VERSO SPECIFICHE ATTIVITA’
SPORTIVE
E PERSONALIZZARE, AI FINI DEL RAGGIUNGIMENTO DELLE MIGLIORI
PRESTAZIONI AGONISTICHE, LE TECNICHE E LE METODICHE DI ALLENAMENTO
(ANTROPOMETRIA SPORTIVA O CHINANTROPOMETRIA)
-- In Medicina legale: IDENTIFICAZIONE PERSONALE (ANTROPOMETRIA LEGALE)
-- Nell’industria: INDICAZIONE DI CANONI ERGONOMICI PER LA PROGETTAZIONE DEL POSTO
DI LAVORO, DEL POSTO DI GUIDA, ETC.
Nell’industria
dell’abbigliamento:
(ANTROPOMETRIA ERGONOMICA)
DETERMINAZIONE
DELLE
TAGLIE
CORPOREE
Secondo le parti che si studiano
CRANIO
TESTA
TRONCO
TORACE
BACINO
ARTI
MANO
PIEDE, etc
Si parla di:
CRANIOMETRIA, CEFALOMETRIA, TRONCOMETRIA, TORACOMETRIA,
PELVIMETRIA, CHIROMETRIA, PODOMETRIA, etc.
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Basti pensare che non esistono due uomini uguali tra loro, perché ogni individuo
presenta interessanti differenze da qualsiasi altro individuo,
sia nella forma del corpo sia nelle proporzioni;
e inoltre, le caratteristiche misurabili di ogni stesso uomo, tendono a modificarsi
dalla nascita alla morte, in salute e in malattia.
Ecco quindi che si è sentita la necessità di trovare alcuni mezzi per dare una
espressione quantitativa alle variazioni che tali caratteristiche mostrano:
L’ANTROPOMETRIA FORNISCE QUESTI MEZZI!!!
L’ANTROPOMETRIA è la tecnica per
esprimere quantitativamente la forma del corpo.
Formano oggetto dell’Antropologia Fisica o Biologica
le varie caratteristiche biologiche degli individui e dei gruppi umani,
considerati anche in relazione all’ambiente.
In particolare
le caratteristiche che rivestono un interesse dal punto di vista
dell’Antropologia Fisica, sono:
caratteri somatici morfologici (ANTROPOSCOPIA E COSTUTUZIONALISTICA)
(pigmentari e tegumentari; morfologia dello scheletro e delle sue varie parti;
morfologia del corpo umano e delle sue varie parti);
caratteri somatici metrici (ANTROPOMETRIA)(osteometrici e somatometrici);
caratteri fisiologici (FISIOMETRIA) (metabolismo basale; capacità vitale; pressione
arteriosa; pulsazioni; crescita corporea;);
caratteri ematologici (gruppi sanguigni; proteine sieriche; emoglobine; enzimi);
caratteri citologici, istologici e biomolecolari (studio del cariotipo; dei tessuti;
etc);
composizione corporea;
caratteri patologici;
aspetti di carattere biodemografico e popolazionistico (BIOMETRIA)
(distribuzione degli individui nelle diverse età; sex ratio; consanguineità; isonimia;
isolamento; etc).
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BIOMETRIA: è quella parte della statistica che si interessa dei fenomeni
biologici collettivi.
Il metodo statistico ci permette di conoscere l’entità, le caratteristiche e il
comportamento di taluni fenomeni che altrimenti sfuggirebbero ai nostri sensi
e ci permette di paragonarli ad altri fenomeni così da scoprire gli eventuali
loro rapporti causali. Questa branca della statistica è paragonabile in un certo
senso alle lenti di un microscopio, dato che ci permette di vedere cose che
ad occhio nudo non vedremmo! Se per esempio si vuole conoscere a quale
percentuale ammonta la popolazione sportiva in Italia e come è divisa nei due
sessi, ovvero se c’è una prevalenza di uomini sportivi o di donne sportive,
l’osservazione comune non è sufficiente a rispondere a tale domanda, ma si
ricorre al metodo statistico che prevede di rilevare un gran numero di casi al
fine di ricavare un unico valore.
Quindi il metodo statistico utilizza una collettività di casi o di unità elementari.
La BIOMETRIA quindi è la statistica applicata ai fenomeni collettivi biologici.
I metodi usati dall’Antropologia fisica sono diversi, ma solo due sono a lei essenziali
IL METODO ISPETTIVO SOMATOSCOPICO O
ANTROPOSCOPICO O SOMATOGRAFICO
presenta il vantaggio di offrire una simultanea e
complessa veduta d’insieme della morfologia del
corpo umano e di fornire in tal modo, ad un
occhio esperto gli elementi per un corretto
orientamento diagnostico. Ha tuttavia il difetto di
essere soggettivo e di essere eccessivamente
legato all’esperienza e all’intuito dell’osservatore.
Viene spesso integrato dalla fotografia
Più razionale e di maggior affidamento è invece il
METODO ANTROPOMETRICO che, non
escludendo l’esame ispettivo, si avvale
dell’esatto rilievo di determinate misure del corpo
umano e dei loro rapporti di correlazione.
QUESTI DUE METODI SONO COMPLEMENTARI TRA LORO
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MODIFICAZIONI DIACRONICHE E SINCRONICHE
Tutte le caratteristiche appena elencate vengono studiate in relazione alle variabili
rappresentate dal sesso, dai gruppi etnici e razziali, dall’ambiente fisico e sociale,
nei quali casi vanno a costituire le cosiddette MODIFICAZIONI SINCRONICHE;
esse vengono altresì studiate in relazione alla loro base genetica, nelle sviluppo
ontogenico (= sviluppo di un singolo individuo) e negli aspetti evolutivi, nei quali
casi vanno a costituire le cosiddette MODIFICAZIONI DIACRONICHE.
L’ANTROPOLOGIA:
è
quella
parte
della biologia che studia l’Uomo dal
punto di vista comparato nelle diverse
razze e nelle diverse popolazioni,
relativamente
alle
caratteristiche
MORFOLOGICHE E FISIOLOGICHE.
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ANTROPOLOGIA AUXOLOGICA
STUDI TRASVERSALI: servono per monitorare delle
modificazioni sincroniche
STUDI LONGITUDINALI: servono a monitorare le
modificazioni diacroniche
AUXOLOGIA: l'auxologia è una specialità medica che
studia e cura la crescita fisica della persona nell'età
evolutiva (etimologia: dal greco «auxáno», "accrescere“
con il suffisso «-logia» "studio scientifico"). Si tratta di una
scienza medica di altissimo profilo, che coinvolge molte
specialità mediche (pediatria, endocrinologia, fisiologia,
epidemiologia,
neurologia)
e
non
(dietologia,
antropometria, ergonomia, economia, socioeconomia,
antropologia, igiene, sociologia), con lo scopo di studiare
le capacità di crescita e sviluppo di un essere umano nei
diversi ambienti, considerando tutti i possibili fattori.
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l’Antropometria è usata anche in campo sportivo
(ANTROPOMETRIA SPORTIVA O CHINANTROPOMETRIA)
per lo studio “dell’Homo sportivus” al fine di valutarne le modificazioni
dell’aspetto morfologico indotte dall’attività sportiva.
IL RAGAZZO SUBIRA’ DELLE MODIFICAZIONI DELLE SUE
MISURE CORPOREE DOVUTE ALL’ACCRESCIMENTO;
L’ATTIVITA’ FISICA SPORTIVA INDURRA’ INEVITABILMENTE
DELLE MODIFICAZIONI SULLE STRUTTURE E QUINDI SUI
VALORI ANTROPOMETRICI DEL RAGAZZO.
L’ANTROPOMETRIA,
SIA DELL’INDIVIDUO IN FASE DI CRESCITA SOMATICA
SIA DEL SOGGETTO SPORTIVO,
COINVOLGE COSI’ INTIMAMENTE
IL SOGGETTO,
LO STRUMENTO
E
IL MISURATORE
IN UNA SITUAZIONE INTERATTIVA, CHE L’OPERATORE TENTA
COSTANTEMENTE DI STANDARDIZZARE PER
MISURARE LA SOLA IMPORTANTE MODIFICAZIONE:
QUELLA DEL SOGGETTO.
NB: CARTELLA ANTROPOMETRICA SEMPRE FIRMATA!!!!!!!!
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La conoscenza della distribuzione e dei valori medio-normali dei
parametri quantitativi in una popolazione può rivelarsi utile anche in
svariati campi:
dalle selezioni attitudinali, militari e sportive, all’industria
vestiaria, alle tecnologie realizzate negli ambienti artificiali
(abitazione, lavoro, etc).
Queste ultime applicazioni formano propriamente l’oggetto
dell’Ergonomia, una nuova disciplina che va affermandosi per le
accresciute esigenze di sicurezza e di benessere nello svolgimento
delle attività lavorative e, più in generale, nei problemi di interfacia
dell’uomo con l’ambiente artificiale (uomo-macchina, uomo-posto di
lavoro, etc.);
considerare le forme corporee dell’organismo significa
perseguire la costruzione della macchina in funzione
dell’uomo, dandogli una nuova dignità nel mondo
meccanicistico che lo circonda (binomio uomo-macchina,
macchine più razionali a “misura d’uomo”).
ERGONOMETRIA
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LA PRESA DI PRECISIONE
L’oggetto, di solito piccolo e qualche volta fragile, è collocato tra i polpastrelli delle
dita che si dispongono attorno all’oggetto conformemente alla sua forma.
In questa classe di presa possono esserne identificati alcuni tipi:
1) PRESA A PINZA (O OPPOSIZIONE TERMINALE):le punte dei polpastrelli, o a
volte le estremità delle unghie, sono usate per prendere piccoli oggetti come
uno spillo. Questa è la più fine e la più precisa di tutte le prese di precisione e di
conseguenza è facilmente disturbata nei traumi della mano.
2) OPPOSIZIONE SUBTERMINALE: le superfici palmari del dito pollice e del dito
indice (o un altro dito) vengono in contatto come quando sostengono una
penna, o un figlio di carta.
3) OPPOSIZIONE SUBTERMINO-LATERALE (O PRESA A CHIAVE): il
polpastrello del pollice pressa contro il fianco di una qualsiasi delle falangi di un
altro dito.
4) ADDUZIONE TRA DUE DITA: usualmente tra l’indice e il medio, con il pollice
che non prende parte alla presa, come per sostenere una sigaretta.
OPPOSIZIONE
TERMINALE (PRESA A
PINZA)
OPPOSIZIONE
SUBTERMINALE
PRESA PALMARE
PRESA AD UNCINO
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PRESA A PINZA
PRESA SUBTERMINOLATERALE O PRESA A CHIAVE
PRESA
SUBTERMINALE
OPPOSIZIONE
SUBTERMINALE
ADDUZIONE
TRA DUE DITA
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LA PRESA DI POTENZA
Prese in cui entra in azione tutta la mano.
Possono essere evidenziate due modalità di presa di potenza:
1) PRESA PALMARE: è la più potente!!!!La mano intera si avvolge attorno
all’oggetto, il cui asse lungo viene a giacere lungo la doccia palmare, con il
pollice che agisce come un sostegno e le dita sono chiuse attorno all’oggetto. Il
volume dell’oggetto determina la forza della presa, che è massimale quando il
pollice può ancora toccare il dito indice.
2) PRESA AD UNCINO: l’oggetto è tenuto fermamente tra la superficie palmare
delle dita flesse, senza che il pollice vi prenda in alcun modo parte
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ENTRAMBI I TIPI DI PRESA: A PINZA E
PALMARE
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PRESE
PRESA DI FORZA
PRESA A PINZA
PRESA DI FORZA
Vengono denominate SINCRONICHE quelle SCIENZE ANTROPOLOGICHE che studiano
l’organismo umano da vari punti di vista, cioè secondo diverse specializzazioni scientifiche, in
qualsiasi momento della vita, sia dell’individuo sia di un gruppo umano e perfino dell’intera
specie.
Per esempio si può affrontare uno studio dell’individuo, del gruppo umano o della specie dal
punto di vista delle forme corporee, tanto esterne quanto interne, e ciò costituirà il campo di
studio dell’Anatomia.
L’Anatomia viene poi vivificata dalla Fisiologia che studia e considera i vari organi nel loro
dinamismo e quindi nelle funzioni specifiche.
Quando lo studio, sia morfologico sia funzionale, verte specificamente sulle differenze fra gli
individui e perciò rispettivamente sulle differenze tra i diversi TIPI FISICI e fra i vari
TEMPERAMENTI UMANI si parla allora di ANTROPOLOGIA COSTITUZIONALISTICA o
semplicemente COSTITUZIONALISTICA.
Il dinamismo vitale che riguarda la mente è oggetto di studio della PSICOLOGIA che si
occupa sia del comportamento esterno, sia cosciente che incosciente, nella vita sociale, sia del
complesso dinamismo interiore, fino all’inconscio.
In analogia a quanto si è detto riguardo alla COSTITUZIONALISTICA, quando la psicologia si
occupa del differenziamento a livello degli individui, si parla dell’oggetto di studio
dell’ANTROPOLOGIA CARATTERIOLOGICA o semplicemente della CARATTERIOLOGIA,
che si occupa appunto dei diversi caratteri. Storicamente la CARATTERIOLOGIA si è
sviluppata da varie conoscenze ed intuizioni, a sfondo empirico, nel campo della
FISIOGNOMICA (ricorda Cesare Lombroso) tendente a dedurre le tendenze dominanti della
psiche individuale dalle fattezze soprattutto del volto.
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Vengono denominate DIACRONICHE quelle SCIENZE ANTROPOLOGICHE che
considerano tempi diversi, sia per quanto riguarda l’intera specie umana sia per
quanto concerne i diversi soggetti singoli.
La nostra specie, nel suo travagliato divenire, dalle prime forme con vari attributi
scimmieschi, che risalgono a vari milioni d’anni or sono, a quelle più evolute dei
tempi recenti, è oggetto di studio della PALEANTROPOLGIA O ANTROPOLOGIA
DELL’ANTICO: gli studiosi che vi si dedicano ricercano soprattutto reperti
scheletrici del passato al fine di poter ricostruire la storia biologica dell’umanità.
Anche la GENETICA si occupa di uno studio distribuito nel tempo, in quanto per
condurre una ricerca in tal campo bisogna considerare almeno due generazioni. Ai
nostri giorni la genetica ha raggiunto livelli di altissima specializzazione, fino alla
cosiddetta INGEGNERIA GENETICA.
Passando a considerare i singoli individui, se ne possono considerare i caratteri
differenziali nei diversi momenti della vita, ovvero della relativa parabola della vita.
Si avranno così altre branche scientifiche d’ordine diacronico, quali
l’EMBRIOLOGIA (prima della nascita), l’AUXOLOGIA (riguardante specificamente
l’età evolutiva, cioè dalla nascita fino alla fine dell’accrescimento) e la
GERONTOLOGIA che considera gli ultimi tempi della vita o dell’età involutiva,
spesso distinti in pre-senescenza e senescenza, detta comunemente vecchiaia.
PRINCIPALI SCIENZE ANTROPOLOGICHE APPLICATE
L’ANTROPOLOGIA PEDAGOGICA si occupa dei soggetti in età evolutiva, più
specificamente nell’età scolare. Questa scienza valendosi anche della
costituzionalistica e della caratterologia, permetterebbe al docente di mettere in
evidenza le caratteristiche differenziali dei singoli soggetti, facilitando
grandemente il processo educativo e culturale.
L’ANTROPOLOGIA CLINICA prende in esame, sulla base di un’amplissima
casistica medica, le varie correlazioni fra tipi fisici e patologie differenziali, perciò
può essere di grandissimo aiuto sia nella diagnosi che nella prognosi relative a
singole malattie. La conoscenza precoce, in correlazione costituzionalistica, delle
più probabili tendenze patologiche di ciascun soggetto, permette una concreta e
ragionevole prevenzione differenziata.
L’ANTROPOLOGIA CRIMINALE è quella branca che considera le tendenze
criminali quali conseguenze d’impulsi a matrice genetica sia quali reazioni
abnormi dei singoli individui alle varie sollecitazioni che vengono dalla nostra
società.
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MALATTIA IPOCINETICA/SPORT PER TUTTI
Indirizzare una persona verso quelle attività motorie che più si addicono
alle sue caratteristiche morfologiche, fisiche e psichiche individuali, non
è un compito facile, soprattutto se si tratta di persone in età evolutiva!
Per la Medicina dell’educazione fisica e dello sport il misurare i caratteri fisici di
un individuo, dall’età evolutiva in poi, assume un valore predittivo per la
selezione attitudinale in molte attività sportive; ovvero
permette di valutare le dimensioni e le proporzioni somatiche
“predisponenti”,
ma anche quelle “da esercizio” degli atleti delle diverse discipline
sportive,
nonché consente di correlare valori antropometrici e valori funzionali
evidenziando la loro importanza o meno nel condizionare la riuscita in uno
sport.
In questi ultimi anni nei paesi altamente industrializzati è sorto un problema
che ha attirato l’attenzione di chi è preposto alla salute pubblica.
Il problema riguardava le conseguenze negative derivate dalla scarsa attività
fisica dovuta alla civiltà della macchina e alla civiltà dei consumi.
L’insieme delle conseguenze fisio-patologiche, che la ridotta attività fisica
determina a vari livelli, ha fatto sorgere una malattia causata appunto dalla
mancanza di movimento: la cosiddetta MALATTIA IPOCINETICA.
In totale si trascorrono “staticamente” circa 20 ore delle 24 di cui è
composto un giorno, cioè i 4/5 della giornata!
L’individuo subisce tutte le situazioni descritte cadendo in una vera e
propria patologia che determina la malattia del secolo:
L’IPOCINESI ovvero LA MANCANZA DI ATTIVITA’ FISICA.
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MALATTIA IPOCINETICA
I danni della civiltà industriale sono in costante aumento e, sia i medici sia i
sociologi, concordano nell’attribuirne la causa:
---- alla diminuzione di occasioni di “far moto”;
---- alla ridotta attività ludica, soprattutto nei bambini nell’età prescolare;
---- all’esiguo numero di ore dedicate all’educazione fisica nelle scuole;
---- alla ridotta attività motoria dell’uomo moderno, a cui tutto è reso più facile
dall’intervento della meccanicizzazione e dall’alta tecnologia che riduce l’impegno
muscolare dell’uomo in tutti i settori della vita, da quella professionale a quella
privata.
La malattia ipocinetica si manifesta in un individuo sedentario per la mancanza di attività
fisica, cattive abitudini di vita e accumulo di stress psicofisici, delineando un soggetto di tipo
astenico, ipotonico e, nella maggior parte dei casi, in soprappeso. Tale malattia agisce su
tutti gli apparati e i sistemi del nostro organismo indebolendoli e mettendoli a rischio di alcune
patologie tipiche dell’età senile (cardiopatie, insufficienza respiratoria, alterazioni metaboliche e
ormonali, malattie ossee e neuro-psicologiche).
L’apparato muscolo-legamentoso perde il tono, la forza e la resistenza muscolare, si riduce
l’elasticità del tessuto muscolare e delle strutture tendinee.
L’apparato cardiovascolare registra una scarsa irrorazione sanguigna in tutti i distretti
muscolari e un affaticamento del cuore dovuto al mancato apporto della pompa muscolare per
il ritorno venoso, con conseguente innalzamento della frequenza cardiaca a riposo e la
comparsa di tachicardia.
Nell’apparato respiratorio il primo sintomo è la ridotta capacità vitale a causa della scarsa
stimolazione dei polmoni ; di conseguenza si ha un aumento del volume residuo.
La struttura ossea viene interessata dalla riduzione della sua densità e una più rapida
demolizione delle cellule con la comparsa di fenomeni degenerativi come l’osteoporosi.
Dal punto di vista endocrino e metabolico si ha un generale rallentamento del metabolismo
basale con un aumento del colesterolo totale, in particolare dell’LDL (il colesterolo cattivo) a
discapito dell’HDL (il colesterolo buono); si registra una ridotta capacità di utilizzare il glucosio,
il tutto con un conseguente squilibrio della massa corporea (più grassa e meno magra)
portando il soggetto soprappeso.
In ultimo il sistema neuro-sensoriale fa sì che la malattia ipocinetica modifichi il tono “umorale”
della persona, facendola così cadere in stati di ansia e depressione.
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MALATTIA IPOCINETICA/SPORT PER TUTTI
Per questo motivo qualche anno fa, quasi per reagire alla tendenza che
l’uomo aveva verso l’immobilismo muscolare, apparve come un consiglio o un
invito lo slogan “lo sport per tutti”; è chiaro come sia importante che tutti
intraprendano un’attività fisica,
MEGLIO SE A LIVELLO COMPETITIVO!!!!!!!
Si scarica l’aggressività e ci si abitua alla vittoria e alla sconfitti!!!!!
SPORT= MOVIMENTO + AGONISMO
+
COMPONENTE
COMPONENTE
MORFOLOGICA
PSICOLOGICA
E CAPACITA’ FISIOLOGICHE
MEDICINA APPLICATA ALLO SPORT
ANTROPOLOGIA
ANTROPOLOGIA
PEDAGOGIA
PSICOLOGIA
AUXOLOGIA
COSTITUZIONALISTICA
INTERNA
SOMATOMETRIA
1) ANTROPOMETRIA
COMPOSIZIONE
CORPOREA
INTERMEDIA
ESTERNA
FISIOMETRIA
2) ANTROPOSCOPIA
3) PSICOLOGIA
4) ENDOCRINOLOGIA:la dottrina delle Costituzioni è strettamente legata alle nozioni basilari della moderna endocrinologia in quanto le ghiandole
endocrine svolgono un ruolo particolare nel determinare l’accrescimento e il tipo costituzionale dell’individuo, tanto che gli ormoni sono stati
anche classificati in base alla loro AZIONE MORFOREGOLATRICE.
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ANTROPOMETRIA ESTERNA: consiste nell’ispezione metrica esterna, praticata
sul vivente o sul cadavere, per determinare lo sviluppo assoluto e relativo
dell’organismo in toto e nelle sue parti
ANTROPOMETRIA INTERMEDIA: riguarda specialmente le misurazioni sullo
scheletro (SCHELETROMETRIA) ed ha a lungo costituito la parte prevalente delle
ricerche antropometriche eseguite su popolazioni estinte
ANTROPOMETRIA INTERNA: consiste essenzialmente nella valutazione
quantitativa, nel cadavere e nel vivente (indirettamente attraverso radiografia etc.),
del volume dei vari visceri e organi interni, prevalentemente a scopo clinico per
stabilire le anomalie di costituzione e a scopo antropologico per determinare le
caratteristiche dei vari gruppi umani.
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Non è sufficiente che un individuo si avvicini ad uno sport, ma è necessario
che da esso venga appagato nelle sue esigenze psicomotorie.
Non è necessario diventare campioni in un determinato sport, ma è
necessario che l’individuo trovi nello sport che pratica l’appagamento motorio
e lo sfogo.
SE NON ESISTE UN GIUSTO
CONNUBIO INDIVIDUO-SPORT PRESCELTO,
IL DIVORZIO E’ INEVITABILE.
Il soggetto infatti verrà sempre meno attratto verso quello sport, e
gradatamente se ne allontanerà.
Indirizzare un individuo verso il “suo” sport, non significa volerne fare un
campione, ma significa che da esso l’individuo deve trarre una motivazione ed
un incentivo per continuare, divertendosi, la sua attività motoria, ottenendone
in tal modo un appagamento psico-fisico.
KYUDO
Il Kyudo o “ Via dell’arco”,chiamato anche “Zen in piedi”,
è considerato in Giappone come una disciplina tra le più
nobili,volta al superamento di sé, del bersaglio e
dell’arco,per accedere al proprio vero essere.
Impegnandosi nelle diverse fasi del tiro (Hassetsu),grazie
alla conduzione del respiro, alla concentrazione su “hara”,
si rivelano nuove possibilità di liberazione e di padronanza
di sé e delle proprie energie.
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KYUDO
"Ci vuole tranquillità per richiamare la forza interiore che fa muovere la freccia".
KYUDO
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Nadia Comanenci, XXI Olimpiade Montreal 1976
Nadia Comanenci con 9 punti in meno!!!
La campionessa olimpionica e del mondo Nadia Comanenci
(nasce nel 1961 Romania, ginnastica) è la prima ginnasta
della storia a ricevere un “10”.
Nella gara delle parallele assimetriche ottiene il primo 10.0
(il punteggio massimo) mai assegnato alle Olimpiadi.
Al termine della prova alle parallele asimmetriche, a Nadia
Comanenci venne assegnato un punteggio di 1,00.
Al pubblico sconcertato venne presto spiegato che, non
essendo mai stato assegnato un punteggio pari a 10 (reale
risultato della ginnasta) il computer non era stato
programmato per restituire quel risultato, visualizzandone
dunque uno errato.
In totale, vince 3 ori, 1 argento, 1 bronzo.
Nell’osservare le perfette evoluzioni della giovanissima Nadia Comanenci non
abbiamo di certo pensato di avere assistito alla fase conclusiva di una evoluzione
iniziata parecchi anni prima, evoluzione di due entità variabili:
-- IL SOGGETTO CHE LA ESEGUIVA
-- I MOVIMENTI CHE ERANO STATI ESEGUITI
In altre parole è esistito un binomio:
INDIVIDUO IN FASE
DI ACCRESCIMENTO
GESTI GINNICI GRADATAMENTE
APPRESI ED ESEGUITI
dal più semplice a quello più coordinato ed impeccabilmente eseguito.
Il risultato ottenuto è derivato dalla perfetta conoscenza della evoluzione
dinamica dell’organismo che ha permesso di dosare gradatamente i carichi di
lavoro in funzione dei continui mutabili rapporti delle dimensioni corporee.
Abbiamo pertanto assistito ad una
PERFETTA FUSIONE DI DUE ELEMENTI DINAMICI
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Ecco quindi che è necessario conoscere non solo la quantità di lavoro richiesto da un dato
insieme di movimenti e la loro modalità di esecuzione, ma è necessario conoscere alla
perfezione anche lo sviluppo di un organismo durante l’età evolutiva.
Chiaramente si parla di sviluppo inteso:
-- sotto il profilo antropometrico: statura, peso, indici, lunghezza, diametri, biomeccanica;
-- sotto il profilo dello sviluppo dell’apprendimento dell’attività motoria.
Infatti durante l’età evolutiva l’organismo ha un periodo critico per l’apprendimento e pertanto
può reagire positivamente o negativamente quando ad esso viene presentato un movimento;
per questo motivo, anche la più vasta ed approfondita conoscenza dei movimenti che
compongono l’atto motorio necessario ad eseguire una determinata attività sportiva, non è
sufficiente se non si conosce “il momento” dell’organismo su cui viene applicato.
Ecco pertanto che:
SIA L’ATTIVITA’ MOTORIA CHE L’INDIVIDUO
DEBBONO ESSERE ADEGUATI L’UNO ALL’ALTRO
Prevedere l’effetto di un tale abbinamento non è certo facile, ma la meta a cui si deve
tendere è, non tanto di ottenere dei buoni risultati, quanto di non creare dei danni
all’organismo in via di accrescimento, tenendo sempre presente che:
IL SOLO FINE
CHE DEVE PREFIGGERSI CHI SI DEDICA AI GIOVANI
CHE INTRAPRENDONO UN’ATTIVITA’ MOTORIA DURANTE L’ETA’ EVOLUTIVA,
E’ IL LORO SVILUPPO EUMORFICO.
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E’ compito dunque del Medico specialista in Medicina dello Sport, dopo aver
valutato il soggetto,
sia sotto il profilo antropometrico che psico-fisico,
esprimere non solo un giudizio di idoneità generica,
ma
anche informare l’aspirante atleta delle doti da lui possedute
e
dare un indirizzo su quelle attività motorie per le quali il suo fisico è
maggiormente adatto.
IL MIGLIOR RENDIMENTO ATLETICO DA PARTE DI UN SOGGETTO
E’ CONDIZIONATO DA UNA INFINITA’ DI FATTORI DIVERSI.
Infatti è noto che la performance è influenzata da una complessità di fattori:
CARATTERISTICHE MORFOLOGICHE (espresse dalle dimensioni e proporzioni del soma);
EFFICIENZA FUNZIONALE DEI VARI ORGANI E APPARATI;
COMPONENTE PSICOLOGICA;
ALLENAMENTO (metodo e intensità);
CONDIZIONI CONTINGENTI.
NON E’ DUNQUE FACILE ESPRIMERE UN GIUDIZIO “A PRIORI”
NELLA SELEZIONE DEI GIOVANI DA AVVIARE ALLE VARIE ATTIVITA’ SPORTIVE,
ANCHE PERCHE’ DURANTE L’ETA’ EVOLUTIVA DUE PRINCIPALI FATTORI
LA COMPONENTE MORFOLOGICA
E
LA COMPONENTE FISICA
SONO IN CONTINUA TRASFORMAZIONE.
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Già gli antichi Greci asserivano che un individuo,
secondo il suo aspetto morfologico, era più adatto ad intraprendere un
determinato sport piuttosto che un altro
e ciò rappresentava il presupposto per il successo.
Anche se essi non facevano accenno alla componente psicologica, è chiaro come
già presso questo antico popolo ci fosse una visione esatta del
connubio individuo-sport prescelto.
Sempre presso gli antichi Greci Filostrato Flavio affermò che
“se si vuole tornare vincitori dai Giochi olimpici,
è necessario che ogni atleta «venga costruito» per lo sport che pratica”
La locuzione latina
Mens sana in corpore sano (lett. una mente sana in un corpo sano)
contenuta nel verso 355 delle Satire di Giovenale, noto poeta romano contemporaneo di Tacito, è volta a
mostrare la vanità dei valori o dei beni (ricchezza, fama, onore...) che gli uomini cercano con ogni mezzo di
ottenere.
Solo il sapiente vero si rende conto che tutto ciò è effimero e, talvolta, anche dannoso.
Con poche parole l'autore dimostra che la felicità nella vita si fonda su valori essenziali: chi possiede un
corpo e una mente sani, ha ancora ben poco da desiderare.
La felicità, come il successo, dipende in massima parte dall'efficienza di questi beni.
Chi non ha una mente saggia, capace di guidare, difficilmente prenderà la via giusta e chi ha un corpo
debole non sarà mai capace di procedere e resistere a lungo sulla via, perché accade nel corpo quello che
accade nella mente.
Quindi l’uomo dovrebbe aspirare a due beni soltanto: la sanità dell'anima e la salute del corpo.
Nell'uso moderno si attribuisce invece a questa frase un senso diverso,
intendendo che,
per aver sane le facoltà dell'anima,
bisogna aver sane anche quelle del corpo.
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Qual è il limite fra la qualità funzionale dei sensi o degli arti rispetto alla
mente?
Fino a che punto la mente di un atleta condiziona il risultato della
competizione?
Il campione olimpico di lancio del giavellotto
Steve Backley
nel suo libro
"La mente vincente,“
riporta l'esempio di un ostacolista il cui addestramento mentale era così simile a quello fisico
da produrre questo drammatico effetto.
E' molto comune per i campioni sportivi allenarsi su piste e palestre mentali. In una particolare
occasione, Backley stesso si storse una caviglia a sole quattro settimane dall'inizio delle gare e
rimase immobile per due settimane - di solito un grave svantaggio per un atleta a quel punto
della stagione. Dalla sedia su cui era immobilizzato, tuttavia, durante quelle due settimane
lanciò mentalmente il giavellotto migliaia di volte. All'inizio gli era difficile visualizzare i lanci
mentali senza che la sua caviglia lo costringesse a zoppicare! Tuttavia, egli scoprì che
concentrando la sua immaginazione sul lato indenne del corpo, poteva visualizzare i dettagli di
lanci fluidi, spesso tecnicamente perfetti. Come risultato, al termine delle due settimane di
convalescenza, poté riprendere l'allenamento fisico dal punto in cui l'aveva lasciato prima
dell'incidente.
IMMAGINAZIONE MENTALE DEL MOVIMENTO: utilizzata dagli atleti durante
l’allenamento e il perfezionamento delle loro prestazioni. Raffigurazione mentale
del gesto atletico.
O CORTECCIA PREMOTORIA
COORDINAZIONE RISPOSTE
MOTORIE APPRESE
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15/07/2012
Campioni si nasce o si diventa?
Il talento è un bene che si possiede dalla nascita, poi sta a ciascuno di noi scoprirlo
e non disperderlo in altre occasioni; è una qualità che va allenata con forza e
dedizione, spirito di sacrificio, coraggio e intelligenza.
Lo sport non è imposizione, ma piacere che può portare alla felicità solo
attraverso un uso mentale sapiente.
La componente psicologica fa amare un determinato sport, ma è la
componente biomeccanica che ne determina la scelta.
Il talento sportivo non è un bene universale, ma specifico. Un campione di salto non
sarà mai un campione nel calcio. Campioni si nasce e poi si diventa, se…...
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TAPPE FONDAMENTALI DELLA
STORIA DELL’ANTROPOLOGIA
Lo sviluppo dell'Antropologia come scienza non è stato progressivo, ma ha subito
variazioni a seconda delle condizioni storiche e sociali.
Filosofi e scienziati si interrogavano sulla natura dell'uomo già nell'antichità
classica, ma tali indagini si basano per lo più su speculazioni di carattere storico o
metafisico. Argomentazioni che in pratica sono rimaste invariate fino alla
classificazione di Linneo (1707-1778) prima, e alla teoria dell'evoluzione di
Darwin (1809-1882) poi.
lo svedese Linneo è una figura centrale nella Storia Naturale del Settecento in
quanto, nella sua opera sviluppò e mise ordine nei vari tentativi di classificazione
precedenti dei viventi. Nel fare questo si basò sull’osservazione delle strutture
presenti negli organismi animali e vegetali e, individuati alcuni caratteri significativi
degli organismi, fu in grado di dividere animali e piante secondo categorie, dalla più
vasta, il Regno, alla più circoscritta, la Specie.
Per esempio:
REGNO Animalia
TIPO Chordata
CLASSE Mammalia
ORDINE Primates
FAMIGLIA Hominidae
GENERE Homo
SPECIE Sapiens
TAPPE FONDAMENTALI DELLA
STORIA DELL’ANTROPOLOGIA (1)
--L’Antropologia come corpo di dottrine autonomo si è venuta formando
negli ultimi tre secoli, a partire da Georges Louis Buffon (1707-1788),
considerato da Paul Topinard (antropologo,1830-1911) come il
fondatore dell’Antropologia moderna.
Ma osservazioni e documenti di interesse antropologico risalgono al primo
e al secondo millennio a.C. e si incrementano nel corso dei secoli.
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STORIA DELL’ANTROPOLOGIA (2)
--Pitture tombali egiziane del Medio Impero: risentono dell’importanza che gli
Egiziani davano alle PROPORZIONI CORPOREE, tanto da porre dei CANONI
ANTROPOMETRICI DI ARMONIA E DI BELLEZZA (canone del dito medio)
--Erodoto (484-406 a.C.) grande storico; lunghi viaggi, indagini mirate a
capire come una certa popolazione avesse assunto le sue caratteristiche
attuali e perché un certo popolo avesse certe fattezze fisiche, e non altre;
inoltre, delineando un confronto tra i crani degli Etiopi e i crani degli
Egiziani, per primo prospettò l’importanza dell’ambiente nel determinare la
variabilità umana.
--Il ruolo dell’ambiente come causa di variabilità è stato considerato poi
da Ippocrate di Coo (460-377 a.C.) le cui ipotesi circa l'origine del colore
di pelle e capelli saranno riprese nel 1700 da Buffon. Per Ippocrate,
padre della medicina laica, basata sull’osservazione e non
sull'intuizione come la medicina sacerdotale, le differenze tra Asiatici ed
Europei sono da imputarsi a ragioni ambientali. Fu lui il primo a
descrivere la deformazione cranica di certe caste caucasiche, che in suo
onore fu poi chiamata macrocefalia ippocratica.
CANONE EGIZIANO
basato sulla lunghezza del dito medio,
19a parte del corpo,
terza parte della testa e del collo,
ottava parte dell’arto superiore
e decima parte dell’arto inferiore.
questa lunghezza è data dalla distanza
tra la settima e l’ottava linea.
LUNGHEZZA DEL
DITO MEDIO
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STORIA DELL’ANTROPOLOGIA (3)
--Aristotele (384-322 A.C) può essere considerato il padre
dell’antropologia; fu proprio lui infatti ad indicare lo studio dell'uomo col
termine "antropologia".
Egli definì
l'uomo un "animale razionale",
facendo risaltare da una parte le sue similitudini con gli altri animali, e
dall'altra distanziandolo per alcune particolarità.
Soprattutto, l'uomo è
un "bipede pensante",
concentrando in questa definizione due caratteristiche prettamente umane:
il bipedismo e il cervello più grande (volume dell’encefalo) tra gli animali
relativamente alla massa corporea. Inoltre l'uomo può emettere suoni
articolati ed ha una propria volontà.
Tra l’altro Aristotele considerò anche le proporzioni tra le diverse parti del
corpo in età successive della vita e fece osservazioni antropologiche circa
l'ereditarietà e la distribuzione dei peli.
STORIA DELL’ANTROPOLOGIA (4)
Qualche decennio più tardi in età romana il grande anatomico Claudio
Galeno (131-210 d.C) fondatore della medicina sperimentale gettò le basi
dell’Anatomia Umana, con approfondimenti sulle comparazioni tra animali
e uomini estendendole anche agli organi interni e con osservazioni valide
sul funzionamento di tali organi. Egli infatti inaugurò la dissezione delle
scimmie, non potendosi ancora praticare quella sui cadaveri umani. Con
Galeno quindi lo studio anatomico comincia ad avvalersi della osservazione
diretta dei visceri interni (egli notò che gli organi di una scimmia erano
disposti in modo simile all'uomo) e inoltre viene richiamata l’attenzione su
aspetti biotipologici attraverso la descrizione dei temperamenti anche se, lo
studio dell'uomo su basi fisiologiche (Antropologia somatica) rimase
separato dallo studio dell'anima (Antropologia psicologica), a sottolineare
come la divisione tra l'essere umano e il resto del mondo animale sia un
caposaldo della visione scientifica del tempo.
Lo studio dell'uomo ebbe una battuta d'arresto durante il Medioevo.
Gli studi antropologici ebbero un nuovo impulso durante il Rinascimento.
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STORIA DELL’ANTROPOLOGIA (5)
--Le opere di antropometria nacquero con l’esigenza degli artisti di formulare dei
validi rapporti fra le parti del corpo; si pensi ad esempio a Leonardo da Vinci
(1452-1519) il quale raffigurò inserito ed inscritto, rispettivamente in un quadrato
e in una circonferenza, lo stesso copro umano.
In particolare, a Leonardo da Vinci (1452-1519) si devono notevoli contributi
all’anatomia umana, in cui le intuizioni estetiche si fondono con le conoscenze
scientifiche. Egli ci ha lasciato disegni anatomici molto curati, in cui l'estetica si
fonde con la conoscenza della meccanica del corpo umano e che vennero
costruiti sulla base di osservazioni dirette rese possibili dalla pratica delle
dissezioni anatomiche.
--I contributi di Leon Battista Alberti (1404-1472) furono notevoli: egli ideò uno
strumento detto "diffinitore" usato per misurare le dimensioni di una statua o di
una persona. Si compone di un "orizzonte", cioè una tavola circolare suddivisa in
gradi, da una "linda", il regolo mobile fissato all'orizzonte, e da uno o più "piombi"
che cadono perpendicolarmente alla linda.
Gli studi antropologici ebbero un nuovo impulso durante il
Rinascimento. In particolare,
Leonardo da Vinci (1452-1519)
ci ha lasciato disegni anatomici molto curati, in cui l'estetica si
fonde con la conoscenza della meccanica del corpo umano.
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IL DIFFINITORE DI LEON BATTISTA ALBERTI
(1404-1472)
E’ uno strumento per misurare le varie parti del
corpo (statua o figura umana viva).
E’ formato da un “orizzonte” (tavola circolare
con la circonferenza divisa in gradi),
dalla “linda” (regolo diritto, orizzontale, mobile,
fissato con un estremo al centro dell’orizzonte) e
dal “piombo” (uno o più fili a piombo che
cadono a squadra dalla linda o sul pavimento o
sulla figura umana).
STORIA DELL’ANTROPOLOGIA (6)
--Lo sviluppo dell’anatomia del corpo umano ebbe un notevole sviluppo
con Andrea Vaesalio (1513-1594) professore di Anatomia a Padova,
Bologna e Pisa; egli corresse l’anatomia di Galeno fondata
sull’osservazione del cadavere delle scimmie, ridisegnando l’anatomia del
corpo umano basandosi sull’osservazione diretta del cadavere.
Egli ha lasciato anche alcune osservazioni sulle varietà etniche delle forme
del cranio.
--L'antropometria si slega dai canoni artistici nel XVII secolo grazie a
Joannes Sigismundus Elsholz (1654-1734) che, nello Studio
Padovano, diede il nome di antropometro al primo strumento creato per
le misurazioni del corpo umano.
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STORIA DELL’ANTROPOLOGIA (7)
--L’Antropologia come corpo di dottrine autonomo si è venuta formando
negli ultimi tre secoli, a partire da Georges Louis Buffon (1707-1788),
considerato da Paul Topinard (antropologo,1830-1911) come il
fondatore dell’Antropologia moderna.
Per Buffon esistono solo differenze di quantità tra gli uomini, che sono
riuniti in un'unica specie, mentre esistono differenze di qualità con le altre
specie animali;
queste variazioni di aspetto sono da mettere in relazione a situazioni
geografiche e storiche particolari.
Quindi: MANCA ANCORA IL CONCETTO DI RAZZA
Buffon pubblicò le misurazioni effettuate dal conte Filiberto Gueneau di
Montbeillard, da considerare come l’autore del primo studio longitudinale
sull’accrescimento, dato che misurò la statura di suo figlio (1759-1777)
nella varie fasi della sua crescita (PRIMO STUDIO AUXOLOGICO).
STORIA DELL’ANTROPOLOGIA (8)
Se poi si vuole considerare l’Antropometria come scienza a sé si
ritiene che il conte Filiberto Gueneau di Montbeillard sia da
considerare come l’autore del primo studio longitudinale
sull’accrescimento, dato che misurò la statura di suo figlio (1759-1777)
nella varie fasi della sua crescita e i suoi risultati vennero poi pubblicati
in un’opera di Georges Louis Buffon (1707-1788).
Anche se Filiberto Gueneau di Montbeillard non fa menzione delle
tecniche adottate per la misurazione della statura, è sicuramente da
annoverare tra i precursori dell’antropometria.
Gli antropologi che seguirono usarono l’antropometria per studiare le
origini dell’uomo, ma non si posero il problema delle varie tappe del suo
accrescimento e del suo sviluppo; pertanto le loro ricerche si basavano
su studi trasversali.
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STORIA DELL’ANTROPOLOGIA (9)
Sino al periodo del Rinascimento non troviamo l’uso della parola
“antropologia” proposta da Aristotele.
Il termine “ANTROPOLOGIA” fu introdotto da Immanuel Kant nel 1798 per
indicare le scienze che si occupano delle natura umana.
L’Antropologia sorse come scienza verso la metà del 1700
con le opere di
Giovanni Federico Blumenbach (1752-1840)
e di
Immanuel Kant (1724-1804).
STORIA DELL’ANTROPOLOGIA (10)
Furono essenzialmente di tipo descrittivo le fondamentali ricerche di
Federico Blumenbach (1752-1840), che considerò vari caratteri fisici e
psichici dell’uomo, anche in rapporto agli ambienti di vita e nel
differenziamento in razze, tra l’altro con una pregevole raccolta di
osservazioni su crani di varie popolazioni.
Federico Blumenbach inaugura il metodo descrittivo e comparativo
assieme, largamente adottato nell’antropologia moderna. In particolare egli
considera
sia i caratteri fisici (esterni ed interni),
sia psichici
sia
patologici
nella descrizione delle diverse razze, di cui propone una classificazione.
Inoltre egli dedicò una particolare attenzione alla craniologia nello studio
dell’uomo.
Per lo studio della morfologia cranica propose la norma verticalis, che
consiste nell’osservarli dall’alto senza mandibola
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NORMA FRONTALIS
NORMA TEMPORALIS
NORMA VERTICALIS
NORMA BASILARIS
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NORMA OCCIPITALIS
linea orizzontale hh;
linea di profilo pf;
angolo profilo P,
L lunghezza del rettilineo,
larghezza massima BB;
JB la più grande distanza tra l'arcata
zigomatica
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STORIA DELL’ANTROPOLOGIA (11)
Furono essenzialmente di tipo descrittivo come quelle del Blumenbach
anche le opere le opere di Paolo Mantegazza (1831-1910) e di Giuseppe
Sergi (1841-1936).
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15/07/2012
STORIA DELL’ANTROPOLOGIA (12)
Con l’incremento delle conoscenze, insieme alla più ampia impostazione
problematica, si delinearono sempre meglio campi e metodi della ricerca
differenziale fra l’Antropologia e l’Etnologia (che si occupa dello studio degli usi e
dei costumi dei popoli, ovvero delle civiltà).
Ad esempio infatti, nel 1885 Paul Topinard distinse
un’Antropologia propriamente detta o zoologica
da una
Etnografia, studio generale e particolare dei popoli.
Anche nell’opera di Rudolf Martin (1967,primi decenni del XX sec.) si considera
un’Antropologia fisica o somatologica (propose tecniche e metodologie
antropometriche relative allo scheletro e al vivente)
e
un’Antropologia psichica quale sinonimo di Etnologia.
Mentre si passava dalle prime fasi di studio, ovvero quelle più empiriche e
descrittive, alle successive più propriamente scientifiche, emerse l’esigenza di
stabilire dei confini, almeno d’orientamento, fra vari argomenti analoghi ma propri,
cioè oggetti di studio da parte di scienze diverse: così
la razza venne definita come un’unità biologica (zoologica), rappresentata da
caratteri antropologici trasmissibili ereditariamente,
l’etnia invece rappresenta un’unità linguistica, storica, culturale coincidente con la
definizione di popolo.
STORIA DELL’ANTROPOLOGIA (13)
Nel secolo XIX con il progresso delle scienze anche gli studi
antropometrici acquistarono sempre maggiore spazio e interesse. Ormai
l’Antropologia si configura come corpo dottrinale proprio e autonomo. E’ in
questo secolo che vengono istituite le prime cattedre di Antropologia nelle
Università. In vari Paesi europei gli studi antropologici acquistano nuovo
fervore e sorgono le prime Società Antropologiche.
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STORIA DELL’ANTROPOLOGIA (14)
Un notevole contributo alla definizione e allo sviluppo degli studi antropologici fu
dato da Paul Broca (1824-1880) antropologo e anatomico che dette un rilevante
apporto all’osteometria, in particolare alla craniologia;
egli chiamò “indice cefalico” il rapporto centesimale tra la larghezza e la
lunghezza del cranio, per valutare le forme craniche in modo da assegnare un
solo numero alla forma del cranio o alla testa del vivente:
(DOLICOCEFALA o TESTA LUNGA
e
BRACHICEFALA o TESTA CORTA)
ed inoltre introdusse la classe intermedia dei MESOCEFALI.
STORIA DELL’ANTROPOLOGIA (15)
Paul Broca contribuì allo sviluppo dell'Antropologia ideando nuovi
strumenti e nuove metodologie;
decodificò dei punti antropometrici, nonché i piani di riferimento usati
durante le misurazioni.
Sempre di Paul Broca sono le prime scale cromatiche con cui si
classificano i caratteri pigmentari (o qualitativi) degli individui, cioè il
colore della pelle, degli occhi e dei capelli.
Nel 1870 fu universalmente adottata la tecnica di Broca sulla
Antropometria Antropologica, tuttavia gi antropologi convennero
che per compiere degli studi antropometrici era di fondamentale
importanza la standardizzazione delle tecniche e dei procedimenti
antropometrici
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STORIA DELL’ANTROPOLOGIA (16)
Sempre intorno alla metà del 1800 anche gli studi antropometrici sul
vivente acquistarono una loro configurazione e metodologia di analisi
statistica. Una prima rigorosa impostazione scientifica dell’antropometria si
deve al belga Lambert Adolphe Jacques Quetelet (1796 –1874) che nel
1871 indicò l’importanza e il valore delle misurazioni sistematiche del corpo
umano per scoprire le leggi specialmente dell’accrescimento corporeo,
segnalando l’esistenza di frequenze (numeri di soggetti) simmetriche, per una
popolazione uniforme, delle diverse misure, per es. la statura intorno al valore
medio.
Più recentemente, nei primi decenni del XX sec. un
notevole impulso all’Antropologia venne da Rudolf Martin
(1967) (Zurigo) che propose tecniche e metodologie
antropometriche relative allo scheletro e al vivente che
sono oggi di comune impiego nelle ricerche
antropologiche.
STORIA DELL’ANTROPOLOGIA (17)
In Italia l’interesse per gli studi antropologici si è sviluppato nel XIX sec.
Ad opera di vari studiosi, talvolta provenienti da altre aree disciplinari
della biologia, come l’Anatomia e la Zoologia, i quali hanno contribuito
allo sviluppo autonomo dell’Antropologia.
Tra questi illustri studiosi si ricordano
Paolo Mantegazza (1831-1910),
Giuseppe Sergi (1841-1936),
Fabio Frassetto (1876-1953),
Sergio Sergi (1878-1972)
e poi
Venerando Correnti, che dedicandosi soprattutto all’antropometria del
vivente, propose nuovi metodi di valutazione
dei dati
auxologici (fondati sull’elaborazione degli auxogrammi)
e
di antropometria sportiva
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15/07/2012
STORIA DELL’ANTROPOLOGIA (18)
Durante il XIX secolo la storia dell’Antropometria fu caratterizzata
dall’isolazionismo della Germania, ma diversi furono i tentativi di unificare le
Scuole di Antropometria (Parigi 1870; Mosca 1892) finchè nel
1912 a Ginevra nel Congresso Internazionale
fu finalmente stipulato una
“accordo internazionale per l’unificazione delle misurazioni
antropometriche che devono essere fatte sui soggetti viventi”.
In questo Congresso furono stabiliti i principi generali di misurazione e le
definizioni dettagliate di 49 misurazioni.
Fu concordato per esempio, di misurare il lato sinistro del corpo, tranne che
per la misurazione dell’altezza acromiale e di quella trocanterica; invece
ancora oggi molti studi, specialmente nel campo della nutrizione, sono
condotti esaminando il lato destro del corpo.
In ogni modo è regola generale che qualunque scienziato, nel riferire i risultati di studi che
implichino dati antropometrici, indichi con meticolosa precisione i metodi di misurazione e
gli strumenti usati.
STORIA DELL’ANTROPOLOGIA (19)
L’antropometria auxologica inglese studiò l’accrescimento con Harpenden;
Tanner e Whitehouse trovando che gli strumenti fino a quel momento
utilizzati fossero ingombranti e faticosi da usare per otto ore al giorno,
disegnarono la “serie Harpenden” degli strumenti antropometrici, che sono
stati accettati in quasi tutto il mondo per la loro precisione, consistenza e
facilità d’uso.
Anche in Italia vennero svolti lavoro inerenti l’antropometria
dell’accrescimento somatico per esempio da Giuseppe Sergi.
In Italia il primo ad aver compiuto studi antropometrici su soggetti che
praticavano attività sportive (antropometria sportiva) fu Venerando
Correnti. Suo è lo studio sulla valutazione dei caratteri morfologici su gruppi di
giovani sportivi e quello sugli atleti olimpionici. Egli condusse anche studi
antropometrici sull’accrescimento umano, infatti a lui si deve la proposta di nuovi
metodi di valutazione auxologica fondati sull’elaborazione degli auxogrammi.
Inoltre egli condusse uno studio comparativo di alcune dimensioni e proporzioni
somatiche in gruppi di sportivi praticanti specialità diverse.
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ETA’ EVOLUTIVA: si suole comunemente dividere la parabola vitale in tre grandi periodi:
-- l’età evolutiva o dell’accrescimento
-- la maturità relativamente stazionaria
-- l’età involutiva o del declino
In genere viene proposta la seguente classificazione dell’età evolutiva:
1. PERIODO NEONATALE
2. PRIMA INFANZIA
(turgor primus)
(dal 1° al 15° giorno di vita)
(dal 16° giorno al 2° anno di vita)
3. SECONDA INFANZIA
O FANCIULLEZZA
O ETA’ DEL GIOCO
(proceritas prima)
(dai 2 ai 6 anni)
4. TERZA INFANZIA
O ETA’ SCOLARE
(turgor secundus)
(dai 6 anni alla crisi puberale: 10-12 anni)
5. PUBERTÀ
(dai 10-12 anni ai 15-17 anni)
6. ADOLESCENZA
(fino al termine dell'accrescimento somatico:
21 anni per la femmina e 25 per il maschio)
SIA L’ATTIVITA’ MOTORIA CHE L’INDIVIDUO DEBBONO
ESSERE ADEGUATI L’UNO ALL’ALTRO
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15/07/2012
ETA’ EVOLUTIVA: si suole comunemente dividere la parabola vitale in tre grandi periodi:
-- l’età evolutiva o dell’accrescimento
-- la maturità relativamente stazionaria
-- l’età involutiva o del declino
1. PERIODO NEONATALE
2. PRIMA INFANZIA
(turgor primus)
3. SECONDA INFANZIA
O FANCIULLEZZA
O ETA’ DEL GIOCO
O ETA’ PRESCOLARE
(proceritas prima)
4. TERZA INFANZIA
O ETA’ SCOLARE
O PUERIZIA
(turgor secundus)
5. PUBERTÀ
6. ADOLESCENZA
O PERIODO POST-PUBERALE
(proceritas tertia)
N.B.:
Classificazione dell’età evolutiva
:
(dal 1°al 15°giorno di vita)
(dal 16°giorno al 2°anno di vita)
(dai 2 ai 6 anni)
(dai 6 anni alla crisi puberale: 10-12 anni)
(dai 10-12 anni ai 15-17 anni)
(fino al termine dell'accrescimento somatico:
21 anni per la femmina e 25 per il maschio)
La PUBERTÀ (dai 10-12 anni ai 15-17 anni) a sua volta si divide in:
PERIODO PRE-PUBERALE (proceritas seconda)
PERIODO PUBERALE O PRE-ADOLESCENZA (turgor tertius)
[Quando si parla di TURGOR ci si riferisce ad un prevalente sviluppo trasversale cioè in grossezza.
Quando si parla di PROCERITAS si intende una crescita prevalente in statura].
Dopo l’adolescenza si parla di:
GIOVINEZZA O PERIODO PRE-ADULTO: dai 21 anni ai 25 anni
MATURITA’: dai 25 anni ai 65 anni
VECCHIAIA: dai 66 anni in poi
SIA L’ATTIVITA’ MOTORIA CHE L’INDIVIDUO DEBBONO
ESSERE ADEGUATI L’UNO ALL’ALTRO
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