i temi PAESAGGI DELLA CITTA’ Il tema analizza il paesaggio urbano in tutte le sue declinazioni. Comprendendo una vasta gamma di azioni dall’arredo urbano alla pianificazione urbana PAESAGGI DEL RIUSO Sono i paesaggi nei quali le azioni del riuso rappresentano una componente importante che modella gli aspetti percettivi del luogo PAESAGGI DELLA STORIA Sono quei luoghi dove un intervento di resturo ha rimodellato un pezzo di paesaggio, riportando alla luce o rivalorizzando il patrimonio che i secoli hanno lasciato come preziosa eredità PAESAGGI DELL’ECONOMIA Gli interventi sul paesaggio agrario, la realizzazione di nuovi impianti a carattere produttivo che modellano e ridisegnano la percezione dello spazio PAESAGGI DEL TURISMO Sono i paesaggi frutto della trasformazione territoriale indotta dall’industria del turismo, la scala dell’intervento puo’ essere minimale o interssare vaste aree della costa elenco interventi PAESAGGI DELLA CITTA’ Riqualificazione di via Sardegna [ Arzana / Ogliastra ] Riqualificazione piazza Sennorigau [ Villagrande Strisaili / Ogliastra ] Fabbricato residenziale - unifamiliare lottizzazione “Poggio dei Pini” - Lotto 164 [ Capoterra / Cagliari ] Riqualificazione di Piazza Dante, Bando Biddas L.R. 29/98 [ Perdaxius / Carbonia-Iglesias ] Sistema totem informativi per il Fondo Ambiente Italiano [ Sassari / Sassari ] Progetto per il Quartiere Flaminio [ Roma / Roma ] PAESAGGI DEL RIUSO Piccolo recupero in centro storico casa dei colombi [ Tortolì / Ogliastra ] Recupero in centro storico villarotta [ Tortolì / Ogliastra ] PAESAGGI DELLA STORIA Valorizzazione dell’area di Santa Croce [ Semestene / Sassari ] Recupero dell’ex blocchiera Falchi [ Tortolì / Ogliastra ] Palazzo Ciancilla [ Sassari / Sassari ] Abitare la Gallura - first prize [ Nuoro / Nuoro ] PAESAGGI DELL’ECONOMIA Centro per l’allevamento e addestramento di cavalli di razza anglo arabo sarda [ Santa Lucia / Nuoro ] Casa LB [ Budoni / Olbia-Tempio ] Casa per abitanti della terra [ Capo Comino / Nuoro ] PAESAGGI DEL TURISMO L’acquario Marino della Sardegna [ Cala Gonone / Nuoro ] Discoteca Laguna Blu [ Zona Turistica Marina / Nuoro ] Area SIC Tortolì: sistemazione del litorale di Orrì [ Tortolì / Ogliastra ] Struttura ombreggiante sul lungomare [ Stintino / Sassari ] PAESAGGI DELLA CITTA’ Raffaele Angelo Pisano NU137 | Mario Angelo Murru NU187 Riqualificazione di via Sardegna | [ Arzana / Ogliastra ] L’intervento ha promosso la riorganizzazione della sede stradale della via Sardegna, dalla P.zza Roma sino all’intersezione con la via Mons. Virgilio, nella quale è stata introdotta la circolazione a senso unico a scendere, che ha permesso di riorganizzare la sede stradale individuando un marciapiede sul lato a valle, in posizione centrale una corsia per il traffico automobilistico, sul lato a monte una fascia riservata alla sosta veicolare. I due terminali del progetto sono definiti: all’estremo superiore dal basamento in pietrame granitico su cui sorge la Parrocchiale, un possente podio dal profilo curvilineo; all’estremo inferiore da uno slargo in cui la cortina edilizia sul lato a valle si interrompe, in corrispondenza del rio Castana, permettendo di apprezzare l’articolazione del paesaggio ogliastrino, dagli orti periurbani sino al litorale tirrenico. Il marciapiede ha una larghezza media di 1,50 m, permette di percorrere in sicurezza la via e favorisce il mantenimento della consuetudine della passeggiata. La forma della superficie pavimentata si articola assecondando la geometria della cortina edilizia e delle traverse che si immettono nella strada principale. Si vengono così a formare dei piccoli ambiti più vocati alla sosta dotati di sedute ed aiuole. Il marciapiede è pavimentato in granito fiammato, con inserti in basalto a intervalli irregolari. Le sedute e le sopraelevazioni dei muretti a bordo strada sono ugualmente realizzati in granito. Sul lato opposto al marciapiede gli episodi più significativi sono localizzati nel tratto inferiore, dove sono localizzate le due scalinate di collegamento con la via 4 Mori, che sono state revisionate nel disegno e rivestite in granito sardo fiammato, dotandole di aiuole e ricavando una fascia a verde. Mario Angelo Murru NU187 | Raffaele Angelo Pisano NU137 Riqualificazione piazza Sennorigau | [ Villagrande Strisaili / Ogliastra ] Il tema è la riqualificazione di una piazza-parcheggio costruita a cavallo di un rio e danneggiata dall’alluvione del 2004. La proposta muove le mosse dall’analisi delle problematiche strutturali del manufatto sviluppata dall’ing. F. Giaccu. Si parte da un assunto funzionale: confermare l’uso quotidiano a parcheggio (in quanto fondamentale per la vita del corso e del centro storico), tutelando la fascia pedonale dell’affaccio verso valle, e riqualificare la piazza attrezzandola per ospitare le varie manifestazioni pubbliche. Il progetto si concentra sui tre bordi principali di questa superficie a L con pavimentazione in cls: 1_ La rilettura dell’ampio prospetto “tecnico” verso valle permette di farlo partecipare alla costruzione del grande fronte urbano. Si chiariscono pesi e gerarchie con un progressivo alleggerimento verso l’alto. La sistemazione si sviluppa sino ad integrare la piazza della biblioteca, che si offre come piattaforma sul paesaggio. 2_Il bordo “naturale” viene segnato da un piano inclinato in cui si incastra una “scena” creata con brani di murature che emulano i ruderi esistenti, giocando sulla tensione tra geometrie lineari e profilo articolato degli elementi naturali. 3_ La relazione con il corso si materializza in una lunga parete in granito che fa da fondale e da parapetto per un ampio marciapiede-passeggiata che prosegue oltre la piazza (in coerenza con la destinazione urbanistica) offrendo la possibilità di affaccio diretto sul paesaggio di cui ora il corso è privo. L’intervento si estende poi a riannodare le relazioni di una serie di piccoli spazi pubblici con installazioni murali, creando una sequenza che scandisce lo sviluppo del corso. Il tutto a confermare e rafforzare l’importanza e la vitalità del corso, individuando la piazza come risorsa aggiuntiva, invece che creare una velleitaria alternativa in uno spazio troppo ampio in cui si disperderebbero le relazioni e le misure del tessuto storico. Paolo Porcu NU224 Fabbricato residenziale - unifamiliare lottizzazione “Poggio dei Pini” - Lotto 164 | [ Capoterra / Cagliari ] Il fabbricato si compone di due corpi; il primo, comprendente la zona giorno, si sviluppa su due livelli mentre il secondo volume è innalzato su un piano. Alla base dei volumi sopraccitati è presente un ampio piano interrato. Il tutto ha una superficie totale di Mq. 474,48 ed un volume di Mc. 861,81. La villa, realizzata presso la lottizzazione denominata “Poggio dei Pini- Capoterra”, ha le facciate principali che godono di bellissime panoramiche: quella di ingresso sul Golfo degli Angeli, quella tergale sul Monte Arcosu . Sul livello terra (in cui è stata collocata la zona giorno e su piano rialzato di 50 cm rispetto alla prima, la zona notte), i corpi di fabbrica risultano leggermente sopraelevati rispetto al piano di campagna al fine di creare un ambiente interno salubre. La struttura portante dei corpi di fabbrica è del tipo misto: muri portanti in laterizio (poroton thermo 2010 dello spessore di cm. 35, murati a malta cementizia) e travi in c.a. a reggere il solaio di calpestio e/o copertura. Per ottimizzare lo sfruttamento degli spazi interni (evitare l’ingombro dei radiatori a parete), è stato realizzato un impianto di riscaldamento a pavimento. Esternamente sono state poste quattro colonne in granito lungo il fronte principale a reggere una copertura che ha il compito di creare una protezione della zona di ingresso (fronte strada 31). La struttura principale della copertura (travi ed orditura secondaria) è costituita da legno in castagno (massello). Nel piano primo è collocata una zona relax (open space) da cui si accede a due verande parzialmente scoperte. Il solaio di soffitta é stato calcolato e dimensionato per sopportare il carico della struttura di copertura (a padiglione) che risulta del tipo a nido d’ape. Il manto di copertura come largamente utilizzata nel territorio circostante è realizzato con coppi sardi in laterizio, avente un aspetto particolarmente gradevole. Lungo tutto il perimetro fuori terra del fabbricato è presente un intonaco a cappotto al fine di aumentare le capacità coibenti dei muri esterni (tinteggiati a tempera protettiva). I muri di spina sono rivestiti in pietra naturale (Siniscola) posata a secco, contornata da elementi in granito giallo. Attorno al fabbricato sono previste aree coltivate a verde (oliveto e frutteto) e relativo viottolo di ingresso, la rete interrata dei sottoservizi, lo stradello di accesso veicolare e la relativa rampa di collegamento al piano interrato. L’ ingresso carrabile è stato studiato in modo tale da evitare lo sradicamento degli ulivi presenti nel lotto. Questi ultimi svolgono anche la funzione di vero e proprio “schermo visivo” alla copertura della rampa carrabile, in qui sono alloggiati l’ impianto fotovoltaico (5 kW) e quattro pannelli per la produzione di acqua calda sanitaria. Tale soluzione preserva così, sia la resa energetica che il pregio estetico, conferendo una buona armonia a tutto il manufatto. Antonio Dejua NU265 Riqualificazione di Piazza Dante, Bando Biddas L.R. 29/98 | [ Perdaxius / Carbonia-Iglesias ] La piazza oggetto dell’intervento ha la caratteristica di essere ampiamente vissuta dagli abitanti del paese e rappresenta il fulcro della vita sociale. Le scelte progettuali e architettoniche sono state effettuate sulla base del criterio del “Progetto per l’Utenza Ampliata” e l’intervento sulla piazza viene caratterizzato dalla pavimentazione lapidea realizzata mettendo in opera una serie di piani inclinati che raccordano i vari dislivelli presenti nell’area. Sul lato Sud si realizza una piccola scalinata di accesso. La pavimentazione della sede stradale è realizzata con basoli di spessore minimo di cm 10, quella degli spazi pedonali con basoli dello spesore minimo di 3 cm. La presenza dei piani inclinati e l’eliminazione dei gradini è il tema conduttore della progettazione, sì è unificato l’attuale spazio della strada con quello della piazza e del sagrato in maniera da rendere unico l’ambiente urbano e connettere quelli che erano tre episodi separati: sagrato, strada e piazza. La scelta di utilizzare un materiale lapideo prevalente, il basalto sardo grigio, ha permesso di realizzare in alcune parti della piazza degli episodi, nei quali, eseguire delle parti di pavimentazione policroma, si è deciso di posizionare questi episodi nei punti focali dello spazio urbano. Realizzando un tema che focalizzi gli spazi sociali all’interno dello spazio urbano. La realizzazione della scalinata di accesso da Sud, in basalto rosso, è l’elemento di rottura del monocromatismo dominante e indica un’emergenza funzionale. La fontana persegue l’obiettivo di creare poli attrattivi e genera nuove tipologie di fruizione. L’edificio della Chiesa e’ raccordato alla piazza con un piano inclinato a “schiena di balena” . impresa esecutrice Cabboi Costruzioni & Co. S.a.s. Domusnovas Roberto Acciaro NU274 Sistema totem informativi per il Fondo Ambiente Italiano | [ Sassari / Sassari ] Novembre 2010, da poco arrivato a Sassari, negli uffici della Soprintendenza per i Beni Architettonici, Paesaggistici, Storici, Artistici ed Etnoantropologici per le Province di Sassari e Nuoro, vengo coinvolto nella proposta del FAI delegazione di Sassari, nella figura del suo allora presidente Angelo Tilocca, alla cui memoria mi sento di dedicare il lavoro, di realizzare pannelli informativi per la città. L’idea è ancora in embrione, si tasta il terreno per verificarne la fattibilità. Viene subito sposata dall’arch. Daniela Scudino, funzionario responsabile della zona di Sassari, che mi coinvolge immaginando correttamente che la cosa possa interessarmi. Dopo varie riunioni e studi, si decide che il progetto è maturo per essere proposto al Comune. Ricevutone il patrocinio si entra nella fase operativa. Ci vorranno quattro anni, tra momenti di fiacca e altri di apnea progettuale e realizzativa, per vedere finalmente realizzati i 10 pezzi che troveranno posto in sette piazze della città, cercando di incuriosire abitanti ed avventori circa le vicende caratterizzanti quelle piazze e gli edifici che ne fanno quinta. Molto è cambiato rispetto alle idee iniziali, soprattutto nei dettagli della realizzazione, ma la filosofia è rimasta la medesima: prismi in acciaio cor-ten a base triangolare equilatera di 50cm alti 200cm sui quali applicare i pannelli contenenti le informazioni relative agli edifici che si trovano posizionati nello stesso cono ottico, in maniera da poter al contempo leggere e osservare nel reale l’oggetto illustrato. La scelta dei materiali è stata determinata dalla volontà di inserire in contesti vissuti e vivi elementi che non fossero totalmente estranei, che non gridassero la loro presenza ma che si inserissero in maniera lieve e al contempo solida, in perfetta armonia con il contesto. Per via della loro complessità e ricchezza, in alcune piazze è stato necessario raddoppiare il numero dei totem (piazza Castello, piazza d’Italia e piazza Duomo). Si è cercato di minimizzare il più possibile il testo con l’intento di incuriosire l’avventore, al contempo la grafica è stata ridotta al minimo, per non eccedere con le informazioni e riuscire a comunicare in maniera semplice, senza bisogno di interlocutori, calibrando l’insieme di segni grafici ed informazioni. L’operazione è finalizzata al recupero e valorizzazione del centro storico di Sassari, città che vive un ribaltamento socio-urbanistico che trasforma il suo esteso ed interessante centro storico da potenziale salotto cittadino a zona socialmente e architettonicamente degradata. Le ragioni sono innumerevoli e non è questa la sede adatta ad illustrarle. Non sarà certo questo intervento a ribaltare la situazione, ma l’auspicio è che, unitamente ad altre azioni nella stessa direzione, possa essere uno stimolo al cambiamento, possa aiutare a portare consapevolezza su importanza e valore di ciò che vediamo ogni giorno senza guardare. patrocinio e sponsor FAI Sassari Soprintendenza BAPSAE Sassari Nuoro Comune di Sassari Fondazione Banco di Sardegna Inox Sardegna Orani Comunica Sassari progetto e grafica Roberto Acciaro Nuoro fotografie Roberto Acciaro, Carlo Alessio Cozzolino testi Alessandro Ponzeletti traduzioni Michele Murgia realizzazione totem realizzazione pannelli Stefano Sechi SS768 | ing. Paolo Marras | ing. Carlo Marras | ing. Matteo Merella Progetto per il Quartiere Flaminio | [ Roma / Roma ] Il tessuto edilizio del quartiere Flaminio a Roma, in cui si inserisce l’area di progetto, si contraddistingue per un recente sviluppo in chiave decisamente moderna, che tende a convertire le zone precedentemente edificate, in un’architettura urbana capace di creare dei simboli all’interno del contesto urbano. Il Progetto ha come obiettivo quello di unire le varie zone del quartiere in un unico sistema, che possa raccogliere i diversi elementi presenti, per poter valorizzare gli aspetti innovativi di quest’area. L’Idea è quella di realizzare una vera e propria piazza, un polo di attrazione e smistamento verso gli elementi culturali e sportivi presenti nel circondario. Il Progetto pertanto ha come caratteristica principale quella di “apertura” verso il contesto esistente, trasformando l’area attuale, che da interclusa, diviene sistema logico e armonioso in rapporto con l’edificato. Dalla piazza parte un asse pedonale che congiunge trasversalmente l’area del MAXXI con la nostra area di Progetto, creando tra questi due poli attrattivi molto vicini, una sinergia che si esplica attraverso un legame urbanistico costituito dall’asse stesso. Su tale Asse Pedonale si affacciano tutte le attività che si inseriranno: il Science Center, il giardino cromatico, la zona commerciale e le residenze, per poi aprirsi sul viale opposto con la possibilità di creare una prospettiva sul Lungotevere Flaminio. Questa sorta di “green way” permetterà alla Piazza di essere al centro degli interessi e delle attività presenti, uno spazio attrattivo all’aperto alternativo al classico centro commerciale. PAESAGGI DEL RIUSO Sergio Aruanno NU97 Piccolo recupero in centro storico casa dei colombi | [ Tortolì / Ogliastra ] Al sopralluogo, prima dei lavori, il piccolo edificio era ridotto in stato di rudere abbondonato, unici abitanti, i colombi che a fatica si sono rassegnati ad abbandonare la loro dimora espropriata. In loro onore è stata intitolata la casa recuperata, e sempre in loro onore all’interno un’istallazione in ceramica rievoca la loro presenza. All’interno del centro storico di Tortolì, l’intervento fa parte di un edificio risalente al 600 utilizzato dai frati, una tipologia semplice, facciata unica con ingresso al piano terra, un balcone al piano superiore ed un’apertura ottagonale nel sottotetto. Sul retro un piccolo cortile per l’orto. Ingredienti di un’architettura semplice ed ordinata, il minimo indispensabile per una vita dimessa. La struttura in muratura mista di pietra e fango, nonostante l’età, era priva di problemi strutturali, i solai originari invece sono stati sostituiti. La distribuzione degli ambienti originari non permetteva la fruizione dell’edificio, la scala esterna per andare al piano superiore, la mancanza di un bagno, l’assenza di finestre idonee, la scala a pioli per raggiungere la soffitta, fattori che rendevano l’edificio si affascinante, ma inutilizzabile. Per tanto il recupero si è diretto verso una riorganizzazione degli spazi minimi, con l’inserimento dei servizi mancanti, recuperando le funzioni della vecchia casa adeguandole ad un utilizzo odierno. E’ stata portata avanti una poetica di recupero totale, si è cercato di buttare il minimo, si è riutilizzato tutto ciò che è stato possibile. Nel cortile è stata mantenuta intatta la scala originaria, le travi in ginepro del vecchio solaio sono state recuperate per realizzare in parte il pergolato esterno ed in parte invece per l’architrave dell’apertura verso il cortile. Si è estesa la stessa poetica negli arredi, travalicando l’ambito della casa, arrivando in falegnameria a recuperare tutti i ritagli giacenti in magazzino, ed ecco che la scala diventa multicolore, così come il letto ed altri arredi. Una policromia estesa fatta di legni diversi, e di epoche diverse, una convivenza di diversità materiche che hanno generato un ambiente divertente e confortevole. Dopo la prima rampa di scale lineare, un’altra si avvolge su se stessa per raggiungere l’ambiente sottotetto, questa è stata risolta con una commistione di muratura, ferro e legno, per rendere la struttura leggera sia tecnicamente che visivamente, da questo punto di vista alto si recepisce tutto il sistema di risalita con l’alternanza dei colori del legno e del ferro, in mezzo alle due scale, sul pianerottolo, un’istallazione in ceramica, ricorda agli attuali abitanti che anche i colombi hanno avuto un ruolo importante nella memoria della casa ritrovata. Sergio Aruanno NU97 Recupero in centro storico villarotta | [ Tortolì / Ogliastra ] Così Ironicamente battezzata dalla committente al momento dell’acquisto, VILLAROTTA, un organismo abitativo in stato di rudere. Un brutto anatroccolo inconsapevole delle proprie velleità. Una sfida ed una consapevolezza etica, recuperare il patrimonio edilizio esistente, come unica via di uscita per rivitalizzare i nostri centri abbandonati per raggiungere comodi centri commerciali, comodi parcheggi, e pratici ed insignificanti appartamenti. Comodità pagata con appiattimento, standardizzazione e perdita della sorpresa urbana, tipica dei vecchi centri cittadini. L’abitazione ricade nel vecchio centro matrice del Comune Di Tortolì, area in cui attualmente vige un piano di recupero architettonico. Ubicata in Via Gialeto, e delimitata da un piccolo vicolo di appena un metro di larghezza, Vicolo Milazzo, Contornata da fabbricati eterogenei, di varie epoche costruttive e di vario stato di conservazione, in prevalenza degradato. Un’area che rivive grazie all’inserimento di extracomunitari, che colora i vicoli ed ha riportato i bambini a giocare per strada nei caldi pomeriggi mediterranei. STATO PRIMA DEI LAVORI Il fabbricato oggetto di recupero trattasi di accorpamento di due fabbricati prospicienti un cortile recitato da muratura alta perimetrale con accesso da Via Gialetto, un corpo di fabbrica articolato su due livelli, l’altro ha un solo piano terreno, entrambi coperti da solaio piano probabilmente realizzato in epoca successiva in vista di una sopraelevazione. Il fabbricato era comunque un unicum in quanto ciascuno non risulta indipendente, la cucina è unica così come il bagno interno. Alcune tracce rilevate mostrano come l’edificio ha subito piccole trasformazioni principalmente in alcune aperture. Al piano terra Infatti il collegamento fra i due corpi avveniva attraverso il portico arcato, collegamento occluso e testimoniato dalla nicchia presente nell’andito del I° corpo di fabbrica, una delle arcate risulta parzialmente tamponata da una muratura posticcia, e sempre al piano terra la finestra della cucina risulta di epoca successiva, inoltre Il cortile aveva un accesso pedonale sul vicolo laterale. Al piano superiore invece, una delle due finestre prospicienti il cortile, era una portafinestra probabilmente con un piccolo poggiolo a sbalzo testimoniata dal differente trattamento del vano murario. Le murature perimetrali sono ancora in buono stato di conservazione a parte problemi di umidità di risalita, quelle del piano terra sono costituite da materiale misto di recupero a prevalenza di pietra a taglio irregolare, quelle al piano superiore sono costituite da mattoni di fango “laddiri”. Tutti i paramenti murari esterni sono intonacati con intonaco di calce e finiti con tinteggiatura bianca. Non esistono pavimenti superstiti, mentre gran parte degli infissi in legno sono originali. Nel complesso i due fabbricati costituiscono un unicum architettonico valevoli di recupero e ristrutturazione. L’interno ovviamente non risponde ad ambienti salubri e alla normativa igienico sanitaria. MODALITA’ DI INTERVENTO Scopo del progetto è stato quello di recuperare e riqualificare l’edificio in questione, senza stravolgere la sua tipologia storica, adeguare ed riorganizzare l’interno in modo da creare ambienti salubri e rispondenti alla normativa igienico sanitaria. Elemento prioritario è stato ripristinare il sistema coperture: E’ stata ricostruita l’originaria copertura del corpo più alto, attraverso demolizione della superfetazione del solaio piano di copertura e ricostruzione di un tetto a due falde realizzato secondo le tecniche tradizionali , travatura principale e secondaria in legno, sovrastante tavolato di supporto, isolamento termico con materiali naturali e traspiranti, impermeabilizzazione, e manto finale di tegole in coppi. La copertura del corpo più basso è rimasta piana e trasformata in terrazza completata con un pergolato ligneo. Anche la copertura posticcia presente sul fronte del corpo più basso è stata sostituita con una da realizzare con tipologia tradizionale, così come quella presente sul bagno esterno in aderenza al cortile. Opere di risanamento murario: Tutte le murature perimetrali portanti sono state trovate in ottimo stato di conservazione, realizzate in granito al piano terra ed in mattoni di fango “laddiri” al piano superiori. Tutte le integrazioni e necessarie sopraelevazioni sono state fatte con materiale di recupero e con materiali compatibili. Sono stati eliminati tutti gli intonaci di cemento accumulatisi durante i vari lavori di manutenzione, e sostituiti con prodotti a base di calce naturale. Un importante lavoro di risanamento è stato fatto al piano terra per eliminare la copiosa risalita capillare. E’ stato realizzato un vespaio aerato con l’inserimento di elementi di plastica riciclata e sono stati realizzati intonaci macroporosi su tutta la fascia perimetrale dell’edificio. L’elemento sporgente del cornicione è stato realizzato recuperando mattoni cotti derivanti dalle demolizioni interne. Tutte le tinteggiature interne ed esterne sono a base di calce naturale. Ambienti interni: Sono stati creati ambienti interni idonei ad un vivere contemporaneo, interventi migliorativi per aumentare l’apporto di illuminazione ed aerazione. Le nuove coperture sono state occasioni per creare illuminazione dei nuovi bagni inseriti, adesso l’organismo vive rinato con comodità ed accessori completate dal grande cortile privato. Elementi tutti di un recuperato vivere mediterraneo, commistione di spazi interni ed esterni, terrazze, portici e cortili chiusi in cui si svolge la vita privata ed allo stesso modo collegate, attraverso il sottile diaframma del cancello, alla vita pubblica esterna. PAESAGGI DELLA STORIA Virgilio Colomo NU320 Valorizzazione dell’area di Santa Croce | [ Semestene / Sassari ] Premessa Durante gli ultimi secoli Semestene non si è ampliato, contrariamente alla quasi totalità dei comuni italiani; il paese è rimasto costantemente entro i suoi confini, in diretto contatto con il paesaggio che lo circonda. La Storia ha così generato un’urbanistica peculiare e dunque di elevato valore. Nell’ambito di un contesto statico, raccolto e originale, la demolizione dell’Oratorio di Santa Croce è stato un atto dirompente per i semestenesi, privati dell’ambiente sacro e del suo millenario valore simbolico. Il fatto avvenne nel gennaio del 1967, rivelandosi vani gli sforzi dell’amministrazione comunale per salvare uno dei due monumenti sacri del paese, il cui primo impianto risale al XI secolo. L’anno successivo, gli elementi architettonici più rappresentativi della chiesa, i due portali lapidei gotico aragonesi (XVI-XVII secolo) scolpiti con i classici motivi fitoantropomorfi, furono presi in consegna dalla Soprintendenza, trasferiti a Sassari e sistemati presso i Giardini di Villa Melis dove sono tuttora. Gli amministratori di Semestene, in questo mezzo secolo, si sono costantemente impegnati per riportare i due portali nel sito originario contribuendo a scrivere una vicenda storica unica, combinazione fra identità, narrazione, sentimento, elaborato documentale, architettura. Nel 2014 hanno deciso di promuovere un progetto che derivasse da un concorso di idee, ricercando una soluzione innovativa e di ampio respiro che nascesse dal positivo e libero confronto fra professionisti. L’intervento di riqualificazione previsto nella proposta vincente, da eseguirsi in diverse fasi, prevede lo scavo archeologico nella zona limitrofa ai resti dell’antico Oratorio, la demolizione dell’edificio in mattoni rossi, la sostituzione dell’attuale pavimentazione stradale in asfalto e cemento, la realizzazione di una chiesa verde all’aperto i cui ingressi sono enfatizzati dagli storici portali lapidei. L’idea In un ambiente urbano di pregio simbolico, l’architettura deve esprimere concetti che nascano da un percorso limpido, con l’obiettivo di appagare i bisogni degli abitanti e rappresentare l’essenza del luogo, a vantaggio dei visitatori. Nella visione Natura e Sacralità si appropriano della piazza in modo sostenibile, confermando valori legati a un mondo architettonico semplice, quasi arcaico, che stimola le primarie sensazioni dell’uomo per farle convivere con la spiritualità. La proposta è pura: un’impenetrabile selva di piante, arbusti ed erbe della flora locale, quasi un frammento di bosco primigenio, racchiude una radura di ghiaia e rocce, legandosi in modo naturale ai ruderi dell’antica chiesa, visti come elemento ispiratore, vivo e vissuto, fondamentale nel progetto. La radura è la nuova chiesa di Santa Croce, le piante sono i suoi muri, il cielo la copertura, l’antica pavimentazione il sagrato. I due ingressi alla chiesa sono enfatizzati dai portali lapidei, i quali riconquistano la loro autentica funzione religiosa e sociale, segno indelebile per le future generazioni, non solo semestenesi. La nuova pavimentazione della piazza è in ghiaia e in pietra massiva di trachite basaltica, giusta cornice degli elementi descritti. Un’opera concettuale, totalmente priva di volumetria, permeabile, eseguita senza l’uso di cementi o collanti, esclusivamente con materiali naturali, semplici, quasi effimeri: piante autoctone, terra, ghiaia, acqua, pietra ma anche alta tecnologia e sistemi di ultima generazione, a suggellare la linea invisibile che collega passato e futuro. In definitiva un’architettura atipica e innovativa, fortemente ispirata dalle Origini, in netta contrapposizione alle rigide norme d’accademia, estranee e dannose in un contesto culturale e storico peculiare, tipico di questa specifica area e di tutta la nostra Isola. Sergio Aruanno NU97 | Riccardo Corda NU125 | ing. Giovanni Pili Recupero dell’ex blocchiera Falchi | [ Tortolì / Ogliastra ] INTRODUZIONE Lo scopo funzionale del recupero dell’ex blocchiera si concretizzerà nella realizzazione di un centro polifunzionale, principalmente adibito ad attività espositive e dimostrative con particolare attenzione a quelle di promozione e salvaguardia dell’artigianato tradizionale locale. Sono previsti adeguati spazi per il coordinamento e la gestione amministrativa e una biblioteca di settore, informatizzata ed aperta al pubblico, dedicata alle Arti e Mestieri in Sardegna, dove sarà possibile consultare testi sull’attività artigianale ed inoltre osservare esempi di artigianato collocati in un’esposizione permanente adiacente alla biblioteca. DESCRIZIONE DEL PROGETTO La flessibilità degli spazi è stata posta come elemento principale della progettazione in modo che gli stessi possano essere adibiti sia per mostre di singoli, che per mostre collettive o di entità consistenti, per seminari sull’artigianato e per piccole dimostrazioni di lavorazioni, o per vere e proprie fiere, dividendo gli spazi unitari con allestimenti provvisori. Sfruttando i confacenti caratteri distributivi originari, degli spazi e degli edifici, interni ed esterni, concepiti in modo da poter essere fruiti, sia singolarmente sia complessivamente, attraverso la creazione di percorsi distributivi unitari, al piano terra così come al piano superiore. L’ipotesi progettuale nasce dalla volontà di recupero di un patrimonio architettonico storico adeguato alle esigenze dettate dal cambio di destinazione d’uso, mantenendo inalterate le caratteristiche architettoniche esistenti, riconoscibili in un insieme di interventi edilizi, realizzati in diversi periodi storici ma, sopraffatte dalle superfetazioni e da un avanzato stato di degrado. Nel complesso si presenterà come una sorta di cittadella custodita, ed allo stesso tempo resa partecipe della vita cittadina con ingressi e percorsi al piano terra che, con l’alternarsi di spazi aperti e chiusi creano collegamenti ideologici e fisici fra i poli di servizi culturali e civici all’interno del paese. L’attraversamento crea momenti di pausa nei due cortili, le piazze; episodi architettonici dove gli scambi culturali si intrecciano, dove culture vecchie e nuove vengono messe a confronto, si discutono; si mediano; si rispettano. Allo stesso modo lo spazio fisico della piazza in progetto media il dialogo fra l’Architettura tradizionale, rispettata in tutte le sue parti, testimonianza di un passato storico vissuto, e l’Architettura odierna riconoscibile nei corpi di più recente costruzione, fatta di spazi e linguaggi rispondenti alle attuali esigenze di vita cittadina. Alessio Deroma SS380 | Giorgio Manconi SS381 Palazzo Ciancilla | [ Sassari / Sassari ] L’edificio oggetto dell’intervento è stato realizzato nella seconda metà degli anni ’30 probabilmente tra il 1936 ed il 1938. La sua costruzione è da inserire all’interno del periodo storico denominato “ventennio fascista” e della generale crescita demografica e urbanistica che si è caratterizzata per la progressiva occupazione delle aree disposte attorno alle mura medievali ignorando la naturale linea di sviluppo della città dettata dalle caratteristiche orografiche e paesaggistiche dell’ambiente in cui la città stessa è inserita. L’edificio voluto dal “regime” era destinato alle milizie volontarie di sicurezza nazionale (MVSN) il cui acronimo era riportato in alto con un insegna posta a coronamento delle superfici prospettiche in pietra a vista. Nel prospetto su via Roma vi erano, inoltre, tre fasci littori che prolungavano le altrettante colonne sottostanti. Gli alzati suddivisi in tre livelli (piano terra, piano primo e secondo) sono caratterizati dalla presenza di una fascia basamentale, da una fascia marcapiano e dalla scansione ritmica generata dalle fasce orizzontali intonacate e tineggiate con due differenti coloriture che completano gli alzati sino al cornicione di gronda che, insieme al parapetto della copertura piana, funge da coronamento all’intera composizione. Le aperture sono ricavate all’interno delle fasce orizzontali ad eccezione di quelle posizionate nell’ingresso principale e di quelle ricavate nei corpi caratterizzati dalla presenza dei conci in pietra a vista. Di particolare effetto scenografico sono le grandi vetrate che caratterizzano il corpo bugnato e il secondo accesso posizionato su piazza Conte di Moriana provvisto di una forte strombatura e di uno sviluppo verticale che termina oltre la cornice superiore del prospetto. La corsa delle fasce orizzontali è interrotta , nel prospetto su via Roma, dalla presenza di un corpo di forte valenza plastica costituito da conci in trachite, alternatamente rossi e grigi. Si tratta probabilmente di conci artificiali realizzati con malta di cemento e polvere di trachite che imitano in modo eccellente la pietra naturale. Scopo dell’intervento è stato, oltre alla manutenzione straordinaria delle facciate, il ripristino dell’aspetto originario del Palazzo Ciancilla. Tutte le lavorazioni previste in fase di progetto sono state concertate con gli enti interessati all’esecuzione dell’ intervento. Il risultato finale è statto quindi determinato, sia dalle linee guida utilizzate per l’individuazione degli interventi dettati dalle carratteristiche peculiari dell’edificio, sia dall’esito degli incontri con gli enti interessati. Le aperture presenti sulle superfici intonacate , a volte accoppiate e divise da un montante, a volte singole, sono di forma regolare e caratterizzate da una leggera strombatura. Quelle del piano terra sono prive di davanzale, almeno sulle facciate prospicienti via Roma e piazza Conte di Moriana, mentre tutte le altre presentano un davanzale in pietra artificiale le cui caratteristiche cromatiche ricordano la trachite. Paolo Russo SS773 Abitare la Gallura - first prize Il progetto parte dalla rielaborazione di un’architettura legata al contesto socio-culturale sardo. La proposta progettuale analizza l’architettura tipica sarda dello “stazzo gallurese”. Questo è re-interpretato attraverso una serie di elementi che compongono l’edificio (forma, materiali, spazi, ecc): Lo stazzo gallurese si sviluppa a pianta rettangolare, e questo è mantenuto nella proposta. L’edificio non ha aperture verso l’esterno con l’eccezione di due porte sovrapposte utilizzate per il ricircolo dell’aria. Lo stazzo è costituito spazialmente di una camera singola e tutte le sue estensioni sono lungo l’asse longitudinale. Queste due caratteristiche sono combinate nella proposta di progetto. La casa stazzo, in genere, è caratterizzata da un tetto spiovente. I muri hanno uno spessore di 80 centimetri ed è realizzata con granito locale. Questa caratteristica gioca un ruolo importante nella proposta progettuale. Questo elemento è usato in modo simbolico. Il muro diventa un contenitore di funzioni, determinando in tal modo una maggiore libertà nello spazio centrale della casa. Nella parte inferiore della facciata principale c’è una panchina con una profondità di 50 cm e, in alcuni casi si estende lungo tutta la facciata dell’edificio. Tipicamente è stato utilizzato per il riposo o come elemento di aiuto per salire sul cavallo. Nella proposta questo elemento diventa basamento (granito) su cui poggia l’edificio. Ciò garantisce anche un maggior isolamento termico che separa l’edificio dal terreno. L’edificio ha una struttura in legno, mentre le pareti interne sono progettate in MDF. Il pavimento è in legno riciclato ed i pannelli esterni sono in sughero locale. Tutti i materiali (legno, granito e sughero) è una parte importante della tradizione locale e sono ancora in uso oggi. PAESAGGI DELL’ECONOMIA Enrica Caire NU74 Centro per l’allevamento e addestramento di cavalli di razza anglo arabo sarda | [ Santa Lucia / Nuoro ] La normativa urbanistica vigente al momento della progettazione rimandava al Piano Regolatore Generale di Siniscola che nelle prescrizioni per la zona E2 – agrituristica, suggeriva l’utilizzo di tipologie “a corte”. In PPR - L.R. n.8/04 - Santa Lucia è in Ambito di paesaggio costiero 21 - Baronia L’Azienda ricade in “Aree agroforestali, aree incolte”. L’impianto non altera le caratteristiche ambientali da tutelare preservando, comunque, la destinazione agricola del fondo (art.87 comma a L.R. n.8/04) La costruzione, completamente ex novo, di un centro aziendale di secondo livello che si compone di un fabbricato a corte dimensionato per 5 fattrici e venti puledri, un tondino di esercizio di diametro di 10m un fienile in fabbricato indipendente, ed un maneggio di 80x65mq. Tutti i ferri, degli infissi e delle inferriate sono verniciati in rosso scuro e si individuano perfettamente come materiale creando un contrasto cromatico con il giallo caldo della struttura, il cotto degli ammattonati e il colore del legno delle strutture portanti delle coperture, delle pareti interne dei box e dei portoni. Sono stati installati pannelli solari per la produzione di acqua calda sanitaria, una scelta essenziale nella direzione della sostenibilità ambientale L’obiettivo principale della progettazione è stato quello di inserire il manufatto nel contesto paesaggistico rispettando l’armonia dei luoghi ma realizzando, di contro, un oggetto architettonico che, nella sua necessità, potesse evolvere e valorizzare il paesaggio esistente. Il giudizio finale sul raggiungimento degli obiettivi spetta a chi fruisce del territorio e, in primo luogo, come visitatore. Salvatore Oggianu NU183 Casa LB | [ Budoni / Olbia-Tempio ] La casa a basso consumo energetico si compone di tre piani di cui uno interrato. Sviluppata su circa 300 metri quadrati totali, si articola in un piano terra, che ospita le attività principali e raccoglie le funzioni diurne, un piano primo destinato alla zona notte e un livello seminterrato che raccoglie spazi dedicati ad altri servizi. L’abitazione è contenuta all’interno di un volume piuttosto regolare su pianta rettangolare, affiancato sul lato sud da due corpi destinati a loggia. I tre piani sono collegati da un ascensore e da un vano scala inserito all’interno di uno spazio vuoto a tripla altezza, vetrato a nord e a sud, che separa l’intero volume in due parti. L’ingresso dell’unità immobiliare è situato sul fronte nord; da un piccolo atrio si accede al living, comunicante attraverso grandi vetrate con logge poste a sud e a est . La zona notte al piano primo è composta da due camere di cui una principale di superficie pari a 35,00 mq dotata di due servizi igienici e guardaroba. Essa è direttamente comunicante con una terrazza posta a sud che si affaccia sul giardino antistante. Attraverso la pergola al piano terra si raggiunge lo spazio pavimentato che circonda la vasca d’aqua rettangolare contigua al fronte sud della casa. Piero Pais NU333 Casa per abitanti della terra | [ Capo Comino / Nuoro ] L’abitazione in progetto si inserisce in un terreno agricolo coltivato in parte a frutteto e in parte orto. L’edificio è costituito da tre vani (camera, cucina, servizi igienici), connessi fra loro da un vano completamente vetrato (serra), più un locale deposito in rapporto con tale edificio ma non direttamente comunicante. L’orientamento dei nuovi vani è in linea con l’orientamento dell’edificio e dei filari arborei esistenti, ad eccezione della “serra” e della camera che invece ruotano di 15 gradi in modo da favorire l’ingresso dell’irraggiamento solare all’interno della struttura vetrata. L’altezza dei nuovi volumi varia fra 2,5 m e 3,5 è quindi prossima al piano di calpestio dell’edificio ad uso agricolo esistente, questa scelta è stata determinata dal fatto di voler proseguire il piano del terrazzamento e limitare quindi l’impatto visivo dei nuovi volumi. L’obbiettivo principale è quello della riduzione dell’impatto sull’ambiente attraverso il controllo di tre aspetti immanenti l’edificio: 1. riduzione dell’impatto ambientale in fase di costruzione. Ciò ha comportato la scelta dei materiali in base alla loro provenienza, sono stati preferiti materiali di produzione locale o con brevi tratti di percorrenza, materiali che in fase di produzione hanno necessitato di bassi consumi energetici. 2. riduzione dei consumi energetici in fase di utilizzo. Il mantenimento del confort interno ai locali passa attraverso le scelte sia tecnologiche, sia d’impianto architettonico. Se da un lato quindi i materiali adottati garantiscono di per se notevoli prestazioni termiche, igroscopiche, acustiche e chimiche, dall’altro la loro logica di assemblaggio ne ottimizza l’efficienza: attra-verso quindi l’orientamento e la disposizione dei locali rispetto all’irraggiamento solare, attra-verso lo sfruttamento delle correnti d’aria, attraverso l’integrazione con la morfologia prossima all’edificio, attraverso l’utilizzo di sistemi di raffrescamento e riscaldamento passivi. 3. riduzione dell’impatto ambientale in fase di dismissione. Un edificio biocompatibile lo è anche quando termina il suo ciclo di utilizzo, pertanto la sua dismissione dovrà poter essere effettuata con una produzione minima di rifiuti non riciclabili o inquinanti. Passa anche sotto questo punto di vista la scelta di materiali naturali come i muri in terra cruda e le strutture portanti in legno, o i vespai aerati in lapilli vulcanici. PRINCIPALI MATERIALI UTILIZZATI: • struttura portante: LEGNO • vespai: PIETRA E LAPILLI VULCANICI • fondazioni: CEMENTO ARMATO • impermeabilizzazioni: MEMBRANA IN CAUCCIÙ • pavimentazione: CALCE NATURALE INERTI MINERALI • isolamento termico: LANA DI PECORA - SUGHERO • copertura: TERRA DI COLTIVO • rivestimenti interni: INTONACO A BASE DI ARGILLA, GESSO RIVESTITO, TADELAKT • rivestimenti esterni: TERRA BATTUTA, CAPPOTTO IN SUGHERO RASATURA IN CALCE NATURALE CLASSE ENERGETICA A+ PAESAGGI DEL TURISMO Sebastiano Gaias NU88 L’acquario marino della Sardegna | [ Cala Gonone / Nuoro ] L’Acquario di Cala Gonone viene pensato con spazi plurifunzionali quali: un’area di ricevimento e biglietteria; uno spazio espositivo con vasche di varie dimensioni; sale mostre temporanee, locali per riunioni a scopo didattico; spazi per il magazzinaggio di scorte e di attrezzi; aree di quarantena per gli animali; un piccolo laboratorio per analisi biologiche e locali per gli impianti. Compositivamente è diviso in due parti da un muro, in materiale lapideo a spacco, che separa le funzioni degli spazi interni in centro visite e zona vasche. Il Centro visite dell’acquario è accessibile dal percorso esterno. Questo percorso a partire dal parco degrada lentamente all’interno dell’edificio, seguendo le quote del terreno attraverso tre rampe. All’interno dell’acquario il percorso passante disimpegna gli spazi del centro visite in quattro ambienti rettangolari di dimensione diversa: la caffetteria con relativo blocco di servizi (cucina, servizi personale e servizi igienici visitatori) e tre aule didattiche. La Zona vasche costituisce un corpo architettonico che s’innesta direttamente al muro passante in materiale lapideo a spacco articolandosi su due livelli: il primo livello contiene il percorso espositivo delle vasche, la direzione, uno spazio tecnico e i laboratori; il secondo livello, arretrato rispetto al primo, contiene le attrezzature di supporto alla vita della vasche. Il sito scelto per ospitare la struttura dell’acquario è un area di notevole interesse paesaggistico e storico-archeologico. Per la riqualificazione ambientale complessiva del Parco vengono messi in luce gli elementi più significativi del luogo quali elementi primari della composizione. Francesco Saba NU257 Discoteca Laguna Blu | [ Zona Turistica Marina / Nuoro ] A trecento metri dal mare, in una magnifica zona turistica della Provincia di Nuoro, si colloca il progetto per la Discoteca “Laguna Blu” immerso in un giardino con piscina: l’intervento, di iniziativa privata, prevede la realizzazione di una multidiscoteca con 3 sale da ballo, una sala per la musica dal vivo, un privè, una sala disco bar, hall di ingresso e tutti i servizi. Il progetto trae spunto dall’uso attento e scrupoloso di luci ed ombre, di materiali naturali ed artificiali, di colori neutri e forti che diventano elementi caratterizzanti di uno stile che rimane sobrio ed elegante e che si inserisce armonicamente all’interno dell’antica tradizione sarda che vive ormai nel tempo contemporaneo. Il tema è il ballo sardo, il costume tradizionale sardo, i movimenti, le pieghe e le curve della gonna nel momento in cui si aprono le danze. La progettazione illuminotecnica segue gli accostamenti della teoria del colore del cerchio di Itten, mutando, a seconda della musica trasmessa, con abbinamenti di contrasto e tonalità più tenue, in una miscela cromatica che non ha mai fine. Il progetto è stato interpretato dallo Studio SABA di Nuoro, studio giovane della realtà sarda, che fa capo all’architetto Francesco Saba che nel giro di pochi anni ha saputo realizzare diversi interventi ottenendo numerose pubblicazioni, anche internazionali, in riviste specialistiche del settore. Sergio Aruanno NU97 Area SIC Tortolì: sistemazione del litorale di Orrì | [ Tortolì / Ogliastra ] L’ambito interessato dall’intervento è individuato principalmente nell’asse rettilineo del Lido di Orrì, tratto di litorale in cui sono concentrate le attuali concessione demaniali utilizzate come punti ristoro e di servizio. Si tratta di un ambito costiero extraurbano. Il fulcro dell’intervento è costituito dal lungo spiaggia di Orrì, storicamente la principale spiaggia del territorio e quella soggetta al più elevato carico antropico. I caratteri naturalistici originari dell’area sono ancora ben leggibili nella fascia di contorno dell’area di intervento e nelle successive spiagge, dove i fenomeni di antropizzazione sono stati più contenuti. Una lettura diacronica dell’ambito in esame dimostra come l’antropizzazione massiccia risalga a vecchia data e come ancora oggi una serie di situazioni di fatto inducano a favorire la pressione sull’area. La conformazione orografica del suolo, le caratteristiche di insenatura protetta della spiaggia, la qualità della sua sabbia, la panoramicità della veduta, la facilità di collegamento, hanno nel tempo configurato la spiaggia di Orrì come “la” spiaggia di Tortolì. Nello sviluppo del progetto si è puntato all’impiego esclusivo di tecniche di ingegneria naturalistica e materiali compatibili secondo i seguenti indirizzi: 1. eliminazione dei materiali artificiali non traspiranti in favore delle pavimentazioni in materiali 2. orientando il progetto affinché risulti limitata la pressione antropica diretta sull’arenile, con interventi che garantiscano la ricomposizione naturale della fascia retrodunale con essenze arboree tipiche che garantiscano l’equilibrio ambientale dell’arenile relativamente all’erosione e restituiscano all’area di intervento il carattere naturale originario; 3. prescindendo da nuove volumetrie o nuovi corpi edilizi, fossero anche amovibili e precari, con allocazione delle attività del centro di educazione ambientale all’interno dei volumi edilizi esistenti da recuperare. Si possono individuare nel contesto paesaggistico di riferimento una serie di componenti ambientali da valorizzare, e di contro altri elementi di disturbo, in quanto estranei alla matrice dei luoghi ed in grado di alterare l’equilibrio ambientale generale. • Nel sistema ambientale complessivo, sicuramente l’elemento di maggiore disturbo è costituito dalla mancanza di controllo dei lussi legati all’attività umana. In questo senso, la presenza della strada e dei chioschi estivi a ridosso dell’arenile hanno contribuito in maniera determinante a creare i presupposti di maggiore squilibrio. Un primo intervento, in linea con le previsioni del Piano di gestione area SIC, è già stato effettuato organizzando gli stalli sosta lungo strada sul lato opposto all’arenile e liberando il lato arenile da veicoli in sosta. L’intervento si pone i seguenti obiettivi: - eliminare qualsiasi interferenza dei veicoli con l’arenile; - proteggere lo sviluppo della vegetazione endemica che sistematicamente svolge il suo processo di crescita nei periodi di poca affluenza turistica per poi venire distrutta dal calpestio nei periodi estivi; - recuperare l’unitarietà funzionale e formale degli spazi; - riqualificare gli spazi aperti rispetto all’arredo ed alla qualità delle opere infrastrutturali. Complessivamente, si vuole bloccare il processo di degrado dell’arenile e creare i presupposti per una fruizione più ordinata e consapevole del bene spiaggia, che possa ingenerare anche fenomeni di acquisizione di una coscienza ambientale diffusa presso l’utenza. Attraverso le scelte progettuali effettuate, sarà conseguito il risultato di indirizzare i flussi pedonali in punti definiti, in modo da creare percorsi preordinati che salvino le area di ripopolamento; inoltre saranno mantenute le aree d’ombra attuali concentrate lungo la strade Le opere previste nel progetto saranno realizzate interamente con posa in opera a secco, senza malte o conglomerati cementizi o similari, realizzando l’appoggio a terra direttamente su palificate lignee o mediante l’utilizzo di traversine prefabbricate in conglomerato bituminoso posate a secco. Le pavimentazioni creeranno delle pseudo piazze in cui è possibile sostare, ammirare il paesaggio o dirigersi verso la spiaggia per mezzo di passerelle removibili, adagiate sulla sabbia, messe in opera stagionalmente per il periodo estivo. Le aree sosta sono articolate come delle sorte di zattere in legno che vanno ad insinuarsi e ad accogliere la vegetazione esistente, senza rimuovere pianta alcuna. La forma che ne deriva simula e riproduce l’andamento frastagliato del litorale o delle formazioni di scogli di granito, disegnando angolazioni diversamente orientate ed aperte verso le visuali più suggestive: la Torre di S. Gemiliano o le punte caratterizzate dalle formazioni granitiche. La struttura dei luoghi di sosta è stata concepita come una palafitta, un sistema di pali infissi ed orditura di travi principali e secondarie di supporto alla pavimentazione finale, in modo da attutire l’impatto costruttivo creando una zona di distacco con il terreno. Mario Nigra SS203 Struttura ombreggiante sul lungomare | [ Stintino / Sassari ] Per più motivi, nella mia personale storia lavorativa, esperienza significativa è l’intervento che Vi espongo. Il progetto è stato eseguito nel paese di Stintino, località turistica del nord Sardegna a cui sono particolarmente legato per motivi personali e perché l’opera in oggetto esalta il lavoro e l’iniziativa artigiana, che rafforza ancor di più la mia convinzione che alcune soluzioni possono trovare fondamenta nelle capacità professionali, nelle abilità dell’individuo, nelle relazioni fra soggetti locali e territorio produttivo (quello della ricezione turistica in questo caso). Con la famiglia Denegri, committente, abbiamo pensato ad una struttura che non avesse una continuità tipologica con quello prodotto fino ad oggi nel paese. Siamo riusciti con tutti gli attori a far corrispondere quelli che erano gli obiettivi alle intenzioni e alle capacità di realizzarli. Questa autonoma esperienza progettuale e artigianale non è da intendersi svincolata da ogni precedente conoscenza culturale, ma ritengo sia direttamente legata all’uso delle tecniche costruttive artigianali locali. La tecnica costruttiva è basata sull’esperienza dei “Mastri d’Ascia” che hanno operato e operano ancora a Stintino per la costruzione dei “Gozzi da pesca”. Il progetto realizzato è composto da una struttura ombreggiante che segue la perimetrazione irregolare del luogo ed è delimitata su due lati dal muraglione del lungomare e su un lato dalla cordonata del marciapiede. Per chi arriva dal mare, la struttura risulta all’ingresso del porto turistico e, per chi percorre in passeggiata il perimetro del paese la può vedere sul Lungomare Cristoforo Colombo. L’area di sedime è pubblica e di pertinenza ad una storicamente nota attività commerciale: il “Bar-Ristorante Lu Fanali” che negli anni ha contribuito alla valorizzazione dell’offerta turistico/qualitativa del Comune di Stintino. La struttura portante è di tubi di metallo “cernierati” alle basi, inclinati a seguire le curve della struttura lignea portata. Le controventature utilizzate, realizzate sempre in tubi di metallo, sono solidali con le sartie (cavi), sempre in acciaio, perneate alla “murata” di contenimento del Lungomare; complete di arridatoi (elementi di regolazione della tensione). Il tavolato ligneo di copertura è stato eseguito come la “Tuga” di un gozzo: tre coppie di madieri e le ordinate, convenientemente squadrate per essere alloggiate nelle apposite sedi e per incappellarvi le staffe di collegamento alla struttura portante in ferro. A completamento della struttura ombreggiante collaborano dei teli, che tramite degli occhielli supportati dal gratile, vengono infieriti su supporti tubolari perimetrali. I teli possono essere posizionati o rimossi a seconda della stagione o delle condizioni meteo. Ordine degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori delle Province Nuoro e Ogliastra Consiglio dell’Ordine Presidente Vicepresidente Nuoro Vicepresidente Ogliastra Segretario Tesoriere arch. Enrica Caire arch. Antonio Dejua arch. Lucia Deiana arch. Maria Laura Del Rio arch. Francesco Brocca Consiglieri arch. Maurizio Bosa arch. Cristina Simeoni arch. Aldo Deidda arch. junior Marco Porcu sponsors e partners Sponsors Patrocinio ORDINE ARCHITETTI PIANIFICATORI, PAESAGGISTI E CONSERVATORI CAGLIARI ordine degli architetti pianificatori, paesaggisti e conservatori di oristano stampaoffsetcomunicasassarigiugno2015 progettograficorobertoacciaroarchitetto copertinamauriziobosa