`Frontiera Baltica` : L` Aeronautica Militare con la NATO in Lituania

FOCUS DIFESA
‘Frontiera Baltica’ : L’ Aeronautica
Militare con la NATO in Lituania
Gli Eurofighter Italiani in missione di Air Policing nei cieli delle
Repubbliche Baltiche
Antonio CALIANDRO
N
el panorama delle missioni internazionali di sicurezza cui
partecipa la Difesa figura l’operazione ‘Frontiera Baltica’, iniziata il 1°
gennaio di quest’anno dopo il dispiegamento in Lituania di quattro intercettori
Eurofighter 2000 Typhoon dell’Aeronautica Militare, con il compito di assicurare
la sicurezza dei cieli di Lituania, Estonia
e Lettonia. I velivoli, schierati presso la
base aerea di Šiauliai, sono stati forniti dal
4° Stormo di Grosseto e dal 36° di Gioia
del Colle e inquadrati in una Task Force
con un organico di circa 100 militari, provenienti in gran parte dagli Stormi Eurofighter e integrati da expertise di altri
reparti interforze e dell’Aeronautica.
L’operazione è stata lanciata dalla NATO
in favore dei Paesi Baltici, i quali – nell’ambito dell’Alleanza - non dispongono di uno
spettro completo di capacità di difesa ae-
L’Air Policing consiste
nella sorveglianza
continua dello
spazio aereo, mirata
alla scoperta,
identificazione ed
eventuale contrasto di
tutte le violazioni alla
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rea, al pari di Albania, Slovenia ed Islanda. In tale contesto la NATO ha elaborato
un modello di operazioni designate con
l’acronimo IAP, che sta per Interim Air
Policing ovvero pattugliamento aereo ad
interim. ‘Frontiera Baltica’ rientra pienamente nello IAP, capacità di cui l’Alleanza
si è dotata da quando, a partire dalla metà
degli anni settanta, con l’integrazione in
un unico sistema di difesa aerea e missilistico (NATINADS - NATO INtegrated
Air Defence System) - sotto il comando e
controllo di strutture ad hoc - era sorta
l’esigenza di assicurare il controllo di tutto lo spazio aereo alleato e la conseguente
identificazione di tutte le violazioni alla
sua integrità, anche in favore e per conto
di quei paesi che tale capacità non l’avevano ancora acquisita. Le IAP consistono
in definitiva nel supporto fornito a tale
scopo dagli altri paesi alleati, i quali ope-
rano a rotazione con i propri sistemi d’arma. Con l’entrata nell’Alleanza dei Paesi
Baltici nel 2004, si attivò anche per loro
una specifica IAP, denominata ‘Baltic Air
Policing’, alla quale l’Italia ha contribuito
proprio con l’operazione ‘Frontiera Baltica’ dell’Aeronautica Militare.
In termini generali, l’Air Policing consiste
dunque nella sorveglianza continua dello
spazio aereo, mirata alla scoperta, identificazione ed eventuale contrasto di tutte
le violazioni alla sua integrità, mediante
specifiche operazioni aeree, tra cui spicca
lo scramble. Con l’ordine di scramble, scatta il decollo pressoché istantaneo di una
coppia di caccia armati di missili aria-aria,
che hanno il compito di intercettare ed
identificare velivoli sconosciuti alle autorità di controllo del traffico aereo (o privi
delle necessarie autorizzazioni ad entrare nello spazio aereo) ai quali viene poi
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Operazione ‘Frontiera Baltica’
imposto di allontanarsi dall’area oppure
di compiere un atterraggio forzato sotto
scorta per svolgere ulteriori controlli.
Nei cieli italiani l’Aeronautica Militare assicura in via esclusiva l’Air Policing
attraverso un sistema integrato di radar
basati a terra e di velivoli intercettori Eurofighter 2000, operativo 24 ore su 24, 7
giorni su 7, guidato dal CAOC (Combined
Air Operation Center) di Torrejon (Spagna),
e si individuano eventuali “tracce” anomale, riconducibili a un potenziale atto
ostile. Gli interventi in volo sono a loro
volta assicurati dagli Eurofighter del 4°
e 36° Stormo, che operano dalle basi MOB
(Main Operative Base) per la Difesa Aerea,
nonché dai velivoli dello stesso tipo appartenenti al 37° Stormo di stanza a Trapani, che operano in back-up.
L’Italia, insieme ad altri paesi alleati,
ente NATO responsabile dell’area, e controllato dal Comando Operazioni Aeree
di Poggio Renatico, nei pressi di Ferrara.
Qui – in collaborazione con gli enti civili
di controllo del traffico aereo e in partnership con i Paesi confinanti – vengono
monitorati i velivoli in avvicinamento e
in transito nello spazio aereo nazionale,
esporta le proprie capacità di Air Policing
fornendo il proprio contributo alle operazioni ad interim della NATO: l’Aeronautica Militare opera con continuità nei cieli
della Slovenia (dal 2004) e dell’Albania
(2009), mentre è stata impegnata nel 2013
in Islanda con l’operazione ‘Cieli Ghiacciati’. Con la partecipazione a ‘Frontiera
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Task Force Air Šiauliai
La Task Force Air (TFA) Šiauliai è stata costituita il 1° gennaio 2015 per assolvere negli
otto mesi successivi la missione ‘Frontiera
Baltica’, quale contributo dell’Italia alla Baltic Air Policing della NATO. Con quattro Eurofighter 2000 Typhoon e circa 100 tra Ufficiali, Sottufficiali e Graduati dell’Aeronautica Militare, la Task Force Air è stata chiamata
sin dalle prime settimane di operazione ad
assicurare – secondo gli standard operativi
NATO stabiliti per le Quick Reaction Alert
Assets for Intercept (QRA-I, ovvero Assetti
intercettori di reazione rapida), 24 ore al
giorno, 7 giorni su 7 – una coppia di intercettori pronti al decollo su allarme, grazie
allo sforzo di tutto il personale tecnico.
La TFA si è inoltre ben inserita nel contesto lituano, interagendo spesso con le comunità e le autorità locali, oltre a ricevere
frequenti visite da parte di delegazioni e
scolaresche. Non sono mancate le attività
di cooperazione civile-militare che caratterizzano il comprehensive approach italiano
nelle operazioni militari fuori dai confini
nazionali. Sono state infatti lanciate diverse iniziative di solidarietà a favore di alcuni
orfanotrofi di Šiauliai e Vilnius, che hanno
visto il coinvolgimento del personale della
Task Force e delle loro famiglie, in collaborazione con realtà imprenditoriali e no-profit italiane.
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Operazione ‘Frontiera Baltica’
Eurofighter Typhoon
L’Eurofighter Typhoon è il caccia da difesa e superiorità aerea più avanzato oggi disponibile sul mercato mondiale,
con capacità multiruolo che ne consentono l’impiego anche
per interdizione.
Bimotore, supersonico, con versioni monoposto e biposto,
l’Eurofighter impiega soluzioni avanzate in ogni ambito, dalle strutture (con materiali compositi e leghe metalliche di
titanio e alluminio), ai comandi di volo (che comprendono
alcuni comandi vocali). Il pilota ha un’ampia dotazione dei
più moderni e avanzati sensori di navigazione, scoperta e
attacco, pienamente integrati e capaci di scambiare dati e
informazioni con altri velivoli e stazioni di terra. Tutti i parametri primari sono proiettati direttamente sul visore del
casco del pilota.
L’Eurofighter nasce dalla collaborazione tra l’Italia, Regno
Unito, Germania, e Spagna, che si rispecchia in termini industriali in quelle che sono oggi Alenia Aermacchi (con una
quota del 19% e la linea di montaggio finale di CaselleTorinese), BAE Systems e Airbus Defence and Space. Al programma partecipano anche, soprattutto nel settore dell’avionica e dell’elettronica, Selex ES e altre aziende Finmeccanica, che fanno salire al 36% il ruolo del gruppo italiano
nel programma.
È in dotazione a sette forze aeree, che vi hanno totalizzato
più di 300.000 ore di volo. L’aggiornamento costante delle
dotazioni, compreso un nuovo radar a scansione elettronica
e nuovi armamenti, garantirà l’efficacia operativa per i prossimi decenni. In servizio in Italia dal 2004, equipaggia il 4°,
36° e 37° Stormo dell’Aeronautica Militare. Oltre ai quattro
paesi partner che ne hanno ordinati fino ad oggi 472 esemplari, i clienti internazionali comprendono Arabia Saudita
(72 aerei), Austria (15) e Oman (12).
Caratteristiche tecniche:
Apertura alare 10,95 m - lunghezza 15,96 m - altezza 5,28
m - superficie alare 50 mq - peso a vuoto 10.995 kg - peso
massimo al decollo 23.000 kg - impianto propulsivo: 2 turbofan Eurojet EJ200 da 60kN (13.490 lb) a secco e 90kN
(20.000 lb) con postbruciatore - velocità massima 2 mach
- tangenza operativa 13.000 m - autonomia massima 3.600
km - raggio d’azione oltre 1.350 km - equipaggio: 1/2 piloti
- armamento: 1 cannone Mauser cal. 27 mm, fino a 6.500 kg
di carichi esterni (serbatoi ausiliari, missili aria-aria a guida
radar e infrarossa, ecc.).
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Operazione ‘Frontiera Baltica’
Baltica’, l’Italia si è guadagnata il titolo di
unico stato membro ad aver preso parte
a tutte le attività di questo tipo dell’Alleanza Atlantica. Nel Baltico gli Eurofighter tricolori hanno operato insieme a
quattro MiG29 polacchi, succedendo ai
caccia CF18 canadesi e F16 portoghesi, a
loro volta preceduti nei mesi passati da
Typhoon tedeschi e inglesi, Rafale e Mirage 2000 transalpini e F16 di Danimarca
e Paesi Bassi. L’Aeronautica ha conseguito peraltro un ulteriore primato grazie al
prolungamento della propria presenza in
Lituania (stavolta insieme agli F16 norvegesi e agli Eurofighter britannici), quale
unica nazione operativa per due turni di
seguito, per un totale di otto mesi.
La regione delle Repubbliche Baltiche è
considerata una delle zone più esposte
e sensibili a sconfinamenti dello spazio
aereo alleato. La NATO ha monitorato
– specie da parte russa – un incremento
considerevole di tali violazioni negli ultimi anni, sia in termini quantitativi che
qualitativi (tipologia di aeromobile, punti
di accesso, tempistica, etc.), cui è corrisposto un aumento delle intercettazioni da
parte dei caccia alleati, salite a oltre 150
nello scorso anno, vale a dire quattro volte tanto rispetto al 2013.
Le attivazioni dei caccia NATO - basati
nella regione baltica dal 2004, da quando Lituania, Estonia e Lettonia entrarono
a far parte dell’Alleanza - giungono dal
Combined Air Operation Center (CAOC,
Centro di Comando e Controllo delle
Operazioni aeree) della NATO di stanza
a Uedem, cittadina del nordest della Ger-
mania, responsabile per tutto il settore
nord-europeo (il versante meridionale ricade sul CAOC di Torrejon, in Spagna) e
vengono dirette e coordinate dal Centro
di Riporto e Controllo di Karmelava, a ridosso dell’aeroporto lituano di Kaunas.
Nei primi quattro mesi di ‘Frontiera Baltica’, l’Italia ha avuto la leadership dell’operazione (ceduta poi alla Norvegia, con la
prospettiva di permanere come augmentee nation per i successivi quattro) e i piloti
italiani - forniti a rotazione dai tre Stormi di Grosseto, Gioia del Colle e Trapani
- hanno volato per circa 400 ore in condizioni climatiche estreme, effettuando
svariate decine di Tango-Scramble (eventi
simulati per l’addestramento alla prontezza operativa) e 30 interventi su allarme reale (in gergo ‘Alpha-scramble’).
L’alto livello di affidabilità ed efficienza
garantito dagli uomini e donne della TFA
è stato riconosciuto anche dalla NATO,
che nel corso della missione ha valutato il
dispositivo italiano assegnandogli la qualifica massima di ‘Excellent’, per la prontezza dei piloti e di tutto il sistema di supporto a terra, nonché per la validità delle
procedure operative poste in atto.
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