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“Sur Pointes”: la nuova creazione del Ballet National de
Marseille in prima nazionale al LAC
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Lugano, martedì 24 gennaio 2017
A inizio febbraio LuganoInScena propone impedibili appuntamenti con il teatro, la danza e
la musica: lo spettacolo “Kubi” in scena al LAC il 1 febbraio e “Roberta cade in trappola” di
Cuocolo/Bosetti al Teatro Foce il 3 e 4 febbraio, mentre il 5 febbraio la grande danza con
“Sur Pointes” la nuova creazione del Ballet National de Marseille e il 7 e 8 febbraio
Massimo Ranieri con “Teatro del porto”.
Dopo il debutto al Teatro Sociale Bellinzona, mercoledì 1 febbraio andrà in scena sul palco del LAC
alle ore 20:30 lo spettacolo “Kubi”, scritto e diretto da Flavio Stroppini e Monica De Benedictis.
“Kubi” racconta da una prospettiva particolare la vita e la carriera calcistica di Kubilay Türkyilmaz, il
giocatore bellinzonese di origine turca che, partito dal Semine, la squadra del suo quartiere, e
passando per l’AC Bellinzona, è riuscito ad imporsi nel grande calcio internazionale diventando il
bomber della Nazionale svizzera e giocando da protagonista nei più prestigiosi stadi della Champions
League. In scena la celebre attrice italiana Amanda Sandrelli ad interpretare la parte della mamma di
Türkyilmaz, affiancata dalle ticinesi Tatiana Winteler, Jasmin Mattei e Silvia Pietta. Lo spettacolo è
prodotto dal Teatro Sociale Bellinzona, in coproduzione con LuganoInScena e Nucleo Meccanico.
Al Teatro Foce “Roberta cade in trappola - The Space Between”, venerdì 3 e sabato 4 febbraio alle
ore 20:30, spettacolo di Cuocolo/Bosetti che ruota intorno al concetto di relazioni: con gli amici, con
la loro assenza, con la memoria, col passato e con quello che del passato rimane.
Lo spettacolo mette in scena un vecchio registratore Geloso, che dopo quarant’anni riappare con il
suo carico di promesse, la labilità delle relazioni in un mondo in cui più le distanze rimpiccioliscono,
più le relazioni sembrano diventare distanti. Fare i conti con il passato porta ad un bivio: può essere
una trappola o il pretesto per una trasformazione.
“Roberta cade in trappola” mostra “la Cosa Brutta” di cui parla David Foster Wallace, un’opera
sgangherata di magia e il libro di una mostra di Duane Hanson, vista molto tempo fa. Quel libro è
diventato col tempo un’opera esso stesso, una specie di diario in cui si sono accumulate foto, ricami,
disegni: Renato Cuocolo e Roberta Bosetti si sono divertiti a interagire con l’opera iperrealista di
Hanson in cui persone vere sembrano false, o forse statue vere sembrano persone false.
Appuntamento con la grande danza per il debutto in prima nazionale di “Sur Pointes”, la nuova
creazione del Ballet National de Marseille, in coproduzione con LuganoInScena.
In programma sul palco del LAC domenica 5 febbraio alle ore 20:30 due coreografie: la prima del
coreografo belga Jeoren Verbruggen, la seconda di Emio Greco e Pieter C. Scholten, figure centrali
dell’International Choreographic Arts Centre, ICKamsterdam, che dal 2014 dirigono il Ballet National
de Marseille, la seconda compagnia di Francia.
Le punte rappresentano l’espressione della massima perfezione nell’evoluzione della danza classica?
Se è così, siamo giunti al termine di questa evoluzione?
L’uso delle punte in frasi coreografiche strettamente contemporanee induce i coreografi di “Sur
Pointes” a ripensare, ciascuno a suo modo, ai loro intenti e ai loro dogmi visivi.
Entrambe le creazioni si trovano al punto di convergenza tra la danza contemporanea e la classica, in
un programma che, volutamente, pone al centro il contrasto.
Se Jeroen Verbruggen, con uno stile neoclassico, utilizza con humor e fantasia i codici della danza
classica per “Pointless”, Emio Greco e Pieter C. Scholten creano con ironia una pièce velatamente
provocatoria. Fino a quel momento simbolo di equilibrio, con “Momentum” il lavoro sulle punte incarna
il punto di rottura, un capovolgimento che porterà il corpo in rivolta verso la via del cambiamento.
In programma al LAC martedì 7 e mercoledì 8 febbraio alle ore 20:30 Massimo Ranieri insieme a un
ricco cast formato da 8 attori e un’orchestra di 6 musicisti con “Teatro del porto”, un omaggio
all’opera del grande drammaturgo Raffaele Viviani.
Lo spettacolo, per la regia di Maurizio Scaparro, nasce pensando ad uno spazio sospeso tra il mare e
la terra; uno spazio che favorisce lo scambio di conoscenza e di speranze che viene dal mare.
La Napoli che viene portata in scena è la stessa cui, già cent’anni fa, Viviani guardava con amore e
ironia. Ad essere rappresentata è la teatralità degli emigranti, degli zingari, dei pescatori, dei guappi,
dei gagà, delle cocotte, delle prostitute, il mondo della strada che per primo e più fortemente colpì la
fantasia dell'artista. Una gran folla di personaggi e di figure, veri e propri blocchi umani e sociali,
popolano le sue opere; Viviani analizza ed esprime questo mondo dal di dentro, realizzando una serie
di ritratti di sconvolgente evidenza drammatica poiché sono uomini e donne comuni che non
nascondono nulla e rivelano fino in fondo la tragica verità della loro esistenza. Le storie che racconta
sono storie di miseria, di soprusi, di amori, di famiglie in rovina, di emigrazione eppure attraverso le
parole, poesie e musiche risultano attuali oggi come all’epoca e sembrano accompagnare lo
spettatore verso il presente, anzi, verso il futuro.
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