Approfondimenti diagnostici e trattamento dei Disturbi dello Spettro Autistico P.Venuti Laboratorio di Osservazione e Diagnostica Funzionale DISCoF- Università di Trento www.odflab.unitn.it La definizione L’autismo è una complessa sindrome dello sviluppo che si manifesta con sintomi simili ma con cause biologiche multiple. Paola Venuti - Laboratorio di Osservazione e Diagnostica Funzionale - Università di Trento La lunga storia diagnostica Eugen Bleuler (1857-1939) uno psichiatra svizzero, conia nel 1916 il termine AUTISMO per descrivere I sintomi negativi della schizofrenia quali il ritiro sociale, la mancanza di piacere e l’apatia 1943: Leo KANNER (1894-1981), uno psichiatra infantile descrive 11 bambini con autismo infantile precoce 1944: Hans ASPERGER (1906-1980), un pediatra al Children’s Hospital in Vienna, Austria, descrive 4 bambini with psicopatia autistica. Gli anni 1950-1970 B. Bettelheim L’ Autismo è considerato come una malattia psichiatrica, un disordine comportamentale (come una psychosis) Confusione con la schizophrenia schizophrenia infantile Bruno Bettelheim (1906-1980) a Chicago [madri frigorifero] Si riconosce solo l’ autismo classico Il Ritardo mentale non è considerato come reale Paola Venuti - Laboratorio di Osservazione e Diagnostica Funzionale - Università di Trento L’inizio della ricerca:~1970-1980 Definizione di disordine cerebrale Primi studi sui disordine del linguaggio Primi studi epidemiologici : 4/10,000 1979: individuazione dei sottotipi comportamentali (Wing and Gould) Fuori del mondo passivo attivo ma oppositivo 1979: Asperger paragona la sua sindrome all’autismo di Kanner Paola Venuti - Laboratorio di Osservazione e Diagnostica Funzionale - Università di Trento Cosa causa l’autismo? Dati provenienti dalla neuropatologia dalle immagini della struttura e dell’attività del SNC e dalla neurochimica evidenziano che l’autismo è causato da differenti condizioni patologiche. Si sono stabiliti alcuni sottogruppi di “autismi” caratterizzati da un difetto prenatale nello sviluppo del cervello, dovuto a: 1.base genetica 2.mutazione somatica causata da infezioni, tossine o altri fattori ambientali La sintomatologia è un disordine emotivo e motivazionale spesso associato ad anormalità motorie, sensoriali, cognitive, e linguistiche che emergono nella prima infanzia Paola Venuti - Laboratorio di Osservazione e Diagnostica Funzionale - Università di Trento Autismo nel 2009 Grave disturbo del comportamento causato da problemi di neurosviluppo che alterando nei primi anni di vita la capacità di mettersi in relazione con gli altri provocano drammatici effetti cognitivi, affettivi e comportamentali. Ha una eziologia complessa, in cui fattori genetici giocano un ruolo centrale probabilmente in interazione con fattori nongenetici Vengono alterati l’interazione sociale reciproca, la comunicazione verbale e non verbale, le attività [preferenza per attività ripetitive e numero ristretto di interessi] Si parla di autismi o di Disturbo pervasivo dello sviluppo o di Disturbo dello spettro autistico L’incidenza è popolazione) di 1 ogni 150 soggetti (circa 1% della Gli interventi precoci migliorano la prognosi . Paola Venuti - Laboratorio di Osservazione e Diagnostica Funzionale - Università di Trento Il bambino autistico • Si comporta in modo particolare • Utilizza modalità di relazione e di comunicazione alterate I problemi di neurosviluppo alterano nei primi anni di vita, la capacità di mettersi in relazione con gli altri e provocano difficoltà nell’area cognitiva, affettiva e comportamentale DEFICIT NELL’INTERSOGGETTIVITA’ Paola Venuti - Laboratorio di Osservazione e Diagnostica Funzionale - Università di Trento Basi neurofisiologiche dell’autismo 1- Anomalia a livello temporo-frontale Nell’ultimo periodo prenatale o nel primo periodo post-natale Sono colpite aree che riguardano: Attenzione condivisa Linguaggio Ragionamento Deficit nell’attenzione condivisa e nel linguaggio Basi neurofisiologiche dell’autismo – 2- Anomalia del Sistema Limbico Disfunzione Pre e Post-natale Sono colpite aree che riguardano: Prime forme di comunicazione - pianto Emozioni Memoria Deficit nell’interazione sociale e nello scambio emotivo Interazione sociale atipica Riduzione e/o atipico Sguardo e sorriso sociale Orientamento sociale e saluto Espressione di affetto Attenzione Condivisa Offrire e cercare conforto Espressioni di affetto o emozioni positive Consapevolezza di segnali sociali Interesse e interazioni con I pari Reciprocità Paola Venuti - Laboratorio di Osservazione e Diagnostica Funzionale - Università di Trento Basi neurofisiologiche dell’autismo 3- Anomalia del Cervelletto Danno post-natale alle cellule di Purkinje, nell’area cerebellare [Welsh et al, 2002]. Sono colpite aree che riguardano Movimento Equilibrio Postura Simmetria Pianificazione Interessi e comportamenti ripetitivi - Stereotipie Interessi e comportamenti ripetitivi ‘Insistenza sulle stesse cose’ Interessi inusuali e iristretti Routines e rituali rigidi e inflessibili Resistenza ai minimi cambiamenti nelle routine e nell’ambiente Comportamenti motori e sensoriali ripetitivi Mani e dita e altri complessi manierismi Reazioni sensoriali insolite o eccessive Uso non funzionale degli oggetti Paola Venuti - Laboratorio di Osservazione e Diagnostica Funzionale - Università di Trento Interessi e comportamenti ripetitivi Dalla comparsa dei sintomi alla diagnosi • Verso i 14-19 mesi i genitori riconoscono dei problemi • 75% riporta dei problemi al di sotto dei 18 mesi; 25% li riporta al di sotto dei 12 mesi • La maggior parte ricerca un aiuto medico a partire dai 2 anni • I genitori riportano come primi segnali: mancanza di sorriso sociale, difficoltà nel camminare da soli • Indici maggiormente notati:linguaggio, responsività sociale, schemi di regolazione (sonno, cibo, attenzione, attivazione, temperamento), stereotipie • La maggior parte viene vista da 3 o più professionisti nel periodo che intercorre tra i primi segnali e la diagnosi • Mediamente il tempo per una diagnosi è di circa 2-3 anni Disturbi pervasivi dello sviluppo o Disturbi dello spettro autistico Aspergers ASPERGERS Autismo AUTISM RETTS Retts PDD DPS NOS NAS CDD Dist.Sv Sottotipi diagnostici I soggetti con DSA sono molto diversi anche nello stesso sottotipo Le distinzioni sono spesso tecniche – Diminuzione quantitativa dei sintomi tra Autismo E DPS – Asperger vs. autismo: non ha significativi disturbi del linguaggio e non ha disabilità intellettiva Paola Venuti - Laboratorio di Osservazione e Diagnostica Funzionale - Università di Trento Un Modello di trattamento 3 Percorsi Neurali Livello Cognitivo e intersoggettivo compromesso 3 Evidenze Comportamentali Ridotte lobo temporo-frontale S S sistema limbico S S area cerebellare S Trattamenti specifici dei livelli compromessi S Adattamento dell’intervento Circuito Deficit - Alterazioni della Relazione - Comportamenti Anomali DEFICIT NEUROLOGICO DIFFICOLTÀ DI ESPRESSIONE EMOTIVA E DI INTERSOGGETTIVITÀ che conducono a non soddisfare il bisogno di relazione ALTERAZIONI nella relazione con la madre COMPORTAMEN TI anomali nel bambino MECCANISMI DI DIFESA messi in atto come modalità per gestire l’ansia Rottura del circuito Trattamento INCREMENTO di alcune funzioni di base RIDUCE I comportamenti anomali del bambino nell’espressione emotiva Favorisce il CONTROLLO di comportamenti bizzarri e strani AUMENTARE LA RECIPROCITÀ attraverso il supporto emotivo e l’attivazione dell’intersoggettività DIMINUIRE i deficit nella relazione MODIFICA i meccanismi di difesa per la riduzione dell’ansia I disturbi dello spettro autistico Eziologia Eziologia multicausale multicausale Trattamenti Trattamenti molteplici moltepliciee differenti differenti Sintomatologia Sintomatologia multidimensionale multidimensionale Paola Venuti - Laboratorio di Osservazione e Diagnostica Funzionale - Università di Trento Intervento di Supporto Emotivo e Attivazione dell’Intersoggettività (SEAI) Componenti Diagnosi funzionale del soggetto Applicazione successiva di trattamenti riabilitativi ed educativi Interventi psicologici di supporto Paola Venuti - Laboratorio di Osservazione e Diagnostica Funzionale - Università di Trento Diagnosi funzionale del soggetto Areadelle delle Area Funzionibase base Funzioni • • • • Sensorialità Percezione Tono Motricità • Contatto • Interazione • Comunicazione e Linguaggio Areadella della Area Relazione Relazione Areadella della Area Cognizione Cognizione Scheda di Osservazione Funzionale • • • • Associazione Intenzione Imitazione Attenzione Areadella della Area Regolazione Regolazione Venuti- 2003- L’autismo- percorsi di intervento- Carocci • • • • Emozione Istinto Regolazione Autonomia Riabilitativo Riabilitativo AA-Interazione Interazionegenitore-bambino: genitore-bambino:attivazione attivazione dell’intersoggettività dell’intersoggettivitàeedidiuna unamodalità modalitàrelazionale relazionale adeguata adeguata BB-Funzioni Funzionididibase: base:recupero recuperodidifunzionalità funzionalitàdeficitarie. deficitarie. Modalità Modalitàdi di intervento intervento Educativo Educativo Generalizzazione Generalizzazionedelle dellecompetenze competenzeacquisite acquisitenei nei setting settingriabilitativi riabilitativialla allavita vitaquotidiana. quotidiana. Psicologico Psicologico Supervisione Supervisionedell’intervento, dell’intervento, Sostegno Sostegnoalla allafamiglia famigliacon conrielaborazione rielaborazionedel delvissuto, vissuto, Elaborazione Elaborazionedegli degliaspetti aspettiemotivo-relazionale emotivo-relazionaleattivati attivati nel nelsoggetto, soggetto,nella nellafamiglia, famiglia,nei neitecnici, tecnici,negli neglieducatori. educatori. Paola Venuti - Laboratorio di Osservazione e Diagnostica Funzionale - Università di Trento Alla base di ogni intervento Reciprocità: partire dal comportamento del bambino per costruire degli scambi basati sull’alternanza di turno. Intenzionalità: dare al comportamento del bambino un valore comunicativo per fargli sperimentare che le sue azioni influenzano il comportamento altrui. L'intenzionalità è la premessa dell’attenzione condivisa che insieme alla reciprocità costituisce un'importante acquisizione ai fini dello sviluppo del linguaggio e della comunicazione. Paola Venuti - Laboratorio di Osservazione e Diagnostica Funzionale - Università di Trento Modalità d’intervento Educativo ODFlab Famiglia Abilità sociali Scuola Abilità sociali gioco autonomia gioco MusicoTerapia Riabilitativo PsicoMotricità TerapiaOccupazionale Interazione genitore- bambino Supervisione riabilitatori Psicologico Supervisione educatori Sedute con genitori Supporto insegnanti 2A Intervento sull’interazione adulto-bambino sedute di gioco settimanali: - terapeuta-madre-bambino; -terapeuta-padre-bambino. -Terapeuta-insegnante-bambino Modificare nel bambino: Promuovere nell’adulto: La comprensione delle espressioni del bambino La costruzione della reciprocità le risposte di chiusura e di evitamento la responsività l’intenzionalità le espressioni emotive Paola Venuti - Laboratorio di Osservazione e Diagnostica Funzionale - Università di Trento Intervento sull’interazione adulto-bambino Intervento psicologico Revisione con un terapeuta dei momenti di gioco videoregistrati Partecipano alla seduta: mamma, papà, insegnante, terapeuta 1 seduta ogni 15/20 giorni Cambiamento negli adulti del livello rappresentazionale: Vedere il bambino in modo più positivo, attivo, e notare i suoi cambiamenti 2B B- Intervento sulle funzioni di base PSICOMOTRICITA’ MUSICOTERAPIA Attiva le competenze espressivocorporee Attiva le competenze espressivo-comunicative GIOCO E TERAPIA OCCUPAZIONALE Attiva le competenze espressive-costruttive 3 Intervento educativo Generalizzazione alle situazioni di vita quotidiana delle competenze acquisite nei setting riabilitativi: intenzionalità, reciprocità, scambio, espressione, autonomia, supporto quotidiano alle acquisizioni pratiche, intervento sulla didattica Obiettivi : Superare le difficoltà della patologia, aggirare gli ostacoli e trovare forme di comunicazione e di scambio relazionale. Portare il soggetto, con le sue difficoltà e con i suoi deficit a sentirsi comunque parte di un gruppo, di una classe, di una comunità. Genitori Insegnanti Insegnanti di sostegno Educatori Obiettivi comuni su cui lavorare Training sul gioco Scuola materna Training sulle abilità di gioco Dal piacere sensoriale al gioco Dall’esplorazione alla simbolizzazione Giocare insieme La carenza nello sviluppo del gioco simbolico spontaneo è una caratteristica distintiva dell’autismo. Carenza sia in situazioni di laboratorio che in situazioni naturalistiche. Tuttavia il gioco simbolico può essere incrementato se è sollecitato e strutturato. ODFLab – Università di Trento Scuola materna Imitazione I bambini con DSA hanno talvolta problemi nell’imitazione di azioni specifiche. Ma in diverse situazioni non ci sono differenze tra i bambini autistici e campioni di controllo. Esempio 1: imitazione su richiesta Guardare l’altro Strutturare l’ambiente per imitare Scegliere una attività molto piacevole Dare molta enfasi sociale al risultato Esempio 2: imitazione spontanea Training sull’imitazione Scuola materna elementare media Strutturare lo spazio ed il tempo Offrire un ambiente semplice e prevedibile può essere un valido sistema per contrastare il caos interno che l’autistico spesso vive. Giochi di finzione e sviluppo simbolizzazione Elaborazione percettivo sensoriale Coordinazio ne finomotoria Strutturare l’ambiente con zone Stabili di attività Coordinazion e grosso motoria Organizzare la giornata in modo temporalmente stabile Solo quando la relazione è diventata stabile e sicura si può allentare la strutturazione Presentazione degli stimoli Scuola materna elementare media L’insegnante deve trovare il modo più idoneo per entrare in contatto con lui, farsi capire e presentare gli stimoli: dovrà provare a stimolare tattilmente il soggetto, dovrà fornire stimolazioni visive, acustiche oppure abbinare gli stimoli. Non è possibile dare un’unica indicazione; dovrà essere l’insegnante attraverso un accurato lavoro osservativo a giungere a delle conclusioni e a trovare il modo migliore per presentare informazioni e stimoli ai soggetti con autismo. Canale vocale acustico più deficitario Paola Venuti - Laboratorio di Osservazione e Diagnostica Funzionale - Università di Trento Scelta dei contenuti da insegnare Scuola materna elementare media Durante il periodo scolastico è necessario attivare una vera programmazione educativa che, tra i suoi contenuti, preveda azioni che riducano alcuni deficit o abilitino alcune competenze e capacità spesso inadeguate negli autistici 1- sviluppo delle competenze comunicative e linguistiche Tecniche di comunicazione alternativa Giochi linguistici per lo sviluppo del vocabolario 2- sviluppo delle abilità sociali Passare dalla relazione con l’adulto alla relazione con il compagno Relazione con un piccolo gruppo 3- comprensione ed espressione degli stati emotivi Riconoscimento delle proprie emozioni e dei modi con cui sono espressi Riconoscimento delle emozioni degli altri e dei modi con cui sono espresse Materiali da utilizzare: foto, video, computer giochi, scrittura, numeri Sviluppare le autonomie Training di abilità sociali Andare al bar con altri Andare al supermercato Giocare insieme Scuola elementare e media Training per l’autonomia Prendere l’autobus Muoversi nella città Uso del denaro Andare in bicicletta Paola Venuti - Laboratorio di Osservazione e Diagnostica Funzionale - Università di Trento Obiettivi generali Smettere di cercare una cura che guarisca Smettere di cercare la normalità’ Considerare i bisogni individuali di ogni soggetto Tollerare modi accettabili di socialità differente Accettare anche i piccoli contributi di socialità che si hanno Paola Venuti - Laboratorio di Osservazione e Diagnostica Funzionale - Università di Trento In sintesi il ruolo dell’educazione Non esiste un unico approccio che va bene per tutti I soggetti con DSA Individualizzare e partire dai bisogni, dalla capacità e dalle competenze di ogni singolo individuo Ri valutare I bisogni temporalmente e dopo un periodo di intervento Fornire training di abilità sociali; negli adolescenti procedere anche con educazione all’affettività Simona de Falco - Gianluca Esposito Andrea Caria Patrizia Villotti - Arianna Bentenuto – Alessandra Emer – Caterina Bembich Stefano Cainelli - Carolina Coco Aurora Coppola -Veronica Tranquillini Camilla Lenti – Gabriele Baldo Alessandro Carolli - Sonia Pruner Ezio Elasdi – Laura Martini www.odflab.unitn.it – 0464 808115