TRASMITTANZA E PONTI TERMICI: LE DISPERSIONI ATTRAVERSO L’INVOLUCRO EDILZIO 1 Ponti termici Alcuni elementi architettonici, come pilastri in cemento armato non isolati, balconi, tettoie e simili, rappresentano un problema di dispersioni termiche e di scarso confort: tali elementi architettonici sono realizzati con materiali che hanno scarsa resistenza termica e producono nei punti di giunzione con l’edificio delle vere e proprie discontinuità di trasmissione del calore, facendo penetrare il freddo nei muri e soprattutto nei pavimenti dell’edificio, ecco il motivo per cui vengono chiamati “ponti termici” Per esempio: se si tocca con una mano il pavimento dell’appartamento in vicinanza di un balcone si avverte una temperatura decisamente più bassa che se si tocca il pavimento verso l’interno dell’edificio. Queste discontinuità di temperatura nei muri e pavimenti producono effetti negativi sul confort in quanto assorbono calore per effetto radiante e danno infatti la sensazione di muro o pavimento “freddo” alle persone che soggiornano nella stanza. PONTI TERMICI SECONDO LA UNI EN ISO 14683 UNI EN ISO 14683: 2001 “Ponti termici in edilizia Coefficiente di trasmissione termica lineica - Metodi semplificati e valori di riferimento” Specifica metodi semplificati per la determinazione del flusso di calore attraverso i ponti termici lineari che si manifestano alle giunzioni degli elementi dell’edificio. La UNI EN ISO 14683 definisce il PONTE TERMICO, come parte dell'involucro edilizio dove la resistenza termica, altrove uniforme, cambia in modo significativo per effetto di: - compenetrazione di materiali con conduttività termica diversa nell'involucro edilizio (tamponamento in mattoni con struttura in c.a.; attacco serramenti; giunti tra parete e pavimento o parete e soffitto); - discontinuità geometrica nella forma della struttura (es. angoli). Un ponte termico è una difformità dell’edificio in corrispondenza della quale si verifica uno scambio termico maggiore tra l’esterno e l’interno. Ponti termici si hanno per esempio in corrispondenza di nodi strutturali e tecnologici, dove il flusso termico non è ortogonale alla superficie di scambio e accade che, all’interno di ciascuno strato di materiale omogeneo, le isoterme relative al campo di temperatura non risultano più parallele alle superfici delimitanti la struttura. Trascurare i ponti termici comporta errori del 20-25%, senza contare che è in corrispondenza di tali difformità dell’edificio che è maggiormente probabile che si verifichino fenomeni di condensa. Tipologia dei ponti termici Ponti termici di forma: si ha un ponte termico di forma in corrispondenza di quei punti in cui la disomogeneità deriva dalla disposizione geometrica di strutture uguali. Per esempio negli angoli di pareti perimetrali, nei giunti a T tra una partizione interna e un muro perimetrale ecc. Ponti termici di struttura: Si ha un ponte termico di struttura nei punti dell’edificio in cui si verifica l’accostamento di strutture diverse per materiali. Per esempio nelle zone di inserimento di travi in ferro in strutture murarie. Ponti termici ibridi: si ha un ponte termico ibrido quando si verificano contemporaneamente le ipotesi dei due casi precedenti. Posizione e nomenclatura dei ponti termici in edilizia R = solai W = pareti esterne e serramenti F = pareti esterne e solai interpiano R = solai P = pareti esterne e pilastri C = pareti esterne IW = pareti esterne e pareti interne La trasmittanza termica lineare: i ponti termici Nel fenomeno della trasmissione del calore un ruolo importante viene giocato dalle caratteristiche geometriche dei materiali, infatti è stato osservato sperimentalmente che in corrispondenza di discontinuità geometriche oppure in prossimità delle zone di contatto tra materiali diversi, il flusso di calore assume un andamento irregolare, determinando un maggior flusso e dando così luogo ad una maggiore perdita di calore. In queste circostanze si parla di ‘ponti termici’. Per determinare tale flusso di calore si ricorre alla norma UNI 14683 che in corrispondenza delle diverse discontinuità determina la trasmittanza termica lineare, denominata con la lettera greca ψ (psi). Trasmittanza termica lineica: flusso termico in regime stazionario diviso per la lunghezza e la differenza di temperatura tra gli ambienti posti a ciascun lato del ponte termico. Per tenere conto della presenza dei ponti termici nel calcolo della dispersione termica da parte di un edificio, è necessario aggiungere termini di correzione che coinvolgono la trasmittanza termica lineica e puntuale: L = coefficiente di accoppiamento termico, da utilizzarsi per il calcolo della potenza termica trasmessa attraverso una porzione dell’involucro edilizio contenente ponti termici; Ui = trasmittanza termica dell’i-esimo componente dell'involucro edilizio; Ai = l’area del componente i; Ψk= trasmittanza termica lineica del k-esimo ponte termico lineare; lk= lunghezza del ponte termico lineare; χj = trasmittanza termica puntuale del j-esimo ponte termico puntuale (generalmente trascurabile). Si definisce per il ponte termico una grandezza analoga alla trasmittanza delle strutture, denominata Coefficiente lineico di trasmissione. Questo viene moltiplicato per la lunghezza del ponte termico e per la differenza di temperatura tra interno ed esterno, ottenendo il flusso termico disperso attraverso la disomogeneità. Per il calcolo dei ponti termici occorre far riferimento ai manuali specializzati che forniscono il valore del coefficiente lineare k y per le varie situazioni possibili: ad esempio per intersezioni di pareti esterne, di pareti esterne ed interne, di pareti verticali e solai, di infissi per porte e finestre. Il metodo CSTB, detto anche metodo delle trasmittanze lineari, consiste nel calcolare il valore della trasmittanza lineare iy per le varie situazioni di trasmissione del calore. Si osservi che si ha ponte termico tutte le volte che si hanno in parallelo due elementi di trasmissione del calore aventi forti differenze della resistenza termica. In pratica, essendo unica la temperatura fra le due facce della parete con ponte termico, l’elemento avente minore resistenza termica (ovvero maggiore conduttanza termica) ha il maggior flusso di calore: si suol dire che funge da by pass (o ponte termico) rispetto all’elemento di minore conduttanza. Ad esempio la presenza di un pilastro o di una trave comporta un ponte termico: basta considerare che: • • una parete normalmente coibentata con isolante termico ha trasmittanza variabile fra 0.3÷0.7 W/m2K mentre il calcestruzzo delle strutture portanti ha trasmittanza variabile fra 2.2÷2.6 W/m2K. Ne consegue che il flusso termico che attraversa le strutture in cemento armato è 7÷10 volte maggiore di quello che attraversa le normali pareti coibentate e quindi le strutture portanti fungono da by pass per il flusso termico che dall’interno va verso l’esterno. Ponte termico privo di correzione Correzione del ponte termico con pannelli isolanti Cos’è la Termografia InfraRosso? • La Termografia IR è la tecnica che consente di produrre una immagine visibile della radiazione IR invisibile (all’occhio umano). • Un’immagine prodotta da una Termocamera IR è chiamato Termogramma. • Il Termogramma consente di visualizzare, tramite una scala cromatica in falsi colori, la distribuzione del calore nello scenario inquadrato. La termografia applicata alle diagnosi energetiche Termografia qualitativa Intuisco visivamente dove sono localizzate le fonti di calore disinteressandomi momentanemente del valore di temperatura Termografia quantitativa Vado ad analizzare il valore di temperatura del dettaglio impostando il corretto valore di emissività e i contributi della riflessione Cosa vede la telecamera ad InfraRossi? • Le telecamere ad infrarossi osservano l’energia termica irradiata dagli oggetti • Esse non “vedono” la temperatura. Le temperature sono calcolate tramite le variabili che l’utente fornisce alla termocamera. Energia radiante in funzione della temperatura ε = emissività Legge di Stefan-Boltzmann L’ Emissività di un corpo è la sua capacità di irradiare energia termica, in relazione alla sua temperatura reale. • Indica in sostanza quanto è efficiente il nostro radiatore termico. • È un numero tra 0 e 1. Emissività differente su una superficie isotermica Tazza inox riempita di acqua bollente Alta emissività superficie verniciata Bassa emissività Superficie pulita La differenza di temperatura tra la parte destra e sinistra dell’oggetto è solo apparente. In realtà solo l’emissività cambia Lo spessore di isolamento corretto dipende dal tipo di struttura da isolare e dalla zona climatica in cui si costruisce. La normativa attuale, il D.Lgs. 311/06, prevede dei valori limite sulla trasmittanza termica (Ulim - valore minimo richiesto dal D.Lgs. 311/06 per ristrutturazioni dell’involucro di edifici esistenti) delle strutture dell’edificio corrispondenti a spessori di isolante crescenti. La tabella di comparazione riporta a titolo esplicativo, gli spessori necessari per ottenere, con i diversi materiali, il valore di trasmissione termica k=0,5. Nella tabella è riportato in centimetri lo spessore di isolamento consigliabile per rispondere ai requisiti minimi richiesti dal D.Lgs. 311/06 per il 2010. Le prestazioni dell’involucro Componenti opachi Coefficiente di conduzione l (W/mK) Conduttanza C (W/m2K) Densità r (kg/m3) Inerzia termica Calore specifico cp (J/kg K) Permeabilità al vapor d’acqua (kg/m s Pa) Trasmittanza termica U (W/m2K) Ponti termici Coefficiente lineare di ponte termico (W/mK) Componenti trasparenti Trasmittanza termica Uw (W/m2K), Fattore solare g Coefficiente di conduzione o conduttività termica l (UNI 10351e UNI 12524) Rappresenta l’energia che per conduzione attraversa nell’unità di tempo lo spessore unitario del materiale per una differenza unitaria di t. Definisce univocamente l’attitudine di un materiale, omogeneo e isotropo, a trasmettere il calore quando lo scambio avviene solo per conduzione. Funzione dello stato fisico del materiale, della temperatura, della densità, della posa in opera. l è per materiali omogenei o assimilabili (W/mK) R = s/l resistenza termica (m2K/W) – almeno tre decimali l < 0,065W/mK isolanti 0,09 <l < 0,065 deb. isolanti l > 0,09W/mK non isolanti Coefficiente di conduzione o conduttività termica l (UNI 10351e UNI 12524) UNI 10351: 1994 “Materiali da costruzione. Conduttività termica e permeabilità al vapore” Valori da utilizzare quando non esistano norme specifiche per il materiale considerato lm conduttività indicativa di riferimento, in laboratorio alla t=20°C m maggiorazione percentuale (t=20°C, UR=65%), tiene conto di contenuto percentuale di umidità, invecchiamento, costipamento. l conduttività utile di calcolo UNI EN 12524: 2001 “Materiali e prodotti per edilizia - Proprietà igrometriche Valori tabulati di progetto” l conduttività termica di progetto Conduttanza C (UNI 10355 - UNI 7357 – UNI 6946) Flusso di calore che in regime stazionario attraversa 1 m2 di superficie di un materiale non omogeneo per una differenza unitaria di t. C è per materiali non omogenei o lame d’aria non ventilate (W/m2K) R = 1/C (m2K/W) UNI 10355: 1994 “Murature e solai. Valori della resistenza termica e metodo di calcolo” Fornisce i valori delle resistenze termiche unitarie (laboratorio o calcolo) di tipologie di pareti e solai più diffuse in Italia. F=66% s=37cm s malta=1,2cm R=1,06 m2K/W F=76% s=24+4cm R=0,41 m2K/W UNI EN ISO 6946:1999 “Componenti e elementi per edilizia - Resistenza termica e trasmittanza termica Metodo di calcolo” Densità o massa volumica r (kg/m3) (UNI 10351e UNI 12524) Massa volumica del materiale secco. Usato come indice dell’inerzia termica di un componente edilizio opaco. Calore specifico o capacità termica specifica cp (J/kg K) (UNI 12524) Quantità di calore da fornire, a pressione costante, all’unità di massa del materiale per ottenere un aumento unitario di temperatura. Rappresenta un indice della capacità di un materiale di trattenere, accumulare il calore. Usato come un indice dell’inerzia termica di un componente edilizio opaco.