Guerra del Pacifico 1941-­‐1945 La Guerra del Pacifico, nominata anche “Grande Guerra dell’Asia Orientale”, è stato un conflitto svoltosi nella metà occidentale dell’Oceano Pacifico, nel sud-­‐ est asiatico e nella Cina occupata dall'esercito imperiale giapponese. Venne combattuta tra l'Impero giapponese facente parte delle Potenze dell'Asse e lo schieramento alleato comprendente Stati Uniti d'America, Regno Unito, Cina, Australia, Paesi Bassi e Nuova Zelanda, mentre l'Unione Sovietica rimase neutrale fino all'agosto 1945, quando intervenne per recuperare territori appartenenti all’impero russo. La fine dell’isolamento degli Stati Uniti Negli anni Trenta, gli Stati Uniti avevano proseguito la propria politica di isolamento. Il presidente Roosevelt, eletto per la terza volta, nel marzo 1941 fece approvare la “legge affitti e prestiti” attraverso la quale veniva fornito materiale bellico, che avrebbero avvantaggiato per almeno quattro anni i Paesi antifascisti e soprattutto la Gran Bretagna. Nell’agosto 1941, gli Stati Uniti e la Gran Bretagna, firmarono un documento chiamato “Carta Atlantica” , nel quale si affermavano i principi di collaborazione tra gli Stati e l’autodeterminazione dei popoli che avrebbero dovuto guidare la politica internazionale dopo la fine del dominio nazista. In seguito all’attacco giapponese di Pearl Harbor, gli Stati Uniti uscirono definitivamente dall’isolazionismo, partecipando anch’essa alla guerra. Questo favorì lo sviluppo della produzione industriale aumentando il lavoro nelle fabbriche. 1941: L’attacco giapponese agli Stati Uniti Nel corso degli anni Trenta, il Giappone aveva intrapreso una politica espansionistica iniziata nel 1931 con l’occupazione della Manciuria e proseguita nel 1937 con l’invasione della Cina. Le conquiste misero il Giappone in contrasto con la Gran Bretagna, la Francia e gli Stati Uniti per il controllo del sud-­‐ est asiatico e del Pacifico. Nei mesi seguenti il Giappone si avvicinò ulteriormente alle potenze dell'Asse, firmando il 27 settembre 1940 il Patto Tripartito. Con l’Unione Sovietica nell’aprile 1941, invece, il Giappone strinse un patto di neutralità che terminò nel 1945 quando la Russia decise di intervenire per riprendersi la Manciuria. Nel luglio 1941, approfittando della debolezza della Francia, i Giapponesi occuparono l’Indocina francese. Così facendo, il 26 luglio 1941 gli Stati Uniti, in risposta all'invasione giapponese dell'Indocina meridionale, dichiararono l'embargo su tutti i prodotti petroliferi, sui metalli e su altre merci strategiche e il congelamento di tutti i beni giapponesi nel proprio territorio, seguiti in questo dalla Gran Bretagna e dal governo olandese in esilio a Londra. l provvedimento di embargo mise in grave difficoltà i dirigenti nipponici; l'ammiraglio Nagano, durante un incontro con l'Imperatore il 31 luglio, si mostrò pessimista sulla possibilità di sconfiggere gli Stati Uniti, ma evidenziò che le riserve di petrolio sarebbero durate solo due anni e in caso di guerra un anno e mezzo, sottolineando quindi la necessità di iniziare la guerra al più presto. Il 7 dicembre 1941 le forze aereonavali giapponesi attaccarono, senza una formale dichiarazione di guerra, la flotta e le installazioni militari statunitensi stanziate nella base navale di Pearl Harbor, nelle isole Hawaii. L'attacco fu concepito e guidato dall'ammiraglio Isoroku Yamamoto, il quale al momento dell'attacco si trovava nella baia di Hiroshima a bordo della corazzata Nagato, con lo scopo di distruggere la flotta statunitense del Pacifico. Il blitz giapponese poggiò su due divisioni navali: una forza di attacco che doveva dare inizio allo scontro e una seconda di scorta, pronta ad assestare il colpo finale. L'operazione fu un successo, in quanto le navi statunitense furono quasi completamente distrutte. La dichiarazione di guerra agli Stati Uniti arrivò solo mentre l’attacco era ormai in corso, tanto che il presidente Franklin Delano Roosevelt ribattezzò quella data come il ‘giorno dell’infamia’. L’America era ancora scossa e sotto choc quando l’8 dicembre del 1941 entrò in guerra rendendo il secondo conflitto davvero mondiale. La guerra nel Pacifico L’entrata in guerra degli Stati Uniti determinò le prime sconfitte per gli eserciti del Patto Tripartito, tanto che il 1942 fu un anno di grande svolta a vantaggio degli Alleati, cioè degli Anglo-­‐Americani. Intanto il Giappone aveva attaccato la città di Singapore e la Birmania appoggiato dalla Thailandia arrivando a minacciare l’India e tentando l’attacco all’isola di Ceylon base della flotta britannica. In seguito i giapponesi bombardarono anche le basi statunitensi di Guam e Wake conquistandole anche via terra. Esse non avevano ricevuto nessun rinforzo nel frattempo e nemmeno le Filippine. Le truppe giapponesi avanzarono rapidamente fino a conquistare la capitale Manila. Il generale Mac Arthur , dovette lasciare le Filippine su ordine del presidente Roosevelt. Nel gennaio del 1942 i giapponesi sbarcarono anche nel Borneo olandese conquistando le Indie Orientali Olandesi; per questo motivo gli Alleati si organizzarono unificandosi sotto un unico comando americano, inglese, olandese e australiano per suddividersi la difesa. Gli sbarchi giapponesi proseguivano a Sumatra, a Bali e nelle isole di Giava e nemmeno i rinforzi australiani riuscirono a frenarli. Nell’aprile del 1942, i giapponesi rinforzarono le posizioni raggiunte e a Luglio sbarcarono a Guadalcanal, un’isola molto vasta dell’arcipelago delle Salomone che tra l’Agosto del 1942 e il Febbraio del 1943 fu teatro di una famosa battaglia. Qui i giapponesi cominciarono la costruzione di un aeroporto mentre gli americani li contrastavano sia per terra che per mare. Nel frattempo gli americani si stavano impegnando per ricostruire Pearl Harbor per difendere a tutti i costi le isole Hawaii. Alcune prime offensive ridiedero fiducia alle forze armate americane e costrinsero i giapponesi a limitare le incursioni. Mentre i giapponesi studiavano nuovi metodi per espandersi, gli Stati Uniti pensarono di compiere un attacco clamoroso contro Tokyo. L’incursione di Tokyo venne decisa per il 18 Aprile del 1942 e provocò grande sgomento nei giapponesi, i quali decisero di riorganizzarsi sotto la guida dell’ammiraglio Yamamoto e di costruire una grande flotta per attaccare le Hawaii. I giapponesi sembravano avvantaggiati, ma alcune incertezze e l’opera dei servizi segreti statunitensi resero l’attacco una disfatta facendo perdere all’impero un’importante flotta e l’iniziativa bellica. Presso le isole Midway, gli americani affondarono quattro grandi portaerei e giunsero ad un punto di svolta arrestando la avanzata nipponica. La catastrofe giapponese a Midway fece passare l’iniziativa nelle mani degli americani che scelsero di sbarcare a Guadalcanal tra il 7 Agosto e il 9 Febbraio poiché era vicino all’Australia, e dove i giapponesi stavano costruendo un aeroporto. La marina americana sbarcò su quest’isola il 7 agosto e dopo un combattimento di sei mesi costrinsero i giapponesi ad evacuare. Gli anni dal 1943 al 1945 Gli alleati cercarono di scacciare i giapponesi dalla Birmania e li attaccarono anche nel Pacifico Meridionale. I giapponesi prepararono una difesa ma Yamamoto era mal informato e le sue decisioni via radio vennero intercettate, tanto più che lo stesso Yamamoto rimase ucciso durante un trasporto aereo. Mac Arthur bombardava i giapponesi in Nuova Guinea e in Nuova Birmania utilizzando la tecnica del salto della rana (conquistare solo le posizioni importanti tralasciando le altre) e rendendo così inoffensive molte basi giapponesi. Una di esse nelle isole Marshall subì intensi bombardamenti e Mac Arthur lanciò un’offensiva in Nuova Guinea sbaragliando la resistenza giapponese. Da lì si decise l’attacco alle Filippine, importante difesa per il Giappone. L’attacco alle Filippine interessò tutto l’arcipelago e fu il più grande visto nel Pacifico composto da centinaia di navi. A seguito di questo successo, pur contrastato dall’impiego di kamikaze, iniziò nell’Aprile del 1944 la pratica dei bombardamenti strategici volta soprattutto a bloccare le industrie e a spaventare la popolazione. L’operazione doveva portare all’invasione finale del Giappone partendo da sud (fortificazione di Iwo Jima). Le isole giapponesi subirono immani devastazioni con il lancio di ordigni incendiari introdotti dal 1945 su aerei partiti dalla Cina e il più catastrofico fu l’attacco su Tokyo ma anche in altre città. I marines sbarcarono a Iwo Jima e combatterono fino alla distruzione di quasi tutta la guarnigione nipponica. La fine della guerra Nel frattempo muore il presidente Roosevelt e viene sostituito dal suo vice Henry Truman che viene messo al corrente di una nuova arma pronta per essere collaudata. Il test fu positivo e nella conferenza di Postdam gli Alleati chiesero la resa incondizionata al Giappone pena la sua distruzione totale. Il presidente Truman allora si espresse a favore dell’impiego dell’arma atomica anche per dimostrare la potenza americana al mondo. Il 6 agosto 1945 alle 8:15 la città di Hiroshima fu spazzata via dal primo ordigno atomico mentre tre giorni dopo toccò a Nagasaki. FONTI: -­‐Wikipedia: Attacco di Pearl Harbor -­‐Wikipedia: battaglia di Guadalcanal -­‐Wikipedia: battaglia delle Midway -­‐libro di storia: pagina 332-­‐333-­‐334-­‐340 -­‐La Guerra del Pacifico www.liceoberchet.it