LO STRESS TRAUMATICO NEL LAVORO DEI VIGILI DEL FUOCO Secondo una recente inchiesta europea almeno un pompiere su dieci avverte gli effetti negativi subiti in conseguenza di un intervento critico Giovanni Ciancio - Vigile del fuoco Nel presente articolo saranno considerate le conseguenze che un evento traumatico determina su un individuo e si tenterà, inoltre, di spiegare il perché un pompiere trova difficoltà ad esternare un qualche disagio psicologico qualora assiste a scene raccapriccianti o se coinvolto in operazioni di soccorso particolari e prolungate. Disagi psicologici che, seppur provvisori e qualora inespressi, causano una palese difficoltà a formulare una richiesta d’aiuto da parte di una categoria così specifica e così ben delineata nell’immaginario collettivo come quella dei pompieri. In seguito si avrà modo di leggere quali sono, attualmente, le possibilità di fornire un efficace sostegno ai pompieri impegnati nei settori operativi. Questi ultimi, ormai, compresi tra quelle professioni in costante relazione d’aiuto che l’attuale letteratura definisce helping professions. Un’azione di sostegno psicologico rivolto ai pompieri, che si esplica, sostanzialmente, in tre fasi: la prevenzione, il primo contatto ed il modo di trattare lo stress post-traumatico attraverso la creazione di una rete di “simili”, cioè di squadre operative specializzate a fornire aiuto ai colleghi colpiti da esperienze scioccanti non comuni, come per esempio: disastri, alluvioni, gravi incidenti, incendi eccetera. Lo scopo è quello di dimostrare che l’apporto immediato e competente di un sostegno psicologico prestato alle vittime di un trauma, può essere realizzato, nel caso dei pompieri, utilizzando personale interno - non psicologo, non psichiatra -, opportunamente formato, per condurre colloqui “psicologicamente riparatori”. Il disagio del pompiere Con il termine “esperienze scioccanti” o “avvenimento stressante” si indicano momenti della vita di un individuo, che si pos- ANTINCENDIO maggio 2001 sono obiettivamente identificare, delimitare e circoscrivere nel tempo. Tali esperienze scioccanti modificano l’assetto di vita di una persona in modo variabile ma consistente, richiedendole uno sforzo di adattamento alla nuova condizione. Il ruolo di avvenimenti spaventosi nella vita di una persona è stato descritto per la prima volta alla fine del secolo scorso, quando fu esposto il concetto di nevrosi traumatica ad opera di uno psichiatra tedesco. Successivamente il concetto fu riformulato in nervrosi da spavento che insorgeva allorquando si verificavano fatti che suscitavano ansia e spavento: incendi, deragliamenti o collisioni di treni eccetera. Nevrosi traumatica e nevrosi da spavento sono precursori dell’odierno disturbo post-traumatico da stress. Nella storia della psicologia e psichiatria, il concetto di evento stressante è stato presente sotto molte forme: per esempio, nevrosi di guerra un fenomeno largamente diffuso in tutti gli eserciti al fronte durante e dopo i due conflitti mondiali oppure all’epoca della guerra in Vietnam e così via (Vedere il film Regeneration GB, 1997 Regia Gilles Mackinnon Soggetto dal romanzo omonimo di Pat Barker). 1 SINDROME DA STRESS Proprio tale esperienza vissuta da migliaia di persone, forse, ha contribuito - in ambito clinico - allo sviluppo e progettazione di metodi per rilevare, misurare e quantificare gli eventi esistenziali stressanti e il loro impatto sull’individuo. In occasione di un articolo apparso di recente su questa rivista Ciancio-Scardigli-Digiambernardino riportavano che attualmente l'identificazione nosografica, disciplina della medicina che si occupa della descrizione delle malattie in tutti i suoi aspetti, distingue due grandi categorie di disturbi conseguenti ad avvenimenti esistenziali stressanti: • Reazioni acute a stress o Reazioni d'adattamento caratterizzate da disturbi transitori in risposta a condizioni eccezionali di stress psicofisico come catastrofi naturali, disastri, eventi scioccanti eccetera. In tali circostanze insorgono panico, ansia, paura, eccitabilità, depressione, fughe che durano, in genere, ore o giorni. Al momento, però, non esiste un'ipotesi precisa. La descrizione e classificazione delle Reazioni acute a stress o Reazioni d'adattamento fin qui riportata, rientra nella Classificazione Internazionale dei Disagi Mentali (ICD) adottata dalla Organizzazione Mondiale della Sanità. • Disturbo Post-Traumatico da stress o DPTS questo termine è stato intro- 2 ne utilizzati per descrivere le cause, i sintomi e le opportune terapie come abbiamo brevemente visto. Fino a qui una veloce considerazione sul concetto di evento traumatico stressante fin qui gli autori dell’articolo il Dilemma del Soccorritore. dotto dagli americani negli anni 80. Questo disturbo insorge come conseguenza di una esperienza scioccante non comune, come per esempio: disastri, alluvioni, gravi incidenti, incendi eccetera. Il disturbo può presentarsi immediatamente dopo il trauma o insorgere a distanza di tempo (la presenza di DPTS è stata riscontrata a distanza di 2 anni in soggetti impegnati per giorni a spegnere un incendio). La sintomatologia che si riscontra in casi di DPTS, è contrassegnata da stati d'ansia, sogni e ricordi angosciosi, sensazioni di rivivere l'evento, evitamento di situazioni che lo ricordano, distacco dagli altri, riduzione della capacità affettiva, insonnia, scoppi di collera, ipervigilanza, smarrimento delle reazioni emozionali. Secondo il Manuale americano di Statistica e Diagnostica dei Disagi Mentali (DSM) - una sorta di guida Michelin dei cosiddetti disturbi mentali -, tale complessa sintomatologia, per essere diagnosticata, deve insistere nell'individuo almeno un mese. Entrambe le categorie, classificate ICD o DSM, possono essere sovrapponibili anche se diversi sono i sistemi di classificazioANTINCENDIO maggio 2001 Nei Vigili del fuoco Nei Vigili del Fuoco le conseguenze di eventi esistenziali stressanti, connesse alle attività di soccorso, sono state osservate dai Firefighter & Medical Emergency Stress Team della città di Bourg Leopold provincia di Limbourg in Belgio (da ora in poi FiST). Studi e attente considerazioni su di un aspetto del ciclo produttivo delle professioni d’aiuto che già un’altra volta questa rivista ha ospitato. I pompieri di Bourg Leopold, supervisionati da Erik de Soir Psicologo e Psicoterapeuta, Comandante del Corpo dei SapeurPompier/Ambulancier volontari e titolare della cattedra di Psicologia alla Reale Scuola Militare di Bruxelles, hanno elaborato e introdotto un recente modello d’intervento, di seguito descritto, per accogliere e assistere soccorritori in genere (pompieri, medici, infermieri ecc.) affetti da sindrome post-traumatica da stress. Il modello d’intervento • Il puzzle dell’intervento o sociodramma: ricostruzione dell’evento traumatico con i par- SINDROME DA STRESS tecipanti che rivestono tutti il ruolo di soccorritori e tutti ugualmente bisognosi di sostegno; • l’intervento di sostegno: è indispensabile, per il personale della squadra di sostegno psicologico, tener conto, al momento dell’intervento d’aiuto, di un piano di assistenza psicologica dopo incidenti critici predisposto in precedenza. L’assistenza psicologica per il personale operativo deve così iniziare sin dal primo momento e l’intervento di sostegno deve essere indirizzato su un piano multidisciplinare e non clinico. • Sostegno naturale: utilizzare un intesa inter-gruppale già esistente in ogni squadra di pompieri; • il simile aiuta il simile ovvero l’auto-aiuto: l’assistenza psicologica necessaria subito dopo l’evento critico viene fornita da “simili”, cioè da colleghi, esperti e ben formati e supervisionati. Relativizzare e rendere semplice il processo di “sostegno psicologico”; • selezione/formazione: si formano colleghi che poi costituiranno le equipes di gestione degli eventi traumatici; • la rete: costruzione di una “rete di soccorritori”, prendendo come esempio la struttura organizzativa dei Fi.S.T. belgi (Fire Fighters & Medical Emergency Stress Team) che prevede, inoltre, una rete di mili”, cioè da colleghi, esperti e ben formati, seguiti da specialisti con il ruolo di supervisori (psicologi o psicoterapeuti). La tecnica in questione, non rifugia l’approfondimento e l’analisi delle varie possibilità, attualmente riscontrabili, per l’applicazione del debriefing psicologico. supervisori, facenti parte di un’équipe di gestione di crisi, composta in massima parte di pompieri. Tecnica d’intervento La tecnica utilizzata dalla FiST si riferisce a un debriefing psicologico o di debriefing dello stress post-traumatico (Supervized Peer Debriefing), nel quale il mutuo sostegno e l’assistenza psicologica necessaria subito dopo l’evento critico è fornita da “si- ANTINCENDIO maggio 2001 I primi interventi terapeutici, affidati ad elementi interni ai Pompieri, consistono in un piano d'azione concreto per la prevenzione, presa in carico e terapia di sostegno in caso di stress traumatico. Gli effetti dello stress traumatico sull’equilibrio psicofisico della persona Un incidente critico - avvenimento inatteso dalle conseguenze dannose per il soggetto - di- 3 SINDROME DA STRESS venta anche traumatizzante se risponde a questi quattro criteri: (a) è improvviso, violento ed inatteso; (b) dà un senso di impotenza, di panico o di collera; (c) è legato ad emozioni forti o a sensi di paura intensi; (d) pone le vittime a confronto, direttamente o indirettamente, con la morte o viene avvertita una seria minaccia all’integrità fisica propria o degli altri. Un avvenimento emozionalmente forte può, dunque, essere anche traumatizzante, ma non è detto che questa condizione si debba verificare sempre. Per evento emozionalmente scioccante s’intende un “ accadimento contingente o accidentale non leggibile all’interno di una sistematicità o di una visione organica e unitaria (U. Galimberti)”. Il carattere improvviso ed inatteso di un trauma (dal greco: ferita, lacerazione), particolarmente grave, sconvolge e terrorizza l’individuo vittima del suo irraggiamento turbandone, seriamente, l’equilibrio psicofisico. Gli avvenimenti traumatici sconvolgono le fondamenta stesse dell’uomo. L’impatto su una persona supera le esperienze abituali e causa su quasi tutti gli individui coinvolti un danno psicologico. Gli eventi traumatici non sono controllabili, per cui nessuno può veramente misurarsi con essi. Contrastare e superare gli ef4 fetti di un evento traumatico significa fare un percorso particolarmente lungo e spesso doloroso perché sconvolge la persona coinvolta che si sente turbata, ferita, privata del proprio senso di sicurezza, così da lasciare spazio a sensazioni complesse e spesso distruttive di incertezza, di colpa, di paura e di dubbio. Per rendere meglio quanto prima affermato riportiamo un passo di un articolo “Il terremoto invisibile: le reazioni psicologiche alla catastrofe” scritto da M. Crignani, psichiatra e psicoterapeuta: (…..). C’è però qualcosa d’interiore che vibra in consonanza con i tremiti della terra, che produce altre instabilità, altri danni e che ha ugualmente bisogno d’attenzione e di ricostruzione. Stiamo parlando di qualcosa d’invisibile che chiunque abbia subito l’esperienza del terremoto ha provato: il sisma che avviene dentro. È inevitabile registrare un senso di sgomento di fronte a una modificazione più grande e più potente delle possibilità di intervento di qualsiasi essere umano; è necessario attrezzarsi interiormente per fare fronte a un evento di portata enorme e, in ogni caso, superiore alle forze della singola persona. Esiste per tutti un momento ANTINCENDIO maggio 2001 iniziale di paura. Alcuni l’hanno provata nella notte del 26 settembre; altri nel corso della scossa del giorno successivo; ma tutti hanno “sentito”, provato nel loro intimo l’esperienza della paura. Il diniego di questa sensazione è un primo sintomo di allarme, perché freddezza, insensibilità, disinteresse sono l’espressione esteriore di enormi difficoltà emotive che portano al distacco dal mondo e dagli altri. In altre parole, si può dire che alcuni individui mettono in atto meccanismi difensivi estremi, caratterizzati dalla chiusura totale al mondo esterno. Questi sistemi, attraverso i quali viene denegata la realtà esterna disturbante, creano un apparente senso di tranquillità e benessere. Si potrebbe paragonare questo meccanismo alla chiusura in un bozzolo: tutto ciò che avviene all’esterno non esiste. Non sempre, però, è utile chiudersi e disinteressarsi. (…..). Qualsiasi livello di chiusura, al contrario, comporta lo sviluppo di malesseri più o meno gravi che possono arrivare a un vero e proprio disturbo psicotraumatico. D’altro canto è normale avere paura; non solo, ma è anche salutare. Su un piano strettamente fisico, la reazione d’allarme attiva una serie di meccanismi fisiologici - ben noti fin dai lavori di Selye (1936) e successivamente di Cannon (1953) sui comportamenti di attacco e fuga - che hanno un significato preparatorio, difensivo rispetto a un pericolo esterno. L’organismo si adatta a SINDROME DA STRESS livelli più alti di prestazione, utili in caso di pericolo di vita. Gli eventi traumatici, come si è visto, suscitano nelle vittime degli interrogativi e dei dubbi sul loro amor proprio e sui valori di giustizia, ordine, uguaglianza, che si è dato il mondo. Lo smarrimento emozionale provoca nelle vittime di eventi traumatici un forte desiderio di ritrovare la stabilità e di recuperare un diverso modo di interpretare la vita, con una chiara identificazione del proprio ruolo come giustificazione della propria esistenza. La minaccia del “salvatore” Chi svolge il lavoro di pompiere deve aspettarsi, prima o poi, di confrontarsi con un evento emozionalmente scioccante e/o traumatizzante, come quello de- ANTINCENDIO maggio 2001 scritto da Crignani. Un esperienza che può essere vissuta anche da altre categorie di lavoratori che svolgono un lavoro rischioso, più sopra definite helping professions (personale medico o infermieristico d’urgenza ospedaliera, ecc.). Tipologie professionali, queste ultime, costrette a confrontarsi con avvenimenti che normalmente non si verificano nella vita di una persona che svolge lavori più tranquilli. Anche se occorre doverosamente aggiungere che qualsiasi ambito lavorativo è carico di tensioni e fonte di stress. Nell’hel- 5 SINDROME DA STRESS ping professions, però, queste tensioni sono più facili da riscontrare rimarcando, con maggiore evidenza, il vero problema del contendere: l’interazione di una struttura di personalità che riveste un peculiare ruolo professionale all’interno di un sistema organizzativo pubblico o privato, o esclusivamente nel contesto sociale quando si opera come libero professionista. La sollecitazione emozionale, dunque, innescata dal conclamarsi di una esperienza scioccante non comune a cui sono esposti i “soccorritori”, in questo caso pompieri, finisce per determinare un disordine molecolare nel contenitore “persona”, all’interno del quale si muovono tante energie, percezioni, vissuti, ricordi, che faticano a coordinarsi in modo da non pregiudicare la percezione dell’immagine di Sé e del proprio ruolo che il “salvatore” detiene per aiutarsi nel suo lavoro. L’immagine di un disordine molecolare ci aiuta a meglio descrivere l’effetto di una esperienza scioccante non comune sull’individuo che, se esposto all’irraggiamento, stenta a creare meccanismi di connessione per poter valorizzare al meglio le risorse individuali e superare l’impasse. Qualora tale congiunzione tra queste molecole non si verifica, perché il “soccorritore” è abbandonato a se stesso, si determina un sentimento di minaccia nel ruolo di “salvatore” che dubiterà delle sue capacità ope6 rative, della risolutezza dei pensieri, della forza di volontà, dell’impeto dell’azione che lo contraddistingue. Il “soccorritore-vittima”, travolto da quel disordine molecolare, registrerà una forte necessità di solitudine o di quiete che sarà possibile raggiungere, nella misura in cui, l’avvenimento traumatico, a seguito di una dettagliata ricostruzione, può trovare una spiegazione o un inizio di elaborazione di episodi legati all’avvenimento traumatico evocati in maniera spontanea e senza possibilità di evitarli. ANTINCENDIO maggio 2001 E proprio la presenza di questi ricordi conferma uno stato di stress post-traumatico. Si spera, allora, come dice Erik de Soir al quale più avanti daremo la parola, che queste persone, così come l’organizzazione nella quale lavorano, siano ben preparate a fronteggiare tale impatto. Utilizzando tecniche di elaborazione psichica che Freud impiegò per indicare il concetto di lavoro applicato intrapsichico. Erik de Soir: l’esperienza del FiST A questo punto appare opportuno lasciare ad Erik de Soir la possibilità di descrivere l’esperienza della FiST. “Dover lavorare per salvare i superstiti di un incidente grave che possono aver riportate dal trauma diverse ferite o essere gravemente ustionate; operare per salvare i feriti di un grave incidente d’auto o di una catastrofe naturale, richiede sempre e comunque un buon sostegno psicologico”. Secondo un’inchiesta recente svolta a livello europeo, sembra che almeno un pompiere su dieci continui ad avvertire gli effetti negativi di uno shock traumatico subìto in conseguenza di un intervento critico. Gli effetti a breve e lungo termine di SINDROME DA STRESS stress improvvisi ed intensi che si accumulano lentamente, sembrano veramente deleteri per l’equilibrio psicologico di chi svolge un lavoro diretto al soccorso, come quello dei pompieri. Questa categoria di lavoratori, a volte senza accorgersene, riceve dei seri “colpi” dal punto di vista della salute psicologica, che si riflettono poi sul piano sociale e familiare. L’ambiente di lavoro dei pompieri è molto specifico e chiuso ed ogni intromissione di estranei viene sempre accolta con diffidenza. I numerosi tentativi di aiuto contro gli effetti dello stress post-traumatico nella pratica del lavoro del pompiere sono sempre, perlopiù, sbagliati; qualche progetto sperimentato nel passato, pur valido sul piano delle intenzioni, è risultato fallimentare perché l’approccio degli “utenti” avveniva solo perché vi potevano intravedere qualche vantaggio economico, cioè la possibilità di vedersi attribuito un risarcimento per il danno psicologico subito. L’impulso di sottrarsi al confronto sociale nelle crisi psicologiche, di non riuscire ad affermare senza timori cioè: “voglio essere sostenuto, ascoltato, aiutato da qualcuno che mi assomiglia il più possibile e che si trova in un ambiente simile al mio” è una difficoltà che viene rilevata specialmente nei pompieri. Uno degli ostacoli relazionali che avvertono i pompieri nel loro lavoro è stato addirittura individuato, studiato ed identificato scientificamente come sindrome “non recepita dagli ingegneri” (not-invented-by-engineers’-syn- drome). Sindrome “non recepita dagli ingegneri”: NIBES La scelta di affidare la direzione dei Corpi dei pompieri, sia piccoli che grandi ad ingegneri non favorisce la comprensione della necessità di introdurre nel duro lavoro quotidiano degli operatori del soccorso i cosiddetti “valori dolci”. Ciò soprattutto a causa della formazione prevalentemente tecnica di queste figure professionali, che con non poche resistenze riescono a risolvere situazioni più agevolmente gestibili da parte di altri professionisti che abbiano fruito di un percorso di formazione anche in pubbliche relazioni, leadership o gestione delle risorse umane. Un ingegnere è abituato a confrontarsi quotidianamente con problematiche di carattere tecnico; si comprende quindi come sia complicato, poi, cimentarsi con situazioni che abbiano un notevole impatto sul piano sociale od umano, per affrontare le quali non è assolutamente indispensabile aver effettuato un percorso di studi scientifici. Anzi, la necessità di risolvere emergenze non tecniche presupANTINCENDIO maggio 2001 pone una specifica formazione, che prescinde però dagli studi effettuati e che permette di far ben comprendere le particolari condizioni di sofferenza e di perdita dell’equilibrio psicologico delle vittime per indirizzarle verso il necessario aiuto finalizzato al recupero dell’integrità. Riprendiamo la parola per segnalare un interessante contributo di J. Freeman nella sua prefazione a “l’uomo e i suoi simboli” di C.G. JUNG. edizione TeaDue. Un apporto che si mostra pertinente allo scopo, in quanto, spiega le differenti caratteristiche di un metodo di ragionamento lineare, rigoroso, sillogistico da quello a spirale, quest’ultimo tipico di JUNG. “(…) Coloro che rifiutano la comunicazione con l’inconscio sono prigionieri della legge della vita conscia, formale. Seguendo la logica infallibile dell’equazione algebrica, essi svolgono i loro ragionamenti partendo da determinate premesse fissate in precedenza e arrivando a conclusioni rigorosamente dedotte” Altra cosa invece è: “ (….) ragionare sia a livello di conscio che a quello dell’inconscio. In questo caso il metodo dialettico è essenzialmente simbolico non lineare (….) girando intorno all’argomento, usando la ripetizione, presentando lo stesso oggetto a varie riprese, ogni volta da un angolo visuale leggermente diverso dal precedente,” e non avendo mai trovato “(….) nessuna singola prova conclusiva, ci si accorge improvvisamente di avere abbracciato e accolto dentro di sé una verità più ampia. Questi tipi di ragionamento procedono a 7 SINDROME DA STRESS spirale innalzandosi sopra al tema della ricerca, come un uccello che voli intorno ad un albero.” Continua De Soir: “Un’altra linea di frattura e rappresentata dalla contrapposizione del personale operativo giovane con quello più anziano. Il fatto di avere una qualifica superiore o più anni di esperienza lavorativa non è sinonimo di migliori capacità professionali. Molti giovani pompieri, per il fatto di aver potuto beneficiare di una formazione con tecniche più moderne, (evidentemente in Belgio n.d.a.) hanno sviluppato una competenza che rende il loro lavoro più efficace rispetto a quello dei colleghi più anziani. Lo stato crepuscolare della coscienza Gli interventi di soccorso emozionalmente scioccanti o traumatici possono comportare conseguenze fisiche o psichiche, dove, in assenza di lesioni cerebrali, si assiste a uno stato crepuscolare della coscienza, a un’alterazione affettiva e comportamentale e a sintomi vegetativi come tachicardia, mal di schiena, di testa o di pancia. Gli effetti di un DPTS possono condurre al ritiro dalla vita sociale, all’istinto di fuga dalle situazioni difficili, all’agitazione eccessiva o all’aggressività (anche nell’ambito della famiglia), o anche a ogni sorta di ricordi (sogni tristi, sgradevoli, flashback, ecc.) difficoltà di concentrazione e paura. De Soir ci fa sapere che : “Gli studi su questo fenomeno hanno potuto accertare che esiste una 8 notevole incidenza di patologie cardiovascolari tra i pompieri che, percentualmente, fà più vittime tra questa categoria che tra altre categorie di lavoratori; i pompieri sembrano essere più esposti a fattori di rischio cardiovascolare come l’ipertensione arteriosa, l’eccesso di peso, l’elevato tasso di colesterolo nel sangue. Tali fattori di rischio sulla sa- lute vanno ad aggiungersi ai danni prodotti sulla personalità da una cultura prevalentemente virile e maschilista, che la maggior parte delle volte si ritrova nell’ambiente di lavoro dei pompieri ben mascherata e mescolata con altri comportamenti ed atteggiamenti apparentemente innocui. Il personale del Corpo dei pompieri, composto essenzialmente di uomini che durante il loro processo di crescita si sono convinti che il pianto è una manifestazione di debolezza riservata quasi esclusivamente al “gentil sesso”, si sono abituati a reprimere ed a dissimulare i reali sentimenti, diventando maestri di cinismo e di tetro umorismo come unico sfogo. UN VALIDO SUPPORTO PER SCEGLIERE I SISTEMI DI ISOLAMENTO ELETTRICO Rinnovato e ampliato il sito web di DuPont denominato www.e-insulationsys.com che rende accessibili gratuitamente 432 sistemi di isolamento elettrico (EIS) già sottoposti a test e approvati in tutto il mondo, applicabili ad un’ampia gamma di componenti elettrici. Queste soluzioni, in cui i materiali per isolamento vengono sottoposti a test di sistema, sono stati già approvati da 190 Paesi in tutto il mondo. Il sito www.e-insulationsys.com aiuta i produttori di componenti elettrici a scegliere il sistema che meglio risponde alle specifiche della loro applicazione e fornisce informazioni utili sul recente cambiamento negli standard mondiali per dispositivi elettrici come trasformatori, relè, motori, ecc... I visitatori del sito possono consultare e scaricare materiale informativo disponibile in inglese, spagnolo, cinese e giapponese. Presto verranno aggiunte altre lingue. Un sistema di isolamento elettrico consiste in una combinazione di materiali isolanti utilizzati nei componenti elettrici. Nel caso della bobina di un relè, per esempio, questo sistema può comprendere il supporto per l’avvolgimento, gli elementi di separazione, il rivestimento del filo magnetico, la verniciatura, l’isolamento del filo di piombo e l’avvolgimento esterno. I componenti di isolamento vengono sottoposti insieme ai test e se il gruppo supera i requisiti fissati viene approvato dall’ente normatore, per esempio gli Underwriters Laboratories, come sistema di isolamento elettrico in condizioni stabilite di funzionamento. I sistemi di isolamento elettrico di DuPont usano una combinazione di materiali per isolamento di DuPont con componenti di sistema, come i fili di piombo, prodotti da altre aziende in tutto il mondo. Tra i materiali per isolamento di DuPont approvati si trovano: supporti per bobine realizzati con nove famiglie di tecnopolimeri, materiali isolanti come i film in polimmide Kapton® e i film poliestere Mylar®, gli isolanti aramidici con marchio Nomex®, vernici e smalti per cavi. ANTINCENDIO maggio 2001 SINDROME DA STRESS Ed è lo stesso meccanismo che adottano durante gli interventi di soccorso, per assicurarsi una certa distanza psicologica dalle sofferenze delle vittime, magari ricorrendo all’umorismo per preservare la propria integrità psichica. Durante il loro lavoro, quando si trovano ad affrontare situazioni estremamente impegnative, essi imparano a concentrarsi su operazioni tecniche e a distanziarsi emotivamente dai loro sentimenti ignorando le loro emozioni. Questo atteggiamento, a torto, è stato scambiato nel passato per insensibilità. Il modo in cui il pompiere gestisce i suoi senti- Le esperienze funzionali: il tunnel, l’heure d’or, John Wayne, il drago menti sembra, però, essere funzionale al suo lavoro. E proprio sulla funzionalità di alcuni comportamenti, definiamoli operativi, assunti dal pompiere durante il suo lavoro d’intervento, appare utile spendere qualche parola. Essere aggiornati tempestivamente sulle disposizioni di legge è un imperativo irrinunciabile per quanti operano nel settore antincendio. Chi possiede un indirizzo e-mail da oggi può usufruire di uno strumento di lavoro che permetterà di vedere ogni 15 giorni direttamente sul proprio computer, l’elenco dei provvedimenti normativi italiani e comunitari, purché abbonato a Antincendio, in regola con la quota di sottoscrizione. Altra condizione essenziale per ricevere il bollettino “Panorama Normativo” edito dalla EPC è compilare, in tutte le sue parti, l’allegata cartolina ed inviarla via fax a: EPC Srl - Fax 06 3313212 In presenza di un shock da visione il pompiere non ha alcuna scelta deve andare avanti nonostante l’orrore che lo scenario presenta nella data circostanza. Non può ritrarsi, fuggire, evitare, deve agire nel senso che non basta fare ma sapere anche che cosa si fa e questo sapere competente deve essere automatizzato, pena la riuscita dell’intento salvifico (il cui fallimento comporta delle serie ed immediate ripercussioni sulla percezione del ruolo) e dell’intervento stesso. via città telefono nome fax codice fiscale e P. IVA (dati indispensabili) cognome e-mail (dato indispensabile) azienda mi interesso di attività svolta dall’azienda cap Nel rispetto della Legge 675/96, indicandoci i Suoi dati Lei avrà l’opportunità di essere aggiornato su prodotti o iniziative del Gruppo editoriale EPC Informa. Solo se Lei non desiderasse ricevere ulteriori comunicazioni scriva nella riga sottostante “Non desidero alcuna comunicazione” incarico svolto all’interno dell’azienda ANTINCENDIO maggio 2001 9 SINDROME DA STRESS L’agire in fretta sapendo cosa si fa o il sapere competente del soccorritore sono definiti da Ciancio-Geri-Daidone: la melodia cinetica del pompiere cioè una successione temporale e misurata di comportamenti unitari che non può essere la somma delle parti di altri comportamenti coevi. Il susseguirsi di questi modi di agire indivisibili, determina la finalità operativa e la risoluzione del compito che costituiscono la competenza specifica del pompiere (species specifici). La melodia cinetica si definisce composta quando è rinforzata dalla presenza di un buon grado di expertise ossia quella abilità specifica in un dominio di conoscenza ben determinato che coincide essenzialmente con l’idea che “ciò che differenzia gli esperti dai non esperti non è 10 funzionali (o strutture psichiche) e come funzionano? Il resto alla prossima puntata. Conclusioni tanto l’uso di strategie di “potenza” del sistema quanto l’uso di strategie di “conoscenza” (Rumiati-Bonini). Insomma la prestazione rapida e accurata richiesta e che tutti si aspettano dal pompiere, è il risultato non solo della memoria esperta, ma anche di un altro beneficio prodotto dalla pratica: l’automaticità del compiere certi aspetti di un compito. Laddove questo gradiente expertise è debole, incerto o del tutto assente il pompiere ricorre alle esperienze funzionali. Rifacendosi, per similitudine, ad uno dei principi del funzionalismo (James-Dewey), che interpreta i fenomeni psichici come funzioni attraverso cui l’organismo si adatta all’ambiente, è opportuno porsi alcune domande: a che cosa servono queste esperienze ANTINCENDIO maggio 2001 La prima parte dell’articolo si conclude introducendo le esperienze funzionali del pompiere: il tunnel, l’heure d’or, John Wayne, il drago, la sindrome di Geova e della Grande Madre. Tutte trattate nella seconda parte che sarà, si auspica, pubblicata su questa stessa rivista. E’ stato comunque interessante, fino a questo momento, trattare, per la prima volta in assoluto, temi quali: il soccorritore fluttuante, la melodia cinetica, l’expertise del pompiere, il disagio di questo nel formulare una richiesta d’aiuto per provare ad elaborare emozioni e vissuti causati ad esempio da uno choc da visone, l’illustrazione del modello FiST, ideato da Erik De Soir, utilizzato proprio per consentire tale elaborazione attraverso l’auto aiuto (self-help) e il debrifing. Si approfitta per ringraziare calorosamente il collega Enzo Clemente di Foggia, per l’impegno profuso nel rintracciare, tradurre e commentare le pubblicazione in francese e in inglese di Erik De Soir e di altri autori.