lo stress traumatico nel lavoro dei vigili del fuoco

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LO STRESS TRAUMATICO
NEL LAVORO
DEI VIGILI DEL FUOCO
Secondo una recente inchiesta europea almeno un pompiere su dieci
avverte gli effetti negativi subiti in conseguenza di un intervento critico
Giovanni Ciancio - Vigile del fuoco
Nel presente articolo saranno
considerate le conseguenze che
un evento traumatico determina
su un individuo e si tenterà, inoltre, di spiegare il perché un pompiere trova difficoltà ad esternare un qualche disagio psicologico qualora assiste a scene raccapriccianti o se coinvolto in operazioni di soccorso particolari e
prolungate.
Disagi psicologici che, seppur
provvisori e qualora inespressi,
causano una palese difficoltà a
formulare una richiesta d’aiuto da
parte di una categoria così specifica e così ben delineata nell’immaginario collettivo come
quella dei pompieri.
In seguito si avrà modo di leggere quali sono, attualmente, le
possibilità di fornire un efficace
sostegno ai pompieri impegnati
nei settori operativi. Questi ultimi,
ormai, compresi tra quelle professioni in costante relazione
d’aiuto che l’attuale letteratura definisce helping professions.
Un’azione di sostegno psicologico rivolto ai pompieri, che si
esplica, sostanzialmente, in tre
fasi: la prevenzione, il primo contatto ed il modo di trattare lo
stress post-traumatico attraverso
la creazione di una rete di “simili”, cioè di squadre operative specializzate a fornire aiuto ai colleghi colpiti da esperienze scioccanti non comuni, come per
esempio: disastri, alluvioni, gravi
incidenti, incendi eccetera. Lo
scopo è quello di dimostrare che
l’apporto immediato e competente di un sostegno psicologico
prestato alle vittime di un trauma,
può essere realizzato, nel caso
dei pompieri, utilizzando personale interno - non psicologo, non
psichiatra -, opportunamente formato, per condurre colloqui “psicologicamente riparatori”.
Il disagio del pompiere
Con il termine “esperienze
scioccanti” o “avvenimento stressante” si indicano momenti della
vita di un individuo, che si pos-
ANTINCENDIO maggio 2001
sono obiettivamente identificare,
delimitare e circoscrivere nel tempo.
Tali esperienze scioccanti modificano l’assetto di vita di una
persona in modo variabile ma
consistente, richiedendole uno
sforzo di adattamento alla nuova
condizione. Il ruolo di avvenimenti
spaventosi nella vita di una persona è stato descritto per la prima volta alla fine del secolo scorso, quando fu esposto il concetto di nevrosi traumatica ad opera di uno psichiatra tedesco.
Successivamente il concetto
fu riformulato in nervrosi da spavento che insorgeva allorquando
si verificavano fatti che suscitavano ansia e spavento: incendi,
deragliamenti o collisioni di treni
eccetera.
Nevrosi traumatica e nevrosi
da spavento sono precursori dell’odierno disturbo post-traumatico da stress.
Nella storia della psicologia e
psichiatria, il concetto di evento
stressante è stato presente sotto molte forme: per esempio, nevrosi di guerra un fenomeno largamente diffuso in tutti gli eserciti al fronte durante e dopo i due
conflitti mondiali oppure all’epoca della guerra in Vietnam e così via (Vedere il film Regeneration GB, 1997 Regia Gilles
Mackinnon Soggetto dal romanzo omonimo di Pat Barker).
1
SINDROME
DA STRESS
Proprio tale esperienza vissuta da migliaia di persone, forse, ha contribuito - in ambito clinico - allo sviluppo e progettazione di metodi per rilevare, misurare e quantificare gli eventi
esistenziali stressanti e il loro impatto sull’individuo. In occasione
di un articolo apparso di recente
su questa rivista Ciancio-Scardigli-Digiambernardino riportavano
che attualmente l'identificazione
nosografica, disciplina della medicina che si occupa della descrizione delle malattie in tutti i
suoi aspetti, distingue due grandi categorie di disturbi conseguenti ad avvenimenti esistenziali
stressanti:
•
Reazioni acute a stress
o Reazioni d'adattamento
caratterizzate da disturbi transitori in risposta a condizioni
eccezionali di stress psicofisico come catastrofi naturali, disastri, eventi scioccanti eccetera.
In tali circostanze insorgono
panico, ansia, paura, eccitabilità, depressione, fughe che
durano, in genere, ore o giorni. Al momento, però, non esiste un'ipotesi precisa. La descrizione e classificazione delle Reazioni acute a stress o
Reazioni d'adattamento fin qui
riportata, rientra nella Classificazione Internazionale dei
Disagi Mentali (ICD) adottata
dalla Organizzazione Mondiale della Sanità.
•
Disturbo Post-Traumatico
da stress o DPTS
questo termine è stato intro-
2
ne utilizzati per descrivere le cause, i sintomi e le opportune terapie come abbiamo brevemente
visto. Fino a qui una veloce considerazione sul concetto di evento traumatico stressante fin qui
gli autori dell’articolo il Dilemma
del Soccorritore.
dotto dagli americani negli anni 80. Questo disturbo insorge come conseguenza di una
esperienza scioccante non comune, come per esempio: disastri, alluvioni, gravi incidenti, incendi eccetera. Il disturbo
può presentarsi immediatamente dopo il trauma o insorgere a distanza di tempo (la
presenza di DPTS è stata riscontrata a distanza di 2 anni
in soggetti impegnati per giorni a spegnere un incendio).
La sintomatologia che si riscontra in casi di DPTS, è contrassegnata da stati d'ansia, sogni e ricordi angosciosi, sensazioni di rivivere l'evento, evitamento di situazioni che lo ricordano, distacco dagli altri, riduzione della capacità affettiva, insonnia, scoppi di collera, ipervigilanza, smarrimento delle reazioni emozionali.
Secondo il Manuale americano di Statistica e Diagnostica dei
Disagi Mentali (DSM) - una sorta di guida Michelin dei cosiddetti disturbi mentali -, tale complessa sintomatologia, per essere diagnosticata, deve insistere
nell'individuo almeno un mese.
Entrambe le categorie, classificate ICD o DSM, possono essere sovrapponibili anche se diversi sono i sistemi di classificazioANTINCENDIO maggio 2001
Nei Vigili
del fuoco
Nei Vigili del Fuoco le conseguenze di eventi esistenziali
stressanti, connesse alle attività
di soccorso, sono state osservate dai Firefighter & Medical Emergency Stress Team della città di
Bourg Leopold provincia di Limbourg in Belgio (da ora in poi FiST). Studi e attente considerazioni su di un aspetto del ciclo
produttivo delle professioni d’aiuto che già un’altra volta questa rivista ha ospitato.
I pompieri di Bourg Leopold,
supervisionati da Erik de Soir Psicologo e Psicoterapeuta, Comandante del Corpo dei SapeurPompier/Ambulancier volontari e
titolare della cattedra di Psicologia alla Reale Scuola Militare di
Bruxelles, hanno elaborato e introdotto un recente modello d’intervento, di seguito descritto, per
accogliere e assistere soccorritori in genere (pompieri, medici,
infermieri ecc.) affetti da sindrome post-traumatica da stress.
Il modello
d’intervento
•
Il puzzle dell’intervento o sociodramma: ricostruzione dell’evento traumatico con i par-
SINDROME
DA STRESS
tecipanti che rivestono tutti il
ruolo di soccorritori e tutti
ugualmente bisognosi di sostegno;
•
l’intervento di sostegno: è indispensabile, per il personale
della squadra di sostegno psicologico, tener conto, al momento dell’intervento d’aiuto,
di un piano di assistenza psicologica dopo incidenti critici
predisposto in precedenza.
L’assistenza psicologica per il
personale operativo deve così iniziare sin dal primo momento e
l’intervento di sostegno deve essere indirizzato su un piano multidisciplinare e non clinico.
•
Sostegno naturale: utilizzare
un intesa inter-gruppale già
esistente in ogni squadra di
pompieri;
•
il simile aiuta il simile ovvero
l’auto-aiuto: l’assistenza psicologica necessaria subito dopo l’evento critico viene fornita da “simili”, cioè da colleghi,
esperti e ben formati e supervisionati. Relativizzare e rendere semplice il processo di
“sostegno psicologico”;
•
selezione/formazione: si formano colleghi che poi costituiranno le equipes di gestione degli eventi traumatici;
•
la rete: costruzione di una “rete di soccorritori”, prendendo
come esempio la struttura organizzativa dei Fi.S.T. belgi
(Fire Fighters & Medical
Emergency Stress Team) che
prevede, inoltre, una rete di
mili”, cioè da colleghi, esperti e
ben formati, seguiti da specialisti
con il ruolo di supervisori (psicologi o psicoterapeuti). La tecnica
in questione, non rifugia l’approfondimento e l’analisi delle varie possibilità, attualmente riscontrabili, per l’applicazione del
debriefing psicologico.
supervisori, facenti parte di
un’équipe di gestione di crisi,
composta in massima parte di
pompieri.
Tecnica d’intervento
La tecnica utilizzata dalla FiST si riferisce a un debriefing psicologico o di debriefing dello
stress post-traumatico (Supervized Peer Debriefing), nel quale il
mutuo sostegno e l’assistenza
psicologica necessaria subito dopo l’evento critico è fornita da “si-
ANTINCENDIO maggio 2001
I primi interventi terapeutici,
affidati ad elementi interni ai
Pompieri, consistono in un piano
d'azione concreto per la prevenzione, presa in carico e terapia di
sostegno in caso di stress traumatico.
Gli effetti dello stress
traumatico sull’equilibrio
psicofisico della persona
Un incidente critico - avvenimento inatteso dalle conseguenze dannose per il soggetto - di-
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SINDROME
DA STRESS
venta anche traumatizzante se risponde a questi quattro criteri:
(a) è improvviso, violento ed
inatteso;
(b) dà un senso di impotenza, di
panico o di collera;
(c) è legato ad emozioni forti o
a sensi di paura intensi;
(d) pone le vittime a confronto,
direttamente o indirettamente, con la morte o viene avvertita una seria minaccia all’integrità fisica propria o degli altri.
Un avvenimento emozionalmente forte può, dunque, essere
anche traumatizzante, ma non è
detto che questa condizione si
debba verificare sempre.
Per evento emozionalmente
scioccante s’intende un “ accadimento contingente o accidentale
non leggibile all’interno di una sistematicità o di una visione organica e unitaria (U. Galimberti)”.
Il carattere improvviso ed inatteso di un trauma (dal greco: ferita, lacerazione), particolarmente grave, sconvolge e terrorizza
l’individuo vittima del suo irraggiamento turbandone, seriamente, l’equilibrio psicofisico.
Gli avvenimenti traumatici
sconvolgono le fondamenta stesse dell’uomo. L’impatto su una
persona supera le esperienze
abituali e causa su quasi tutti gli
individui coinvolti un danno psicologico.
Gli eventi traumatici non sono
controllabili, per cui nessuno può
veramente misurarsi con essi.
Contrastare e superare gli ef4
fetti di un evento traumatico significa fare un percorso particolarmente lungo e spesso doloroso perché sconvolge la persona
coinvolta che si sente turbata, ferita, privata del proprio senso di
sicurezza, così da lasciare spazio a sensazioni complesse e
spesso distruttive di incertezza,
di colpa, di paura e di dubbio. Per
rendere meglio quanto prima affermato riportiamo un passo di un
articolo “Il terremoto invisibile: le
reazioni psicologiche alla catastrofe” scritto da M. Crignani, psichiatra e psicoterapeuta:
(…..). C’è però qualcosa d’interiore che vibra in consonanza
con i tremiti della terra, che produce altre instabilità, altri danni e
che ha ugualmente bisogno d’attenzione e di ricostruzione. Stiamo parlando di qualcosa d’invisibile che chiunque abbia subito
l’esperienza del terremoto ha provato: il sisma che avviene dentro.
È inevitabile registrare un senso di sgomento di fronte a una
modificazione più grande e più
potente delle possibilità di intervento di qualsiasi essere umano;
è necessario attrezzarsi interiormente per fare fronte a un evento di portata enorme e, in ogni caso, superiore alle forze della singola persona.
Esiste per tutti un momento
ANTINCENDIO maggio 2001
iniziale di paura.
Alcuni l’hanno provata nella
notte del 26 settembre; altri nel
corso della scossa del giorno
successivo; ma tutti hanno “sentito”, provato nel loro intimo l’esperienza della paura.
Il diniego di questa sensazione è un primo sintomo di allarme,
perché freddezza, insensibilità,
disinteresse sono l’espressione
esteriore di enormi difficoltà emotive che portano al distacco dal
mondo e dagli altri.
In altre parole, si può dire che
alcuni individui mettono in atto
meccanismi difensivi estremi, caratterizzati dalla chiusura totale
al mondo esterno.
Questi sistemi, attraverso i
quali viene denegata la realtà
esterna disturbante, creano un
apparente senso di tranquillità e
benessere. Si potrebbe paragonare questo meccanismo alla
chiusura in un bozzolo: tutto ciò
che avviene all’esterno non esiste.
Non sempre, però, è utile
chiudersi e disinteressarsi. (…..).
Qualsiasi livello di chiusura, al
contrario, comporta lo sviluppo di
malesseri più o meno gravi che
possono arrivare a un vero e proprio disturbo psicotraumatico.
D’altro canto è normale avere
paura; non solo, ma è anche salutare.
Su un piano strettamente fisico, la reazione d’allarme attiva
una serie di meccanismi fisiologici - ben noti fin dai lavori di
Selye (1936) e successivamente
di Cannon (1953) sui comportamenti di attacco e fuga - che hanno un significato preparatorio, difensivo rispetto a un pericolo
esterno. L’organismo si adatta a
SINDROME
DA STRESS
livelli più alti di prestazione, utili
in caso di pericolo di vita.
Gli eventi traumatici, come si
è visto, suscitano nelle vittime degli interrogativi e dei dubbi sul loro amor proprio e sui valori di giustizia, ordine, uguaglianza, che si
è dato il mondo.
Lo smarrimento emozionale
provoca nelle vittime di eventi
traumatici un forte desiderio di ritrovare la stabilità e di recuperare un diverso modo di interpretare la vita, con una chiara identificazione del proprio ruolo come
giustificazione della propria esistenza.
La minaccia
del “salvatore”
Chi svolge il lavoro di pompiere deve aspettarsi, prima o poi,
di confrontarsi con un evento
emozionalmente scioccante e/o
traumatizzante, come quello de-
ANTINCENDIO maggio 2001
scritto da Crignani. Un esperienza che può essere vissuta anche
da altre categorie di lavoratori che
svolgono un lavoro rischioso, più
sopra definite helping professions
(personale medico o infermieristico d’urgenza ospedaliera,
ecc.).
Tipologie professionali, queste ultime, costrette a confrontarsi
con avvenimenti che normalmente non si verificano nella vita di una persona che svolge lavori più tranquilli.
Anche se occorre doverosamente aggiungere che qualsiasi
ambito lavorativo è carico di tensioni e fonte di stress. Nell’hel-
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SINDROME
DA STRESS
ping professions, però, queste
tensioni sono più facili da riscontrare rimarcando, con maggiore
evidenza, il vero problema del
contendere: l’interazione di una
struttura di personalità che riveste un peculiare ruolo professionale all’interno di un sistema organizzativo pubblico o privato, o
esclusivamente nel contesto sociale quando si opera come libero professionista.
La sollecitazione emozionale,
dunque, innescata dal conclamarsi di una esperienza scioccante non comune a cui sono
esposti i “soccorritori”, in questo
caso pompieri, finisce per determinare un disordine molecolare
nel contenitore “persona”, all’interno del quale si muovono tante
energie, percezioni, vissuti, ricordi, che faticano a coordinarsi
in modo da non pregiudicare la
percezione dell’immagine di Sé e
del proprio ruolo che il “salvatore” detiene per aiutarsi nel suo lavoro.
L’immagine di un disordine
molecolare ci aiuta a meglio descrivere l’effetto di una esperienza scioccante non comune sull’individuo che, se esposto
all’irraggiamento, stenta
a creare meccanismi di
connessione per poter
valorizzare al meglio le
risorse individuali e superare l’impasse.
Qualora tale congiunzione tra queste
molecole non si verifica,
perché il “soccorritore”
è abbandonato a se stesso,
si determina un sentimento di minaccia nel ruolo di
“salvatore” che dubiterà
delle sue capacità ope6
rative, della risolutezza dei pensieri, della forza di volontà, dell’impeto dell’azione che lo contraddistingue.
Il “soccorritore-vittima”, travolto
da quel disordine molecolare, registrerà una forte necessità di solitudine o di quiete che sarà possibile raggiungere, nella misura
in cui, l’avvenimento traumatico,
a seguito di una dettagliata ricostruzione, può trovare una spiegazione o un inizio di elaborazione di episodi legati all’avvenimento traumatico evocati in maniera spontanea e senza possibilità di evitarli.
ANTINCENDIO maggio 2001
E proprio la presenza di questi ricordi conferma uno stato di
stress post-traumatico.
Si spera, allora, come dice
Erik de Soir al quale più avanti
daremo la parola, che queste
persone, così come l’organizzazione nella quale lavorano, siano
ben preparate a fronteggiare tale impatto. Utilizzando tecniche di
elaborazione psichica che Freud
impiegò per indicare il concetto
di lavoro applicato intrapsichico.
Erik de Soir:
l’esperienza
del FiST
A questo punto appare opportuno lasciare ad Erik de Soir
la possibilità di descrivere l’esperienza della FiST.
“Dover lavorare per salvare i
superstiti di un incidente grave
che possono aver riportate dal
trauma diverse ferite o essere
gravemente ustionate; operare
per salvare i feriti di un grave
incidente d’auto o di una catastrofe naturale, richiede sempre e comunque un buon sostegno psicologico”.
Secondo un’inchiesta
recente
svolta a livello europeo, sembra che almeno un pompiere
su dieci continui ad
avvertire gli effetti
negativi di uno
shock traumatico
subìto in conseguenza di un intervento critico.
Gli effetti a breve
e lungo termine di
SINDROME
DA STRESS
stress improvvisi ed intensi che
si accumulano lentamente, sembrano veramente deleteri per l’equilibrio psicologico di chi svolge
un lavoro diretto al soccorso, come quello dei pompieri.
Questa categoria di lavoratori, a volte senza accorgersene, riceve dei seri “colpi” dal punto di
vista della salute psicologica, che
si riflettono poi sul piano sociale
e familiare.
L’ambiente di lavoro dei pompieri è molto specifico e chiuso
ed ogni intromissione di estranei
viene sempre accolta con diffidenza.
I numerosi tentativi di aiuto
contro gli effetti dello stress post-traumatico nella pratica del lavoro del pompiere sono sempre,
perlopiù, sbagliati; qualche progetto sperimentato nel passato,
pur valido sul piano delle intenzioni, è risultato fallimentare perché l’approccio degli “utenti” avveniva solo perché vi potevano
intravedere qualche vantaggio
economico, cioè la possibilità di
vedersi attribuito un risarcimento
per il danno psicologico subito.
L’impulso di sottrarsi al confronto sociale nelle crisi psicologiche, di non riuscire ad affermare senza timori cioè: “voglio
essere sostenuto, ascoltato, aiutato da qualcuno che mi assomiglia il più possibile e che si trova
in un ambiente simile al mio” è
una difficoltà che viene rilevata
specialmente nei pompieri.
Uno degli ostacoli relazionali
che avvertono i pompieri nel loro
lavoro è stato addirittura individuato, studiato ed identificato
scientificamente come sindrome
“non recepita dagli ingegneri”
(not-invented-by-engineers’-syn-
drome).
Sindrome “non recepita
dagli ingegneri”: NIBES
La scelta di affidare la direzione dei Corpi dei pompieri, sia
piccoli che grandi ad ingegneri
non favorisce la comprensione
della necessità di introdurre nel
duro lavoro quotidiano degli operatori del soccorso i cosiddetti
“valori dolci”.
Ciò soprattutto a causa della
formazione prevalentemente tecnica di queste figure professionali, che con non poche resistenze riescono a risolvere situazioni più agevolmente gestibili da parte di altri professionisti
che abbiano fruito di un percorso
di formazione anche in pubbliche
relazioni, leadership o gestione
delle risorse umane. Un ingegnere è abituato a confrontarsi
quotidianamente con problematiche di carattere tecnico; si comprende quindi come sia complicato, poi, cimentarsi con situazioni che abbiano un notevole impatto sul piano sociale od umano, per affrontare le quali non è
assolutamente indispensabile
aver effettuato un percorso di studi scientifici.
Anzi, la necessità di risolvere
emergenze non tecniche presupANTINCENDIO maggio 2001
pone una specifica formazione,
che prescinde però dagli studi effettuati e che permette di far ben
comprendere le particolari condizioni di sofferenza e di perdita
dell’equilibrio psicologico delle vittime per indirizzarle verso il necessario aiuto finalizzato al recupero dell’integrità.
Riprendiamo la parola per segnalare un interessante contributo di J. Freeman nella sua prefazione a “l’uomo e i suoi simboli” di C.G. JUNG. edizione TeaDue. Un apporto che si mostra
pertinente allo scopo, in quanto,
spiega le differenti caratteristiche
di un metodo di ragionamento lineare, rigoroso, sillogistico da
quello a spirale, quest’ultimo tipico di JUNG.
“(…) Coloro che rifiutano la
comunicazione con l’inconscio
sono prigionieri della legge della
vita conscia, formale. Seguendo
la logica infallibile dell’equazione
algebrica, essi svolgono i loro ragionamenti partendo da determinate premesse fissate in precedenza e arrivando a conclusioni
rigorosamente dedotte”
Altra cosa invece è: “ (….) ragionare sia a livello di conscio
che a quello dell’inconscio. In
questo caso il metodo dialettico
è essenzialmente simbolico non
lineare (….) girando intorno all’argomento, usando la ripetizione, presentando lo stesso oggetto a varie riprese, ogni volta da
un angolo visuale leggermente
diverso dal precedente,” e non
avendo mai trovato “(….) nessuna singola prova conclusiva, ci si
accorge improvvisamente di avere abbracciato e accolto dentro di
sé una verità più ampia. Questi
tipi di ragionamento procedono a
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SINDROME
DA STRESS
spirale innalzandosi sopra al tema della ricerca, come un uccello che voli intorno ad un albero.”
Continua De Soir: “Un’altra linea di frattura e rappresentata
dalla contrapposizione del personale operativo giovane con
quello più anziano. Il fatto di avere una qualifica superiore o più
anni di esperienza lavorativa non
è sinonimo di migliori capacità
professionali.
Molti giovani pompieri, per il
fatto di aver potuto beneficiare di
una formazione con tecniche più
moderne, (evidentemente in Belgio n.d.a.) hanno sviluppato una
competenza che rende il loro lavoro più efficace rispetto a quello dei colleghi più anziani.
Lo stato crepuscolare
della coscienza
Gli interventi di soccorso emozionalmente scioccanti o traumatici possono comportare conseguenze fisiche o psichiche, dove, in assenza di lesioni cerebrali, si assiste a uno stato crepuscolare della coscienza, a un’alterazione affettiva e comportamentale e a sintomi vegetativi come tachicardia, mal di schiena,
di testa o di pancia.
Gli effetti di un DPTS possono condurre al ritiro dalla vita sociale, all’istinto di fuga dalle situazioni difficili, all’agitazione eccessiva o all’aggressività (anche
nell’ambito della famiglia), o anche a ogni sorta di ricordi (sogni
tristi, sgradevoli, flashback, ecc.)
difficoltà di concentrazione e paura. De Soir ci fa sapere che : “Gli
studi su questo fenomeno hanno
potuto accertare che esiste una
8
notevole incidenza di patologie
cardiovascolari tra i pompieri che,
percentualmente, fà più vittime
tra questa categoria che tra altre
categorie di lavoratori; i pompieri sembrano essere più esposti a
fattori di rischio cardiovascolare
come l’ipertensione arteriosa,
l’eccesso di peso, l’elevato tasso
di colesterolo nel sangue.
Tali fattori di rischio sulla sa-
lute vanno ad aggiungersi ai danni prodotti sulla personalità da
una cultura prevalentemente virile e maschilista, che la maggior
parte delle volte si ritrova nell’ambiente di lavoro dei pompieri
ben mascherata e mescolata con
altri comportamenti ed atteggiamenti apparentemente innocui.
Il personale del Corpo dei
pompieri, composto essenzialmente di uomini che durante il loro processo di crescita si sono
convinti che il pianto è una manifestazione di debolezza riservata quasi esclusivamente al “gentil sesso”, si sono abituati a reprimere ed a dissimulare i reali
sentimenti, diventando maestri di
cinismo e di tetro umorismo come unico sfogo.
UN VALIDO SUPPORTO PER SCEGLIERE
I SISTEMI DI ISOLAMENTO ELETTRICO
Rinnovato e ampliato il sito web di DuPont denominato www.e-insulationsys.com che
rende accessibili gratuitamente 432 sistemi di isolamento elettrico (EIS) già sottoposti
a test e approvati in tutto il mondo, applicabili ad un’ampia gamma di componenti
elettrici. Queste soluzioni, in cui i materiali per isolamento vengono sottoposti a test
di sistema, sono stati già approvati da 190 Paesi in tutto il mondo.
Il sito www.e-insulationsys.com aiuta i produttori di componenti elettrici a scegliere il
sistema che meglio risponde alle specifiche della loro applicazione e fornisce informazioni utili sul recente cambiamento negli standard mondiali per dispositivi elettrici
come trasformatori, relè, motori, ecc... I visitatori del sito possono consultare e scaricare materiale informativo disponibile in inglese, spagnolo, cinese e giapponese. Presto verranno aggiunte altre lingue. Un sistema di isolamento elettrico consiste in una
combinazione di materiali isolanti utilizzati nei componenti elettrici.
Nel caso della bobina di un relè, per esempio, questo sistema può comprendere il
supporto per l’avvolgimento, gli elementi di separazione, il rivestimento del filo magnetico, la verniciatura, l’isolamento del filo di piombo e l’avvolgimento esterno. I
componenti di isolamento vengono sottoposti insieme ai test e se il gruppo supera i
requisiti fissati viene approvato dall’ente normatore, per esempio gli Underwriters Laboratories, come sistema di isolamento elettrico in condizioni stabilite di funzionamento.
I sistemi di isolamento elettrico di DuPont usano una combinazione di materiali per
isolamento di DuPont con componenti di sistema, come i fili di piombo, prodotti da
altre aziende in tutto il mondo. Tra i materiali per isolamento di DuPont approvati si
trovano: supporti per bobine realizzati con nove famiglie di tecnopolimeri, materiali
isolanti come i film in polimmide Kapton® e i film poliestere Mylar®, gli isolanti aramidici con marchio Nomex®, vernici e smalti per cavi.
ANTINCENDIO maggio 2001
SINDROME
DA STRESS
Ed è lo stesso meccanismo
che adottano durante gli interventi
di soccorso, per assicurarsi una
certa distanza psicologica dalle
sofferenze delle vittime, magari
ricorrendo all’umorismo per preservare la propria integrità psichica. Durante il loro lavoro,
quando si trovano ad affrontare
situazioni estremamente impegnative, essi imparano a concentrarsi su operazioni tecniche
e a distanziarsi emotivamente dai
loro sentimenti ignorando le loro
emozioni.
Questo atteggiamento, a torto, è stato scambiato nel passato per insensibilità. Il modo in cui
il pompiere gestisce i suoi senti-
Le esperienze funzionali:
il tunnel, l’heure d’or, John
Wayne, il drago
menti sembra, però, essere funzionale al suo lavoro. E proprio
sulla funzionalità di alcuni comportamenti, definiamoli operativi,
assunti dal pompiere durante il
suo lavoro d’intervento, appare
utile spendere qualche parola.
Essere aggiornati tempestivamente sulle disposizioni di legge è un
imperativo irrinunciabile per quanti operano nel settore antincendio.
Chi possiede un indirizzo e-mail da oggi può usufruire di uno strumento
di lavoro che permetterà di vedere ogni 15 giorni direttamente sul proprio
computer, l’elenco dei provvedimenti normativi italiani e comunitari, purché
abbonato a Antincendio, in regola con la quota di sottoscrizione.
Altra condizione essenziale per ricevere il bollettino “Panorama
Normativo” edito dalla EPC è compilare, in tutte le sue parti, l’allegata
cartolina ed inviarla via fax a: EPC Srl - Fax 06 3313212
In presenza di un shock da visione il pompiere non ha alcuna
scelta deve andare avanti nonostante l’orrore che lo scenario
presenta nella data circostanza.
Non può ritrarsi, fuggire, evitare,
deve agire nel senso che non basta fare ma sapere anche che cosa si fa e questo sapere competente deve essere automatizzato, pena la riuscita dell’intento salvifico (il cui fallimento comporta
delle serie ed immediate ripercussioni sulla percezione del ruolo) e
dell’intervento stesso.
via
città
telefono
nome
fax
codice fiscale e P. IVA (dati indispensabili)
cognome
e-mail (dato indispensabile)
azienda
mi interesso di
attività svolta dall’azienda
cap
Nel rispetto della Legge 675/96, indicandoci i Suoi dati Lei avrà l’opportunità di
essere aggiornato su prodotti o iniziative del Gruppo editoriale EPC Informa. Solo se
Lei non desiderasse ricevere ulteriori comunicazioni scriva nella riga sottostante “Non
desidero alcuna comunicazione”
incarico svolto all’interno dell’azienda
ANTINCENDIO maggio 2001
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SINDROME
DA STRESS
L’agire in fretta sapendo cosa
si fa o il sapere competente del
soccorritore sono definiti da Ciancio-Geri-Daidone: la melodia cinetica del pompiere cioè una successione temporale e misurata di
comportamenti unitari che non può
essere la somma delle parti di altri comportamenti coevi.
Il susseguirsi di questi modi di
agire indivisibili, determina la finalità operativa e la risoluzione del
compito che costituiscono la competenza specifica del pompiere
(species specifici). La melodia cinetica si definisce composta quando è rinforzata dalla presenza di
un buon grado di expertise ossia
quella abilità specifica in un dominio di conoscenza ben determinato che coincide essenzialmente
con l’idea che “ciò che differenzia
gli esperti dai non esperti non è
10
funzionali (o strutture psichiche) e
come funzionano?
Il resto alla prossima puntata.
Conclusioni
tanto l’uso di strategie di “potenza”
del sistema quanto l’uso di strategie di “conoscenza” (Rumiati-Bonini). Insomma la prestazione rapida e accurata richiesta e che tutti si aspettano dal pompiere, è il risultato non solo della memoria
esperta, ma anche di un altro beneficio prodotto dalla pratica: l’automaticità del compiere certi aspetti di un compito. Laddove questo
gradiente expertise è debole, incerto o del tutto assente il pompiere ricorre alle esperienze funzionali. Rifacendosi, per similitudine, ad uno dei principi del funzionalismo (James-Dewey), che
interpreta i fenomeni psichici come funzioni attraverso cui l’organismo si adatta all’ambiente, è
opportuno porsi alcune domande: a che cosa servono queste esperienze
ANTINCENDIO maggio 2001
La prima parte dell’articolo si
conclude introducendo le esperienze funzionali del pompiere: il
tunnel, l’heure d’or, John Wayne,
il drago, la sindrome di Geova e
della Grande Madre. Tutte trattate
nella seconda parte che sarà, si
auspica, pubblicata su questa stessa rivista.
E’ stato comunque interessante, fino a questo momento, trattare, per la prima volta in assoluto,
temi quali: il soccorritore fluttuante, la melodia cinetica, l’expertise
del pompiere, il disagio di questo
nel formulare una richiesta d’aiuto per provare ad elaborare emozioni e vissuti causati ad esempio
da uno choc da visone, l’illustrazione del modello FiST, ideato da
Erik De Soir, utilizzato proprio per
consentire tale elaborazione attraverso l’auto aiuto (self-help) e il
debrifing.
Si approfitta per ringraziare calorosamente il collega Enzo Clemente di Foggia, per l’impegno
profuso nel rintracciare, tradurre e commentare le
pubblicazione in francese e in inglese di
Erik De Soir e di altri
autori.
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