MOTIVAZIONE EMILIO COLOMBO La giuria del Premio Internazionale “Vittorino Colombo” ha deciso di conferire l’edizione 2003 all’on. Emilio Colombo. Padre costituente, è stato nominato senatore a vita il 14 gennaio 2003 dal Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi per “aver onorato la Patria con altissimi meriti nel campo sociale”; è anche Presidente dell’Istituto Giuseppe Toniolo di Studi Superiori, Ente fondatore dell’Università Cattolica del Sacro Cuore. Emilio Colombo, grazie a una prestigiosa storia personale, può essere annoverato tra i grandi statisti della storia repubblicana del nostro Paese. Nella sua lunga esperienza parlamentare, e soprattutto nei suoi diversi incarichi di governo nazionali ed europei, è riuscito a rendere patrimonio comune e condiviso una politica orientata alla crescita morale e civile dell’intero Paese. Emilio Colombo nasce l’11 aprile 1920 a Potenza. Dottore in Giurisprudenza, apre la sua esperienza sociale ricoprendo l’incarico di Vice Presidente Nazionale della Gioventù italiana di Azione Cattolica. Nel 1948, all’età di soli 26 anni, è eletto Deputato alla Costituente nella Circoscrizione di Potenza-Matera e siede in Parlamento per dieci legislature, ricoprendo, tra le altre, le cariche di Ministro delle Finanze, del Tesoro e degli Esteri. È per due volte Presidente del Consiglio dei Ministri e, grazie al suo impegno europeista, nel 1977 è eletto Presidente del Parlamento Europeo. 1. L’impegno in Italia Nel 1948 Emilio Colombo viene eletto Deputato al Parlamento. In tutte le elezioni successive viene confermato con larghissimo suffragio, collocandosi sempre fra i primi eletti in Italia. Sottosegretario al Ministero dell’Agricoltura nel V e VI Ministero De Gasperi, nel Ministero Pella, nel I Ministero Fanfani e nel Ministero Scelba, è tra i protagonisti della Riforma Agraria messa a punto da Antonio Segni. Ministro per l’Agricoltura e Foreste nel I Governo Segni (1955) e nel Governo Zoli. È Ministro del Commercio con l’Estero nel II Governo Fanfani e Ministro dell'Industria nel II Governo Segni (1959) e successivamente nel Governo Tambroni, nel III e IV Governo Fanfani. Rappresenta l’Italia nel Consiglio dei Ministri della CEE e porta a termine le trattative per l’associazione alla Comunità Europea dei Paesi Africani, che dette vita alle convenzioni di 1 Yaoundé-Lomè. Partecipa da protagonista alla definizione delle politiche della Comunità europea, con particolare riguardo a quella agricola e a quella regionale. In questo periodo, negozia il Trattato per l’allargamento della Comunità all’Inghilterra, alla Danimarca e all’Irlanda, che firmerà successivamente in qualità di Presidente del Consiglio dei Ministri insieme con il Ministro degli Esteri Aldo Moro. È Ministro del Tesoro nel I Governo Leone (1963) e nel I, II e III Governo Moro, nel II Governo Leone e nel I Governo Rumor. Durante l’incarico, consegue significativi successi di politica monetaria, ottenendo negli anni 1964/1965 l’Oscar per la Lira quale moneta europea più forte. Giocando un ruolo di grande equilibrio, porta a termine con risultati positivi il negoziato che evitò con il compromesso di Lussemburgo la rottura dell’assetto comunitario, dopo la scelta francese per la "sedia vuota", e con il suo impegno consente la ripresa del cammino europeo. Il 25 luglio 1970 Emilio Colombo riceve l'incarico di formare il Governo. Dall’agosto 1970 al febbraio 1972 è Presidente del Consiglio dei Ministri. Ministro delle Finanze nel IV Governo Rumor, è di nuovo Ministro del Tesoro nel V Governo Rumor e nel IV Governo Moro. Dopo un periodo in cui è presidente del Parlamento Europeo, torna al Governo da Ministro degli Esteri con Cossiga (1980) e, successivamente, con Forlani, con il I e II Governo Spadolini e con il V Governo Fanfani. Contribuisce alla nuova fase del rapporto Est-Ovest e alle iniziative che caratterizzano i nuovi scenari internazionali, concorrendo alla ripresa dei “colloqui di Helsinki” a Madrid con la partecipazione della Russia, malgrado la non facile situazione determinata sullo scacchiere mondiale dall’invasione dell’Afghanistan e dalle prime rivolte operaie in Polonia. Contribuisce a chiudere la lunga vertenza tra l’Inghilterra e gli altri otto Paesi della Comunità sul “giusto ritorno”. Redige, con il collega tedesco, il famoso Atto Colombo­Genscher, premessa politica su cui si basano l’Atto Unico Europeo per il Mercato Unico e lo stesso Trattato di Maastricht. E’ autore della Dichiarazione di Venezia sulla politica europea per il Medio Oriente e concorre attivamente alle iniziative europee per garantire il Golfo di Aqaba, quale presupposto per il ritiro delle truppe israeliane dal Sinai e per l’avvio della prima attuazione degli accordi di Camp David. Dopo la strage di Sabra e Chatila, ha collaborato alla costituzione di una forza multinazionale di interposizione per evitare il ripetersi di scontri cruenti e aprire la strada agli accordi per il ritiro delle truppe israeliane negoziati dal ministro americano Schultz. È Ministro del Bilancio e della Programmazione Economica nel Governo Goria e Ministro delle Finanze nel Governo De Mita. 2 Il l agosto 1992 viene nuovamente nominato Ministro degli Esteri e, in qualità di membro del Gruppo dei sette Paesi Industrializzati, tratta a Tokio, con il Ministro degli Esteri russo Kozirev, il programma di aiuti economici dell’Occidente alla Federazione Russa per l’avvio delle trasformazioni economiche e sociali. Durante questa fase, prende parte in modo attivo alla ripresa dei negoziati fra Israele (Rabin-Peres) e Palestinesi (Arafat). Oltre ai suoi impegni politici, Emilio Colombo accompagna, sin dalla metà degli anni ’50, la storia dell’Università Cattolica del Sacro Cuore. Il suo legame con la Cattolica risale al 1956, quando padre Gemelli – che dell’Ateneo era rettore – propose al Comitato permanente dell’Istituto Giuseppe Toniolo di Studi Superiori, Ente Fondatore dell’Università Cattolica, il nome del giovane parlamentare, che era già un protagonista della vita politica italiana. Colombo siede per la prima volta tra i membri del Toniolo l’11 febbraio del 1956. In quanto Ministro aveva giurato di fronte al Presidente della Repubblica e aveva affrontato non facili battaglie parlamentari, ma non per questo è meno emozionato di stare alla destra del carismatico padre Gemelli. Emilio Colombo viene nominato alla guida del Toniolo l’8 ottobre 1986, succedendo al professor Mario Viora. In qualità di Presidente dell’Istituto si contraddistingue nella promozione dell’Università Cattolica quale ateneo internazionale in grado di esercitare la sua missione di integrazione culturale e il suo ruolo di ricerca e formazione in campo internazionale. 2. L’esperienza in Europa Il percorso politico di Emilio Colombo è da sempre segnato da un forte attenzione per l’Europa e dalla diretta partecipazione alle fasi più importanti del processo d’integrazione politica ed economica. Nel marzo 1977 viene eletto Presidente del Parlamento Europeo, trovandosi a gestire una delicata fase di transizione, dopo che il Vertice di Parigi aveva invitato l'Assemblea di Strasburgo a presentare proposte in vista delle elezioni a suffragio universale diretto. In quest’epoca, l’azione di Emilio Colombo per mobilitare e motivare l'opinione pubblica è così forte e costante, da ottenere, nel marzo 1978, il riconoscimento dello stesso Parlamento Europeo con la rielezione all'unanimità e per acclamazione a Presidente. Questo secondo mandato durerà fino al 1979 e si concluderà, in luglio, con l’ultima riunione dell'Ufficio di Presidenza, in via eccezionale, a Venezia. La visita compiuta in Cina nel gennaio 1978, in qualità di Presidente del Parlamento Europeo, ha un grande risalto internazionale. L'incontro con il Vice Primo Ministro cinese Deng Xiaoping, si 3 conclude con l’invito ufficiale per una delegazione dell'Assemblea popolare cinese a recarsi a Strasburgo. Il 24 maggio 1979, Emilio Colombo riceve ad Aquisgrana il Premio “Carlomagno”: è il terzo italiano, dopo Alcide De Gasperi e Antonio Segni, insignito di questo premio che viene assegnato ogni anno all’uomo politico europeo che, con la sua opera, ha maggiormente contribuito al processo di integrazione comunitaria. A partire dall'aprile 1980 e nel mezzo del semestre di Presidenza di turno dell'Italia, Emilio Colombo, come Ministro degli Esteri, si trova a confronto con i gravi problemi di bilancio della Comunità Europea e con la necessità di dover trovare un miglior equilibrio economico, reclamato soprattutto dal Regno Unito. Alla fine di maggio, i nove Ministri degli Esteri riuniti a Bruxelles raggiungono, su suggerimento di Emilio Colombo, un accordo provvisorio che conferisce alla Commissione il compito di riesaminare le politiche finanziarie ed agricole della Comunità. Concluso il suo mandato di Ministro degli Esteri, Emilio Colombo viene rieletto nel 1989 al Parlamento Europeo e tra luglio e novembre 1990 è relatore del progetto di Costituzione Europea. Tra i numerosi incarichi, ricopre anche quelli di Presidente della Commissione che esamina le proposte per l’attuazione del Trattato di Maastricht e di Presidente del Comitato atlantico. Nel 1996 riceve a Mosca la laurea “honoris causa” dell’Istituto di Stato per le Relazioni internazionali della Federazione russa. 4