Università della Calabria, Facoltà di Lettere e Filosofia- Scienze Matematiche Fisiche e Naturali Corso di Laurea in Scienze della Formazione Primaria Modulo di Didattica delle Scienze Naturali, Indirizzo Elementare- IV anno Prof.ssa Silvia Mazzuca 1.1 QUALI TEORIE PEDAGOGICHE NELL’INSEGNAMENTO DELLE SCIENZE Le conoscenze psicopedagogiche degli astrazione dei bambini e dei ragazzi, essenziali per ultimi decenni considerano il bambino o il raggiungimento degli obiettivi formativi di base. il ragazzo non più un “vaso vuoto”, ma L’ “intrusione” della scienza nella vita di tutti i un soggetto attivo che possiede delle giorni attribuisce oggi ad essa un valore sociale ben pre-conoscenze della realtà, in questo più significativo che nel passato. Sapersi orientare caso della realtà naturale, in quanto nella viene essa quotidianamente il cittadino è posto di fronte a quotidianamente. Lavorare con questo fenomeni e problemi in cui il coinvolgimento di presupposto a conoscenze scientifiche e tecnologiche intrecciate a conoscenza delle qualità e quantità delle processi economici e sociali diviene sempre più pre-conoscenze sull’oggetto del nuovo ricorrente, rappresenta ormai un fondamentale apprendimento, diritto di cittadinanza. a didattico contatto significa che richiede con venire nell’intervento arricchimenti o complessa dimensione sociale, dove Si rivela, soprattutto nei giovani, un sempre più correzioni. diffuso “analfabetismo scientifico”, peggiorato da Sono numerose le testimonianze e le una profonda demotivazione alla conoscenza e teorie sui “modelli” di impostazione all’approfondimento. didattica, che puntano tutte ad ottenere un’incapacità di orientamento culturale di base in un “apprendimento efficace”. Il metodo ambito sperimentale, atteggiamenti superficiali e dannosi per gli altri e applicato alla scientifico Si che tratta, in spesso fondo, degrada di in progettazione didattica offre un valido per l’ambiente. “modello” non solo per il trasferimento La scuola ha un ruolo decisivo nella formazione di nozioni disciplinari, ma anche, dell’individuo, soprattutto, per la creazione di quadri di significa capacità di orientamento, interpretazione e sviluppo partecipazione ai processi portanti del proprio sempre più operativi e dove la “cultura scientifica” sistematici. tempo e saper utilizzare le informazioni che si Nella scuola di base l’area logico- possiedono cercandone di nuove. La costruzione di matematica e scientifica supporta la queste capacità rappresenta l’obiettivo formativo costruzione di capacità di indagine e della scuola di base. 1 Università della Calabria, Facoltà di Lettere e Filosofia- Scienze Matematiche Fisiche e Naturali Corso di Laurea in Scienze della Formazione Primaria Modulo di Didattica delle Scienze Naturali, Indirizzo Elementare- IV anno Prof.ssa Silvia Mazzuca Il contributo dell’insegnamento dimensione monodisciplinare, la biologia vegetale, scientifico è quello di costruire percorsi lavorando intorno a modi di vedere, agire, pensare, didattici il cui successo formativo interni alla singola disciplina, con l’obiettivo di dipende dalla modalità di lavoro a acquisire progressiva padronanza di conoscenze scuola. L’educazione scientifica nella scientificamente impostate. scuola di base deve avvalersi di mezzi e Non possiamo ignorare che ormai da tempo sulla metodi che costituiscano la naturale Terra sono in corso drammatiche trasformazioni, la prosecuzione delle attività manipolative biodiversità e la nostra stessa specie sono in serio e cognitive sviluppate nella scuola pericolo. Il futuro del nostro pianeta dipende da dell’infanzia. come noi saremo in grado di riparare ai danni fatti; Le prime esperienze scientifiche, poste come campo di soprattutto esplorazione iniziale erediteranno questa gravosa situazione. Tra i tanti conoscenze provvedimenti che bisogna intraprendere, la nostra della realtà naturale e artificiale, devono generazione ha il dovere di formare una nuova divenire nella scuola di base attività coscienza ecologica già a partire dalla scuola concrete che permettono ai bambini di dell’infanzia. L’attività educativa deve però seguire sviluppare la capacità di relazionarsi ad un percorso che si adegui alle potenzialità cognitive esse, parlarne, spiegarle, rappresentarle. ed affettive dell’alunno. Spesso a scuola si Si tratta di passare dalla dimensione preferisce trattare argomenti che riguardano il “informativa”, mera degrado ambientale, informando i bambini circa i quella danni ecologici provocati dall’uomo. È sicuramente formativa attraverso un percorso di negativo proiettare sui bambini fenomeni negativi esperienze più coerenti ed organizzate. che gli adulti cercano disperatamente di risolvere, Il presupposto di un apprendimento poiché tutto ciò non rientra nel loro campo di efficace delle scienze è il contatto interesse. La scuola di base ha il compito di creare diretto con gli oggetti di osservazione e le basi affinché si instauri un corretto rapporto tra i di studio, il “saper fare” su cui costruire bambini e l’ambiente, sollecitandoli a scoprire e a esperienza coltivare quell’amore e interesse per la natura, che scoperta sistematizzazione trasmissione e delle cioè di dalla nozioni, nella sua a dimensione concettuale e sperimentale. L’esperienze dai “giovanissimi” che spesso è presente in ognuno di noi sin da piccoli, proposte evitando cosi che tale sentimento scompaia del tutto durante il corso B1 rappresentano un o si trasformi in qualcosa di negativo. A tale scopo tentativo di costruzione di un curricolo a l’insegnamento 2 didattiche dipenderà di scienze deve superare la Università della Calabria, Facoltà di Lettere e Filosofia- Scienze Matematiche Fisiche e Naturali Corso di Laurea in Scienze della Formazione Primaria Modulo di Didattica delle Scienze Naturali, Indirizzo Elementare- IV anno Prof.ssa Silvia Mazzuca descrittività; non infatti, attività pratiche, facendo appello non solo alla sull’informazione dimensione cognitiva, ma anche a quella emotiva e diffondendo nei bambini conoscenze e pragmatica. Nonostante negli ultimi dieci anni, aspettando i lontani frutti dell’età nella scuola primaria ci sono state molte riforme adulta, che hanno rinnovato nei metodi e nei contenuti soffermarsi poiché basta, una lezione cosi strutturata può giungere solo a chi è già l’insegnamento sensibilizzato. tradizione disciplinare e metodologico delle scienze risulta portati essere Nella dell’insegnamento si è a scientifico, ancora a un oggi livello l’apporto assai modesto. rispondere alle domande poste dal L’iniziativa di praticare un laboratorio didattico ha bambino appagando le sue curiosità, ma spesso difficoltà ad essere realizzata, forse per così facendo, cioè fornendo delle verità carenza di materiale e di strutture o perché si è confezionate, si spegne un interesse portati a pensare, erroneamente, che il bambino sia nascente. Si dovrebbe prendere spunto incapace di seguire attività scientifiche che si da quelle domande per farne nascere concretizzano altre, trasformandole in un problema in operativa, ossia modo tale che ciò che poteva essere la soluzioni, indagare curiosità corrispondenza tra ipotesi formulate e risultati di un bambino diventa nella capacità porsi concettuale problemi, e ed prospettare verificare se c’è interesse di tutti. Sulla base del vecchio sperimentali. detto “se faccio capisco” emerge la sperimentale si è portati a pensare ad uno spazio, il necessità di modificare l’insegnamento laboratorio, delle scienze: esso deve essere vivo ed apparecchiatura speciale (microscopio, bilance, operativo, una provette ecc.). Ciò costituisce sicuramente un metodologia adeguata che supera ed ostacolo culturale ed oggettivo non di poco conto. É integra necessario ricordare che si sta trattando con avvalendosi il metodo L’introduzione di informativo. del “Metodo bambini, Nel programmare attrezzato quindi ed bisogna una lezione organizzato costruire con un’abilità Scientifico” come strumento di indagine tecnico-operativa della realtà incoraggia i bambini e i materiale adatto e di facile portata. Inoltre bisogna ragazzi alla partire dal presupposto che i bambini hanno la alla capacità di cogliere fatti nuovi, al contrario degli sperimentazione e crea un’atmosfera di adulti che hanno un atteggiamento apatico o curiosità, coinvolgendoli e stimolandoli disincantato nei confronti di ciò che accade intorno in pieno a partecipare attivamente alle a loro, tanto che più niente desta meraviglia. formulazione all’esplorazione, di idee, e concettuale, utilizzando 3 Università della Calabria, Facoltà di Lettere e Filosofia- Scienze Matematiche Fisiche e Naturali Corso di Laurea in Scienze della Formazione Primaria Modulo di Didattica delle Scienze Naturali, Indirizzo Elementare- IV anno Prof.ssa Silvia Mazzuca Partendo da questo presupposto è e a confrontarle con le precedenti convinzioni, compito le ponendole sempre di fronte a nuovi problemi e occasioni o presentarle ai bambini, per incertezze: l’indagine è sempre aperta dal momento invogliare all’osservazione, far scaturire che nessuna verità è certa. Bisogna essere anche direttamente da esse le problematiche, abbastanza preparati a capire che non sempre al esprimere idee, costruire esperienze termine dell’esperimento l’ipotesi provata risulta a sperimentali, collegare e confrontare volte corretta, invitando così il bambino ad risultati ottenuti con le esperienze della accettarla e a proporre nuove esperienze di verifica vita quotidiana per scoprire le diversità e correzione. Molte idee del senso comune, come e le analogie. Il bambino, quindi con la asserisce Piaget, sono persistenti nel tempo e le sua voglia di manipolare e di ricercare correzioni attraverso un gioco serio che è “ ragionamenti e con il passare del tempo. l’esperimento” può assumere il ruolo di L’obiettivo di questo corso, si propone di “piccolo confrontare della scuola scienziato”. cogliere La procedura avvengono l’efficacia in seguito a molti dell’apprendimento sperimentale, però non è sufficiente, è attraverso metodologie opposte, quali lezioni importante di frontali e lezioni veicolate da indagini sperimentali riflessione, quindi assume un ruolo e non ultimo fornire consigli utili per stimolare i fondamentale la figura dell’insegnante, bambini suscitando il loro interesse e curiosità, ma riconosciuta anche dal pedagogista J. anche emozioni e desiderio verso la pratica delle Brumner. attività sperimentali. anche il momento Bisogna, purtroppo, riconoscere che l’insegnante spesso si sente impreparato ad affrontare programmi sperimentali, 1.1 COME CONCEPIRE IL LAVORO DI LABORATORIO perché il più delle volte non possiede le L’educazione scientifica dovrebbe porre le basi per metodologie necessarie, senza le quali costruire capacità di indagine e di astrazione negli non è possibile guidare i bambini a allievi e, in vista anche del conseguimento di una cogliere gli elementi fondanti della visione e lettura critica del mondo e dei suoi disciplina insegnata. Nel programma fenomeni sperimentale il compito dell’insegnante didattiche dell'insegnamento scientifico dovrebbero è quello di guidare i bambini a essere impostate su strategie di mediazione tra ragionare, ad osservare la realtà con concezioni spontanee degli allievi e concezioni occhio attento, a cogliere contraddizioni scientifiche. Ne consegue l'esigenza di organizzare 4 naturali ed artificiali. Le pratiche Università della Calabria, Facoltà di Lettere e Filosofia- Scienze Matematiche Fisiche e Naturali Corso di Laurea in Scienze della Formazione Primaria Modulo di Didattica delle Scienze Naturali, Indirizzo Elementare- IV anno Prof.ssa Silvia Mazzuca attività sperimentali che permettano agli relazioni, permettendo di sperimentare diversi modi allievi di esaminare realtà concrete, di di analizzare e descrivere la realtà, per poterla parlarne, di spiegarne i fenomeni e interpretare e per trovare spiegazioni coerenti; e rappresentarli in modi diversi; queste infine, stimolino atteggiamenti di ricerca verso attività debbono quindi fornire tecniche ulteriori direzioni di indagine o altre esperienze. per esplorare, scoprire ed interpretare e metodi per ordinare le conoscenze. In questa ottica, il lavoro di laboratorio 1.2 QUALI ATTIVITÀ DI LABORATORIO DOVREBBERO ESSERE PRIVILEGIATE può allora essere concepito con diverse Le attività laboratoriali da privilegiare sono e più ampie prospettive e non solo o esperienze di conoscenza di oggetti naturali, prevalentemente come "modello" o osservazione di animali e piante, indagini su reperti "dimostrazione" raccolti delle attività degli nell'ambiente, piccoli esperimenti di scienziati e del loro modo di procedere biologia elementare, di fisica e chimica, integrati da e ragionare. Il "laboratorio" può essere attività il contesto in cui organizzare situazioni riproduzione degli oggetti e fenomeni osservati. ed esperienze che facciano sorgere Molte "esperienze" o molti "esperimenti" possono curiosità, domande e problemi, o che essere validi, purché facciano nascere domande possono curiosità, significative, esigenze o occasioni di interpretare, domande e problemi già sorti. Inoltre discutere, rielaborare, ed aiutino a costruire aiutino ragionamenti astratti e conoscenze. rispondere gli allievi a ad assumere di modellizzazione, descrizione e consapevolezza delle loro idee e del Sono da privilegiare: loro modo di guardare la realtà e ne favoriscano l'esplicitazione, mettano a confronto le idee dei bambini sugli attività che permettono l'osservazione approfondita, la ricerca di somiglianze e differenze; attività che inducano a provare e modificare; oggetti ed i fenomeni, con gli oggetti ed attività che conducano a stabilire relazioni; i fenomeni stessi, con le idee degli altri, attività che permettano esercizi di misurazione; coetanei e/o adulti e/o scienziati, per attività di raccolta, catalogazione e verifica di dati; verificarne somiglianze, differenze e coerenza. Devono fornire le basi per il attività che permettano di formulare ipotesi e che facciano intuire quali procedure d'azione e di pensiero costituiscono la base del sapere scientifico; si osserva o si sta facendo, inducendo attività che mettono gli allievi in una posizione di "ricerca", presentate quindi come "problemi da risolvere" alla ricerca di elementi fondanti e attività che pongono problemi la cui soluzione può essere cercata attraverso varie modellizzazioni; ragionamento e la riflessione sul ciò che 5 Università della Calabria, Facoltà di Lettere e Filosofia- Scienze Matematiche Fisiche e Naturali Corso di Laurea in Scienze della Formazione Primaria Modulo di Didattica delle Scienze Naturali, Indirizzo Elementare- IV anno Prof.ssa Silvia Mazzuca attività che prevedono l'uso di molteplicità di tecniche e mezzi. viventi con cui si ha contatto, problemi di attualità. Le indicazioni che provengono dalla 1.3 COME RENDERE EFFICACI E ricerca SIGNIFICATIVE LE ESPERIENZE IN in didattica delle Scienze suggeriscono di privilegiare temi che LABORATORIO prendono in considerazione la realtà Sono vicina agli allievi e i fatti conosciuti, o procedure e regole pratiche. Ad esempio: in ogni caso, temi che nascono da importanti alcuni atteggiamenti, alcune avere un significato anche fuori scuola, evitare esperimenti già predisposti e condotti dall'insegnante, in quanto non sostituiscono il contatto diretto con la realtà e di solito sono "dimostrazioni" di fatti e fenomeni particolari, spesso estranei agli allievi e non connessi con la loro esperienza quotidiana, debbono avere le qualità di stimolare le lasciare agli allievi libertà di sperimentazione, esigenze di conoscenza degli allievi stessi. Gli argomenti proposti debbono discussioni con i compagni e gli adulti, affidare loro compiti e responsabilità, debbono coinvolgere gli allievi (il renderli protagonisti nelle esperienze e nella programmazione, coinvolgimento affettivo è essenziale: incoraggiarli a interrogarsi ed a sperimentare, senza motivazione infatti, non c'è interesse e non scaturiscono curiosità). promuovere le capacità osservative, stimolandoli a non fermarsi agli aspetti immediati e descrittivi e ad usare diverse tecniche per potenziare l'osservazione, Le attività quindi possono ruotare discutere con loro ciò che avviene, attorno a varie esperienze reali ed eventi della vita di ogni giorno, attorno ai temi che riguardano se stessi, il proprio corpo ed il proprio benessere, gli altri lasciare spazio alle loro interpretazioni, lasciare loro tempo sufficiente per fare e riflettere, organizzare una molteplicità di situazioni, mezzi e tecniche, affinché tutti possano esprimersi al meglio ed abbiano la possibilità di effettuare più prove sperimentali, non tralasciare mai la rielaborazione e la discussione delle esperienze, richiedere sempre di rappresentare e descrivere gli oggetti ed i fenomeni osservati, con tecniche e modelli personali, prima di proporre quelli scientifici, Le esperienze di laboratorio sono significative se la programmare esperienze vicine alla vita quotidiana degli allievi, alle loro capacità di percepire ed alle loro conoscenze, da proporre agli allievi e infine se il materiale predisporre le esperienze all'interno di problemi o percorsi cognitivi e non fini a se stesse chiedere elaborazioni e prodotti finali. 6 programmazione è accurata e consapevole del lavoro, dei suoi obiettivi e delle tecniche/situazioni richiesto nel laboratorio scientifico per esperienze pratiche attuabili, è semplice e di facile portata. Più il materiale è semplice e maggiormente sviluppa l’immaginazione degli alunni, la facoltà di fare previsioni e di inventare prove. Università della Calabria, Facoltà di Lettere e Filosofia- Scienze Matematiche Fisiche e Naturali Corso di Laurea in Scienze della Formazione Primaria Modulo di Didattica delle Scienze Naturali, Indirizzo Elementare- IV anno Prof.ssa Silvia Mazzuca L’utilità del laboratorio per l’insegnamento delle scienze è ben nota. Di seguito sono riportati alcuni punti importanti: possibilità di venire a contatto con la realtà Si tratta di una realtà molto limitata rispetto a quella della casa, della strada, della natura, ma è pur sempre tutt’ altra cosa rispetto ai libri stampati, allo schermo della televisione o del computer, perché si tratta di una realtà tridimensionale che possiamo abbracciare con tutti i nostri sensi possibilità di vedere, toccare, agire In laboratorio non solo si vede e si tocca, ma anche si agisce. Occhio, mano e mente collaborano potenziandosi a vicenda. È probabile che l’evoluzione della mente umana sia largamente dovuta ad un simile processo di retroazione. L’acutezza della vista in tre dimensioni e l’abilità manuale si ripercuotano positivamente sulle facoltà mentali, le quali a loro volta permettono movimenti più precisi e mirati. Si genera così una benefica spirale di retroazione positiva che si innesca solo se gli allievi possono utilizzare direttamente le mani. (Schema 1) 7 Università della Calabria, Facoltà di Lettere e Filosofia- Scienze Matematiche Fisiche e Naturali Corso di Laurea in Scienze della Formazione Primaria Modulo di Didattica delle Scienze Naturali, Indirizzo Elementare- IV anno Prof.ssa Silvia Mazzuca Schema 1: Sviluppo facoltà mentali Sviluppo facoltà mentali (evoluzione della mente umana) CONDIZIONE NECESSARIA: VEDERE TOCCARE AGIRE 1.4 ottimali affinché l’allievo acquisisca le conoscenze LA DIDATTICA in modo significativo, ossia nel momento in cui IMPRONTATA SUL METODO viene a contatto con nuove conoscenze deve saperle SCIENTIFICO Il metodo integrare con quelle già possedute. sperimentale o metodo Programmare un'attività laboratoriale scientifico va ad arricchire la proposta L’attività formativa l’organizzazione scolastica con nuove programmatoria dell’attività comporta laboratoriale, ciò strategie, che soddisfano la necessità di richiede che l’intero processo sia pensato in anticipo acquisire conoscenze e competenze e di rispetto alla sua realizzazione, che si individuino o sviluppare si producano per tempo i materiali che saranno processi tradizionalmente strategie cognitivi, trascurati. didattiche favoriscono Tali utilizzati, che tutte le risorse disponibili (umane, lo tecniche, strumentali) siano a disposizione in modo sviluppo di capacità legate al saper efficiente per raggiungere gli obiettivi prefissati. essere, La programmazione, dunque, è esattamente il ossia all’acquisizione di atteggiamenti, di comportamenti e di contrario capacità più che a quella di acquisire scelte estemporanee e conformi alla situazione del semplici momento. informazioni. Il metodo adottato consente di creare condizioni 8 dell’improvvisazione, che determina Università della Calabria, Facoltà di Lettere e Filosofia- Scienze Matematiche Fisiche e Naturali Corso di Laurea in Scienze della Formazione Primaria Modulo di Didattica delle Scienze Naturali, Indirizzo Elementare- IV anno Prof.ssa Silvia Mazzuca L’attività laboratoriale di Con riferimento al diverso ruolo e al diverso modo insegnamento/appren-dimento, quindi, con cui vengono definiti, gli obiettivi si possono viene usualmente divisa in parti distinguere, per esempio, in: all’interno delle quali si sviluppa un obiettivi educativi certo intervento formativo strutturato obiettivi didattici intorno a determinati contenuti svolti per il conseguimento di obiettivi didattici. La Gli obiettivi educativi sono “linee progettazione di comprende un’attività i seguenti momenti: devono informare l’azione didattica. l’orizzonte educativo entro il quale ci si muove o, se concretizzare nel contesto dei vari insegnamenti. Definizione dei prerequisiti Essi si riferiscono alla crescita della persona Selezione dei contenuti Scelta dei metodi, strategie didattiche, strumenti, luogo di realizzazione considerata nella sua totalità. Alcuni esempi: saper valutare criticamente la realtà Definizione dei tempi di realizzazione saper ascoltare gli altri Costruzione delle prove di verifica e di schede operative saper organizzare il lavoro di gruppo Esiste un’ampia letteratura pedagogica agli conseguentemente, obiettivi e, capita di denominarli e di sentirli denominare in modo differente a seconda dell’autore cui, inconsciamente o deliberatamente, fa Sono si vuole, il quadro dei valori da interpretare e Definizione degli obiettivi didattici rispetto guida, orientamenti di fondo, principi d’azione, che laboratoriale si OBIETTIVI EDUCATIVI riferimento. Non esistono Sono definiti in modo astratto, non operativo e possono apparire retorici nella loro indefinitezza. Ma tali obiettivi, per loro natura, non possono essere percepiti ed osservati in modo immediato, bensì in modo mediato attraverso le varie discipline: essi devono essere resi operativi nei singoli contesti disciplinari. denominazioni corrette in assoluto ed OBIETTIVI DIDATTIVI COGNITIVI O altre sbagliate, ma si suppone che DISCIPLINARI ognuna colga un aspetto, una sfumatura Gli obiettivi didattici cognitivi o disciplinari, ritenuta significativa da chi ne da una invece, sono i risultati che gli alunni devono definizione. Soprattutto, è importante conseguire nelle diverse discipline, ossia la fare riferimento agli ambiti cui si prestazione dello studente, non l’attività del docente riferisce la denominazione. o il contenuto del corso. 9 Università della Calabria, Facoltà di Lettere e Filosofia- Scienze Matematiche Fisiche e Naturali Corso di Laurea in Scienze della Formazione Primaria Modulo di Didattica delle Scienze Naturali, Indirizzo Elementare- IV anno Prof.ssa Silvia Mazzuca Un obiettivo didattico deve presentare le fiore, saper rappresentare graficamente un fiore seguenti caratteristiche: identificando ogni sua parte, saper misurare la Pertinente: la sua definizione non sarà ridondante, ma comprenderà tutti gli aspetti relativi allo scopo da raggiungere Preciso: la definizione della prestazione non deve essere ambigua capacità, saper descrivere i risultati dell’esperimento “ Le parti del fiore”, saper compilare la scheda operativa del fiore, saper osservare le parti del fiore. Realizzabile: ciò che si richiede agli COMPETENZA: indica la comprovata capacità di studenti può essere effettivamente fatto usare Misurabile: la descrizione dell’obiettivo atteggiamenti (ciò che l’individuo sa essere, il deve esplicitare il grado di prestazione saper essere) e abilità acquisite in situazioni nuove accettabile dello studente di studio e di lavoro. Le competenze sono descritte Le attività laboratoriali si prefiggono di in termini di responsabilità e autonomia. raggiungere i seguenti obiettivi: Alcuni esempi: saper identificare il problema da CONOSCENZA: è intesa come la risolvere, saper effettuare un esperimento, saper capacità dello studente di richiamare lavorare in gruppo, saper elaborare una conclusione, alla memoria dati, fatti particolari o saper effettuare misure, saper esprimere un’ipotesi, generali, metodi e processi, modelli, acquisire un pensiero critico, saper partecipare alle strutture, discussioni, saper organizzare il proprio lavoro, classificazioni. Ciò che conoscenze, capacità (attitudini), l’individuo sa, ossia il “sapere” che si saper osservare la realtà circostante con razionalità. apprende dai contenuti. Alcuni esempi: I termini conoscenza, capacità abilità, attitudini e conoscere le parti del fiore, identificare competenze non possono essere definiti in maniera i tessuti del pericarpo in una drupa, indipendente l’uno dall’altro, in quanto sono acquisire che le foglie sono verdi per la elementi che si “spiegano” a vicenda. presenza clorofilla, La capacità è una potenzialità innata della persona conoscere le unità di misura della ossia si riferisce a ciò che l’individuo è in grado di capacità. imparare a fare (il poter saper fare) e matura ABILITÀ: è intesa come la capacità di attraverso l’acquisizione di competenze, diventando applicare conoscenze di base per portare così una potenzialità potenziata. Di conseguenza la a termine compiti e risolvere problemi. competenza è una capacità realizzata attraverso Ciò che l’individuo sa effettivamente conoscenze, attitudini ed abilità acquisite ed fare, ossia il “saper fare”. Alcuni adoperate all’interno di un contesto. del pigmento esempi: saper distinguere le parti del 10 Università della Calabria, Facoltà di Lettere e Filosofia- Scienze Matematiche Fisiche e Naturali Corso di Laurea in Scienze della Formazione Primaria Modulo di Didattica delle Scienze Naturali, Indirizzo Elementare- IV anno Prof.ssa Silvia Mazzuca PREREQUISITI che I prerequisiti sono le conoscenze che gli osservazioni e esperimenti. allievi devono possedere per svolgere Questo modo di procedere della scienza prende il l’attività che si intende intraprendere. nome di METODO SCIENTIFICO. È fondamentale prima di iniziare lo Il punto di partenza di un’indagine scientifica è svolgimento dell’attività verificare con sempre l’osservazione: si osserva che una data parte una del mondo della natura si comporta in un certo prova diagnostica, meglio se implicala verifica di ipotesi mediante strutturata in forma di test oggettivo, se modo. gli alunni possiedono i prerequisiti All’osservazione segue una domanda (proposta del richiesti. problema) che, a grandi linee può vertere sul “che Se l’accertamento negativo cosa”, sul “perché” o sul “come”. Ecco per esempio occorrerà dedicare tempo al recupero alcune domande che ci possiamo porre “ Perché le delle foglie e sono verdi”. A che cosa servono i frutti? conoscenze possedute per risulta ed abilità evitare di interrompere la non dover Com’è fatto un fiore? trattazione Alla domanda che lo scienziato si pone segue la dell’argomento nuovo quando ci si formulazione di una o più ipotesi, cioè di una o più accorge che gli alunni non sono in possibili spiegazioni di quanto si è osservato in grado di seguire quanto si va spiegando. precedenza. I CONTENUTI Successivamente L’insegnamento si realizza attraverso la esperimenti o raccolte nuove informazioni che proposizione dei contenuti possano suffragare o no l’ipotesi di partenza; rappresentano le conoscenze, che devono essere eseguiti le Se l’ipotesi viene confermata sarà possibile capacità, gli atteggiamenti, i valori che determinare un risultato o legge o teoria che regola gli allievi devono apprendere. Si pone, i fenomeni osservati, altrimenti si provvederà a quindi il problema di selezionare i formularne una nuova. contenuti rispetto ai quali realizzare l’apprendimento. METODOLOGIA Come si svolge un’indagine scientifica? Intesa come il procedimento per comprendere il mondo della natura la scienza si può definire come un metodo 11 Università della Calabria, Facoltà di Lettere e Filosofia- Scienze Matematiche Fisiche e Naturali Corso di Laurea in Scienze della Formazione Primaria Modulo di Didattica delle Scienze Naturali, Indirizzo Elementare- IV anno Prof.ssa Silvia Mazzuca Schema 2: Descrizioni delle fasi del metodo scientifico OSSERVAZIONE IPOTESI PROBLEMA ESPERIMENTO CONFERMA IPOTESI? SI NO LEGGE 1.5 VALUTAZIONE E VERIFICHE L’ottica programmatoria una determinata classe di conoscere tempestivamente le debolezze del suo e del loro il operato e quindi di correggerlo prontamente e gruppo docente e le discipline a regolarlo in base agli obiettivi da raggiungere. La muoversi come “unità funzionale” che valutazione non è più selettiva ma formativa, perché pur loro diventa la procedura che permette la regolazione del diversità soggettiva e della specificità processo e consente al soggetto che apprende di disciplinare, concorra sinergicamente conoscere in termini concreti ciò che sa e sa fare e alla formazione del soggetto. In tale di stabilire in itinere il proprio livello di ottica aspirazione, in termini di realtà, guadagnandone in nella la salvaguardia valutazione, invita di della assume il significato di continua verifica del sicurezza e fiducia in sé, cioè in autostima. processo insegnamento- Nello specifico: fare verifica significa effettuare apprendimento, perché fornisce sia al una misurazione attribuendo un voto, utilizzando docente che all’allievo informazioni una griglia stabilita dai dipartimenti e poi approvata sull’andamento dal Collegio docenti. di del processo. Tali informazioni permettono agli insegnanti 12 Università della Calabria, Facoltà di Lettere e Filosofia- Scienze Matematiche Fisiche e Naturali Corso di Laurea in Scienze della Formazione Primaria Modulo di Didattica delle Scienze Naturali, Indirizzo Elementare- IV anno Prof.ssa Silvia Mazzuca Si misurano le prestazioni degli allievi: pregresse degli allievi sull’argomento da trattare. conoscenze (ciò che l’allievo sa ed ha Nel post-test, invece, le domande proposte sugli appreso dai contenuti), capacità (ciò argomenti che l’allievo è in grado di imparare), denominazioni, conoscenze, abilità competenze che abilità gli allievi dovranno acquisire. (ciò che l’allievo sa effettivamente fare), competenze (ciò che in un determinato contesto l’allievo, trattati, riguardano concetti, 1.6 LUOGO E TEMPO DI REALIZZAZIONE attitudini Le attività di laboratorio sia che sono svolte in (capacità), conoscenze e del proprio un’aula attrezzata o all’aperto (parco naturale, orto essere (atteggiamenti), sa effettivamente botanico, giardino della scuola) devono comunque fare (abilità) per raggiungere l’obiettivo sempre offrire situazioni di conoscenza diretta, che prefissato e produrre conoscenze). tuttavia debbono essere utilizzate non solo come Fare valutazione sommativa significa occasione per "fare/osservare", ma anche come tener conto di tutti i comportamenti occasione per riflettere su ciò che si "fa/osserva". In degli allievi e quindi del loro impegno e quest'ottica, il lavoro in laboratorio costituisce non della crescita culturale. solo un momento di osservazione diretta, ma anche Attraverso la valutazione la scuola si di analisi, di problematizzazione, di confronto e connota rilasciando un titolo e rendendo verifica, di formulazione, di interpretazione e pubblica la sua funzione. previsione, di "invenzione" di attività. sulle basi delle proprie l’efficacia dell’azione Un momento fondamentale è quello dedicato attività laboratoriali all’individuazione del tempo necessario per lo proposte nel corso sono state elaborate svolgimento della lezione. Per farlo nel modo più esempi di prove oggettive di profitto preciso possibile è opportuno fare esperienza, strutturate e semi-strutturate (test di comunque è importante valutare diversi momenti completamento, test con domande a che risposta multipla, vero falso, esercizi di l’osservazione, la proposta del problema, le ipotesi, collegamento, cruciverba) sotto forma l’esperimento, eventuali osservazioni, compilazione di pre-test e post-test. di schede operative, raccolta dati, risultati e Per valutare didattica Le delle domande nel pre-test sono finalizzate a saggiare le conoscenze caratterizzano l’attività sperimentale: conclusioni, eventuali verifiche (pre-test e posttest.) 13 Università della Calabria, Facoltà di Lettere e Filosofia- Scienze Matematiche Fisiche e Naturali Corso di Laurea in Scienze della Formazione Primaria Modulo di Didattica delle Scienze Naturali, Indirizzo Elementare- IV anno Prof.ssa Silvia Mazzuca 2. ATTIVITÀ SPERIMENTALI SVOLTE a livello di geni in una specie (o popolazione) 2.1 LA BIODIVERSITÀ a livello di specie Le attività proposte partono dalla percezione della variabilità delle forme esistenti in natura. Il termine con cui si indica tale variabilità è biodiversità; essa, infatti, indica una misura della varietà di specie animali e vegetali nella biosfera ed è il risultato di lunghi processi evolutivi. L'evoluzione è il meccanismo che da oltre tre miliardi di a livello di ecosistemi. Le caratteristiche morfologiche, ovvero tutte le caratteristiche visibili degli esseri viventi come ad esempio il colore degli occhi e dei capelli dell'uomo, il colore del pelo dei gatti, sono esempi della varietà che esiste a livello di geni all'interno di ogni singola specie. La varietà di specie di farfalle che frequentano il nostro giardino, l'incredibile numero di fiori diversi che possono essere trovati in anni permette alla vita di adattarsi al un campo sono esempi della biodiversità a livello di variare delle condizioni sulla terra e che specie. Infine, la varietà di ambienti in una deve continuare a operare perché questa possa ancora ospitare forme di vita in futuro. La diversità della vita sulla terra è costituita dall'insieme degli esseri viventi che popolano il pianeta. Questa diversità prende BIODIVERSITÀ, diversity, tale il nome dall'inglese termine può di bio- essere tradotto "varietà della vita". risultato dei processi evolutivi, ma anche come il serbatoio da cui attinge per attuare tutte le modificazioni genetiche e morfologiche che originano nuove specie viventi. La biodiversità si può considerare almeno in tre livelli diversi: 14 biodiversità a livello di ecosistemi. La terra è popolata da numerosi esseri viventi, animali e vegetali che non conosciamo: oggi sono state classificate appena un milione di specie, mentre le stime elaborate dai biologi vanno dai 5 ai 10 milioni. Diventa, quindi, ancora più urgente e importante occuparsi della conservazione di specie e ambienti che rischiano di sparire per sempre a La biodiversità è intesa non solo come il l'evoluzione determinata area naturale è l'espressione della causa dell'uomo, ancora prima di essere scoperti. È noto che alcuni biomi risultano più importanti rispetto ad altri in termini di ricchezza di specie: le barriere coralline, gli estuari dei fiumi e le foreste tropicali che accolgono oltre la metà degli esseri viventi, pur ricoprendo il 6% della superficie terrestre, sono i più importanti. Perché la diversità nell'ambito di una comunità biologica possa essere Università della Calabria, Facoltà di Lettere e Filosofia- Scienze Matematiche Fisiche e Naturali Corso di Laurea in Scienze della Formazione Primaria Modulo di Didattica delle Scienze Naturali, Indirizzo Elementare- IV anno Prof.ssa Silvia Mazzuca considerata una risorsa deve essere fornite dalle piante. Invece utilizzando meglio tali caratterizzata da un adeguato numero di risorse si potrebbero soddisfare i problemi di specie, da un'alta valenza ecologica e da nutrizione in molte parti del mondo, senza alterare un legame con le condizioni ambientali. equilibri essenziali per l'ambiente. Inoltre è necessaria un'uniforme e Riguardo ai fini medicinali dell'uso della flora approfondita conoscenza dei dati di invece c'è il rischio di perdere, prima ancora di base e la disponibilità di dati recenti. scoprirle, piante che forniscono sostanze necessarie La biodiversità è l'assicurazione sulla nella lotta contro patologie come il cancro e la vita del nostro pianeta. Quindi la leucemia. conservazione della biodiversità deve * essere perseguita senza limiti poiché crescente di spazi naturali: l'istituzione di aree essa patrimonio protette per un turismo eco-compatibile, può universale, che può offrire vantaggi soddisfare la richiesta crescente di spazi per immediati per l'uomo: effettuare attività come l'escursionismo. * costituisce Mantenimento climatici sia a un degli scala equilibri locale Soddisfacimento della richiesta sempre L’approccio didattico allo studio della biodiversità è che stato quello di scegliere un oggetto di studio che planetaria; infatti, le specie vegetali fosse familiare ai bambini e che potesse così farli oltre ad essere l'unica fonte di ossigeno avvicinare in modo sereno ma curioso allo studio sul nostro Pianeta, hanno anche un “strutturato” di un organismo vivente. Esso, ruolo fondamentale negli equilibri idrici l’organismo ci appare simile tra i simili, ma diverso e in quelli gassosi. se confrontato con altri. L’osservazione attenta e lo * Fonte di materiale di studio: lo sviluppo di sistemi logici di raggruppamento, studio della Biodiversità permette di anticipano avere fondamentali conoscenze anche classificazione per comprendere meccanismi biologici tassonomici. analoghi nell'uomo. rappresenta quindi un atto “altamente significativo” * Uso sostenibile della flora per fini se condotto con metodologia rigorosa. con naturalezza che Ordinare i processi caratterizzano un insieme di gli studi di frutti alimentari e medicinali: per quanto riguarda l'uso della flora per ATTIVITÀ 1- CLASSIFICHIAMO I FRUTTI l'alimentazione c'è da dire che oggi Azione: mettiamo in ordine un insieme di frutti viene sfruttata solo una minima parte Luogo di realizzazione: Laboratorio scientifico o delle aula infinite possibilità alimentari 15 Università della Calabria, Facoltà di Lettere e Filosofia- Scienze Matematiche Fisiche e Naturali Corso di Laurea in Scienze della Formazione Primaria Modulo di Didattica delle Scienze Naturali, Indirizzo Elementare- IV anno Prof.ssa Silvia Mazzuca Saper effettuare operazioni con gli insiemi Tempo di realizzazione: 2 ore Destinatari: Classi I, II. III I CONTENUTI PREREQUISITI La biodiversità Saper distinguere i colori La classificazione artificiale Riconoscere le forme Le caratteristiche dei frutti: somiglianze e differenze Saper distinguere e usare i cinque sensi Conoscere il concetto di insieme LABORATORIO SCIENTIFICO “Classificare i frutti” Obiettivi didattici ABILITÀ COMPETENZE Saper distinguere le caratteristiche morfologiche dei frutti presi in esame (aspetto, colore,forma, odore, gusto, tatto) Saper confrontare distinguendo le somiglianze e le differenze dei frutti presi in esame (esempio la mela e l’arancia hanno entrambe forma tonda, mentre il cetriolo ha forma allungata Saper osservare attentamente le caratteristiche degli oggetti saper classificare gli oggetti secondo degli attributi Saper identificare il problema e trovare la soluzione saper condurre una discussione CONOSCENZE Acquisire che i frutti hanno caratteristiche morfologiche diverse Acquisire che attraverso un esame sensoriale si possono scoprire le caratteristiche dei frutti Acquisire che esiste un’estrema biodiversità di frutti Apprendere che gli oggetti possono essere classificati sulla base di somiglianze e differenze 16 Università della Calabria, Facoltà di Lettere e Filosofia- Scienze Matematiche Fisiche e Naturali Corso di Laurea in Scienze della Formazione Primaria Modulo di Didattica delle Scienze Naturali, Indirizzo Elementare- IV anno Prof.ssa Silvia Mazzuca Gli insiemi: i diagramma di Eulero-Venn MATERIALI E STRUMENTI Per l’attività è necessario avere a disposizione Essi sono la rappresentazione astratta dei una grande varietà di frutti. Possiamo quindi contenitori e quindi evocano le categorie scegliere tutta la frutta disponibile, compresi tassonomiche come insiemi ordinati gli ortaggi quali pomodori, zucchine, Schede operative melanzane, cetrioli ecc; nonché frutta secca (noci, nocciole ecc). Si veda la figura 1 per valutare la tipologia di frutto utilizzato Costituiscono uno strumento adatto alla documentazione e anche alla valutazione dell’attività. Scatole colorate COME PROCEDERE Le scatole rappresentano le varie categorie di Ogni frutto dovrà essere classificato in base ai classificazione, che riferiamo mentalmente sensi. Utilizzando un senso per volta, i frutti come dei contenitori atti a contenere soggetti verranno sistemati nelle apposite scatole. Per simili tra loro ciascun senso ogni frutto avrà una diversa Etichette “qualità” che verrà annotata sulle schede Stabiliscono le categorie e sottocategorie, operative. In tal modo si confronteranno le introducendo l’ordine gerarchico tassonomico valutazioni Lavagna e gesso correggeranno dell’intera le classe “qualità” e si che la maggioranza giudica errate. Sono sempre validi sussidi che consentono ai bambini di cadenzare l’attività didattica seguendo i tempi dati dall’insegnante Figura 1. L’insegnante chiede agli alunni di portare frutta di stagione e, ad integrazione, procurerà i frutti di categorie meno familiari 17 Università della Calabria, Facoltà di Lettere e Filosofia- Scienze Matematiche Fisiche e Naturali Corso di Laurea in Scienze della Formazione Primaria Modulo di Didattica delle Scienze Naturali, Indirizzo Elementare- IV anno Prof.ssa Silvia Mazzuca PROPOSTA DEL PROBLEMA: IPOTESI DELLA CLASSE: I bambini sono invitati ad osservare attentamente i frutti e ad individuare delle somiglianze e delle differenze. Ciò inizialmente è fatto utilizzando solo la vista, mediante la quale vengono individuate delle categorie (es. forma, colore, aspetto, tatto). Viene proposto di ricercare un metodo per “ordinare” i frutti. Gli alunni sono sollecitati ad interpretare e ad utilizzare i dati accumulati dalle loro osservazioni per ciascun frutto. Dalla discussione, emergono delle ipotesi. Qui di seguito è riportato un esempio: Il melone ha una forma allungata Il melone ha un aspetto lucido Il melone al tatto è liscio e duro Il melone ha odore gradevole 18 Università della Calabria, Facoltà di Lettere e Filosofia- Scienze Matematiche Fisiche e Naturali Corso di Laurea in Scienze della Formazione Primaria Modulo di Didattica delle Scienze Naturali, Indirizzo Elementare- IV anno Prof.ssa Silvia Mazzuca ESPERIMENTO La proposta che ai bambini può sembrare conseguenza logica è quella di verificare tali ipotesi utilizzando i sensi: vista, olfatto e tatto. Vengono quindi approntate scatole colorate sulle quali viene apposta un’etichetta. Ogni colore rappresenta una categoria (scatola) divisa in sottocategorie. COLORE VERDE GIALLO VIOLA BLU Tondo CATEGORIA SOTTOCATEGORIA FORMA TONDO / ALLUNGATO OPACO / LUCIDO ODORE / INODORE LISCIO / PELOSO / RUGOSO (MORBIDO / DURO) FormaASPETTO OLFATTO TATTO Allungato Aspetto Opaco TATTO Olfatto Inodore Odore Liscio morbido Gradevole Lucido Sgradevole Duro Peloso Rugoso morbido Duro morbido Duro 19 Università della Calabria, Facoltà di Lettere e Filosofia- Scienze Matematiche Fisiche e Naturali Corso di Laurea in Scienze della Formazione Primaria Modulo di Didattica delle Scienze Naturali, Indirizzo Elementare- IV anno Prof.ssa Silvia Mazzuca RISULTATI di un ulteriore metodo per l’analisi del frutto. Se Ogni volta che il bambino esamina un l’ipotesi di lavoro, (ossia l’utilizzo dei sensi), è frutto deve individuare la categoria alla recepita dal bambino, la sua risposta sarà quella di quale questo appartiene, riponendolo individuare il senso mancante: “il gusto”. La nella scatola corrispondente. “Categoria gusto” è rappresentata dal colore Questo ha conferma di come conseguenza la arancione, ipotesi la sottocategorie: alcune e ed è suddivisa nelle seguenti INSAPORE: confutazione di altre. succosa / secca / compatta: cremosa o croccante. Ad esempio le ipotesi: “Il melone ha una forma allungata”, “Il melone è SAPORE: liscio e duro”sono confermate; mentre le ipotesi: “Il melone ha un aspetto dolce (succosa /secca / compatta: cremosa o croccante); lucido ” e “Il melo ne ha odore amara (succosa /secca / compatta: cremosa o croccante); gradevole” sono confutate. Il passo successivo è aspra (succosa /secca / compatta: cremosa o croccante); quello dell’individuazione da parte dei bambini GUSTO GUSTO SAPORE: Dolce dolce SAPORE: Amaro compatto compatto succoso secco succoso cremoso cremoso croccante croccante GUSTO GUSTO SAPORE: secco croccante SAPORE: Aspro Insapore compatto compatto succoso 20 secco succoso cremoso croccante secco cremoso croccante Università della Calabria, Facoltà di Lettere e Filosofia- Scienze Matematiche Fisiche e Naturali Corso di Laurea in Scienze della Formazione Primaria Modulo di Didattica delle Scienze Naturali, Indirizzo Elementare- IV anno Prof.ssa Silvia Mazzuca IPOTESI DELLA CLASSE: Il risultato d tali indagini ha portato a ipotizzare le seguenti supposizioni: - La mela è dolce e succosa - Il limone è aspro e succoso - La noce è dolce e secca ESPERIMENTO E OSSERVAZIONI Gli alunni sono stati invitati ad assaggiare i frutti presi in considerazione ed affermare quanto segue: E’ vero che la mela è dolce, ma non è succosa, piuttosto compatta e croccante. E’ vero che la noce è secca, ma non è dolce piuttosto amara Alcune proposizioni sono state quindi confutate, mentre altre sono state confermate. 21 Università della Calabria, Facoltà di Lettere e Filosofia- Scienze Matematiche Fisiche e Naturali Corso di Laurea in Scienze della Formazione Primaria Modulo di Didattica delle Scienze Naturali, Indirizzo Elementare- IV anno Prof.ssa Silvia Mazzuca RISULTATI: Si giunge alla conclusione, che mediante l’impiego dei sensi, è possibile operare una classificazione dei frutti. Ne è scaturito quindi uno schema di classificazione strutturato come segue: Il Frutto: classificazione artificiale attraverso i sensi tonda FORMA allungata lucido ASPETTO opaco profumato odore sgradevole OLFATTO inodore liscio morbido 22 peloso TATTO duro rugoso morbido duro Università della Calabria, Facoltà di Lettere e Filosofia- Scienze Matematiche Fisiche e Naturali Corso di Laurea in Scienze della Formazione Primaria Modulo di Didattica delle Scienze Naturali, Indirizzo Elementare- IV anno Prof.ssa Silvia Mazzuca Il Frutto: classificazione artificiale attraverso i sensi tonda FORMA allungata lucido ASPETTO opaco profumato odore sgradevole OLFATTO inodore liscio morbido peloso TATTO duro rugoso morbido duro Il Frutto: classificazione artificiale attraverso i sensi croccante cremoso se cco compatto succoso in sa por e dolce secco compatto croccante cremoso a spr o G USTO ama ro succoso secco compatto secco succoso compatto succoso croccante cremoso croccante cremoso 23 Università della Calabria, Facoltà di Lettere e Filosofia- Scienze Matematiche Fisiche e Naturali Corso di Laurea in Scienze della Formazione Primaria Modulo di Didattica delle Scienze Naturali, Indirizzo Elementare- IV anno Prof.ssa Silvia Mazzuca bambini. Immaginando di usare i sensi (vista, Attività 2. CLASSIFICARE olfatto, tatto e gusto), i bambini devono cogliere le La classificazione proposta non è fatta a differenze di forma (allungata tonda) e aspetto dei priori, ma la pluralità di termini frutti (opaco o lucido), al tatto (buccia liscia, utilizzata ha una logica che definisce rugosa, somiglianze e differenze consentendo di (profumato, odore sgradevole, inodore) e al gusto apportare (polpa chiarezza nell’estrema pelosa, dolce, morbida, amara, dura), aspra, secca, all’odorato succosa, biodiversità che ci circonda. compatta, cremosa e croccante). Si procede cosi ad Si può effettuare una classificazione di un tentativo di classificazione. Si cerca di rendere tipo artificiale o naturale. partecipe l’intera classe invitando i bambini a citare ARTIFICIALE: si effettua senza tener dei frutti conosciuti, riunendoli in un insieme o conto delle reali affinità evolutive, ma categoria rappresentata da una porzione di piano solo sulla lavagna. delle somiglianze a livello macroscopico dell’aspetto esterno. NATURALE: cerca di raggruppare gli CATEGORIA FRUTTI organismi secondo le loro affinità Nocciola Mela genetiche o evolutive. LA CLASSIFICAZIONE DEI FRUTTI E Banana Melanzana IL LINGUAGGIO DEGLI INSIEMI La lezione sulla classificazione naturale dei frutti, precedentemente esposta, può Baccello di fagiolo essere svolta, in una fase successiva, anche, adoperando una metodologia alternativa: il linguaggio degli insiemi e Si invitano gli allievi a classificare gli oggetti presi quindi l’utilizzo dei diagrammi di in esame. Eulero-Venn relative Il classificare è tra le attività di indagine consigliate rappresentazioni grafiche (l’inclusione) dai Programmi Ministeriali e sulle quali gli alunni e l’operazione di intersezione. sono tenuti ad esercitarsi. I diagrammi di Eulero-Venn sono La classificazione è caratterizzata da concetti che utilizzati in quanto vengono considerati sono alla base del pensiero logico. un’efficace pensiero 24 e e le rappresentazione del Avere capacità logiche significa essere capaci di dell’immaginazione dei osservare, confrontare, rilevare differenze e Università della Calabria, Facoltà di Lettere e Filosofia- Scienze Matematiche Fisiche e Naturali Corso di Laurea in Scienze della Formazione Primaria Modulo di Didattica delle Scienze Naturali, Indirizzo Elementare- IV anno Prof.ssa Silvia Mazzuca somiglianze, significa classificare, capacità di ordinare; riflettere, di sottoinsieme o “Sottocategoria C” dell’insieme A “forma”. orientarsi di fronte a situazioni nuove. La “forma” è una proprietà di tutti gli oggetti (mela, Non si tratta di far studiare delle baccello di fagiolo, melanzana) presi in esame, per classificazioni già predisposte, ma di cui essa è caratterizzante e permette di riunirli in un costruirle con pochi elementi, sulle insieme A o categoria rappresentante la “Categoria quali forma”, gli osservazioni alunni possono analitiche e fare ricercare si ottiene, quindi una nuova rappresentazione. attributi significativi evidenti, per dare A questo punto si consideravano due attributi della ordine logico ai dati emersi. proprietà “forma”: “allungata” e “tonda”. Esempio: Per classificazione, la mela ha una forma tonda, qualità non posseduta quindi, si spiega che bisogna isolare una dal baccello di fagiolo, che risulta avere forma proprietà fra tante note, che è possibile allungata. Quindi i frutti che hanno forma tonda attribuire agli oggetti presi in esame. costituiscono il sottoinsieme o “Sottocategoria B” La “forma” è una proprietà di tutti gli dell’insieme oggetti (mela, baccello di fagiolo, costituiscono il sottoinsieme o “Sottocategoria C” melanzana) presi in esame, per cui essa dell’insieme A “forma”. Alcuni frutti, esempio è caratterizzante e permette di riunirli in oliva e kiwi poiché hanno una forma che possiamo un insieme A o categoria rappresentante definire la “Categoria forma”, si ottiene, quindi mediante una nuova rappresentazione. appartenenti ad entrambi i sottoinsiemi B “tonda” C A questo punto si considerano due “allungata”. Si crea cosi un ulteriore insieme attributi d’intersezione D effettuare una della proprietà “forma”: A “forma”; tondeggiante l’operazione sono quelli stati OGGETTO ha una forma tonda, qualità non Mela posseduta dal baccello di fagiolo, che Baccello risulta avere forma allungata. Quindi i fagiolo X frutti Melanzana X costituiscono “Sottocategoria hanno il B” forma tonda sottoinsieme dell’insieme classificati intersezione, “allungata” e “tonda”. Esempio: la mela che allungati come TONDA ALLUNGATA X di o A “forma”; quelli allungati costituiscono il 25 Università della Calabria, Facoltà di Lettere e Filosofia- Scienze Matematiche Fisiche e Naturali Corso di Laurea in Scienze della Formazione Primaria Modulo di Didattica delle Scienze Naturali, Indirizzo Elementare- IV anno Prof.ssa Silvia Mazzuca CATEGORIA FORMA A = Categoria forma B B = Sottocategoria tonda C C = Sottocategoria allungata Oliva Mela D D = Insieme intersezione Baccello di fagiolo Si procede con la proprietà “aspetto” fa parte del sottoinsieme o “Sottocategoria opaca” scegliendo gli attributi “Opaco” e B, “Lucido”.La è o“Sottocategoria lucida” C. La ghianda ad esempio quella caratterizzante. Essa rappresenta è un esempio di frutto che ha un aspetto sia lucido l’insieme o “Categoria aspetto” A. Si che procede come prima, esempio il kiwi ha intersezione è classificato come appartenere ad un aspetto opaco, la mela lucida, poiché entrambi i sottoinsiemi B e C. Si crea un ulteriore si tratta di due qualità diverse, il primo sottoinsieme d’intersezione D. 26 proprietà “aspetto” il secondo opaco, appartiene quindi al mediante sottoinsieme l’operazione Università della Calabria, Facoltà di Lettere e Filosofia- Scienze Matematiche Fisiche e Naturali Corso di Laurea in Scienze della Formazione Primaria Modulo di Didattica delle Scienze Naturali, Indirizzo Elementare- IV anno Prof.ssa Silvia Mazzuca CATEGORIA ASPETTO A = Categoria aspetto B = Sottocategoria opaca C = Sottocategoria lucida D = Insieme intersezione A B C Ghianda Kiwi Mela D Per la proprietà odore si scelgono due essere sgradevole o gradevole. Esempio la mela, ha attributi: “odore”. un odore e quindi appartiene al sottoinsieme o L’attributo “odore” si divide in due “Sottocategoria odore” C dell’insieme A. Essa ha un sottocategorie “profumato” e “odore odore gradevole, quindi fa parte del sottoinsieme o sgradevole”. La proprietà “Odore” è “Sottocategoria profumata” D appartenente al quella caratterizzante e rappresenta sottoinsieme o “Sottocategoria odore” C. Il l’insieme o “Categoria Odore” A. Si sottoinsieme spiega ai bambini che tutti i frutti hanno rappresenta un sottoinsieme vuoto. “inodore” e o “Sottocategoria inodore” B un odore a prescindere se esso può CATEGORIA ODORE A = Categoria odore A B = Sottocategoria inodore C = Sottocategoria odore Mela D = Sottocategoria profumata E = Sottocategoria odore sgradevole B C E 27 Università della Calabria, Facoltà di Lettere e Filosofia- Scienze Matematiche Fisiche e Naturali Corso di Laurea in Scienze della Formazione Primaria Modulo di Didattica delle Scienze Naturali, Indirizzo Elementare- IV anno Prof.ssa Silvia Mazzuca Considerando la caratterizzante proprietà e “tatto” al kiwi si possono attribuire gli attributi “peloso” rappresentante “rugoso” e “morbido”, quindi esso fa parte l’insieme o la “Categoria tatto” si dell’insieme intersezione G scelgono altri cinque attributi: “liscio”, sottoinsiemi o “rugoso”, “peloso”, “morbido”, “duro”. “Sottocategoria pelosa” C, Sottocategoria morbida” Si procede alla classificazione: esempio E dell’insieme A. “Sottocategoria CATEGORIA TATTO A E Noce pesco L I Pesca G Kiwi B C D Noce cocco F A = Categoria tatto E = Sottocategoria morbida B = Sottocategoria liscia F = Sottocategoria dura C = Sottocategoria pelosa G, H, I, L = Insieme Intersezione D = Sottocategoria rugosa 28 H dei seguenti rugosa” D, Università della Calabria, Facoltà di Lettere e Filosofia- Scienze Matematiche Fisiche e Naturali Corso di Laurea in Scienze della Formazione Primaria Modulo di Didattica delle Scienze Naturali, Indirizzo Elementare- IV anno Prof.ssa Silvia Mazzuca Infine si considera la proprietà “gusto” possono attribuire i seguenti attributi: “dolce”, caratterizzante rappresentante “compatta” e “croccante”, quindi essa risulta l’insieme o “Categoria Gusto”; si appartenere all’insieme intersezione z dei seguenti scelgono i seguenti attributi “insapore” sottoinsiemi “dolce”, “amaro”, “aspro”, “succoso”, “Sottocategoria “secco”, croccante” R dell’insieme A. e “compatto”, “cremoso”, o “Sottocategoria compatta” F, dolce” B, “Sottocategoria “croccante”. Esempio alla mela si A F S Mela R I T U Z C B J K G V H L M D O X p W Y N E Q - A = Categoria gusto - K = Sottocategoria secca - T = Sottocategoria croccante - B = Sottocategoria dolce - L = Sottocategoria compatta - U = Sottocategoria cremosa - C = Sottocategoria aspra - M = Sottocategoria succosa - V = Sottocategoria croccante - D = Sottocategoria amara - N = sottocategoria secca - W = Sottocategoria cremosa - E = Sottocategoria insapore - O = sottocategoria compatta - X = Sottocategoria croccante - F = Sottocategoria compatta - P = Sottocategoria succosa - Y = Sottocategoria cremosa 29 Università della Calabria, Facoltà di Lettere e Filosofia- Scienze Matematiche Fisiche e Naturali Corso di Laurea in Scienze della Formazione Primaria Modulo di Didattica delle Scienze Naturali, Indirizzo Elementare- IV anno Prof.ssa Silvia Mazzuca - G = Sottocategoria succosa - Q = Sottocategoria secca - Z = Insieme intersezione - H = Sottocategoria secca - R = Sottocategoria croccante - J = Sottocategoria succosa - I = Sottocategoria compatta - S = Sottocategoria cremosa Attività 3. DAL FRUTTO AL SEME Basandoci sull’Attività 1, cerchiamo di I CONTENUTI Il Frutto: organo di dispersione delle Angiosperme scoprire cosa accomuna tutta la varietà di frutti analizzati. Scopriremo che tutti i frutti I frutti monospermi e plurispermi: classificazione contengono i semi, anche se sono diversi l’uno dall’altro. luogo di realizzazione: aula o laboratorio tempo di realizzazione: 2 ore destinatari: classi IV e V Obiettivi didattici LABORATORIO SCIENTIFICO “ Il Frutto” ABILITÀ COMPETENZE Saper comprendere che il frutto è l’unita di dispersione delle Angiosperme Saper osservare attentamente le caratteristiche degli oggetti Saper riconoscere i frutti monospermi dai frutti plurispermi Saper classificare gli oggetti Saper identificare il problema e trovare la soluzione saper condurre una discussione Saper interagire nel gruppo CONOSCENZE 30 Sapere che il frutto è l’unità di dispersione delle Angiosperme Conoscere i frutti monospermi e plurispermi Università della Calabria, Facoltà di Lettere e Filosofia- Scienze Matematiche Fisiche e Naturali Corso di Laurea in Scienze della Formazione Primaria Modulo di Didattica delle Scienze Naturali, Indirizzo Elementare- IV anno Prof.ssa Silvia Mazzuca MATERIALI E STRUMENTI Frutti di diverso tipo Colori Coltello Scheda operative Album da disegno COME PROCEDERE Fig 2. Si utilizzano i frutti dell’attività 1 PROPOSTA DEL PROBLEMA: Agli alunni è stata proposta la seguente domanda: “Che cos’è un frutto?”. 31 Università della Calabria, Facoltà di Lettere e Filosofia- Scienze Matematiche Fisiche e Naturali Corso di Laurea in Scienze della Formazione Primaria Modulo di Didattica delle Scienze Naturali, Indirizzo Elementare- IV anno Prof.ssa Silvia Mazzuca IPOTESI DELLA CLASSE: Si da allievi la possibilità di esprimere le loro idee e rappresentare con un disegno la struttura interna di un frutto alla lavagna (fig.1b). Si procede confrontando i disegni. “Chi ha disegnato la forma corretta?”. “A quali di questi disegni corrisponde la struttura reale di un frutto?”. L’obiettivo è quello di far comprendere agli alunni il metodo d’indagine per la verifica di tale ipotesi. Fig. 3 Ipotesi: Frutti disegnati dai bambini prima dell’attività laboratoriale. FASE SPERIMENTALE Gli alunni propongono di sezionare i frutti quello “verticale o longitudinale” e quello (fig. 4.) “orizzontale o trasversale”. Tale operazione è preceduta da una Infine si allarga il confronto delle sezioni ai discussione sul tema “ Come tagliare il diversi tipi di frutti e gli alunni, hanno così frutto”. Si individuano due tipi di taglio, modo di osservare le differenze strutturali esistenti. 32 Università della Calabria, Facoltà di Lettere e Filosofia- Scienze Matematiche Fisiche e Naturali Corso di Laurea in Scienze della Formazione Primaria Modulo di Didattica delle Scienze Naturali, Indirizzo Elementare- IV anno Prof.ssa Silvia Mazzuca OSSERVAZIONI: MONOSPERMI (presenza di un solo seme) Viene individuato nel seme, in diversi tipi di dai FRUTTI PLURISPERMI (presenza di più frutti, l’elemento comune. di un seme.) Si osserva per ciascun frutto il numero dei semi e si distinguono i FRUTTI Fig. 4: Fase dissezione dei frutti CLASSIFICAZIONE FRUTTI MONOSPERMI (con solo un seme) E PLURISPERMI (con più semi) Categoria Frutti MONOSPERMI PLURISPERMI Figura 5. Tipologie di frutto in base alla loro struttura interna 33 Università della Calabria, Facoltà di Lettere e Filosofia- Scienze Matematiche Fisiche e Naturali Corso di Laurea in Scienze della Formazione Primaria Modulo di Didattica delle Scienze Naturali, Indirizzo Elementare- IV anno Prof.ssa Silvia Mazzuca a b c b) Frutto carnoso categoria DRUPA a) Frutto carnoso categoria BACCA c) Frutto carnoso categoria BACCA FRUTTO BALAUSTIO Juglans regia (noce) Ecballium elaterium (cocomero asinino) Punicum granatum (melograno) e d d) Frutto secco categoria Follicolo FRUTTO AGGREGATO f e) Frutto carnoso categoria BACCA sottocategoria PEPONIDE Magnolia grandiflora (magnolia) f) Frutto carnoso categoria BACCA sottocategoria PEPONIDE Cucuminis sativus (cetriolo) Solanum melongena (melanzana) Figura 6. Gli alunni disegnano i fr utti dissez ion ati c on i particolari anatomic i e li confrontano con i disegni prec edenti (ipotes i, Fig 3). s em e a b a) b ) Fr utto carn oso c ate gori a b acc a Ly cop ersi con e scul ent um ( pom od oro ) s em e s eme c d c ) Fru tto carn oso ca teg oria ba cca C ytru s sine nsis (a ran cia ) 34 d ) F rutto ca rnoso F ru tto fa lso Ma lu s sylv estri s (m ela ) Università della Calabria, Facoltà di Lettere e Filosofia- Scienze Matematiche Fisiche e Naturali Corso di Laurea in Scienze della Formazione Primaria Modulo di Didattica delle Scienze Naturali, Indirizzo Elementare- IV anno Prof.ssa Silvia Mazzuca RISULTATO: che, pur rientrando spesso nell’attività quotidiana, Gli alunni dopo aver osservato le sono in realtà sconosciuti. Questo supporta l’idea sezioni dei frutti concludono: che è necessaria la conoscenza di un soggetto prima “Il frutto può essere considerato un contenitore di semi”. “Il frutto ha la funzione di proteggere i semi”. di sviluppare una relazione con esso e, di conseguenza, che andrebbero incrementate le attività pratiche (di sperimentazione). Sulla base di “ Quelli che comunemente consideriamo ortaggi, esempio la melanzana, sono frutti” questa convinzione è stato elaborato un percorso “Abbiamo scoperto che anche la capsula del papavero o dell’iris, la melanzana, il cetriolo, la zucchina, il follicolo della magnolia sono dei frutti” che permette ai bambini di analizzare e conoscere il Alcuni frutti come la pesca, la susina, la ciliegia hanno un solo seme, indagine condotta nella scuola primaria è emerso didattico laboratoriale, articolato in diverse attività, fiore nella sua struttura e diversità. La scelta del soggetto è motivata dal fatto che, in una precedente che il fiore è uno degli “oggetti” naturali preferiti Mentre altri come l’uva, il pomodoro hanno più di un seme. dai bambini. PERCORSO LABORATORIALE ATTIVITÀ 4. IL FIORE E LE SUE Il percorso laboratoriale sul fiore è articolato in tre PARTI attività, ciascuna della durata di due ore. Dall’esperienza maturata nel rapporto continuativo con varie realtà della Scuola Primaria si è constatato che nel piano delle offerte formative poca attenzione viene dedicata al mondo N. 1: LE PARTI DEL FIORE N. 2: Il FIORE CHIMERICO N. 3: COSTRUISCI E DISEGNA IL FIORE PREREQUISITI Conoscere e saper usare il microscopio ottico naturale, in disaccordo con la naturale Saper usare una lente d’ingrandimento disposizione Saper allestire un preparato da osservare al microscopio ottico dei bambini all’osservazione. Inoltre poco (o nullo) Saper distinguere i viventi dai non viventi è lo spazio dedicato all’approccio Conoscere il concetto di insieme laboratoriale delle scienze naturali e delle scienze nel loro insieme. Nella realtà scolastica manca al bambino, CONTENUTI Le parti del fiore Le caratteristiche dei fiori: somiglianze e differenze quindi, lo stimolo verso l’osservazione La biodiversità dei componenti floreali attenta e la conoscenza di soggetti che La simmetria del fiore caratterizzano l’ambiente in cui vive e 35 Università della Calabria, Facoltà di Lettere e Filosofia- Scienze Matematiche Fisiche e Naturali Corso di Laurea in Scienze della Formazione Primaria Modulo di Didattica delle Scienze Naturali, Indirizzo Elementare- IV anno Prof.ssa Silvia Mazzuca L’organografia e la disposizione spaziale degli elementi floreali Tempo di realizzazione 6 ore Destinatari: classi IV e V Luogo di realizzazione scientifico o aula 36 laboratorio Università della Calabria, Facoltà di Lettere e Filosofia- Scienze Matematiche Fisiche e Naturali Corso di Laurea in Scienze della Formazione Primaria Modulo di Didattica delle Scienze Naturali, Indirizzo Elementare- IV anno Prof.ssa Silvia Mazzuca MATERIALI E STRUMENTI Per la rappresentazione dello schema del fiore Per la dissezione del fiore e per la occorre: costruzione del fiore chimerico occorre: Fiore del genere Lilium Quattro diverse specie di fiori a simmetria raggiata (esempio iris, rosa, ranuncolo) Microscopio ottico e stereomicroscopio Matite colorate cartoncino N. 1: LE PARTI DEL FIORE L’attività n. 1 si basa sull’osservazione, la manipolazione e la dissezione di un fiore di Lilium Pinzette, bisturi, vetrini copri e portaoggetti (fig. 1) appartenente ai fiori ermafroditi (o Lavagna e gesso incompleti, perfetti, fiori che possiedono sia stami Gli insiemi: i diagramma di EuleroVenn che carpelli, anche se privi di sepali, o di petali, o di Schede operative entrambi). Nel fiore preso in esame è presente il perigonio (solo corolla formata dai tepali) al posto Per la costruzione del fiore occorre: Cartoncini colorati con le stampe dei componenti del fiore da costruire Scovolini Plastilina del perianzio (corolla formata dai petali e il calice costituito dai sepali) Durante la fase di dissezione, gli allievi attraverso una scheda guida, (A) identificano le parti fiorali. Cannucce 37 Università della Calabria, Facoltà di Lettere e Filosofia- Scienze Matematiche Fisiche e Naturali Corso di Laurea in Scienze della Formazione Primaria Modulo di Didattica delle Scienze Naturali, Indirizzo Elementare- IV anno Prof.ssa Silvia Mazzuca Il fiore disegnato dai bambini prima pigmenti colorati e su eventuali disegni presenti su dell’attività laboratoriale rappresenta la di essi. nostra ipotesi. Riflettere sulla funzione vessillare della corolla. Far notare agli alunni, osservando il fiore della rosa (o qualunque fiore provvisto di calice), l’assenza del calice nel lilium Procedere dissezionando gli altri verticilli: stami e pistillo Osservare le parti dello stame: stelo e antera FASE SPERIMENTALE Con una pinzetta prelevare il polline dall’antera e Eseguire la dissezione del fiore di lilium allestire un preparato da osservare al microscopio partendo dal verticillo più esterno, la ottico, corolla costituita dai tepali; oggetto, acqua, pipetta Pasteur Far osservare allo stereomicroscopio i tepali, focalizzando l’attenzione sui 38 utilizzando vetrino portaoggetti, copri Osservare le parti del pistillo: stimma o stigma, stilo, ovario Università della Calabria, Facoltà di Lettere e Filosofia- Scienze Matematiche Fisiche e Naturali Corso di Laurea in Scienze della Formazione Primaria Modulo di Didattica delle Scienze Naturali, Indirizzo Elementare- IV anno Prof.ssa Silvia Mazzuca Con il bisturi sezionare longitudinalmente l’ovario ed osservarlo allo stereo microscopio. Si noterà la presenza degli ovuli Riflettere sulle funzioni di ogni parte del fiore Fig. 1a: Fase della dissezione del fiore di Lilium RISULTATO “Il fiore è costituito da foglioline modificate” Il pistillo costituisce la parte femminile del fiore; Gli stami costituiscono la parte maschile del fiore. 39 Università della Calabria, Facoltà di Lettere e Filosofia- Scienze Matematiche Fisiche e Naturali Corso di Laurea in Scienze della Formazione Primaria Modulo di Didattica delle Scienze Naturali, Indirizzo Elementare- IV anno Prof.ssa Silvia Mazzuca Pistillo e stame hanno funzione riproduttiva Calice e corolla sono parti sterili e hanno funzione vessillare, ossia di attrarre gli impollinatori specifici, che riconoscono una 40 determinata morfologia fiorale e visitano il fiore ricercando una “ricompensa” come nettare e/o polline ( favorendo così l’impollinazione incrociata tra fiori della stessa specie .) Università della Calabria, Facoltà di Lettere e Filosofia- Scienze Matematiche Fisiche e Naturali Corso di Laurea in Scienze della Formazione Primaria Modulo di Didattica delle Scienze Naturali, Indirizzo Elementare- IV anno Prof.ssa Silvia Mazzuca 41 Università della Calabria, Facoltà di Lettere e Filosofia- Scienze Matematiche Fisiche e Naturali Corso di Laurea in Scienze della Formazione Primaria Modulo di Didattica delle Scienze Naturali, Indirizzo Elementare- IV anno Prof.ssa Silvia Mazzuca 42 Università della Calabria, Facoltà di Lettere e Filosofia- Scienze Matematiche Fisiche e Naturali Corso di Laurea in Scienze della Formazione Primaria Modulo di Didattica delle Scienze Naturali, Indirizzo Elementare- IV anno Prof.ssa Silvia Mazzuca FORMULA FIORALE VERIFICHE Riassumi le informazioni che hai ottenuto finora, scrivendo la formula fiorale come di seguito spiegato: N° sepali… (K)………………………… N° petali… (C)………………………. N° stami (A)……………………… N° pistilli (G)……………………. FORMULA FIORALE DI:……………………………………………………………… K………. C…………. A………… G…………… Scrivi il nome della famiglia di appartenenza del fiore esaminato, dopo averlo scoperto con la chiave analitica ……………………………………………………………………………………………………… N. 2: IL FIORE CHIMERICO L’attività n. 2 si basa sull’osservazione, la contestualmente manipolazione insiemi: e la dissezione di un raggruppati in quattro assortimento di fiori a simmetria radiale (es K) sepali, C) petali, A) stami, G) pistilli. anemone, pero, pesco, rosa, lilium, ecc.). Indispensabile in questa fase è il contributo Sulla base delle somiglianze e delle differenze degli insegnanti dell’ambito matematico, che strutturali i bambini identificano i componenti possono integrare l’attività con i principi omologhi di ogni singolo fiore che sono stati elementari della teoria degli insiemi. 43 Università della Calabria, Facoltà di Lettere e Filosofia- Scienze Matematiche Fisiche e Naturali Corso di Laurea in Scienze della Formazione Primaria Modulo di Didattica delle Scienze Naturali, Indirizzo Elementare- IV anno Prof.ssa Silvia Mazzuca FASE SPERIMENTALE Analogamente accade per gli altri tre insiemi. Le A questo punto vengono realizzati dei parti fiorali vengono quindi posizionate su un “fiori chimerici” scegliendo i diversi “ricettacolo fiorale” disegnato su un foglio di carta, componenti seguendo l’ordine di disposizione: sepali secondo la formula 5(K):5(C):5(A):1(G), in cui il primo petali numero indica la quantità da utilizzare e stami il numero tra parentesi indica l’insieme pistillo da cui prelevarli. (Fig. 2b). Ad esempio, ”5(K)” significa che Durante questa attività ai bambini non vengono dall’insieme “sepali” vengono prelevati mostrate immagini o schemi di fiori, questo per 5 consentire loro di meglio definire “l’immagine elementi non necessariamente omogenei, cioè appartenuti a fiori diversi. 44 mentale” elaborata nell’attività precedente. Università della Calabria, Facoltà di Lettere e Filosofia- Scienze Matematiche Fisiche e Naturali Corso di Laurea in Scienze della Formazione Primaria Modulo di Didattica delle Scienze Naturali, Indirizzo Elementare- IV anno Prof.ssa Silvia Mazzuca alla ecc.) e di assemblarli secondo la formula, l’ordine e collaborazione e al confronto delle loro la simmetria stabiliti nelle precedenti attività. Si diverse interpretazioni. procede quindi all’inserzione dei componenti Anche in questa fase i bambini sono partendo dal più interno (pistillo) e aggiungendo via sollecitati all’osservazione delle via i componenti più esterni. Il modello così particolarità dei chimerici” realizzato viene confrontato con immagini di fiori realizzati, con riferimento, per esempio, lasciando agli allievi il compito di stabilire il grado alla simmetria e alla disposizione dei di fedeltà della riproduzione. L’utilizzo di modelli diversi componenti sul ricettacolo. in questa fase dell’attività, può senza dubbio Vengono però incoraggiati “fiori favorire la comprensione dell’organografia e della disposizione spaziale degli elementi floreali e dei rapporti fra loro esistenti. FASE SPERIMENTALE N. 3: COSTRUISCI IL FIORE La realizzazione del modello fiorale tridimensionale utilizzando materiali e oggetti di facile reperibilità è l’obiettivo L’ultima fase ha riguardato la realizzazione del della fase n. 3. Nella Fig. 3a è riportato disegno schematico della struttura fiorale in sezione un esempio di modello realizzato. longitudinale. La maggiore difficoltà per gli allievi In questa fase agli allievi viene chiesto in questo tipo di riproduzione è la trasformazione di identificare gli oggetti che per forma dell’oggetto tridimensionale a oggetto (schema) e colore meglio identificano i vari bidimensionale. Per superare questa difficoltà è componenti del fiore (stelo, ricettacolo necessario, nella maggioranza dei casi, suggerire di 45 Università della Calabria, Facoltà di Lettere e Filosofia- Scienze Matematiche Fisiche e Naturali Corso di Laurea in Scienze della Formazione Primaria Modulo di Didattica delle Scienze Naturali, Indirizzo Elementare- IV anno Prof.ssa Silvia Mazzuca “sezionare” il fiore in modo tale che nella sezione non manchi nessun componente. Da una serie di sezioni così ottenute gli allievi individuano le sezioni complete, quelle cioè in cui sono presenti tutti i componenti floreali; queste sezioni sono quindi il soggetto per la realizzazione degli schemi (Fig. 46 4a). Operativamente lo schema è ottenuto individuando l’asse di simmetria della sezione (longitudinale in questo caso) che i bambini riportano sul foglio come linea verticale, disegnando il ricettacolo fiorale, riportato sul foglio perpendicolarmente alla linea precedente, aggiungendo ciascun componente rispetto al sistema di riferimento costruito. Università della Calabria, Facoltà di Lettere e Filosofia- Scienze Matematiche Fisiche e Naturali Corso di Laurea in Scienze della Formazione Primaria Modulo di Didattica delle Scienze Naturali, Indirizzo Elementare- IV anno Prof.ssa Silvia Mazzuca 47 Università della Calabria, Facoltà di Lettere e Filosofia- Scienze Matematiche Fisiche e Naturali Corso di Laurea in Scienze della Formazione Primaria Modulo di Didattica delle Scienze Naturali, Indirizzo Elementare- IV anno Prof.ssa Silvia Mazzuca OBIETTIVI ATTIVITÀ 4. ALLA SCOPERTA Gli alunni al termine dell’U.D. devono essere in DELLA FOTOSINTESI grado di usare un linguaggio appropriato necessario CLOROFILLIANA per descrivere, argomentare e dare adeguata forma Da più di 4 miliardi di anni il Sole al pensiero scientifico, riorganizzare le conoscenze inonda la Terra e tutto lo Spazio per generalizzarne gli aspetti che caratterizzano la circostante con un’enorme quantità di Fotosintesi, raccogliere, selezionare e ordinare le energia emessa, in parte, sotto forma di informazioni date, capire che la luce è un elemento luce. Noi, però, siamo talmente abituati indispensabile alla vita delle piante, comprendere alla luce del Sole che spesso ci che la clorofilla lavora solo dove arriva la luce del dimentichiamo sole. che essa è di fondamentale importanza per quasi tutte Inoltre avranno la capacità e le competenze per le forme di vita presenti sulla Terra che, scoprire le condizioni in cui si verifica la altrimenti, non potrebbero sopravvivere. Fotosintesi. Ciò che lega la vita terrestre al Sole è il Essa avviene nelle foglie dove c’è la clorofilla. fenomeno che prende il nome di grazie alla fotosintesi la pianta libera ossigeno che “Fotosintesi viene immesso nell’aria. Clorofilliana” tanto importante da essere necessariamente Infine proposto già nella Scuola Primaria; la attraverso nascita della Fotosintesi è, infatti, l’osservazione antichissima e anzi, secondo alcuni documentazione sul quaderno dei percorsi svolti ricercatori, rappresenterebbe proprio la consentirà di rappresentare le esperienze vissute ed nascita della vita. osservate attraverso l’uso di vari strumenti e Nelle pagine che seguono cercheremo linguaggi: di capire meglio, anche tramite l’ausilio descrizioni. di semplici esperimenti da svolgere in PRE-REQUISITI DELL’ALUNNO aula, di che cosa si tratta. Luogo di realizzazione: laboratorio Tempo di realizzazione: 10 ore. Destinatari: Classe: IV e V aula o potrà verificare le l’esecuzione di diretta riproduzioni ipotesi esperimenti dell’ambiente. grafiche, e/o La tabelle, Comprendere il linguaggio specifico e saper esporre oralmente e per iscritto. Saper elaborare un testo descrittivo. Conoscere gli Stati di Aggregazione dell’Acqua. Conoscere le Proprietà della Materia. Conoscere l’assorbimento della luce da parte dei corpi. Conoscere la composizione dell’aria. 48 formulate Università della Calabria, Facoltà di Lettere e Filosofia- Scienze Matematiche Fisiche e Naturali Corso di Laurea in Scienze della Formazione Primaria Modulo di Didattica delle Scienze Naturali, Indirizzo Elementare- IV anno Prof.ssa Silvia Mazzuca Conoscere l’esistenza di relazioni di causa ed effetto. tipo più comune, da due facce diverse: la faccia superiore (esposta direttamente alla luce del sole) e Riconoscere le varie parti di una pianta. quella inferiore (che ha la funzione di regolare gli PRE-REQUISITI DELL’INSEGNANTE scambi gassosi con l'ambiente). La superficie L’insegnante deve possedere le seguenti esterna della foglia è costituita dall'epidermide, un conoscenze: Anatomia della foglia (struttura e funzioni). Funzionalità della foglia: processo fotosintetico, respirazione e traspirazione. Fasi della Fotosintesi. Nozioni di Fisica come ad esempio i comportamenti dei corpi nell’acqua e, quindi, il ”Principio di Archimede”. Il processo di “Fotosintesi Clorofilliana” avviene nelle foglie delle piante. La loro forma ampia e schiacciata consente loro di esporre alla luce la massima superficie con un peso tessuto composto di piccole cellule strettamente molto ridotto. Una foglia è composta da legate le une alle altre senza spazi (come le una sottile lamina, da un picciolo mattonelle di un pavimento), al di sopra delle quali collegati da una venatura centrale e, nel si deposita la "cuticola“, impermeabile e protettiva. L'epidermide inferiore, rispetto a quello dell'altra faccia, presenta molti più peli e, soprattutto, un numero maggiore di “stomi”. In effetti, gli stomi sono le “bocche” attraverso le quali la pianta può “respirare”. Immediatamente inferiore, si al trova di il sotto più dell'epidermide efficiente tessuto fotosintetico della foglia. È detto "mesofillo a palizzata", per la particolare disposizione delle cellule che lo compongono, di forma allungata e disposte fittamente le une accanto alle altre 49 Università della Calabria, Facoltà di Lettere e Filosofia- Scienze Matematiche Fisiche e Naturali Corso di Laurea in Scienze della Formazione Primaria Modulo di Didattica delle Scienze Naturali, Indirizzo Elementare- IV anno Prof.ssa Silvia Mazzuca (appunto come gli elementi di una palizzata) per sfruttare al meglio la luce che arriva fino a loro. Il mesofillo fogliare è poi rafforzato da nervature composte, a sua volta, da cellule, che hanno la funzione di portare acqua e sali minerali alla foglia e allontanare prodotte, le sostanze come alimentari vedremo, dalla clorofilla se ricevono la necessaria quantità di luce; fotosintesi. infatti, non a caso, una piantina posta in un Le piante sono considerate gli unici ambiente poco illuminato tende a perdere il proprio organismi in grado di produrre da sole il colore verde. nutrimento necessario per crescere e In effetti, la fotosintesi è un processo che, per vivere attraverso la fotosintesi; il reazione di due sostanze quali l'acqua (liquido) e termine è composto da "foto" (luce) e da l'anidride carbonica (gas), da luogo ad un gas, "sintesi", ad indicare che la produzione l'ossigeno, e ad un prodotto abbastanza complesso, di queste sostanze alimentari può aver il glucosio (zucchero). luogo liberato La luce è l’agente capace di attivare tale processo. nell’atmosfera soltanto in presenza di La luce viene assorbita dalla clorofilla, provocando luce. alcuni spostamenti di particelle al suo interno. Le piante riescono a realizzare tutto ciò L’energia che si accumula viene utilizzata per far catturando l’energia emanata dal sole avvenire le reazioni. tramite le loro foglie. Il meccanismo di Quando si rompono le particelle d’acqua liberano assorbimento si realizza, poiché, nelle l’ossigeno foglie, esiste una sostanza capace di combinandosi con l’anidride carbonica, produce lo assorbire zucchero. inutilizzato, le viene radiazioni solari: un nell’atmosfera. L’idrogeno, invece, pigmento verde che prende il nome di Il meccanismo attraverso il quale si compie la Clorofilla. Quest’ultima è concentrata fotosintesi può essere diviso in due fasi distinte: la in quei corpiccioli definiti cloroplasti, fase luminosa e la fase oscura. localizzati nelle parti verdi della pianta Fase e, in particolare, nelle foglie. Essi presenza di luce): come si sa nelle foglie ritroviamo svolgono la funzione di produttori di i cloroplasti dove, all’interno di questi, è presente la 50 luminosa (richiede necessariamente la Università della Calabria, Facoltà di Lettere e Filosofia- Scienze Matematiche Fisiche e Naturali Corso di Laurea in Scienze della Formazione Primaria Modulo di Didattica delle Scienze Naturali, Indirizzo Elementare- IV anno Prof.ssa Silvia Mazzuca clorofilla ed altri pigmenti minori; sono questi Come si può osservare, quindi, l’ossigeno pigmenti che sono in grado di catturare la dell’aria può essere considerato un importante luce, utilizzando l’acqua assorbita dalle radici, sottoprodotto della fotosintesi e questo ci fa trasformarle in energia. pensare a quanto siano importanti le piante È in questo proveniente momento che dall’acqua, che l’ossigeno per l’equilibrio vitale del nostro pianeta e a rimane quanto sia disastroso il disboscamento di inutilizzato, viene liberato come un vero e sempre più vasti territori. proprio prodotto di scarto. La Fase oscura: finita la necessità della luce nel sottraendo l’anidride carbonica dannosa a tutti processo di fotosintesi, la trasformazione i viventi, e la arricchisce di ossigeno. continua in questa successiva fase dove In sostanza possiamo riassumere l’intero l’anidride carbonica, nel processo fotosintetico proponendo in aula i le processo iniziale, finalmente figure riportate nelle pagine che seguono. immagazzinata viene fotosintesi, trasformata in zucchero. Anidride Carbonica Ossigeno Energia luminosa Zucchero 51 Acqua infatti, purifica l’aria, Università della Calabria, Facoltà di Lettere e Filosofia- Scienze Matematiche Fisiche e Naturali Corso di Laurea in Scienze della Formazione Primaria Modulo di Didattica delle Scienze Naturali, Indirizzo Elementare- IV anno Prof.ssa Silvia Mazzuca LUCE ACQUA ZUCCHERI (ENERGIA) . 52 OSSIGENO Università della Calabria, Facoltà di Lettere e Filosofia- Scienze Matematiche Fisiche e Naturali Corso di Laurea in Scienze della Formazione Primaria Modulo di Didattica delle Scienze Naturali, Indirizzo Elementare- IV anno Prof.ssa Silvia Mazzuca ESPERIENZE Esperimento n°1 Materiale: una piantina in vasetto; una grande scatola di cartone. Mettiamo la nostra piantina dentro una grande scatola di cartone, ma sul lato del quale abbiamo creato un foro rotondo di circa 3-4 cm di diametro. Poniamo la scatola accanto alla finestra Fig.1 in modo che la luce penetri direttamente nella scatola attraverso il foro. Dopo alcuni giorni comportamento osserviamo della piantina il Fig. 2 e constatiamo che la piantina ha piegato il fusto in direzione del foro. Cambiamo scatola. ora la Dopo posizione qualche della giorno osserviamo che la piantina ha cambiato ancora direzione. Gli alunni si renderanno così conto che la pianta è sensibile alla luce e può orientare le sue parti verso di essa. Chiudiamolo poi con un tappo forato nel quale facciamo passare il tubo e sigilliamo (Fig. 3) ESPERIMENTO N°2 Materiale: un contenitore di vetro, un barattolo di vetro grande trasparente, 2 tappi di plastica, un tubo di gomma, una pianta, del nastro da pacchi, acqua, panno nero. Versiamo contenitore. dell’acqua nel primo FIG 3 Mettiamo la pianta nel barattolo di vetro. Chiudiamolo con il tappo e poi lo foriamo. Fig. 4 53 Università della Calabria, Facoltà di Lettere e Filosofia- Scienze Matematiche Fisiche e Naturali Corso di Laurea in Scienze della Formazione Primaria Modulo di Didattica delle Scienze Naturali, Indirizzo Elementare- IV anno Prof.ssa Silvia Mazzuca Infiliamo l’altra estremità del tubo nel barattolo di vetro contenente la pianta. Sigilliamo poi tutto con il nastro da pacchi. Vediamo che con la luce non succede niente: l’acqua è tutta limpida (Fig. 4.) Fig. 4 Copriamo poi il barattolo di vetro contenente la pianta con il panno nero. Dopo qualche ora l’acqua che si trova nel primo contenitore diventerà torbida. Con la luce, infatti, la pianta libera ossigeno e lascia l’acqua limpida. Fig. 5. Al buio la pianta libera anidride carbonica, rendendo l’acqua torbida 54 così Università della Calabria, Facoltà di Lettere e Filosofia- Scienze Matematiche Fisiche e Naturali Corso di Laurea in Scienze della Formazione Primaria Modulo di Didattica delle Scienze Naturali, Indirizzo Elementare- IV anno Prof.ssa Silvia Mazzuca ESPERIMENTO N°3 Infine per spiegare ai bambini cosa è l’amido Materiale: pianta a foglie larghe; carta è bene ancora una volta partire da cose, o stagnola; fermagli; alcool; tintura di iodio; meglio da alimenti a loro più familiari come acqua bollente. la pasta, il pane, la frutta e quindi fare Teniamo una pianta a foglie larghe al buio per riferimento alla nutrizione. almeno una giornata. Esponiamola poi al sole L’insegnante potrebbe “legare” gli alimenti durante una intera mattinata, coprendo una alle piante semplicemente facendo vedere, parte di una foglia con della carta stagnola attraverso esperimenti, che l’amido che si fissata con dei fermagli. trova ad esempio nella banana è uguale a Al pomeriggio stacchiamo la foglia coperta e quello che si trova nelle piante. laviamo la stagnola: immergiamo la foglia in Come evidenziare la presenza di amido se non acqua bollente per alcuni minuti; mettiamola con un esperimento? poi in alcool sino a che non si è decolorata Materiale occorrente ed esperimento: (l’alcool estrae la clorofilla, ma perché Farina, alimenti vari, amido, tintura di iodio, l’estrazione sia totale occorrono anche più etanolo. giorni); laviamola ancora molto bene con Per acqua calda e immergiamola nella tintura di prendere dell’amido iodio diluita con alcool. Si osserverà che, puro (che può essere mentre la parte della foglia non ricoperta dalla facilmente reperibile stagnola si è colorata di bluastro, quella nelle pasticcerie) e ricoperta è rimasta incolore. versare su di esso Perché si è verificato questo strano prima cosa delle gocce di iodio fenomeno? evidenziando che a contatto con questa Diciamo agli alunni che la tintura di iodio sostanza l’amido diventa di colore nero. colora di blu l’amido, per cui nella parte A ricoperta l’amido evidentemente non si è procedimento su di una foglia che però verrà formato e che l’amido, il quale poi si prima decolorata in etanolo per evidenziarne trasforma in zuccheri, costituisce l’alimento meglio il cambiamento di colore a contatto della pianta. Una parte di questa sostanza si con la tintura di iodio. deposita negli organi di riserva della pianta, Una volta decolorata la foglia verrà messa in come i semi, i tuberi, ecc… in attesa di essere acqua bollente per ammorbidire i tessuti e utilizzata al momento opportuno. rendere l’operazione più semplice. 55 questo punto facciamo lo stesso Università della Calabria, Facoltà di Lettere e Filosofia- Scienze Matematiche Fisiche e Naturali Corso di Laurea in Scienze della Formazione Primaria Modulo di Didattica delle Scienze Naturali, Indirizzo Elementare- IV anno Prof.ssa Silvia Mazzuca Preparato il tutto prendere la foglia decolorata e mettere su di essa la tintura di iodio assistendo alla sua colorazione nera che indica come visto nell’esperimento precedente la presenza di amido. A questo punto bisogna però far verificare ai bambini che la produzione dell’amido dipende dalla luce del sole, e per fare questo bisogna prendere un ramo di una pianta con più foglie coprendone alcune parti, di alcune di esse, con della carta stagnola per non far passare la luce. Dopo circa 24/32 ore prendere una foglia lasciata libera e una di cui alcune parti erano state coperte con la stagnola e versare su di esse alcune gocce di tintura di iodio. Noteremo che quelle lasciate libere si coloreranno di un nero intenso (come l’amido puro) mentre le altre avranno assunto un colore nero sbiadito, questo indicherà che in una vi è più amido rispetto all’altra. Si può inoltre evidenziare maggiormente che l’amido che viene prodotto necessita della luce mettendo sia foglie libere che coperte sotto una lampada per circa sei ore notando ancora una volta, che quelle libere a contatto con la tintura di iodio assumono una colorazione nera più intensa rispetto alla altre che assumeranno una colorazione nera-chiara . 56 Università della Calabria, Facoltà di Lettere e Filosofia- Scienze Matematiche Fisiche e Naturali Corso di Laurea in Scienze della Formazione Primaria Modulo di Didattica delle Scienze Naturali, Indirizzo Elementare- IV anno Prof.ssa Silvia Mazzuca 57 Università della Calabria, Facoltà di Lettere e Filosofia- Scienze Matematiche Fisiche e Naturali Corso di Laurea in Scienze della Formazione Primaria Modulo di Didattica delle Scienze Naturali, Indirizzo Elementare- IV anno Prof.ssa Silvia Mazzuca Esperimento n. 4: test per la ricerca Parte delle sostanze organiche viene accumulata e dell’amido nelle foglie. Le foglie conservata quale provvista alimentare in diverse illuminate sono più parti scure perché della pianta. Queste riserve sono contengono amido, quelle al buio sono immagazzinate particolarmente nei semi e nei tuberi più chiare perché non contengono che sono, infatti, assai ricchi di amido, di zucchero, amido. La presenza dell’amido indica di proteine e talora anche di grassi; esse che quelle foglie hanno svolto l’attività costituiscono il primo nutrimento delle giovani fotosintetica producendo glucosio che si pianticelle che da essi germoglieranno e che solo è poi trasformato in amido. più tardi saranno capaci di nutrirsi da sole. Le foglie al buio non contengono amido in quanto senza luce non hanno potuto effettuare la fotosintesi e quindi non hanno prodotto glucosio. Come si è già detto, esso ha la particolarità di L’amido è una materia bianca contenuta nelle cellule dei vegetali sotto forma di granelli. 58 colorarsi intensamente di azzurro con la tintura di iodio. Versando una goccia di questo liquido su una fettina di patata o di un fagiolo ecc vedremo comparire immediatamente la colorazione azzurra Università della Calabria, Facoltà di Lettere e Filosofia- Scienze Matematiche Fisiche e Naturali Corso di Laurea in Scienze della Formazione Primaria Modulo di Didattica delle Scienze Naturali, Indirizzo Elementare- IV anno Prof.ssa Silvia Mazzuca che rivela la presenza dell’amido. Lo iodio è un elemento chimico di colore nero-violetto che si ricava dall’acqua di mare e dalle alghe marine e che è utilizzato in soluzione nell’alcool quale potente disinfettante. Gli alimenti vegetali contengono amido che deriva dalla fotosintesi, Nella nostra alimentazione rientrano una grande varietà di prodotti vegetali che ne sono ricchissimi. Ciò ci suggerisce che l’amido è la prima molecola alimentare glucosio sotto forma di glicogeno. Quindi nella catena alimentare il glucosio prodotto dalla pianta passa da un organismo all’altro e si trasforma in altre molecole fornendo la sua energia. che si produce nella catena alimentare da cui derivano poi tutte le altre. Quindi le piante si dicono produttori primari di sostanze alimentari. Tutti gli alimenti elaborati di origine vegetale contengono amido perché derivano direttamente o indirettamente da tessuti di piante che ne contengono grandi quantità (es. semi, tuberi ecc.). Le farine, utilizzate per la produzione di pane e affini hanno una concentrazione elevata di amido. Gli alimenti di origine animale (carne, pesce, latte uova ecc.) non contengono Materiale: foglie; vasetti; alcool; strisce di carta da filtro. amido perché gli animali accumulano il 59 Università della Calabria, Facoltà di Lettere e Filosofia- Scienze Matematiche Fisiche e Naturali Corso di Laurea in Scienze della Formazione Primaria Modulo di Didattica delle Scienze Naturali, Indirizzo Elementare- IV anno Prof.ssa Silvia Mazzuca Per vedere tutti i colori (pigmenti) METODOLOGIE contenuti Lezione partecipativa e stimolata dallo svolgimento foglie nelle fresche foglie, di raccogliamo diverse piante. di appositi esperimenti; Sminuzziamole e mettiamole in diversi Lezione interattiva durante la quale i momenti vasetti con un po’ di alcool da liquori. dell’esposizione si alternano ai momenti di dialogo Dopo poco noteremo che l’alcool si è e di confronto, stimolando in tal modo i singoli colorato. alunni ed il gruppo; Fissiamo poi strisce di carta da filtro in Chiedere ai bambini di ripetere con parole proprie; modo che peschino all’interno di ogni Spingere i bambini a ricercare tra libri e riviste vasetto. Dopo un’ora togliamo le strisce qualche articolo o qualche immagine che riguardi la e appena asciugate noteremo che i lezione. pigmenti si saranno disposti a diverse TECNICHE DIDATTICHE altezze. Chiederemo a questo punto ai Lezione frontale; nostri alunni se è sempre presente una Lavagna luminosa; banda verde. Brain-storming in funzione del commento dei lucidi proiettati. RISORSE Tutto il materiale che viene utilizzato per lo svolgimento dell’Unità Didattica risulta essere di facile reperibilità, semplice, non pericoloso. Ritroviamo quindi: lavagna luminosa, lucidi, libri, riviste, una scatola di cartone, piantine, alcool, vasetti, pianta a foglie larghe, carta stagnola, fermagli, tintura di iodio, acqua bollente, strisce di carta da filtro, nastro da pacchi, contenitore di vetro, POSSIBILI APPROFONDIMENTI barattolo trasparente, tubo di gomma, panno nero. La foglia, le radici, il fusto; VERIFICA La traspirazione; INSERISCI LE PAROLE MANCANTI La respirazione; La ……………è un processo chimico che consente Il disboscamento; alle……. di procurarsi il loro ……………… Il La comparsa dei primi microrganismi processo sul pianeta Terra. nelle…………, grazie alla presenza di alcuni 60 fotosintetico avviene precisamente Università della Calabria, Facoltà di Lettere e Filosofia- Scienze Matematiche Fisiche e Naturali Corso di Laurea in Scienze della Formazione Primaria Modulo di Didattica delle Scienze Naturali, Indirizzo Elementare- IV anno Prof.ssa Silvia Mazzuca organuli chiamati………….. e caratterizzati da un colore………….. Saranno appassite; Non risentiranno dell’assenza della signora. L’agente capace di innescare tale Spiega con parole tue il perché della tua scelta. processo è la ……….; infatti senza di 3) La nonna di Rebecca decide di regalare alla sua essa le piante non potrebbero vivere. La nipotina fotosintesi è poi caratterizzata da due prendersene cura. Ma la bambina la trascura ………… lasciandola spesso lontana dalla luce e privandola di che vengono definite rispettivamente fase ……………… e fase…………… La necessariamente la prima richiede presenza di ……………., la seconda invece può avvenire anche in sua assenza. Metti la parola giusta al posto giusto: Cloroplasti, luce, oscura, fotosintesi, luce, piante, foglie, luminosa, nutrimento, verde, fasi. una piantina e le raccomanda di acqua. Che succederà alla pianta? Continuerà a crescere normalmente; Risentirà della mancanza di luce ed acqua e appassirà; Anche da sola riuscirà a crearsi le condizioni giuste per vivere. 4) La parola “Fotosintesi” cosa significa? trasformare con la luce; fare una sintesi; raggruppare delle foto. Sottolinea la risposta esatta: 1) La mamma di Alberto ha in casa due piante ornamentali, una la tiene costantemente accanto alla finestra, l’altra in un angolo della stanza. Quale delle due, secondo te, cresce meglio? 5) Cosa assorbono le piante dal terreno? zuccheri; terra; acqua e sali minerali. 6) Cosa prendono le piante dall’aria? Quella posta accanto alla finestra perché ha più aria; ossigeno; Quella posta nell’angolo della stanza perché soffre meno il freddo; vapore acqueo. Quella posta accanto alla finestra perché ha più luce. anidride carbonica; 7) Cosa ricevono le piante dalla luce del sole? una bella abbronzatura; 2) La signora Rossi sta per partire in clorofilla; vacanza: lascia in casa le sue piante per energia. un periodo lungo senza curarle. Al suo 8) Dove si trova la clorofilla? ritorno come le troverà? nel tronco; Saranno più belle e più verdi di prima; nelle foglie; 61 Università della Calabria, Facoltà di Lettere e Filosofia- Scienze Matematiche Fisiche e Naturali Corso di Laurea in Scienze della Formazione Primaria Modulo di Didattica delle Scienze Naturali, Indirizzo Elementare- IV anno Prof.ssa Silvia Mazzuca nelle radici. straordinari processi biotecnologici casalinghi. Di 9) Qual è il principale nutrimento delle seguito alcuni piante? fermentazione esempi di impiego della Il Pane il glucosio; i sali minerali; Nella l’ossigeno. Saccharomyces) fermenta gli zuccheri che si 10) Nelle piante l’aria passa attraverso: panificazione il lievito (del genere staccano dall'amido durante la fase di impasto e di riposo della massa in lavorazione. I prodotti della le nervature; fermentazione alcolica (alcol etilico ed anidride gli stomi; carbonica) passano in fase gassosa formando le il picciolo. caratteristiche bolle durante la lievitazione e la 11) Cosa rende respirabile l’aria? cottura. l’ossigeno; IL VINO gli scarichi delle auto; Il vino viene prodotto a partire da soluzioni il potassio. zuccherine 12) Quale di queste cose non serve alla Fotosintesi? ottenute dallo schiacciamento del grappolo d'uva lasciate a fermentare con i lieviti unicellulari del genere Saccharomyces presenti sulla la luce del sole; buccia l’ossigeno; dell'acino o provenienti da colture selezionate. gli zuccheri. A seconda delle condizioni di fermentazione, si ATTIVITÀ 6. LA FERMENTAZIONE differenziano le qualità organolettiche (colore, Con questa attività si continuano i sapori, aromi ecc) del vino caratteristiche che si processi arricchiscono di trasformazione della ulteriormente durante le fasi materia. La fermentazione è un processo successive di lavorazione. biochimico complesso che partendo da Il lievito in condizioni anaerobiche trasforma 100 zuccheri come il glucosio produce grammi di zucchero in 51,1 di alcool etilico con un alcool etilico, anidride carbonica e altre rendimento in volume del 65.5%. Questo è un sostanze. Benché noi ci sentiamo rendimento ideale, nella realtà una parte dello distanti dalla spiegazione scientifica del zucchero disponibile è utilizzata dal lievito per processo altrettanto moltiplicarsi, inoltre durante la fermentazione i rispetto ai suoi impieghi che l’uomo ha lieviti del mosto producono, oltre l'alcol e l'anidride imparato a sfruttare in semplici e carbonica, anche prodotti secondari (glicerina, acido 62 non lo siamo Università della Calabria, Facoltà di Lettere e Filosofia- Scienze Matematiche Fisiche e Naturali Corso di Laurea in Scienze della Formazione Primaria Modulo di Didattica delle Scienze Naturali, Indirizzo Elementare- IV anno Prof.ssa Silvia Mazzuca acetico, acido succinico) che e ne permettono quindi la conservazione a contribuiscono a caratterizzare l'aroma temperatura ambiente. del prodotto finito. Il rendimento reale L'abbassamento quindi si approssima al 60% in volume. dell'acido lattico determina la denaturazione della LA BIRRA caseina che coagula conferendo al prodotto la La birra si ottiene per l'azione di lieviti caratteristica consistenza. della specie Saccharomyces cerevisiae Nella su di un mosto contenente malto di orzo addizionare lo yogurt di zucchero o di marmellate e quantità variabili di altri cereali grano, per migliorare la godibilità. riso o mais. La lavorazione è tale da L’attività didattica proposta parte dalla scoperta che conservare nel prodotto anche l'anidride i lieviti sono microorganismi responsabili della carbonica. produzione di anidride carbonica che fa “gonfiare” Sottoprodotti dei birrifici sono il "lievito la pasta del pane. di Di seguito la descrizione dei materiali e dei metodi birra" compresso venduto i panetti disidratato e o del produzione pH dovuto industriale, all'accumulo spesso si usa l'anidride carbonica. I FORMAGGI Nella maturazione di alcuni formaggi (riconoscibili dalle "occhiature") gli zuccheri residui vengono degradati con produzione di anidride carbonica. Altri formaggi maturano utilizzando vie metaboliche diverse dalla il della fermentazione. Lo Yogurt È risultato fermentazione lattica operata da ceppi selezionati di lattobacilli sul latte, intero o trattato. L'abbassamento del pH dovuto all'accumulo dell'acido lattico protegge il latte da altre alterazioni che lo renderebbero inadatto all'alimentazione 63 Università della Calabria, Facoltà di Lettere e Filosofia- Scienze Matematiche Fisiche e Naturali Corso di Laurea in Scienze della Formazione Primaria Modulo di Didattica delle Scienze Naturali, Indirizzo Elementare- IV anno Prof.ssa Silvia Mazzuca 64 Università della Calabria, Facoltà di Lettere e Filosofia- Scienze Matematiche Fisiche e Naturali Corso di Laurea in Scienze della Formazione Primaria Modulo di Didattica delle Scienze Naturali, Indirizzo Elementare- IV anno Prof.ssa Silvia Mazzuca DESCRIZIONE DELLE FASI variabili (lievito + farina) Preparare le soluzioni a, b e c: in un becker graduato un cubetto di lievito di birra da 25 gr aggiungere 300 ml di acqua tiepida e mescolare gradatamente. Attraverso un imbuto versare le soluzioni, preparata precedentemente, in tre bottiglie di plastica da 500 ml e attaccare il palloncino al collo della bottiglia, fissandolo Individuare: il gruppo che costituisce il controllo positivo (lievito + zucchero) e il controllo negativo (lievito + acqua), le Ore 14:30 Ore 15:30 con del nastro adesivo. Osservare ciò che avviene nelle diverse bottiglie (vedi foto) e prendere nota. Ore 15:00 Ore 16:00 65 Università della Calabria, Facoltà di Lettere e Filosofia- Scienze Matematiche Fisiche e Naturali Corso di Laurea in Scienze della Formazione Primaria Modulo di Didattica delle Scienze Naturali, Indirizzo Elementare- IV anno Prof.ssa Silvia Mazzuca DISCUSSIONE RISULTATI: Nell’esperimento A (soluzione contenente lievito + zucchero + acqua) il lievito si sviluppa più velocemente, rilasciando una maggiore concentrazione di anidride carbonica, sotto forma di bollicine, rispetto a quanto accade nell’esperimento B (soluzione contenente lievito + farina + acqua), perché nel primo caso ad essere ossidato è uno zucchero semplice (saccarosio, un disaccaride), nel secondo caso invece è l’amido uno zucchero complesso (polisaccaride). Nell’esperimento C (soluzione contenente lievito + acqua) il lievito non si sviluppa, perché non sono presenti zuccheri, di cui si può nutrire e quindi non può effettuare il processo di fermentazione. Le cellule del lievito di birra (Saccaromyces cerevisiae) Schema della cellula eucariote I lieviti che appartengono al genere Sono state catalogate più di mille specie di lieviti, Saccaromyces costituiscono un gruppo alcune specie sono comunemente usate per lievitare di funghi formati da un unico tipo di il pane e far fermentare le bevande alcoliche. La cellula eucariote; la forma va dall’ovale maggior parte dei lieviti appartengono al gruppo all’ellittico. Le dimensioni sono di 5 – degli Ascomiceti. Un piccolo numero di lieviti, 10 micrometri. come la Candida albicans, possono causare Osserviamo cellule sferoidali incolori infezioni singole e in piccoli aggregati, le loro Malassetia pachidermatis è causa di dermatite e dimensioni otite nel cane e nel gatto. consentono di pochi micron non l’osservazione nell'uomo, mentre un altro lievito Il lievito più comunemente usato è dell’organizzazione cellulare, è difficile Saccharomyces distinguere anche i nuclei. "addomesticato" migliaia di anni fa per la cerevisiae, produzione di vino, pane e birra. I LIEVITI ANEROBI FACOLTATIVI 66 che è stato Università della Calabria, Facoltà di Lettere e Filosofia- Scienze Matematiche Fisiche e Naturali Corso di Laurea in Scienze della Formazione Primaria Modulo di Didattica delle Scienze Naturali, Indirizzo Elementare- IV anno Prof.ssa Silvia Mazzuca I lieviti sono anaerobi facoltativi, cioè Glicolisiche avviene nel citosol della cellula. possono vivere sia in presenza di In PRESENZA DI OSSIGENO molte cellule ossigeno sia in assenza di ossigeno: possono ricavare un’ulteriore quantità di energia I attraverso la via metabolica della respirazione lieviti sono Respiratoria e dotati si di attività moltiplicano in cellulare. presenza di ossigeno utilizzando molti In ASSENZA DI OSSIGENO, alcuni tipi di composti del carbonio; essi sono dotati cellule anche di capacità fermentativa che si fermentazione, che non comporta un ulteriore manifesta in carenza di ossigeno solo guadagno di energia per la cellula, ma permette di nei confronti del glucosio. riciclare un trasportatore di energia indispensabile I lieviti sono: gli “ agenti della allo svolgimento della glicolisi. fermentazione alcoolica” dei carboidrati LA PANIFICAZIONE con formazione di alcool etilico e Il lievito Saccaromyces cerevisiae è un fungo anidride carbonica, trovano impiego unicellulare, si sviluppa su uno strato idoneo, nella nella produzione del vino e della birra, panificazione per esempio, in un impasto di acqua e nella lievitazione del pane e dei prodotti farina, nutrendosi di amidi. Durante il suo sviluppo da forno. l’amido contenuto nella farina viene scisso in LA FERMENTAZIONE. zuccheri APPROFONDIMENTI PER IL DOCENTE carbonica (CO2) e alcol etilico (CH3CH2OH) ed La fermentazione è un processo che energia sotto forma di ATP. consente di ricavare energia per via Tale processo ossidativo anaerobico prende il nome anaerobica composti di fermentazione, dal latino fervere (bollire). organici. Le cellule di lievito, per Inizialmente, i lieviti messi nel substrato di coltura ( esempio, fanno fermentare gli zuccheri l’impasto del pane) svolgono una respirazione presenti nella birra, nel vino e nel pane aerobiotica cioè utilizzando l’ossigeno nell’aria, convertendo il glucosio in biossido di trasformano gli zuccheri in acqua e anidride carbonio ed etanolo (alcol etilico) carbonica. a partire da C6H12O6 → 2 C2H5OH + 2 CO2 possono più Poi realizzare semplici il processo producendo all’interno della della anidride massa in fermentazione per mancanza di ossigeno passano I lieviti e tutti i tipi di cellule sfruttano alla l’energia immagazzinata negli zuccheri zuccheri (ossidandoli anaerobicamente) in alcool scindendo le molecole di glucosio in un etilico e anidride carbonica. processo metabolico fermentazione sfruttando l’energia degli chiamato 67 Università della Calabria, Facoltà di Lettere e Filosofia- Scienze Matematiche Fisiche e Naturali Corso di Laurea in Scienze della Formazione Primaria Modulo di Didattica delle Scienze Naturali, Indirizzo Elementare- IV anno Prof.ssa Silvia Mazzuca 68 Università della Calabria, Facoltà di Lettere e Filosofia- Scienze Matematiche Fisiche e Naturali Corso di Laurea in Scienze della Formazione Primaria Modulo di Didattica delle Scienze Naturali, Indirizzo Elementare- IV anno Prof.ssa Silvia Mazzuca Ossidazione: Schema dei diversi tipi di fermentazione 69 Università della Calabria, Facoltà di Lettere e Filosofia- Scienze Matematiche Fisiche e Naturali Corso di Laurea in Scienze della Formazione Primaria Modulo di Didattica delle Scienze Naturali, Indirizzo Elementare- IV anno Prof.ssa Silvia Mazzuca ATTIVITÀ 7. ESTRAIAMO IL DNA Nell’Era delle manipolazioni genetiche (vedi molecole OGM), alcune terminologie sono entrate nella (elementare). Di seguito sono riportati degli quotidianità. didattico esempi di sperimentazione da fare in classe all’insegnamento della genetica è possibile in con uso di materiale semplice e di facile ogni grado di istruzione. Esperienze semplici reperibilità. Di rigoroso ovviamente c’è il e metodo. immediate L’approccio offrono la possibilità di fin dalla scuola intraprendere lo studio della biologia delle ESTRAZIONE DEL DNA DELLA FRUTTA Esperienza laboratoriale I fase: preparazione della soluzione di estrazione II fase: preparazione della poltiglia ed estrazione del DNA 70 III fase: filtrazione IV fase: rimozione delle proteine V fase: evidenziazione del dna primaria Università della Calabria, Facoltà di Lettere e Filosofia- Scienze Matematiche Fisiche e Naturali Corso di Laurea in Scienze della Formazione Primaria Modulo di Didattica delle Scienze Naturali, Indirizzo Elementare- IV anno Prof.ssa Silvia Mazzuca MATERIALE OCCORRENTE Un contenitore graduato da 200 ml = soluzione di estrazione Un bicchiere di vetro (diametro circa cm 7-8): filtrato (banana + soluzione estrazione) Due contenitori per urine da 50 ml ed uno da 15 ml = n. 1 acqua + sale; n.2 filtrato + bromelina; n.3 filtrato + bromelina + alcool due bicchieri di plastica (formato piccolo): n.1 (filtrato banana + soluzione estrazione); n.2 succo di ananas Detersivo per piatti (10 ml) Quattro Siringhe da 5 ml= n.1 acqua; n.2 detergente; n.3 ananas, N.4 alcool NaCl (sale da cucina) 5 gr (1 cucchiaino raso da caffè) Un cucchiaino di plastica da caffè Un cucchiaio di plastica per mescolare Acqua (100 ml) Due colini per filtrare (diametro circa 6-7 cm)= n.1 banana; n.2 ananas Ananas Una banana media (100 gr senza buccia) Bilancia Carta assorbente Etichette adesive Penna Soluzione di estrazione MATERIALE OCCORRENTE: Contenitore graduato (200 ml) Due vaschette di alluminio (formato piccolo)= n. 1 banana + soluzione di estrazione; n. 2 succo di ananas Contenitore per urine da 50 ml (n.1) Due forchette di metallo: n.1 banana; n.2 ananas Siringa da 5 ml (n.1 e n.2) Due piatti di carta: n.1 banana; n.2 ananas Detersivo per piatti (10ml) NaCl (sale da cucina) 5 gr (1 cucchiaino raso da caffè) Un cucchiaino da caffè 71 Università della Calabria, Facoltà di Lettere e Filosofia- Scienze Matematiche Fisiche e Naturali Corso di Laurea in Scienze della Formazione Primaria Modulo di Didattica delle Scienze Naturali, Indirizzo Elementare- IV anno Prof.ssa Silvia Mazzuca Un cucchiaio per mescolare demolire la membrana cellulare e quella del nucleo. Acqua ( 50 ml) Poiché queste membrane sono costituite da Carta assorbente FOSFOLIPIDI, molecole ricche di grassi, queste FINALITÀ: verranno sciolte usando detersivo liquido. Il DNA è contenuto nel nucleo delle Viene usato anche un po’ di sale che ha la funzione cellule della frutta utilizzata ( vedi di facilitare l’eliminazione delle proteine su cui è schema). Per demolirlo è necessario avvolto il DNA e facilita la precipitazione del DNA. PROCEDURA: separare il più possibile le cellule fra loro per esporle all’azione del detersivo. Nel contenitore per urine da 50 ml (n.1) sciogliere 3 gr di sale (un cucchiaino raso) in 50 ml di acqua Procedura: in un piatto di carta (n.1) schiacciare 100 gr di frutta (banana) con una forchetta (n.1) fino a trasformarla in una poltiglia Mescolare energicamente. Versare la soluzione nel contenitore graduato da 200ml Aggiungere 10 ml di detersivo per piatti (prelevati con una siringa n.2) mettere la polpa schiacciata in una vaschetta di alluminio (n.1) e versare la soluzione di estrazione preparata in precedenza mescolare lentamente con un cucchiaio per omogeneizzare la soluzione mescolare con il cucchiaio Portare tutto al volume di 100ml, aggiungendo acqua, prelevata con una siringa (n.1 acqua). PRONTA un colino (n.1) (diametro 6-7 cm) della poltiglia ed estrazione del DNA MATERIALE OCCORRENTE: un piatto di carta (n.1) frutta a polpa morbida esempio banana (100 gr) un bicchiere o barattolo di vetro (diametro 7-8 cm) un cucchiaio poltiglia di frutta + soluzione di estrazione FINALITÀ Con questa operazione raccogliamo un liquido ricco di dna separandolo dai residui cellulari e dagli altri una forchetta di metallo (n.1) tessuti del frutto che dovranno essere scartati. un contenitore di alluminio (formato piccolo n.1) PROCEDURA: un cucchiaio di plastica soluzione di estrazione Un’operazione fondamentale è quella di frammentare il frutto in modo da 72 Filtrazione: MATERIALE OCCORRENTE: LA SOLUZIONE DI ESTRAZIONE È Preparazione attendere 5- 10 minuti filtrare con un colino (n.1) il preparato (soluzione di estrazione + polpa di frutta) in un bicchiere mescolare con un cucchiaio per favorire la filtrazione e ottenere un liquido ricco di dna Università della Calabria, Facoltà di Lettere e Filosofia- Scienze Matematiche Fisiche e Naturali Corso di Laurea in Scienze della Formazione Primaria Modulo di Didattica delle Scienze Naturali, Indirizzo Elementare- IV anno Prof.ssa Silvia Mazzuca rimozione delle proteine Trasferire il succo di ananas in un bicchierino di plastica (n.1) per facilitare il prelevamento successivo MATERIALE OCCORRENTE: Versare 25 ml di filtrato (prelevati con la siringa n.1) nel contenitore da 50 ml (n.2) Preparazione del succo d’ananas e Aggiungere 5 ml di succo di ananas (prelevato con la siringa n.3) un colino n.2 due- tre fette di ananas Agitare bene, ma lentamente una vaschetta di alluminio (formato piccolo) Attendere 5 minuti due siringhe da 5 ml (n.1 e 3) EVIDENZIAMO IL DNA un contenitore per urine n.2 Materiale occorrente: Con questa operazione otteniamo un DUE SIRINGHE (n.3, n.4) DNA più puro. UN CONTENITORE PER URINE (n. 3) Il DNA è avvolto attorno a proteine. Per ALCOOL ETILICO DENATURATO AL 90-95% (gelato tenuto nel freezer) allontanarle si possono usare enzimi SOLUZIONE (poltiglia + soluzione di estrazione + DNA + succo di ananas (bromelina) proteolitici, quali per esempio la “proteasi”. Questo enzima può essere FINALITÀ acquistato presso negozi che vendono Il DNA è molto solubile in acqua, dove diviene prodotti di chimica oppure è possibile invisibile, mentre è insolubile in alcool, nel quale sostituirlo una precipita e si rende visibile Aggiungendo alcool alla sostanza più facile da reperire. Si tratta soluzione presente nella provetta rendiamo visibile del succo di ananas, il quale contiene la il DNA. bromelina, una sostanza enzimatica PROCEDURA efficacemente con capace di demolire le proteine in amminoacidi di cui sono composte e di facilitare l’eliminazione. PROCEDURA nel piatto di carta (n. 2) schiacciare con una forchetta (n. 2) le fette di ananas prelevare 6 ml della soluzione ottenuta con la siringa (n. 3) e trasferirli nel contenitore per urine (n.3 da 15 ml) aggiungere lentamente lungo il bordo della provetta 6-8 ml di alcool etilico raffreddato nel freezer prelevato con la siringa (n.4) nell’INTERFACCIA TRA SOLUZIONE E L’ALCOOL si noterà una sostanza trasparente: il DNA filtrare il preparato con un colino (n.2) in una vaschetta (n.2) 73 Università della Calabria, Facoltà di Lettere e Filosofia- Scienze Matematiche Fisiche e Naturali Corso di Laurea in Scienze della Formazione Primaria Modulo di Didattica delle Scienze Naturali, Indirizzo Elementare- IV anno Prof.ssa Silvia Mazzuca DNA quattro e quattrotto. Gli agenti (gli alunni) si fanno dare una lista delle persone che hanno frequentato la casa (sospettati) e raccolgono il prezioso reperto. Dalle prime analisi si scopre che il ladro aveva i guanti, quindi niente impronte digitali sul cucchiaino (furbo!); ma sempre sul cucchiaino sono rimaste alcune tracce di saliva! La scientifica incastrerà certo il ladro attraverso lo studio del suo DNA. Al Lavoro! MATERIALE OCCORRENTE: Un contenitore per urine da 50 ml Acqua Tre siringhe da 5 ml Tre bicchieri di plastica trasparente ATTIVITÀ 8. DETECTIVE DNA Un cucchiaino scarso di sale (1,5 gr) 5 ml di detersivo liquido per piatti Ognuno di noi ha una “impronta” genetica che lo rende unico. Piccolissime tracce di noi (un capello, la saliva, una goccia di sangue), sono sufficienti per estrarre il DNA e Etichette di carta adesiva Pennarello Alcool etilico denaturato al 95% COME PROCEDERE: PREPARARE LA SOLUZIONE DI ESTRAZIONE: individuare questa impronta genetica. Il DNA quindi come detective anche per Etichettare il materiale occorrente risolvere un caso di furto. Nella casa del Versare nel contenitore graduato 30 ml di acqua e sciogliere un cucchiaino raso di sale . Sig. Piero è sparito un barattolo di Mescolare fino alla completa dissoluzione del sale marmellata. Molta gente è stata nella Con la siringa (n.1) prelevare 5 ml di detersivo liquido e aggiungerlo alla soluzione, evitando di produrre bolle casa e il Sig. Piero proprio non sa chi sia il colpevole. Ma ha trovato una cosa: sul pavimento in cucina, un cucchiaino sporco di marmellata, probabilmente usato dal ladro che avrà voluto assaggiare, goloso com’è. Il Sig. Piero telefona alla scientifica che arriva in 74 Con l’acqua portare la soluzione a 50 ml Versare la soluzione in un bicchiere trasparente (n.1) e mescolare per omogeneizzare, evitando di produrre bolle Su un’etichetta di carta autoadesiva scrivere “soluzione di estrazione” ed attaccare sul bicchiere La soluzione di estrazione è pronta Università della Calabria, Facoltà di Lettere e Filosofia- Scienze Matematiche Fisiche e Naturali Corso di Laurea in Scienze della Formazione Primaria Modulo di Didattica delle Scienze Naturali, Indirizzo Elementare- IV anno Prof.ssa Silvia Mazzuca PREPARAZIONE DEL LIQUIDO CON LE CELLULE Con una siringa pulita (n.2) prelevare 20 ml di acqua e versarla in un bicchiere pulito (n.2) Tappare il contenitore e capovolgere con delicatezza 3 o 4 volte (ma non troppo, evitare di agitare troppo). In questo modo le cellule delle guance si rompono e rilasciano il DNA dal nucleo EVIDENZIAMO IL DNA Su un’etichetta di carta adesiva scrivere “H2O da bere” ed attaccare sul bicchiere (n.2) Fare scorrere lentamente nel contenitore graduato Mettere l’acqua in bocca senza ingoiare volume della soluzione. Agitare l’acqua in bocca con energia per circa 30 secondi. Questa operazione farà staccare alcune cellule dall’epitelio delle guance “Sputare” l’acqua in un bicchiere pulito (n.3) Su un’etichetta di carta adesiva scrivere “liquido + cellule” ed attaccare sul bicchiere (n.3) un volume di alcool etilico ghiacciato pari al Il contenitore con l’alcool va posto nel freezer almeno alcune ore prima e chiuso per bene, per evitare il pericolo che i vapori di alcool possano prendere fuoco a causa di possibili scintille elettrostatiche o di altro tipo. Osservare il punto in cui si formano i due strati: è possibile vedere dei filamenti di DNA che si ESTRAZIONE DEL DNA DALLE formano, mentre una nuvola torbida si allarga nello CELLULE EPITELIALI DALLA strato superiore (di alcool etilico). Il DNA non è BOCCA Con la siringa prelevare 15 ml di questo liquido e versarlo nel contenitore graduato Con la siringa prelevare 7,5 ml di soluzione di estrazione e versare nel contenitore graduato solubile in alcool etilico, quindi quando l’alcool viene a contatto con la soluzione di DNA, questa comincia a precipitare il DNA. Si individuano i sospettati e si identificano i colpevoli. 75 Università della Calabria, Facoltà di Lettere e Filosofia- Scienze Matematiche Fisiche e Naturali Corso di Laurea in Scienze della Formazione Primaria Modulo di Didattica delle Scienze Naturali, Indirizzo Elementare- IV anno Prof.ssa Silvia Mazzuca Gli agenti identificano i sospettati Si prepara la soluzione di estrazione Gli agenti della scientifica preparano tutto l’occorrente per l’estrazione e l’analisi 76 Università della Calabria, Facoltà di Lettere e Filosofia- Scienze Matematiche Fisiche e Naturali Corso di Laurea in Scienze della Formazione Primaria Modulo di Didattica delle Scienze Naturali, Indirizzo Elementare- IV anno Prof.ssa Silvia Mazzuca I sospettati sono invitati a fornire un campione del loro DNA facendo sciaguattare l’acqua in bocca l Impronta del DNA dei sospettati 1 2 Impronta del DNA del colpevole DNA Il responsabile della squadra della scientifica estrae il DNA del colpevole e di ogni sospettato e li analizza. 77 Università della Calabria, Facoltà di Lettere e Filosofia- Scienze Matematiche Fisiche e Naturali Corso di Laurea in Scienze della Formazione Primaria Modulo di Didattica delle Scienze Naturali, Indirizzo Elementare- IV anno Prof.ssa Silvia Mazzuca A cosa serve il DNA estratto? Impronta del DNA Trovato nel luogo del furto Colpevole Indagata Mara Andrea Ogni essere vivente possiede un DNA caratteristico di quella specie, e si differenzia da quello di ogni altro organismo L’impronta del DNA del sospettato n. 2 Andrea combacia perfettamente con l’impronta di DNA del colpevole. Quindi Andrea ha rubato la marmellata. ATTIVITÀ 9. FACCIAMO IL MODELLO legge del codice genetico. Nella scheda è riportato l’ordine di accoppiamento da seguire DEL DNA nell’appaiare le graffette di diverso colore. La struttura del DNA fu descritta per la prima volta da due fisici Watson e Crick nel 1953. Da allora questa molecola è stata descritta nel dettaglio e oggi ne conosciamo anche i più intimi segreti. Infatti, è ormai nota a tutti la struttura a “doppia elica”, così perfetta ed elegante nella sua semplicità. La ricostruzione, o meglio, la modellizzazione del DNA è possibile anche partendo da materiali semplici e familiari da utilizzare in modo vario, ma sempre seguendo la ferrea 78 Ogni graffetta rappresenta un componente del DNA. Così come di seguito è possibile apprezzare la costruzione del modello utilizzando plastilina, fil di ferro e cartoncino. Nessuna velleità di veicolare contenuti troppo “difficili”, ma volontà di far avvicinare i bambini, con i modi conosciuti della rappresentazione grafica e pittorica, ad oggetti non familiari per renderli, infine, compagni nel personale viaggio nella conoscenza. Università della Calabria, Facoltà di Lettere e Filosofia- Scienze Matematiche Fisiche e Naturali Corso di Laurea in Scienze della Formazione Primaria Modulo di Didattica delle Scienze Naturali, Indirizzo Elementare- IV anno Prof.ssa Silvia Mazzuca G C A T T A A A T T C A G Scheda di controllo COLORE GRAFFET LETTERA CORRISP ACCOPPI AMENTO blu rosso T A A/T C/G azzurr giallo G C G T C James Watson e Un esempio di modello di DNA fatto con le graffette metalliche di quattro diversi colori, a rappresentare le quattro basi azotate G, A T, C (guanina, adenina, timina, citosina) . Ogni colore va accoppiato ad un altro secondo il codice stabilito nella tabella (codice genetico) 79 Università della Calabria, Facoltà di Lettere e Filosofia- Scienze Matematiche Fisiche e Naturali Corso di Laurea in Scienze della Formazione Primaria Modulo di Didattica delle Scienze Naturali, Indirizzo Elementare- IV anno Prof.ssa Silvia Mazzuca LA STRUTTURA DEL DNA: Approfondimenti per gli insegnanti filamenti sono mantenuti a regolare distanza tra loro di 20 angstrom (1 angstrom = 1.0 × 10-10 metri) da BASI AZOTATE che sporgono dagli scheletri verso il centro della doppia elica. Tali basi, una fila per scheletro, si collegano fra loro con LEGAMI A PONTE DI IDROGENO, mantenendo quindi insieme le due metà del DNA In alto, la struttura dei due filamenti che La scoperta della straordinaria struttura spaziale del DNA dovuta a James Dewey Watson e Francis Crick (1953) ha permesso un rapido avanzamento nelle conoscenze di genetica molecolare l’ereditarietà usa scale a pioli. Nel 1953, due scienziati, elaborarono il modello della struttura molecolare del DNA. Nella doppia elica i due filamenti che si avvolgono in giri destrosi sono costituiti da CATENE RIBOSIO-FOSFATO orientate in direzioni inverse (5’-3’ l’una, 3’-5’ l’altra); tali filamenti esterni sono detti “scheletri” e costituiscono la porzione invariabile del dna. 80 costituiscono la molecola del DNA e in basso, il modello del DNA realizzato dai bambini con plastilina, fil di ferro, cartoncino. Università della Calabria, Facoltà di Lettere e Filosofia- Scienze Matematiche Fisiche e Naturali Corso di Laurea in Scienze della Formazione Primaria Modulo di Didattica delle Scienze Naturali, Indirizzo Elementare- IV anno Prof.ssa Silvia Mazzuca Il DNA contiene la memoria (codifica) delle forma in cui gli acidi nucleici si trovano nel più importanti e specifiche molecole cellulari, nucleo di una cellula eucariotica. le proteine, ed è in grado di auto duplicarsi. Grazie a questa associazione la cromatina può Ogni organismo, infatti, è caratterizzato da esistere sotto diversi livelli di organizzazione: una propria costituzione proteica, enzimi e DNA a doppia elica (1) proteine che differiscono tra una specie e Cromatina sciolta (2) l’altra. Esse vengono riprodotte fedelmente Cromatina condensata in interfase (3) nelle cellule di una medesima specie. Il DNA Cromatina condensata durante la mitosi(sono presenti due copie di molecole di DNA (4) è dunque Cromosoma(5) responsabile della trasmissione dei caratteri ereditari in un codice costituito dalla sequenza delle basi azotate in grado di trasmettersi inalterato da una generazione cellulare all’altra nel corso della divisione Nel nucleo degli eucarioti il DNA è sempre associato a proteine, le più stabili delle quali sono gli istoni (H1, H2 A, H2 B, H3, H4). Con queste proteine il DNA forma strutture caratteristiche granulari, note con il nome di Differenti livelli di condensazione del DNA che portano alla formazione dei cromosomi (5) nucleosomi. ATTIVITÀ 10. MENDEL E L’IDEA DI Altre proteine non istoniche che si associano GENE al DNA hanno funzione strutturale nella formazione dei cromosomi, oppure sono enzimi coinvolti nella sintesi e trascrizione del DNA. L’estrema diversità degli organismi viventi è frutto dell’interazione tra il patrimonio genetico di una specie e le variazioni ambientali. La genetica mendeliana ha fornito CROMATINA le basi della moderna biologia molecolare, in Grazie alla presenza di queste proteine il quanto ha identificato l’unità strutturale e DNA può avvolgersi su se stesso, diminuire la funzionale sua lunghezza e aumentare il suo spessore. gene. La comprensione dei meccanismi che L’associazione del DNA e di proteine consentano la trasmissione dei caratteri costituiscono la cromatina, rappresenta la genetici dell’informazione da una genetica: generazione a il quella successiva racchiude in se il successo di una 81 Università della Calabria, Facoltà di Lettere e Filosofia- Scienze Matematiche Fisiche e Naturali Corso di Laurea in Scienze della Formazione Primaria Modulo di Didattica delle Scienze Naturali, Indirizzo Elementare- IV anno Prof.ssa Silvia Mazzuca specie e il significato dell’enorme variabilità previsione. La teoria del mescolamento non individuale. riesce a spiegare neppure altri fenomeni Gli occhi di una persona possono essere blu, dell’ereditarietà, come i caratteri che non si marroni, verdi, grigi o nocciola; i suoi capelli manifestano per una generazione. possono avere varie sfumature di biondo, di Un’alternativa al modello del mescolamento è castano, di rosso o di nero; il piumaggio di un un «modello particolato» dell'ereditarietà: pappagallino può essere verde, blu o giallo, l'idea del gene. Secondo questo modello, la con tocchi neri o grigi. Qual è allora il motivo generazione di questa varietà biologica dei colori? Si può creditabili discrete, i geni, che mantengono formulare la domanda in termini più generali: nella progenie le loro identità separate. Un qual è la base genetica delle variazioni tra gli insieme di geni di un organismo assomiglia individui di una popolazione? Oppure anche, più a un secchio di biglie che a uno di vernice quali principi giustificano la trasmissione di e, come le biglie, i geni possono essere tali variazioni dai genitori alla prole? smistati Una possibile spiegazione dell’ereditarietà è generazione, senza subire alcuna diluizione. data dal «modello del mescolamento», il La genetica moderna è nata nel giardino di quale postula che il materiale genetico fornito una abbazia, quando un monaco di nome dai due genitori si mescoli in modo analogo a Gregor Mendel documentò un meccanismo come si mescolano, ad esempio, i colori blu e particolato di ereditarietà. giallo per dare il verde. Questa ipotesi In questo capitolo vedremo in che modo prevede che incrociando un pappagallino blu Mendel sviluppò la sua teoria e come il con uno giallo si ottenga una prole verde e modello che, una volta mescolato, il materiale all’ereditarietà ereditario dei due genitori sia inseparabile, organismi. così come i colori in una miscela di vernici. Il modello mendeliano: un caso emblematico Se il modello del mescolamento fosse nel processo scientifico. accurato, nell'arco di molte generazioni una Gregor Mendel scoprì i principi fondamentali popolazione di pappagallini blu e gialli che si dell’ereditarietà incrociano liberamente dovrebbe dare origine pianificati di incrocio su piante di pisello. Se ad una popolazione uniforme dì uccelli verdi. ripercorriamo il cammino seguito da Mendel I nel suo lavoro, saremo in grado di individuare risultati effettivi dell'incrocio tra pappagallini contraddicono invece questa 82 e parentale trasmessi, mendeliano delle trasmettono generazione si dopo applichi variazioni conducendo unità degli esperimenti Università della Calabria, Facoltà di Lettere e Filosofia- Scienze Matematiche Fisiche e Naturali Corso di Laurea in Scienze della Formazione Primaria Modulo di Didattica delle Scienze Naturali, Indirizzo Elementare- IV anno Prof.ssa Silvia Mazzuca gli elementi fondamentali del processo Dopo aver frequentato l'università, Mendel scientifico. venne destinato all'insegnamento alla Scuola Johann Mendel (prese il nome Gregor quando di entrò nella confraternita agostiniana) crebbe condividevano con lui l'entusiasmo per la nella piccola fattoria dei genitori in una ricerca scientifica. Anche nel monastero dove regione che viveva c'erano studiosi, molti dei quali adesso fa parte della Repubblica Ceca professori universitari e ricercatori attivi; nel (Boemia). In questa area agricola le colture e i monastero esisteva inoltre da lungo tempo un frutteti erano la base dell'economia locale; a tradizionale interesse per l'incrocio tra le scuola Mendel e gli altri bambini ricevevano, piante, tra cui i piselli. Quindi, non fu insieme particolarmente straordinario il fatto che, dell'Impero agli austro-ungarico insegnamenti fondamentali, Brúnn) dove alcuni insegnanti nozioni di agricoltura. Più tardi Mendel, verso nonostante difficoltà economiche e una serie incrociare piselli nel giardino dell'abbazia per di malattie, riuscì ad eccellere alla scuola studiarne superiore e all'Istituto filosofico di Olmutz. straordinario il nuovo approccio di Mendel Nel 1843 entrò nel monastero agostiniano e, agli dopo tre anni di studi teologici, venne l'ereditarietà. destinato a una scuola come insegnante temporaneo. Fu quindi mandato da un amministratore all'Università di Vienna, dove il 1857, Mendel cominciasse l'ereditarietà. annosi problemi Era che a invece riguardavano L’APPROCCIO SPERIMENTALE DI MENDEL studiò dal 1851 al 1853. Questi furono anni Probabilmente Mendel scelse di lavorare con i molto importanti per lo scienziato Mendel e piselli in quanto disponibili in numerose due professori ebbero un grande influsso su di varietà; per esempio, un tipo possiede i fiori lui: il fisico Doppler, che lo incoraggiò a color porpora mentre una varietà diversa studiare presenta i fiori bianchi. I genetisti usano il la scienza sperimentalmente e carattere indusse Mendel ad applicare la matematica termine per definire una alla spiegazione dei fenomeni naturali, e il caratteristica ereditabile (come il colore di un botanico Unger, che destò l'interesse di fiore) che varia a seconda degli individui. Mendel sulle cause delle variazioni nelle Ciascuna variante di un carattere, come fiori piante. Queste influenze si manifestarono nei porpora oppure bianchi, viene chiamata successivi esperimenti di Mendel sulle piante tratto. di pisello. 83 Università della Calabria, Facoltà di Lettere e Filosofia- Scienze Matematiche Fisiche e Naturali Corso di Laurea in Scienze della Formazione Primaria Modulo di Didattica delle Scienze Naturali, Indirizzo Elementare- IV anno Prof.ssa Silvia Mazzuca L’impiego dei piselli consentì a Mendel anche (true-breeding), il pieno controllo sugli incroci tra le differenti autoimpollinavano varietà di piante; i petali dei fiori dei piselli, interamente della stessa varietà. Per esempio infatti, racchiudono pressoché totalmente le una pianta con fiori porpora è una linea pura parti femminili e maschili (il carpello e gli se stami); normalmente le piante si auto- autoimpollinazione danno origine soltanto a fecondano, in seguito alla caduta dei grani di piante con fiori porpora. polline rilasciati dagli stami sul carpello. In un tipico esperimento di incrocio, Mendel Quando effettuare condusse un’impollinazione crociata tra due un’impollinazione crociata (la fecondazione varietà pure e differenti di piselli, per esempio tra piante differenti), rimuoveva gli stami tra piante con fiori porpora e piante con fiori immaturi che bianchi. Questo accoppiamento, o incrocio di producessero il polline e quindi cospargeva due varietà viene detto ibridazione. Il nostro con il polline di un'altra pianta i fiori privati esempio specifico è un incrocio monoibrido, degli permettendo termine che indica un incrocio effettuato per effettuando studiare l'ereditarietà di un singolo carattere l'impollinazione crociata artificiale, Mendel (in questo caso il colore dei fiori). I genitori poteva essere sempre certo dell’origine dei puri sono indicati come generazione P (da nuovi semi. parents, genitori) e la loro progenie ibrida è la Mendel studiò esclusivamente l'eredità di generazione F1, (da prima generazione variazioni caratteri filiale, riferita alla discendenza). Consentendo ereditari che variano in modo «o/o» invece di l’autoimpollinazione degli ibridi F1, si ha la «più/meno». Per esempio, le sue piante produzione di una generazione F2 (seconda avevano i fiori o porpora o bianchi; non c'era generazione filiale). Generalmente Mendel un carattere intermedio tra queste due varietà. seguiva i caratteri almeno per queste tre Se Mendel si fosse concentrato invece su generazioni: P, F1 e F2-. Se Mendel avesse caratteri che variano in modo continuo tra gli interrotto i suoi esperimenti alla generazione individui (per esempio il peso dei semi) non F1, avrebbe fondamentale dell’ereditarietà; fu, infatti, Mendel di organi voleva una pianta maschili. l’autoimpollinazione Sia sia categoriche, cioè scoperto la prima di particolare natura dell'ereditarietà. Mendel cominciò gli suoi che davano semi sarebbe quando una prodotti sfuggito il si progenie tramite modello soprattutto l'analisi delle piante F2 a rivelare i i suoi esperimenti assicurandosi che le varietà fossero linee pure 84 i piante due principi fondamentali dell’ereditarietà, Università della Calabria, Facoltà di Lettere e Filosofia- Scienze Matematiche Fisiche e Naturali Corso di Laurea in Scienze della Formazione Primaria Modulo di Didattica delle Scienze Naturali, Indirizzo Elementare- IV anno Prof.ssa Silvia Mazzuca adesso noti come la legge della segregazione terminologia di Mendel il colore porpora è un e la legge dell'assortimento indipendente. carattere dominante e il colore bianco è un LA LEGGE MENDELIANA DELLA SEGREGAZIONE Se il modello carattere recessivo. La comparsa di piante con fiori bianchi nella generazione F2 dimostrava che negli ibridi F1, il fattore ereditario che del mescolamento determina quel carattere recessivo non era sull’ereditarietà fosse corretto, gli ibridi F, stato diluito in alcun modo dalla consistenza che si originano da un incrocio tra piante di con il fattore per i fiori porpora negli ibridi Fl. pisello con fiori porpora e piante con fiori Mendel riscontrò lo stesso quadro ereditario bianchi dovrebbero avere i fiori di colore osservando altri sei caratteri, ognuno dei quali porpora chiaro, intermedi tra le due varietà rappresentato da due varietà contrapposte. della generazione P.Tutta la progenie F1, ha i Per esempio, i semi dei piselli genitori erano fiori proprio dello stesso colore delle piante lisci e rotondi oppure rugosi. In un incrocio genitrici con fiori porpora. Cosa ne è stato del monoibrido per questo carattere, tutti gli ibridi contributo genetico fornito agli ibridi dalle F, generavano semi rotondi; questo è il tratto piante con fiori bianchi? Se esso venisse dominante. Nella generazione F2 il 75% dei perduto, allora nella generazione F2 le piante semi erano rotondi e il 25% erano rugosi, F1, potrebbero dare origine solamente a una ovvero presentavano il tipico rapporto 3:1. progenie con fiori porpora. Ma quando Come spiegò Mendel, questo quadro che egli Mendel consentì l’autoimpollinazione delle aveva osservato costantemente nei suoi piante F1, e ne piantò i semi, il tratto fiore incroci monoibridi? Egli sviluppò un’ipotesi bianco ricomparve nella generazione F2, che possiamo suddividere in quattro idee Mendel impiegò un campione di dimensioni correlate. (Sostituiremo alcuni dei termini molto grandi e registrò accuratamente i suoi originali impiegati da Mendel con parole risultati: 705 piante F2 avevano fiori porpora, moderne; per esempio, il termine «gene» sarà mentre 244 avevano fiori bianchi. Questi dati usato al posto di «fattori ereditari» di sono in accordo con un rapporto di 3 fiori Mendel.) porpora per 1 fiore bianco. Mendel concluse I. Versioni alternative dei geni giustificano le che nelle piante F1, il fattore ereditabile per i variazioni dei caratteri ereditari. Il gene per il fiori bianchi non scompariva, ma solamente il colore dei fiori, per esempio, esiste in due fattore per i fiori porpora determinava il colore dei fiori in questi ibridi. Nella versioni, una per i fiori porpora e l'altra per i fiori bianchi. Queste versioni alternative di uno stesso gene vengono chiamate alleli. Oggi 85 Università della Calabria, Facoltà di Lettere e Filosofia- Scienze Matematiche Fisiche e Naturali Corso di Laurea in Scienze della Formazione Primaria Modulo di Didattica delle Scienze Naturali, Indirizzo Elementare- IV anno Prof.ssa Silvia Mazzuca è possibile correlare questo concetto ai II. IV. I due geni di ogni carattere vengono segregati cromosomi e al DNA. Ciascun gene si trova in durante la produzione dei gameti. Ogni un specifico cellula uovo e ogni cellula spermatica riceve cromosoma. Tuttavia la sequenza nucleotidica solamente uno dei geni che sono presenti in del DNA in quel locus, e quindi anche il suo due contenuto informativo, possono presentare dell'organismo (nel caso dei piselli, con la qualche variazione. Un allele per i fiori parola «cellula spermatica» si intende un porpora e quello per i fiori bianchi sono due nucleo in un granulo di polline.) In termini di possibili variazioni del DNA nel locus che cromosomi questa segregazione corrisponde determina il colore dei fiori di uno dei alla riduzione del numero di cromosomi da cromosomi delle piante di pisello. diploide ad aploide durante la meiosi. Si noti Per ogni carattere un organismo eredita due che geni, uno da ciascun genitore. Mendel fece corrispondenti per un carattere particolare - questa deduzione senza conoscere il ruolo dei vale a dire che l'organismo è «puro» per quel cromosomi. Ricordiamo che un organismo carattere - allora di quell'allele esiste un'unica diploide cromosomi versione in tutti i gameti. Invece se sono omologhi e che i due cromosomi di ogni presenti alleli contrapposti, come negli ibridi coppia vengono ereditati uno da un genitore e F1, allora il 50% dei gameti riceve l'allele uno dall'altro. Quindi un locus genetico è in dominante realtà rappresentato due volte in una cellula Quest'ultima parte dell'ipotesi, lo smistamento diploide. Questi loci omologhi possono avere degli alleli in gameti distinti che ha dato il alleli corrispondenti, come nelle piante pure nome alla legge della segregazione di Mendel. locus specifico possiede di coppie uno di copie se nelle un e cellule organismo il 50% somatiche possiede quello alleli recessivo. della generazione P di Mendel, oppure i due alleli possono essere differenti, come negli Una ibridi F1. Nell'esempio del colore dei fiori, gli formulata ibridi ereditavano un allele per i fiori porpora da un genitore e un allele per i fiori bianchi III. dell’esattezza da segregazione Mendel si può dell'ipotesi riguardo trovare alla nella dall'altro. Tutto ciò ci conduce al terzo aspetto corrispondenza o meno con il rapporto 3:1 dell’ipotesi di Mendel. che egli aveva osservato nella generazione F2 Se i due alleli sono diversi, allora uno di dei suoi molteplici incroci monoibridi. questi, l’allele dominante, viene espresso L’ipotesi prevede che gli ibridi F1, producano pienamente nel fenotipo dell'organismo; l'altro, allele recessivo, non ha alcun effetto due classi di gameti. Quando gli alleli si evidente. Secondo questa parte dell’ipotesi, le separano, metà dei gameti riceve un allele per piante F1, di Mendel avevano i fiori porpora i fiori porpora, mentre l'altra metà lo riceve poiché per i fiori bianchi. l'allele per quella variazione è dominante e l'allele per i fiori bianchi è recessivo. 86 prova Durante l'autoimpollinazione queste due classi di gameti si uniscono casualmente: una Università della Calabria, Facoltà di Lettere e Filosofia- Scienze Matematiche Fisiche e Naturali Corso di Laurea in Scienze della Formazione Primaria Modulo di Didattica delle Scienze Naturali, Indirizzo Elementare- IV anno Prof.ssa Silvia Mazzuca cellula uovo con un allele per i fiori porpora UN PO’ DI TERMINOLOGIA ha la stessa probabilità di essere fecondata da GENETICA UTILE. una cellula spermatica con l'allele per i fiori porpora che da una cellula spermatica con l'allele per i fiori bianchi. uovo con l'allele per i fiori bianchi, esistono quattro combinazioni ugualmente probabili di cellule spermatiche e cellule uovo. La figura illustra queste combinazioni usando un tipo di diagramma detto quadrato di Purinett, un modo pratico per predire il risultato di un incrocio genetico. Si noti che una lettera maiuscola indica un allele dominante; nel nostro esempio, P è l'allele per i fiori porpora. Quale sarà l'aspetto fisico delle piante F2? Un quarto delle piante ha i due alleli che specificano per i fiori porpora; ovviamente, queste piante avranno fiori porpora. La metà della progenie F2 ha invece ereditato un allele per i fiori porpora e uno per i fiori bianchi; come le piante F1, anche queste piante avranno i fiori porpora, ovvero il carattere dominante. Infine, un quarto delle piante F2 ha ereditato i due alleai che specificano per i bianchi e queste identici per un carattere viene detto omozigote per quel carattere. Una pianta di Poiché questo è valido anche per una cellula fiori Un organismo che ha una coppia di alleli esprimeranno effettivamente il carattere recessivo. Quindi, il modello di Mendel è in grado di piselli che è una linea pura per i fiori porpora (PP) ne è un esempio. Le piante di piselli con i fiori bianchi sono omozigoti per l'allele recessivo (pp). Se si incrociano omozigoti dominanti con omozigoti recessivi, come nell'incrocio tra i genitori (generazione P), tutta la progenie presenterà combinazioni di alleli non corrispondenti, la combinazione Pp nel caso degli ibridi F, del nostro esperimento sul colore dei fiori. Gli organismi che hanno due alleli differenti per un carattere vengono detti eterozigoti per quel carattere. A differenza degli omozigoti, gli eterozigoti non sono linee pure, poiché producono gameti che hanno l'uno oppure l'altro dei due alleli. Abbiamo, infatti, visto come le piante Pp della generazione F1, in seguito ad autoimpollinazione, producano progenie sia con fiori porpora sia con fiori bianchi. A causa della dominanza e della recessività, l'aspetto di un organismo non riflette sempre la sua composizione genetica. Per questo dobbiamo distinguere tra l'aspetto di un spiegare esattamente il rapporto 3:1 che egli organismo, chiamato fenotipo e la sua aveva osservato nella generazione F2- costituzione genetica, cioè il suo genotipo. Nel caso del colore del fiore nei piselli, le piante PP e Pp hanno lo stesso fenotipo 87 Università della Calabria, Facoltà di Lettere e Filosofia- Scienze Matematiche Fisiche e Naturali Corso di Laurea in Scienze della Formazione Primaria Modulo di Didattica delle Scienze Naturali, Indirizzo Elementare- IV anno Prof.ssa Silvia Mazzuca (porpora), ma genotipi differenti (i1 fenotipo che il bianco, allora la pianta genitrice dai riguarda sia i tratti fisiologici sia quelli fisici), fiori porpora deve essere eterozigote. La mentre il genotipo riguarda solo i caratteri progenie ottenuta da un incrocio Pp x pp genetici). presenterà un rapporto fenotipico tra Pp e pp Genotipo e fenotipo. Se si raggruppa la di 1:1. Questo incrocio di un omozigote progenie di un incrocio monoibrido per il recessivo con un organismo dal fenotipo colore dei fiori a seconda dei fenotipo dominante, ma dal genotipo sconosciuto, l'aspetto fisico delle piante - il risultato è il viene chiamato reincrocio o testcross; esso tipico rapporto 3:1. Per quanto riguarda il venne ideato da Mendel e continua ad essere genotipo, tuttavia, ci sono in realtà due uno strumento importante per i genetisti. categorie di piante dai fiori porpora: le piante PP (omozigoti) e le piante Pp (eterozigoti). Si noti che ci sono due modi possibili per dare L’EREDITÀ COME UN GIOCO DI PROBABILITÀ origine al genotipo Pp, a seconda che sia La legge della segregazione è un caso l'uovo o la cellula spermatica a fornire l'allele specifico delle stesse regole generali sulla dominante. Si noti ancora che il rapporto dei probabilità che si applicano al lancio dèlle genotipi è 1 PP:2Pp:1 pp. danno luogo allo monete, al tiro dei dadi oppure all'estrazione stesso fenotipo, in che modo possiamo di una carta da un mazzo. La comprensione di determinare se essa è una pianta omozigote queste regole della probabilità è fondamentale oppure eterozigote? Se incrociamo questa per l'analisi genetica. pianta di piselli con una dai fiori bianchi, La scala di probabilità va da 0 a 1: un evento l'aspetto della progenie potrà rivelarci il certo ha una probabilità 1, mentre un evento genotipo della pianta genitrice con i fiori che porpora. Il genotipo della pianta con i fiori probabilità 0. Se si lancia una moneta a due bianchi è, infatti, noto: poiché questo è il teste la probabilità di ottenere una testa è tratto essere uguale a 1, mentre la probabilità di ottenere omozigote. Se tutta la progenie ottenuta una croce è uguale a 0. Con una moneta dall'incrocio ha i fiori porpora, allora anche normale invece, la probabilità di ottenere una l'altro genitore è omozigote, poiché un testa oppure una croce è uguale a recessivo, la pianta deve sicuramente non incrocio PP x pp produce esclusivamente una progenie Pp. Invece se nella progenie compaiono entrambi i fenotipi, sia il porpora 88 avverrà ha una 1 . La 2 probabilità di ottenere il numero 3 con un dado, che ha sei facce, è 1 , e la probabilità di 6 Università della Calabria, Facoltà di Lettere e Filosofia- Scienze Matematiche Fisiche e Naturali Corso di Laurea in Scienze della Formazione Primaria Modulo di Didattica delle Scienze Naturali, Indirizzo Elementare- IV anno Prof.ssa Silvia Mazzuca estrarre una regina di picche da un intero La regola del prodotto. Se due monete 1 . La somma delle 52 vengono lanciate contemporaneamente, il probabilità di tutti i possibili risultati di un indipendente da quello che avviene con l'altra evento deve essere uguale a l. Con un dado la moneta. Qual è la probabilità che entrambe le probabilità di tirare un numero diverso dal 3 è monete mostrino le teste? Come si può 5 . In un mazzo di carte la probabilità di 6 determinare la probabilità che due o più mazzo di carte è estrarre una carta diversa dalla regina di 51 . picche è 52 ottenuto eventi con ogni moneta indipendenti è avvengano contemporaneamente in una combinazione specifica? La soluzione può essere trovata L’esempio del lancio delle monete può servire anche per comprendere un aspetto importante delle risultato probabilità. Ad ogni lancio, la 1 probabilità che esca testa è . Il risultato di 2 calcolando la probabilità di ogni evento indipendente e poi moltiplicando queste singole probabilità in modo da ottenere la probabilità complessiva di questa combinazione di eventi. Secondo la regola del ogni particolare lancio non viene influenzato prodotto, la probabilità che entrambe le da quello che è accaduto nelle prove monete atterrino con la testa verso l'alto è precedenti. I fenomeni come i lanci successivi 1 1 1 . Un incrocio mendeliano F1, è 2 2 4 di monete vengono definiti eventi indipendenti (i1 termine si applica anche a lanci simultanei di alcune monete). Prima di un ulteriore lancio un osservatore potrebbe prevedere: «Deve uscire una croce, poiché sono già uscite molte teste». Ma all’ennesimo lancio la probabilità che il risultato sia ancora 1 testa è sempre . 2 analogo a questo gioco di probabilità. Se prendiamo in considerazione il carattere ereditario del colore dei fiori, il genotipo di una pianta F1 è Pp. Qual è la probabilità che una determinata pianta F2 abbia i fiori bianchi? Perché questo avvenga, sia la cellula uovo sia la cellula spermatica devono portare l'allele p; possiamo quindi applicare la regola Due leggi fondamentali della probabilità che del prodotto. La segregazione, in una pianta ci possono aiutare nei giochi di probabilità e eterozigote, è analoga al lancio di una moneta: nella risoluzione dei problemi genetici sono la la probabilità che una cellula uovo possieda regola del prodotto e quella della somma. l'allele p è 1 ; analogamente, la probabilità 2 89 Università della Calabria, Facoltà di Lettere e Filosofia- Scienze Matematiche Fisiche e Naturali Corso di Laurea in Scienze della Formazione Primaria Modulo di Didattica delle Scienze Naturali, Indirizzo Elementare- IV anno Prof.ssa Silvia Mazzuca che una cellula spermatica abbia l'allele p è 1 2 . Quindi la probabilità complessiva che nella fecondazione si uniscano due alleli p è 1 1 1 , equivalente alla probabilità che 2 2 4 due monete lanciate indipendentemente atterrino con le teste rivolte verso l'alto. LA REGOLA DELLA SOMMA. chiare e immediate, costruite proprio sugli assiomi della genetica moderna: - un determinato individuo, sia esso pianta, animale, fungo o batterio è il risultato dell’espressione di informazioni che sono custodite nel codice genetico di ognuno; - la trasmissione dei caratteri distintivi degli organismi alla generazione filiale avviene secondo regole rigide e verificabili ATTIVITA’ 11. GIOCHIAMO CON I Qual è la probabilità che una pianta F2 sia GENI eterozigote? Si noti, nella Figura che esistono due modalità in cui i gameti F, si possono unire per dare origine a un eterozigote. Un allele dominante può provenire dalla cellula uovo e l'allele recessivo dalla cellula spermatica, oppure viceversa. Secondo la regola della somma, la probabilità di un evento che può verificarsi in due o più modi differenti, è uguale alla somma delle probabilità dei diversi modi di ottenere il risultato. Usando la regola della somma, si può calcolare che la probabilità di ottenere una F2 eterozigote è uguale a 1 1 1 . 4 4 2 Nel gioco proposto una pianta “madre” e una pianta “padre” hanno caratteri distinti (es. colore del fiore, tipo di foglia ecc). A ciascuno di questi caratteri corrisponde un codice dato da due lettere maiuscole, minuscole o entrambe (vedi tabella). Ciascuna lettera “appartiene” ad un bastoncino (cromosoma) e per ciascun carattere sono presenti due bastoncini identici fra loro per lunghezza. Quindi tutti i caratteri della pianta madre o padre sono rappresentati da una sequenza di chiameremo coppie di patrimonio bastoncini genetico che (vedi tabella). Quando la pianta madre e padre si La genetica a portata di bambino: costruiamo incrociano per dare origine alla generazione la nostra pianta virtuale. filiale (I generazione), da ogni coppia di Le basi teoriche della genica mendeliana, bastoncini di ciascun genitore verrà preso un assolutamente inadatte alle competenze e solo bastoncino per ripristinare una nuova abilità del bambino, sono tradotte in modo coppia, in cui un bastoncino deriva dalla efficace e divertente in un gioco dalle regole madre e l’altro dal padre (vedi tabella). Procedendo in tal senso per ogni coppia di 90 Università della Calabria, Facoltà di Lettere e Filosofia- Scienze Matematiche Fisiche e Naturali Corso di Laurea in Scienze della Formazione Primaria Modulo di Didattica delle Scienze Naturali, Indirizzo Elementare- IV anno Prof.ssa Silvia Mazzuca bastoncini, si darà origine ad un patrimonio genetico ibrido nella generazione filiale. A questo punto, partendo proprio da questo nuovo patrimonio genetico si costruiranno i caratteri della generazione filiale tenendo conto del codice stabilito per ogni coppia di lettere (vedi tabella). Si vedrà così che alcuni caratteri presenti in uno dei genitori sarà “scomparso” nella generazione filiale, mentre altri permangono. I primi sono La pianta madre ha i fiori rosa, le foglie crenate grandi e piccole, gemme piccole e radici fibrose detti “recessivi” i secondi “dominanti”. Inoltre potranno “apparire” altri caratteri, non presenti in nessuno dei due genitori, ma che si originano da codici che erano “nascosti”. La seconda parte del gioco consiste nell’incrociare la generazione filiale tra loro per scoprire che fine hanno fatto i caratteri scomparsi. Si provvederà a formare delle coppie di piante (madre e padre) e procedendo in modo identico rispetto al primo incrocio si origineranno altre piante figlie La pianta padre ha i fiori gialli, le foglie crenate grandi e piccole, gemme piccole e radici bulbose che costituiranno la II generazione. Si potrà quindi valutare la comparsa dei caratteri che erano scomparsi e in che misura (percentuale) essi siano presenti nella II generazione. Il grado di applicazione di questo gioco è estremamente variabile e va dalla dimostrazione semplice (c’è o non c’è il carattere) a quella più complessa della stima della variazione di un determinato carattere in una popolazione. 91 Università della Calabria, Facoltà di Lettere e Filosofia- Scienze Matematiche Fisiche e Naturali Corso di Laurea in Scienze della Formazione Primaria Modulo di Didattica delle Scienze Naturali, Indirizzo Elementare- IV anno Prof.ssa Silvia Mazzuca TABELLA GENERAZIONE PARENTALE Patrimonio genetico madre Pp yy Gg Fenotipo 4 Petali Petali rosa Foglie grandi grinzose Foglie piccole grinzose Gemme piccole Fusto normale Radici fibrose Cc Bb ss Rr y y P g Cc Bb Ss rr INCROCIO C g YG r P b C s B s g c C B s S g G c C B s S Y Y g G y Y 4 Petali Petali gialli Foglie grandi grinzose Foglie piccole grinzose Gemme piccole Fusto ingrossato Radice bulbosa G r y Y G c C C b b B c b B s S B c g b B C g r P b c C r P b g X p y Y s p y p s B c G P p b YYG p y y P P c G p 92 X Fenotipo p p P Patrimonio genetico padre Pp YY Gg r r s S s s s s r r r r r r Università della Calabria, Facoltà di Lettere e Filosofia- Scienze Matematiche Fisiche e Naturali Corso di Laurea in Scienze della Formazione Primaria Modulo di Didattica delle Scienze Naturali, Indirizzo Elementare- IV anno Prof.ssa Silvia Mazzuca Codici Genotipo PP o Pp pp YY o Yy yy GG o gg gg CC Cc cc BB o Bb bb SS o Ss ss RR o Rr rr Segna se presente Fenotipo 4 Petali 0 Petali Petali gialli Petali rosa Foglie grandi grinzose Foglie gialle lanceolate Foglie verdi lanceolate Foglie piccole grinzose Foglie piccole lisce Gemme piccole Gemme grandi Fusto ingrossato Fusto normale Radici fibrose Radici bulbose I GENERAZIONE FILIALE Tutte le piante figlie hanno i fiori con i petali gialli (carattere dominante): che fine ha fatto il colore rosa? Inoltre appare un carattere (il fusto ingrossato) che non era presente nelle piante parentali 93 Università della Calabria, Facoltà di Lettere e Filosofia- Scienze Matematiche Fisiche e Naturali Corso di Laurea in Scienze della Formazione Primaria Modulo di Didattica delle Scienze Naturali, Indirizzo Elementare- IV anno Prof.ssa Silvia Mazzuca REINCROCIO Pp P p Y Y Y y P p G g C c B B S S C C b B s s G g c C b b R r P p G G y y y Y g g c c r r B b s s s s r r R r II GENERAZIONE FILIALE Nelle piante originate dal reincrocio (i “nipoti” della generazione parentale) riappare il carattere colore rosa dei petali con un rapporto di una pianta su tre. Si conclude che il carattere colore rosa è recessivo. Gli Autori Silvia Mazzuca, professore associato di botanica, laboratorio di Citofisiologia Vegetale, Dipartimento di Ecologia, Università della Calabria Anna Maria Fiarè, docente a contratto di Didattica delle Scienze Naturali, dottoranda in Educazione Ambientale, Dipartimento di Scienze dell’Educazione, Università della Calabria 94