New York conferma il primato tra le città globali secondo lo studio PwC “Cities of Opportunity 2012”. Milano, per la prima volta inserita nella ricerca, raggiunge la 16° posizione complessiva. Londra si avvicina a New York, un pareggio virtuale a livello complessivo. Milano si posiziona al 16° posto nella classifica complessiva secondo lo studio Cities of Opportunity 2012 di PwC, condotto per il quinto anno consecutivo a livello globale. La città risulta prima in classifica per posti di lavoro nel settore finanziario rispetto alla forza lavoro occupata negli altri settori, e 5a per sostenibilità ambientale. L’analisi monitora il livello di sviluppo di 27 città mondiali, analizzandone performance attuali e stimate in base a 60 variabili raccolte in 10 indicatori economici e sociali - capitale intellettuale e innovazione, sviluppo delle tecnologie, trasporti e infrastrutture, salute e sicurezza, sostenibilità e ambiente naturale, peso economico, strumenti per le imprese, costo della vita, demografia e vivibilità e tempo libero - cercando di approfondire quelle politiche e strategie che le rendono più funzionali. L’obiettivo della ricerca di PwC è di analizzare i trend globali ed individuare soluzioni comuni che possano aiutare le città a rimanere competitive e continuare a crescere, rafforzando la capacità di adattamento rispetto ai cambiamenti imposti dall’economia globale. Inoltre, scopo della ricerca non è il ranking in sé ma la possibilità che essa offre alle città analizzate di misurarsi e confrontarsi con altre città globali, in modo che possano apprendere dalle “Best practice”. Milano si conferma centro finanziario e della moda in Italia, con la forza lavoro complessiva che ottiene un eccellente 9° posto per produttività. Data la sua reputazione come centro mondiale della moda, non sorprende né la 4a posizione per la flessibilità dei permessi di soggiorno, né tantomeno il 6° posto dovuto alla facilità di collegamento garantita tra i propri aeroporti e il business district in centro. Ezio Bassi, Territory Senior Partner di PwC Italia, commenta: “Lo studio evidenzia che le città di successo, oltre la forza economica, garantiscono standard elevati di qualità della vita, come ad esempio un sistema scolastico efficiente, una rete dei trasporti che funziona, strade sicure. In secondo luogo, la forza di alcune città globali, che da decenni restano fortemente competitive, risiede nella loro capacità di adattamento ai cambiamenti di natura economica, tecnologica e sociale. Una “City of opportunity” è dunque una città che reinventa continuamente se stessa e affronta con slancio le sfide del suo tempo.” Milano nella top ten per salute, sicurezza e sostenibilità Grazie all’elevata qualità della vita, Milano è inoltre un luogo ambito per vivere. La città si classifica al 4° posto per sistema sanitario, al 9° per accesso agli ospedali e al 10° per il basso numero di reati. E’ all'11° posto per qualità della vita, prima di San Francisco, e al 12° per vitalità culturale, alla pari 1 con Toronto. Si posiziona inoltre al 5° posto per sostenibilità e ambiente naturale, al 4° per riciclaggio dei rifiuti e al 9° per lo spazio dedicato al verde pubblico (sebbene si classifichi solo al 17° posto per la qualità dell'aria). Le sfide future L'economia di Milano e la sua popolazione stanno ovviamente attraversando momenti assai difficili a causa della crisi che ha colpito la zona Euro. Occupa il 5° posto per minor crescita del PIL, anche se, una volta superato questo periodo di tensione straordinaria, Milano dovrà affrontare diverse questioni che interessano la sua realtà commerciale, come evidenzia, ad esempio, la 18a posizione per facilità di fare impresa e la 20a per il costo della vita. Tra le altre fonti di preoccupazione troviamo: il livello più basso di popolazione in età da lavoro (tra i 15 e i 64 anni), con l'ultimo posto in classifica; 3° posto per le elevate aliquote fiscali complessive; 4° posto per l'inflessibilità della normativa sul lavoro. Le altre città nel ranking: Londra e New York al primo posto New York e Londra finiscono praticamente alla pari in testa alla classifica totale, anche se le città dei paesi emergenti stanno riducendo il gap per quanto riguarda gli indicatori economici. Sia Shanghai sia Pechino si classificano tra le prime cinque nelle categorie Tempo Libero e Peso Economico, con Pechino alla guida di quest'ultima categoria. Sebbene New York abbia ufficialmente la meglio su Londra per un punto su 10 indicatori economici, la città non risulta prima in nessuna delle singole categorie. Toronto, che nella classifica generale occupa il terzo posto, mostra anch'essa un grande equilibrio, pur non piazzandosi mai prima. Londra risulta comunque prima per tempo libero, un indicatore introdotto quest'anno che misura l'interconnettività globale e l'attrattiva internazionale. A ridosso delle prime si sono classificate Parigi, che guadagna quattro posizioni rispetto al 2011 raggiungendo il quarto posto, e Stoccolma, classificatasi quinta. Oltre ad analizzare la performance attuale di 27 città al centro di attività finanziarie, commerciali e culturali, lo studio analizza per la prima volta la situazione lavorativa nei settori più significativi e rivelatori, proiettando le città fino al 2025 in campi come occupazione, produttività e popolazione. Gli indicatori chiave di Cities of Opportunity e le prime tre città in ciascuno di essi sono: 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. 8. 9. 10. Capitale intellettuale e innovazione: Stoccolma, Toronto, Parigi Sviluppo delle tecnologie: Seoul, San Francisco, New York Trasporti e infrastrutture: Singapore, Seoul/Toronto (a pari merito al 2° posto), Tokyo Salute e sicurezza: Stoccolma, Toronto, Sydney Sostenibilità e ambiente naturale: Sydney, San Francisco/Toronto (a pari merito al 2° posto), Berlino Peso economico: Pechino, Parigi, Londra/New York (a pari merito al 3° posto) Strumenti per le imprese: Singapore, Hong Kong, New York Costo della vita: Berlino, Seoul, Kuala Lumpur Demografia e vivibilità: Parigi, Hong Kong/Sydney (a pari merito al 2° posto), San Francisco Tempo libero: Londra, Parigi, Pechino 2 Le città emergenti avanzano Pechino si è guadagnata il primo posto per "peso economico" mentre troviamo Shanghai al quinto, dopo Parigi, Londra e New York. È la prima volta che si vedono due città emergenti nella top five di questa categoria di indicatori. Pechino e Shanghai figurano tra i primi cinque anche nel “tempo libero,” insieme a Londra, Parigi e New York. Il passo successivo per queste città emergenti sarà quello di equilibrare il progresso in una gamma di indicatori socioeconomici, per trasformare una crescita eccezionale in performance sostenibili. Dove c’è lavoro Per la prima volta, la relazione del 2012 fornisce un quadro approfondito su alcuni dei più significativi settori dell'occupazione, sia attuale sia in proiezione sino al 2025. Nel 2012, a trascinare l’economia di molte città sono i servizi finanziari e commerciali (che, se considerati come unico gruppo, rappresentano oltre un terzo dell'occupazione a Milano, Parigi, Londra, Pechino, San Francisco e Stoccolma), l'industria e i settori della vendita all'ingrosso e al dettaglio. Oggi, un lavoro su tre a Shanghai è nel settore dell'industria, sebbene secondo lo studio, questa città subirà uno spostamento verso un'economia maggiormente diversificata entro il 2025. I settori della vendita all'ingrosso e al dettaglio rappresentano oltre il 20% della forza lavoro a Hong Kong, Kuala Lumpur, Mosca, Mumbai, Città del Messico e Istanbul. New York è al primo posto mondiale per occupazione del settore sanitario, con quasi il 16% della propria forza lavoro, mentre l’ospitalità e il turismo rappresentano più di un quarto dei posti di lavoro di Abu Dhabi. Le nostre città domani I futuri rischi per l'occupazione e l'economia delle 27 città sono individuati in una nuova sezione che prevede uno scenario di base al 2025 e diversi modelli che riflettono varie ipotesi, ad esempio: se la conoscenza, la tecnologia e i collegamenti dei trasporti determineranno il successo futuro. In questo caso Londra, Tokyo, New York, Seoul e Parigi si collocheranno ai primi posti; se si dovesse diffondere il protezionismo come mezzo per combattere un prolungato rallentamento della crescita, che coinvolge tutte le città; e se le economie delle città saranno sospinte dalla qualità della vita: avremo dunque un mondo in cui le bellezze di Stoccolma, Sidney, Parigi e San Francisco porteranno a una forte crescita percentuale del PIL annuo. Lo scenario di base dello studio prevede che entro il 2025 altri 19 milioni di persone vivranno nelle città e altri 13,7 milioni vi lavoreranno, generando 3,3 miliardi extra di dollari USA di prodotto interno lordo, il tutto nell’ambito di una crescita moderata. Contemporaneamente, nel 2025 il divario tra ricchi e poveri rimarrà grossomodo tale e quale a oggi. La popolazione e l'occupazione aumenteranno in città come Pechino, Mumbai, Istanbul e San Paolo, mentre le città più sviluppate manterranno un maggiore potere di acquisto e domanda da parte dei consumatori e delle aziende, il motore delle economie emergenti. L’interesse reciproco porterebbe logicamente a un avvicinamento tra le città delle economie emergenti e quelle delle economie più sviluppate, dato che le une continuano ad avere bisogno delle altre. Nonostante l'ascesa delle città delle economie emergenti negli indicatori chiave, Cities of Opportunity riporta in dettaglio quelle che sono le sfide a lungo termine che queste dovranno affrontare per la rapida crescita di popolazione e occupazione. Ad esempio, per poter sostenere la 3 crescita sia Pechino sia Shanghai dovranno dedicare entro il 2025 circa il 42% del PIL alle infrastrutture, mentre a città come Londra e New York sarà sufficiente investire rispettivamente solo il 17% e il 20%. PwC fornisce servizi professionali di revisione, di advisory, di consulenza legale e fiscale alle imprese con l'obiettivo di creare valore. PwC è un network distribuito in 158 Paesi con oltre 180.000 professionisti, di cui 3.100 in PwC Italia. Maggiori informazioni sul sito www.pwc.com. Barabino & Partners Raffaella Nani [email protected] Alice Brambilla [email protected] Tel. + 39.02/72.02.35.35 Cell. +39.328/266.81.96 Metodologia Cities of Opportunity è un progetto in continua evoluzione, creato per le città, per chi le governa, per le loro aziende e i loro cittadini, nel tentativo di migliorarne le economie e la qualità della vita. La relazione, che si basa sulle informazioni di pubblico dominio e su una ricerca approfondita, ricorre a tre fonti principali di informazione: organizzazioni globali per lo sviluppo multilaterale, quali la Banca Mondiale e il Fondo Monetario Internazionale, organizzazioni nazionali di statistica, quali l'UK National Statistics e il US Census Bureau, e fornitori commerciali di dati. I dati sono stati raccolti nella seconda metà del 2011 e nel primo trimestre del 2012. Nella maggioranza dei casi, le cifre utilizzate nello studio fanno riferimento ai dati del 2010 e del 2011, mentre talvolta si è ricorso a dati nazionali in rappresentanza di quelli delle città, facendo particolare attenzione affinché ne garantissero un giusto riflesso. La metodologia utilizzata per il punteggio è stata sviluppata per assicurare trasparenza e semplicità, oltre che la possibilità di comparazione tra le varie città. Nell'esporre i dati per ciascuna singola variabile, le 27 città sono presentate in base al merito, dalla migliore alla peggiore. Viene quindi assegnato un punteggio che va da 27 (risultato migliore) a 1 (risultato peggiore). Una volta predisposti la classifica e i punteggi per ciascuna delle 60 variabili, queste sono raggruppate nei 10 relativi indicatori. All'interno di ciascun gruppo, i punteggi delle variabili vengono sommati per ottenere un punteggio-indicatore complessivo per quel settore, da cui si ottengono 10 tabelle con la classifica degli indicatori che mostrano la relativa performance delle nostre 27 città. 4