Università degli Studi di Bari "ALDO MORO" MACROAREA TECNICA | P.za Umberto I, 1 - 70124 Bari PROGETTO DI ADEGUAMENTO ALLE NORME DI PREVENZIONE INCENDI E SUPERAMENTO DELLE BARRIERE ARCHITETTONICHE DEL PALAZZO SEDE DELLA FACOLTA' DI GIURISPRUDENZA PROGETTO DEFINITIVO R.IE01 settembre 2011 RELAZIONE TECNICA DESCRITTIVA DEGLI IMPIANTI ELETTRICI E SPECIALI responsabile unico del procedimento coordinatore della sicurezza ING. GAETANO RANIERI ING. GIUDITTA BONSEGNA coordinatore della progettazione ARCH. MARIA LIA RUTIGLIANI opere edili, aspetti architettonici ARCH. MARIA LIA RUTIGLIANI impianto antincendio ING. FRANCESCO DEFRENZA impianti elettrici e speciali ING. SAVERIO del ROSSO prevenzione incendi elaborati grafici e computi ING. FRANCESCO DEFRENZA GEOM. NICOLA PIACENTE INDICE 1. Premessa .......................................................................................................................................... 2 2. Normativa essenziale di riferimento ................................................................................................ 4 3. Principali scelte progettuali per la sicurezza .................................................................................. 7 4. Distribuzione elettrica ...................................................................................................................... 8 5. Comandi di emergenza ...................................................................................................................11 6. Impianto di rivelazione e segnalazione fumi e gas ........................................................................12 7. Impianto di diffusione sonora .........................................................................................................17 8. Impianto di f.m., illuminazione normale e di emergenza ...............................................................19 9. Impianto allarme disabili .................................................................................................................24 10. Protezione contro le sovratensioni.................................................................................................25 Allegato 1: Calcoli illuminotecnici............................................................................................................26 Allegato 2: Valutazione del rischio dovuto ai fulmini ..............................................................................35 1 1. Premessa Lo scopo di questa relazione è fornire le indicazioni generali necessarie per il conseguimento dei prescritti livelli di sicurezza degli impianti elettrici e speciali ai fini dell’adeguamento alle norme di prevenzione incendi dell’edificio oggetto del presente appalto. Il progetto in esame è stato sviluppato con un livello di approfondimento tecnico di tipo “definitivo” ai sensi della Guida CEI 0-2 e dell’art.93 del D.Lgs 163/06 e s.m.i. (“Codice dei contratti pubblici relativi a lavori, servizi e forniture in attuazione delle direttive 2004/17/CE e 2004/18/CE”). Al fine di soddisfare i prescritti livelli qualitativi e di sicurezza, nella progettazione si è cercato di soddisfare principalmente i seguenti obiettivi: o soddisfacimento delle disposizioni legislative e normative vigenti ed applicabili agli impianti ed all’edificio in esame; o soddisfacimento delle richieste d'utenza, a seguito dei colloqui intercorsi con i responsabili della struttura; o integrazione e compatibilità, laddove tecnicamente ed economicamente possibile, con gli impianti della struttura esistenti; o installazione compatibile con i vincoli architettonici presenti; o soddisfacimento di un elevato livello di sicurezza, dato che la struttura avrà un elevato affollamento e che sarà frequentata prevalentemente da studenti (persone non formate in materia di sicurezza); o semplicità impiantistica, al fine di garantire l’economicità della gestione e della manutenzione; o continuità impiantistica ed a tal fine si optato, laddove tecnicamente possibile, per la modularità degli impianti, anche al fine di consentire futuri ampliamenti; o centralizzazione della supervisione degli impianti, al fine di avere da una sola postazione di guardiania il controllo delle segnalazioni di tutti gli impianti (rivelazione fumi, gas, spegnimento, base microfonica). Nella presente relazione gli impianti elettrici e speciali oggetto dei lavori sono stati raggruppati nelle seguenti categorie: distribuzione elettrica; comandi di emergenza; impianto di rivelazione e segnalazione fumi e gas; impianto di diffusione sonora; impianto di forza motrice, illuminazione normale e di emergenza; impianto allarme w.c. disabili. Per ciascuna delle suddette categorie, nei paragrafi successivi sono state riportate le normative di riferimento applicabili, lo stato dei luoghi e le scelte progettuali. 2 Gli impianti elettrici e speciali si intendono estesi fino ai morsetti degli apparecchi utilizzatori fissi e alle prese a spina, con esclusione quindi degli equipaggiamenti elettrici di bordo macchina e degli utensili. Si considerano collegati agli impianti sopra elencati le opere per sostegni e staffaggi vari e le opere di assistenza muraria. 3 2. Normativa essenziale di riferimento Si riporta nel seguito la normativa vigente, legislativa e tecnica, presa a riferimento nella stesura del progetto: Lavori pubblici D.Lgs 12.04.2006, n.163 e s.m.i.: “Codice dei contratti pubblici relativi a lavori, servizi e forniture”; D.P.R. 05.10.2010, n.207: “Regolamento di esecuzione ed attuazione del D.Lgs 12/04/2006, n.163, recante “Codice dei contratti pubblici relativi a lavori, servizi e forniture in attuazione delle direttive 2004/17/CE e 2004/18/CE”; Delibere Autorità per la vigilanza dei Lavori Pubblici. Edilizia ed igiene D.P.R. 06.06.2001, n.380: “Testo unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia edilizia”; D.P.R. 24.07.1996, n.503: “Regolamento recante norme per l’eliminazione delle barriere architettoniche negli edifici, spazi e servizi pubblici”; Regolamenti edilizi e di igiene applicabili. Sicurezza sui luoghi di lavoro D.Lgs n.81 del 9.04.2008 s.m.i.: “Attuazione dell’art. 1 della legge 3 agosto 2007, n.123, in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro”; Prescrizioni e raccomandazioni delle A.S.L. ISPESL, ecc. in materia di sicurezza sui luoghi di lavoro; Prevenzione incendi D.M. 16.02.1982: “Modificazioni del decreto ministeriale 27 settembre 1965, concernente la determinazione delle attività soggette alle visite di prevenzione incendi”; D.M. 26.08.1992: “Norme di prevenzione incendi per l’edilizia scolastica”; D.M. 22/02/2006: “Approvazione della regola tecnica di prevenzione incendi per la progettazione, la costruzione e l’esercizio di edifici e/o locali destinati ad uffici”; D.M. 01.02.1986: “Norme di sicurezza antincendi per la costruzione e l’esercizio di autorimesse e simili”; D.M. 15.09.2005: “Approvazione della regola tecnica di prevenzione incendi per i vani degli impianti di sollevamento ubicati nelle attività soggette ai controlli di prevenzione incendi”; D.M. 30.11.1983: “Termini, definizioni generali e simboli grafici di prevenzione incendi”; D.M. 10.03.1998: “Criteri generali di sicurezza antincendio e per la gestione dell’emergenza nei luoghi di lavoro”; D.M. 16.02.2007: “Classificazione di resistenza al fuoco di prodotti ed elementi costruttivi di opere da costruzione”; 4 D.M. 9.03.2007: “Prestazioni di resistenza al fuoco delle costruzioni nelle attività soggette al controllo del Corpo nazionale dei vigili del fuoco”; Lettere-circolari in materia di prevenzione incendi. Impianti elettrici Legge n. 186 del 1/03/1968: “Disposizioni concernenti la produzione di materiali, apparecchiature, macchinari, installazioni e impianti elettrici ed elettronici”; D.M. n.37 del 22/01/2008: “Regolamento recante l’attuazione dell’articolo 11-quadricies, comma 13, lettera a) della legge n.248 del 2 dicembre 2005, recante riordino delle disposizioni in materia di attività di installazione degli impianti all’interno degli edifici; D.P.R. 462 del 22/10/2001: “Regolamento di semplificazione del procedimento per la denuncia di installazioni e dispositivi di protezione contro le scariche atmosferiche, di dispositivi di messa a terra di impianti elettrici e di impianti elettrici pericolosi”; Prescrizioni e raccomandazioni della società fornitrice di energia elettrica; Norme CEI Norma CEI 0-2: “Guida per la definizione della documentazione di progetto degli impianti elettrici” (2002); Norma CEI 0-14: “Guida all'applicazione del DPR 462/01 relativo alla semplificazione del procedimento per la denuncia di installazioni e dispositivi di protezione contro le scariche atmosferiche, di dispositivi di messa a terra degli impianti elettrici e di impianti elettrici pericolosi” (2005); Norma CEI 64-8: “Impianti elettrici utilizzatori a tensione nominale non superiore a 1000V in corrente alternata ed a 1500V in corrente continua” (2007); Norma CEI 64-12: “Guida per l'esecuzione dell'impianto di terra negli edifici per uso residenziale e terziario” (1998) + V1 (2003); Norma CEI 64-50: “Edilizia ad uso residenziale e terziario. Guida per l’integrazione degli impianti elettrici utilizzatori e per la predisposizione di impianti ausiliari, telefonici e di trasmissione dati negli edifici. Criteri generali” (2007); Norma CEI 64-52: “Edilizia ad uso residenziale e terziario. Guida per l’integrazione degli impianti elettrici utilizzatori e per la predisposizione di impianti ausiliari, telefonici e di trasmissione dati negli edifici. Criteri particolari per edifici scolastici” (2007); Norma CEI EN 62305-1: “Protezione contro i fulmini – Parte 1: Principi generali” (2006); Norma CEI EN 62305-2: “Protezione contro i fulmini – Parte 2: Valutazione del rischio” (2006); Norma CEI EN 62305-3: “Protezione contro i fulmini – Parte 3: Danno materiale alle strutture e pericolo per le persone” (2006); 5 Norma CEI EN 62305-4: “Protezione contro i fulmini – Parte 4: Impianti elettrici ed elettronici nelle strutture” (2006); Norma CEI EN 50173-1: “Tecnologia dell’informazione – Sistemi di cablaggio strutturato – Parte 1: Prescrizioni generali” (2008); Norma CEI EN 50173-2: “Tecnologia dell’informazione – Sistemi di cablaggio strutturato – Parte 2: Locali per ufficio” (2008); Norma CEI EN 100-55: “Sistemi elettroacustici applicati ai servizi di emergenza” (2007); Norme UNI Norma UNI 10840: “Luce e illuminazione – Locali scolastici – Criteri generali per l’illuminazione artificiale e naturale (2007)”; Norma UNI EN 12464-1: “Luce e illuminazione – Illuminazione dei posti di lavoro – Parte 1: Posti di lavoro interni” (2004); Norma UNI EN 1838: “Applicazione dell’illuminotecnica – Illuminazione di emergenza” (2000); Norma UNI 9795: “ Sistemi fissi automatici di rivelazione, di segnalazione manuale e di allarme incendio – Sistemi dotati di rivelatori puntiformi di fumo e calore, rivelatori ottici lineari di fumo e punti di segnalazione manuali” (2010); Norma UNI 11224: “Controllo iniziale e manutenzione dei sistemi di rivelazione incendi” (2011). Norma UNI 11222: “Luce e illuminazione - Impianti di illuminazione di sicurezza negli edifici Procedure per la verifica periodica, la manutenzione, la revisione e il collaudo” (2010). Allo stesso modo, gli impianti dovranno essere eseguiti nel rispetto delle disposizioni legislative e normative vigenti, utilizzando apparecchiature che rispettino le prescrizioni di sicurezza delle corrispondenti norme CEI di prodotto. Tutte le apparecchiature e i materiali impiegati soggetti alla direttiva bassa tensione dovranno essere dotati di marcatura CE e, possibilmente, anche di marchio IMQ. Le apparecchiature ed i materiali non soggetti alla direttiva bassa tensione dovranno essere dotati di marchio IMQ. 6 3. Principali scelte progettuali per la sicurezza Tutta la progettazione impiantistica è stata improntata principalmente con lo scopo di tutelare l’incolumità delle persone e salvaguardare i beni, secondo quanto previsto principalmente dal D.M. 26/08/1992 e dalle altre norme tecniche di prevenzione incendi, tenendo conto che la struttura avrà un elevato affollamento e che sarà frequentata prevalentemente da studenti (persone non formate in materia di sicurezza). Allo scopo si elencano le principali scelte impiantistiche adottate: installazione di comando di emergenza generale, posto in prossimità dell’ingresso principale dell’edificio ed atto a mettere in sicurezza l’intero impianto (ad eccezione dei servizi di sicurezza, in quanto derivati a monte dell’interruttore generale) secondo quanto previsto al punto 7.0 del D.M. 26/08/1992; installazione di comando di emergenza atto a sezionare solo i servizi di sicurezza, posto in prossimità dell’ingresso principale dell’edificio ed a uso esclusivo dei vigili del fuoco; installazione di comando atto ad attivare l’impianto di ventilazione meccanica dell’autorimessa, posto in prossimità dell’ingresso della stessa; adeguamento dell’impianto di rivelazione e segnalazione incendi esistente sia a quanto disposto al punto 9.3 del D.M. 26/08/1992 sia alla norma UNI 9795:2010; installazione di un impianto di rivelazione e segnalazione gas a servizio dell’autorimessa interrata (capacità di parcamento inferiore a 500 autoveicoli) secondo quanto previsto al punto 3.9.3 dal D.M. 01/02/1986; installazione di un impianto di allarme a diffusione sonora a norma IEC 60489 (EVAC) alimentato da sorgente di sicurezza che, attivato dalla centrale antincendio, sia in grado di gestire le situazioni di emergenza consentendo un’evacuazione guidata e controllata dell’edificio, secondo quanto previsto al punto 7.1 e al punto 8.0 del D.M. 26/08/1992; rifacimento, con la sostituzione di tutti gli apparecchi attualmente esistenti, dell’impianto di illuminazione di sicurezza ed adeguamento dello stesso a quanto previsto al punto 7.1 del D.M. 26/08/1992; installazione, per i nuovi ambienti, di impianto di forza motrice, di illuminazione normale e di emergenza; installazione, nei bagni disabili, di impianti di allarme ottico - acustico secondo quanto previsto dalla norma CEI 64-8; Infine, si è proceduto alla verifica del rischio di fulminazione contro i fulmini secondo quanto previsto dalla norma CEI 81-10. 7 4. Distribuzione elettrica Disposizioni normative L’edificio in oggetto è soggetto al certificato di prevenzione incendi in quanto attività n.85 del D.M. 16/02/1982 (scuole con più di cento persone contemporaneamente presenti). Inoltre, ai sensi dell’all. IX punto 9.2 del D.M. 10/03/1998 l’edificio rientra tra le attività ad elevato rischio di incendio (numero di presenze contemporanee superiore a 1000). Per effetto di quanto sopra, l’edificio ai sensi della norma CEI 64-8/7 va considerato dal punto di vista elettrico come un luogo a maggior rischio in caso di incendio (“marcio”) di tipo A (elevata densità di affollamento o elevato tempo di affollamento in caso di incendio) non essendo presenti né luoghi di tipo B (strutture portanti combustibili) né luoghi di tipo C (lavorazione, convogliamento, manipolazione o deposito di materiali infiammabili o combustibili). Secondo quanto previsto dalla norma CEI 64-8/7, nei luoghi marci di tipo A devono essere rispettati i seguenti requisiti generali: o i componenti elettrici devono essere limitati a quelli necessari per l’uso degli ambienti stessi, fatta eccezione per le condutture destinate ad altri locali, che possono tuttavia transitare; o i circuiti di sicurezza che attraversano luoghi marci devono essere resistenti al fuoco: la resistenza al fuoco è richiesta solo per le condutture che attraversano il luogo marcio (compartimento antincendio), non per quelle destinate ad alimentare servizi di sicurezza interni al luogo stesso; o negli ambienti nei quali è consentito l’accesso e la presenza di pubblico, i dispositivi di manovra, e protezione (interruttori, fusibili, ecc...), fatta eccezione per quelli destinati a facilitare l’evacuazione, devono essere posti in luogo a disposizione esclusivo del personale addetto (inaccessibili al pubblico) o posti entro quadri elettrici chiusi con chiave; o le condutture devono essere tali da non causare l’innesco e/o la propagazione dell’incendio ed a tal fine devono rientrare in una dei dieci tipi previsti dalla norma CEI 64-8/7; o ai fini della protezione contro i contatti diretti il grado di protezione minimo dei componenti elettrici deve essere IP2X, cioè il dito di prova non deve toccare parti in tensione, mentre per le superfici orizzontali a portata di mano, cioè fino a 2,5m di altezza, è richiesto il grado di protezione IPXXD, cioè un filo rigido di diametro 1 mm e lunghezza 100mm non deve toccare parti in tensione (n.b. nel caso dei quadri il grado di protezione va giudicato con il componente elettrico nelle ordinarie condizioni di funzionamento, quindi con la porta chiusa). Infine, per i luoghi marci di tipo A la norma CEI 64-8/7 impone di valutare “il rischio nei riguardi dei fumi, gas tossici e corrosivi in relazione alla particolarità del tipo di installazione e dell’entità del danno probabile nei confronti di persone e/o cose, al fine di adottare opportuni provvedimenti”. L’autorimessa sita al piano interrata, avendo capacità di parcamento superiore a 9 autoveicoli, è soggetta anch’essa al certificato di prevenzione incendi in quanto attività n.92 del D.M. 16/02/1982. 8 In generale, ed a favore di sicurezza, le autorimesse soggette al certificato di prevenzione incendi sono considerate come luoghi marci di tipo C. Pertanto, oltre alle prescrizioni di cui in precedenza, il grado di protezione dei componenti (ed in particolare degli apparecchi di illuminazione) dell’impianto elettrico dovrà essere almeno IP4X (salvo le condutture alle quali si applica quanto detto in precedenza) ad eccezione degli interruttori di comando del circuito luce e dispositivi similari e di prese a spina di uso domestico e similare. Nel presente progetto non rientra la centrale termica in quanto oggetto di un’altra pratica di prevenzione incendi. Stato dei luoghi Dai sopralluoghi effettuati è emerso che sia l’edificio che l’autorimessa soddisfano, per quanto è stato possibile ispezionare, i requisiti generali richiesti dalla norma CEI 64-8/7. In particolare, i quadri elettrici di distribuzione hanno il grado di protezione minimo IPXXB e poiché sono muniti di portella trasparente, si è potuto constatare che tutte le parti attiva sono inaccessibili al dito di prova. Inoltre, è risultato che i quadri sono chiusa a chiave e custoditi dal servizio di manutenzione elettrico interno. Questo evita di verificare che ci sia un interblocco che permetta di aprire il quadro solo dopo avere sezionato le parti attive e che sia possibile richiudere il dispositivo di sezionamento se la porta non è chiusa. Come unico intervento si prevede la sostituzione dei centralini delle aule del piano terra e del primo piano che non hanno la portella e quindi non assicurano il grado di protezione richiesto. Scelte progettuali Al fine di soddisfare i requisiti richiesti per le condutture, per le nuove installazioni si prevede di utilizzare per - la distribuzione dell’autorimessa interrata - le condutture di cui alla norma CEI 64-8/7 di tipo “a2” (cavi in tubo o canale metallico a vista con grado di protezione maggiore a uguale a IP4X), mentre - per i piani fuori terra - le condutture di tipo “c3” (cavi in tubo o canale isolante con grado di protezione maggiore o uguale a IP4X). Al fine di limitare il “danno sociale” per perdita di vite umane e di beni culturali saranno utilizzati, sia per i cavi di energia che per quelli di segnale, cavi con guaina di tipo LSOH cioè a bassa emissione di fumi, gas tossici e corrosivi (eccetto, eventualmente, nella posa in muratura sottotraccia). Per i circuiti di sicurezza si utilizzeranno cavi resistenti al fuoco del tipo FG10(O)M1 0,6/1kV, mentre nell’attraversamento di parete o solai con una determinata resistenza al fuoco REI, saranno installate delle barriere tagliafiamma sia all’interno che all’esterno del canale, passerella o tubo. Per l’autorimessa, al fine di poter applicare l’intonaco REI, si provvederà alla rimozione delle plafoniere, dei rivelatori di fumo e delle scatole di derivazione installate a soffitto. Le plafoniere ed i rivelatori verranno recuperati ed installati con una nuova distribuzione elettrica (cavi, tubazioni rigide e scatole di derivazione stagne) ed in particolare, sarà prevista la sostituzione del vecchio loop antincendio con altro a norma CEI UNI 9795:2010. I circuiti luce saranno in numero e sezioni pari a quelli esistenti ed attestati al quadro elettrico di piano. 9 Sempre nell’autorimessa sarà prevista l’installazione di una canalina perimetrale per i circuiti di sicurezza mentre i cavi installati a parete verranno rimossi ed installati nelle canaline. 10 5. Comandi di emergenza Disposizioni normative Ai sensi del punto 7 del D.M. 26/08/1992 ogni scuola deve essere munita di interruttore generale, posto in posizione segnalata, che permetta di togliere tensione all’impianto elettrico dell’attività (ad eccezione dei servizi di sicurezza); tale interruttore deve essere munito di comando di sgancio a distanza, posto nelle vicinanze dell’ingresso o in posizione presidiata. Inoltre, essendo l’autorimessa soggetta al CPI, occorre prevedere anche per essa un comando di emergenza che ponga l’intero impianto elettrico fuori tensione. Infine, ai sensi del punto 3.9.3 del D.M. 01/02/1996 deve essere previsto un comando manuale ubicato in prossimità dell’uscita per l’azionamento dell’impianto di ventilazione meccanica dell’autorimessa. Stato dei luoghi L’impianto è alimentato in media tensione (sistema TN-S) a 230/400V trifase con neutro 50Hz in derivazione dalla cabina MT/BT di proprietà della committenza e ubicata al piano seminterrato. Al piano seminterrato, in locale adiacente al locale trasformatori, è posto il quadro elettrico generale di bassa tensione dell’intero edificio. È presente un pulsante di emergenza all’esterno della cabina elettrica MT/BT per mettere fuori tensione l’interruttore sulla MT e di conseguenza l’intero edificio. E’ presente il pulsante di sgancio dell’autorimessa. Scelte progettuali Si prevede l’installazione dei seguenti comandi di emergenza con la funzione di: interruzione dell’alimentazione elettrica generale dei circuiti normali; interruzione dell’alimentazione elettrica dei circuiti di sicurezza, ad uso esclusivo dei vigili del fuoco; attivazione dell’impianto di ventilazione meccanica dell’autorimessa. Come comandi di emergenza, saranno utilizzati pulsanti di sgancio normalmente chiusi sotto vetro frangibile con circuito di comando di tipo SELV con tensione fino a 25V in c.a. o 60V in c.c. funzionanti in apertura. Tutti i comandi di emergenza saranno del tipo onnipolari ed installati in posizione facilmente accessibile e individuabile. A tale fine è stato individuato il locale guardiania posto in prossimità dell’ingresso principale dell’edificio in Piazza Cesare Battisti, mentre il pulsante di attivazione della ventilazione dell’autorimessa sarà ubicato nei pressi della stessa. 11 6. Impianto di rivelazione e segnalazione fumi e gas Disposizioni normative Ai sensi del punto 9.3 del D.M. 26/08/1992 limitatamente agli ambienti o locali il cui carico d'incendio superi i 30 kg/mq, deve essere installato un impianto di rivelazione automatica d’incendio, se fuori terra, o un impianto di estinzione ad attivazione automatica, se interrato. Ai sensi del punto 3.9.3 dal D.M. 01/02/1986, per le autorimesse aventi numero di autoveicoli inferiore a cinquecento bisogna prevedere l'installazione di indicatori di miscele infiammabili. Stato dei luoghi L’impianto di rivelazione e segnalazione incendi - allo stato attuale - ha la seguente consistenza: 1. n.1 centralina di rivelazione incendi “CS1115 2 loop Cerberus”. La centralina comanda i rivelatori di fumo dell’intero edificio ed i rivelatori di calore dell’autorimessa; La centralina è ubicata nel locale guardiania, piano terra, ingresso Piazza Cesare Battisti. 2. n.1 centralina di rivelazione incendi “AM-2000 Notifier”. La centralina gestisce le centrali di spegnimento a servizio di tre depositi del piano interrato ed il rivelatore di fumo del locale guardiania ingresso Via Garruba. La centralina è ubicata nel locale guardiania ingresso Via Garruba; 3. n.1 centralina di rivelazione incendi “Bosch” del tipo convenzionale. La centralina è ubicata al piano secondo e risulta non funzionante; 4. n.4 centraline di spegnimento gas “RP1r Notifier” con relativo modulo unità di ingresso. Le centraline comandano lo spegnimento gas Azoto-Argon (IG-55) a servizio dei singoli depositi (una centralina per ciascun deposito). Le centraline sono ubicate al piano interrato, all’esterno dei depositi, vicino alla porta di accesso mentre una è ubicato al piano secondo. 5. n.6 pannelli di “allarme incendio”, così posizionati: - Piano interrato: n.3 all’esterno dei tre depositi (uno per ciascun deposito); - Piano secondo: n.4 6. n.4 pannelli di “vietato entrare” all’esterno dei depositi; 7. n.4 pannelli di “abbandonare il locale” all’interno dei depositi; 8. n. 61 rivelatori di calore a servizio dell’autorimessa del piano interrato; 9. n. 103 rivelatori di fumo, cosi posizionati: - Piano interrato: n. 18; - Piano terra: n.3; - Piano primo: n. 10; - Piano secondo: n. 17; - Piano terzo: n. 19; 12 - Piano quarto: n. 12; - Piano quinto: n. 12; - Piano sesto: n. 10; - Piano settimo: n.2. 10. n. 28 pulsanti di allarme incendio, così posizionati: - Piano interrato: n. 1; - Piano terra: n.0; - Piano primo: n. 4; - Piano secondo: n. 2; - Piano terzo: n. 6; - Piano quarto: n. 6; - Piano quinto: n. 4; - Piano sesto: n.5; - Piano settimo: n.0 L’autorimessa è priva di rivelatori di indicatori di miscele infiammabili. L’impianto di rilevazione e spegnimento gas esistente è attualmente in fase di manutenzione ordinaria/straordinaria per mezzo di specifico appalto. Pertanto, non si prevede nessun intervento di verifica (pulizia rivelatori, ricerca guasti, controllo stato carica bombole gas, ecc..) sull’impianto esistente. Scelte progettuali E’ in corso di aggiudicazione un appalto che prevede la sostituzione dell’attuale centralina (in cattivo stato di manutenzione) con una analogica indirizzata 4 loop, del tipo compatibile con l’impianto esistente. In questo modo i vecchi rivelatori saranno recuperati e i vecchi due loop attestati sulla nuova centralina. Si prevede l’ampliamento dell’impianto esistente in quanto i rivelatori di fumo sono installati solo in un numero limitato di ambienti. Dato che nell’edificio in esame non sono presenti prodotti infiammabili che passano rapidamente alla fase di combustione piena, la rilevazione di incendio sarà affidata ai rilevatori ottici di fumo, in grado di rilevare il fenomeno più significativo che si produce nella fase covante degli incendi e ovvero il fumo. I rilevatori di fumo, in accordo con la norma UNI 9795 (gennaio 2010) e con l’art.9.3 del D.M. 26/08/1992, saranno installati in tutti i locali eccetto: locali con carico di incendio inferiore a 30 kg/mq; Vista la relazione tecnica di prevenzione incendi dell’esame progetto uffici ed aule sono stati considerati come locali con carico di incendio inferiore a 30 kg/mq. I rivelatori di fumo sono stati previsti nelle grandi aule del piano terra e del piano primo, nella aule adibite a sale lauree e negli ambienti destinati ad archivio/biblioteca. 13 locali destinati ai servizi igienici; vani scala che risultano essere tutti compartimentati; Poiché nei controsoffitti non è certo che siano verificate le condizioni previste dall’art. 5.1.3 della UNI9795 saranno installati dei rivelatori di fumo, con ripetizione della segnalazione luminosa in posizione visibile. L’impianto di rivelazione e segnalazione fumi dell’edificio sarà fondamentalmente costituito dai seguenti componenti: centrale di controllo e segnalazione fumi del tipo analogico/indirizzata, come detto del tipo compatibile con i rivelatori di fumo già esistenti (esistente al momento dell’esecuzione dell’appalto). La centrale sarà ubicata in luogo presidiato, facilmente accessibile ai mezzi di soccorso e dotato di illuminazione di sicurezza nonché di impianto di rivelazione fumi. Allo scopo è stato individuato il locale guardiania ubicato al piano terra nei pressi dell’ingresso di Piazza C. Battisti. La centrale - alimentata da una linea primaria dedicata, derivata a monte dell’interruttore generale sarà alimentata da sorgente di sicurezza secondaria costituita da una batteria di accumulatori posta all’interno della centrale. Nel caso in cui l'alimentazione primaria vada fuori servizio, l'alimentazione secondaria la sostituirà automaticamente in un tempo non maggiore di 15 secondi. Al ripristino dell'alimentazione primaria, questa sostituirà nell'alimentazione del sistema la secondaria. L'alimentazione secondaria sarà in grado di assicurare il corretto funzionamento dell'intero sistema ininterrottamente per almeno 72 ore, nonché il contemporaneo funzionamento dei segnalatori di allarme interno ed esterno per almeno 30 minuti a partire dall'emissione degli allarmi stessi. L’area sorvegliata dalla centralina sarà suddivisa in zone (nella centrale a ogni zona corrisponde una propria segnalazione di allarme), in modo da localizzare rapidamente e con sicurezza il focolaio di incendio. Una zona non comprenderà più di un piano dell’edificio mentre vani scala e vani ascensori, cavedi verticali, ecc... possono costituire singole zone. In generale una zona non avrà una superficie (a pavimento) superiore a 1600mq. Una zona potrà comprendere: o fino a 10 locali se sono contigui, affacciati sul medesimo disimpegno e di superficie complessiva non superiore a 600mq; o fino a 20 locali contigui, con superficie complessiva massima di 1000mq, se sono installati ripetitori ottici di allarme in prossimità degli accessi ai locali, in modo da consentire di individuare il locale da cui proviene l’allarme. La centrale sarà provvista di uscita a relè in grado di attivare la centrale di diffusione sonora. rivelatori di fumi analogici indirizzati Come detto in precedenza saranno utilizzati rivelatori di fumo puntiformi del tipo ottici. La determinazione del numero di rivelatori necessari e della loro posizione è stata effettuata in funzione di: 14 o tipo di rivelatori; o superficie e altezza del locale: o forma del soffitto o della copertura quando questa costituisce il soffitto; o condizioni di aerazione e di ventilazione del locale. In particolare il parametro considerato per posizionare correttamente i rivelatori è stato il raggio di copertura R, cioè la distanza orizzontale (in aria libera senza ostacoli) fino alla quale un rivelatore può avvertire un fumo (UNI 9795: 2010 prospetto 3). Poiché in tutti gli ambienti l’inclinazione del soffitto è inferiore a 20° e l’altezza del locale inferiore a 12 metri il raggio di copertura considerato è stato pari a 6,5m. Negli ambienti già provvisti di rilevatori di fumo si è proceduto alla verifica del numero degli stessi in accordo con la il metodo poc’anzi descritto. I rivelatori di fumo saranno dotati di camera di campionamento optoelettronico che elimina la luce estranea e garantisce l’affidabilità di rivelazione delle particelle di fumo. rivelatori di fumi analogici indirizzati per impianti di ricircolo aria Non conoscendo la potenzialità né lo sviluppo degli impianti di ricircolo d’aria si prevede, a favor di sicurezza, l’installazione di un certo numero di rivelatori che comandino l’arresto dei ventilatori. Si prevede, inoltre, un certo numero di serrande tagliafuoco. rivelatori puntiforme di calore Sono già installati nell’autorimessa interrata. Anche per questi si è proceduto alla verifica del numero degli stessi secondo quanto disposto dalla norma UNI 9795:2010. ripetitori luminosi Saranno posti in posizione ben visibile e serviranno a segnalare principi di incendi nelle zone controsoffittate. pulsanti manuale di allarmi Il sistema manuale avrà le seguenti caratteristiche: ogni punto di segnalazione manuale potrà essere raggiunto da ogni punto dell’edificio con un percorso non maggiore di mt. 30 mentre un pulsante specifico sarà previsto per ciascuna biblioteca/archivio/deposito compartimentato di piano; in ogni zona saranno presenti almeno due pulsanti; alcuni dei punti manuali di segnalazione previsti saranno installati lungo le vie di uscita mentre in ogni caso uno sarà previsto in prossimità di ogni uscita di sicurezza; i punti manuali di segnalazione saranno installati in posizione chiaramente visibile e facilmente accessibile, ad un'altezza compresa tra mt. 1 e 1.6 (con relativa segnaletica conforme al D.Lgs 81/2008 s.m.i.); i punti manuali di segnalazione saranno protetti contro l'azionamento accidentale, i danni meccanici e la corrosione; 15 in caso di azionamento, sarà facilmente individuabile, mediante allarme ottico e acustico sul posto, il punto manuale di segnalazione azionato; in corrispondenza di ciascun punto manuale di segnalazione saranno riportate in modo chiaro e facilmente intellegibile le istruzioni per l'uso. dispositivi di allarme ottico - acustico Sarà previsto un dispositivo di allarme all’interno della centrale percepibile nelle immediate vicinanze della stessa, mentre altri dispositivi saranno installati all’intero dell’area sorvegliata. Saranno utilizzate targhe con segnalazione ottico - luminosa, costituite da pannelli luminosi con la scritta “Allarme incendio” e con sirena elettrica incorporata. I dispositivi saranno disposti in modo che il segnale di pericolo sia udibile in ogni parte del fabbricato. Tali dispositivi saranno ad integrazione dei dispositivi di allarme con messaggi vocali. linee di interconnessione Saranno utilizzati cavi di segnale resistenti al fuoco (per almeno 30 minuti) conformi alla norma CEI EN 50200:2007 ed alla UNI 9795:2010 e saranno del tipo LSOH (cioè a bassa emissione di fumi, gas tossici e corrosivi). Le linee chiuse ad anello avranno percorso di andata diverso da quello di ritorno (in modo che un eventuale danneggiamento non coinvolga entrambi i lati) e con isolatori di isolamento, in grado cioè di aprire la linea in caso di corto circuito e permette di mantenere attivi i rivelatori collegati fra i due rami. Per quanto riguarda l’impianto di rivelazione e segnalazione fumi e spegnimento gas dei depositi del piano interrato si prevedono i seguenti interventi: installazione di n.2 moduli di uscita (uno per ciascun deposito) al fine di riportare i segnali di allarme alla nuova centrale di rivelazione e segnalazione fumi dell’edificio; installazione di attuatori elettrici sulle finestre per la chiusura automatica delle stesse in caso di incendio. Nell’autorimessa, in ottemperanza a quanto previsto dal D.M. 01/02/1986, sarà previsto l’installazione di un impianto di rivelazione gas. L’impianto sarà composto da una centralina di rivelazione e segnalazione di gas infiammabili, ubicata nel locale guardiania dell’ingresso principale dell’edificio di Piazza C.Battisti, e da un determinato numero di rivelatori di benzina in contenitore IP55. E’ prevista, infine, la rimozione di due impianti di spegnimento: uno a servizio del deposito del piano secondo ed uno a servizio del deposito “affari generali” del piano interrato. 16 7. Impianto di diffusione sonora Disposizioni normative Ai sensi del punto 7.1 del D.M. 26/08/1992 le scuole devono essere dotate di un impianto di sicurezza alimentato da apposita sorgente, distinta da quella ordinaria. Tale impianto deve alimentare l’impianto di allarme e, se non autonome, l’impianto di illuminazione di sicurezza. Ai sensi del punto 8.0 del D.M. 26/08/1992 le scuole devono essere munite di un sistema di allarme in grado di avvertire gli alunni e il personale presente in caso di pericolo. Tale sistema di allarme deve avere caratteristiche atte a segnalare il pericolo a tutti gli occupanti il complesso scolastico e il suo comando deve essere posto in locale costantemente presidiato durante il funzionamento della scuola. Ai sensi del punto 8.1 del D.M. 26/08/1992 per le scuole di tipo 3-4-5 (numero di presenze contemporanee superiore a 500 persone) deve essere previsto un impianto di altoparlanti. Stato dei luoghi Non è presente l’impianto di diffusione sonora. Scelte progettuali Come richiesto dal D.M. 26/08/1992 si è prevista l’installazione di un sistema di allarme a diffusione sonora che, attivato dalla centrale antincendio, sia in grado di gestire le situazioni di emergenza consentendo un’evacuazione guidata e controllata dello stabile. L’impianto dovrà rispondere principalmente ai seguenti requisiti: o rispondenza alla normativa IEC60849 (EVAC); o controllo e supervisione dell’integrità del “percorso critico”. Tale percorso è inteso come il percorso del segnale audio dalla capsula del microfono d’emergenza e/o dal generatore di messaggi, fino alla linea altoparlanti attraverso la catena di amplificazione: qualsiasi guasto relativo alla capsula del microfono, al suo cavo di collegamento alla centrale, agli amplificatori ed alla linea altoparlanti deve essere segnalato nel modo previsto; o possibilità di funzionamento in assenza di rete per almeno 30 minuti alla massima potenza e per 24 ore in condizione di stand-by; o memorizzazione su memoria non volatile delle condizioni di guasto con l’indicazione di data/ora/minuti/secondi; o controllo di almeno n.42 zone audio. L’impianto sarà fondamentalmente composto dai seguenti componenti: centrale di diffusione sonora, costituita da un rack principale posto al piano terra e da un rack per ciascun piano (eccetto piano interrato e piano settimo). Ogni rack comprenderà un router audio, un amplificatore di potenza e un gruppo di continuità. 17 Il cuore del sistema di allarme (controller) sarà ubicato nel rack principale in luogo con aerazione naturale verso l’esterno, accessibile solo al personale interno e facilmente raggiungibile (locale guardiania ubicato al piano terra nei pressi dell’ingresso di Piazza C. Battisti). Tale luogo, poiché sede anche della centrale di controllo e segnalazione incendi, soddisferà i requisiti di cui alla norma UNI 9795, ovvero sarà: o sorvegliato da rilevatore ottico di fumo; o situato vicino all’ingresso principale dell’edificio; o dotato di illuminazione di sicurezza a intervento immediato (entro 0,5 secondi). altoparlanti del tipo a tromba stagni nei due depositi interrati, del tipo bidirezionale nei corridoi e da parete/soffitto negli altri ambienti; i diffusori avranno potenza sonora adeguata in relazione alla grandezza dell’ambiente; postazione microfonica posta in locale costantemente presidiato (locale guardiania piano terra ingresso Piazza C. Battisti); linee di interconnessione di potenza e di segnale, resistenti al fuoco (per installazione o per costruzione). Allo scopo sarà utilizzato lo stesso cavo utilizzato per la rivelazione incendi. 18 8. Impianto di f.m., illuminazione normale e di emergenza Disposizioni normative Ai sensi del punto 7.1 del D.M. 26/08/1992 le scuole devono essere dotate di un impianto di illuminazione di sicurezza, compresa quella indicante i passaggi, le uscite e i percorsi delle vie di esodo che garantisca un livello di illuminazione non inferiore a 5 lux. Lo stesso decreto ammette l’uso di singole lampade o gruppi di lampade con alimentazione autonoma. Ai sensi del punto 5.2 del D.M. 01/02/1986 per le autorimesse con capacità di parcamento inferiore a 300 autoveicoli non è richiesto l’impianto di illuminazione di sicurezza. Stato dei luoghi L’intero edificio è già dotato di un impianto di illuminazione di emergenza. Dai sopralluoghi effettuati è emerso, tuttavia, che: o in alcuni ambienti, come nei tre depositi del piano interrato nonché in alcune aule, mancano gli apparecchi per l’illuminazione di sicurezza; o alcuni apparecchi sono risultati non funzionanti; o alcuni apparecchi sono risultati del tipo S.E. (sola emergenza) anziché essere del tipo S.A. (sempre accessi); o tutti gli apparecchi sono del tipo tradizionale, cioè non del tipo “autotest”; o l’impianto esistente non assicura lungo le vie di esodo i valori di illuminamento minimi previsto dalla normativa; Per tutte queste ragioni e dato che, secondo la norma UNI 11222: “Illuminazione di emergenza” gli apparecchi per l’illuminazione di emergenza vanno sottoposti, con frequenza massima di due anni per le S.A. (quattro anni per le S.E.), a revisione - consistente nella sostituzione dello schermo, dei tubi fluorescenti e delle batterie - si è deciso per la sostituzione di tutti gli apparecchi esistenti e per l’installazione di apparecchi aggiuntivi al fine di garantire il livello di illuminamento richiesto in condizioni di emergenza. Scelte progettuali L’illuminazione di emergenza consisterà unicamente in un’illuminazione di sicurezza, in grado cioè di garantire la sicurezza delle persone. L’illuminazione di sicurezza comprenderà: l’illuminazione di sicurezza delle vie e delle uscite di esodo; Questa illuminazione ha lo scopo di segnalare le vie di esodo in modo da garantire la corretta e facile identificazione delle stesse e fino al luogo sicuro più vicino. A tale scopo, saranno utilizzati: apparecchi per la segnalazione di sicurezza autoalimentati a illuminazione permanente retroilluminati sui quali sono applicati adeguati schermi con pittogrammi bianchi in campo 19 verde, progettati per assolvere la funzione di indicare (e non illuminare) le uscite di sicurezza che danno su spazio scoperto o compartimento antincendio. Ai fini della leggibilità del segnale assume particolare importanza la sua uniformità. Il campo verde deve avere una luminanza di almeno 2cd/mq, il rapporto fra il campo bianco e il campo verde deve essere non inferiore a cinque e la luminanza massima del colore verde non deve superare dieci volte quella minima (lo stesso dicasi per il colore bianco). Per assicurare questi requisiti detti apparecchi devono essere appositamente progettati per tale scopo e non basterà porre un adesivo sull’apparecchio per avere un prodotto a norma. Allo scopo saranno usati pittogrammi specificatamente previsti dal costruttore. Gli apparecchi di emergenza per la segnalazione di sicurezza sono stati scelti in base alla massima distanza di visibilità del segnale di sicurezza rilevato dal catalogo della casa costruttrice prescelta. Questi apparecchi sono stati posti ad ogni uscita di emergenza e vicino ad ogni rampa di scale; apparecchi per illuminazione di sicurezza autoalimentati a illuminazione non permanente al fine di soddisfare i livelli di illuminamento minimi prescritti. Secondo quanto previsto dal D.M. 26/8/92 dovrà essere assicurato un illuminamento non inferiore a 5lx (considerando l’apporto delle riflessioni) equivalente praticamente a quanto prescritto dalla norma UNI 1838 secondo la quale per le vie di esodo fino a due metri deve essere assicurato un illuminamento minimo (in assenza di riflessioni) di 1 lx sulla linea mediana della via di esodo e di 0,5 lx (sempre in assenza di riflessioni) in una fascia centrale della via di esodo pari alla metà della sua lunghezza; Da apposite tabelle della casa costruttrice prescelta è stato possibile determinare la distanza tra le lampade a parete al fine di soddisfare i parametri illuminotecnici suddetti. Le vie di esodo di larghezza superiore a 2 m sono stata trattate come insieme di “strisce” parallele. Questi apparecchi sono stati previsti, inoltre, in corrispondenza di ogni cambio di livello, di cambio di direzione, a ogni intersezione di corridoi, vicino ad ogni punto di allarme incendio. Gli apparecchi a parete saranno installati ad un’altezza da terra pari a m 2,5. l’illuminazione antipanico nelle aule, negli archivi/biblioteche e nelle sale lettura; Questa illuminazione ha lo scopo di impedire l’insorgere delle condizioni di panico in situazioni di emergenza, agevolando al contempo l’identificazione di una via di esodo e il suo raggiungimento. Per questi ambienti non ci sono disposizioni legislative in merito. Si è ritenuto sufficiente impiegare un apparecchio per segnalazione autoalimentato a illuminazione non permanente da installare in corrispondenza di ciascuna porta. Solo per le grandi aule (oltre i 100 posti), le sale lauree e per gli archivi/biblioteche – ambienti a grande affollamento - si è ritenuto di utilizzare apparecchi per segnalazione autoalimentati ad illuminazione permanente. Tutti gli apparecchi saranno del tipo autonomi “auto-test”, cioè dotati di un sistema di autodiagnosi in grado di verificare i due principali aspetti funzionali: l’accensione automatica al mancare dell’alimentazione ordinaria (diagnosi di funzionamento); 20 la durata di funzionamento in emergenza, vale a dire l’autonomia di alimentazione (diagnosi di autonomia). Gli apparecchi di tipo auto-test, inoltre, consentono in futuro, tramite l’aggiunta di una centrale, di far diventare il sistema del tipo central-test. Tutte le lampade saranno del tipo fluorescenti compatte, le batterie saranno al Ni-Cd con autonomia di min. 1h e con ottica dedicata in grado di ottimizzare l’orientamento del fascio luminoso sul piano calpestio. Solo al piano 3, oltre che nei nuovi locali per servizi igienici, si prevede l’installazione di un impianto di illuminazione normale per uffici e aule. Per l’illuminazione ordinaria si è fatto riferimento alle norme: UNI EN 12464-1, dedicata all’illuminazione dei luoghi di lavoro in interni; UNI 10840, così come modificata dalla sua variante A1 del 1999. La progettazione dell’impianto di illuminazione ordinaria ha avuto come obiettivo principale il soddisfacimento dei requisiti di: illuminamento medio mantenuto e uniformità di illuminamento; limitazione dell’abbagliamento; tonalità di luce e resa dei colori. Per quanto riguarda l’illuminamento medio mantenuto, si sono rispettati i livelli raccomandati dalle norme suddette e in particolare i valori: 300lx per gli uffici con uniformità di illuminamento maggiore o uguale a 0,5; 200-300lx per le aule (rif. aule comuni e aule in scuole medie superiori) con uniformità di illuminamento maggiore o uguale a 0,5; 500lx per la lavagna; 200lx per i bagni; 100lx per le aree di circolazione e corridoi; Per ottenere l’uniformità di illuminamento richiesto dalla norma gli apparecchi saranno disposti a intervalli uguali, lungo file equidistanti. Nelle aule saranno utilizzate ottiche a fascio medio di tipo BAT, che forniscono una luminanza inferiore a 200 cd/mq per angoli superiori a 50° rispetto alla verticale. In particolare, data la presenza di videoterminali negli uffici e l’uso frequente di portatili nelle aule, queste ottiche saranno nella versione dark-light, che facilitano la visione per contrasto. Per quanto riguarda la tonalità di luce e il rispetto dell’indice di resa dei colori minimo richiesto dalla norma, saranno utilizzate lampade fluorescenti lineari con temperatura di colore min. 3000K a tonalità bianca, che oltre all’elevata efficienza luminosa, presentano un alto indice di resa dei colori (82 contro un minimo di 80). 21 Le nuove aule del piano terzo saranno alimentate dai quadri di distribuzione di zona esistenti. Si è ritenuto di non installare il centralino di sezionamento in quanto sono piccole ed hanno un basso affollamento. Nei due depositi interrati si prevede la sostituzione degli attuali apparecchi sia perché in evidente stato di degrado sia perché non garantiscono un sufficiente grado di illuminamento. Nell’aula magna del piano terra si prevede l’installazione dei soli diffusori sonori per gestione emergenza. Verifica del livello di illuminamento Relativamente a ciascun ambiente, tenendo conto del tipo di attività che vi si svolge, e dei compiti visivi delle persone presenti, sono stati fissati i valori dei seguenti parametri: o illuminamento medio mantenuto (En) [lux]; o fattore di manutenzione (M); o fattore di decadimento (D); o altezza del piano di lavoro (h); o fattori di riflessione delle pareti, del pavimento e del piano di lavoro. Per ciascun ambiente è stato scelto poi il tipo e la potenza della lampada, in base alla temperatura di colore ottimale, alle dimensioni del locale e a esigenze di risparmio energetico. Il calcolo del numero degli apparecchi di illuminazione necessari ad ottenere l’illuminamento medio richiesto è stato eseguito preliminarmente con il metodo UFM (Utilization Factor Method) e poi verificato con il metodo di Radiosity. Il calcolo UFM consente di valutare rapidamente la quantità globale di apparecchi necessaria per ottenere l'illuminamento desiderato, o viceversa di calcolare l'illuminamento medio ottenuto con una certa quantità di apparecchi. Il calcolo viene effettuato per valori medi con il metodo del fattore di utilizzazione, senza tenere in alcuna considerazione la dislocazione degli apparecchi nell'ambiente né la distribuzione degli illuminamenti. Dunque, per effettuare questo tipo di calcolo non è necessario posizionare gli apparecchi, ma è sufficiente effettuare la scelta degli apparecchi e l'impostazione dei dati di progetto. In pratica, il numero n degli apparecchi di illuminazione viene determinato con la relazione: n = / ’ = (En × S ) / ( Ku × M × D × ’) essendo: o S: la superficie del locale (S = A x B) [mq]; o : il flusso utile sul piano di lavoro [lm]; o ’: il flusso nominale di ciascuna lampada [lm]; o Ku: il coefficiente di utilizzazione del flusso luminoso (rapporto tra il flusso incidente sul piano di lavoro ed il flusso globalmente emesso dalla sorgente luminosa), che si ricava da tabelle tipiche degli apparecchi in funzione delle dimensioni del locale, dell’altezza del piano di lavoro, dell’altezza 22 di installazione degli apparecchi di illuminazione e dei fattori di riflessione delle superfici ambientali; Successivamente è stato lanciato il metodo dettagliato di calcolo di Radiosity. Nel calcolo della illuminazione (particolarmente in interni) il problema più grande è quello di valutare correttamente l’apporto delle riflessioni delle superfici. Infatti, mentre per il calcolo della luce diretta esistono algoritmi semplici ed accurati, la luce indiretta richiede una mole di calcoli enorme e può compromettere in modo molto significativo il risultato complessivo del calcolo. Il metodo di Radiosity consente un calcolo efficiente ed accurato delle riflessioni, nella assunzione di comportamento riflettente perfettamente diffondente delle superfici, che è con buona approssimazione verificato dai materiali normalmente usati in architettura. Le superfici dell’ambiente vengono divise in maglie, per ciascuna delle quali viene calcolata la luce assorbita e quella restituita alle altre superfici, fino ad esaurire tutto l’intero processo di trasferimento di flusso fra una maglia e l’altra. Le dimensioni delle maglie non sono rigidamente definite all’inizio del procedimento ma vengono definite dinamicamente durante l’elaborazione, in funzione della situazione specifica. Sono state definite le grandezze della maglia “più grande” e di quella “più piccola”. Il programma comincia a calcolare considerando le maglie della dimensione più grande, e provvede automaticamente a suddividerle in dimensioni via via più piccole, fino ad arrivare alla dimensione minima, quando rileva che la dimensione è troppo grande per fornire risultati accurati. Le maglie vengono processate ordinandole secondo il “peso” del loro contributo al totale della illuminazione riflessa. Il numero di iterazioni dipende dalla complessità dell’ambiente e dall’accuratezza richiesta. Ogni iterazione viene effettuata solo quando è realmente significativa per ottenere l’accuratezza richiesta. A parità di accuratezza, questo metodo è enormemente più efficiente rispetto a quello tradizionale, che richiede di impostare rigidamente a priori il numero di maglie e il numero di riflessioni successive. Infatti, uno stesso numero di riflessioni successive o una certa dimensione di maglie possono essere insufficienti in alcuni casi o eccessivi in altri casi. Relativamente agli uffici ed alle aule nell’allegato C vengono riportati i dati impostati, gli apparecchi di illuminazione scelti ed i risultati ottenuti dal calcolo illuminotecnico eseguito con l’ausilio del programma “PROGEM” della Beghelli. Nei calcoli è riportato anche la valutazione dell’UGR (Unified Glare Rating), cioè del metodo messo a punto dalla CIE (Commission Interationale d’Eclairage) per la valutazione del grado di abbagliamento prodotto su un osservatore da un insieme di apparecchi luminosi. In allegato si riportano i calcoli. Per l’illuminazione di emergenza da apposite tabelle della casa costruttrice prescelta è stato possibile determinare la distanza tra le lampade a parete al fine di soddisfare i parametri illuminotecnica stabiliti dal DM 26/8/1992 e dalla UNI 1838. Le vie di esodo di larghezza superiore a 2 m sono stata trattate come insieme di “strisce” parallele. 23 9. Impianto allarme disabili Ai fini dell’eliminazione delle barriere architettoniche, i componenti elettrici e di segnalazione saranno posti secondo le zone consigliate dalla norma CEI 64-8 ed in base al verso di apertura degli infissi. I servizi igienici accessibili a persone con ridotta capacità motoria saranno inoltre provvisti di impianto di allarme disabile, composto da: pulsante di chiamata a tirante e pulsante di annullo in scatola portafrutto; segnalazione ottico-acustica in scatola portafrutta, posizionata fuori porta; trasformatore di alimentazione (tipo SELV) posto in quadro elettrico o cassetta, protezioni e relè. Le masse dell’impianto non saranno collegate a terra e la conduttura di alimentazione principale sarà realizzata con un grado di isolamento pari a II al fine di essere separata dal circuito SELV. I locali servizi presenti nella struttura (tutti senza doccia o vasca da bagno) sono stati considerati locali ordinari dal punto di vista elettrico (collegamento equipotenziale supplementare e interruttore differenziale da 30mA non richiesti). L’unica prescrizione riguarda il grado di protezione, che dovrà essere minimo IP55, per la possibilità di lavaggio delle pareti con getti d’acqua. 24 10. Protezione contro le sovratensioni L’edificio è già dotato di impianto parafulmine. Tuttavia, in allegato 2 si è proceduto alla valutazione del rischio dovuta alle fulminazioni dirette. Da tale valutazione è emerso che la struttura è autoprotetta contro le fulminazioni e, pertanto, non risulta necessario provvedere alla verifica dell’efficienza dell’ impianto parafulmine esistente. L’edificio è altresì protetto da sovratensioni causate da fulminazioni dirette e/o indirette in quanto nel quadro generale di bassa tensione sono installati limitatori di sovratensione, cioè dispositivi in grado di limitare le sovratensioni e quindi le sovracorrenti a valori che possono essere convogliati verso l’impianto di messa a terra. 25 Allegato 1: Calcoli illuminotecnici Codice Progetto: Data: Oggetto: Progetto di adeguamento alle norme di prevenzione incendi del palazzo sede della Facoltà di Giurisprudenza Cliente: Università degli Studi di Bari Ambiente: Aula 40 posti 3° Piano Scena: <Tutto Acceso> Isolux Piano di Lavoro Altezza piano di lavoro: 0.85m EMed: 550.63 lx EMin: 248.25 lx EMax: 797.02 lx EMin/EMed: 0.45 EMin/EMax: 0.31 EMax/EMin: 3.21 W/mq.: 17.73 W/mq./100 lx: 3.22 Flusso totale (lm): 83200 Superficie (mq.): 63.16 Flusso diretto (lm): 13444.9 Potenza totale (W): 1120 Flusso rifl. non process.: 10.0% 26 UGR Parallelo: 15 UGR Perpendicolare: 18 File: Calcoli illuminotecnici.p2k Ambiente: Aula 40 posti 3° Piano Scena: <Tutto Acceso> Tabella Risultati (Illuminamento) Piano di Lavoro Altezza piano di lavoro: 0.85m B/A 7.70 6.79 5.89 4.98 4.07 3.17 2.26 1.36 0.45 0.48 494.65 574.81 610.82 596.50 520.58 459.06 383.40 323.60 259.50 1.45 626.94 736.02 780.51 753.51 643.64 573.12 482.25 410.78 333.62 EMed: 550.63 lx EMin/EMed: 0.45 Superficie (mq.): 63.16 W/mq.: 17.73 W/mq./100 lx: 3.22 UGR Parallelo: 15 2.42 635.43 738.48 788.08 767.26 660.04 591.94 495.92 420.17 343.04 3.39 574.53 660.51 710.99 698.95 623.24 543.33 458.20 380.72 310.27 4.36 585.69 673.93 719.68 704.87 625.75 545.32 458.21 380.78 309.84 5.33 650.69 754.66 797.02 768.73 656.68 588.40 492.97 416.73 338.75 EMin: 248.25 lx EMin/EMax: 0.31 Flusso totale (lm): 83200 6.30 617.37 718.76 757.29 732.89 624.29 559.55 469.96 399.60 322.94 7.27 469.61 543.87 574.75 562.57 494.87 437.06 368.52 309.98 248.25 EMax: 797.02 lx EMax/EMin: 3.21 Potenza totale (W): 1120 Flusso rifl. non process.: 10.0% UGR Perpendicolare: 18 27 Codice Progetto: Data: Oggetto: Progetto di adeguamento alle norme di prevenzione incendi del palazzo sede della Facoltà di Giurisprudenza Cliente: Università degli Studi di Bari Ambiente: Aula 50 posti 3° Piano Scena: <Tutto Acceso> Isolux Piano di Lavoro Altezza piano di lavoro: 0.85m EMed: 365.02 lx EMin: 146.32 lx EMin/EMed: 0.40 EMax: 652.93 lx EMin/EMax: 0.22 W/mq.: 10.55 W/mq./100 lx: 2.89 Flusso totale (lm): 72800 UGR Parallelo: 19 Superficie (mq.): 92.88 Flusso diretto (lm): 10595.0 EMax/EMin: 4.46 Potenza totale (W): 980 Flusso rifl. non process.: 10.0% UGR Perpendicolare: 18 File: Calcoli illuminotecnici.p2k Ambiente: Aula 50 posti 3° Piano Scena: <Tutto Acceso> 28 Tabella Risultati (Illuminamento) Piano di Lavoro Altezza piano di lavoro: 0.85m B/A 10.31 9.33 8.35 7.36 6.38 5.40 4.42 3.44 2.45 1.47 0.49 0.48 338.34 411.26 468.24 484.83 426.98 357.98 320.76 301.72 256.70 208.88 167.95 1.43 434.87 545.61 617.66 630.78 548.37 465.84 416.38 391.81 342.58 280.16 218.48 EMed: 365.02 lx EMin/EMed: 0.40 Superficie (mq.): 92.88 W/mq.: 10.55 W/mq./100 lx: 2.89 UGR Parallelo: 19 2.39 445.07 558.98 635.48 652.93 573.33 491.66 444.18 420.55 369.92 303.48 235.97 3.34 372.05 451.75 521.16 556.43 504.40 435.40 408.65 389.50 330.62 271.18 219.46 4.30 303.37 364.47 428.14 477.93 447.10 397.43 389.55 371.51 309.45 254.93 209.42 5.26 277.51 348.91 415.19 469.67 447.37 419.64 412.98 399.02 342.57 281.24 226.09 EMin: 146.32 lx EMin/EMax: 0.22 Flusso totale (lm): 72800 6.21 257.15 337.96 405.07 461.10 449.45 434.47 428.29 415.27 368.29 302.69 234.25 7.17 210.56 268.65 326.63 376.35 371.41 363.19 361.94 354.68 310.81 254.98 201.89 8.12 149.42 187.41 229.86 268.01 264.14 256.72 261.63 256.14 219.90 180.84 146.32 EMax: 652.93 lx EMax/EMin: 4.46 Potenza totale (W): 980 Flusso rifl. non process.: 10.0% UGR Perpendicolare: 18 29 Codice Progetto: Data: Oggetto: Progetto di adeguamento alle norme di prevenzione incendi del palazzo sede della Facoltà di Giurisprudenza Cliente: Università degli Studi di Bari Ambiente: Aula 80 posti 3° Piano Scena: <Tutto Acceso> Isolux Piano di Lavoro Altezza piano di lavoro: 0.85m EMed: 258.34 lx EMin/EMed: 0.42 W/mq.: 7.20 W/mq./100 lx: 2.79 Flusso totale (lm): 62400 UGR Parallelo: 17 EMin: 107.64 lx EMin/EMax: 0.26 Superficie (mq.): 116.60 Flusso diretto (lm): 8685.0 EMax: 406.26 lx EMax/EMin: 3.77 Potenza totale (W): 840 Flusso rifl. non process.: 10.0% UGR Perpendicolare: 20 File: Calcoli illuminotecnici.p2k Ambiente: Aula 80 posti 3° Piano Scena: <Tutto Acceso> 30 1/2 Tabella Risultati (Illuminamento) Piano di Lavoro B/A 10.07 9.01 7.95 6.89 5.83 4.77 3.71 2.65 1.59 0.53 0.50 119.48 150.90 190.36 225.72 217.39 214.83 230.84 214.44 178.72 151.22 1.50 179.55 230.07 286.69 333.62 322.09 321.53 335.42 310.10 270.33 220.16 2.50 219.86 290.13 354.32 406.26 386.37 382.38 394.32 366.20 322.04 261.30 Altezza piano di lavoro: 0.85m 3.50 201.92 259.67 317.39 362.10 338.41 332.82 344.82 317.36 274.67 225.18 4.50 158.84 198.19 243.79 279.56 263.66 252.94 266.46 246.01 204.30 172.74 5.50 142.02 175.60 215.12 256.21 239.68 224.55 244.35 225.16 181.98 157.70 6.50 163.03 205.58 255.35 294.64 281.25 273.14 287.32 265.40 222.51 186.62 7.50 204.83 266.73 327.88 376.98 359.55 356.36 365.51 340.11 297.06 242.49 8.50 214.25 282.26 345.29 395.61 375.81 371.41 381.68 357.57 316.99 255.89 9.50 166.97 211.25 263.07 301.28 287.05 282.78 295.38 277.28 239.60 196.85 EMed: 258.34 lx EMin: 107.64 lx EMax: 406.26 lx EMin/EMed: 0.42 EMin/EMax: 0.26 EMax/EMin: 3.77 Superficie (mq.): 116.60 W/mq.: 7.20 W/mq./100 lx: 2.79 UGR Parallelo: 17 Flusso totale (lm): 62400 Potenza totale (W): 840 Flusso rifl. non process.: 10.0% UGR Perpendicolare: 20 31 Ambiente: Aula 80 posti 3° Piano Scena: <Tutto Acceso> 2/2 Tabella Risultati (Illuminamento) Piano di Lavoro B/A 10.07 9.01 7.95 6.89 5.83 4.77 3.71 2.65 1.59 0.53 Altezza piano di lavoro: 0.85m 10.50 107.64 134.55 166.82 194.85 185.18 178.33 193.02 180.32 149.18 127.51 EMed: 258.34 lx EMin/EMed: 0.42 Superficie (mq.): 116.60 W/mq.: 7.20 W/mq./100 lx: 2.79 UGR Parallelo: 17 EMin: 107.64 lx EMin/EMax: 0.26 Flusso totale (lm): 62400 EMax: 406.26 lx EMax/EMin: 3.77 Potenza totale (W): 840 Flusso rifl. non process.: 10.0% UGR Perpendicolare: 20 32 Codice Progetto: Data: Oggetto: Progetto di adeguamento alle norme di prevenzione incendi del palazzo sede della Facoltà di Giurisprudenza Cliente: Università degli Studi di Bari Ambiente: Corridoio 3° Piano Scena: <Tutto Acceso> Isolux Piano di Lavoro Altezza piano di lavoro: 0.85m EMed: 221.60 lx EMin: 124.09 lx EMin/EMed: 0.56 EMax: 320.56 lx EMin/EMax: 0.39 W/mq.: 7.43 W/mq./100 lx: 3.35 Flusso totale (lm): 31200 UGR Parallelo: N/A Superficie (mq.): 56.50 Flusso diretto (lm): 5417.5 EMax/EMin: 2.58 Potenza totale (W): 420 Flusso rifl. non process.: 10.0% UGR Perpendicolare: 20 File: Calcoli illuminotecnici.p2k Ambiente: Corridoio 3° Piano Scena: <Tutto Acceso> 33 Tabella Risultati (Illuminamento) Piano di Lavoro Altezza piano di lavoro: 0.85m B/A 9.50 8.50 7.50 6.50 5.50 4.50 3.50 2.50 1.50 0.50 0.40 131.20 145.19 160.91 158.02 139.82 135.93 147.79 152.68 144.63 129.36 1.21 192.81 212.27 228.54 224.20 202.09 193.80 208.92 214.73 208.58 191.69 EMed: 221.60 lx EMin/EMed: 0.56 Superficie (mq.): 56.50 W/mq.: 7.43 W/mq./100 lx: 3.35 UGR Parallelo: N/A 2.02 261.47 284.13 294.88 288.14 271.09 259.21 270.63 273.82 277.96 262.63 2.83 292.48 316.05 320.56 317.72 305.10 293.03 298.35 295.81 309.16 297.03 3.63 252.88 277.28 290.70 287.65 272.65 261.22 271.47 273.14 275.71 259.85 4.44 183.11 204.62 223.35 223.23 203.11 195.77 209.79 213.88 206.10 188.38 EMin: 124.09 lx EMin/EMax: 0.39 Flusso totale (lm): 31200 5.25 124.09 139.30 157.11 156.86 140.51 137.38 148.34 151.92 142.92 126.99 EMax: 320.56 lx EMax/EMin: 2.58 Potenza totale (W): 420 Flusso rifl. non process.: 10.0% UGR Perpendicolare: 20 34 Allegato 2: Valutazione del rischio dovuto ai fulmini CONTENUTO DEL DOCUMENTO Questo documento contiene : o la relazione sulla valutazione dei rischi dovuti al fulmine ai sensi del DLgs 81/08, art. 29; o la scelta delle misure di protezione da adottare ove necessarie come richiesto dal DLgs 81/08, art. 84. NORME TECNICHE DI RIFERIMENTO Questo documento è stato elaborato con riferimento alle seguenti norme CEI: o CEI 81-10/1 (EN 62305-1): "Protezione contro i fulmini. Parte 1: Principi Generali" Aprile 2006; Variante V1 (Settembre 2008); o -CEI 81-10/2 (EN 62305-2): "Protezione contro i fulmini. Parte 2: Valutazione del rischio" Aprile 2006; Variante V1 (Settembre 2008); o -CEI 81-10/3 (EN 62305-3): "Protezione contro i fulmini. Parte 3: Danno materiale alle strutture e pericolo per le persone" Aprile 2006; Variante V1 (Settembre 2008); o CEI 81-10/4 (EN 62305-4): "Protezione contro i fulmini. Parte 4: Impianti elettrici ed elettronici nelle strutture" Aprile 2006; Variante V1 (Settembre 2008); o CEI 81-3 : "Valori medi del numero dei fulmini a terra per anno e per chilometro quadrato dei Comuni d'Italia, in ordine alfabetico." Maggio 1999. INDIVIDUAZIONE DELLA STRUTTURA DA PROTEGGERE L 'individuazione della struttura da proteggere è essenziale per definire le dimensioni e le caratteristiche da utilizzare per la valutazione dell'area di raccolta. Se la struttura S coincide con un intero edificio B, le dimensioni da utilizzare per la valutazione dell’area di raccolta sono quelle proprie dell’edificio B. Se invece la struttura S non coincide con un intero edificio B, ma è solo una parte di esso, per la valutazione dell’area di raccolta possono essere usate le dimensioni di S anziché quelle dell’edificio B, purché siano verificate tutte le condizioni seguenti: o la struttura S sia una parte verticale di B; o B non sia un edificio con rischio di esplosione; o S costituisca un compartimento antincendio REI120 rispetto alle altre parti di B; 35 o la propagazione delle sovratensioni tra S e B lungo le eventuali linee comuni sia impedita dalla presenza di idonei SPD nel punto di ingressi delle linee in S. La struttura che si vuole proteggere coincide con un intero edificio a sé stante, fisicamente separato da altre costruzioni. Pertanto, ai sensi dell'art. A.2.1.2 della Norma CEI EN 62305-2, le dimensioni e le caratteristiche della struttura da considerare sono quelle dell'edificio stesso. DATI INIZIALI Densità annua di fulmini a terra Come rilevabile dalla Norma CEI 81-3, la densità annua di fulmini a terra per kilometro quadrato nel comune di BARI in cui è ubicata la struttura vale : Nt = 2,5 fulmini/km² anno Dati relativi alla struttura Le dimensioni massime della struttura sono: A (m): 80 B (m): 75,5 H (m): 29 Hmax (m): 32,5 La destinazione d'uso prevalente della struttura è: scolastico In relazione anche alla sua destinazione d’uso, la struttura può essere soggetta a : - perdita di vite umane In accordo con la Norma CEI EN 62305-2 per valutare la necessità della protezione contro il fulmine, deve pertanto essere calcolato : - rischio R1; Non sono quindi valutabili il rischio R2 (perdita di servizio pubblico essenziale), presente nelle strutture adibite a servizi di distribuzione di acqua, gas, energia elettrica, radiotelevisione, telecomunicazioni, ecc... e il rischio R3 (perdita di patrimonio culturale insostenibile) presente solo per musei o strutture simili. Le valutazioni di natura economica (rischio R4), volte ad accertare la convenienza dell’adozione delle misure di protezione, non sono state condotte perché espressamente non richieste dal Committente. E’ bene sottolineare che i primi tre tipi di rischio coinvolgono valori sociali: considerarli, ove presenti, è pertanto un obbligo imposto dalla norma. Dati relativi alle linee elettriche esterne Il numero e le caratteristiche delle linee elettriche (energia/segnale) esterne connesse alla struttura concorrono a determinare il rischio dovuto al fulmine. E’ necessario pertanto inserire tutte le linee entrati (o uscenti) nella struttura specificandone singolarmente le caratteristiche. La struttura è servita dalle seguenti linee elettriche: 36 - Linea di energia: Arrivo MT Enel - Linea di segnale: Arrivo linea telefonica Le caratteristiche delle linee elettriche sono riportate nell'Appendice Caratteristiche delle linee elettriche. Definizione e caratteristiche delle zone Tenuto conto delle caratteristiche della struttura e del loro effetto sulle componenti di rischio, quali: o compartimenti antincendio esistenti e/o o che si intendono realizzare per confinare locali ad alto rischio di incendio o con elevato valore delle perdite; o eventuali locali già protetti (e/o che sarebbe opportuno proteggere specificamente) contro il LEMP (impulso elettromagnetico); o i tipi di superficie del suolo all'esterno della struttura, i tipi di pavimentazione interni ad essa e l'eventuale presenza di persone; o le altre caratteristiche della struttura e, in particolare il lay-out degli impianti interni e le misure di protezione esistenti; sono state definite le seguenti zone: Z1: Zona interna Z2: Zona esterna Le caratteristiche delle zone, i valori medi delle perdite, i tipi di rischio presenti e le relative componenti sono riportate nell'Appendice Caratteristiche delle Zone. CALCOLO DELLE AREE DI RACCOLTA DELLA STRUTTURA E DELLE LINEE ELETTRICHE ESTERNE L'area di raccolta Ad dei fulmini diretti sulla struttura è stata valutata analiticamente come indicato nella Norma CEI EN 62305-2, art.A.2. L'area di raccolta Am dei fulmini a terra vicino alla struttura, che ne possono danneggiare gli impianti interni per sovratensioni indotte, è stata valutata analiticamente come indicato nella Norma CEI EN 62305-2, art.A.3. Le aree di raccolta Al e Ai di ciascuna linea elettrica esterna sono state valutate analiticamente come indicato nella Norma CEI EN 62305-2, art.A.4. I valori delle aree di raccolta (A) e i relativi numeri di eventi pericolosi all’anno (N) sono riportati nell'Appendice Aree di raccolta e numero annuo di eventi pericolosi. I valori delle probabilità di danno (P) per il calcolo delle varie componenti di rischio considerate sono riportate nell'Appendice Valori delle probabilità P per la struttura non protetta. 37 VALUTAZIONE DEI RISCHI Rischio R1: perdita di vite umane Calcolo del rischio R1 I valori delle componenti ed il valore del rischio R1 sono di seguito indicati. Z1: Zona interna RB: 3,56E-06 RU(Energia): 5,10E-10 RV(Energia): 2,55E-09 RU(Segnale-Dati): 2,55E-09 RV(Segnale-Dati): 1,28E-08 RU(Segnale-Telefono): 2,55E-09 RV(Segnale-Telefono): 1,28E-08 RU(Segnale-TV): 0,00+E00 RV(Segnale-TV): 0,00+E00 RW(Segnale-TV): 0,00+E00 RZ(Segnale-TV): 0,00+E00 Totale: 3,59E-06 Z2: Zona esterna RA: 7,11E-09 Totale: 7,11E-09 Valore totale del rischio R1 per la struttura: 3,60E-06 Analisi del rischio R1 Il rischio complessivo R1 = 3,60E-06 è inferiore a quello tollerato RT = 1E-05 SCELTA DELLE MISURE DI PROTEZIONE 38 Poiché il rischio complessivo R1 = 3,60E-06 è inferiore a quello tollerato RT = 1E-05 , non occorre adottare alcuna misura di protezione per ridurlo. CONCLUSIONI Rischi che non superano il valore tollerabile: R1 SECONDO LA NORMA CEI EN 62305-2 LA STRUTTURA E' PROTETTA CONTRO LE FULMINAZIONI. In forza della legge 1/3/1968 n.186 che individua nelle Norme CEI la regola dell'arte, si può ritenere assolto ogni obbligo giuridico, anche specifico, che richieda la protezione contro le scariche atmosferiche. Data 15/04/2010 Timbro e firma APPENDICE – Caratteristiche della struttura Dimensioni: A (m): 80 B (m): 75,5 H (m): 29 Hmax (m): 32,5 Coefficiente di posizione: in area con oggetti di altezza uguale o inferiore (Cd = 0,5) Schermo esterno alla struttura: assente Densità di fulmini a terra (fulmini/km² anno) Nt = 2,5 APPENDICE - Caratteristiche delle linee elettriche Caratteristiche della linea: Arrivo MT Enel La linea ha caratteristiche uniformi lungo l’intero percorso. Tipo di linea: energia - interrata con trasformatore MT/BT Lunghezza (m) Lc = 1000 Resistività (ohm x m) ? = 500 Coefficiente di posizione (Cd): in area con oggetti di altezza uguale o inferiore Coefficiente ambientale (Ce): urbano (h > 20 m) Schermo collegato alla stessa terra delle apparecchiature alimentate: 1 < R <= 5 ohm/km SPD ad arrivo linea: livello I (Pspd = 0,01) 39 Caratteristiche della linea: Arrivo linea telefonica La linea ha caratteristiche uniformi lungo l’intero percorso. Tipo di linea: segnale - interrata Lunghezza (m) Lc = 1000 Resistività (ohm x m) ? = 500 Coefficiente di posizione (Cd): in area con oggetti di altezza uguale o inferiore Coefficiente ambientale (Ce): urbano (h > 20 m) Schermo collegato alla stessa terra delle apparecchiature alimentate: 1 < R <= 5 ohm/km SPD ad arrivo linea: livello I (Pspd = 0,01) APPENDICE - Caratteristiche delle zone Caratteristiche della zona: Zona interna Tipo di zona: interna Tipo di pavimentazione: ceramica (ru = 0,001) Rischio di incendio: ordinario (rf = 0,01) Pericoli particolari: medio rischio di panico (h = 5) Protezioni antincendio: automatiche (rp = 0,2)manuali (rp = 0,5) Schermatura di zona: assente Protezioni contro le tensioni di contatto: nessuna Impianto interno: Energia Alimentato dalla linea Arrivo MT Enel Tipo di circuito: Cond. attivi e PE con stesso percorso (spire fino a 10 m²) - Posa in canale metallico continuo collegato a terra ad entrambe le estremità - (Ks3 = 0,02) Tensione di tenuta: 1,5 kV Sistema di SPD - livello: Assente (Pspd =1) Impianto interno: Segnale-Dati Alimentato dalla linea Arrivo linea telefonica Tipo di circuito: cavo schermato R <= 1 ohm/km (Ks3 = 0,0001) Tensione di tenuta: 1,5 kV Sistema di SPD - livello: Assente (Pspd =1) 40 Impianto interno: Segnale-Telefono Alimentato dalla linea Arrivo linea telefonica Tipo di circuito: cavo schermato R <= 1 ohm/km (Ks3 = 0,0001) Tensione di tenuta: 1,5 kV Sistema di SPD - livello: Assente (Pspd =1) Impianto interno: Segnale-TV Non alimentato da alcuna linea Tipo di circuito: cavo schermato R <= 1 ohm/km (Ks3 = 0,0001) Tensione di tenuta: 1,5 kV Sistema di SPD - livello: Assente (Pspd =1) Valori medi delle perdite per la zona: Zona interna Perdita per tensioni di contatto (relativa a R1) Lt = 1,00E-02 Perdita per danno fisico (relativa a R1) Lf = 5,00E-03 Rischi e componenti di rischio presenti nella zona: Zona interna Rischio 1: Rb Ru Rv Caratteristiche della zona: Zona esterna Tipo di zona: esterna Tipo di suolo: asfalto (ra = 0,00001) Protezioni contro le tensioni di contatto e di passo: nessuna Valori medi delle perdite per la zona: Zona esterna Perdita per tensioni di contatto e di passo (relativa a R1) Lt = 1,00E-02 Rischi e componenti di rischio presenti nella zona: Zona esterna Rischio 1: Ra 41 APPENDICE - Aree di raccolta e numero annuo di eventi pericolosi. Struttura Area di raccolta per fulminazione diretta della struttura Ad = 5,69E-02 km² Area di raccolta per fulminazione indiretta della struttura Am = 2,80E-01 km² Numero di eventi pericolosi per fulminazione diretta della struttura Nd = 7,11E-02 Numero di eventi pericolosi per fulminazione indiretta della struttura Nm = 6,29E-01 Linee elettriche Area di raccolta per fulminazione diretta (Al) e indiretta (Ai) delle linee: Arrivo MT Enel Al = 0,020415 km² Ai = 0,559017 km² Arrivo linea telefonica Al = 0,020415 km² Ai = 0,559017 km² Numero di eventi pericolosi per fulminazione diretta (Nl) e indiretta (Ni) delle linee: Arrivo MT Enel Nl = 0,005104 Ni = 0,000000 Arrivo linea telefonica Nl = 0,025519 Ni = 0,000000 APPENDICE - Valori delle probabilità P per la struttura non protetta 42 Zona Z1: Zona interna Pa = 1,00E+00 Pb = 1,0 Pc (Energia) = 1,00E+00 Pc (Segnale-Dati) = 1,00E+00 Pc (Segnale-Telefono) = 1,00E+00 Pc (Segnale-TV) = 1,00E+00 Pc = 1,00E+00 Pm (Energia) = 9,00E-03 Pm (Segnale-Dati) = 1,00E-04 Pm (Segnale-Telefono) = 1,00E-04 Pm (Segnale-TV) = 1,00E-04 Pm = 9,30E-03 Pu (Energia) = 1,00E-02 Pv (Energia) = 1,00E-02 Pw (Energia) = 8,00E-01 Pz (Energia) = 4,00E-02 Pu (Segnale-Dati) = 1,00E-02 Pv (Segnale-Dati) = 1,00E-02 Pw (Segnale-Dati) = 8,00E-01 Pz (Segnale-Dati) = 4,00E-02 Pu (Segnale-Telefono) = 1,00E-02 Pv (Segnale-Telefono) = 1,00E-02 Pw (Segnale-Telefono) = 8,00E-01 Pz (Segnale-Telefono) = 4,00E-02 Zona Z2: Zona esterna Pa = 1,00E+00 Pb = 1,0 Pc = 1,00E+00 Pm = 1,00E+00 43