FEDERAZIONE ITALIANA ORDINI DEI FARMACISTI 07 marzo 2017 La proprietà intellettuale degli articoli è delle fonti (quotidiani o altro) specificate all'inizio degli stessi; ogni riproduzione totale o parziale del loro contenuto per fini che esulano da un utilizzo di Rassegna Stampa è compiuta sotto la responsabilità di chi la esegue; MIMESI s.r.l. declina ogni responsabilità derivante da un uso improprio dello strumento o comunque non conforme a quanto specificato nei contratti di adesione al servizio. INDICE IN PRIMO PIANO 06/03/2017 rifday.it 10:39 Sostanze dimagranti, Federfarma e Sifap ricorrono al Tar contro due decreti 8 05/03/2017 www.ilsole24ore.com Le professioni che perdono appeal: giovani in fuga 9 07/03/2017 Giornale di Brescia Il Tar ha deciso, il paese avrà un'altra farmacia 11 06/03/2017 Confcommercio.it 10:54 Le professioni perdono appeal: giovani in fuga 12 07/03/2017 Corriere di Bologna - Bologna L'incontro 14 06/03/2017 Affari Italiani Alberico Lemme: Renzi? É più cicciottello, se dimagrisce torna a Palazzo Chigi 15 06/03/2017 Socialfarma Sisma Centro Italia. Premiati i farmacisti volontari di Agrigento 17 06/03/2017 www.gds.it 09:12 Farmacisti agrigentini nelle zone terremotate: riconoscimento del Comune 18 06/03/2017 ilfarmacistaonline.it FarmacistaPiù. "Fra Stato e mercato vinca sempre la professione". Intervista a Luigi d'Ambrosio Lettieri 19 03/03/2017 easynewsweb.com Lorenzin in tv a tutto campo. Dall'eutanasia ai furbetti del cartellino 21 07/03/2017 quellichelafarmacia.com 07:46 Contratto dei collaboratori: il Presidente Mandelli scrive alla Presidente Racca 23 SANITÀ NAZIONALE 07/03/2017 Corriere della Sera - Nazionale «Arrivano gli sconti sulle Rca e le società in farmacia» 25 07/03/2017 La Repubblica - Nazionale Io, sul treno dei ricordi con i malati di Alzheimer 26 07/03/2017 La Repubblica - Nazionale Chi ha paura delle assicurazioni in sanità? 29 07/03/2017 La Repubblica - Nazionale "In carrozza emergono scene di tempi sereni" 30 07/03/2017 La Repubblica - Nazionale Mille mondi in farmacia 31 07/03/2017 La Repubblica - Nazionale Un esame inutile non si nega proprio a nessuno 32 07/03/2017 La Repubblica - Nazionale Col bypass la linfa ricomincia a scorrere 34 07/03/2017 La Repubblica - Nazionale Il vaccino con il pancione 36 07/03/2017 La Repubblica - Nazionale Io e lei I miei trent'anni con CD38 38 07/03/2017 Il Sole 24 Ore Sanita Il salvagente della responsabilità 40 07/03/2017 Il Sole 24 Ore Sanita Diavoli, pentole e coperchi 43 07/03/2017 Il Sole 24 Ore Sanita «Enigma onere della prova» 44 07/03/2017 Il Sole 24 Ore Sanita «Nella giusta direzione» 46 07/03/2017 Il Sole 24 Ore Sanita Il risk manager: Italia all'avanguardia 48 07/03/2017 Il Sole 24 Ore Sanita Fnom: stop alla medicina difensiva 50 07/03/2017 Il Sole 24 Ore Sanita Gelli: decisiva la prevenzione 52 07/03/2017 Il Sole 24 Ore Sanita Colletti: regali solo a compagnie e avvocati 54 07/03/2017 Il Sole 24 Ore Sanita Nella Pa restyling a passo di marcia 56 07/03/2017 Il Sole 24 Ore Sanita La nuova sicurezza delle cure 59 07/03/2017 Il Sole 24 Ore Sanita Il dossier 248 della commissione Affari sociali della Camera 67 07/03/2017 La Voce di Reggio Emilia L'esperienza diretta di contatto con le persone disabili 76 07/03/2017 Starbene I MEDICINALI DELLE FARMACIE ONLINE SONO SICURI 77 VITA IN FARMACIA 07/03/2017 Corriere della Sera - Milano Il salvavita introvabile nelle farmacie 79 07/03/2017 La Repubblica - Bologna Solo donne medico, il reparto raro 81 07/03/2017 La Repubblica - Firenze Morbillo, un altro infermiere contagiato 83 07/03/2017 La Repubblica - Torino Morta di tumore "La dottoressa vietò di operarsi" 84 07/03/2017 La Stampa - Torino Il "dossier Torino" per i bond islamici 86 07/03/2017 La Stampa - Torino Rispedito in India il farmaco anti-epatite 87 07/03/2017 La Stampa - Aosta Visite, parole e sorrisi nel segno dell'8 marzo 88 07/03/2017 Il Messaggero - Abruzzo Colpo in farmacia preso nella notte un ex carabiniere ` 89 07/03/2017 Avvenire - Milano Nuovo bando regionale contro l'azzardopatia 90 07/03/2017 Il Fatto Quotidiano San Severo, arriva il coprifuoco " Meglio la mafia, ora è il caos " 91 07/03/2017 QN - Il Resto del Carlino - Rimini Ladri scatenati, ma l'allarme li manda in bianco 93 07/03/2017 QN - Il Resto del Carlino - Macerata Farmacie, via al conto alla rovescia per la fusione 94 07/03/2017 QN - La Nazione - Nazionale La manifestazione si svolgerà dal 12 al 21 maggio Ecco le aree coinvolte 95 07/03/2017 QN - La Nazione - Arezzo Spese mediche per Fido e Micio Ora la detrazione è più semplice 96 07/03/2017 QN - La Nazione - Viareggio Niente più farmaci nei distretti sanitari I cittadini dovranno andare in altri Comuni 97 07/03/2017 Il Mattino - Benevento Cup e ambulatori: rischio scippo 98 07/03/2017 Starbene È PRIMAVERA! CAMBIA IL TUO BEAUTY 99 07/03/2017 Starbene 4 ANTIETÀ CHE ARRIVANO DALLA NATURA 102 07/03/2017 Starbene LE CARIE OGGI SI CURANO COSÌ 104 PROFESSIONI 06/03/2017 About Pharma and Medical Devices NÉ BUROCRATI, NÉ LIBERISTI LA SANITÀ ITALIANA RIPENSA SE STESSA PARTENDO DALLA GOVERNANCE 107 06/03/2017 About Pharma and Medical Devices DIGITALE E CURE EVOLUTE LE TECNOLOGIE AVANZATE ENTRANO NEI NUOVI LEA 111 06/03/2017 About Pharma and Medical Devices CHE COSA CAMBIA DOPO IL VIA LIBERA AL DECRETO SULLE PRESTAZIONI GARANTITE 114 06/03/2017 About Pharma and Medical Devices CITTADINANZATTIVA: I NUOVI LEA VANNO BENE MA RESTANO I DUBBI 116 06/03/2017 About Pharma and Medical Devices CARI, POCO REPERIBILI E CARENTI DI INFORMAZIONI COSÌ GLI ITALIANI VEDONO I FARMACI 118 06/03/2017 About Pharma and Medical Devices OLTRE I TETTI LA SPESA FARMACEUTICA IN CERCA DI EQUILIBRIO 121 06/03/2017 About Pharma and Medical Devices TEST DI BIOEQUIVALENZA: SE LE CRO ASIATICHE ALLARMANO IL MONDO 123 06/03/2017 About Pharma and Medical Devices SU AVASTIN-LUCENTIS LA PAROLA PASSA ALLA CORTE DI GIUSTIZIA UE 126 06/03/2017 About Pharma and Medical Devices I BREVETTI DI SECONDO USO E LA LEGGE EUROPEA: IL CASO DEL PREGABALIN 129 06/03/2017 About Pharma and Medical Devices BIG PHARMA SPINGE L'ECONOMIA EUROPEA 131 06/03/2017 About Pharma and Medical Devices OPEN DATA POCO SFRUTTATI QUALITÀ E QUANTITÀ DA MIGLIORARE IN ITALIA 134 PERSONAGGI 06/03/2017 QS - QuotidianoSanita.it Ricostituita la Commissione Centrale per gli esercenti le professioni sanitarie 137 IN PRIMO PIANO 11 articoli 06/03/2017 10:39 Sito Web rifday.it La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Sostanze dimagranti, Federfarma e Sifap ricorrono al Tar contro due decreti Sostanze dimagranti, Federfarma e Sifap ricorrono al Tar contro due decreti RIFday - marzo 06, 2017 0 Comment Roma, 6 marzo - La Sifap, la società dei farmacisti preparatori che si occupa di aggiornamento tecnico, scientifico e normativo nell'ambito della galenica, ha depositato il 2 marzo scorso ricorso nei confronti del decreto ministeriale 22 dicembre 2016 'Divieto di prescrizione di preparazioni magistrali contenenti il principio attivo sertralina ed altri', pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 1 del 2 gennaio 2017. A darne notizia è una nota della stessa Sifap, che ricorda il suo impegno a difesa della preparazione galenica, anche presso le istituzioni, a tutela dei suoi associati e, indirettamente, di chiunque consideri la galenica un aspetto qualitativamente rilevante sotto il profilo professionale della farmacia. Come noto, a seguito dell'entrata in vigore del citato decreto del 22 dicembre 2016, si è generata un'evidente disparità nella dispensazione di medicinali industriali o persino di integratori alimentari di libera vendita rispetto ai preparati magistrali allestiti in farmacia a fronte di una prescrizione medica. Pertanto, la Sifap - ritenendo che non tutti i principi attivi o le associazioni riportate nel decreto siano da ritenersi pericolose e, qualora lo fossero, analogo provvedimento restrittivo dovrebbe essere preso per i corrispondenti prodotti industriali - ha deciso di ricorrere in sede amministrativa nei confronti del citato decreto. Ma sul fronte dei divieti ministeriali di sostanze ad azione dimagrante va anche registrato un altro ricorso, quello opposto da Federfarma (sempre davanti al Tar Lazio) contro il decreto che il 2 gennaio scorso ha precluso la prescrizione e l'impiego nell'allestimento di preparazioni magistrali di una quarantina di sostanze, tra le quali spiccano per "pericolosità" il tè verde, il tarassaco, il rabarbaro, il citrus aurantium, il guaranà e la caffeina, per tacere del famigerato e dannosissimo finocchio. Dopo aver vanamente atteso un intervento del ministero per ridurre il divieto alle sole preparazioni per fini dimagranti, federfarma ha rotto gli indugi e depositato il suo ricorso, che evidenzia le palesi incongruenze e gli errori tecnici nella formulazione del decreto del 2 gennaio. Uno su tutti e per tutti: il decreto confonde sostanze (ossia principi attivi) e medicinali, con il risultato (del tutto illegittimo, secondo la ricorrente Federfarma) di vietare le une anziché gli altri. Se l'obiettivo fossero davvero state le sostanze, infatti, e non i medicinali, logica avrebbe voluto che il decreto vietasse anche i medicinali di produzione industriale che quelle sostanze contengono. ma la logica, evidentemente, non abita dentro il decreto, che non prevede alcun divieto per le sostanze "vietate" vendute come prodotti industriali. Da qui il ricorso al Tar, che in ogni caso Federfarma ritirerà se il Ministero, mettendo riparo a quella che è in tutta evidenza una topica, nei prossimi giorni emani una nota risolutiva dell'evidente aporia contenuta nel decreto, contro la quale, peraltro, si sono pronunciate tutte le sigle della filiera (Fofi, Assofarm, Sifap, Utifar e Asfi) e lo stesso Ordine dei medici. IN PRIMO PIANO - Rassegna Stampa 07/03/2017 - 07/03/2017 8 05/03/2017 Sito Web La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Le professioni che perdono appeal: giovani in fuga LAVORO - L'accesso agli albi Le professioni perdono appeal: giovani in fuga -di Francesca Barbieri, Bianca Lucia Mazzei e Valeria Uva 6 marzo 2017 Giovani sempre più in fuga dalle professioni. Dopo gli anni d'oro di inizio millennio, complice la crisi economica e quella di vocazioni per alcuni corsi universitari, si è innescata una serie di "abbandoni" di dimensioni via via crescenti. A certificarlo è il Miur sui risultati degli esami di abilitazione per oltre 20 categorie: i candidati sono calati di quasi un terzo (-31%) in un decennio, dai 79mila del 2006 ai 55mila del 2015, anno in cui i promossi sono stati poco più di 42mila, in caduta del 28%. L'Analisi Redditi bassi e concorrenza minano gli entusiasmi Scopri di più A questa platea si sommano 9mila new entry tra gli avvocati, 1.600 candidati 2016 tra i notai e poco più di mille nuovi consulenti del lavoro. Per questi ultimi il monitoraggio non è disponibile per problemi tecnici alla banca dati dell'Ordine, ma dagli iscritti alla Cassa previdenziale emerge un calo di 221 unità dal 2014 al 2015, con 1.331 iscrizioni e 1.552 cancellazioni. Effetti sulle iscrizioni Un lento declino che non si è ancora tradotto sullo "stock" degli iscritti complessivi agli Albi, addirittura in aumento fino a 1,6 milioni (+22%) in 10 anni, secondo i dati forniti dai singoli Ordini. Le ragioni sono da rintracciare nell'allungamento dell'età lavorativa e nelle poche cancellazioni anche di chi non è più attivo. «Crescono gli iscritti sopra i 40 anni - commenta Alberto Oliveti, presidente di Adepp, l'associazione delle Casse professionali - quindi il dato complessivo è in aumento soprattutto in quelle Casse "giovani", come gli enti dei biologi e degli psicologi, che non registrano ancora molti pensionamenti». IL CALO DEI PARTECIPANTI AGLI ESAMI Candidati e abilitati agli esami di accesso agli albi professionali. Nei totali non sono compresi avvocati, consulenti del lavoro e notai. Var % 2015/2016 candidati -31%, abilitati -28% (Fonte: Miur) I cali maggiori Ma l'emorragia in alcune categorie non riguarda solo i giovani. Per la prima volta nel 2016 gli architetti registrano un saldo negativo: 4.612 i neoiscritti a fronte di oltre 4.800 cancellazioni. Un addio obbligato per molti. «Il 40% dei nostri professionisti guadagna meno di 9mila euro» commenta Paolo Malara, responsabile per il Consiglio nazionale dell'accesso. Eppure i numeri restano alti: «Rispetto ai 150mila architetti italiani, in Francia e Regno Unito se ne contano 30mila». PROFESSIONI 06 marzo 2017 La fotografia categoria per categoria Per gli ingegneri c'è un vero e proprio scollamento: da un lato i liberi professionisti selezionati dall'esame (dimezzati in dieci anni) e dall'altro i laureati, in crescita. Per il Centro studi di categoria l'abilitazione può avere «una bassa utilità» per chi non deve svolgere attività riservate. In più i giovani scelgono la libera professione «negli ultimi anni poco premiata dal mercato - si legge nel dossier sull'accesso - solo se fortemente motivati». In forte diminuzione anche l'appeal dei commercialisti. In dieci anni i candidati sono scesi del 43,5 per cento: «Era inevitabile - spiega il presidente del Consiglio nazionale, Massimo Miani che la forte crescita degli anni '90 e dei primi anni 2000 si sarebbe fermata, anche perché il mercato è cresciuto ma non con la stessa accelerazione». «L'avvento tecnologico - continua Miani - produrrà una riduzione delle attività contabili e fiscali. Bisogna quindi puntare su finanza, gestione delle crisi aziendali e consulenza alle imprese». IL CALO DEI REDDITI Il confronto dei redditi 2005 e 2015 per i liberi professionisti in base ai dati delle Casse. Per avvocati, agrotecnici e veterinari dato del 2014 (Fonte: VI Rapporto Adepp) Anche gli aspiranti psicologi diminuiscono del 22% dal 2006. «Una delle cause - dichiara il presidente dell'Enpap, Damiano Torricelli - è il calo dei progetti di prevenzione sociale di Stato e enti locali. La domanda di aiuto psicologico cresce ma bisogna fare sforzi formativi per intercettarla». I redditi Lo scarso appeal sui giovani è legato a doppio filo alla crisi dei redditi. Il dato peggiore lo fanno registrare i notai, che in 10 anni hanno perso il 36% degli introiti, pur restando la categoria più ricca. Spiega il consigliere Michele Labriola: «I neolaureati in giurisprudenza, peraltro in calo, guardano sempre più alla magistratura». Non a caso Federnotai registra cali record tra i praticanti: il dato peggiore a Torino con un 70% negli ultimi sei anni. E nemmeno la professione forense sfugge alla crisi, con una riduzione dei redditi IN PRIMO PIANO - Rassegna Stampa 07/03/2017 - 07/03/2017 9 05/03/2017 Sito Web IN PRIMO PIANO - Rassegna Stampa 07/03/2017 - 07/03/2017 10 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato del 14,7%. «Le difficoltà sono molte - dice Davide Calabrò, consigliere Cnf - e c'è un problema di disagio economico. Il 56% degli avvocati ha un reddito sotto i 20mila euro annui». CORRELATI La riforma fallimentare 6 marzo 2017 Chance per 175mila «controllori» di Srl l'editoriale 6 marzo 2017 La società 2.0 e le élites del sapere Tutti campanelli d'allarme per la sostenibilità delle Casse previdenziali. «Ma gli enti privati - precisa Oliveti - sono sottoposti a un meccanismo di garanzia per resistere agli shock demografici ed economici. E siamo obbligati ad avere sempre un accantonamento pari ad almeno cinque volte le pensioni pagate nell'anno». Categorie in controtendenza I risultati comunque non sono tutti negativi. Il trend è positivo per agrotecnici, biologi, farmacisti, medici e assistenti sociali. Questi ultimi, sottolinea Annunziata Bartolomei, vicepresidente del Consiglio nazionale, «pur nella crisi occupazionale generale, hanno allargato il raggio d'azione al terzo settore, con un numero crescente di laureati» . Per i farmacisti aumento sia dei candidati sia degli iscritti all'Albo. «Ma ormai lo sbocco lavorativo non è più sicuro», dice Andrea Mandelli, presidente della Federazione degli ordini. Non deve ingannare il calo di aspiranti dentisti (-40%). Spiega il presidente della Commissione Albo odontoiatri, Giuseppe Renzo: «Per ogni nuovo abilitato abbiamo un italiano che si laurea all'estero ed è già di fatto abilitato». Si spiegano così gli attuali 62mila iscritti, 10mila in più in 10 anni. «Ma i pazienti calano e cresce la sottoccupazione», chiosa Renzo. Jobs act autonomi oggi in aula Un recupero di appeal sui giovani potrebbe arrivare con le novità del Jobs act degli autonomi, atteso oggi in aula alla Camera, che introduce una serie di tutele e di semplificazioni anche per i professionisti iscritti all'albo, come le "garanzie" nei casi di ritardo dei pagamenti o la possibilità di siglare contratti di rete. Presto comunque per dirlo visto che il disegno di legge, dopo l'approvazione a Montecitorio, dovrà tornare al Senato per il via libera definitivo. © Riproduzione riservata 07/03/2017 Pag. 17 diffusione:28318 tiratura:36870 Remedello Remedello potrà avere la sua nuova farmacia. Lo ha deciso il Tar di Brescia che ieri ha respinto il ricorso presentato da Ferruccio Galassi, titolare di una farmacia privata di Remedello Sopra, contro la revisione della nuova pianta organica approvata dal Consiglio comunale del paese. Una riorganizzazione, che ha incassato il parere positivo di Asl - ma non dell'Ordine dei Farmacisti -, con la quale si permette, in concreto, l'apertura di una nuova sede farmaceutica nella frazione di Remedello Sotto. La scelta dell'Amministrazione, secondo i giudici del tribunale di via Zima, è «priva dei vizi di logicità e incoerenza» che invece ha denunciato nei motivi del ricorso. «La frazione di Remedello Sotto è popolosa, caratterizzata dalla presenza di un elevato numero di over sessantacinquenni - si legge nella sentenza firmata dalla presidente della Seconda Sezione Alessandra Farina (consigliere estensore: Mara Bertagnolli)-. È totalmente autonoma dal punto di vista commerciale, separata da Remedello Sopra da una distanza di due chilometri, la cui percorrenza a piedi sarebbe diseconomica e disagevole». In questa situazione la presenza delle due farmacie «potrebbe consentire una più efficiente alternanza tra i due esercizi per garantire le aperture fuori dagli orari ordinari e contenere i disagi all'utenza nelle chiusure per ferie - continuano i magistrati -. Ma anche per risolvere il problema dell'accessibilità della farmacia stessa ai disabili che, rispetto a quella esistente, incontrano la difficoltà delle barriere architettoniche». IN PRIMO PIANO - Rassegna Stampa 07/03/2017 - 07/03/2017 11 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Il Tar ha deciso, il paese avrà un'altra farmacia 06/03/2017 10:54 Sito Web Confcommercio.it Indietro Argomenti: Articolo | Professioni Le professioni perdono appeal: giovani in fuga Dal Sole 24 Ore: dopo gli anni d'oro di inizio millennio, complice la crisi economica e quella di vocazioni per alcuni corsi universitari, si è innescata una serie di "abbandoni" di dimensioni via via crescenti. A certificarlo è il Miur sui risultati degli esami di abilitazione per oltre 20 categorie. Giovani sempre più in fuga dalle professioni. Dopo gli anni d'oro di inizio millennio, complice la crisi economica e quella di vocazioni per alcuni corsi universitari, si è innescata una serie di "abbandoni" di dimensioni via via crescenti. A certificarlo è il Miur sui risultati degli esami di abilitazione per oltre 20 categorie: i candidati sono calati di quasi un terzo (-31%) in un decennio, dai 79mila del 2006 ai 55 mila del 2015, anno in cui i promossi sono stati poco più di 42mila, in caduta del 28%. A questa platea si sommano 9mila new entry tra gli avvocati, 1.600 candidati 2016 tra i notai e poco più di mille nuovi consulenti del lavoro. Per questi ultimi il monitoraggio non è disponibile per problemi tecnici alla banca dati dell'Ordine, ma dagli iscritti alla Cassa previdenziale emerge un calo di 221 unità dal 2014 al 2015, con 1.331 iscrizioni e 1.552 cancellazioni. Effetti sulle iscrizioni Un lento declino che non si è ancora tradotto sullo "stock" degli iscritti complessivi agli Albi, addirittura in aumento fino a 1,6 milioni (+22%) in 10 anni, secondo i dati forniti dai singoli Ordini. Le ragioni sono da rintracciare nell'allungamento dell'età lavorativa e nelle poche cancellazioni anche di chi non è più attivo. «Crescono gli iscritti sopra i 40 anni - commenta Alberto Oliveti, presidente di Adepp, l'associazione delle Casse professionali - quindi il dato complessivo è in aumento soprattutto in quelle Casse "giovani", come gli enti dei biologi e degli psicologi, che non registrano ancora molti pensionamenti». I cali maggiori Ma l'emorragia in alcune categorie non riguarda solo i giovani. Per la prima volta nel 2016 gli architetti registrano un saldo negativo: 4.612 i neoiscritti a fronte di oltre 4.800 cancellazioni. Un addio obbligato per molti. «Il 40% dei nostri professionisti guadagna meno di 9mila euro» commenta Paolo Malara, responsabile per il Consiglio nazionale dell'accesso. Eppure i numeri restano alti: «Rispetto ai 150mila architetti italiani, in Francia e Regno Unito se ne contano 30mila». Per gli ingegneri c'è un vero e proprio scollamento: da un lato i liberi professionisti selezionati dall'esame (dimezzati in dieci anni) e dall'altro i laureati, in crescita. Per il Centro studi di categoria l'abilitazione può avere «una bassa utilità» per chi non deve svolgere attività riservate. In più i giovani scelgono la libera professione «negli ultimi anni poco premiata dal mercato - si legge nel dossier sull'accesso - solo se fortemente motivati». In forte diminuzione anche l'appeal dei commercialisti. In dieci anni i candidati sono scesi del 43,5 per cento: «Era inevitabile - spiega il presidente del Consiglio nazionale, Massimo Miani - che la forte crescita degli anni '90 e dei primi anni 2000 si sarebbe fermata, anche perché il mercato è cresciuto ma non con la stessa accelerazione». «L'avvento tecnologico continua Miani - produrrà una riduzione delle attività contabili e fiscali. Bisogna quindi puntare su finanza, gestione delle crisi aziendali e consulenza alle imprese». Anche gli aspiranti psicologi diminuiscono del 22% dal 2006. «Una delle cause - dichiara il presidente dell'Enpap, Damiano Torricelli - è il calo dei progetti di prevenzione sociale di Stato e enti locali. La domanda di aiuto psicologico cresce ma bisogna fare sforzi formativi per intercettarla». I redditi Lo scarso appeal sui giovani è legato a doppio filo alla crisi dei redditi. Il dato peggiore lo fanno registrare i notai, che in 10 anni hanno perso il 36% degli introiti, pur restando la categoria più ricca. Spiega il consigliere Michele Labriola: «I neolaureati in giurisprudenza, peraltro in calo, guardano sempre più alla magistratura». Non a caso Federnotai registra cali record tra i praticanti: il dato peggiore a Torino con un -70% negli ultimi sei anni. E nemmeno la professione forense sfugge alla crisi, con una riduzione dei redditi del 14,7%. «Le difficoltà sono molte - dice Davide Calabrò, consigliere Cnf - e c'è un problema di disagio economico. Il 56% degli avvocati ha un reddito sotto i 20mila euro annui». Tutti campanelli d'allarme per la sostenibilità delle Casse previdenziali. «Ma gli enti privati - precisa Oliveti - sono sottoposti a un meccanismo di garanzia per resistere agli shock demografici ed economici. E siamo IN PRIMO PIANO - Rassegna Stampa 07/03/2017 - 07/03/2017 12 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Le professioni perdono appeal: giovani in fuga 06/03/2017 10:54 Sito Web Confcommercio.it IN PRIMO PIANO - Rassegna Stampa 07/03/2017 - 07/03/2017 13 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato obbligati ad avere sempre un accantonamento pari ad almeno cinque volte le pensioni pagate nell'anno». Categorie in controtendenza I risultati comunque non sono tutti negativi. Il trend è positivo per agrotecnici, biologi, farmacisti, medici e assistenti sociali. Questi ultimi, sottolinea Annunziata Bartolomei, vicepresidente del Consiglio nazionale, «pur nella crisi occupazionale generale, hanno allargato il raggio d'azione al terzo settore, con un numero crescente di laureati» . Per i farmacisti aumento sia dei candidati sia degli iscritti all'Albo. «Ma ormai lo sbocco lavorativo non è più sicuro», dice Andrea Mandelli, presidente della Federazione degli ordini. Non deve ingannare il calo di aspiranti dentisti (-40%). Spiega il presidente della Commissione Albo odontoiatri, Giuseppe Renzo: «Per ogni nuovo abilitato abbiamo un italiano che si laurea all'estero ed è già di fatto abilitato». Si spiegano così gli attuali 62mila iscritti, 10mila in più in 10 anni. «Ma i pazienti calano e cresce la sottoccupazione», chiosa Renzo. Jobs act autonomi oggi in aula Un recupero di appeal sui giovani potrebbe arrivare con le novità del Jobs act degli autonomi, atteso oggi in aula alla Camera, che introduce una serie di tutele e di semplificazioni anche per i professionisti iscritti all'albo, come le "garanzie" nei casi di ritardo dei pagamenti o la possibilità di siglare contratti di rete. Presto comunque per dirlo visto che il disegno di legge, dopo l'approvazione a Montecitorio, dovrà tornare al Senato per il via libera definitivo. tratto da "Il Sole24Ore" di Francesca Barbieri, Bianca Lucia Mazzei e Valeria Uva 06 marzo 2017 professioni 07/03/2017 Pag. 9 Ed. Bologna diffusione:11265 Impatti dell'obesità Esperti a confronto all' Ordine farmacisti Può un cattivo stile di vita portare a conseguenze che superano le esigenze salutistiche? Se ne parla nell'incontro «Obesità: un confronto a tutto campo», che si tiene giovedì 9 marzo alle ore 17 all'Ordine dei Farmacisti di Bologna (via Garibaldi 3). Protagonisti Enrico Roda, Alessandro Banterle e Giuseppe Plazzi. L'obesità è una patologia che, negli ultimi decenni, ha colpito sempre di più grandi strati della popolazione mondiale, soprattutto occidentale, causando gravi danni alla salute dell'uomo. Inoltre, secondo gli ultimi studi scientifici, diversi problemi neurologici, come ad esempio l'insonnia e la sindrome della gamba senza riposo, possono essere causati da uno stile alimentare e di vita sbagliato. © RIPRODUZIONE RISERVATA IN PRIMO PIANO - Rassegna Stampa 07/03/2017 - 07/03/2017 14 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato L'incontro 06/03/2017 Sito Web Affari Italiani Alberico Lemme: Renzi? É più cicciottello, se dimagrisce torna a Palazzo Chigi Lui era l'uomo che, fin dai tempi del camper, si nutriva solo di banane - il fisico asciutto, scattante era frutto della dieta a base di potassio, la stessa dei campioni di tennis. La vita un match, diceva 'Matteo Renzi appena insediato a palazzo Chigi esibendo un figurino destinato ad archiviare in modo definitivo, lapidario, gli anni dell'adolescenza da paffutello, la rubiconda spensieratezza di un ragazzo venuto su a 'pancotto' toscano e dolci fatti in casa. Dicono che fosse dimagrito quando girava l'Italia pronunciando discorsi della montagna e quasi moltiplicando pani e pesci in paesi ultra leghisti della Bergamasca oppure a Trani, nell'Emilia rossa e a Campobasso. Si era messo a dieta da solo, andava a correre, dormiva poche ore per notte, un cuscino sul letto di fortuna fra Pesaro e Foggia. Oggi, la silhouette del premier quarantenne tutto jogging, più pilates e meno PIL (per dirla con la comicità di Maurizio Crozza) ha lasciato il posto ad un segretario di partito (il Pd) alle prese con un congresso di riconferma ogni giorno più difficile. Quando poche sere fa Renzi è andato ospite da Lilli Gruber ed i giornalisti gli hanno chiesto perch si fosse così "gonfiato" lui si è rabbuiato.Parlare del padre Tiziano coinvolto nella vicenda Consip, va bene, ma infierire sui kg di troppo, questo proprio no, credetemi, tortura pura. Quel che Matteo ancora ignorava disegna la parabola di un renzismo fisico - la magrezza come metafora o pratica per la libertà- partito da Enrico Berlinguer per arrivare nientemeno che ad Alberico Lemme. Sí, avete capito bene: dalla questione morale...alla questione materiale, dal marxismo al nutrizionismo, rien ne va plus, Les jeux sont faits. Il farmacista più televisivo del pianeta, guest star della puntata di sabato scorso su Canale 5 di C'è posta per te che ha vinto la sfida con Rai 1, lanciato da quella talent scout che Barbara D'Urso, ha guardato in tv l'ex premier e - consapevole del surplus di kg accumulati dal Toscano- si fatto venire un'idea meravigliosa. Se non volete svenire (lo dico per quelli che hanno sempre votato PCI) sedetevi. Mettetevi calmi e pensate che, comunque sia, Lemme é frutto dei nostri tempi."Ho visto Renzi, deve assolutamente dimagrire" mi dice al telefono il dottore, "ci penso io a rimetterlo in forma. L'ho conosciuto tempo fa quando era sindaco di Firenze, mi sta molto simpatico. Lo prenderei volentieri in carico per un mese, sono sicuro che gli farei perdere almeno 7 kg". Fin qui, tutto normale per uno che fa il dietologo anche se ha qualche problema con l'Ordine dei farmacisti per le sue idee rivoluzionarie a proposito dei processi dimagranti (con lui ci si scorda di pesare carne, olio e carboidrati basta evitare verdura o frutta). Il guaio - o la fortuna- é che Lemme non si ferma allo steep della prescrizione della dieta, ma va oltre come abituato a fare nella vita. Geniale, bizzarro, discutibile, divisivo eppure molto divertente. "Sono assolutamente certo che se seguisse le mie indicazioni" spiega Lemme ad Affaritaliani.it "Renzi tornerebbe magro e vincente".Chi ce lo avrebbe detto che noi, marxisti immaginari, saremmo rimasti attaccati non all'ideologia ma alla dieta (quasi) dissociata del discusso Alberico? Seguitelo, il suo ragionamento- sulla carta-non fa una grinza. Matteo, secondo il farmacista, è uno abituato agli up AND down. Verissimo. A un certo punto della forsennata campagna per le primarie del centrosinistra, l'ex premier aveva davvero pensato che la vittoria fosse lì, a un soffio. Gli misero in mano dei sondaggi che dicevano più o meno così: se va con Bersani candidato, il centrosinistra non arriva al trenta per cento; se ci va con te, è al quaranta-quarantadue. Era il momento in cui, soprattutto al Nord, con Berlusconi nei guai e la Lega in rotta, molti elettori di centrodestra erano sedotti da lui."Ma un po' per questo suo essere gradito a destra, e un po' per la vocazione al suicidio che ha la sinistra italiana, il Pd gli fece terra bruciata. Qualcuno dice che, in certe sezioni, non aprirono neanche gli scatoloni con le schede. Probabilmente non è vero, ma sta di fatto che l'apparato fu tutto per Bersani, e Renzi conobbe la prima sconfitta della sua vita", ricorda Alberico.Eppure, fu proprio quella domenica sera in cui perse il ballottaggio che Matteo preparò la sua rivincita. Arrivò alla Fortezza da Basso, a Firenze, guidando la sua normalissima station wagon - niente autisti e niente scorte - con la moglie Agnese a fianco e il rosario sullo IN PRIMO PIANO - Rassegna Stampa 07/03/2017 - 07/03/2017 15 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Politica 06/03/2017 Sito Web Affari Italiani IN PRIMO PIANO - Rassegna Stampa 07/03/2017 - 07/03/2017 16 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato specchietto. Pronunciò un formidabile discorso in cui disse soprattutto una cosa: ho perso. In un Paese dove alle elezioni non perde mai nessuno, Renzi si mostrò, forse più che mai, diverso. E lì cominciò la sua rimonta. Anche allora, dicono le leggende, si mise a stecchetto. Dieta ferrea, testa bassa e via, pronto a ripartire.Che sarebbe riuscito così presto a riprendersi quel che le primarie contro Bersani gli avevano sottratto, e cioè palazzo Chigi, probabilmente non lo immaginava nemmeno lui. "Da sapiente pianificatore, aveva fissato però nella sua mente le tappe: prima prendersi il partito; poi il governo", annota Lemme. Così fu. Complici i pasticci del Pd e una dieta rigorosa il ribaltone è stato rapido: Renzi diventa segretario del Pd l'8 dicembre 2013, festa dell'Immacolata Concezione, e chissà se c'entra qualcosa con il fatto che sua mamma, la signora Laura, l'ha affidato alla Madonna. Diventa premier, invece, il 22 febbraio 2014 e resta a palazzo Chigi fino al 12 dicembre 2016 quando si dimette causa sconfitta al referendum. Da quel momento, inutile negarlo, la rigida tabella di marcia (ipo)calorica si inceppata. Qualche dolce in montagna con Agnese e i bambini, un piatto di pastasciutta in più nei giorni in cui sotto l'incudine c'era il babbo Tiziano, tramezzini o frutta fresca nella sala privata dell'assemblea Pd al Parco dei principi. "La frutta, proprio quella la colpevole dei kg di troppo"s'infervora Lemme "niente di più sbagliato, ingurgitare pomodori o frutta significa assumere zuccheri". Ebbene, se Matteo accetterà di farsi seguire da Alberico, potrà mangiare pasta senza sale a colazione, tutto il resto a pranzo e a cena in quantità libere dimagrendo di 7 kg in un solo mese. Insomma, potrebbe arrivare al congresso più tonico..."Glielo ripeto, non solo dimagrito ma vincente. A voi giornalisti debbo insegnare tutto, vada su eBook scarichi il mio libro, si segni la dieta, sarà la stessa per Renzi. E gli farà talmente bene che tornerà vincente".Lemme, che é un uomo eccentrico, egoriferito, convinto di essere un "genio" che rivoluzionerà il mondo. Vorrebbe, potendo, iniziare dal restyling di Renzi. Noi non abbiamo motivo di essere scettici ma, salutandolo, proviamo a buttarla lí: se le mandassimo Andrea Orlando o Michele Emiliano (che sarebbero gli altri candidati al prossimo congresso Pd) il risultato sarebbe lo stesso? "Assolutamente si. Con Emiliano poi, potrei fare miracoli" replica lui. A questo punto, completamente basita ma - parzialmente- estasiata penso che se fossi nei panni ( abbondanti ) del governatore della Puglia, un viaggetto da Lemme lo farei pure io. Non si sa mai, come diceva Simona Ventura, l'altra eroina dei nostri giorni? Crederci sempre, non arrendersi mai. 06/03/2017 Sito Web Socialfarma Sisma Centro Italia. Premiati i farmacisti volontari di Agrigento Lunedì, 06 Marzo 2017 fShare Tweet Domenica, 4 marzo, il sindaco di Agrigento Calogero Firetto e la Giunta Comunale hanno consegnato una targa di riconoscimento ai farmacisti volontari della protezione civile di Agrigento, che hanno prestato soccorso alle popolazioni del centro Italia devastate dal sisma. Fin dai primi momenti del terremoto in Centro Italia, l'associazione agrigentina ha partecipato alle operazioni di soccorso. Inoltre, è stata l'unica associazione dell'isola, che si è anche dotata di un camper farmaceutico e ha attivato percorsi di formazione e aggiornamento per i volontari. Terremoto Centro Italia, premiati i farmacisti volontari di Agrigento La "colonna" di Agrigento: è così che si chiama il nuovo riconoscimento ottenuto dall'Associazione Farmacisti Volontari nella Protezione Civile. Fin dai primi momenti del terremoto in Centro Italia, la colonna agrigentina ha partecipato alle operazioni di soccorso, in agosto ad Arquata del Tronto, per terminare con l'intervento a Pieve Torina a novembre. Unica associazione dell'isola, quella di Agrigento si è anche dotata di un camper farmaceutico e ha attivato percorsi di formazione e aggiornamento per i volontari. "L'impegno di questo gruppo di giovani colleghi, motivati e preparati, a tutela della collettività,è per tutti noi motivo d'orgoglio - ha detto il presidente dell'Ordine di Agrigento e segretario della Fofi, Maurizio Pace - Innanzitutto perché è la dimostrazione di quanto lo spirito di servizio, la capacità di mettersi a disposizione delle persone siano un tratto distintivo della nostra professione che dà forma al nostro agire nella società, sia nella pratica quotidiana sia quando circostanze eccezionali ci richiedono un impegno ulteriore". Fonte: Quotidianosanita.it IN PRIMO PIANO - Rassegna Stampa 07/03/2017 - 07/03/2017 17 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Sisma Centro Italia. Premiati i farmacisti volontari di Agrigento 06/03/2017 09:12 Sito Web SOLIDARIETA' Farmacisti agrigentini nelle zone terremotate: riconoscimento del Comune di Elio Di Bella, Giuseppe Pantano- 06 Marzo 2017 AGRIGENTO. «Hanno mostrato grande impegno nel sostenere gli sfollati del Centro Italia e grazie al camper farmaceutico hanno portato il loro aiuto in diverse zone terremotate»: con questa motivazione l'Associazione Farmacisti Volontari nella Protezione Civile di Agrigento è stata premiata con una targa dal sindaco di Agrigento, Lillo Firetto e dall'assessore comunale Gerlando Riolo. Fin dai primi momenti del terremoto, la colonna agrigentina ha partecipato alle operazioni di soccorso, in agosto ad Arquata del Tronto, per terminare con l'intervento a Pieve Torina a novembre. I volontari agrigentini sono stati presenti in queste zone con un attrezzato camper farmaceutico ed hanno anche organizzato percorsi di formazione e aggiornamento per i volontari. «L'impegno di questo gruppo di giovani colleghi, è la dimostrazione di quanto lo spirito di servizio, la capacità di mettersi a disposizione delle persone siano un tratto distintivo della nostra professione che dà forma al nostro agire nella società, sia nella pratica quotidiana sia quando circostanze eccezionali ci richiedono un impegno ulteriore», ha detto il presidente dell'Ordine di Agrigento Maurizio Pace. La targa di riconoscimento è stata consegnata ai farmacisti volontari Clara Caracciolo, Valeria Ciotta, Crhistian Intorre, Anna Modica, Ignazio Nocera, Silvia Nocera, presidente dell'Associazione, Marcella Nuara, e Francesco Romano. Scopri di più nell'edizione digitale © Riproduzione riservata IN PRIMO PIANO - Rassegna Stampa 07/03/2017 - 07/03/2017 18 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Farmacisti agrigentini nelle zone terremotate: riconoscimento del Comune 06/03/2017 Sito Web FarmacistaPiù. "Fra Stato e mercato vinca sempre la professione". Intervista a Luigi d'Ambrosio Lettieri "Abbiamo riservato uno spazio importante alla presenza ed alle proposte avanzate dal territorio. Un impegno su cui la Fofi poi si concentrerà è quello dell'unità della categoria per affrontare le sfide che ci aspettano. Tra queste, spicca la necessità di ridisegnare un nuovo spazio per le farmacie all'interno di un mercato che muterà con l'ingresso dei grandi capitali". Questi gli obiettivi della IV edizione della convention promossa dalla Fofi che si terrà a Milano dal 17 al 19 marzo. 06 MAR - Si avvicina l'apertura dei lavori di FarmacistaPiù. L'evento, giunto alla sua quarta edizione e promosso dalla Federazione degli Ordini dei Farmacisti, si svolgerà quest'anno dal 17 al 19 marzo 2017 presso il Centro Congressi Mi.Co. di Milano. Per fare il punto sul programma abbiamo intervistato il vicepresidente della Federazione dell'Ordine dei Farmacisti Italiani (Fofi), nonché presidente del comitato scientifico di FarmacistaPiù, il senatore Luigi d'Ambrosio Lettieri. Senatore, FarmarmacistaPiù è alla sua terza edizione, quali novità rispetto agli anni precedenti? Sicuramente anche quest'anno FarmacistaPiù riparte da una certezza: quella di riproporsi come l'assise dei farmacisti italiani il cui obiettivo è quello di aprire e approfondire un confonto non solo interno alla categoria, ma allargato anche agli stakeholders e alle Istituzioni per definire la rotta della politica professionale. Rispetto alle scorse edizioni, quest'anno invertiremo però la piramide. Si spieghi meglio. Quest'anno troveranno molto spazio la presenza e le proposte avanzate dal territorio. In particolare ci concentreremo su cinque temi principali, che verranno affrontati in cinque tavoli di lavoro condotti proprio dai rappresentati del territorio. Gli esiti del lavoro di questi tavoli verranno trasferiti come mozioni di imegno alla Fofi per entrare a far parte dell'agenda politica federale. C'è poi un altro tema molto importante su cui vogliamo porre l'accento in questa complessa fase di transizione. Quale? L'unità della categoria. Questo è un impegno su cui la Federazione si concentrerà per poter condividere progetti che siano adeguati alle sfide che ci attendono. Dobbiamo trovare un punto di equilibrio tra diverse istanze, a volte tra loro contrapposte, a cui poter guardare tutti insieme. Anche quest'anno FarmacistaPiù viene a cadere quasi in coincidenza con le ultime battute del ddl concorrenza al Senato. Un provvedimento che presenta novità importanti per la categoria. Ne parlerete? Certamente, il tema verrà affrontato anche quest'anno viste le importanti ricadute per il settore, a cominciare dall'ingresso dei grandi capitali del quale, francamente, avremo fatto anche a meno. La rete capillare della farmacie italiane penso sia un patrimonio che abbiamo il dovere di custodire in modo convincente, ma anche moderno, adeguandoci cioè alle nuove sfide di questi tempi. L'attuale catena della farmacie italiane può contare su un patrimonio di riconoscimento sociale ed istituzionale che va preservato. Dobbiamo però ora riuscire a ridisegnare un nuovo spazio per le farmacie all'interno di un mercato che muterà necessariamente con l'ingresso dei grandi capitali. Dobbiamo superare il concetto di ditta individuale e indirizzarsi verso un farmacia che 'brilli di mille luci'. Va sempre ricordato che una farmacia libera e indipendente è la migliore garanzia di un'alta qualità e professionalità del servizio verso i cittadini, che non scada mai in una mera logica del profitto. Fra Stato e mercato dovrà sempre vincere la professione. C'è poi il tema della farmacia dei servizi. Ovviamente, il ruolo del farmacista deve saper andare oltre la sola dispensazione del farmaco. La nostra professione ha già dimostrato di poter ricoprire, ad esempio, un ruolo centrale nel monitoraggio dell'aderenza alle terapia, come già ampiamente emerso da diverse sperimentazioni. In questo caso la competenza e la professionalità dei farmacisti possono essere messe a disposizione dei cittadini e dell'intero Servizio sanitario nazionale generando al contempo un efficientamento delle cure e un miglioramento del governo della spesa. Anche quest'anno ci sarà poi spazio ad alcune premiazioni. Sì, durante il corso della manifestazione saranno assegnati i tre premi indetti dal Comitato Scientifico di FarmacistaPiù, del quale sono presidente: il Premio alla solidarietà IN PRIMO PIANO - Rassegna Stampa 07/03/2017 - 07/03/2017 19 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato FarmacistaPiù. "Fra Stato e mercato vinca sempre la professione". Intervista a Luigi d'Ambrosio Lettieri 06/03/2017 Sito Web IN PRIMO PIANO - Rassegna Stampa 07/03/2017 - 07/03/2017 20 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato "Cosimo Piccinno" giunto alla sua seconda edizione, il Premio allo studio "Giacomo Leopardi", e il Premio all'innovazione "Renato Grendene" alla sua prima edizione. 06 marzo 2017 © 03/03/2017 Sito Web easynewsweb.com Lorenzin in tv a tutto campo. Dall'eutanasia ai furbetti del cartellino 0 By Redazione Easy News Press Agency on 03/03/2017 Comunicati Newsletter quotidiana della Federazione Ordini Farmacisti Italiani Edizioni Health Communication anno V - numero 1617 03 marzo 2017 Governo e Parlamento Lorenzin, 4 anni da ministro: "Vaccinazioni e Caso stamina: le mie due grandi battaglie" 03 MAR - Testamento biologico, assenteismo, leggi sugli ordini professionali, fertilità, vaccini, obiezione di coscienza. Un giro a 360 gradi attorno alla Sanità italiana con il ministro della Salute Beatrice Lorenzin, intervistata da Maurizio Costanzo, durante il suo talk show del giovedì sera. Leggi > Governo e Parlamento Donazione di organi e tessuti. Sono due milioni le dichiarazioni di volontà, oltre 500mila sono state raccolte dai Comuni 03 MAR Solo due amministrazioni comunali su dieci sono attrezzate per ricevere il consenso o l'opposizione alla donazione. Bolzano, Umbria, Toscana, Emilia Romagna, le Regioni con i comuni più virtuosi. Costa (Cnt): "L'auspicio è di arrivare presto ad una copertura nazionale, anche grazie all'introduzione della Carta d'Identità Elettronica". IL REPORT Leggi > Governo e Parlamento Test di accesso ai corsi di laurea. Pubblicato il calendario delle prove d'ingresso. Si parte il 5 settembre con medicina e chirurgia 03 MAR - Il 6 settembre potranno effettuare i test gli aspiranti veterinari, mentre per le Professioni sanitarie l'appuntamento è il 13 settembre e sii finisce il 15 settembrecon scienzea della formazione. Il Miur ha pubblicato il calendario delle prove d'ingresso ai corsi ad accesso programmato per l'anno accademico 2017-2018 Leggi > Lavoro e Professioni Terremoto Centro Italia, premiati i farmacisti volontari di Agrigento 03 MAR - Hanno mostrato grande impegno per sostenere gli sfollati del Centro Italia e grazie al camper farmaceutico hanno potuto portare il loro aiuto in diverse zone. Per questo l'Associazione Farmacisti Volontari nella Protezione Civile sarà premiata. Leggi > Lavoro e Professioni Contratto collaboratori. Conasfa: "Solo promesse e spiegazioni effimere" 03 MAR - Il sindacato commenta così quanto accaduto dopo la risposta di Federfarma alla proposta della Fofi di costituire un tavolo ad hoc per affrontare i nodi che impediscono la conclusione dei negoziati. Leggi > Lavoro e Professioni Ordine dei Farmacisti Bari/Bat. La Fondazione Ruggieri acquisisce riconoscimento Scuola di Scienze Farmaceutiche in ambito nazionale 03 MAR - Questo il nuovo Cda: Carlo Franchini, presidente; Maurizia Laudadio-Roberto, vicepresidente; Maurizio Bagnulo, segretario. Il CdA ha voluto, inoltre, esprimere un formale riconoscimento al senatore Luigi d'Ambrosio Lettieri, per "il grande impegno profuso, in circa venti anni di gestione della Fondazione", nominandolo Presidente onorario. Leggi > Scienza e Farmaci Trapianti. Dagli USA nuovo metodo per 'rivitalizzare' organi e tessuti crioconservati 03 MAR - Ricercatori statunitensi hanno compiuto un passo importante verso l'uso di tessuti e organi crioconservati in attesa di trapianto, grazie alla realizzazione di un device high tech in grado di scongelare i tessuti mantenendone integre le funzionalità, il report è apparso su Science Translational Medicine Leggi > Scienza e Farmaci Obesità. Per ridurre il rischio, cucinare in casa e spegnere la tv 03 MAR - Tv accesa e pasti non preparati a casa. Un binomio da evitare se si vuole mantenere la linea. ."Gli adulti mangiano di più mentre guardano la tv, e pasti che non sono cucinati in casa possono essere meno sani", dice Rachel Tumin, della Ohio Colleges of Medicine Government Resource Center a Columbus, autrice principale della ricerca che coinvolto più di 12 mila statunitensi Leggi > Scienza e Farmaci Giornata mondiale dei difetti congeniti. Più ricerca, prevenzione e sensibilizzazione su queste alterazioni dello sviluppo 03 MAR - L'evento, che si celebra oggi, è promosso da dodici organizzazioni internazionali operanti nell'ambito dei difetti congeniti. Si tratta di un insieme ampio ed eterogeneo di alterazioni dello sviluppo umano che si verificano durante la gravidanza e comprendono: malformazioni, disabilità congenite, e malattie genetiche dell'infanzia. L'Oms stima che, ogni anno, 303.000 neonati muoiono entro 4 settimane dalla nascita a causa di anomalie congenite. Leggi > Scienza e Farmaci Rigidità arteriosa proporzionale a consumo alcool e a rimetterci è il cuore 03 MAR - Cuore a rischio per chi beve IN PRIMO PIANO - Rassegna Stampa 07/03/2017 - 07/03/2017 21 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Lorenzin in tv a tutto campo. Dall'eutanasia ai furbetti del cartellino 03/03/2017 Sito Web easynewsweb.com IN PRIMO PIANO - Rassegna Stampa 07/03/2017 - 07/03/2017 22 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato troppo. Il problema è soprattutto maschile, secondo uno studio made in Britain che ha rivelato come la rigidità arteriosa, fattore di rischio cardiovascolare strettamente legato a ipertensione e malattie delle arterie coronarie, è proporzionale alla quantità di alcool consumata. di Madeline Kennedy Leggi > Scienza e Farmaci Giornata dell'udito: cuffie e musica troppo alta mettono tutti a rischi, giovani e anziani 03 MAR - Il 3 marzo è la giornata dedicata all'udito, una ricorrenza nazionale che si svolge in contemporanea con World Hearing Day. L'obiettivo è di sensibilizzare tutti i cittadini alla prevenzione, in un'epoca in cui l'uso dei dispositivi elettronici di ultima generazione e l'esposizione a suoni di elevato volume mette tu tti a rischio, anche i più piccoli. Secondo l'Oms i disturbi dell'udito hanno un costo complessivo valutabile in 750 miliardi di dollari. I DATI DELL'OMS. Leggi > Scienza e Farmaci Tumore al seno. Dopo chirurgia, combinazione di Target Therapy migliora la sopravvivenza 03 MAR - Lo studio di fase III APHINITY ((Adjuvant Pertuzumab and Herceptin IN Initial TherapY in Breast Cancer) ha fatto registrare un riduzione significativa del rischio di recidiva e di decesso nelle donne con carcinoma mammario HER2 positivo in stadio iniziale. Leggi > Scienza e Farmaci Trattare l'ipotiroidismo subclinico o l'ipotiroxinemia in gravidanza serve? Medici divisi 03 MAR - Due trial appena pubblicati sul New England Journal of Medicine danno una risposta negativa a questa domanda. Trattare l'ipotirodismo subclinico o i bassi livelli di fT4 isolati in gravidanza non migliora gli esiti della gravidanza ed è ininfluente sul quoziente d'intelligenza del bambino. Ma un editoriale pubblicato sullo stesso numero è di opinione contraria e in accordo con le ultime linee guida de ll'American Thyroid Association ritiene ragionevole continuare a somministrare L-tiroxina in gravidanza in presenza di ipotiroidismo subclinico di Maria Rita Montebelli Leggi > Scienza e Farmaci Accertato pericolo psicosi con alcune varietà di cannabis 03 MAR - Lancet Psychiatry ha pubblicato un articolo - redatto da due studiosi inglesi - che richiama l'attenzione sull'uso di alcune varietà e prodotti della cannabis, come la skunk e l'olio essenziale, che presentano una maggiore concentrazione di tetraidrocannabinolo, principio attivo potenzialmente psicogeno. di Kate Kelland Leggi > Studi e Analisi XII Conferenza Nazionale Fondazione Gimbe. "La sanità pubblica affonda? Le responsabilità sono di tutti. Serve un programma politico" 03 MAR Definanziamento pubblico, caos sanità integrativa, sprechi e dubbi sulla sostenibilità dei nuovi Lea. Questi i temi sui quali la Fondazione ha chiamato a raccolta la politica per intervenire in maniera decisa "perché senza un preciso piano di salvataggio i cittadini italiani rischiano di perdere la loro più grande conquista sociale" Leggi > Approfondimenti www.quotidianosanita.it/impaginazione_n/quadratino_b.png); background-repeat: no-repeat; background-position: 0px 5px; padding-left: 14px; ">Vecchietti (Rbm Assicurazioni Salute): "Serve un secondo pilastro sanitario aperto a tutti i cittadini" Regioni e Asl Molise. Analisi in intramoenia. Sospeso il ticket aggiuntivo da 14 euro 03 MAR - Ad annunciarlo il presidente Frattura in una nota. "È una scelta - spiega -, che adottiamo per proseguire nel lavoro avviato dall'Asrem per una ridefinizione più equa delle tariffe intramurarie". Leggi > Per sospendere la ricezione della newsletter invia una mail a: [email protected] specificando in oggetto: 'Cancellazione Dati Personali' iscrizione al ROC n. 14025 Stampa 07/03/2017 07:46 Sito Web Contratto dei collaboratori: il Presidente Mandelli scrive alla Presidente Racca By Redazione - 7 marzo 2017 5 0 Share on Facebook Tweet on Twitter tweet Il presidente della FOFI, Senatore Andrea Mandelli, ha scritto alla presidente dei Federfarma, dottoressa Annarosa Racca, per richiamare 'la situazione di pesante disagio dei farmacisti collaboratori' che sempre più spesso segnalano agli Ordini provinciali e alla stessa Federazione il loro 'disappunto per l'interruzione delle trattative sindacali, sia per quanto concerne la parte economica, sia per quanto concerne la parte giuridica'. Una situazione di sofferenza di fronte alla quale la FOFI e il suo presidente, pur rispettando le specificità della tematica sindacale, che non rientrano nelle competenze ordinistiche, si mettono a disposizione 'al fine di superare le criticità e le divergenze che si frappongono al raggiungimento di un nuovo accordo tra le parti, attraverso ... un tavolo di lavoro preparatorio nell'ambito del quale, in via ricognitiva, individuare le tematiche di maggior rilievo per la professione'. E si citano, a titolo di esempio. La previsione di meccanismi di premialità per i colleghi che investono nella loro preparazione, differenziare in modo netto il trattamento del personale farmacista da quello del personale non farmacista e, aspetto sempre più evidente, porre un freno alle situazioni di utilizzo distorto di alcuni istituti contrattuali, che possono essere all'origine di criticità sul piano deontologico. 'La nostra offerta nasce dalla constatazione di una situazione critica per tutti gli attori del servizio farmaceutico, collaboratori e titolari, e dalla necessità di non trascurare nessuna strada per avviare un percorso che conduca a un accordo positivo e soddisfacente per tutti' dice il presidente della FOFI. IN PRIMO PIANO - Rassegna Stampa 07/03/2017 - 07/03/2017 23 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Contratto dei collaboratori: il Presidente Mandelli scrive alla Presidente Racca SANITÀ NAZIONALE 22 articoli 07/03/2017 Pag. 28 diffusione:238671 tiratura:333841 «Arrivano gli sconti sulle Rca e le società in farmacia » Il relatore del ddl concorrenza Marino: tariffe più basse per i cittadini. A metà mese esame al Senato Francesco Di Frischia ROMA «Questa legge aumenta la concorrenza in tanti settori». Il senatore Luigi Marino (Area popolare Ncd), uno dei due relatori del ddl concorrenza (insieme al collega Salvatore Tomaselli del Pd), fa il punto sul provvedimento che sarà votato in Senato intorno al 15 marzo, prima del varo definitivo alla Camera. Il disegno di legge, presentato il 20 febbraio del 2015 in Consiglio dei ministri, ha subito molte modifiche in Parlamento: colpa delle lobby? «No: ci sono stati anche scontri politici, ma ora il testo è all'esame del Senato per le ultime piccole modifiche, compreso l'inserimento di un emendamento "anti scorrerie", proposto dal ministro Calenda dopo la scalata di Vivendi a Mediaset: chi acquista azioni di società quotate dovrà dichiarare le sue intenzioni». Cosa cambia in farmacia? «Non solo un farmacista, ma anche una società di capitali potrà acquistare una farmacia e per evitare monopoli e eccessive concentrazioni, abbiamo fissato un tetto di mercato su base regionale del 15%. Così si potrà modernizzare il settore». Nel ddl ci sono novità importanti sulle assicurazioni. «Per evitare le frodi e abbassare le tariffe Rc auto è stata introdotta la scatola nera, che avrà valore di prova in tribunale. E gli automobilisti virtuosi, che non fanno incidenti per almeno 5 anni, avranno sconti anche se vivono in zone a rischio truffe, nelle quali la media delle tariffe è più alta della media nazionale». Nuove regole anche per avvocati e notai. «Gli avvocati avranno l'obbligo di fare il preventivo. E per i notai potranno lavorare su base regionale». Quali novità nel settore energetico? «Il mercato sarà totalmente libero dal 1° luglio 2018: così le bollette di gas e acqua per oltre 20 milioni di cittadini saranno meno care e ci sarà più concorrenza». © RIPRODUZIONE RISERVATA 7,5% La crescita stimata del Pil in Italia nel lungo periodo in uno studio del Fmi se ci fosse una maggiore liberalizzazione Foto: Luigi Marino, 59 anni, senatore, ha presieduto la Confederazione Cooperative Italiane SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 07/03/2017 - 07/03/2017 25 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato INTERVISTA 07/03/2017 Pag. 1 diffusione:239605 tiratura:340745 Io, sul treno dei ricordi con i malati di Alzheimer VALERIO MILLEFOGLIE BENVENUTI a bordo del treno 5166. Il treno fermerà a Busseto, Villanova d'Arda, San Giuliano Piacentino, Castelvetro e arriverà a Cremona alle ore 10:19. Non stiamo andando da nessuna parte. Ci troviamo nell'ambulatorio di cure non farmacologiche L'Aquilone, a Grumello sul Monte, in provincia di Bergamo. Vagoni, annunci dagli altoparlanti, stazioni, paesaggi. Tutti simulati. Per aprire dei varchi nel passato dimenticato dei malati. E dare sollievo ai sintomi del morbo. Siamo andati con loro. NELL'INSERTO SALUTE BENVENUTI a bordo del treno 5166. Il treno fermerà a Busseto, Villanova d'Arda, San Giuliano Piacentino, Castelvetro e arriverà a Cremona alle ore 10:19: nello scompartimento siamo tre passeggeri. Oltre a me ci sono una donna sulla cinquantina d'anni e un uomo di circa ottant'anni. È arrivato trascinandosi dietro un trolley rosso che gli abbiamo aiutato a sistemare soprala cappelliera. Si avvicina incuriosito al finestrino da cui s'incominciano a vedere scorrere case e campi. Siamo partiti. Non stiamo andando da nessuna parte. Ci troviamo nell'ambulatorio di cure non farmacologiche L'Aquilone, a Grumello sul Monte, in provincia di Bergamo. L'ambulatorio è all'interno della casa di riposo Madonna del Boldesico e un'ala della struttura, da settembre del 2016, è dedicata alla Terapia del Viaggio. Ideata dallo psico-pedagogista Ivo Cilesi, questa terapia è finalizzata a ridurre i disturbi del comportamento e dell'umore nei pazienti con Alzheimer e a stimolare l'area cognitiva favorendo il riemergere dei ricordi. Su una parete del corridoio sono dipinte due valige e le indicazioni: Binario 1 e Binario 2. Sulla porta si legge Stazione. Dietro questa porta c'è una vera e propria sala d'attesa con una panchina e un orologio che segna le 13:03. Le destinazioni sul tabellone delle partenze sono Milano, Lugano, ma soprattutto, entrando nel vagone, i pazienti possono fare un viaggio nella memoria. In ciò che rimane della propria memoria. «La compagnia dei fiori», dice sorridendo e guardando fuori dal finestrino l'uomo in viaggio con noi. Barbara Moioli, l'altra passeggera, è la responsabile dei servizi assistenziali e mi racconta che l'uomo, prima dell'insorgenza della malattia, aiutava la figlia nel suo negozio di fiori. La compagnia dunque è dei fiori ma anche degli affetti. Ci fermiamo a una stazione. Sulla banchina passa una signora in bicicletta. Siamo a febbraio ma nel nostro treno è estate sempre. Del vento si sente solo il rumore, non uno spiffero d'aria. «Attenzione. Allontanarsi dalla linea gialla», avverte la voce del capostazione. La mia compagna di viaggio mi spiega, «Gli occhi vedono ciò che c'è nella mente». Poi mi racconta di un ex dirigente di una ditta tessile che durante un viaggio ha ritrovato la manualità che aveva sul lavoro. Mimava di avere tra le mani un lembo di stoffa che però, appunto, esisteva solo nella sua mente. Scendiamo alla stazione successiva. Qui c'è un cambio di passeggeri e di rotta. «Dove andiamo?», chiede Maria Cristina De Vitis, responsabile sanitario che prende il posto della collega, al paziente nuovo arrivato. È un uomo meticoloso, conserva bene il biglietto nel taschino della camicia, perché c'è un biglietto anche qui. Lo piega, lo infila nel taschino, lo riprende, lo apre, lo tiene in bocca, lo toglie dalla bocca e risponde «Andiamo al lago». Si allaccia una scarpa e inizia a muovere le gambe seguendo il ritmo del treno sulle rotaie. Io stesso mi lascio distrarre, la mente in modo meccanico comincia a fare pensieri da viaggio, sento la testa più pesante, chiuderei volentieri gli occhi. «Il treno fischia e va con gran velocità, porta gli sposini alla felicità», canta l'uomo. Poi intona Quel mazzolin di fiori. Gli chiedo a chi le cantava. Mi risponde cantando ancora una volta. Riaffiora un tempo lontano, di amore e di mattoni. «Vado spesso là», dice come se qualcuno gli avesse fatto una domanda, «Ma ho finito di lavorare». Faceva il muratore e ha costruito casa per tutta la famiglia. Immagino tutti questi impiegati, dirigenti, pendolari di un'epoca fa che salgono a SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 07/03/2017 - 07/03/2017 26 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato VIAGGI SIMULATI COME CURA 07/03/2017 Pag. 1 diffusione:239605 tiratura:340745 SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 07/03/2017 - 07/03/2017 27 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato bordo per rifare viaggi di nozze, viaggi di lavoro, viaggi per tornare a casa. «Le piace?», chiede Maria Cristina De Vitis. «Eh, un viaggio è un viaggio», risponde l'uomo. Poi entriamo in galleria e cala il buio. Quando usciamo è tutto azzurro, siamo arrivati al mare. Grazie a una telecamera posta nello scompartimento si può monitorare tutto ciò che accade da un'altra sala. Come il video in cui un passeggero che dopo essersi addormentato si risveglia ed esclama «Ma non siamo mica in Duomo!». Ogni percorso viene registrato. Guardiamo alcuni video velocizzando il tempo di riproduzione: i movimenti calmi dei passeggeri diventano concitati, agitati, proprio come avviene nella realtà. Si chiama wandering, è il disturbo del vagabondare che caratterizza chi ha questa patologia e non riesce a stare fermo, anche di notte deve uscire, perdersi in strade familiari divenute sconosciute. Il ritmo di questo treno immaginario riesce invece a riportarli indietro, in una casa della memoria.COME COLPISCE L'Alzheimer è un processo degenerativo del cer vello che distrugge le cellule ner vose, deteriorando la memoria e altre abilità mentali LA TERAPIA DEL VIAGGIO Aiuta a ridurre i disturbi del compor tamento e dell'umore nei pazienti con Alzheimer, stimolando il riemergere dei ricordi 1 Il paziente arriva in sala d'attesa, come quella di una antica stazione 2 Si seguono le indicazioni dei binari e si arriva in un'altra sala: il vagone terapeutico Ogni paziente ha il suo biglietto 3 Il paziente può sistemare il proprio bagaglio nell'apposita cappelliera BINARIO 4 Dagli altoparlanti il capostazione dà il benvenuto a bordo e informa su orari, sedi di par tenza e arrivo LEGENDA Aree coinvolte del cer vello Stadio iniziale Stadio avanzato Lobo Lobo Lobo Lobo Lobo Lobo Lobo temporale temporale temporale temporale temporale temporale temporale temporale temporale temporale temporale temporale mediale mediale mediale mediale mediale mediale mediale mediale mediale C E R V E L L E T T O Neurone Dendriti Assone DET TAGLIO 7 S TA Z I O N E Prima fermata Microtubuli Sono presenti negli assoni e dendriti dei neuroni S TA Z I O N E 5 Si par te. Un monitor a forma di fi nestrino proietta le immagini dall'esterno INFOGR AFICA PAULA SIMONET TI Tau 8 Il treno ripar te e dopo un po' entra in galleria. All'improvviso tutto diventa buio LA DEGENERA ZIONE NEURONALE La proteina Tau Aiuta a stabilizzare le molecole del microtubulo Microtubulo con Alzheimer Le molecole di proteine si disgregano tra loro Le proteine Tau si isolano formando placche Placche amiloidi Composte da proteine Tau e altri detriti, ostacolano la sinapsi 6 9 In quegli istanti il rumore delle rotaie sembra rimbalzare sui muri Il suono fa la sua par te. Si sente il rumore del vento, la corsa del treno sulle rotaie e infi ne il fi schio che annuncia la fermata nella stazione successiva USTRAZIONE ILLUSTR È ISPIR ATA AL POSTER DI WORLD CINEMA DELL'AR TISTA DANESE SVEN BR ASCH 18891970 I MALATI IN ITALIA 2,3 1,6 1,2 nel 2050* nel 2030* nel 2014 IN MILIONI DI PERSONE FONTE R APPOR TO MONDIALE ALZHEIMER 2015 Stima 2030, 2050 DOVE SI ESEGUE LA TRENO TERAPIA Centri attivi per pazienti con Alzheimer • Rsa Saccardo, Milano • Pio Albergo Trivulzio, Milano • Rsa Fondazione Carisma, Bergamo • Fondazione Don Guanella, Caidate • Rsa Camelot, Gallarate • Fondazione Boldesico, Grumello • Rsa Fondazione Caccia, Gandino ( Bergamo) • Centro Diurno Temenos Monteroduni, Molise • Associazione Alzheimer Bari, Bari • Fondazione Tusculum, Arogno (Svizzera) • Rsa, Valenciennes (Francia) LO STUDIO Due lingue proteggono Parlare più lingue protegge il cervello, ritardando l'insorgenza di demenze come la malattia di Alzheimer o mitigandone i sintomi. Un dato suggerito da diversi studi scientifici, ma senza una chiara spiegazione a livello biologico dell'effetto protettivo del bilinguismo. Ad avanzarne una è uno studio dell'IRCCS ospedale San Raffaele e dell'Università Vita-Salute. La ricerca, pubblicata su Pnas, ha analizzato il cervello di 85 persone con Alzheimer, metà monolingue e metà bilingue, provenienti dall'Alto Adige, con una speciale tecnica di imaging, in grado di mostrare il metabolismo delle cellule nervose e la connessione tra diverse aree. 07/03/2017 Pag. 1 diffusione:239605 tiratura:340745 SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 07/03/2017 - 07/03/2017 28 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Mediamente i bilingui erano più vecchi e totalizzavano punteggi migliori nei test di memoria verbale e visiva. Questo, azzardano i ricercatori, perché in questi pazienti i meccanismi degenerativi della malattia sono compensati da una sorta di riserva cognitiva: alcune aree del cervello infatti sono più attive, compensando così la perdita di funzione di quelle colpite dalla neurodegenerazione. In particolare nei bilingui si ha più attività nelle strutture frontali e una maggiore connettività in aree coinvolte nel controllo esecutivo e cognitivo. Gli scienziati hanno inoltre osservato che più le lingue sono utilizzate maggiori sono i benefici. «Il punto - commenta Daniela Perani del San Raffaele, coordinatrice dello studio - non è quindi conoscere due lingue, ma usarle costantemente in maniera attiva e durante tutta la vita». annalisa bonfranceschi 07/03/2017 Pag. 23 diffusione:239605 tiratura:340745 Chi ha paura delle assicurazioni in sanità ? DANIELA MINERVA QUATTRO MILIARDI e mezzo l'anno. Tanto spendono circa 10 milioni di italiani per acquistare assicurazioni sanitarie. Lo rivela oggi un rapporto dello Sda Bocconi che insiste sulla necessità di fare delle polizze il secondo pilastro della sanità. Il tema è di quelli cosiddetti divisivi. E forse a causa di un fraintendimento ideologico: la centralità del Ssn non si discute. È garanzia di equità ma anche di eccellenze e capacità mediche di livello non ancora raggiunto, globalmente, nel nostro paese dalla sanità privata. Ma vediamo tutti i giorni che l'opera d'arte di coloro che lo idearono non regge sotto i colpi dell'invecchiamento della popolazione, dei costi dell'hi-tech, dei venti di crisi economica. Non serve nascondersi dietro le disfunzioni e le ruberie: ci sono e peste colga i colpevoli, ma sappiamo tutti bene che, anche se onestà ed efficienza regnassero sovrane, i soldi per dare tutto il meglio a tutti non ci sono. E sappiamo tutti bene che, di anno in anno, si perdono reparti, capacità di rispondere tempestivamente alle necessità di salute, persino competenze. Dunque, perché non provare a fare un bagno di realtà: chi può farlo si paghi un'assicurazione, e tant'è. Meglio così che non apprendere, invece, che gli italiani spendono 33 miliardi l'anno in sanità privata. Sono gli stessi cittadini che hanno disponibiltà economiche e rispondono col loro portafoglio alle inefficienze e ai ritardi del Ssn. Con che controlli? Ricevono un'assistenza sempre appropriata? Sempre adeguata? Non rischiano di restare vittime dei furbetti che li spingono a consumare prestazioni, a volte inutili? Chi gestisce quei 33 miliardi? Il caso. Il dannato esempio americano, invece, nelle sue ombre, racconta che le assicurazioni trattano, trattano, trattano. E tengono a bada i furbi. Costruiscono un quadro per i loro clienti adeguato, almeno al loro profilo di spesa. È vero, non è equo perché c'è là fuori chi un'assicurazione non può pagarsela. Ma perché non provare a scommettere sul fatto che, affidando chi ha capacità di spesa alle assicurazioni, si preserva la forza e la qualità del Ssn? Che lo si conserva al centro del sistema. Altrimenti il rischio è che i poveri restino in un pubblico che perde pezzi e qualità, e i ricchi se ne vadano a portare i loro 33 miliardi l'anno e molti di più nei centri privati belli ed efficienti. SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 07/03/2017 - 07/03/2017 29 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato R SALUTE / PERISCOPIO 07/03/2017 Pag. 25 diffusione:239605 tiratura:340745 "In carrozza emergono scene di tempi sereni" (v. m.) IVO CILESI è nato a Genova cinquantanove anni fa. Psico-pedagogista con una specializzazione in Musicoterapia, oggi è il responsabile del servizio terapie non farmacologiche del centro Alzheimer di Gazzaniga, in provincia di Bergamo. È consulente di diversi centri Alzheimer in Italia e in Europa, e collabora con il ministero della Salute di Cuba. Nel 2009 ha ideato la Terapia del Viaggio, mirata a stimolare, attivare e mantenere le funzioni cognitive e fisiche non completamente deteriorate dei pazienti con malattia da Alzheimer. La terapia si prefigge di ridurre i disturbi del comportamento e dell'umore come l'insonnia, l'aggressività, la depressione; e di ridurre il cosiddetto wandering e l'assunzione dei farmaci. Il metodo prevede, appunto, di simulare un viaggio in treno, e di proiettare dei video di località che possono essere state parte della vita dei pazienti. I video sono realizzati dallo stesso Cilesi: il mare della Liguria, Rimini, le Alpi svizzere. «Questi viaggi per i pazienti sono veri racconta - hanno perso la memoria cognitiva, semantica, procedurale, ma quella affettiva, l'amore, rimangono». Il protocollo prevede un ciclo di dieci sedute, per un viaggio a settimana. Nel documento che ha redatto con le indicazioni e le linee guida, Cilesi scrive «l'operatore deve utilizzare frasi come "Andiamo a fare un giro, le piacerebbe? Devo andare in treno, vuole venire con me? Mi accompagna? Ho due biglietti, viene con me?"». La meta non deve essere mai esplicitata dall'operatore. «Alcuni pazienti dicono "Andiamo a casa" - spiega Cilesi - dove per casa non s'intende l'ultima in cui hanno vissuto. A volte è la casa d'infanzia; i malati hanno una memoria remota che permette loro di ricordare immagini di quando avevano sei anni, ma non di un momento prima. In generale comunque la casa è lo stare in carrozza, è la relazione che si crea». Il tipo di viaggio viene scelto a partire dal vissuto dell'ospite, grazie ai colloqui preliminari che si hanno con la famiglia. In questo modo si può scegliere il tema più adatto: mare, montagna, città, campagna. La durata è variabile e durante il percorso l'operatore annota la comunicazione verbale ma anche quella non verbale. I ricordi emersi durante il tragitto vengono poi ripresi in reparto come temi per la stimolazione cognitiva. «Tentiamo di dare una valutazione attraverso indicatori scientifici - precisa Ivo Cilesi prima e dopo ogni terapia viene controllata la pressione. In alcuni casi mettiamo un conta-passi in modo da monitorare il livello di wandering. Abbiamo notato che prima del viaggio un individuo cammina 10 km. Dopo il viaggio diventano invece 6 km al giorno. Se so che un paziente intorno alle quattro del pomeriggio si agita, un'ora prima lo faccio viaggiare in modo che benefici del rilassamento». Tra i compagni di viaggio possono esserci anche i familiari, che sono spesso la parte più fragile e che più necessita di supporto. «Spesso proprio i familiari non riconoscono la malattia, non l'accettano. Fare il viaggio serve anche a questo». Ad oggi le strutture che ospitano il treno terapeutico sono nove in Italia e altre due tra Svizzera e Francia. Prossimamente è previsto anche a Cuba. «L'idea è nata molti anni fa spiega Ivo Cilesi - forse già quando da tirocinante prendevo il treno alle 3:30 per Piacenza e, dopo vari cambi, arrivavo all'ospedale psichiatrico di Sospiro alle otto del mattino. In quei viaggi ho imparato l'ascolto dell'altro. Ricordo poi che nel giardino di una clinica a Bergamo avevamo un Maggiolone senza ruote. Un paziente si metteva al volante e guardava fuori». Guardando le brochure di tutti i treni terapeutici da lui attivati si viene catapultati in un'epoca che va dagli anni '80 agli anni '90. «Forse perché allora si viaggiava tanto in treno conclude Ivo Cilesi - magari fra vent'anni ci sarà la terapia del viaggio in aereo». Quando si esce della galleria il paesaggio è tutto azzurro, si è arrivati al mare SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 07/03/2017 - 07/03/2017 30 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato IL METODO / R SALUTE 07/03/2017 Pag. 26 diffusione:239605 tiratura:340745 Mille mondi in farmacia agnese ferrara Non è più solo una vetrina commerciale la fiera Cosmofarma, anche se quest'anno vedrà il ritorno delle principali aziende farmaceutiche, che in passato non c'erano. Nella nuova edizione, dal 5 al 7 maggio alla fiera di Bologna, sono previsti circa 80 workshop e convegni di aggiornamento su temi istituzionali, scientifici e di management dedicati a farmacisti, medici e biologi che operano nelle industrie. Spiega Roberto Valente, direttore di Cosmofarma: «Abbiamo voluto ampliare ulteriormente la piattaforma dedicata ai seminari per un maggiore scambio di informazioni e aggiornamenti fra ricercatori, esperti di livello internazionale e testimonianze di chi si è realizzato nella vita professionale, guidato dalla passione. Come lo chef Filippo La Mantia, il presidente del Sistema Moda Italia Claudio Marenzi e Sergio Dompé, presidente dell'omonimo gruppo biofarmaceutico». I principali temi saranno focus sui nutraceutici (con due giorni di convegno), invecchiamento in salute, pediatria, sport, veterinaria e gli aspetti regolatori della professione. Anche questo anno la fiera ospiterà lo 'StartUp Village', organizzato da Cosmofarma e Wellcare. Il progetto punta a dare visibilità all'innovazione e alla ricerca di start up focalizzate sul mondo della farmacia. Il programma è fitto ed è consultabile sul sito www.cosmofarma.co m. Alla scorsa edizione hanno partecipato 384 aziende espositrici provenienti da 20 paesi, 1.059 marchi e operatori provenienti da 54 paesi. SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 07/03/2017 - 07/03/2017 31 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato LA FIERA / R SALUTE 07/03/2017 Pag. 26 diffusione:239605 tiratura:340745 Un esame inutile non si nega proprio a nessuno Cercare le deviazioni dalla norma porta quasi sempre a trovare qualcosa di strano SILVIA BENCIVELLI NASCONO DA preoccupazioni sane, ma possono renderci dei sani preoccupati: preoccupati del rischio di avere un infarto da un momento all'altro, o addirittura di sviluppare un tumore. Sono gli esami di controllo, quelli del "vederci più chiaro" e del "non si sa mai". Svelano modesti aumenti della colesterolemia, minime ostruzioni delle arterie, piccoli noduli al seno o alla tiroide. E, tra i tanti incerti, hanno almeno un effetto sicuro: quello di renderci apprensivi. Marco Bobbio, cardiologo di fama ed esperienza, che nei suoi saggi ha raccontato molti dei problemi della medicina moderna, in questo suo ultimo dal titolo Troppa medicina - Un uso eccessivo può nuocere alla salute (Einaudi, 2017), spiega come e perché gli eccessi della medicina stiano causando una vera epidemia di ansia, e con quali conseguenze. Il problema di fondo è che la medicina di oggi si fonda sull'idea che alla base di ogni malattia ci sia un'alterazione dell'organismo. E quindi che possa essere scovata semplicemente con l'esame giusto, meglio se in anticipo sulla comparsa dei sintomi. Dall'altra parte, e per la stessa ragione, la società crede di poter chiedere alla medicina qualsiasi cosa, e di essere da lei tradita se non fa "di tutto" per allontanare malattia e morte. Ma non funziona così. Intanto dobbiamo considerare che ciascuno di noi ha le proprie anomalie: mettersi a cercare le deviazioni dalla norma significa quasi sempre trovare qualcosa. Ma se gli esami della medicina moderna sono assai potenti, l'interpretazione dei loro risultati non è univoca: lo stesso valore, o la stessa variante, può significare malattia per uno e niente per un altro. E allora? Allora ci si affida ai valori soglia, sopra i quali un paziente viene dichiarato, per esempio, diabetico o ipercolesterolemico. Si consideri che questi, negli ultimi anni, sono stati corretti al ribasso e diverse decine di milioni di persone sono diventate d'un tratto malati da curare. Siamo sicuri che tutti ne abbiano bisogno? Per Bobbio l'illusione di governare la salute prescrivendo esami, perché "fare di più è fare meglio" e "prevenire è meglio di curare", porta a un accanimento diagnostico che nuoce sia al sistema sanitario (che ne sostiene i costi) sia al paziente. Non soltanto perché una volta dichiarata una persona malata, chissà se davvero vivrà più a lungo e meglio del sano che è stato. Ma anche perché se la situazione è opposta, cioè la persona ha dei sintomi ma gli esami non rilevano niente, la sua ansia salirà: penserà che sia stato effettuato l'esame sbagliato e semplicemente ne chiederà un altro. Intanto i medici, per non passare da incompetenti e tanto più per evitare di finire in tribunale, ma talvolta anche per farla breve, continueranno a prescrivere e a prescrivere. Prima gli esami di controllo, e poi, ad anomalia finalmente scovata, farmaci, integratori o interventi chirurgici la cui reale efficacia sul singolo non sarà mai davvero chiara. È il caso di molti screening oncologici, come quello dei tumori della prostata o della tiroide, e di molta cardiologia interventistica che dovrebbe prevenire successivi infarti. Il punto è che non sapremo mai distinguere i pazienti a cui è stata salvata la vita da quelli (comunque troppi) che non sarebbero mai morti di quello ma sono finiti sotto i ferri lo stesso. L'altro problema fondamentale della medicina moderna è infatti qui: dopo la diagnosi, abbiamo trattamenti sempre più efficaci, ma non sempre utili. Vale per l'aspirina: quanto sia necessaria, a ogni singolo paziente, non è facile capirlo a priori. E ancor di più vale per certa chirurgia robotica: di grande effetto per l'immagine di un ospedale ma forse solo per quella. La prima soluzione per Bobbio risiede in una comunicazione tra medici e pazienti che non sia basata solo su numeri e statistiche. Poi andrebbero riconosciute le pratiche a rischio inappropriatezza, e lo sta facendo SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 07/03/2017 - 07/03/2017 32 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato SANITÀ R SALUTE Diagnostica. Un fiume di esami del sangue e di test radiologici Che scovano piccole anomalie. E innescano una spirale di controlli e minimi interventi. Un libro spiega perché la medicalizzazione fa male. E come evitarla 07/03/2017 Pag. 26 diffusione:239605 tiratura:340745 SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 07/03/2017 - 07/03/2017 33 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato in Italia il movimento Slow Medicine. Infine bisogna continuare sì a investire in nuovi farmaci, nuovi test e nuove tecnologie, ma con l'ottica di usarli, invece che tanto, semplicemente bene. Foto: Denuncia Marco Bobbio, cardiologo e membro del movimento Slow Medicine indaga nel suo Troppa medicina - Un uso eccessivo può nuocere alla salute (Einaudi, 2017 168 pagine, 17 euro) il lato oscuro dell'eccesso di medicina che danneggia la nostra salute 07/03/2017 Pag. 27 diffusione:239605 tiratura:340745 Col bypass la linfa ricomincia a scorrere In Italia ci sono quattro centri di eccellenza: Roma Milano, Genova e Siena AGNESE CODIGNOLA SONO INTERVENTI difficili anche da immaginare, perché i chirurghi vanno ad agire su vasi che a volte hanno un diametro inferiore al mezzo millimetro. Ma sono anche operazioni che possono cambiare in modo radicale la qualità di vita di chi soffre per un linfedema, cioè per l'accumulo di linfa dovuto all'ostruzione di un vaso linfatico causata da un trauma, da un intervento chirurgico, da una radioterapia o, talvolta, da anomalie anatomiche di origine genetica. Perché la linfa è un liquido denso, ricco di proteine e, se ristagna, alla lunga induce uno stato di infiammazione cronica, stimola l'evoluzione delle cellule epiteliali in cellule adipose e fibrose, e modifica la zona interessata, trasformandola da area gonfia e piena di liquido in tessuto duro, compatto, che è quasi impossibile trattare e che mina pesantemente la possibilità di muoversi. E perché il linfedema non è una condizione temporanea ma, se non trattato prima possibile e al meglio, è una malattia cronica e degenerativa, che colpisce non meno di 40.000 italiani ogni anno (circa una donna su cinque tra quelle operate per un tumore al seno, e una su tre tra le persone operate per un tumore della pelvi, per esempio ginecologico o urologico). « Non bisogna aspettare - spiega Marzia Salgarello, responsabile del centro specializzato sul linfedema del Policlinico Gemelli di Roma - perché il linfedema, da solo, non passa quasi mai. All'inizio si procede sempre con una fisioterapia, perché in otto casi su dieci, soprattutto se il fisioterapista ha un'esperienza specifica e lavora a stretto contatto con centri specializzati, si riesce a risolvere. Ma talvolta non è possibile, e allora bisogna valutare la chirurgia». I possibili interventi sono stati messi a punto da quando si è iniziato a studiare in maniera approfondita l'anatomia dei vasi linfatici più superficiali, e si è capito che avrebbero potuto rappresentare la soluzione del problema, grazie a un approccio analogo a quello dei by-pass dei vasi sanguigni. Chiarisce infatti Salgarello: «Tutti i vasi linfatici scaricano in vasi di calibro superiore che, alla fine, confluiscono in un unico collettore, il dotto toracico il quale, a sua volta, scarica nel circuito venoso. L'idea di fondo è stata quella di abbreviare il percorso, collegando direttamente i vasi linfatici a monte dell'ostruzione con le vene collaterali ma vicine di calibro superiore o uguale, per permettere il drenaggio direttamente da lì». In questo modo si crea un raccordo in più punti e la linfa non ristagna, ma va a scaricarsi nel circuito venoso. In alternativa si preleva un tratto di vaso linfatico in un'area lontana da quella ostruita (per esempio la coscia, se il linfedema interessa il braccio), e lo si trapianta al posto della zona del vaso che non funziona più. In questo caso l'operazione è più lunga e lascia cicatrici più estese, ma talvolta è indispensabile. Infine, si stanno mettendo a punto veri e propri autotrapianti di linfonodi, come spiega la chirurga: «I linfonodi funzionano come pompe. Una volta impiantati - e naturalmente si prelevano in punti dove non c'è la possibilità che causino un altro linfedema - partecipano attivamente al ripristino della circolazione della linfa: nel tempo il risultato può essere molto buono». Per effettuare interventi di questo tipo occorrono mezzi diagnostici adeguati, a cominciare dalle nuove linfo-scintigrafie, le risonanze magnetiche e da un tipo di linfografia che si avvale di un colorante, l'indocianina verde, che rende i piccolissimi e trasparenti vasi linfatici fluorescenti, e quindi visibili. E poi ci vuole una strumentazione chirurgica ad hoc, basata su microscopi chirurgici e ferri specifici. E, ovviamente, ci vuole personale che abbia seguito un iter di altissima specializzazione, che lavori su questi pazienti ogni giorno, e che li segua anche dopo l'intervento. Chiarisce Salgarello: «È fondamentale che chi ne ha bisogno si rivolga a un centro specializzato: questa non è una chirurgia che si può fare ovunque. Ma i danni, una volta arrecati, restano e possono compromettere ulteriormente la situazione». Oltre al Gemelli, i centri di eccellenza in Italia sono al San SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 07/03/2017 - 07/03/2017 34 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato R SALUTE CHIRURGIA Vasi. Si chiama linfedema. Si manifesta col gonfiore, che degenera in tessuto duro e disabilità. Ma il mini bisturi può risolvere 07/03/2017 Pag. 27 diffusione:239605 tiratura:340745 SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 07/03/2017 - 07/03/2017 35 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Raffaele di Milano, al San Martino di Genova, e all'ospedale Santa Maria alle Scotte di Siena. INFOGRAFICA: STUDIO MISTAKER LA CURA Il farmaco in arrivo Per ora i dati sono su animali, ma se arriveranno conferme nell'uomo, presto potrebbe essere disponibile il primo vero trattamento farmacologico per il linfedema. La molecola che sta suscitando speranze è infatti un derivato della vitamina A, l'aliretinoina, già in uso per le lesioni della pelle del sarcoma di Kaposi e per l'eczema, e non dovrebbe quindi essere soggetta a test di sicurezza per l'approvazione. A verificarne l'efficacia alcuni ricercatori dell'università della California del Sud, che hanno pubblicato sugli Annals of Surgery quanto osservato in modelli animali di linfedema trattati con il farmaco o con una soluzione salina di controllo per alcuni giorni. Alla fine, gli animali trattati hanno mostrato una chiara regressione dell'accumulo di linfa, un aumento della densità di vasi nuovi vasi linfatici e un drenaggio più veloce ed efficiente, mentre i secondi non hanno avuto quasi alcun beneficio. Secondo gli autori, l'aliretinoina potrebbe avere un doppio effetto, tanto sul mantenimento dell'integrità dei vasi linfatici esistenti quanto sul drenaggio, e per questo potrebbe essere particolarmente indicata come terapia locale. Gli stessi autori hanno ricordato le dimensioni globali del problema: nel mondo ci sarebbero 140 milioni di persone colpite da linfedema, spesso come conseguenza di interventi oncologici, il cui numero continua ad aumentare. Con l'allungamento della sopravvivenza il linfedema non può più essere trascurato, perché può compromettere la qualità di una vita che, dopo un tumore, dura sempre più spesso molto a lungo. Gli stadi della malattia 1 FOVEA L'accumulo di linfa all'inizio è temporaneo, si sente dolore. Il ristagno di liquidi è reso evidente dal segno che rimane dopo una pressione sulla cute, detto fovea 2 FIBROSI Il gonfiore è permanente, anche se il tessuto resta morbido e pieno di liquido. L'aumento di volume può essere del 20% rispetto alla parte controlaterale 3 Il tessuto diventa sempre più fibroso e adiposo e aumenta anche del 40%. La fovea lascia spazio al segno di Stemmer, l'impossibilità di prendere la pelle tra due dita a causa dell'ispessimento LE CAUSE LE CURE Rimettere in ordine la rete dei vasi C0S'È Quando il sistema linfatico è danneggiato o bloccato la linfa non può essere drenata e ristagna, dando origine al tipico gonfiore del linfedema Esiste un linfedema primario, dovuto a cause genetiche, che insorge nell'infanzia. Più spesso, però, il linfedema è secondario a un intervento chirurgico, a un trauma o a un'altra malattia Esistono tre opzioni per intervenire chirurgicamente sul linfedema: 1 La giunzione tra vasi linfatici e vene dei tessuti circostanti 3 Il by-pass dopo il prelievo di un vaso linfatico non danneggiato 2 Il trapianto di linfonodi DANNO O BLOCCO LIQUIDO ACCUMULATO (che contiene proteine, batteri, virus, scarti cellulari) LINFEDEMA 07/03/2017 Pag. 30 diffusione:239605 tiratura:340745 Il vaccino con il pancione Una madre che rifiuta di farlo al figlio non lo fa per non proteggerlo ma perché è informata male MICHELE BOCCI Vaccinare le donne incinte. Il futuro della prevenzione passa anche per i pancioni. Lo assicura Luc Debruyne, presidente di Gsk vaccini, in Italia per visitare il centro di Rosia, in provincia di Siena, dove la multinazionale inglese prepara tra l'altro tutti i suoi prodotti contro i vari ceppi del meningococco. Debruyne è il manager di un'azienda da 17mila dipendenti, con siti di produzione in 15 Paesi, 30 vaccini sul mercato (24 in Italia) e 15 in via di sviluppo. Verso dove si sta muovendo il vostro lavoro? «Quando si parla di vaccini viene automatico pensare ai bambini. Ma ormai da tempo questi prodotti servono anche a giovani, adulti e anziani. E adesso lavoriamo per sviluppare prodotti per le donne incinte, come quello anti streptococco di gruppo B. Così possiamo proteggere madre e bambino. Un altro ambito è quello della Bpco, broncopneumopatia cronica ostruttiva, sulla quale stiamo sviluppando alcuni prodotti. In questo caso la prevenzione dei problemi di salute è anche prevenzione dell'utilizzo degli antibiotici, che come sappiamo generano il problema delle resistenze». Come si spiega l'aumento delle persone contrarie ai vaccini, in Italia e nel resto dell'Occidente? «Di certo questo fenomeno dimostra che non abbiamo fatto bene, tutti insieme, il lavoro per convincere i cittadini della bontà dei vaccini, la cosa migliore per la salute pubblica dopo l'acqua pulita. Una madre che non vuole vaccinare il figlio non lo fa perché non lo vuole proteggere ma perché è stata informata male. Talvolta c'è una certa contraddittorietà nel rapporto di molti con i vaccini. Da una parte c'è scetticismo verso certi prodotti, ma quando poi in Africa scoppia l'Ebola tutti chiamano perché vogliono il vaccino dal giorno dopo. È un peccato che ci sia bisogno di avere l'esplosione di un'epidemia per sensibilizzare». C'è chi accusa i Governi di vaccinare solo per favorire l'industria. I vostri fatturati dimostrano che lavorare in questo campo frutta bene. «Intanto vari studi dicono che un dollaro investito nei vaccini ne fa rientrare 44 di risparmio. E poi i soldi che incassiamo in Occidente li usiamo anche per far spendere meno i Paesi poveri. Il 70% delle dosi che produciamo nel mondo vanno infatti nei Paesi in via di sviluppo, che pagano prezzi inferiori al 10% di quelli applicati in Europa e in Usa. Il nostro è un business sostenibile». A proposito di prezzi, cosa pensa di quelli esorbitanti di certi nuovi farmaci, ad esempio anti tumorali o anti epatite? «Sono convinto che il modello che abbiamo a Gsk vaccini un giorno diventerà quello dei farmaci. Già da anni lavoriamo con la consapevolezza dell'importanza di promuovere la sanità pubblica. Ci interessiamo di 7,5 miliardi di abitanti della terra, non di 7 milioni di ricchi e basta. Anche i farmaci devono essere accessibili a tutti, vanno cambiate le politiche dei prezzi in quel settore. L'innovazione non vale niente senza accesso». VACCINO BCG (antituberculosi) Colera Epatite A Epatite B In uenza Encefalite giapponese Morbillo * Meningite da meningococco Parotite * Poliomielite (orale, Sabin) Poliomielite (inattivato, Salk) Rabbia Rosolia * Varicella Febbre gialla Tetano/difterite Febbre tifoide Vaiolo UTILIZ ZO IN GR AVI DANZA NO NO FORSE SÌ FORSE SÌ FORSE SÌ NO NO FORSE SÌ NO FORSE SÌ FORSE SÌ FORSE SÌ NO NO FORSE SÌ FORSE SÌO Sicurezza non provata Sicurezza non provata In alcune circostanze Sicurezza non provata Solo se il rischio è alto Di norma evitato Solo se il rischio è alto Sicurezza non provata FONTE SAPERIDOC N OTE Vaccino vivo da evitare Segnalate controindicazioni Vaccino vivo da evitare Vaccino vivo da evitare Vaccino vivo da evitare Vaccino vivo da evitare Vaccino vivo da evitare Vaccino vivo da evitare INFOGR AFICA P. SIMONET TI SÌ AL VACCINO solo se è indicato e assolutamente necessario * Dopo il vaccino, evitare gravidanze per 3 mesi SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 07/03/2017 - 07/03/2017 36 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato R SALUTE PREVENZIONE Immunologia. Proteggere le donne in gravidanza e i neonati. Passa anche da qui il futuro della prevenzione. Così come dall'accesso ai farmaci . Nei paesi ricchi. E soprattutto nei più poveri 07/03/2017 Pag. 30 diffusione:239605 tiratura:340745 SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 07/03/2017 - 07/03/2017 37 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato LA NOVITÀ Nove meglio di quattro La protezione contro l'Hpv cresce: arriva in Italia il vaccino anti-Hpv 9-valente, il primo efficace contro nove diversi ceppi di papillomavirus, in grado di prevenire fino al 90% dei tumori Hpvcorrelati. L'Hpv non causa solo il cancro alla cervice uterina, ma può essere responsabile anche di tumori a vulva, vagina, ano, pene, per un totale, si stima, di 6500 nuovi casi in Italia ogni anno. La maggior parte delle infezioni da papillomavirus - che si trasmette tramite contatto con la pelle, specialmente per via sessuale - si risolve spontaneamente. Alcune, però, possono persistere fino a causare lesioni precancerose e, in alcuni casi, cancro. Ma i ceppi di Hpv non sono tutti uguali: ne esistono oltre cento tipi, alcuni più pericolosi. Il nuovo vaccino anti-Hpv offre protezione contro sette tipi di virus ad alto rischio oncogeno (Hpv 16, 18, 31, 33, 45, 52 e 58) e due a basso rischio (6, 11), causa della stragrande maggioranza dei condilomi genitali o verruche, lesioni benigne ma fastidiose, e che gravano sia sul paziente che sul sistema sanitario, allargando la protezione offerta dai vaccini bivalenti e tetravalenti disponibili finora. Il vaccino anti-HPV 9-valente è indicato a partire dai nove anni per maschi e femmine, come ha ribadito anche il nuovo Piano Vaccinale 2017-2019 incluso nei Lea, che prevede la vaccinazione anche per i maschi. Vaccinare tutti, ripetono gli esperti, senza distinzione di sesso, serve a proteggere tutti dal cancro ma anche a limitare la diffusione del virus. annalisa bonfranceschi IL CASO Paura meningite Un boom di richieste di vaccino contro il meningococco C che ha costretto Gsk a cercare dosi fuori dall'Italia. La produzione dei vaccini di solito viene pianificata con attenzione diversi mesi prima della consegna. Ma tra la Toscana, che ha avuto un'impennata di casi di meningite da meningococco C, e le altre regioni, dove è stata la paura a muovere la domanda, sono state richieste molte più dosi del previsto. A Gsk ne sono arrivate da 70mila a 1 milione nel giro di poco tempo. Buona parte dei vaccini sono stati recuperati dall'azienda in 14 Paesi diversi e con l'aiuto di Aifa si è messa in pratica una autorizzazione veloce. Ma l'impegno di Gsk in Italia per il meningococco è destinato a crescere anche per il ceppo B, che nel nuovo piano vaccinale è entrato nel calendario. E dunque dovrà essere fornito gratuitamente da tutte quante le Regioni ai propri cittadini. 07/03/2017 Pag. 31 diffusione:239605 tiratura:340745 Io e lei I miei trent'anni con CD38 FABIO MALAVASI IO ENTRO in scena verso la metà degli anni Settanta. Quando, una volta laureato in medicina, fui mandato dal mio capo Ruggero Ceppellini a New York e poi al Dana Farber di Harvard (venivo dalla campagna e avevo bisogno di essere "sgrezzato", parole sue). A quel tempo molto lavoro scientifico era concentrato sulle molecole del sistema immunitario, le loro funzioni, i loro bersagli. Io venni in contatto col gruppo di Ellis Reinherz e Cox Terhorst, che stavano studiando le molecole di riconoscimento dei linfociti T. Una di queste era identica ad una molecola identificata a Torino, che si guadagnò la sigla di CD38. Così cominciammo a indagare la distribuzione della molecola nei vari tessuti e quali erano le sue funzioni. Ada Funaro e Massimo Alessio (ora al San Raffaele) individuarono la capacità di CD38 di veicolare i segnali di attività delle cellule. Proprio questa capacità ci suggerì la presenza di una molecola che si lega con CD38 e si trova prevalentemente sulle cellule che rivestono i vasi sanguigni. Anche se non sapevamo ancora a cosa servisse. Ce lo suggerì un biochimico del Minnesota che stava studiando un enzima nelle cellule del mollusco Aplysia californica. Hon Cheung Lee isolò l'enzima e trovò che assomigliava sorprendentemente alla nostra CD38. Insomma, una molecola umana era già sulla terra circa 900 milioni di anni fa, quando vi fece la sua comparsa il mollusco di Hon Cheung Lee. Era ragionevole pensare che rivestisse un ruolo importante nella vita. Qui la storia si divise in due. Da una parte la comunità anglosassone, che proseguì gli studi su modelli animali, dall'altra, il nostro laboratorio di Torino che preferì investire su modelli malattia. Partendo da alcuni topolini privati del gene CD38, in modo da capire come e se potevano vivere senza quella molecola. I risultati ottenuti dimostrarono che i topolini knock-out nascevano, non avevano malformazioni, si riproducevano ed avevano cura della prole. Potevamo concludere che questa antica molecola fosse diventata superflua per la vita. Se questo era vero, l'uomo avrebbe potuto vivere senza CD38; e quindi avremmo dovuto trovare individui CD38-negativi tra la popolazione normale. Per dare una risposta rapida (e soprattutto economica, secondo una sana tradizione dellaboratorio) si decise di analizzare per una settimana un alto numero di neonati che nascevano in numerosi centri italiani. Questo portò litri di sangue a Torino, tutti i neonati furono analizzati, ma nessuno di essi risultò senza CD38 sulla superficie dei linfociti. E fummo costretti a concludere che CD38 ha ancora un suo importante ruolo nel sistema umano. Dovevamo esplorarne il ruolo in diverse malattie umane. Cominciammo col diabete, e ultimamente abbiamo lavorato sul mieloma multiplo, una trasformazione neoplastica delle plasmacellule, che mantiene alti livelli di molecole CD38 sulla sua superficie, fatto che ha attirato l'attenzione di chi aveva interesse per applicazioni terapeutiche. Per i ricercatori di base, il mieloma è un soprendente concentrato di astuzie: nasce in una nicchia che trasforma a seconda dei suoi bisogni, all'interno protetto dell'osso. Da qui inganna le difese che tentano di eliminarlo. Alberto Horenstein a Torino ha lavorato su queste tecniche di camouflage e scoperto che l'ambiente del midollo in cui cresce il mieloma genera l'adenosina, un potente immunisoppressore. E i malati di mielona soffrono infatti di immunosoppressione. Antonella Chillemi ha per questo studiatoquello che avviente quando un anticorpo monoclonale lega e colpisce le cellule di mieloma. Quello che avviene in sequenza è la parte più calda di queste ricerche, che Torino sta conducendo con una rete di clinici europei e americani. I risultati ottenuti dall'impiego di uno di questi anticorpi, il daratumumab, sono stati molto buoni ed hanno convinto le Autorità che regolano i farmaci negli Stati Uniti e successivamente in Europa a fornire una via preferenziale per l'impiego sull'uomo. SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 07/03/2017 - 07/03/2017 38 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato LA SCOPERTA R SALUTE Mieloma. Una molecola killer vecchia 900 milioni di anni. E un farmaco che la blocca. Made in Italy 07/03/2017 Pag. 31 diffusione:239605 tiratura:340745 SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 07/03/2017 - 07/03/2017 39 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato CHE COS'È Tumore del sangue Le plasmacellule sono una parte del sistema immunitario. Si trovano nel midollo osseo e hanno il compito di produrre gli anticorpi con cui il nostro organismo combatte le infezioni. Il mieloma multiplo è una neoplasia che porta all'accumulo di cellule tumorali all'interno del midollo osseo e alla riduzione, nel tempo, della normale produzione di cellule sane del sangue, come globuli rossi, globuli bianchi e piastrine. La malattia causa inoltre la produzione anomala di una proteina con funzioni simili a quelle degli anticorpi, che accumulandosi nel sangue può aumentarne la viscosità e causare danni a livello dei reni. I sintomi più comuni sono il dolore osseo, normalmente localizzato lungo la colonna vertebrale, fratture causate dall'indebolimento delle ossa colpite dalla malattia, debolezza, anemia e insufficienza renale. In Italia si registrano circa 8 casi ogni 100mila abitanti, concentrati principalmente tra le persone che hanno superato i 65 anni di età (solo il 2% dei pazienti ha meno di 40 anni). Sul fronte della prevenzione le armi sono spuntate, visto che i fattori di rischio noti di questa malattia sono ancora pochi. Ma sul piano delle terapie, pur non esistendo ancora un trattamento risolutivo, è disponibile un numero crescente di trattamenti in grado di allungare la vita dei pazienti: chemioterapia, anticorpi monoclonali e trapianti di cellule staminali. E grazie alle nuove terapie la prognosi per chi sviluppa un mieloma multiplo, pur rimanendo infausta, continua a migliorare. In Italia, il 42 per cento dei pazienti è ancora in vita a cinque anni dalla diagnosi. È stata così a lungo sulla Terra. Vuol dire che è importante per la vita A Torino studiammo il suo ruolo nelle malattie: il diabete, poi le neoplasie Fabio Malavasi Classe 1948, nasce a San Benedetto Po (Mantova) e cresce a Ferrara dove si laurea in Medicina e Chirurgia nel 1973. A Torino è arrivato come tenente medico all'ospedale militare e passa all'università nel 1977. Seguono i soggiorni a Boston e a New York . Oggi è professore di Genetica medica all'università, oltre che direttore del Laboratorio di Immunogenetica alle Molinette. LA CURA Da qui al mondo La molecola di Malavasi, la CD38, si trova sulla superficie delle cellule e sembra essere universalmente presente in grande quantità sulle cellule di mieloma multiplo in tutti gli stadi della malattia. Questo la rende un bersaglio per un farmaco che possa neutralizzarla, con ciò combattendo il tumore. Il proiettile biologico che fa questo mestiere si chiama daratumumab ed è il primo di una nuova classe di anticorpi monoclonali che può sia stimolare il sistema immunitario che attaccare direttamente le cellule tumorali del mieloma multiplo. È anche il primo e unico anticorpo monoclonale per il mieloma ad aver dimostrato di essere efficace anche in monoterapia: registrato sia dalla Fda americana sia dall'ente europeo Ema, è in via di approvazione anche in Italia. Daratumumab è stato sperimentato anche in combinazione con i due trattamenti standard disponibili per il mieloma (lenalidomide e desametasone e bortezomib e desametasone), e per questo uso ha già ricevuto l'approvazione europea. Quelli coinvolti nelle sperimentazioni a oggi sono malati di mieloma multiplo difficili da trattare, perché sono già stati curati con tutte le classi di farmaci disponibili sino a questo momento. Sono pazienti diventati refrattari che hanno pochi mesi di vita. Ma nuovi studi sono in corso con malati appena diagnosticati e quindi "vergini". Così gli esperti puntano a cronicizzare la malattia. 07/03/2017 Pag. 1 N.8 - 7 marzo 2017 tiratura:40000 Il salvagente della responsabilità Per assistiti, medici, infermieri e strutture una rete di protezione tutta da valutare Barbara Gobbi Sicurezza delle cure e responsabilità degli operatori sanitari: cambiano regole e prospettive per pazienti, ospedali, medici&Co e assicurazioni. Dopo un iter sofferto, più che decennale, sfociato nell'accelerazione finale degli ultimi mesi - il Senato aveva licenziato il testo in prima lettura l'11 gennaio - la Camera dei deputati il 28 febbraio ha varato in seconda lettura la nuova legge in materia con 255 voti a favore, 113 contrari e 22 astenuti. «Oggi è una grande giornata, un altro grande passo in avanti - ha dichiarato a caldo la ministra della Salute Beatrice Lorenzin - . Dopo il Patto per la Salute, i nuovi Lea, il Piano nazionale vaccini, il Ddl di riforma degli ordini professionali che è in dirittura d'arrivo, l'approvazione della legge sulla Responsabilità professionale rappresenta un ulteriore tassello di una grande stagione riformista per il Ssn». La legge mette poggia su un doppio pilastro: la creazione di una rete di risk management e la revisione dei profili di responsabilità. GOBBI A PAG. 2--3 Sicurezza delle cure e responsabilità degli operatori sanitari: cambiano regole e prospettive per pazienti, ospedali, medici&Co e assicurazioni. Dopo un iter sofferto, più che decennale, sfociato nell'accelerazione finale degli ultimi mesi - il Senato aveva licenziato il testo in prima lettura l'11 gennaio la Camera dei deputati ha infatti varato in seconda lettura la nuova legge in materia con 255 voti a favore, 113 contrari e 22 astenuti. «Oggi è una grande giornata per il Servizio sanitario nazionale, un altro grande passo in avanti per il nostro sistema sanitario - ha dichiarato a caldo la ministra della Salute Beatrice Lorenzin - . Dopo il Patto per la Salute ha aggiunto la ministra -, i nuovi Lea, il Piano nazionale vaccini, il Ddl di riforma degli ordini professionali che è in dirittura d'arrivo, l'approvazione della legge sulla Responsabilità professionale rappresenta un ulteriore tassello di una grande stagione riformista». «Quella di oggi è una data che resterà nella storia della sanità italiana. Con questa legge - ha commentato subito dopo il via libera dell'aula il relatore e responsabile Sanità del Pd, Federico Gelli aumentiamo le tutele dei professionisti prevedendo, al contempo, nuovi meccanismi a garanzia del diritto al risarcimento da parte dei cittadini danneggiati da un errore sanitario. L'assenza di un chiaro inquadramento legislativo su questa materia ha tolto in tutti questi anni serenità a medici e professionisti e, soprattutto, ha comportato come ricaduta l'enorme costo della medicina difensiva che pesa sul nostro sistema salute». Plaude la senatrice Emilia De Biasi , presidente della "Igiene e Sanità" del Senato, la commissione che ha profondamente modificato il testo dopo la prima lettura della Camera. «Inizia una nuova vita per i diritti del cittadino paziente e per la dignità di tutti i professionisti della sanità. Ora tocca alla legge di riforma degli ordini e delle professioni sanitarie». Una legge-quadro. «Disposizioni in materia di sicurezza delle cure e di responsabilità professionale degli esercenti le professioni sanitarie»: il titolo dà conto della doppia anima della legge - attesissima dai camici bianchi mirata da un lato a una maggiore tutela dei pazienti e, dall'altro, a riequilibrare il rapporto, in sede di contenzioso penale e civile, tra medico e assistito. Sia negli ospedali pubblici che nelle cliniche private. Sia dal dentista che dal medico convenzionato. Sia in sala operatoria che nelle prestazioni di telemedicina. L'esigenza di prevenire e gestire il rischio clinico, il far west del contenzioso, la fuga delle assicurazioni dal settore sanitario - ma il 98 per cento dei procedimenti avviati finisce su un binario morto -, i costi stellari della medicina difensiva stimati in 10 miliardi di euro: queste le ragioni alla base del provvedimento. La sicurezza delle cure. Peccato che l'attuazione dovrà avvenire a costo zero, malgrado gli adempimenti a cui sono chiamate le strutture sanitarie e sociosanitarie e le Regioni. Perché la sicurezza delle cure diventi effettivamente parte costitutiva del diritto alla salute, così come detta l'articolo 1, andrà costruita ex novo una protezione articolata. A partire dall'attivazione in ogni Regione di un Centro per la gestione del rischio sanitario e la sicurezza del paziente, deputato alla raccolta dei dati su rischi ed eventi avversi e su cause, entità, frequenza e onere finanziario del contenzioso. SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 07/03/2017 - 07/03/2017 40 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato SPECIALE RISK/ Ecco la legge sulla sicurezza delle cure e la giurisdizione civile e penale per gli operatori 07/03/2017 Pag. 1 N.8 - 7 marzo 2017 tiratura:40000 SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 07/03/2017 - 07/03/2017 41 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Informazioni da trasmettere all'Osservatorio nazionale delle buone pratiche sulla sicurezza nella sanità, da istituire presso Agenas con decreto del ministero della Salute. L'Osservatorio dovrà anche individuare progetti per la sicurezza delle cure e per la formazione del personale. «L'Osservatorio prevede un modello di rete integrato e multilivello - spiega il direttore generale di Agenas, Francesco Bevere - che consentirà di raccogliere e sistematizzare tutti i dati relativi agli eventi avversi e ai rischi sanitari con l'obiettivo di individuarne le cause ed evitare che possano ripetersi. Per fare questo, continueremo a lavorare con il ministero della Salute, con gli esperti regionali, con le società scientifiche, le associazioni tecnicoscientifiche delle professioni sanitarie e le associazioni dei cittadini, affinché l'elaborazione di linee di indirizzo e di misure idonee per la prevenzione e la gestione del rischio sanitario siano condivise, a tutti i livelli di responsabilità. Con questo obiettivo, verranno anche promossi percorsi di formazione specifici in tema di gestione del rischio clinico e di sicurezza delle cure». A tutela del paziente, la direzione sanitaria avrà solo sette giorni di tempo per trasmettere la documentazione sanitaria richiesta dall'interessato. Ancora: con la legge scatta l'obbligo di pubblicare sui siti internet delle strutture sanitarie i dati relativi ai risarcimenti erogati negli ultimi cinque anni. La responsabilità professionale. L'altro pilastro della legge è la revisione della responsabilità professionale. L'articolo 6 introduce nel Codice penale il nuovo articolo 590sexies - «Responsabilità colposa per morte o lesioni personali in ambito sanitario» - che esclude la punibilità, nel caso in cui l'evento si sia verificato a causa di imperizia e il professionista abbia rispettato le raccomandazioni previste dalle linee guida validate da società scientifiche accreditate e pubblicate online dall'Istituto superiore di Sanità. Anche in sede di determinazione del risarcimento del danno il giudice terrà conto della circostanza che il professionista si sia attenuto a linee guida "bollinate". «Stiamo già lavorando ha detto il presidente dell'Iss Walter Ricciardi - nel selezionare, produrre e validare le migliori raccomandazioni cliniche e linee guida indirizzate ai professionisti sanitari ma anche ai decisori politici». In ambito civilistico, scatta un doppio regime di responsabilità: si conferma come contrattuale la responsabilità della struttura sanitaria o sociosanitaria, pubblica o privata, anche per i danni derivanti dalle condotte dolose o colpose degli esercenti le professioni sanitarie. Ciò comporta un termine di prescrizione a dieci anni. Resta configurata come "contrattuale" la responsabilità di ogni professionista che abbia agito nell'adempimento di un'obbligazione contrattuale con il paziente. Assume invece natura extracontrattuale onere della prova a carico del ricorrente e prescrizione a 5 anni - la responsabilità civile dei sanitari quando chiamati in causa. Il risarcimento avverrà sulla base delle tabelle sul danno biologico contenute nel codice delle assicurazioni private, in attesa degli aggiornamenti contenuti nel Ddl Concorrenza, all'esame dell'aula del Senato. La conciliazione obbligatoria. Chi intenda esercitare un'azione di responsabilità civile dovrà comunque tentare una conciliazione, a partecipazione obbligatoria di tutte le parti, incluse le compagnie di assicurazione, pena la non procedibilità della domanda di risarcimento. Un consulente tecnico d'ufficio (Ctu) - la legge ne riforma la disciplina - dovrà con le sue perizie aiutare a conciliare la lite: se il tentativo non riesce o trascorso il termine di sei mesi, si passa al giudizio. L'azione di rivalsa, contemplata solo in caso di dolo o di colpa grave, incontra paletti ben precisi: va esercitata, pena la decadenza, entro un anno dall'avvenuto pagamento ed è esclusa se il professionista sanitario non è stato parte del giudizio. L'azione di responsabilità amministrativa verso il sanitario spetta poi al pubblico ministero presso la Corte dei conti: scelta mirata a evitare che siano le strutture pubbliche a dover avviare la rivalsa in sede civile contro i propri professionisti. La misura della rivalsa in ogni caso non può superare il triplo della retribuzione lorda dell'anno di inizio della condotta causa dell'evento. Polizze per tutti. La legge introduce una rete di copertura molto ampia. Tutte le strutture pubbliche e private devono assicurarsi per responsabilità contrattuale verso terzi e verso i prestatori d'opera, anche per i danni attribuibili al personale a qualunque titolo operante. Le strutture dovranno poi tutelarsi per la copertura della responsabilità extracontrattuale verso terzi degli esercenti le professioni sanitarie, nell'ipotesi in cui il danneggiato esperisca l'azione direttamente contro di loro. Inoltre deve assicurarsi il professionista che svolga l'attività al di fuori di una 07/03/2017 Pag. 1 N.8 - 7 marzo 2017 tiratura:40000 SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 07/03/2017 - 07/03/2017 42 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato delle strutture o che presti la sua opera in regime libero-professionale. O ancora, che agisca nella struttura ma per obbligazione contrattuale con il paziente. Tutti i professionisti passibili di azione da parte della Corte dei conti per danno erariale o di rivalsa in sede civile, devono infine stipulare polizze per colpa grave. L'azione diretta modello Rca. L'articolo 12 introduce la possibilità di un'ulteriore azione in capo al danneggiato: un'azione diretta - sul modello Rca auto - nei confronti dell'impresa di assicurazione della struttura sanitaria e del libero professionista. Anche qui, vige una serie di paletti: il fallimento del tentativo obbligatorio di conciliazione e il limite pecuniario delle somme per cui è stato stipulato il contratto di assicurazione. Il Fondo di garanzia. Nei casi di importi eccedenti i massimali, di insolvenza o del venire meno della copertura per recesso unilaterale dell'impresa, un Fondo di garanzia per danni da responsabilità sanitaria offrirà una ciambella di salvataggio. Sarà gestito da Consap e alimentato dai versamenti annuali il cui ammontare andrà fissato con decreto - delle imprese assicuratrici autorizzate alla Rc per danni da responsabilità sanitaria. 9% Secondo l'Oms, la percentuale di persone che, entrate in ospedale, vanno incontro a un evento, prevenibile nel 50% dei casi 10% La percentuale di decessi che sempre secondo l'Organizzazione mondiale della Sanità sarebbe attribuibile a errori di diagnosi 53% La percentuale di cittadini che temono di subire un danno quando vanno in ospedale, secondo un'inchiesta condotta dall'Ue 0,1% I pazienti che chiedono un risarcimento per lesioni personali o decesso e solo la metà sono quelli che lo ottengono ESPONSABILITÀ PROFESSIONALE ELL'INSERTO 64.910 euro Secondo l'ultima relazione Ivass è il valore medio del massimo di franchigia per singolo operatore 26,6% La percentuale di denunce per sinistri sanitari pervenute nel 2010 che risultano definitivamente liquidate a fine 2015 40% La quota di sinistri senza seguito, costante fino al 2013. Aumenta invece il numero dei sinistri posti a riserva: il 72,8% dei denunciati 32% Secondo l'ultima indagine Pit di Cittadinanzattiva in un caso su 3 la documentazione clinica consegnata dalle strutture ai pazienti è incompleta 58,3% Il peso dell'area delle terapie nei presunti errori segnalati dai cittadini al Pit Salute. In testa quelli di ortopedia e in ginecologia/ostetricia 25,7% Quanto incide il peggioramento delle condizioni delle strutture sulla carenza di sicurezza segnalata dai cittadini al Pit salute 50-59 anni La fascia d'età più "popolata" dei medici che sottoscrivono polizze. Per il 52,7% sono di sesso maschile, ma le donne sono più giovani 43,2% La concentrazione al Nord di polizze acquistate dai medici. Le Regioni con più contratti sono Lombardia, Lazio e Campania 23,3% La percentuale di radiologi che sente il bisogno di stipulare una polizza secondo la più recente indagine realizzata da AmTrust Italia 22,9% Dopo i radiologi, sono gli anestesisti la seconda categoria per specialità che stipula polizze, considerando sia strutture pubbliche che cliniche private 19,9% Pediatri e neonatologi sono la terza specialità per numero di stipule di contratti assicurativi, sempre secondo AmTrust Italia 49,7% Il numero di medici operanti nel servizio sanitario pubblico che stipulano una polizza sempre secondo l'indagine AmTrust Italia 07/03/2017 Pag. 1 N.8 - 7 marzo 2017 tiratura:40000 (r.tu.) È vero che il diavolo talvolta fa sia le pentole che i coperchi, lo capiremo presto. Nata anche (ma non solo) per mettere un argine a quella medicina difensiva che spinge i medici a iper prescrivere pur di non rischiare cause milionarie che secondo le (incerte) stime varrebbero tra 8 e 12 mld di costi in più al Ssn, la nuova legge sulla responsabilità professionale di medici&Co è insieme una buona notizia e una scommessa. Un bene potenziale per medici, Asl e ospedali, chissà quanto davvero e in più per gli assistiti. Certo è che il provvedimento comporterà una fase applicativa non facile e per niente scontata, tra interpretazioni difformi e contrasti giurisprudenziali. Nulla può dirsi risolto, insomma, ma un passo avanti è stato fatto. E non è poco. Sebbene poi gli errori medici non raramente sono anch'essi il risultato di un servizio sanitario non sempre e dappertutto all'altezza. E che sempre meno rischia di esserlo senza investimenti adeguati. Senza scordare che gli stessi "furbetti del cartellino", o peggio, sono a loro volta ragione d'errore medico a danno dei pazienti. Dove stuoli di avvocati e di agguerriti studi legali trovano facili pertugi per cause anche temerarie che sempre più sollecitano. E che paghiamo noi tutti, la collettività, non solo medici e Ssn. SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 07/03/2017 - 07/03/2017 43 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Diavoli, pentole e coperchi 07/03/2017 Pag. 1 N.8 - 7 marzo 2017 tiratura:40000 «Enigma onere della prova» I pazienti ci perdono - E avranno risarcimenti più bassi Tonino Aceti Nonostante i miglioramenti, la legge sul risk presenta ancora ombre. La sfida è una applicazione che non sia a due velocità: più veloce sulla partita dei profili di responsabilità professionale, più lenta su quella della sicurezza delle cure. Ancora: con l'indennizzo si fissa un tetto alla quantificazione del danno, spostando l'attenzione dall'interesse del cittadino a quello di chi liquida. Poi: no alla cartella clinica come unica prova e attenzione ai meccanismi della responsabilità contrattuale. ACETI A PAG. 6 Nonostante i miglioramenti apportati grazie al nostro impegno, la legge sulla sicurezza delle cure e sulla responsabilità professionale presenta ancora ombre. La sfida è una applicazione della legge che non sia a due velocità: più veloce sulla partita dei profili di responsabilità professionale, più lenta su quella della sicurezza delle cure per garantire che "non accada ad altri". Il banco di prova del disegno di legge sarà assicurare il perfetto bilanciamento tra necessità del rispetto delle linee guida richiamate dalla legge e personalizzazione delle cure, e "misurarne" il raggiungimento degli obiettivi: ridurre i costi delle assicurazioni per Ssn e professionisti; ridurre la medicina difensiva; diminuire l'incidenza degli eventi avversi; aumentare la trasparenza delle informazioni. La nostra attenzione è già puntata su come rendere effettivi gli aspetti positivi della legge per i cittadini (sicurezza, trasparenza, fondo di garanzia) e come incidere su quelli che li penalizzano. Per questo, l'attivazione di un Osservatorio ad hoc per rilevare le criticità e proporre azioni per il loro superamento. Le ombre che rimangono... Il Falso mito della "moda del risarcimento del danno". L'assunto della "moda del risarcimento del danno" alla base della legge non trova riscontro nei dati istituzionali più aggiornati: 1000 persone su 10.000 che entrano in ospedale (10 su 100) vanno incontro a un evento avverso (dato Oms 2016); le richieste di risarcimento del danno per lesioni personali/decessi sono 9,79 su 10.000 dimissioni, cioè lo 0,1%, di cui vengono liquidati il 2,7% (dati Agenas 2015). Dal risarcimento all'indennizzo! Il richiamo alle tabelle del codice delle assicurazioni private consolida il principio che il danno cagionato è "indennizzabile" anziché "risarcibile". Se il risarcimento non pone limitazioni nell'accertamento, con l'indennizzo si fissa un tetto alla quantificazione del danno, spostando l'attenzione dall'interesse del cittadino (diritto alla riparazione del torto subito) a quello di chi liquida il danno (contenere al massimo le "uscite"). Se l'onere della prova a carico del cittadino è stabilito dalla legge. Decidere con legge che il rapporto cittadino-professionista sanitario (pubblico, convenzionato e in regime intramoenia) è di tipo extracontrattuale implica l'onere della prova a carico del primo, dimezzando a 5 anni i termini di prescrizione dell'azione risarcitoria, contraddicendo un principio della Corte costituzionale che ha più volte affermato che la qualificazione del rapporto tra le parti spetta al giudice valutando il caso concreto. La Giurisprudenza ha poi affermato il principio processuale e sostanziale di vicinanza della prova a garanzia del diritto alla difesa sancito dall'articolo 24 della Costituzione, secondo cui l'onere della prova grava sulla parte a cui è più vicino il fatto da provare. Anche nel caso di responsabilità extracontrattuale l'onere della prova ricadrebbe sul soggetto che è in grado di fornirla (personale sanitario) e che la "forma" redigendo la cartella clinica. La legge non offrirebbe al personale sanitario tutte le garanzie che ha promesso. La cartella clinica è l'unica prova? L'attivazione del giudizio ai sensi del 702-bis significa consentire alla persona che ha subìto un danno di utilizzare come strumento probatorio le prove documentali (cartella clinica) e non anche tutti i mezzi di prova su cui si potrebbe contare in un giudizio ordinario (testimonianza) che "completano" la vicenda e orientano, anche ribaltando, la decisione... ...E ciò che migliora. Sul fronte della sicurezza, bene che la legge preveda l'istituzione nelle Regioni di un "Centro per la gestione del rischio sanitario e la sicurezza del paziente"; su trasparenza e accesso alle informazioni per i cittadini bene che la struttura sanitaria predisponga una relazione annuale sugli eventi avversi, sulle cause e sulle relative azioni SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 07/03/2017 - 07/03/2017 44 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato TDM 07/03/2017 Pag. 1 N.8 - 7 marzo 2017 tiratura:40000 SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 07/03/2017 - 07/03/2017 45 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato messe in atto, da pubblicare sul proprio sito internet, andando così incontro alle indicazioni della Direttiva europea sulle cure transfrontaliere. Bene l'obbligo di rilascio della cartella clinica entro sette giorni dalla richiesta a fronte dei trenta, sessanta, novanta e più giorni; un risultato raggiunto grazie all'impegno del nostro Movimento. Ancora, la previsione di un Fondo rischi per "blindare" il risarcimento danno riconosciuto, del Fondo di garanzia, del sistema di vigilanza e controllo sulle imprese di assicurazione e della fissazione dei requisiti minimi delle polizze assicurative e delle autoassicurazioni. Ci sono Regioni che, avendole già attivate, hanno ottenuto risparmi e favorito un meccanismo di valutazione del rischio che punti su prevenzione così da "imparare dall'errore". Tonino Aceti coordinatore nazionale del Tribunale per i diritti del malato-Cittadinanzattiva 07/03/2017 Pag. 1 N.8 - 7 marzo 2017 tiratura:40000 «Nella giusta direzione» Provvedimento positivo, ma andrà in parte implementato Maria Bianca Farina La legge sulla responsabilità medica si muove nella giusta direzione. Ad esempio, introduce misure di mitigazione del rischio, attraverso una funzione trasparente di risk management. Inoltre, ridefinisce la responsabilità delle strutture sanitarie e di chi esercita la professione sanitaria, che dovrebbe portare a un contenimento della medicina difensiva. Nello stesso tempo, la legge potrebbe essere ancora più efficace, se prevedesse l'implementazione di alcune componenti quali l'eliminazione della "azione diretta". A questo primo passo ne dovranno seguire molti altri, da parte di tutti gli stakeholder coinvolti, con l'obiettivo di proteggere sempre meglio i cittadini. FARINA A PAG. 2--3 L'approvazione della legge "Rc medica" segna un momento importante per il Sistema sanitario nazionale. Si tratta infatti di un provvedimento atteso ormai da oltre un decennio da parte degli operatori della sanità. Molteplici sono infatti le criticità del settore, prima su tutte il fenomeno dell'aumento del numero delle denunce per malpractice medica che ha riguardato molti Paesi sviluppati negli ultimi decenni e in particolare il nostro Paese. Infatti in Italia il fenomeno è rilevante, si è passati da circa 17.000 sinistri denunciati a metà degli anni '90 agli oltre 30.000 sinistri denunciati del 2014. Anche il costo medio è aumentato: si è passati da circa 20.000 euro a metà degli anni '90 a oltre 40.000 euro. Le principali cause sono riconducibili alla "dilatazione" del concetto di responsabilità civile: in questi anni abbiamo assistito a un ampliamento, da parte della giurisprudenza, dei diritti e dei casi da risarcire; sono stati modificati i contenuti della prestazione medica, di fatto trasformandola da obbligazione di mezzi a obbligazione di risultato. Inoltre ha contribuito anche l'aumento delle tipologie di danno indennizzabile riconosciute dai tribunali, in maniera spesso disomogenea. Questa situazione ha comportato da un lato, per il settore assicurativo, ingenti perdite economiche derivanti da una oggettiva difficoltà nella previsione sugli effettivi costi dei risarcimenti; dall'altro, per il sistema sanitario, maggiori costi "diretti" dovuti ai premi assicurativi o ai risarcimenti legati all'auto-assicurazione, nonché costi "indiretti" soprattutto derivanti dalla medicina difensiva. A questi si aggiungono altri elementi come la sfiducia nei confronti della sanità, la complicazione del rapporto tra medico e paziente e l'aumentata probabilità di "discredito" della categoria dei medici, che si trova così a svolgere la propria professione in un contesto sempre più sotto pressione. Il provvedimento sulla responsabilità civile medica approvato la scorsa settimana si muove nella giusta direzione: mira infatti a risolvere molte delle criticità esposte prima. Ad esempio, introduce misure di mitigazione del rischio, attraverso una funzione trasparente di risk management. Inoltre, ridefinisce la responsabilità delle strutture sanitarie e di chi esercita la professione sanitaria, che dovrebbe portare a un contenimento della medicina difensiva e dei relativi costi. La nuova legge introduce poi l'obbligo di assicurazione per le strutture (pubbliche e private) e per gli operatori sanitari, offrendo quindi una maggiore protezione per tutti i soggetti del Sistema sanitario, in particolare per i cittadini. Infine, e non da ultimo, estende l'applicabilità delle tabelle per il danno biologico alle strutture sanitarie, consentendo una maggiore certezza nella determinazione del valore economico dei danni ed eliminando possibili discriminazioni legate ad esempio a fattori geografici o alla discrezionalità delle valutazioni, sempre in un'ottica di tutela del cittadino. Nello stesso tempo, la legge potrebbe essere ancora più efficace, se prevedesse l'implementazione di alcune componenti quali ad esempio l'eliminazione della cosiddetta "azione diretta", che può rendere più forte l'aspettativa di ottenere dei vantaggi economici anche quando essi siano fondati su presupposti deboli, aumentando il contenzioso giurisdizionale con conseguente prevedibile aumento del costo dei risarcimenti. Il provvedimento va dunque nella giusta direzione e rappresenta un primo passo verso una ridefinizione del sistema. Ovviamente a questo primo passo ne dovranno seguire molti altri, da parte di tutti gli stakeholder coinvolti, con il costante obiettivo per tutti di proteggere sempre di più e meglio i SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 07/03/2017 - 07/03/2017 46 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato ANIA 07/03/2017 Pag. 1 N.8 - 7 marzo 2017 tiratura:40000 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato cittadini. Maria Bianca Farina presidente Ania (Associazione nazionale imprese assicuratrici) SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 07/03/2017 - 07/03/2017 47 07/03/2017 Pag. 1 N.8 - 7 marzo 2017 tiratura:40000 Riccardo Tartaglia , Sara Albolino TARTAGLIA A PAG. 6 Il risk manager: Italia all'avanguardia Con l'approvazione della legge proposta dall'onorevole Gelli, la sicurezza delle cure non sarà più un optional ma dotazione obbligatoria per i nostri ospedali. Grazie alla nuova norma, l'Italia diventa insieme alla Danimarca uno dei pochi Paesi in Europa ad avere una legislazione specifica sul tema sempre più attuale e delicato del rischio clinico e della responsabilità professionale. La sicurezza delle cure è considerato dall'Organizzazione mondiale della Sanità un obiettivo di massima priorità per la tutela della salute dei pazienti. I dati internazionali parlano chiaro: 9 persone su 100 che entrano in ospedale vanno incontro a un evento avverso che è prevenibile nel 50% dei casi (fonte dati Who 2016), il 10% dei decessi pare attribuibile ad errori di diagnosi. Secondo un'inchiesta condotta dalla Unione europea il 53% dei cittadini temono di subire un danno quando vanno in ospedale (Ue, 2014). La nuova legge affronta la questione della sicurezza a tutto tondo. Difatti anche se per semplificazione si tende a parlare di legge sulla responsabilità professionale, va sottolineato che la legge è titolata "Disposizioni in materia di sicurezza delle cure e della persona assistita, nonche in materia di responsabilita professionale degli esercenti le professioni sanitarie". Non ci si limita quindi a ridefinire la norma relativamente alla responsabilità professionale, ma si sancisce definitivamente l'importanza della sicurezza delle cure e dei pazienti come riportato chiaramente nell'articolo 1. I dati disponibili documentano come la dimensione degli eventi legati alla sicurezza del paziente sia di gran lunga maggiore rispetto a quella del solo riconoscimento della responsabilità dei professionisti e quindi del riconoscimento del danno. Infatti i pazienti che chiedono un risarcimento per lesioni personali o decesso sono 10 su 10.000 e solo la metà sono quelli che lo ottengono (fonte dati Agenas e Centro gestione rischio clinico Regione Toscana 2015) contro i già citati 1.000 pazienti per 10.000 che incorrono in un evento avverso. Nel documento di programmazione per la sicurezza delle cure del servizio sanitario inglese "Patient Safety 2030" è sottolineato come promuovere la sicurezza produca effetti economici positivi riducendo i costi complessivi (ad es. durata dei ricoveri) legati agli errori e non soltanto i costi legati ai sinistri. Ancora più recentemente, nella Who Global Consultation "Setting Priorities for Global Patient Safety" che ha visto riuniti a Firenze dal 26 al 28 settembre 2016 i massimi esperti mondiali insieme a esperti italiani, sono state individuate alcune priorità per lo sviluppo della sicurezza delle cure: sviluppare sistemi di segnalazione e apprendimento per imparare dagli incidenti anche minori, realizzare il cambiamento verso organizzazioni più affidabili grazie al coinvolgimento attivo dei pazienti, sviluppare la formazione e la valutazione della performance mediante simulazione, contestualizzare le pratiche per la sicurezza del paziente (raccomandate ed evidence based) in base alle priorità ed alle caratteristiche locali per renderle applicabili in maniera efficace. La nuova legge coglie completamente le indicazioni europee e internazionali sull'importanza di ragionare in termini di sicurezza complessiva delle cure, fissando nei suoi articoli alcuni punti chiave da applicare nel Sistema sanitario nazionale: l'individuazione di una chiara filiera organizzativa per la sicurezza delle cure dal livello centrale nazionale a quello regionale e aziendale con la definizione di un Osservatorio a livello centrale e di Centri regionali in un sistema di coordinamento a rete (articolo 3); il consolidamento di un legame inscindibile tra sviluppo della sicurezza delle cure e applicazione delle linee guida e delle buone pratiche clinico-assistenziali certificate da società scientifiche accreditate dal livello centrale (articolo 5), l'affermazione dell'importanza delle competenze di chi svolge a livello aziendale la funzione di clinical risk manager (articolo 16). Un punto chiave per lo sviluppo della cultura della sicurezza è rappresentato dall'articolo 16 in riferimento al fatto che i verbali e gli atti conseguenti all'attivita di gestione del rischio clinico non possono essere acquisiti o utilizzati nell'ambito di procedimenti giudiziari, separando così una volta per tutte il tema del miglioramento della sicurezza dell'organizzazione da quello della definizione delle SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 07/03/2017 - 07/03/2017 48 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Il risk manager: Italia all'avanguardia 07/03/2017 Pag. 1 N.8 - 7 marzo 2017 tiratura:40000 SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 07/03/2017 - 07/03/2017 49 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato responsabilità dei professionisti. Soprattutto per questo la nuova legge segna un passaggio storico per la sicurezza dei pazienti e per l'intero sistema sanitario, e pone il nostro paese al livello dei più evoluti Paesi europei. Riccardo Tartaglia direttore Centro gestione rischio clinico e sicurezza delle cura Regione Toscana Sara Albolino coordinatrice Who collaborating centre on Human factors and communication for patient safety 07/03/2017 Pag. 1 N.8 - 7 marzo 2017 tiratura:40000 Lucilla Vazza VAZZA A PAG. 5 Fnom: stop alla medicina difensiva L'approvazione della legge Gelli avrà effetti concreti sull'operato dei sanitari, a partire dai medici? E come cambierà il rapporto tra medico e paziente? Lo chiediamo a Roberta Chersevani , medico radiologo e presidente della Fnomceo. Presidente nel suo ruolo istituzionale rappresenta tutti i medici, ne incarna lo spirito. Che cosa cambierà nei prossimi mesi per i camici bianchi? La relazione medico-paziente è alla base della nostra professione, è quella che ti consente di avere davanti una persona che ti si affida. E per questo abbiamo cambiato il titolo di questo disegno di legge dal tecnico e freddo «disposizioni in materia di responsabilità professionale» a «disposizioni in materia di sicurezza delle cure». Con un'impostazione diversa, l'abbiamo messo in chiave positiva. Abbiamo posto le basi per un nuovo percorso. Parliamo di sicurezza non solo delle cure, ma della persona assistita, che è fondamentale, perché se salta la sicurezza cominciano i problemi. E poi comunque nel titolo abbiamo mantenuto la materia della responsabilità professionale, perché poi la legge regola questo. Se riusciamo a dare una maggiore sicurezza al paziente, posto che gli errori esistono ed esisteranno sempre nella medicina per la sua complessità, gli eventi avversi saranno molto di meno, perché stiamo dando finalmente valore a tutto ciò che può condurre all'errore stesso puntando molto sul risk management. Su tutto quel percorso di riconoscimento dei fattori di rischio, degli eventuali "quasierrori", delle condizioni che potrebbero portare all'errore. Questo già esiste in parte, ma adesso diventa legge. Quindi il paziente è sicuramente più protetto, ma allo stesso tempo anche il medico avrà meno ansia. Si ridurrà davvero il ricorso alla medicina difensiva? L'entità della medicina difensiva, di cui tanto parliamo, non è così chiara, però la tendenza tra chi deve curare è sicuramente quella di fare "un po' di più", così è sicuro di fare meglio per il paziente. Ma, nel momento in cui il problema è la sostenibilità del sistema sanitario, quel "tanto di più" non lo possiamo più fare. Con le nuove regole del Ddl Gelli, il paziente è più sicuro perché c'è un percorso di prevenzione del rischio e il medico è più sereno e più libero mentalmente di prescrivere, diagnosticare e decidere senza il peso di condizionamenti. L'obbligo assicurativo migliorerà il quadro? Dopo la legge Balduzzi è venuto a mancare un secondo regolamento che non è mai stato fatto. Il problema assicurativo è diventato appunto "un problema" ed è per questo che riceviamo in Fnom molte richieste di chiarimento da parte dei colleghi. Con la nuova legge si colmano queste lacune con indicazioni molto chiare. C'è grande attesa insomma tra i medici per questo provvedimento... I medici lo vedono come una legge che fa ordine in una materia pericolosa e difficile. Ho raccolto le perplessità dei liberi professionisti, che rientrerebbero in una situazione contrattuale rispetto ai medici della dipendenza che sono in una situazione "extracontrattuale". Sono due posizioni diverse. Perché per i liberi professionisti è prevista la prescrizione a dieci anni e l'inversione dell'onere della prova. Mentre i medici del Ssn hanno anche la copertura dell'assicurazione dell'azienda per cui lavorano, in una situazione di tipo extracontrattuale, ma devono comunque assicurarsi. La legge prevede anche l'istituzione degli osservatori per il rischio clinico in ogni Regione e di responsabili in ogni struttura. Sarà possibile farlo senza che siano previste risorse aggiuntive? La legge è articolata e prevede un ampio ventaglio di novità: l'osservatorio nazionale, i centri per l'osservazione del rischio e poi il lavoro sulle società scientifiche. Tanta carne al fuoco. Percorsi utilissimi, ma che sia possibile realizzarli senza oneri aggiuntivi per la finanza pubblica, mi preoccupa. Ma questi osservatori sono indispensabili per la prevenzione. Si potrà fare a costo zero? Non lo so. Ci deve essere il risk manager, che in molte strutture è già presente. Ora la legge lo prevede per tutte le strutture. Le novità devono essere messe in pratica con un po' di tempo. La nuova normativa avrà effetti anche nel rapporto tra medici e infermieri e professioni sanitarie in generale? Come Fnomceo abbiamo avviato un tavolo di collaborazione con Ipasvi ed è un fatto positivo. È chiaro che se si riconoscono meglio i criteri della SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 07/03/2017 - 07/03/2017 50 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Fnom: stop alla medicina difensiva 07/03/2017 Pag. 1 N.8 - 7 marzo 2017 tiratura:40000 SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 07/03/2017 - 07/03/2017 51 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato responsabilità di chi opera, la collaborazione sarà sempre migliore. Poi va detta una cosa, che nella realtà, sui posti di lavoro non ci sono questi grandi problemi. Ognuno fa quello che sa di poter fare, senza invasioni di campo. È più la politica, la politica sindacale, che tende a volte a stigmatizzare i rapporti tra medici e infermieri. Ma la realtà di chi lavora è abbastanza chiara e serena. Raramente mi arrivano segnalazioni di situazioni in cui uno chiede all'altro o imputa all'altro posizioni non corrette. I rapporti anche a livello di ordini e collegi sono buoni. E credo che si potrà andare sempre verso una situazione migliore. Con una maggiore mediazione e apertura sui vari aspetti che prima ci vedevano più divisi. Cosa cambierà per la Medicina generale e le cure sul territorio? Credo che negli ultimi anni abbiamo importato dall'America una certa cultura del contenzioso, che prima da noi riguardava limitatamente certi ambiti. E adesso ci sono situazioni che riguardano anche i medici di medicina generale, storicamente meno coinvolti in queste vicende. La crisi ha aumentato l'esasperazione e i conflitti. Questa legge porterà chiarezza e farà bene a tutti. Medici e pazienti. 07/03/2017 Pag. 1 N.8 - 7 marzo 2017 tiratura:40000 Barbara Gobbi GOBBI A PAG. 4 Gelli: decisiva la prevenzione Una norma che va "giudicata" nella sua complessità, non nei dettagli. E «se poi ci sarà bisogno di intervenire, si provvederà». Federico Gelli , relatore alla Camera, è convinto che la forza della "sua" legge sia nell'aver ridefinito la cornice e le regole complessive di un sistema che non tutelava più adeguatamente né i pazienti né i professionisti. Onorevole Gelli, chi vince e chi perde con questa legge? Vincono i cittadini ma anche i professionisti. È una legge sufficientemente bilanciata da riportare le regole e il rapporto medico-paziente nel giusto equilibrio. Perdono la burocrazia, il contenzioso, la medicina difensiva. E cioè tutti quei fenomeni patologici che nel corso degli ultimi 20 anni sono andati sviluppandosi per un sistema che era uscito dal controllo e dal percorso fisiologico e che aveva reso il clima di tensione e spesso di persecuzione del professionista e di possibilità di ricevere un risarcimento. Come sintetizzare la legge? «Al paziente va l'onere della prova»? Non è così. Per il cittadino rimane la strada principale, e fondamentale, di azione nei confronti della struttura. L'onere della prova è a carico dell'azienda, quindi per il paziente nulla cambia. Se poi non si dovesse accontentare, in ambito civile, del risarcimento che la struttura può fornire, il cittadino può cimentarsi anche nei confronti del singolo o di più professionisti. Giustificando, e qui scatta l'inversione dell'onere della prova, il perché voglia "aggredire" anche il singolo sanitario. Solo in questo caso c'è l'inversione dell'onere della prova, e scattano la responsabilità extracontrattuale e la prescrizione sarà a 5 anni. Si può con certezza dire che si otterrà un abbattimento del contenzioso? Questa è una legge quadro: non vanno considerati solo gli aspetti procedurali e giudiziari, che si valuteranno attraverso un'applicazione giurisprudenziale vera, con l'interpretazione della norma. Dopodiché io dico che il pilastro fondamentale per abbattere il contenzioso è la prevenzione. Il punto di forza della norma sta nel rendere obbligatorio in tutte le strutture, pubbliche e private, un modello organizzativo di risk management. Se i professionisti impareranno attraverso questa legge a prevenire il rischio, a individuare l'evento sentinella, a lavorare sulla loro formazione perché da un semi errore non si passi all'errore a carico del paziente, scatterà una vera e propria rivoluzione culturale. Il tutto dovrà avvenire a costo zero... Dove esistono, le realtà di risk management hanno dimostrato che non si pone un problema di natura economica, ma una questione di scelte e di priorità. Ciò che serve è un investimento organizzativo. Con questa legge, di fatto, introduciamo nel mansionario di tutti gli operatori della sanità un vincolo che prima non c'era e che era solo discrezionale. D'ora in poi, il professionista sa che deve dedicare una parte della sua formazione anche alla sicurezza delle cure. Poi si tratterà di mettersi in rete e di elaborare un piano di prevenzione attraverso un coordinatore delle attività, che è il risk manager. Il contenzioso diminuirà, perché all'origine ci saranno molti meno errori. Le linee guida saranno lo spartiacque della responsabilità? Intanto va detto che questa legge va finalmente a normare un aspetto fondamentale, riuscendo dove l'Italia ha fallito fin dal primo tentativo del sistema nazionale linee guida del 2004. Ma sappiamo anche che le linee guida non possono essere l'unica esimente per la "deresponsabilizzazione" del professionista. Andranno considerate le buone pratiche clinico assistenziali, le competenze, la storia del singolo sanitario. Questi aspetti nel loro complesso non potranno che essere valutati dal giudice quando dovrà decidere se è stato commesso un errore grave o se non è stato commesso, se l'essersi attenuti alle linee guida sia stato un elemento sufficiente o meno. Come si esce dal caro-polizze? La legge alleggerisce i medici dal cosiddetto "primo rischio", che ora è a carico dell'azienda. L'unica polizza che viene richiesta al professionista è quella per l'azione di rivalsa, ammessa solo in caso di colpa grave. E questa polizza "costa poco", visto il tetto massimo di tre annualità lorde fissato dall'articolo 9. Da una simulazione con l'Ania appare che il costo, pure se proporzionato alla retribuzione lorda, è pur sempre limitato per polizze anche cumulative: nel caso di un giovane infermiere neo assunto, sarà di 50SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 07/03/2017 - 07/03/2017 52 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Gelli: decisiva la prevenzione 07/03/2017 Pag. 1 N.8 - 7 marzo 2017 tiratura:40000 SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 07/03/2017 - 07/03/2017 53 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato 100 euro l'anno. Per il medico neo assunto, si va sui 300-400 euro l'anno. E il chirurgo che oggi paga fino a 18mila euro l'anno, potrà assicurarsi anche con 500 euro. In ogni caso, le assicurazioni saranno felici di questo sistema di polizze erga omnes... Credo che il loro interesse fosse entrare nel mercato sanitario come garanti del rischio delle strutture. Ciò a mio avviso potrà avvenire con il passare degli anni: prevediamo che con gradualità le varie forme di autoassicurazione che si sono sviluppate negli ultimi anni, vedranno un ritorno alla polizza tradizionale. Tabelle risarcitorie: si fa riferimento al codice delle assicurazioni private. La volontà politica è che le tabelle di riferimento siano quelle aggiornate, previste nel Ddl Concorrenza. Ma nella ipotesi che non trovasse applicazione, al Senato è stato inserito il riferimento al codice delle assicurazioni private. Tornando alla colpa, mandate in soffitta il decreto Balduzzi... È la verità: sulla responsabilità penale c'era bisogno di fare chiarezza, e quanto è scritto nella nostra legge è in linea con la giurisprudenza più innovativa che si è andata affermando in questi anni. E cioè che la specificità del professionista è legata alla sua perizia. Non ce la siamo sentita di "forzare", introducendo anche gli altri due requisiti per la definizione di colpa e cioè la negligenza e l'imprudenza. Ha prevalso l'atteggiamento di maggior tutela verso i cittadini, perché è l'imperizia che contraddistingue e tipizza la specificità di un medico e di un operatore sanitario. Io voglio valutare il professionista rispetto alle sue capacità e competenze, non rispetto a negligenza e imprudenza. Un medico che va ubriaco in sala operatoria non può essere tutelato. E per quanto riguarda la distinzione tra gradi di colpa? Anche lì, non ci siamo permessi di arrivare noi a descrivere quando è colpa grave, lieve o media. Lì interverranno la giurisprudenza e il diritto. Per noi la colpa è colpa, ed è esclusa solo in caso di imperizia e quando siano state rispettate le buone linee e le buone pratiche. 07/03/2017 Pag. 1 N.8 - 7 marzo 2017 tiratura:40000 (r.tu.) TURNO A PAG. 4 Colletti: regali solo a compagnie e avvocati Una manna per le compagnie assicurative, un extralusso aggiuntivo per stuoli di avvocati e di studi legali sempre più agguerriti a caccia di cause per presunti o veri che siano errori medici. Altro che, insomma, sicurezza in più per i pazienti e garanzia per medici e infermieri: loro anzi ci perderanno di sicuro. E la matassa della nuova legge sulla responsabilità professionale degli operatori sanitari finirà così per rivelarsi un guazzabuglio inestricabile e senza fine. È quanto prevede il deputato M5S Andrea Colletti , 36 anni, abruzzese di Pescara, avvocato civilista. «Non ho dubbi - afferma - il contenzioso si moltiplicherà». Insomma: tutto sbagliato, tutto da rifare. Colletti, giudizi tranchant quelli dei 5Stelle: da dove cominciamo? Non crede che mettere mano alla medicina difensiva, scopo non ultimo della legge, sia già almeno una buona base di partenza? Diciamo che quella della lotta alla medicina difensiva con questa legge è una vera e propria fake news. Ci sono studi americani, dove è nato il problema, che hanno dimostrato come in realtà nessun medico attua in coscienza la medicina difensiva anche perché spesso ci viene detto che vengono fatti esami inutili a causa della medicina difensiva: ma se un esame è inutile, sarà inutile anche ai fini dei costi o che ministero e Regioni per risparmiare non vogliono "passare" ai pazienti. Dunque sgombriamo il campo dal tema della medicina difensiva. Anzi, teoricamente più esami vengono fatti, meglio è per i pazienti. E allora, perché tutto questo? Il tema secondo vari studi Usa è portato avanti soprattutto dalle compagnie assicurative negli Stati Uniti, dove i risarcimenti danni per cause di responsabilità medica sono molto ma molto superiori che da noi. Inoltre non ci sono dati ministeriali che affermino un aumento di cause civili contro i medici. Il ministero non li ha mai presi in considerazione. Anzi da avvocato posso affermare che difficilmente il difensore di un danneggiato citerà oltre alla struttura pubblica anche il medico: avrebbe due o più controparti e se perdesse la causa rischierebbe di dover pagare oltre alle spese legali più controparti. Inoltre tutti sanno che, citando un medico, colui che decide la causa è un altro medico, che è molto in difficoltà nel dare torto a un proprio collega. Diciamo che c'è un certo spirito di corpo, una colleganza malsana in queste tematiche. Diceva della sua esperienza da avvocato... Ho citato i medici più o meno solo nel 2-3% dei casi. Soprattutto quando la struttura privata era a rischio fallimento e non avrebbe potuto pagare. Il vero problema è che con le nuove norme c'è quasi un obbligo di citare medici e infermieri anche civilmente, col risultato di accrescere il contenzioso, non di diminuirlo. Intanto le polizze costano sempre di più e pagarle sta diventando proibitivo. Certo. E questo è un problema di mancato controllo da parte dello Stato e di competizione mancata tra le compagnie assicurative, dove vige è un oligopolio. Per questo dovrebbe intervenire lo Stato. L'azione di rivalsa cambia pelle... C'è per le strutture private nei confronti dei medici ed esiste la responsabilità erariale per le strutture pubbliche a carico di medici e infermieri. Il problema è che i medici, piuttosto che subire azioni di rivalsa, vengano citati direttamente nelle cause iniziate dai danneggiati contro le strutture private o le aziende pubbliche. Diventando compartecipi molto più di adesso. Dire che la legge non va bene, dunque, sarebbe solo un eufemismo. Ci sembra più un favore alle compagnie di assicurazione che un favore ai medici. Di sicuro va contro gli interessi dei danneggiati perché diminuiscono di molto i risarcimenti. E va anche contro gli interessi di medici e infermieri con un aumento di contenzioso a loro carico. Ma i sindacati medici sono d'accordo . I sindacati fanno i loro giochi sindacali, diciamo così. Basta leggere la legge. Come dove, all'articolo 8, dice che c'è la partecipazione obbligatoria di tutte le parti alla fase del 696-bis: senza specificarlo, il giudice teoricamente dovrà obbligare coattivamente a partecipare medici e infermieri. Che a loro volta saranno obbligati a nominare un avvocato che li difenda. In realtà il gioco è più sindacale e gli stessi sindacati in ambiti diversi possono avere conflitti d'interesse con le compagnie assicurative, per esempio con i corsi di formazione. Non so se i sindacati hanno letto SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 07/03/2017 - 07/03/2017 54 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Colletti: regali solo a compagnie e avvocati 07/03/2017 Pag. 1 N.8 - 7 marzo 2017 tiratura:40000 SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 07/03/2017 - 07/03/2017 55 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato correttamente la norma. Da un lato la responsabilità extracontrattuale al medico, dall'altro al medico si rimanda la responsabilità nei confronti della struttura. In realtà nulla cambia per il medico, anzi verrà citato e nominerà un avvocato. Pagandolo. Le linee guida saranno decisive. Il problema è chi le fa, le linee guida, chi ne controlla il valore, i possibili conflitti di interesse tra chi le predispone e altri eventuali altri interessati, come le aziende farmaceutiche e biomedicali. Chi farà il controllo di qualità? Con quale criterio saranno elaborate? Sembra che si seguirà un criterio quasi "numerico": più associati si hanno, più quelle date linee guida hanno valore. Ma quando mai? Nessun criterio qualitativo? Sarebbe stato molto meglio lasciarle in mano pubblica piuttosto che elaborarle prendendo spunto anche da linee guida internazionali. Un altro aspetto da censurare? La questione giuridica. La legge è stata scritta davvero molto male e creerà un forte contenzioso già solo per la sua interpretazione. Anche per la responsabilità penale: è scritta così male che anche io come avvocato non le so dire il tipo di responsabilità per il medico o l'infermiere né con certezza il tipo di imputabilità. Se per colpa grave sarà responsabile o no. Grandi affari per gli avvocati. Essenzialmente sì, posso dirlo da avvocato. Farà crescere il contenzioso e, ripeto, medici e infermieri pagheranno di più. Mentre i danneggiati avranno minori risarcimenti. Per tornare da dove abbiamo cominciato, non è questione di medicina difensiva... 07/03/2017 Pag. 10 N.8 - 7 marzo 2017 tiratura:40000 Nella Pa restyling a passo di marcia Cosa cambia dalle assunzioni ai contratti atipici, dagli interventi disciplinari ai concorsi Il tagliando di manutenzione di una legge vecchia 23 anni Le misure a sostegno dei lavoratori con disabilità Stefano Simonetti Prosegue la lunga marcia della decretazione delegata dalla legge 124/2015. Molti, compresa la ministra, hanno affermato che con le deliberazioni del Consiglio dei ministri del 24 febbraio «si conclude l'iter di approvazione delle deleghe legislative». Non è esattamente così perché i decreti delegati dovranno completare il lungo percorso (e qualche insidia uscirà da Intesa in Conferenza S/R, parere del Consiglio di Stato, parere delle competenti commissioni parlamentari) e, soprattutto, perché rispetto ai ventuno punti di delega contenuti nell'articolo 17 della legge n. 124 ne mancano all'appello ben sette tra i quali alcuni relativi a delicatissime materie come i contenuti innovativi dei concorsi, la soppressione del voto minimo di laurea, il catalogo delle competenze, il ricambio generazionale e, principalmente, il rafforzamento della separazione tra indirizzo politico e gestione. Peraltro il termine di 18 mesi per esercitare le deleghe è ormai scaduto per cui quelle materie si deve ritenere che non saranno più oggetto di disciplina. Senza contare che non si hanno notizie della delega ex articolo 11 (quella sulla dirigenza) e se davvero il Governo dovesse seguire il suggerimento del Consiglio di Stato - trasformare cioè il testo del decreto abortito in un Ddl autonomo svincolato dalla delega ma anche da tutti i passaggi sopra ricordati - sarebbe molto grave dal punto di vista dei rapporti istituzionali e, comunque, infrangerebbe il quadro unitario e sistemico della cosiddetta "riforma". A quest'ultimo proposito, c'è da restare allibiti per il rilievo che ha ottenuto sui media il decreto: la Rai ha parlato di «rivoluzione per gli statali» e tutta la stampa ha inneggiato alle soluzioni ideate dalla "riforma Madia" forse perché sono state approvate in contemporanea ai noti fatti di cronaca con i quali è inevitabile effettuare un collegamento eziologico. Che di riforma non si tratti è palese, sia dal punto di vista formale (il titolo della stessa legge 124/2015 parla di semplice «riorganizzazione») ma soprattutto sostanziale perché sarà molto difficile che le soluzioni approntate nel decreto possano risolvere gli annosi problemi che tutti conosciamo: non sarà il passaggio delle visite fiscali all'Inps a stroncare l'assenteismo, non sarà il nuovo procedimento disciplinare a riportare etica e legalità tra i dipendenti pubblici ma, soprattutto, non sarà una (ennesima) sanatoria secca dei precari a prevenire e gestire il fenomeno del precariato. Altro che "modifiche strettamente necessarie", "coerenza giuridica, logica e sistematica", "risoluzione delle antinomie"! In fondo il decantato testo unico sul pubblico impiego altro non è che un maquillage del testo del 2001 e l'utilizzo del famigerato strumento della novellazione a pettine su materie scelte in modo molto random è quanto di più lontano si possa pensare dal concetto di riforma. Il testo di cui ci occupiamo è quindi un "tagliando" di manutenzione di una legge che ha ormai 23 anni ed è stata modificata innumerevoli volte e risponde, da un lato, ad alcuni principi di delega e, dall'altro, agli impegni assunti - non va dimenticato - con il Protocollo sindacale del 30 novembre scorso; sono altresì presenti norme che sistematizzano materie già oggetto di intervento legislativo, come la ripartizione delle competenze tra Funzione pubblica e Anac in tema di valutazione; infine norme completamente nuove quali la sanatoria dei precari. A quest'ultimo proposito sorge spontanea la perplessità in merito a un possibile eccesso di delega. I decreti approvati in via preliminare il 24 febbraio sono due: il primo apporta molte modifiche al decreto legislativo 165/2001 e contiene anche qualche intervento estraneo alla delega. Il secondo è dedicato allo specifico tema della valutazione. Di quest'ultimo provvedimento ha colpito molto la eliminazione della piramide gaussiana di Brunetta - quella che stabiliva per il sistema premiante percentuali blindate del 25, 50 e 25% - ma la questione non coinvolge assolutamente la sanità. Infatti fin dal 2009 era previsto ai sensi dell'articolo 31 del Dlgs 150/2009 un regime specifico per il Ssn molto meno rigoroso e ottuso. È solo il caso di ricordare che in pochi anni è la quarta volta che il legislatore tenta di semplificare e SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 07/03/2017 - 07/03/2017 56 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato RIFORMA MADIA/ Approvati da Palazzo Chigi i Dlgs su Testo unico e valutazione delle performance 07/03/2017 Pag. 10 N.8 - 7 marzo 2017 tiratura:40000 SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 07/03/2017 - 07/03/2017 57 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato migliorare il sistema di valutazione. Il testo si compone di 19 articoli ed è lo stralcio della lettera r) dell'articolo 17 della legge n. 124. Molte delle disposizioni non sono direttamente applicabili al Ssn ma fungono da punto di riferimento per l'adeguamento che le Regioni dovranno obbligatoriamente effettuare. Di particolare rilievo sono i nuovi compiti degli Organismi indipendenti di valutazione (Oiv) già peraltro disciplinati dal Dpr 106/2016, attuativo della legge 114/2014. Tornando al decreto principale, proviamo ad analizzare a caldo le principali novità non dimenticando che il testo è tutt'altro che definitivo visto che dall'Intesa e dai pareri c'è plausibilmente da aspettarsi molte modifiche. I primi diciannove articoli contengono modifiche e integrazioni alle norme del decreto n. 165. Vengono di nuovo rafforzate le prerogative dirigenziali dopo il cedimento del 2013 che aveva concesso l'esame congiunto su fatti organizzativi ( articolo 2 ). Si interviene sulla mobilità volontaria prevedendo che il contratto collettivo nazionale possa integrare le modalità e i criteri generali già contenuti nell'articolo 30 ( articolo 3 ). Il lunghissimo articolo 4 affronta la materia delle assunzioni e, dopo alcuni riallineamenti terminologici, affida le politiche di reclutamento a linee guida della Funzione pubblica che, per il Ssn, sono da adottare previa Intesa in Conferenza Stato-Regioni e di concerto con il ministro della Salute. Forse poteva essere osato di più in tema di superamento della dotazione organica. Nel successivo articolo 5 si tratta del lavoro atipico (Co.Co.Co. e contratti d'opera): la problematica è oltremodo complessa e va coordinata con il decreto 81/2015, uno dei decreti del Jobs act. Tenuto inoltre conto che il regime pregresso delle collaborazioni è prorogato per tutto il 2017, si ritiene opportuno rinviare ogni tipo di valutazione di merito al momento in cui il nuovo contesto normativo sarà a regime. Passiamo ai concorsi, dove cominciano a rilevarsi seri problemi. L' articolo 6 sancisce la «possibilità di individuare idonei in numero non superiore al trenta per cento dei posti messi a concorso, con arrotondamento all'unità superiore». Poiché si rivolge a tutte le pubbliche amministrazioni, va affermato senza mezzi termini che nelle aziende sanitarie questa previsione è semplicemente impossibile da attuare. Mi auguro che gli estensori della norma la rileggano più volte e ne simulino l'applicazione in un concorso per dirigente cardiochirurgo o per gli infermieri. Comunque la delega indicava di intervenire anche su «effettiva segretezza dei temi di esame», «misure di pubblicità», «forme di preselezione dei componenti delle commissioni», «riduzione dei termini di validità delle graduatorie», tutti aspetti di cui non c'è traccia nel testo. Con l' articolo 8 si semplifica la vita alle amministrazioni in tema di anagrafe delle prestazioni, benché la legge delega non avesse detto nulla sul tema. L' articolo 9 riguarda il lavoro flessibile e va letto in modo coordinato con il recente Milleproroghe. La questione del lavoro flessibile è da anni nel caos più totale soprattutto perché il legislatore continua a non distinguere tra lavoro flessibile (lavoro subordinato) e forme atipiche di lavoro (lavoro autonomo o parasubordinato), vera criticità del precariato. Del tutto nuova la materia delle misure di sostegno alla disabilità contenute nell' articolo 10 . L' articolo 11 si occupa della contrattazione e riguardo al contestato articolo 40, comma 3-ter, regolamenta, contingentandolo, lo strumento di auto-definizione di una materia da parte dell'amministrazione qualora sia impossibile raggiungere un accordo. Il principio non discende dalla legge delega ma dagli impegni assunti con le Confederazioni il 30 novembre. Infine è stata specificata (modificando il comma 2 dell'articolo 40 del vecchio 165) l'istituzione di un'area contrattuale (e non più solo di una «apposita sezione») per la dirigenza del ruolo sanitario. Questa disposizione è anomala perché la promozione ad area era già stata fatta dal Ccnq del 13 luglio 2016 e appare francamente irrituale che una legge vigente sia modificata da un atto pattizio che poi viene ratificato a cose fatte da una successiva nuova legge, senza tra l'altro alcuna delega specifica. Le modifiche al decreto 165 si concludono con corposi interventi sul procedimento disciplinare ( articoli 13-17 ) i quali sono tanto interessanti e complessi da meritare un successivo approfondimento separato. L'articolo 18 istituisce il polo unico per le visite fiscali, dal quale ci si aspettano miracoli. Dopo le modifiche al 165 troviamo tre articoli avulsi dalla delega che appaiono interessanti. Il decreto all' articolo 20 introduce una sanatoria come quelle che si facevano un tempo (l'ultima di tale potata risale addirittura al 1985). L'inquadramento diretto non riguarda però i medici e c'è da supporre che ciò creerà non pochi 07/03/2017 Pag. 10 N.8 - 7 marzo 2017 tiratura:40000 SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 07/03/2017 - 07/03/2017 58 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato problemi al Governo. Il comma 10 conferma l'indizione delle procedure concorsuali straordinarie «per il personale medico, tecnico-professionale e infermieristico del Servizio sanitario nazionale», la cui efficacia è prorogata al 31 dicembre 2018 per l'indizione delle procedure concorsuali straordinarie, al 31 dicembre 2019 per la loro conclusione e al 31 ottobre 2018 per la stipula di nuovi contratti di lavoro flessibile ai sensi del comma 542 della legge 28 dicembre 2015, n. 208. Tali disposizioni continuano a non voler dire assolutamente nulla ma l'occasione almeno poteva servire per correggere quel fantasioso riferimento al personale «tecnicoprofessionale». L' articolo 23 introduce una, per ora, non meglio specificata sperimentazione sul salario accessorio. 07/03/2017 Pag. 2 N.8 - 7 marzo 2017 RESPONSABILITÀ PROFESSIONALE tiratura:40000 Pubblichiamo il testo della legge «Disposizioni in materia di sicurezza delle cure e della persona assistita nonché in materia di responsabilità professionale degli esercenti le professioni sanitarie», approvato il 28 febbraio scorso in seconda lettura dalla Camera dei deputati. Nei 18 articoli, il testo affronta e disciplina i temi della sicurezza del- le cure e del rischio sanitario, della responsabilità dell'esercente la professione sanitaria pubblica o privata, le modalità e caratteristiche dei procedimenti aventi a oggetto la responsabilità sanitaria, l'obbligo di assicurazione e l'istituzione del Fondo di garanzia per i soggetti danneggiati da responsabilità sanitaria. Articolo 1 X Sicurezza delle cure in sanità 1. La sicurezza delle cure è parte costitutiva del diritto alla salute ed è perseguita nell'interesse dell'individuo e della collettività. 2. La sicurezza delle cure si realizza anche mediante l'insieme di tutte le attività finalizzate alla prevenzione e alla gestione del rischio connesso all'erogazione di prestazioni sanitarie e l'utilizzo appropriato delle risorse strutturali, tecnologiche e organizzative. 3. Alle attività di prevenzione del rischio messe in atto dalle strutture sanitarie e sociosanitarie, pubbliche e private, è tenuto a concorrere tutto il personale, compresi i liberi professionisti che vi operano in regime di convenzione con il Servizio sanitario nazionale. Articolo 2 X Attribuzione della funzione di garante per il diritto alla salute al Difensore civico regionale o provinciale e istituzione dei Centri regionali per la gestione del rischio sanitario e la sicurezza del paziente 1. Le Regioni e le Province autonome di Trento e di Bolzano possono affidare all'ufficio del Difensore civico la funzione di garante per il diritto alla salute e disciplinarne la struttura organizzativa e il supporto tecnico. 2. Il Difensore civico, nella sua funzione di garante per il diritto alla salute, può essere adito gratuitamente da ciascun soggetto destinatario di prestazioni sanitarie, direttamente o mediante un proprio delegato, per la segnalazione di disfunzioni del sistema dell'assistenza sanitaria e sociosanitaria. 3. Il Difensore civico acquisisce, anche digitalmente, gli atti relativi alla segnalazione pervenuta e, qualora abbia verificato la fondatezza della segnalazione, interviene a tutela del diritto leso con i poteri e le modalità stabiliti dalla legislazione regionale. 4. In ogni Regione è istituito, con le risorse umane, strumentali e finanziarie disponibili a legislazione vigente e comunque senza nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica, il Centro per la gestione del rischio sanitario e la sicurezza del paziente, che raccoglie dalle strutture sanitarie e sociosanitarie pubbliche e private i dati regionali sui rischi ed eventi avversi e sul contenzioso e li trasmette annualmente, mediante procedura telematica unificata a livello nazionale, all'Osservatorio nazionale delle buone pratiche sulla sicurezza nella sanità, di cui all'articolo 3. 5. All'articolo 1, comma 539, della legge 28 dicembre 2015, n. 208, è aggiunta, in fine, la seguente lettera: « d-bis) predisposizione di una relazione annuale consuntiva sugli eventi avversi verificatisi all'interno della struttura, sulle cause che hanno prodotto l'evento avverso e sulle conseguenti iniziative messe in atto. Detta relazione è pubblicata nel sito internet della struttura sanitaria». Articolo 3 X Osservatorio nazionale delle buone pratiche sulla sicurezza nella sanità 1. Entro tre mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge, con decreto del ministro della Salute, previa intesa in sede di Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le Regioni e le Province autonome di Trento e di Bolzano, è istituito, senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica, presso l'Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali (Agenas), l'Osservatorio nazionale delle buone pratiche sulla sicurezza nella sanità, di seguito denominato «Osservatorio». 2. L'Osservatorio acquisisce dai Centri per la gestione del rischio sanitario e la sicurezza del paziente, di cui all'articolo 2, i dati regionali relativi ai rischi ed eventi avversi nonché alle cause, all'entità, alla frequenza e all'onere finanziario del contenzioso e, anche mediante la predisposizione, con l'ausilio delle società scientifiche e delle associazioni tecnico-scien- tifiche delle professioni sanitarie di cui all'articolo 5, di linee di indirizzo, individua idonee misure per la prevenzione e la gestione del rischio sanitario e il monitoraggio delle buone pratiche per la sicurezza delle cure nonché per la formazione e l'aggiornamento del personale esercente le SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 07/03/2017 - 07/03/2017 59 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato La nuova sicurezza delle cure 07/03/2017 Pag. 2 N.8 - 7 marzo 2017 RESPONSABILITÀ PROFESSIONALE tiratura:40000 SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 07/03/2017 - 07/03/2017 60 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato professioni sanitarie. 3. Il ministro della Salute trasmette annualmente alle Camere una relazione sull'attività svolta dall'Osservatorio. 4. L'Osservatorio, nell'esercizio delle sue funzioni, si avvale anche del Sistema informativo per il monitoraggio degli errori in sanità (Simes), istituito con decreto del ministro del Lavoro, della salute e delle politiche sociali 11 dicembre 2009, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 8 del 12 gennaio 2010. Articolo 4 X Trasparenza dei dati 1. Le prestazioni sanitarie erogate dalle strutture pubbliche e private sono soggette all'obbligo di trasparenza, nel rispetto del codice in materia di protezione dei dati personali, di cui al decreto legislativo 30 giugno 2003, n. 196. 2. La direzione sanitaria della struttura pubblica o privata, entro sette giorni dalla presentazione della richiesta da parte degli interessati aventi diritto, in conformità alla disciplina sull'accesso ai documenti amministrativi e a quanto previsto dal codice in materia di protezione dei dati personali, di cui al decreto legislativo 30 giugno 2003, n. 196, fornisce la documentazione sanitaria disponibile relativa al paziente, preferibilmente in formato elettronico; le eventuali integrazioni sono fornite, in ogni caso, entro il termine massimo di trenta giorni dalla presentazione della suddetta richiesta. Entro novanta giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge, le strutture sanitarie pubbliche e private adeguano i regolamenti interni adottati in attuazione della legge 7 agosto 1990, n. 241, alle disposizioni del presente comma. 3. Le strutture sanitarie pubbliche e private rendono disponibili, mediante pubblicazione nel proprio sito internet, i dati relativi a tutti i risarcimenti erogati nell'ultimo quinquennio, verificati nell'ambito dell'esercizio della funzione di monitoraggio, prevenzione e gestione del rischio sanitario (risk management) di cui all'articolo 1, comma 539, della legge 28 dicembre 2015, n. 208, come modificato dagli articoli 2 e 16 della presente legge. 4. All'articolo 37 del regolamento di polizia mortuaria, di cui al decreto del Presidente della Repubblica 10 settembre 1990, n. 285, dopo il comma 2 è inserito il seguente: «2- bis . I familiari o gli altri aventi titolo del deceduto possono concordare con il direttore sanitario o sociosanitario l'esecuzione del riscontro diagnostico, sia nel caso di decesso ospedaliero che in altro luogo, e possono disporre la presenza di un medico di loro fiducia». Articolo 5 X Buone pratiche clinico-assistenziali e raccomandazioni previste dalle linee guida 1. Gli esercenti le professioni sanitarie, nell'esecuzione delle prestazioni sanitarie con finalità preventive, diagnostiche, terapeutiche, palliative, riabilitative e di medicina legale, si attengono, salve le specificità del caso concreto, alle raccomandazioni previste dalle linee guida pubblicate ai sensi del comma 3 ed elaborate da enti e istituzioni pubblici e privati nonché dalle società scientifiche e delle associazioni tecnicoscientifiche delle professioni sanitarie iscritte in apposito elenco istituito e regolamentato con decreto del ministro della Salute, da emanare entro novanta giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge, e da aggiornare con cadenza biennale. In mancanza delle suddette raccomandazioni, gli esercenti le professioni sanitarie si attengono alle buone pratiche clinico-assistenziali. 2. Nel regolamentare l'iscrizione in apposito elenco delle società scientifiche e delle associazioni tecnico-scientifiche di cui al comma 1, il decreto del ministro della Salute stabilisce: a) i requisiti minimi di rappresentatività sul territorio nazionale; b) la costituzione mediante atto pubblico e le garanzie da prevedere nello statuto in riferimento al libero accesso dei professionisti aventi titolo e alla loro partecipazione alle decisioni, all'autonomia e all'indipendenza, all'assenza di scopo di lucro, alla pubblicazione nel sito istituzionale dei bilanci preventivi, dei consuntivi e degli incarichi retribuiti, alla dichiarazione e regolazione dei conflitti di interesse e all'individuazione di sistemi di verifica e controllo della qualità della produzione tecnico-scientifica; c) le procedure di iscrizione all'elenco nonché le verifiche sul mantenimento dei requisiti e le modalità di sospensione o cancellazione dallo stesso. 3. Le linee guida e gli aggiornamenti delle stesse elaborati dai soggetti di cui al comma 1 sono integrati nel Sistema nazionale per le linee guida (Snlg), il quale è disciplinato nei compiti e nelle funzioni con decreto del ministro della Salute, da emanare, previa intesa in sede di Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le Regioni e le Province autonome di Trento e di Bolzano, con la procedura di cui all'articolo 1, comma 28, secondo periodo, della legge 23 dicembre 1996, n. 662, e successive modificazioni, entro centoventi giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge. L'Istituto superiore 07/03/2017 Pag. 2 N.8 - 7 marzo 2017 RESPONSABILITÀ PROFESSIONALE tiratura:40000 SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 07/03/2017 - 07/03/2017 61 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato di sanità pubblica nel proprio sito internet le linee guida e gli aggiornamenti delle stesse indicati dal Snlg, previa verifica della conformità della metodologia adottata a standard definiti e resi pubblici dallo stesso Istituto, nonché della rilevanza delle evidenze scientifiche dichiarate a supporto delle raccomandazioni. 4. Le attività di cui al comma 3 sono svolte nell'ambito delle risorse umane, finanziarie e strumentali già disponibili a legislazione vigente e comunque senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica. Articolo 6 X Responsabilità penale dell'esercente la professione sanitaria 1. Dopo l'articolo 590-quinquies del codice penale è inserito il seguente: «Articolo 590- sexies . - (Responsabilità colposa per morte o lesioni personali in ambito sanitario) . - Se i fatti di cui agli articoli 589 e 590 sono commessi nell'esercizio della professione sanitaria, si applicano le pene ivi previste salvo quanto disposto dal secondo comma. Qualora l'evento si sia verificato a causa di imperizia, la punibilità è esclusa quando sono rispettate le raccomandazioni previste dalle linee guida come definite e pubblicate ai sensi di legge ovvero, in mancanza di queste, le buone pratiche clinico-assistenziali, sempre che le raccomandazioni previste dalle predette linee guida risultino adeguate alle specificità del caso concreto». 2. All'articolo 3 del decreto-legge 13 settembre 2012, n. 158, convertito, con modificazioni, dalla legge 8 novembre 2012, n. 189, il comma 1 è abrogato. Articolo 7 X Responsabilità civile della struttura e dell'esercente la professione sanitaria 1. La struttura sanitaria o sociosanitaria pubblica o privata che, nell'adempimento della propria obbligazione, si avvalga dell'opera di esercenti la professione sanitaria, anche se scelti dal paziente e ancorché non dipendenti della struttura stessa, risponde, ai sensi degli articoli 1218 e 1228 del codice civile, delle loro condotte dolose o colpose. 2. La disposizione di cui al comma 1 si applica anche alle prestazioni sanitarie svolte in regime di libera professione intramuraria ovvero nell'ambito di attività di sperimentazione e di ricerca clinica ovvero in regime di convenzione con il Servizio sanitario nazionale nonché attraverso la telemedicina. 3. L'esercente la professione sanitaria di cui ai commi 1 e 2 risponde del proprio operato ai sensi dell'articolo 2043 del codice civile, salvo che abbia agito nell'adempimento di obbligazione contrattuale assunta con il paziente. Il giudice, nella determinazione del risarcimento del danno, tiene conto della condotta dell'esercente la professione sanitaria ai sensi dell'articolo 5 della presente legge e dell'articolo 590-sexies del codice penale, introdotto dall'articolo 6 della presente legge. 4. Il danno conseguente all'attività della struttura sanitaria o sociosanitaria, pubblica o privata, e dell'esercente la professione sanitaria è risarcito sulla base delle tabelle di cui agli articoli 138 e 139 del codice delle assicurazioni private, di cui al decreto legislativo 7 settembre 2005, n. 209, integrate, ove necessario, con la procedura di cui al comma 1 del predetto articolo 138 e sulla base dei criteri di cui ai citati articoli, per tener conto delle fattispecie da esse non previste, afferenti alle attività di cui al presente articolo. 5. Le disposizioni del presente articolo costituiscono norme imperative ai sensi del codice civile. Articolo 8 X Tentativo obbligatorio di conciliazione 1. Chi intende esercitare un'azione innanzi al giudice civile relativa a una controversia di risarcimento del danno derivante da responsabilità sanitaria è tenuto preliminarmente a proporre ricorso ai sensi dell'articolo 696-bis del codice di procedura civile dinanzi al giudice competente. 2. La presentazione del ricorso di cui al comma 1 costituisce condizione di procedibilità della domanda di risarcimento. È fatta salva la possibilità di esperire in alternativa il procedimento di mediazione ai sensi dell'articolo 5, comma 1-bis, del decreto legislativo 4 marzo 2010, n. 28. In tali casi non trova invece applicazione l'articolo 3 del decreto-legge 12 settembre 2014, n. 132, convertito, con modificazioni, dalla legge 10 novembre 2014, n. 162. L'improcedibilità deve essere eccepita dal convenuto, a pena di decadenza, o rilevata d'ufficio dal giudice, non oltre la prima udienza. Il giudice, ove rilevi che il procedimento di cui all'articolo 696-bis del codice di procedura civile non è stato espletato ovvero che è iniziato ma non si è concluso, assegna alle parti il termine di quindici giorni per la presentazione dinanzi a sé dell'istanza di consulenza tecnica in via preventiva ovvero di completamento del procedimento. 3. Ove la conciliazione non riesca o il procedimento non si concluda entro il termine perentorio di sei mesi dal deposito del ricorso, la domanda diviene procedibile e gli effetti della domanda sono salvi se, entro novanta giorni dal deposito della relazione o dalla scadenza del termine 07/03/2017 Pag. 2 N.8 - 7 marzo 2017 RESPONSABILITÀ PROFESSIONALE tiratura:40000 SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 07/03/2017 - 07/03/2017 62 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato perentorio, è depositato, presso il giudice che ha trattato il procedimento di cui al comma 1, il ricorso di cui all'articolo 702-bis del codice di procedura civile. In tal caso il giudice fissa l'udienza di comparizione delle parti; si applicano gli articoli 702-bis e seguenti del codice di procedura civile. 4. La partecipazione al procedimento di consulenza tecnica preventiva di cui al presente articolo, effettuato secondo il disposto dell'articolo 15 della presente legge, è obbligatoria per tutte le parti, comprese le imprese di assicurazione di cui all'articolo 10, che hanno l'obbligo di formulare l'offerta di risarcimento del danno ovvero comunicare i motivi per cui ritengono di non formularla. In caso di sentenza a favore del danneggiato, quando l'impresa di assicurazione non ha formulato l'offerta di risarcimento nell'ambito del procedimento di consulenza tecnica preventiva di cui ai commi precedenti, il giudice trasmette copia della sentenza all'Istituto per la vigilanza sulle assicurazioni (Ivass) per gli adempimenti di propria competenza. In caso di mancata partecipazione, il giudice, con il provvedimento che definisce il giudizio, condanna le parti che non hanno partecipato al pagamento delle spese di consulenza e di lite, indipendentemente dall'esito del giudizio, oltre che a una pena pecuniaria, determinata equitativamente, in favore della parte che è comparsa alla conciliazione. Articolo 9 X Azione di rivalsa o di responsabilità amministrativa 1. L'azione di rivalsa nei confronti dell'esercente la professione sanitaria può essere esercitata solo in caso di dolo o colpa grave. 2. Se l'esercente la professione sanitaria non è stato parte del giudizio o della procedura stragiudiziale di risarcimento del danno, l'azione di rivalsa nei suoi confronti può essere esercitata soltanto successivamente al risarcimento avvenuto sulla base di titolo giudiziale o stragiudiziale ed è esercitata, a pena di decadenza, entro un anno dall'avvenuto pagamento. 3. La decisione pronunciata nel giudizio promosso contro la struttura sanitaria o sociosanitaria o contro l'impresa di assicurazione non fa stato nel giudizio di rivalsa se l'esercente la professione sanitaria non è stato parte del giudizio. 4. In nessun caso la transazione è opponibile all'esercente la professione sanitaria nel giudizio di rivalsa. 5. In caso di accoglimento della domanda di risarcimento proposta dal danneggiato nei confronti della struttura sanitaria o sociosanitaria pubblica, ai sensi dei commi 1 e 2 dell'articolo 7, o dell'esercente la professione sanitaria, ai sensi del comma 3 del medesimo articolo 7, l'azione di responsabilità amministrativa, per dolo o colpa grave, nei confronti dell'esercente la professione sanitaria è esercitata dal pubblico ministero presso la Corte dei conti. Ai fini della quantificazione del danno, fermo restando quanto previsto dall'articolo 1, comma 1-bis, della legge 14 gennaio 1994, n. 20, e dall'articolo 52, secondo comma, del testo unico di cui al regio decreto 12 luglio 1934, n. 1214, si tiene conto delle situazioni di fatto di particolare difficoltà, anche di natura organizzativa, della struttura sanitaria o sociosanitaria pubblica, in cui l'esercente la professione sanitaria ha operato. L'importo della condanna per la responsabilità amministrativa e della surrogazione di cui all'articolo 1916, primo comma, del codice civile, per singolo evento, in caso di colpa grave, non può superare una somma pari al valore maggiore della retribuzione lorda o del corrispettivo convenzionale conseguiti nell'anno di inizio della condotta causa dell'evento o nell'anno immediatamente precedente o successivo, moltiplicato per il triplo. Per i tre anni successivi al passaggio in giudicato della decisione di accoglimento della domanda di risarcimento proposta dal danneggiato, l'esercente la professione sanitaria, nell'ambito delle strutture sanitarie o sociosanitarie pubbliche, non può essere preposto a incarichi professionali superiori rispetto a quelli ricoperti e il giudicato costituisce oggetto di specifica valutazione da parte dei commissari nei pubblici concorsi per incarichi superiori. 6. In caso di accoglimento della domanda proposta dal danneggiato nei confronti della struttura sanitaria o sociosanitaria privata o nei confronti dell'impresa di assicurazione titolare di polizza con la medesima struttura, la misura della rivalsa e quella della surrogazione richiesta dall'impresa di assicurazione, ai sensi dell'articolo 1916, primo comma, del codice civile, per singolo evento, in caso di colpa grave, non possono superare una somma pari al valore maggiore del reddito professionale, ivi compresa la retribuzione lorda, conseguito nell'anno di inizio della condotta causa dell'evento o nell'anno immediatamente precedente o successivo, moltiplicato per il triplo. Il limite alla misura della rivalsa, di cui al periodo precedente, non si applica nei confronti degli esercenti la 07/03/2017 Pag. 2 N.8 - 7 marzo 2017 RESPONSABILITÀ PROFESSIONALE tiratura:40000 SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 07/03/2017 - 07/03/2017 63 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato professione sanitaria di cui all'articolo 10, comma 2. 7. Nel giudizio di rivalsa e in quello di responsabilità amministrativa il giudice può desumere argomenti di prova dalle prove assunte nel giudizio instaurato dal danneggiato nei confronti della struttura sanitaria o sociosanitaria o dell'impresa di assicurazione se l'esercente la professione sanitaria ne è stato parte. Articolo 10 X Obbligo di assicurazione 1. Le strutture sanitarie e sociosanitarie pubbliche e private devono essere provviste di copertura assicurativa o di altre analoghe misure per la responsabilità civile verso terzi e per la responsabilità civile verso prestatori d'opera, ai sensi dell'articolo 27, comma 1-bis, del decreto-legge 24 giugno 2014, n. 90, convertito, con modificazioni, dalla legge 11 agosto 2014, n. 114, anche per danni cagionati dal personale a qualunque titolo operante presso le strutture sanitarie o sociosanitarie pubbliche e private, compresi coloro che svolgono attività di formazione, aggiornamento nonché di sperimentazione e di ricerca clinica. La disposizione del primo periodo si applica anche alle prestazioni sanitarie svolte in regime di libera professione intramuraria ovvero in regime di convenzione con il Servizio sanitario nazionale nonché attraverso la telemedicina. Le strutture di cui al primo periodo stipulano, altresì, polizze assicurative o adottano altre analoghe misure per la copertura della responsabilità civile verso terzi degli esercenti le professioni sanitarie anche ai sensi e per gli effetti delle disposizioni di cui al comma 3 dell'articolo 7, fermo restando quanto previsto dall'articolo 9. Le disposizioni di cui al periodo precedente non si applicano in relazione agli esercenti la professione sanitaria di cui al comma 2. 2. Per l'esercente la professione sanitaria che svolga la propria attività al di fuori di una delle strutture di cui al comma 1 del presente articolo o che presti la sua opera all'interno della stessa in regime libero-professionale ovvero che si avvalga della stessa nell'adempimento della propria obbligazione con- trattuale assunta con il paziente ai sensi dell'articolo 7, comma 3, resta fermo l'obbligo di cui all'articolo 3, comma 5, lettera e), del decreto-legge 13 agosto 2011, n. 138, convertito, con modificazioni, dalla legge 14 settembre 2011, n. 148, all'articolo 5 del regolamento di cui al decreto del Presidente della Repubblica 7 agosto 2012, n. 137, e all'articolo 3, comma 2, del decreto-legge 13 settembre 2012, n. 158, convertito, con modificazioni, dalla legge 8 novembre 2012, n. 189. 3. Al fine di garantire efficacia alle azioni di cui all'articolo 9 e all'articolo 12, comma 3, ciascun esercente la professione sanitaria operante a qualunque titolo in strutture sanitarie o sociosanitarie pubbliche o private provvede alla stipula, con oneri a proprio carico, di un'adeguata polizza di assicurazione per colpa grave. 4. Le strutture di cui al comma 1 rendono nota, mediante pubblicazione nel proprio sito internet, la denominazione dell'impresa che presta la copertura assicurativa della responsabilità civile verso i terzi e verso i prestatori d'opera di cui al comma 1, indicando per esteso i contratti, le clausole assicurative ovvero le altre analoghe misure che determinano la copertura assicurativa. 5. Con decreto da emanare entro novanta giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge, il ministro dello Sviluppo economico, di concerto con il ministro della Salute, definisce i criteri e le modalità per lo svolgimento delle funzioni di vigilanza e controllo esercitate dall'Ivass sulle imprese di assicurazione che intendano stipulare polizze con le strutture di cui al comma 1 e con gli esercenti la professione sanitaria. 6. Con decreto del ministro dello Sviluppo economico, da emanare entro centoventi giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge, di concerto con il ministro della Salute e con il ministro dell'Economia e delle finanze, previa intesa in sede di Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le Regioni e le Province autonome di Trento e di Bolzano, sentiti l'Ivass, l'Associazione nazionale fra le imprese assicuratrici (Ania), le Associazioni nazionali rappresentative delle strutture private che erogano prestazioni sanitarie e sociosanitarie, la Federazione nazionale degli ordini dei medici chirurghi e degli odontoiatri, le Federazioni nazionali degli ordini e dei collegi delle professioni sanitarie e le organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative delle categorie professionali interessate, nonché le associazioni di tutela dei cittadini e dei pazienti, sono determinati i requisiti minimi delle polizze assicurative per le strutture sanitarie e sociosanitarie pubbliche o private e per gli esercenti le professioni sanitarie, prevedendo l'individuazione di classi di rischio a cui far corrispondere massimali differenziati. Il medesimo decreto stabilisce i requisiti minimi di garanzia e le condizioni generali 07/03/2017 Pag. 2 N.8 - 7 marzo 2017 RESPONSABILITÀ PROFESSIONALE tiratura:40000 SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 07/03/2017 - 07/03/2017 64 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato di operatività delle altre analoghe misure, anche di assunzione diretta del rischio, richiamate dal comma 1; disciplina altresì le regole per il trasferimento del rischio nel caso di subentro contrattuale di un'impresa di assicurazione nonché la previsione nel bilancio delle strutture di un fondo rischi e di un fondo costituito dalla messa a riserva per competenza dei risarcimenti relativi ai sinistri denunciati. A tali fondi si applicano le disposizioni di cui all'articolo 1, commi 5 e 5-bis, del decreto-legge 18 gennaio 1993, n. 9, convertito, con modificazioni, dalla legge 18 marzo 1993, n. 67. 7. Con decreto del ministro dello Sviluppo economico da emanare, di concerto con il ministro della Salute e sentito l'Ivass, entro centoventi giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge, sono individuati i dati relativi alle polizze di assicurazione stipulate ai sensi dei commi 1 e 2, e alle altre analoghe misure adottate ai sensi dei commi 1 e 6 e sono stabiliti, altresì, le modalità e i termini per la comunicazione di tali dati da parte delle strutture sanitarie e sociosanitarie pubbliche e private e degli esercenti le professioni sanitarie all'Osservatorio. Il medesimo decreto stabilisce le modalità e i termini per l'accesso a tali dati. Articolo 11 X Estensione della garanzia assicurativa 1. La garanzia assicurativa deve prevedere una operatività temporale anche per gli eventi accaduti nei dieci anni antecedenti la conclusione del contratto assicurativo, purché denunciati all'impresa di assicurazione durante la vigenza temporale della polizza. In caso di cessazione definitiva dell'attività professionale per qualsiasi causa deve essere previsto un periodo di ultrattività della copertura per le richieste di risarcimento presentate per la prima volta entro i dieci anni successivi e riferite a fatti generatori della responsabilità verificatisi nel periodo di efficacia della polizza, incluso il periodo di retroattività della copertura. L'ultrattività è estesa agli eredi e non è assoggettabile alla clausola di disdetta. Articolo 12 X Azione diretta del soggetto danneggiato 1. Fatte salve le disposizioni dell'articolo 8, il soggetto danneggiato ha diritto di agire direttamente, entro i limiti delle somme per le quali è stato stipulato il contratto di assicurazione, nei confronti dell'impresa di assicurazione che presta la copertura assicurativa alle strutture sanitarie o sociosanitarie pubbliche o private di cui al comma 1 dell'articolo 10 e all'esercente la professione sanitaria di cui al comma 2 del medesimo articolo 10. 2. Non sono opponibili al danneggiato, per l'intero massimale di polizza, eccezioni derivanti dal contratto diverse da quelle stabilite dal decreto di cui all'articolo 10, comma 6, che definisce i requisiti minimi delle polizze assicurative per le strutture sanitarie e sociosanitarie pubbliche e private e per gli esercenti le professioni sanitarie di cui all'articolo 10, comma 2. 3. L'impresa di assicurazione ha diritto di rivalsa verso l'assicurato nel rispetto dei requisiti minimi, non derogabili contrattualmente, stabiliti dal decreto di cui all'articolo 10, comma 6. 4. Nel giudizio promosso contro l'impresa di assicurazione della struttura sanitaria o sociosanitaria pubblica o privata a norma del comma 1 è litisconsorte necessario la struttura medesima; nel giudizio promosso contro l'impresa di assicurazione dell'esercente la professione sanitaria a norma del comma 1 è litisconsorte necessario l'esercente la professione sanitaria. L'impresa di assicurazione, l'esercente la professione sanitaria e il danneggiato hanno diritto di accesso alla documentazione della struttura relativa ai fatti dedotti in ogni fase della trattazione del sinistro. 5. L'azione diretta del danneggiato nei confronti dell'impresa di assicurazione è soggetta al termine di prescrizione pari a quello dell'azione verso la struttura sanitaria o sociosanitaria pubblica o privata o l'esercente la professione sanitaria. 6. Le disposizioni del presente articolo si applicano a decorrere dalla data di entrata in vigore del decreto di cui al comma 6 dell'articolo 10 con il quale sono determinati i requisiti minimi delle polizze assicurative per le strutture sanitarie e sociosanitarie e per gli esercenti le professioni sanitarie. Articolo 13 X Obbligo di comunicazione all'esercente la professione sanitaria del giudizio basato sulla sua responsabilità 1. Le strutture sanitarie e sociosanitarie di cui all'articolo 7, comma 1, e le imprese di assicurazione che prestano la copertura assicurativa nei confronti dei soggetti di cui all'articolo 10, commi 1 e 2, comunicano all'esercente la professione sanitaria l'instaurazione del giudizio promosso nei loro confronti dal danneggiato, entro dieci giorni dalla ricezione della notifica dell'atto introduttivo, mediante posta elettronica certificata o lettera raccomandata con avviso di ricevimento contenente copia dell'atto introduttivo del giudizio. Le strutture sanitarie e sociosanitarie e le 07/03/2017 Pag. 2 N.8 - 7 marzo 2017 RESPONSABILITÀ PROFESSIONALE tiratura:40000 SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 07/03/2017 - 07/03/2017 65 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato imprese di assicurazione entro dieci giorni comunicano all'esercente la professione sanitaria, mediante posta elettronica certificata o lettera raccomandata con avviso di ricevimento, l'avvio di trattative stragiudiziali con il danneggiato, con invito a prendervi parte. L'omissione, la tardività o l'incompletezza delle comunicazioni di cui al presente comma preclude l'ammissibilità delle azioni di rivalsa o di responsabilità amministrativa di cui all'articolo 9. Articolo 14 X Fondo di garanzia per i danni derivanti da responsabilità sanitaria 1. È istituito, nello stato di previsione del ministero della Salute, il Fondo di garanzia per i danni deri- vanti da responsabilità sanitaria. Il Fondo di garanzia è alimentato dal versamento di un contributo annuale dovuto dalle imprese autorizzate all'esercizio delle assicurazioni per la responsabilità civile per i danni causati da responsabilità sanitaria. A tal fine il predetto contributo è versato all'entrata del bilancio dello Stato per essere riassegnato al Fondo di garanzia. Il ministero della Salute con apposita convenzione affida alla Concessionaria servizi assicurativi pubblici (Consap) Spa la gestione delle risorse del Fondo di garanzia. 2. Con regolamento adottato con decreto del ministro della Salute, da emanare entro centoventi giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge, di concerto con il ministro dello Sviluppo economico e con il ministro dell'Economia e delle finanze, sentite la Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le Regioni e le Province autonome di Trento e di Bolzano e le rappresentanze delle imprese di assicurazione, sono definiti: a) la misura del contributo dovuto dalle imprese autorizzate all'esercizio delle assicurazioni per la responsabilità civile per i danni causati da responsabilità sanitaria; b) le modalità di versamento del contributo di cui alla lettera a); c) i princìpi cui dovrà uniformarsi la convenzione tra il ministero della Salute e la Consap Spa; d) le modalità di intervento, il funzionamento e il regresso del Fondo di garanzia nei confronti del responsabile del sinistro. Vedi il comma 7 3. Il Fondo di garanzia di cui al comma 1 concorre al risarcimento del danno nei limiti delle effettive disponibilità finanziarie. Vedi il comma 2, lettera a) 4. La misura del contributo di cui al comma 2, lettera a), è aggiornata annualmente con apposito decreto del ministro della Salute, da adottare di concerto con il ministro dello Sviluppo economico e con il ministro dell'Economia e delle finanze, in relazione alle effettive esigenze della gestione del Fondo di garanzia. 5. Ai fini della rideterminazione del contributo di cui al comma 2, lettera a), la Consap Spa trasmette ogni anno al ministero della Salute e al ministero dello Sviluppo economico un rendiconto della gestione del Fondo di garanzia di cui al comma 1, riferito all'anno precedente, secondo le disposizioni stabilite dal regolamento di cui al comma 2. Vedi il comma 2, lettera d) 6. Gli oneri per l'istruttoria e la gestione delle richieste di risarcimento sono posti a carico del Fondo di garanzia di cui al comma 1. 7. Il Fondo di garanzia di cui al comma 1 risarcisce i danni cagionati da responsabilità sanitaria nei seguenti casi: a) qualora il danno sia di importo eccedente rispetto ai massimali previsti dai contratti di assicurazione stipulati dalla struttura sanitaria o sociosanitaria pubblica o privata ovvero dall'esercente la professione sanitaria ai sensi del decreto di cui all'articolo 10, comma 6; b) qualora la struttura sanitaria o sociosanitaria pubblica o privata ovvero l'esercente la professione sanitaria risultino assicurati presso un'impresa che al momento del sinistro si trovi in stato di insolvenza o di liquidazione coatta amministrativa o vi venga posta successivamente; c) qualora la struttura sanitaria o sociosanitaria pubblica o privata ovvero l'esercente la professione sanitaria siano sprovvisti di copertura assicurativa per recesso unilaterale dell'impresa assicuratrice ovvero per la sopravvenuta inesistenza o cancellazione dall'albo dell'impresa assicuratrice stessa. 8. Il decreto di cui all'articolo 10, comma 6, prevede che il massimale minimo sia rideterminato in relazione all'andamento del Fondo per le ipotesi di cui alla lettera a) del comma 7 del presente articolo. 9. Le disposizioni di cui al presente articolo si applicano ai sinistri denunciati per la prima volta dopo la data di entrata in vigore della presente legge. 10. Il ministro dell'Economia e delle finanze è autorizzato ad apportare, con propri decreti, le occorrenti variazioni di bilancio. Articolo 15 X Nomina dei consulenti tecnici d'ufficio e dei periti nei giudizi di responsabilità sanitaria 1. Nei procedimenti civili e nei procedimenti penali aventi a oggetto la responsabilità sanitaria, l'autorità giudiziaria affida l'espletamento della consulenza tecnica e della perizia a un medico specializzato in medicina legale e a uno o più 07/03/2017 Pag. 2 N.8 - 7 marzo 2017 RESPONSABILITÀ PROFESSIONALE tiratura:40000 SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 07/03/2017 - 07/03/2017 66 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato specialisti nella disciplina che abbiano specifica e pratica conoscenza di quanto oggetto del procedimento, avendo cura che i soggetti da nominare, scelti tra gli iscritti negli albi di cui ai commi 2 e 3, non siano in posizione di conflitto di interessi nello specifico procedimento o in altri connessi e che i consulenti tecnici d'ufficio da nominare nell'ambito del procedimento di cui all'articolo 8, comma 1, siano in possesso di adeguate e comprovate competenze nell'ambito della conciliazione acquisite anche mediante specifici percorsi formativi. 2. Negli albi dei consulenti di cui all'articolo 13 delle disposizioni per l'attuazione del codice di procedura civile e disposizioni transitorie, di cui al regio decreto 18 dicembre 1941, n. 1368, e dei periti di cui all'articolo 67 delle norme di attuazione, di coordinamento e transitorie del codice di procedura penale, di cui al decreto legislativo 28 luglio 1989, n. 271, devono essere indicate e documentate le specializzazioni degli iscritti esperti in medicina. In sede di revisione degli albi è indicata, relativamente a ciascuno degli esperti di cui al periodo precedente, l'esperienza professionale maturata, con particolare riferimento al numero e alla tipologia degli incarichi conferiti e di quelli revocati. 3. Gli albi dei consulenti di cui all'articolo 13 delle disposizioni per l'attuazione del codice di procedura civile e disposizioni transitorie, di cui al regio decre- to 18 dicembre 1941, n. 1368, e gli albi dei periti di cui all'articolo 67 delle norme di attuazione, di coordinamento e transitorie del codice di procedura penale, di cui al decreto legislativo 28 luglio 1989, n. 271, devono essere aggiornati con cadenza almeno quinquennale, al fine di garantire, oltre a quella medico-legale, un'idonea e adeguata rappresentanza di esperti delle discipline specialistiche riferite a tutte le professioni sanitarie, tra i quali scegliere per la nomina tenendo conto della disciplina interessata nel procedimento. 4. Nei casi di cui al comma 1, l'incarico è conferito al collegio e, nella determinazione del compenso globale, non si applica l'aumento del 40 per cento per ciascuno degli altri componenti del collegio previsto dall'articolo 53 del testo unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia di spese di giustizia, di cui al decreto del Presidente della Repubblica 30 maggio 2002, n. 115. Articolo 16 X Modifiche alla legge 28 dicembre 2015, n. 208, in materia di responsabiltà professionale del meidico sanitario 1. All'articolo 1, comma 539, lettera a), della legge 28 dicembre 2015, n. 208, il secondo periodo è sostituito dal seguente: «I verbali e gli atti conseguenti all'attività di gestione del rischio clinico non possono essere acquisiti o utilizzati nell'ambito di procedimenti giudiziari.». 2. All'articolo 1, comma 540, della legge 28 dicembre 2015, n. 208, le parole da: «ovvero» fino alla fine del comma sono sostituite dalle seguenti: «, in medicina legale ovvero da personale dipendente con adeguata formazione e comprovata esperienza almeno triennale nel settore». Articolo 17 X Clausola di salvaguardia 1. Le disposizioni della presente legge sono applicabili nelle Regioni a statuto speciale e nelle Province autonome di Trento e di Bolzano compatibilmente con i rispettivi statuti e le relative norme di attuazione, anche con riferimento alla legge costituzionale 18 ottobre 2001, n. 3. Articolo 18 X Clausola di invarianza finanziaria 1. Le amministrazioni interessate provvedono all'attuazione delle disposizioni di cui alla presente legge nell'ambito delle risorse umane, strumentali e finanziarie disponibili a legislazione vigente e comunque senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica. 07/03/2017 Pag. 9 N.8 - 7 marzo 2017 RESPONSABILITÀ PROFESSIONALE tiratura:40000 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Il dossier 248 della commissione Affari sociali della Camera Contenuti Il provvedimento affronta e disciplina i temi della sicurezza delle cure e del rischio sanitario, della responsabilità dell'esercente la professione sanitaria e della struttura sanitaria e socio-sanitaria pubblica o privata in cui opera, le modalità e caratteristiche dei procedimenti giudiziari aventi a oggetto la responsabilità sanitaria, l'obbligo di assicurazione e l'istituzione del Fondo di garanzia per i danni derivanti da responsabilità sanitaria. Il testo si compone di 17 articoli . n L' articolo 1 qualifica la sicurezza delle cure come parte costitutiva del diritto alla salute e precisa che essa si realizza anche mediante l'insieme di tutte le attività finalizzate alla prevenzione e gestione del rischio connesso all'erogazione di prestazioni sanitarie e mediante l'utilizzo appropriato delle risorse strutturali, tecnologiche e organizzative. Nel corso dell'esame al Senato, al comma 3 è stata aggiunta la specificazione che le attività di prevenzione del rischio - alle quali concorre tutto il personale - siano messe in atto dalle strutture sanitarie e socio-sanitarie, pubbliche e private invece che dalle aziende sanitarie pubbliche come previsto nel testo approvato dalla Camera -. n L' articolo 2 prevede che le Regioni e le Province autonome possono affidare all'Ufficio del difensore civico la funzione di Garante del diritto alla salute, disciplinandone la struttura organizzativa - al Senato è stato eliminato il riferimento alla rappresentanza delle associazioni dei pazienti - e il supporto tecnico. In tale sua funzione il Difensore civico può essere adito gratuitamente dai destinatari di prestazioni sanitarie per la segnalazione, anche anonima, di disfunzioni nel sistema dell'assistenza sanitaria e - con una previsione aggiunta al Senato - socio-sanitaria. Il difensore acquisisce gli atti e nel caso di fondatezza della segnalazione agisce a tutela del diritto leso. Viene poi contemplata l'istituzione in ogni Regione, senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica, del Centro per la gestione del rischio sanitario e la sicurezza del paziente, che raccoglie i dati regionali sui rischi ed eventi avversi previsione aggiunta al Senato - e sul contenzioso e li trasmette annualmente, mediante procedura telematica unificata a livello nazionale - tali modalità sono state inserite nel corso dell'esame al Senato - all'Osservatorio nazionale delle buone pratiche sulla sicurezza in sanità disciplinato dall'articolo 3. Nel corso dell'esame al Senato è stato inserito il comma 5 che, aggiungendo la lettera d-bis al comma 539 dell'articolo 1 della legge 208/2015 (legge di Stabilità per il 2016) inserisce, tra i compiti ai quali è finalizzata l'attività di monitoraggio, prevenzione e gestione del rischio sanitario da parte delle strutture pubbliche e private che erogano prestazioni sanitarie, quello della predisposizione di una relazione semestrale sugli eventi avversi verificatisi nella struttura, sulle cause che li hanno prodotti e sulle conseguenti iniziative messe in atto: tale relazione è pubblicata sul sito internet della struttura sanitaria. n L' articolo 3 rimette a un decreto del ministro della Salute, previa intesa con la Conferenza Stato-Regioni, da emanare entro tre mesi dall'entrata in vigore della legge, l'istituzione presso l'Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali (Agenas) dell'Osservatorio nazionale delle buone pratiche sulla sicurezza nella sanità. Spetta all'Osservatorio il compito di acquisire dai Centri per la gestione del rischio sanitario di cui all'articolo 2, i dati regionali relativi ai rischi ed eventi avversi - locuzione introdotta al Senato in luogo di quella di «errori sanitari» - nonché alle caratteristiche del contenzioso e di individuare idonee misure, anche attraverso la predisposizione con l'ausilio delle società scientifiche e delle associazioni tecnico-scientifiche delle professioni sanitarie di cui all'articolo 5 - periodo aggiunto al Senato -, di linee di indirizzo, per la prevenzione e gestione del rischio sanitario e il monitoraggio delle buone pratiche per la sicurezza delle cure nonché per la formazione e aggiornamento del personale esercente le professioni sanitarie. L'Osservatorio, nell'esercizio delle sue funzioni, si avvale del Sistema informativo per il monitoraggio degli errori in sanità (Simes). n L' articolo 4 disciplina la trasparenza dei dati, assoggettando all'obbligo di trasparenza le prestazioni sanitarie erogate dalle strutture pubbliche e private nel rispetto della normativa in materia di protezione dei dati personali di cui al Dlgs 196/2003. La direzione sanitaria della struttura entro sette giorni - termine modificato nel corso dell'esame al Senato, precedentemente era di SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 07/03/2017 - 07/03/2017 67 07/03/2017 Pag. 9 N.8 - 7 marzo 2017 RESPONSABILITÀ PROFESSIONALE tiratura:40000 SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 07/03/2017 - 07/03/2017 68 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato trenta giorni - dalla presentazione della richiesta fornisce la documentazione sanitaria disponibile relativa al paziente, in conformità alla disciplina sull'accesso ai documenti amministrativi e a quanto previsto dal Codice in materia di protezione dei dati personali (Dlgs 196/2003). L'articolo 84 del citato Codice prevede che i dati personali idonei a rivelare lo stato di salute possono essere resi noti all'interessato o - in caso di sua impossibilità fisica, di agire o incapacità di intendere o di volere - dagli altri soggetti responsabili (prossimi congiunti, familiari, conviventi o, in loro assenza, dal responsabile della struttura presso cui dimora l'interessato), da parte di esercenti le professioni sanitarie e organismi sanitari, solo per il tramite di un medico designato dall'interessato o dal titolare. Con una disposizione aggiunta al Senato è stato previsto che le eventuali integrazioni sono fornite entro il termine massimo di trenta giorni dalla presentazione della richiesta e che entro novanta giorni dalla data di entrata in vigore della legge le strutture sanitarie pubbliche e private adeguano i propri regolamenti interni, in attuazione della legge 241/1990, alle citate disposizioni sulla trasparenza. Viene infine previsto che le medesime strutture sanitarie pubbliche e private rendono disponibili mediante la pubblicazione sul proprio sito Internet, i dati relativi ai risarcimenti erogati nell'ultimo quinquennio. Nel corso dell'esame al Senato è stato anche aggiunto un comma 4 che, integrando con un nuovo comma (2-bis) l'articolo 37 del Regolamento di polizia mortuaria (Dpr 285/1990) prevede che, sia nel caso di decesso ospedaliero che in altro luogo, i familiari o gli altri aventi titolo del deceduto possono concordare con il direttore sanitario o socio-sanitario l'esecuzione del riscontro diagnostico, e possono disporre la presenza di un medico di loro fiducia. n L' articolo 5 disciplina le buone pratiche clinicoassistenziali e le raccomandazioni previste dalle linee guida prevedendo che gli esercenti le professioni sanitarie nell'esecuzione delle prestazioni sanitarie con finalità preventive, diagnostiche, terapeutiche, palliative, riabilitative e di medicina legale, si attengono, salve le specificità del caso concreto, alle raccomandazioni previste dalle linee guida pubblicate ai sensi del comma 3 ed elaborate da enti e istituzioni pubblici e privati nonché dalle società scientifiche e dalle associazioni tecnico-scientifiche delle professioni sanitarie iscritte in apposito elenco istituito e disciplinato con decreto del ministro della Salute da emanarsi entro 90 giorni dall'entrata in vigore della legge e da aggiornare con cadenza biennale. In mancanza delle suddette raccomandazioni gli esercenti le professioni sanitarie si attengono alle buone pratiche clinico-assistenziali. Nel corso dell'esame presso il Senato sono stati aggiunti i commi 2, 3 e 4. Il comma 2 disciplina alcuni contenuti del decreto ministeriale diretto a istituire e disciplinare l'elenco degli enti, delle istituzioni, delle società scientifiche e delle associazioni tecnico-scientifiche delle professioni sanitarie che elaborano le raccomandazioni e le linee guida cui si attengono gli esercenti le professioni sanitarie nell'esecuzione delle relative prestazioni. In particolare, il decreto ministeriale, nel regolamentare l'iscrizione in apposito elenco delle società scientifiche e delle associazioni tecnico-scientifiche, stabilisce: i requisiti minimi di rappresentatività sul territorio nazionale; la costituzione mediante atto pubblico e le garanzie da prevedere nello statuto in riferimento al libero accesso dei professionisti aventi titolo, alla loro partecipazione alle decisioni, all'assenza di scopo di lucro, alla pubblicazione dei bilanci preventivi, dei consuntivi e degli incarichi retribuiti, alla dichiarazione e regolazione dei conflitti di interesse; le procedure di iscrizione all'elenco, le verifiche sul mantenimento dei requisiti e le modalità di sospensione o cancellazione dallo stesso. Il comma 3 prevede che le linee guida e i relativi aggiornamenti sono integrati nel Sistema nazionale per le linee guida (Snlg) disciplinato con decreto del mini- stro della Salute, previa intesa in sede di Conferenza Stato-Regioni, da emanare entro centoventi giorni dalla data di entrata in vigore della legge. Per l'emanazione del decreto viene richiamata la procedura di cui al comma 28, secondo periodo, dell'articolo 1 della legge 662/1996 (Misure di razionalizzazione della finanza pubblica) che prevede, oltre alla previa intesa con la Conferenza Stato-Regioni, la proposta del Comitato strategico del Sistema nazionale linee-guida (di cui al Dm del 30 giugno 2004), integrato da un rappresentante della Federazione nazionale degli ordini dei medici chirurghi e degli odontoiatri. Viene inoltre previsto che l'Istituto superiore di sanità pubblica sul proprio sito Internet gli aggiornamenti e le linee 07/03/2017 Pag. 9 N.8 - 7 marzo 2017 RESPONSABILITÀ PROFESSIONALE tiratura:40000 SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 07/03/2017 - 07/03/2017 69 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato guida indicati dal Snlg previa verifica di conformità della metodologia adottata a standard definiti e resi pubblici dallo stesso Istituto. Il comma 4 prevede la clausola di invarianza degli oneri finanziari in relazione alle attività di cui al comma 3. n L' articolo 6 - modificato nel corso dell'esame al Senato - introduce nel codice penale il nuovo articolo 590-sexies, che disciplina la responsabilità colposa per morte o per lesioni personali in ambito sanitario. Viene previsto (comma 1 dell'articolo 6) che se i fatti di cui agli articolo 589 Cp (omicidio colposo) e articolo 590 Cp (lesioni personali colpose) sono commessi nell'esercizio della professione sanitaria, si applicano le pene ivi previste in caso di condotta negligente o imprudente del medico. Solo se l'evento si sia verificato a causa di imperizia la punibilità è esclusa, purché risultino rispettate le raccomandazioni previste dalle linee guida o, in mancanza di queste, le buone pratiche clinico-assistenziali, sempre che le raccomandazioni previste dalle linee guida risultino adeguate alle specificità del caso concreto. Il comma 2 dell'articolo in esame, infine, abroga, con finalità di coordinamento, il comma 1 dell'articolo 3 della legge 189/2012 (di conversione del decretolegge 158/2012) che attualmente disciplina la materia. La legge 189/2012 (cd. legge Balduzzi, dal nome dell'allora ministro della Salute) ha sensibilmente riformato il settore della responsabilità penale del medico, lasciando tuttavia inalterata quella civile. L'articolo 3, comma 1, della legge 189 prevede attualmente che l'esercente la professione sanitaria che, nello svolgimento della propria attività, si attiene a linee guida e buone pratiche accreditate dalla comunità scientifica non risponde penalmente per colpa lieve (ma solo per colpa grave). Spetterà al giudice ovviamente valutare caso per caso sia la lievità della colpa che la corrispondenza dell'operato del medico alle linee guida. La legge ha introdotto, quindi, nel diritto penale - sia pure con esclusivo riferimento agli esercenti la professione sanitaria - il concetto di colpa lieve che, secondo la giurisprudenza della Corte di cassazione (cfr. sezione IV, sentenza n. 46412 del 28 ottobre 2008), non avrebbe potuto trovare applicazione nelle ipotesi di colpa professionale, neppure limitatamente ai casi in cui «la prestazione implica la soluzione di problemi tecnici di speciale difficoltà», previsti dall'articolo 2236 del codice civile. Pur in presenza di colpa lieve, resta comunque fermo l'obbligo risarcitorio di cui all'articolo 2043 del codice civile; in relazione alla colpa in senso civilistico, l'articolo 3 introduce la novità consistente nel fatto che il giudice, anche nella determinazione del quantum del danno, tiene debitamente conto della condotta colposa del medico. Rispetto alla vigente disciplina della legge Balduzzi, le novità introdotte dall'articolo 589-sexies Cp per la responsabilità penale del medico riguardano, in particolare: la mancata distinzione tra gradi della colpa, con la soppressione del riferimento alla colpa lieve; stante l'esclusione dell'illecito penale nel solo caso di imperizia (sempre ove siano rispettate le citate linee guida o le buone pratiche), la punibilità dell'omicidio colposo e delle lesioni colpose causate dal sanitario per negligenza o imprudenza (gli ulteriori elementi del reato colposo previsti dall'articolo 43 Cp), indipendentemente dalla gravità della condotta, quindi anche per negligenza o imprudenza lieve. Infatti - fermo restando che la quasi generalità dei casi riguarda l'imperizia - secondo recente Cassazione, IV sezione penale, 11 maggio 2016, n. 23283 - «la limitazione di responsabilità, in caso di colpa lieve, può operare, per le condotte professionali conformi alle linee guida e alle buone pratiche, anche in caso di errori che siano connotati da profili di colpa generica diversi dalla imperizia» non potendosi escludere che le stesse fonti pongano raccomandazioni rispetto alle quali il parametro valutativo della condotta del soggetto agente sia quello della diligenza, come nel caso in cui siano richieste prestazioni che riguardino più la sfera della accuratezza, che quella della adeguatezza professionale. In motivazione la Corte ha precisato che tale interpretazione è conforme al tenore letterale della norma, che non fa alcun richiamo al canone della perizia e risponde alle istanze di tassatività dello statuto della colpa generica delineato dall'articolo 43, terzo comma, Cp; nello stesso senso, in precedenza, Cassazione, IV sezione penale, sentenza 24 gennaio 2013, n. 11493. per quanto riguarda l'interpretazione del concetto di colpa grave, la giurisprudenza penale ha superato i confini della nozione civilistica di gravità della colpa ex articolo 2236 Cc (secondo cui il prestatore d'opera non risponde dei danni se la prestazione implica la soluzione di problemi di speciale difficoltà, se non in caso di colpa grave o 07/03/2017 Pag. 9 N.8 - 7 marzo 2017 RESPONSABILITÀ PROFESSIONALE tiratura:40000 SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 07/03/2017 - 07/03/2017 70 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato dolo). Nel caso di colpa medica, infatti, la citata Cassazione sentenza n. 23283/2016 ha riconosciuto, sulla scia della sentenza n. 16237 del 2013 (cd. sentenza Cantore), un peso decisivo alle circostanze del caso concreto che rendono difficile anche ciò che astrattamente (e magari in un altro contesto) non è fuori dagli standard: non solo la complessità, l'oscurità del quadro patologico, la difficoltà di cogliere e legare le informazioni cliniche, il grado di atipicità e novità della situazione data», ma anche «la situazione nella quale il terapeuta si trovi a operare», vale a dire i c.d. fattori contestuali, tra i quali spiccano l'urgenza e l'assenza di presidi adeguati e più in generale il disagio organizzativo. Si tratta quin- di della misurazione della colpa medica, e dunque anche la sua gravità, sulla base del contesto. Va ricordato inoltre che il testo dell'articolo 6 approvato in prima lettura dalla Camera stabiliva che l'esercente la professione sanitaria che, nello svolgimento della propria attività cagiona a causa di imperizia la morte o la lesione personale della persona assistita risponde dei reati di omicidio colposo (articolo 589 Cp) o di lesioni personali colpose (articolo 590 Cp) solo in caso di colpa grave. La colpa grave è in ogni caso esclusa quando, salve le rilevanti specificità del caso concreto, sono rispettate le buone pratiche clinico-assistenziali e le raccomandazioni previste dalle linee guida. n L' articolo 7 pone poi alcuni principi relativi alla responsabilità civile della struttura e dell'esercente la professione sanitaria. Si prevede che la struttura sanitaria o sociosanitaria pubblica o privata che nell'adempimento della propria obbligazione si avvalga dell'opera di esercenti la professione sanitaria, anche se scelti dal paziente e anche se non dipendenti dalla struttura, risponde delle loro condotte dolose e colpose ai sensi degli articoli 1218 (Responsabilità del debitore) e 1228 (Responsabilità per fatto degli ausiliari) del codice civile. Tale disposizione si applica anche alle prestazioni sanitarie svolte in regime di libera professione intramuraria ovvero nell'ambito di attività di sperimentazione e di ricerca clinica ovvero in regime di convenzione con il Servizio sanitario nazionale nonché attraverso la telemedicina. In ogni caso l'esercente la professione sanitaria risponde ai sensi dell'articolo 2043 del codice civile, salvo che - con un inciso aggiunto nel corso dell'esame al Senato - abbia agito nell'adempimento di obbligazione contrattuale assunta con il paziente. Nella determinazione del risarcimento del danno il giudice tiene conto della condotta dell'esercente la professione sanitaria ai sensi dell'articolo 5 - e quindi del rispetto delle buone pratiche clinico-assistenziali e delle raccomandazioni previste dalle linee guida - e dell'articolo 590-sexies Cp introdotto dall'articolo 6 del provvedimento: anche tale periodo è stato aggiunto nel corso dell'esame al Senato. Viene quindi previsto un regime di doppia responsabilità civile, qualificato come: responsabilità contrattuale per la struttura - con onere della prova a carico della struttura stessa e termine di prescrizione di dieci anni; responsabilità extra-contrattuale per l'esercente la professione sanitaria (qualora direttamente chiamato in causa) a qualunque titolo operante in una struttura sanitaria e socio-sanitaria pubblica o privata - salvo il caso di obbligazione contrattuale assunta con il paziente - con onere della prova a carico del soggetto che si ritiene leso e termine di prescrizione di cinque anni. Sulla responsabilità civile del medico, l'orientamento prevalente della giurisprudenza qualifica la responsabilità sia della struttura sanitaria che del medico come responsabilità contrattuale o da inadempimento, ex articolo 1218 Cc (tra le altre, Cassazione, Ss.Uu, sentenza n. 577/2008). Come noto, in tali ipotesi al danneggiato basterà provare il solo danno mentre l'onere probatorio sull'assenza della colpa graverà sulla struttura o sul medico (il diritto al risarcimento si prescrive in 10 anni). Se è pacifica la responsabilità contrattuale della struttura ai sensi del cd. contratto di spedalità con il paziente, è tuttavia risultata non univoca quella dell'esercente la professione sanitaria; ciò, in particolare, dopo la legge Balduzzi che, richiamando espressamente l'articolo 2043 Cc, attribuisce natura extracontrattuale (o aquiliana) alla responsabilità del sanitario; ciò ha conseguenze sia sull'onere della prova - che, in tal caso, è ribaltato, dovendo essere il danneggiato a provare in giudizio la colpa del danneggiante - che sulla prescrizione (il diritto al risarcimento si prescrive in 5 anni). Diverse sentenze di merito hanno, infatti, optato per la responsabilità extracontrattuale del medico ex articolo 2043 Cc (tra le altre, Tribunale di Varese, sentenza 26 novembre 2012, n. 1406; Tribunale di Torino, sentenza 26 febbraio 2013; Tribunale di Milano, 07/03/2017 Pag. 9 N.8 - 7 marzo 2017 RESPONSABILITÀ PROFESSIONALE tiratura:40000 SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 07/03/2017 - 07/03/2017 71 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato sentenza n. 9693 del 2014); altre, al contrario, ne hanno affermato la natura contrattuale (Tribunale di Arezzo, sentenza 14 febbraio 2013; Tribunale di Cremona, sentenza 1° ottobre 2013; Tribunale di Rovereto, sentenza 29 dicembre 2013; Tribunale di Milano, sentenze nn. 13574 e 1430 del 2014). Più concorde la giurisprudenza della Cassazione che, nonostante l'intervento della legge Balduzzi, continua a qualificare come contrattuale (cd. "da contatto sociale") la responsabilità del sanitario; tale responsabilità sarebbe, peraltro, solidale con quella della struttura, ai sensi del combinato disposto degli articoli 1218 e 1228 del codice civile, a prescindere dalla sussistenza di un rapporto di lavoro subordinato o comunque di collaborazione tra ospedale-clinica e sanitario (tra le altre, Cassazione, III sezione civile, sentenze 13 gennaio 2015, n. 280 e 31 marzo 2015, n. 6436). I commi 4 e 5 sono stati aggiunti nel corso dell'esame al Senato. Il comma 4 disciplina le modalità di risarcimento del danno conseguente all'attività della struttura sanitaria o socio sanitaria, pubblica o privata, e dell'esercente la professione sanitaria prevedendo la sua liquidazione sulla base delle tabelle di cui agli articoli 138 (Danno biologico per lesioni di non lieve entità) e 139 (Danno biologico per lesioni di lieve entità) del codice delle assicurazioni private (Dlgs 209/2005). Il riferimento è alle tabelle uniche nazionali dei valori economici del danno biologico il cui aggiornamento è disposto annualmente con decreto del ministero dello Sviluppo economico. Una proposta di legge in materia di disposizioni concernenti la determinazione e il risarcimento del danno non patrimoniale (AC 1063, Bonafede) è attualmente all'esame della Commissione giustizia della Camera. Il comma 5 qualifica le disposizioni dell'articolo in esame come «norme imperative» ai sensi del codice civile. La precisazione intende sancire l'inderogabilità delle disposizioni sulla responsabilità civile per danno sanitario anche ove il contratto tra le parti disponga diversamente. La contrarietà a norme imperative determina l'illiceità di un negozio giuridico. n L' articolo 8 prevede, invece, un meccanismo finalizzato a ridurre il contenzioso per i procedimenti di risarcimento da responsabilità sanitaria mediante un tentativo obbligatorio di conciliazione da espletare da chi intende esercitare in giudizio un'azione risarcitoria. Più in particolare, viene disposta l'applicazione dell'istituto del ricorso (presso il giudice civile competente) per l'espletamento di una consulenza tecnica preventiva ai sensi dell'articolo 696-bis Cpc (ricorso che è, di regola, facoltativo) ai fini dell'accertamento e della relativa determinazione dei crediti derivanti dalla mancata o inesatta esecuzione di obbligazioni contrattuali o da fatto illecito. Sono previsti meccanismi procedurali volti a rendere improcedibile la domanda ove non sia stata esperito il tentativo di conciliazione. La domanda diviene, pertanto, procedibile, solo se la conciliazione non riesce o il relativo procedimento non si conclude entro il termine perentorio di sei mesi dal deposito del ricorso. La mancata partecipazione delle parti (comprese le assicurazioni) al procedimento di consulenza tecnica preventiva obbliga il giudice a condannarle, con il provvedimento che definisce il giudizio, al pagamento delle spese di consulenza e di lite, a prescindere dall'esito del giudizio, oltre che a una pena pecuniaria, determinata equitativamente, in favore della parte che è comparsa alla conciliazione. Al Senato sono state apportate limitate modifiche all'articolo in esame. Al comma 2 viene consentita la possibilità di esperire in alternativa il procedimento di mediazione - ai sensi dell'articolo 5, comma 1-bis, del Dlgs 28/2010 - possibilità negata dal testo approvato alla Camera. Inoltre sono state approvate alcune modifiche al comma 4 relativamente al procedimento di consulenza tecnica preventiva, da effettuarsi secondo il disposto dell'articolo 15, con obbligo per le parti, oltre che di partecipazione, anche di formulare l'offerta di risarcimento del danno o di comunicare i motivi per cui ritengono di non formularla. In caso di sentenza a favore del danneggiato, quando l'impresa di assicurazione non ha formulato l'offerta di risarcimento nell'ambito del procedimento di consulenza tecnica preventiva di cui ai commi precedenti, il giudice trasmette copia della sentenza all'Istituto per la vigilanza sulle assicurazioni (Ivass) per gli adempimenti di propria competenza. n L' articolo 9 reca un'ulteriore disposizione, a completamento del nuovo regime della responsabilità sanitaria, disciplinando l'azione di rivalsa o di responsabilità amministrativa - questa seconda possibilità è stata aggiunta al Senato - della struttura sanitaria nei confronti dell'esercente la professione sanitaria, in caso di dolo o colpa grave di 07/03/2017 Pag. 9 N.8 - 7 marzo 2017 RESPONSABILITÀ PROFESSIONALE tiratura:40000 SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 07/03/2017 - 07/03/2017 72 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato quest'ultimo, successivamente all'avvenuto risarcimento (sulla base di titolo giudiziale o stragiudiziale) ed entro un anno dall'avvenuto pagamento. La decisione pronunciata nel giudizio promosso contro la struttura sanitaria o la compagnia assicuratrice non fa stato nel giudizio di rivalsa se l'esercente la professione sanitaria non è stato parte del giudizio. I commi da 2 a 4 e 6 dell'articolo 9 recano una disci- plina specifica dell'azione di rivalsa summenzionata, mentre il comma 5, modificato nel corso dell'esame al Senato, reca norme specifiche per l'azione di responsabilità amministrativa. In particolare, in caso di accoglimento della domanda di risarcimento proposta dal danneggiato nei confronti della struttura sanitaria o socio-sanitaria pubblica o dell'esercente la professione sanitaria il comma 5 stabilisce che: titolare dell'azione di responsabilità amministrativa, per dolo o colpa grave, è il pubblico ministero presso la Corte dei conti (il testo Camera prevedeva la competenza del giudice ordinario); tale scelta, ritenuta dal Senato coerente con l'ordinamento generale delle pubbliche amministrazioni in materia di danno erariale, tra le sue opportunità oltre a quelle note sull'esercizio autonomo dell'azione amministrativa, del potere riduttivo e della non trasmissibilità agli eredi, salvo l'illecito guadagno - contempla anche quella di evitare il paradosso organizzativo che siano le strutture pubbliche a dover avviare le azioni di rivalsa in sede civile, magari legittimamente usando contro i propri professionisti quelle competenze e conoscenze di prevenzione e gestione del rischio non compiutamente acquisibili, nella prevedibile diffidenza dei professionisti a collaborare in attività che potrebbero essere usate contro se stessi in un giudizio di rivalsa (così il relatore nel corso della discussione in Assemblea al Senato, seduta del 15 novembre 2016); ai fini della quantificazione del danno il giudice tiene conto delle situazioni di fatto di particolare difficoltà, anche di natura organizzativa, della struttura sanitaria o sociosanitaria pubblica, in cui l'esercente la professione sanitaria abbia operato; per l'importo della condanna in base all'azione di responsabilità amministrativa (con esclusione dei casi di dolo) si prevede un limite, per singolo evento, pari al valore maggiore della retribuzione lorda (o del corrispettivo convenzionale) conseguita nell'anno di inizio della condotta causa dell'evento (o nell'anno immediatamente precedente o successivo), moltiplicato per il triplo; tale limite si applica sia all'importo della condanna suddetta sia all'importo dell'azione di surrogazione da parte dell'assicuratore che abbia pagato l'indennità (surrogazione, fino alla concorrenza dell'ammontare della suddetta indennità, nei diritti dell'assicurato verso il terzo responsabile); per i tre anni successivi al passaggio in giudicato della decisione di accoglimento della domanda di risarcimento proposta dal danneggiato, l'esercente la professione sanitaria, nell'ambito delle strutture sanitarie o socio-sanitarie pubbliche, non può essere preposto a incarichi professionali superiori rispetto a quelli ricoperti e che il giudicato costituisca oggetto di specifica valutazione da parte dei commissari nei pubblici concorsi per incarichi superiori (a quest'ultimo riguardo, il testo trasmesso dalla Camera poneva un divieto, sempre triennale, di partecipazione a tali concorsi). In relazione all'azione di rivalsa, il comma 6 prevede che, se è accolta la domanda del danneggiato nei confronti della struttura sanitaria o sociosanitaria privata, o nei confronti dell'impresa di assicurazione titolare di polizza con la medesima struttura, l'azione nei confronti dell'esercente la professione sanitaria deve essere esercitata innanzi al giudice ordinario, e la misura della rivalsa e quella della surrogazione richiesta dall'impresa di assicurazione - ai sensi dell'articolo 1916, primo comma, del codice civile - per singolo evento, in caso di colpa grave, non possono superare una somma pari al valore maggiore del reddito professionale, ivi compresa la retribuzione lorda, conseguita nell'anno di inizio della condotta causa dell'evento o nell'anno immediatamente precedente o successivo, moltiplicato per il triplo. Tale limite non si applica nei confronti degli esercenti la professione sanitaria di cui all'articolo 10, comma 2 (cfr. infra). Nel giudizio di rivalsa e in quello di responsabilità amministrativa, il giudice può desumere argomenti di prova dalle prove assunte nel giudizio instaurato dal danneggiato nei confronti della struttura sanitaria o sociosanitaria o dell'impresa di assicurazione solo se l'esercente la professione sanitaria ne sia stato parte (quest'ultima condizione è stata inserita nel corso dell'esame al Senato). n L' articolo 10 mira a integrare il quadro delle tutele per il ristoro del danno sanitario in coerenza con la 07/03/2017 Pag. 9 N.8 - 7 marzo 2017 RESPONSABILITÀ PROFESSIONALE tiratura:40000 SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 07/03/2017 - 07/03/2017 73 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato disciplina sulla responsabilità civile. La disposizione prevede: l'obbligo di assicurazione (o di adozione di un'analoga misura) per la responsabilità contrattuale (ex articoli 1218 e 1228 Cc) verso terzi e verso i prestatori d'opera, a carico delle strutture sanitarie e sociosanitarie, pubbliche e private, anche per i danni cagionati dal personale a qualunque titolo operante presso le strutture medesime, compresi coloro che svolgono attività di formazione, aggiornamento nonché di sperimentazione e ricerca clinica; si specifica inoltre che l'obbligo concerne anche le strutture sociosanitarie e le prestazioni sanitarie svolte in regime di libera professione intramuraria ovvero - come aggiunto dal Senato - in regime di convenzione con il Servizio sanitario nazionale, nonché attraverso la telemedicina; con un periodo aggiunto al Senato, l'obbligo, per le strutture in esame, di stipulare altresì una polizza assicurativa (o di adottare un'analoga misura) per la copertura della responsabilità extracontrattuale (ex articolo 2043 Cc) verso terzi degli esercenti le professioni sanitarie (con riferimento all'ipotesi in cui il danneggiato esperisca azione direttamente nei confronti del professionista). Tali disposizioni tuttavia non si applicano agli esercenti la professione sanitaria di cui al comma 2 (v. ultra). Il comma 2 prevede l'obbligo di assicurazione a carico del professionista sanitario che svolga l'attività al di fuori di una delle strutture di cui al comma 1 o che presti la sua opera all'interno della stessa in regime libero-professionale ovvero che si avvalga della stessa nell'adempimento della propria obbligazione contrattuale assunta con il paziente, per i rischi derivanti dall'esercizio della medesima attività. In una logica più generale di equilibrio e solvibilità del risarcimento è stata prevista al comma 3 l'obbligatorietà per gli esercenti le professioni sanitarie, passibili di azione amministrativa della Corte dei conti per danno erariale o di rivalsa in sede civile, se operanti in strutture private, di stipulare idonee polizze assicurative per colpa grave (la limitazione alla colpa grave è frutto di una modifica del Senato). Sono contemplate misure di garanzia del funzionamento del sistema assicurativo prevedendosi, rispettivamente, che: le strutture rendano note, mediante pubblicazione sul proprio sito internet, informazioni analitiche concernenti la copertura assicurativa prescelta (comma 4); con decreto del ministro dello Sviluppo economico, da emanarsi di concerto con il ministro della Salute, siano definiti i criteri e le modalità di vigilanza e controllo che l'Istituto per la vigilanza sulle assicurazioni (Ivass) è tenuto a effettuare sulle compagnie assicuratrici che intendano contrarre polizze con le strutture e con gli esercenti la professione sanitaria (comma 5); con decreto del ministro dello Sviluppo economico, di concerto con il ministro della Salute e quello dell'Economia e delle finanze, previa intesa in sede di Conferenza Stato-Regioni, sentiti l'Istituto per la vigilanza sulle assicurazioni, l'Ania, le Associazioni nazionali rappresentative delle strutture private che erogano prestazioni sanitarie e socio-sanitarie, la Federazione nazionale dei medici chirurghi e degli odontoiatri, le Federazioni nazionali degli ordini e dei collegi delle professioni sanitarie e le organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative delle categorie professionali interessate, nonché le associazioni di tutela dei cittadini e dei pazienti, sono determinati i requisiti minimi delle polizze assicurative per le strutture sanitarie e sociosanitarie pubbliche o private e per gli esercenti le professioni sanitarie, prevedendo l'individuazione di classi di rischio a cui far corrispondere massimali differenziati (comma 6); con decreto del ministro dello Sviluppo economico da emanare di concerto con il ministro della Salute e sentito l'Ivass sono individuati i dati relativi alle polizze di assicurazione stipulate ai sensi dei commi 1 e 2 e alle altre analoghe misure adottate e sono stabilite altresì le modalità per la comunicazione di tali dati all'Osservatorio da parte delle strutture sanitarie e sociosanitarie e degli esercenti le professioni sanitarie (comma 7). n L' articolo 11 definisce i limiti temporali delle garanzie assicurative. In particolare, la garanzia assicurativa - in base a una modifica approvata dal Senato deve prevedere un'operatività temporale anche per gli eventi accaduti nei dieci anni antecedenti la conclusione del contratto assicurativo, purché denunciati all'impresa di assicurazione durante la vigenza temporale della polizza. Inoltre, in caso di cessazione definitiva dell'attività professionale per qualsiasi causa, deve essere previsto un periodo di ultrattività della copertura per le richieste di risarcimento presentate per la prima volta entro i dieci anni successivi e riferite a fatti generatori della responsabilità 07/03/2017 Pag. 9 N.8 - 7 marzo 2017 RESPONSABILITÀ PROFESSIONALE tiratura:40000 SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 07/03/2017 - 07/03/2017 74 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato verificatisi nel periodo di efficacia della polizza, periodo nel quale è incluso quello suddetto di retroattività della copertura. n L 'articolo 12 , introduce un'importante novità nel sistema del contenzioso in ambito sanitario con la previsione di una ulteriore modalità di azione per il danneggiato ovvero l'azione diretta nei confronti dell'impresa di assicurazione della struttura sanitaria e del libero professionista. L'esercizio dell'azione, subordinato al fallimento del tentativo di conciliazione obbligatorio (di cui all'articolo 8), potrà comunque portare, al massimo, al riconoscimento delle somme per le quali la struttura o il sanitario hanno stipulato il contratto di assicurazione. Si prevede, inoltre (commi 2-5): l'inopponibilità al danneggiato, per l'intero massimale di polizza, di eccezioni contrattuali diverse da quelle stabilite dal decreto del ministro dello Sviluppo economico di cui all'articolo 10, comma 6, che individuerà i requisiti minimi delle polizze assicurative; che l'impresa di assicurazione abbia diritto di rivalsa verso l'assicurato nel rispetto dei requisiti minimi delle polizze assicurative, non derogabili contrattualmente, previsti dal citato decreto del ministro dello Sviluppo economico; il litisconsorzio necessario, sia dei medici sia delle strutture sanitarie e sociosanitarie pubbliche e private, nelle cause di risarcimento intentate dai danneggiati contro le imprese assicurative; il diritto d'accesso (del sanitario, del danneggiato e dell'impresa assicurativa) a tutta la documentazione della struttura sui fatti oggetto del giudizio; una durata del termine di prescrizione dell'azione diretta pari a quello dell'azione contro la struttura sanitaria o sociosanitaria (pubblica o privata) o contro l'esercente la professione sanitaria. Il comma 6 precisa l'applicazione della disciplina dell'azione diretta a decorrere dall'entrata in vigore del citato decreto del ministro dello Sviluppo economico con cui vengono determinati i requisiti minimi delle polizze assicurative. n L' articolo 13 prevede che le strutture sanitarie e sociosanitarie e le compagnie di assicurazione comunicano all'esercente la professione sanitaria l'instaurazione del giudizio promosso nei loro confronti dal danneggiato, entro dieci giorni dalla ricezione della notifica dell'atto introduttivo, mediante posta elettronica certificata o lettera raccomandata con avviso di ricevimento contenente copia dell'atto introduttivo del giudizio. In forza delle modifiche approvate al Senato il suddetto obbligo (con i relativi effetti, in caso di inadempimento) è esteso anche alla comunicazione (all'esercente la professione sanitaria) dell'avvio di trattative stragiudiziali con il danneggiato (comunicazione che deve recare l'invito a prendervi parte): l'omissione, la tardività o l'incompletezza delle comunicazioni preclude l'ammissibilità delle azioni di rivalsa o di responsabilità amministrativa di cui all'articolo 9. n Un'ulteriore disposizione volta a tutelare i soggetti danneggiati è l' articolo 14 , che prevede l'istituzione, nello stato di previsione del ministero della Salute, di un Fondo di garanzia per i danni derivanti da responsabilità sanitaria. Il Fondo di garanzia è alimentato dal versamento di un contributo annuale dovuto dalle imprese autorizzate all'esercizio delle assicurazioni per la responsabilità civile per i danni causati da responsabilità sanitaria. A tal fine il predetto contributo è versato all'entrata del bilancio dello Stato per essere riassegnato al fondo di garanzia. Il ministero della Salute con apposita convenzione affida alla Consap spa (Concessionaria servizi assicurativi pubblici) la gestione delle risorse del Fondo di garanzia - tale periodo è stato aggiunto nel corso dell'esame al Senato -. Con regolamento adottato con decreto del ministro della Salute, da emanare entro centoventi giorni dalla data di entrata in vigore della legge, di concerto con il ministro dello Sviluppo economico e con il ministro dell'Economia e delle finanze, sentita la Conferenza Stato-Regioni, sono definiti la misura del contributo dovuto dalle imprese autorizzate all'esercizio delle assicurazioni per la responsabilità civile per i danni causati da responsabilità sanitaria, le modalità di versamento dello stesso, i principi cui dovrà uniformarsi la convenzione tra il ministero della Salute e la Consap Spa, le modalità di intervento, di funzionamento e di regresso del Fondo di garanzia nei confronti del responsabile del sinistro. Il Fondo di garanzia concorre al risarcimento del danno nei limiti delle effettive disponibilità finanziarie. La misura del contributo è determinata e aggiornata con cadenza annuale con apposito decreto del ministro della Salute, di concerto con quello dello Sviluppo economico e dell'Economia e delle finanze, in relazione alle effettive esigenze del Fondo di garanzia. Il Fondo di garanzia risarcisce i danni cagionati da responsabilità sanitaria nei seguenti casi: a) il danno sia di importo 07/03/2017 Pag. 9 N.8 - 7 marzo 2017 RESPONSABILITÀ PROFESSIONALE tiratura:40000 SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 07/03/2017 - 07/03/2017 75 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato eccedente rispetto ai massimali previsti dai contratti stipulati dalla struttura sanitaria o sociosanitaria pubblica o privata ovvero dall'esercente la professione sanitaria; b) la struttura sanitaria o sociosanitaria pubblica o privata ovvero l'esercente la professione sanitaria risultino assicurati presso un'impresa che al momento del sinistro si trovi in stato di insolvenza o di liquidazione coatta o vi venga posta successivamente; c) la struttura sanitaria o sociosanitaria pubblica o privata ovvero l'esercente la professione sanitaria siano sprovvisti di copertura assicurativa per recesso unilaterale dell'impresa assicuratrice ovvero per la sopravvenuta inesistenza o cancellazione dall'albo dell'impresa assicuratrice stessa. n L' articolo 15 riforma la disciplina sulla nomina dei Ctu (consulenti tecnici d'ufficio) in ambito civile e dei periti in ambito penale; tale modifiche appaiono di particolare rilievo, costituendo le perizie i cardini del giudizio nell'ambito del contenzioso e dei giudizi sanitari. Sono, in particolare, rafforzate le procedure di verifica delle competenze e resi trasparenti i possibili conflitti d'interesse rendendo di fatto disponibili al giudice tutti gli albi presenti a livello nazionale, da aggiornare ogni 5 anni. Una modifica introdotta al Senato ha introdotto una disciplina speciale prevedendo, in particolare: che l'autorità giudiziaria debba affidare sempre la consulenza e la perizia a un collegio costituito da un medico specializzato in medicina legale e a uno o più specialisti aventi specifica e pratica conoscenza di quanto oggetto del procedimento e riferite a tutte le professioni sanitarie; che i Ctu da nominare nel tentativo di conciliazione obbligatoria (di cui all'articolo 8, comma 1), siano in possesso di adeguate competenze nell'ambito della conciliazione acquisite anche mediante specifici percorsi formativi; O l'inapplicabilità ai componenti del collegio della disciplina dei compensi di cui all'articolo 53 Tu spese di giustizia (secondo cui, quando l'incarico è stato conferito a un collegio di ausiliari, il compenso globale è determinato sulla base di quello spettante al singolo, aumentato del 40 per cento). n L' articolo 16 , non modificato nel corso dell'esame al Senato, modificando i commi 539 e 540 della legge di stabilità 2016 (legge 208/2015) che hanno dettato norme in materia di attività di prevenzione e gestione del rischio sanitario prevede che i verbali e gli atti conseguenti all'attività di gestione del rischio clinico non possono essere acquisiti o utilizzati nell'ambito di procedimenti giudiziari, e che l'attività di gestione del rischio sanitario sia coordinata da personale medico dotato delle specializzazioni in igiene, epidemiologia e sanità pubblica o equipollenti, in medicina legale, ovvero da personale dipendente con adeguata formazione e comprovata esperienza almeno triennale nel settore. n L' articolo 17 - non modificato dal Senato contiene una clausola di salvaguardia in base alla quale le disposizioni del provvedimento in oggetto sono applicabili nelle regioni a statuto speciale e nelle Province autonome di Trento e di Bolzano compatibilmente con i rispettivi Statuti e le relative norme di attuazione, anche con riferimento alla legge costituzionale n. 3 del 2001. n L' articolo 18 , infine, contiene la clausola di invarianza finanziaria. Relazioni allegate o richieste O Il testo unificato riguarda proposte di legge di iniziativa parlamentare, corredate, pertanto, della sola relazione illustrativa. Rispetto delle competenze legislative costituzionalmente definite Le disposizioni recate dalla proposta di legge in tema di responsabilità professionale appaiono riconducibili, da una parte, alle materie «giurisdizione e norme processuali; ordinamento civile e penale», attribuite alla competenza esclusiva statale ai sensi dell'articolo 117, secondo comma, lettera l), della Costituzione investendo altresì, per taluni profili, la materia «tutela della salute», ascritta alla competenza legislativa concorrente tra lo Stato e le regioni ai sensi dell'articolo 117, terzo comma, della Costituzione e la materia «ordinamento e organizzazione amministrativa delle Regioni», spettante alla competenza legislativa delle regioni in base all'articolo 117, quarto comma, della Costituzione. 07/03/2017 Pag. 10 La Voce di Reggio Emilia L'esperienza diretta di contatto con le persone disabili Sabato 11 marzo, dalle ore 10.30, lo spazio "Polveriera" di Reggio Emilia (via Terrachini, 18) ospita la presentazione del ciclo di incontri del progetto "Esperti per esperienza", il cui obiettivo è costruire una squadra di persone motivate e pronte ad offrire la loro esperienza diretta di contatto con la disabilità a famiglie che affrontano il tema per la prima volta, impreparate e spaventate per il loro futuro. All'iniziativa saranno presenti la presidente di Farmacie comunali riunite (Fcr) Annali sa Rabitti, coordinatrice del progetto Reggio Emilia Città Senza Barriere e due esperti per esperienza di Reggio Emilia e Bologna, facilitatoli sociali e portatori di esperienza diretta sulla disabilità. "Quando arriva la disabilità è come prendere un treno in faccia - dice la presidente di Fcr Annalisa Rabitti - Tutte le persone che hanno avuto questa esperienza raccontano di un momento buio, pieno di paura e smarrimento: spesso non si ha una visione clinica chiara, non si riesce ad immaginare un futuro, non si sa nemmeno come affrontare il giorno dopo. Proprio in quel momento incontrare qualcuno che ha vissuto quello che stai vivendo tu adesso, ascoltare la parola giusta, può essere un modo per sentirsi meno soli. E questo faranno i nostri 'esperti per esperienza': un'accoglienza da persona a persona. Per ascoltare, accompagnare, esserci". Il ciclo di incontri prevede l'approfondimento di una molteplicità di temi ritenuti elementi chiave nella preparazione della squadra, sulle implicazioni emotive e le difficoltà nella relazione, sulla consapevolezza del proprio vissuto emotivo e sull'ascolto attivo. "Abbiamo pensato ad un percorso - spiega Silvia Borsari, psicoioga e psicoterapeuta, che seguirà il corso di formazione - che metta i partecipanti nelle condizioni di comunicare in modo efficace ed assertivo con le famiglie coinvolte, permetta loro di comprenderne e accoglierne le emozioni di rabbia e paura e offrire aiuto nella gestione anche pratica dei contatti all'interno del contesto ospedaliero e delle conflittualità, che affrontare la disabilità comporta. Intendo lasciare ai volontari strumenti e conoscenze utili a trasformare la propria esperienza vissuta in aiuto concreto per chi si trova per la prima volta di fronte alla disabilità". Nell'ambito dell'iniziativa, inoltre, due incontri saranno dedicati interamente alla famiglia, alle sue risorse ed alla costruzione di una rete di supporto e relazioni nel contesto comunitario di appartenenza, con l'obiettivo di contrastarne chiusura e isolamento e facilitare la strutturazione di vere e proprie reti di vicinato e prossimità. Attraverso il coinvolgimento dei referenti dei reparti ospedalieri coinvolti e dei servizi esterni presenti sul territorio, andremo a sviluppare una mappatura delle risorse concretamente disponibili e fruibili dalle famiglie. SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 07/03/2017 - 07/03/2017 76 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato SABATO «CONVEGNOINCITTA' 07/03/2017 Pag. 15 N.12 - 7 marzo 2017 diffusione:64502 tiratura:117593 I MEDICINALI DELLE FARMACIE ONLINE SONO SICURI Se si acquistano medicinali da una farmacia, o da un altro esercizio commerciale (per esempio una parafarmacia) autorizzato e registrato, si può essere certi della qualità del prodotto, poiché ogni passaggio della catena di distribuzione è controllato e certificato. Come riconoscere questi siti? Dal logo identificativo: cliccandoci sopra si viene rinviati al sito del Ministero della salute che riporta l'autorizzazione alla vendita. Foto: I siti che vendono farmaci devono avere questo logo. SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 07/03/2017 - 07/03/2017 77 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Vero o falso VITA IN FARMACIA 19 articoli 07/03/2017 Pag. 1 Ed. Milano diffusione:238671 tiratura:333841 Il salvavita introvabile nelle farmacie Gianni Santucci a pagina 9 È il salvavita in caso di overdose da eroina (e oppiacei), le farmacie dovrebbero averlo obbligatoriamente, e venderlo a prezzo calmierato, senza ricetta. Eppure, non si trova quasi mai. Una carenza, una mancanza «di sistema»: effetto di una città impreparata al ritorno dell'eroina nelle strade, un fenomeno criminale e sanitario ormai evidente da anni. Nei giorni scorsi il Corriere ha fatto una serie di verifiche: su dodici farmacie, due sole avevano il Naloxone, meglio noto con il suo nome di marca, Narcan. Una terza lo teneva in magazzino, ma scaduto. Nelle altre, dal controllo sul computer, appariva sempre appariva la stessa risposta, «mancante», anche per il principio generico. «Se questo è il quadro, è molto grave - riflette Riccardo Gatti, direttore del dipartimento Dipendenze dell'Ats -. Il Naloxone è fondamentale come antagonista dell'eroina, la sua tempestiva somministrazione inibisce nel giro di pochi secondi gli effetti dell'intossicazione ed evita il decesso». Ma la medicina è cruciale anche in altri due casi: «Contro il coma da farmaci, sempre più usati nella terapia del dolore. E poi per escludere velocemente l'overdose da oppiacei e optare su terapie diverse, quando il Naloxone non funziona», dice Gatti. Proprio per la sua importanza, il Narcan dovrebbe essere disponibile sempre a scaffale e per legge venduto senza prescrizione medica, anche se è un farmaco da iniettare endovena. Il costo è di circa 6 euro. È un argomento delicato, perché secondo qualcuno avere il Narcan pronto all'uso forse potrebbe indurre (soprattutto i giovani) ad assumere oppiacei con maggior leggerezza. Ma negli Stati Uniti, dove il numero di overdose ha raggiunto dimensioni allarmanti, è stato lanciato persino in versione spray nasale (facilissimo da usare) e reso gradualmente disponibile anche nei centri di aggregazione giovanile. Ma qui «facciamo fatica a reperirlo persino noi - racconta Cristiano Bregamo, educatore da vent'anni e coordinatore dell'unità mobile attiva intorno al bosco di Rogoredo, con la cooperativa "Lotta contro l'Emarginazione" -. Eppure è cruciale continuare a distribuirlo, anche come kit salvavita ai tossicodipendenti, nei servizi a bassa soglia e di drop in ». Annarosa Racca, presidente di Federfarma, sull'obbligo di tenerlo in magazzino non transige («Dobbiamo rispettarlo»), ma ammette: «La medicina di marca, come certifica l'Aifa, risulta al momento introvabile e lo stesso generico non è sempre di facile reperibilità. Può quindi capitare che la farmacia, avendo dispensato le confezioni che aveva in magazzino, ne sia temporaneamente sprovvista. Deve essere però solo questione di ore, finché non arriva il rifornimento del grossista». In caso di assoluta emergenza, aggiunge Racca, «a fronte del bisogno indifferibile di una fiala, la farmacia potrebbe ricorrere al corrispondente farmaco soggetto all'obbligo di ricetta medica». © RIPRODUZIONE RISERVATA La legge Il naloxone, meglio noto col nome di marca (Narcan), è un farmaco antagonista dell'eroina e ne inibisce l'azione molto rapidamente. Per questo è un farmaco salvavita in caso di overdose Per legge, tutte le farmacie dovrebbero tenerlo in negozio e venderlo a prezzo calmierato VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 07/03/2017 - 07/03/2017 79 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Contro l'overdose 07/03/2017 Pag. 1 Ed. Milano diffusione:238671 tiratura:333841 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato e senza ricetta. Dalle verifiche del Corriere , è emerso che solo poche farmacie hanno il Narcan Foto: I controlli In alto, il servizio pubblicato ieri dal Corriere sulla comparsa di una nuova droga in città, il krokodil , sostanza con effetti devastanti VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 07/03/2017 - 07/03/2017 80 07/03/2017 Pag. 1 Ed. Bologna diffusione:239605 tiratura:340745 Solo donne medico, il reparto raro ROSARIO DI RAIMONDO OGNI giorno in reparto, l'8 marzo non farà eccezione. E venerdì, come ogni settimana, un taglio di pizza al bar vicino l'ospedale, per parlare dei pazienti ma soprattutto di se stesse. Sono medici, infermiere, psicologhe del Sant'Orsola, un team di nove donne che porta avanti l'ambulatorio di malattie rare del policlinico. Un luogo che ogni anno accoglie 2.700 bambini con problemi seri, malformazioni fisiche, ritardi cognitivi, terapie da seguire tutta la vita, famiglie in crisi. Dove a mamme e papà si può essere costretti a dire: «Non sappiamo cos'ha vostro figlio». A PAGINAIII OGNI giorno in reparto, l'8 marzo non farà eccezione. E venerdì, come ogni settimana, un taglio di pizza al bar vicino l'ospedale, per parlare dei pazienti ma soprattutto di se stesse. Sono medici, infermiere, psicologhe del Sant'Orsola, un team di nove professioniste che porta avanti l'ambulatorio di malattie rare del policlinico, collegato alla pediatria. Un luogo che ogni anno accoglie 2.700 bambini con problemi seri, malformazioni fisiche, ritardi cognitivi, terapie da prescrivere per tutta la vita, famiglie in crisi. Dove a mamme e papà si può essere costretti a dire: «Noi non sappiamo cos'ha vostro figlio». Ecco, in questo ambulatorio del padiglione 16, uno degli otto centri in Italia riconosciuti dalla rete europea per le malattie rare, dove il 35% dei pazienti arriva da fuori regione a chiedere aiuto, lavorano soltanto donne: quattro medici, tre infermiere, due psicologhe. Alcune a tempo pieno, altre precarie che sperano nel rinnovo del contratto. La responsabile del centro si chiama Laura Mazzanti, lavora al policlinico da oltre trent'anni e più di una volta, nel parlare della sua attività, comincia la frase dicendo: «Io e le mie colleghe». A scanso di equivoci, non è certo vietato l'ingresso in corsia ai medici uomini, chissà quanti di loro lavorano in reparti altrettanto complicati e provanti. «Non credo sia una coincidenza se siamo solo donne, questo non posso negarlo - racconta la professoressa, senza alcuna retorica -. La spiegazione che mi sono data è che i bambini che arrivano qui sono molto coinvolgenti, hanno bisogno di cure che vanno oltre quelle mediche, necessitano di persone più portate a sacrificarsi. Sì, forse aiuta anche essere mamme, benché io non lo sia. Da qui sono anche passati degli uomini, degli studenti specializzandi, ma non hanno accettato di rimanere. Hanno aderito soltanto donne». Restare, "aderire", far parte di questo ambulatorio vuol dire visitare ogni giorno dei bambini con delle malattie rare: ci sono i bimbi che non crescono, ai quali bisogna prescrivere ormoni che poi comportano altre conseguenze. E quelli che purtroppo crescono troppo, sono sproporzionati, hanno malformazioni alle gambe o al tronco, displasie scheletriche, complicazioni ai capelli e alla pelle, ritardi cognitivi, difficoltà nel linguaggio. Mostrano segni fisici e psicologici, di quelli che prendono una vita e la stravolgono. L'ambulatorio, che fa parte della pediatria diretta da Andrea Pession, è un centro di riferimento per la regione e non solo. «Noi visitiamo i bambini e dopo li mandiamo agli specialisti, in base ai problemi riscontrati. Da quel momento si condivide un percorso che non è facile, fatto di visite, esami, diagnosi. Il 40% dei bambini ha delle malattie non diagnosticate e serve un'analisi genetica più approfondita». Sai che stanno male ma non sai dire bene il perché, come si chiama quella malattia, come si cura. È il momento più duro. «Dover dire ai genitori che il figlio ha una malattia rara, dover spiegare perché non si guarisce. È difficile pure per noi, in fondo è il contrario del nostro mestiere: noi dovremmo curare i pazienti, invece possiamo solo prendercene cura, spesso con azioni che vanno oltre quelle mediche. A volte siamo di più che camici bianchi: parliamo con famiglie che vanno in crisi, con genitori che nei casi più estremi si separano. Ci sono visite che durano molto, durante le quali cerchiamo di parlare e capire. Anche noi rischiamo il burn-out. Per questo quei pranzi in pizzeria del venerdì, prima del weekend, ci aiutano a parlare dei singoli casi ma anche di noi stesse. Persino le psicologhe del gruppo, oltre ad ascoltare, si VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 07/03/2017 - 07/03/2017 81 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato 8 MARZO/AL SANT'ORSOLA LA STORIA DI NOVE DOTTORESSE 07/03/2017 Pag. 1 Ed. Bologna diffusione:239605 tiratura:340745 VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 07/03/2017 - 07/03/2017 82 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato confidano» continua Mazzoli. Domani è l'8 marzo. Per la festa delle donne c'è chi riceverà mimose e chi sceglierà lo sciopero. Per rivendicare diritti, parità, per scandire «non una di meno», in ricordo delle donne uccise. La responsabile dell'ambulatorio sulle malattie rare non critica chi ha deciso di far sciopero ma la pensa in maniera diversa. «Se fossi stata un uomo, sono abbastanza sicura che avrei fatto carriera, avrei avuto una direzione. Nel mondo dell'università non essere uomini è un peso e io spero che la nuova direttrice generale del Sant'Orsola, appunto una donna, si faccia promotrice di alcune istanze. Ma non mi sono mai piaciute, per esempio, le quote rosa. A nessuna di noi è venuto in mente di scioperare l'8 marzo. Per prima cosa credo abbia influito un senso del dovere, visto che in ambulatorio ci sono appuntamenti difficili da spostare e la scelta di non lavorare ricadrebbe sui pazienti». C'è pure un altro motivo, che può sembrare un paradosso ma non lo è. O che quantomeno merita di essere ascoltato. «Io domani vado in reparto, anche se penso che l'essere donna in alcuni casi mi abbia danneggiato, proprio per ribadire l'importanza del mio, del nostro lavoro dentro l'ospedale». Ci notano di più se scioperiamo o se andiamo a lavoro? Forse in quel reparto la domanda è persino superflua. Foto: La professoressa Laura Mazzanti, responsabile dell'ambulatorio Malattie rare del Sant'Orsola Foto: IL TEAM Il team di medici (tutte donne, comprese infermiere e psicologhe) dell'ambulatorio per le malattie rare del Sant'Orsola. Nella foto a destra, accanto alla dottoressa che visita un bambino, la responsabile Laura Mazzanti 07/03/2017 Pag. 1 Ed. Firenze diffusione:239605 tiratura:340745 Morbillo, un altro infermiere contagiato MICHELE BOCCI UN altro operatore sanitario ha preso il morbillo in provincia di Firenze. Un diepndente dell'ospedale di Borgo San Lorenzo ha preso il virus da un paziente ricoverato. Dopo i due di Torregalli, proseguono i casi di malattia infettiva, che stanno evidenziando come gli operatori sanitari di solito non si vaccinano. L'assessore alla Sanità Saccardi ha detto che cercherà di imporre ai dipendenti del sistema sanitario di fare la vaccinazionepre dall'azienda sanitaria. BOCCI A PAGINA VI UN altro operatore sanitario ha preso il morbillo in provincia di Firenze. Dopo i due casi di Torregalli, si è ammalato un dipendente dell'ospedale di Borgo San Lorenzo, al quale il virus è stato trasmesso da un paziente ricoverato. Proseguono dunque i casi della malattia infettiva, che in questa fase stanno evidenziando come gli operatori sanitari di solito non si vaccinano. L'assessore alla Sanità Stefania Saccardi alcuni giorni fa ha detto che cercherà di imporre ai dipendenti del sistema sanitario che lavorano in determinati reparti o servizi di fare la vaccinazione. Del resto la Toscana è una delle regioni vorrebbe rendere obbligatoria questa forma di prevenzione sanitaria per i bambini che si iscrivono al nido e alla scuola materna e sarebbe curioso che invece chi cura e assiste non ha alcun dovere in questo senso. Il morbillo non riguarda solo l'area fiorentina. Anche nel territorio della Asl Toscana nord ovest (province di Lucca, Livorno, Massa-Carrara e Pisa) si è registrato un aumento dei casi. Ad essere colpita è soprattutto la zona della Versilia. «La malattia è contagiosa e a trasmissione aerea ma nel caso di comparsa di sintomatologia compatibile con morbillo è raccomandabile una valutazione medica e poi l'isolamento domiciliare per alcuni giorni - fanno sapere dall'azienda sanitaria - È quindi il medico di medicina generale o pediatra a dover vagliare la situazione ed a decidere la soluzione migliore per il proprio assistito. Se non ci sono sintomi particolarmente gravi, non è infatti consigliabile l'accesso in ospedale, che invece rischia di far aumentare la diffusione dell'infezione». Che è un po' quello che è successo a Borgo San Lorenzo. Tra l'altro l'operatore saniario che si è ammalato in Mugello è stato messo a casa per la stessa ragione. «Ai contatti di ogni persona affetta da morbillo viene comunque offerta la vaccinazione dal dipartimento della prevenzione - dicono sempre dalla Asl nord ovest - La maggiore circolazione del virus del morbillo è probabilmente legata ad una riduzione, nell'ultimo periodo, della percentuale di bambini vaccinati, che è scesa a circa l'88% mentre per una "immunità di gregge" è raccomandata una percentuale almeno del 95%». Il fenomeno è comune a tutte le regioni italiane. Ai bambini il morbillo viene fatto insieme ai vaccini per rosolia, parotite e varicella. «Anche per gli adulti che non hanno avuto la malattia, soggetti a complicazioni molto serie anche se rare, il consiglio è quello di vaccinarsi», spiegano sempre dall'azienda sanitaria. ©RIPRODUZIONE RISERVATA Foto: Morbillo, nuovo caso in ospedale Foto: IL CONTAGIO Nell'ospedale di Borgo San Lorenzo un infermiere si è ammalato di morbillo. Allarme anche sulla costa VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 07/03/2017 - 07/03/2017 83 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato BORGO SAN LORENZO 07/03/2017 Pag. 1 Ed. Torino diffusione:239605 tiratura:340745 Morta di tumore "La dottoressa vietò di operarsi" SARAH MARTINENGHI «MARINA voleva togliere quel neo. Già tra il 2004 e il 2006 aveva preso questa decisione, tanto che aveva anche fissato un appuntamento all'ospedale di Chivasso per levarlo. Ma poi Germana Durando le disse di non operarsi. E così saltò l'operazione». C'è tutta la storia di una morte che si poteva evitare, di un neo diventato un tumore maligno che poteva essere tolto anni prima, nel racconto in aula della migliore amica di Marina L., la donna che si era affidata alle terapie hameriane del medico omeopata Germana Durando per sconfiggere il cancro. A PAGINA VI «MARINa voleva togliere quel neo. Già tra il 2004 e il 2006 aveva preso questa decisione, tanto che aveva anche fissato un appuntamento all'ospedale di Chivasso per levarlo. Ma poi Germana Durando le disse di non operarsi. E così saltò l'operazione». C'è tutta la storia di una morte che si poteva evitare, di un neo diventato un tumore maligno che poteva essere tolto anni prima, nel racconto in aula della migliore amica di Marina L., la donna che si era affidata alle terapie hameriane del medico omeopata Germana Durando per sconfiggere il cancro. Ma alla fine, dopo anni di cure con "granuli" omeopatici e colloqui psicologici, era stato il tumore ad avere la meglio e a portarsi via una donna di 50 anni, madre sola di una figlia piccola. Quella figlia è stata affidata per scelta della vittima proprio a Mirella V., la testimone ascoltata ieri, che ha raccontato, nei dettagli di una lunga amicizia, gli sfoghi, i dubbi e le paure di Marina. «Un giorno, si avvicinava il suo compleanno, mi disse: "Sai quale sarebbe il regalo più bello per me? Che Germana mi lasciasse togliere il neo"». Quel neo, diventato un mostro di 14 centimetri, venne poi asportato troppo tardi: pochi mesi prima della morte per metastasi. L'amica ha raccontato la felicità della donna quando fissò l'appuntamento per operarsi: «"Evviva, evviva, evviva, vado a togliermi il neo" mi scrisse in un messaggio». Il primario di chirurgia plastica del Mauriziano, Ugo Crovella, che alla fine riuscì ad operarla grazie all'interessamento del fratello Rudy, assistito da Marino Careglio, ha raccontato: «Quando ho visto quel neo le ho dato appuntamento per toglierlo il giorno dopo. Si vedeva a occhio nudo che era un tumore maligno: una lesione drammatica. Sanguinante, vegetante. Sicuramente trascinato da anni. L'ho rimproverata per non averlo tolto prima. Non mi succedeva da tantissimi anni di vedere una cosa del genere perchè ormai si sa che i nei si tolgono e nessuno si riduce in quelle condizioni. Succedeva quando la gente non sapeva: nascondeva il melanoma da se stesso e dal mondo». Fondamentale per l'accusa, sostenuta in aula dal pm Rossella Salvati, è stata anche la testimonianza di un'altra amica, Barbara S., che ha raccontato di essere andata anche lei, molti anni prima, dalla dottoressa Durando, su consiglio di Marina. «Mio figlio aveva solo 3 anni e si era ammalato di leucemia. Volevo un supporto per le cure chemioterapiche che aveva fatto. Ma Germana, con una collega, mi disse che le due cose erano incompatibili: dovevo scegliere. O le cure tradizionali, o quelle alternative. Mi fecero sentire in colpa perchè secondo loro stavo facendo del male a mio figlio. Ma io non avevo dubbi su cosa fare e per questo le ho salutate». Entrambe le amiche hanno raccontato di una Marina molto diversa, come atteggiamento, verso la medicina tradizionale da quando si era affidata alle cure della sua dottoressa. «Prima era molto attenta, si faceva fare la mappatura dei nei. Era persino, vent'anni fa, donatrice di midollo osseo» ha spiegato Mirella V. Qualcosa poi è cambiato. Non ha tolto il neo per anni, e nemmeno i linfonodi ormai presi dalla malattia. «Ripeteva che Germana le aveva detto di non toglierli: "Sono le sentinelle che stanno combattendo il male per te. Se le togli il male si diffonderà"». ©RIPRODUZIONE RISERVATA VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 07/03/2017 - 07/03/2017 84 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato IL "METODO HAMER" 07/03/2017 Pag. 1 Ed. Torino diffusione:239605 tiratura:340745 VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 07/03/2017 - 07/03/2017 85 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Foto: IL MEDICO "ALTERNATIVO" Germana Durando, medico seguace del "metodo Hamer", all'uscita dal tribunale 07/03/2017 Pag. 43 Ed. Torino diffusione:154324 tiratura:222715 Il "dossier Torino" per i bond islamici MARIA TERESA MARTINENGO Giunto alla terza edizione, dopo aver saldato rapporti e approfondito conoscenze, il Turin Islamic Economic Forum in corso fino a stasera a Torino Incontra quest'anno presenta la sua «lista nozze», un ventaglio di progetti per Torino e il Piemonte su cui gli investitori dei Paesi musulmani potrebbero posare il loro sguardo e il loro potere finanziario. Il Tief ieri è stato aperto dal vice sindaco Guido Montanari: «Questa due giorni - ha spiegato -, l'unica al mondo organizzata da una municipalità, sottolinea quanto Torino si riaffermi laboratorio e guida nello sviluppo economico e sociale. Questo incontro internazionale sulla finanza islamica dimostra che il cambiamento si guida attraverso l'inclusione, la tolleranza e il rispetto dei diritti di tutti». Montanari, ha citato tra i progetti nei quali potrebbero entrare gli investitori islamici la linea 2 della metro: «Gli investimenti sulle infrastrutture in progettazione a Torino sono benvenuti, in particolare se poggiano su una finanza con una visione pubblica e a forte contenuto sociale». Paolo Pietro Biancone, responsabile dell'Osservatorio sulla Finanza Islamica dell'Università di Torino, ha spiegato che «la lista va dal "servizio da caffè" in su». Un crescendo che guarda al futuro della città spaziando tra tecnologia, cultura, infrastrutture. «La Regione - ha riassunto - promuove il Parco della Salute, Altec Aerospazio presenta l'accordo con la Malesia per le città spaziali, i voli sub-orbitali con la Virgin e il progetto del Museo dello Spazio a Torino». Ancora: «Il Distretto dell'auto elettrica presenta la "fabbrica chiavi in mano", mentre l'ad di Sistemi Urbani, Ferrovie Italiane, Carlo De Vito, illustrerà il progetto per il grattacielo nell'area di fronte al grattacielo di Intesa San Paolo. Il budget dei possibili investitori è illimitato, mentre i progetti vanno dai 160 milioni di Altec ai 500 del Parco della Salute al miliardo della metro». Ma essere credibili per gli investimenti significa creare condizioni adatte, inclusive. È anche la politica delle «piccole cose. «Un esempio: nelle farmacie torinesi lavorano 58 laureati con origini nei Paesi musulmani, ma è prevista formazione sui farmaci halal per tutti, mentre con l'assessorato al Commercio si farà formazione degli operatori per hotel e ristoranti "halal friendly". Teniamo presente - ha osservato Biancone - che nei ristoranti sono comuni ormai i menù per intolleranze varie, ma non esiste attenzione per l'alimentazione halal». Abdullah Mohamed al Awar, Ceo del Dubai Islamic Forum, ieri ha illustrato lo strumento principe attraverso cui dovrebbero passare gli investimenti: i "Sukuk", Bond islamici, basati su beni materiali e non sulla speculazione finanziaria (regola base della finanza islamica!). Possono essere lanciati dai governi dei Paesi stranieri interessati a investimenti: il Regno Unito e Hong Kong hanno già approfittato di questo tipo di opportunità, mentre il Lussemburgo ci sta ragionando. Al buffet, ieri, si è brindato con bollicine Bosca rigorosamente halal. Per la cronaca, anche la salsiccia di Bra può entrare nelle cucine degli osservanti. BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 07/03/2017 - 07/03/2017 86 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Il forum internazionale 07/03/2017 Pag. 47 Ed. Torino diffusione:154324 tiratura:222715 Rispedito in India il farmaco anti-epatite ALESSANDRO MONDO «V ogliamo curare tutti i malati, e non possiamo più aspettare. O la trattativa si sblocca, nell'interesse dei pazienti, o come Regioni siamo pronti ad estendere il principio di concorrenza anche ai nuovi farmaci per la cura dell'Epatite C». In altri termini: a metterli a gara per ottenere a parità di efficacia il prezzo più vantaggioso. L'annuncio di Antonio Saitta, assessore regionale alla Sanità e coordinatore della Commissione Salute della Conferenza delle Regioni, arriva in una fase estremamente delicata. Un «assist» a Mario Melazzini, direttore generale dell'Aifa, l'Agenzia Italiana del Farmaco, impegnato in una trattativa no-stop con le case farmaceutiche per ricontrattare i prezzi oggi proibitivi dei medicinali anti-epatite. «Pieno sostegno a Melazzini», precisa Saitta. E a tutti i pazienti i quali, non rientrando nei criteri fissati da Aifa per accedere alla terapia in regime di rimborsabilità ma trovandosi a fronteggiare la malattia, cercano di procurarsi in ogni modo i farmaci salva-vita: a costo di ordinarli direttamente in India. Emblematico il caso di un lettore, pubblicato ieri su «Specchio dei Tempi», frustrato nelle sue speranze. «Il farmaco è arrivato a Milano il 13 febbraio, ad un costo inferiore a 2 mila euro. Pensate la gioia - racconta -. Solo che a Milano l'Ufficio di sanità aerea Usmaf non ha concesso il nulla osta sanitario allo sdoganamento e il 20 febbraio il farmaco è stato rimandato in India impedendomi di guarire. Per farlo dovrei pagare 74 mila euro: tanto dicono che costi il farmaco dell'Harvoni, con gli stessi principi attivi di quello indiano». Vicenda paradossale, che ripropone una situazione insostenibile e insieme ad altre, dello stesso tenore, compatta il fronte Regioni-Aifa: in assenza di un accordo sui prezzi, l'Agenzia si è già detta pronta a produrre in proprio i farmaci anti-epatite negli stabilimenti farmaceutici militari di Firenze. «L'obiettivo è allargare i criteri previsti da Aifa per garantire a tutti i pazienti la terapia in regime di rimborsabilità - spiega Loredano Giorni, direttore Farmaceutica della Regione -: operazione impossibile, se prima non si riduce il prezzo dei farmaci». L'assetto attuale non solo determina disparità tra malati e malati ma aumenta la confusione. Nel caso del nostro lettore, riflettono dalla Regione, probabilmente il farmaco è stato bloccato dall'Usmaf perchè si ravvisavano gli estremi di commerciabilità: operazione vietata dalla legge. Se si fosse recato in India, avesse acquistato il prodotto sulla base di una ricetta motivata, fatta da un medico in loco, e fosse rientrato in Italia con il farmaco in tasca forse nessuno avrebbe avuto da eccepire. In quel caso, è il ragionamento, si sarebbe configurato come uso personale. Insomma: la confusione, e gli equivoci, regnano sovrani. Da qui la possibilità di ricorrere alle gare, un altro spauracchio in aggiunta a quello prospettato da Aifa. A maggior ragione, considerato che ormai i farmaci brevettati sono più di uno. Molta acqua è passata sotto i ponti da quando la Regione Toscana tentò la strada della gara in solitaria: ora i tempi sono maturi, anche per questa soluzione. BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 07/03/2017 - 07/03/2017 87 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Il caso su «Specchio dei Tempi» 07/03/2017 Pag. 46 Ed. Aosta diffusione:154324 tiratura:222715 Visite, parole e sorrisi nel segno dell'8 marzo francesca soro daniela giachino In molte località della Valle domani sono state organizzate manifestazioni per celebrare la Festa della donna in occasione del tradizionale appuntamento dell'8 marzo. Nella sala consiliare di Saint-Pierre la guardiaparco del parco nazionale del Gran Paradiso e cavaliere della Repubblica Milena Béthaz si racconta in un incontro pubblico alle 20,45. Alla Tour de Villa di Gressan alle 20,30 omaggio alle donne attraverso il reportage di Loredana Taglieri e Ugo Lucio Borga «Stories of women at war». Sempre a Gressan, il Pezzoli propone una serata da «Meravigliosa creatura»: cena, spettacolo musicale di Patrick Mittiga, coktail offerto in taverna e discomusic con lo staff Malefika. Allo sportello filatelico dell'ufficio postale in Ribitel ad Aosta , è disponibile l'annullo filatelico per la Giornata internazionale della donna. Alle 18 alla vineria Cavatappi, in via Tourneuve, aperitivo musicale con Paola Bortolotti, Serena Del Vecchio e Evelyne Parouty: «Se permettete, (noi donne) cantiamo di donne». Al centro L'energia Sottile in corso Lancieri la femminilità si festeggia in un incontro sulle «Costellazioni famigliari» con Marco Massignan, creatore delle costellazioni rituali (347/7862066). Alla farmacia di Quart tutte le donne potranno avere una consulenza con la naturopata Silvana Piotti per recuperare l'energia dopo l'inverno, far risplendere la pelle e i capelli (0165/765153). Il Forte di Bard rende omaggio al pubblico femminile che potrà visitare gratuitamente le mostre «Wildlife Photographer of the Year» e «Robert Doisneau. Icônes». Alle 15 sarà inoltre organizzata, sempre a ingresso gratuito e sino a esaurimento dei posti disponibili, una visita guidata alla mostra fotografica di Doisneau. Le prenotazioni si possono effettuare in loco il giorno stesso o al numero 0125/833818 (ore ufficio). La biblioteca di Hône , in collaborazione con Afi (Associazione famiglie italiane), organizza alle 20,45 nella saletta della biblioteca la proiezione del film di Paolo Virzì «Pazza gioia», commedia ironica che guarda al mondo femminile con una particolare sensibilità; al termine, una discussione guidata da Laura Canneti. Speciale festa targata Pecora Nera al Dinus di Arnad alle 19 con esibizione di un corpo di ballo maschile. Festa della Donna con ciaspole, yoga, Spa e apericena dalle 14 al MonterosaTerme di Champoluc ad Ayas . Iscrizioni entro le 14 di oggi al 340/7742819. Il Casinò di Saint-Vincent riserva alle sole donne una serata speciale con animazione, ballo, Bingo, Dj Set, pasta party e strip tease maschile: inizio alle 19 alla Brasserie du Casinò. BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 07/03/2017 - 07/03/2017 88 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Il tradizionale appuntamento in rosa 07/03/2017 Pag. 35 Ed. Abruzzo diffusione:115344 tiratura:158020 GIULIANOVA Entra armato di taglierino in una farmacia di Tortoreto e scappa con l'incasso della giornata sull'auto guidata dal complice. Ma la fuga dura poco in quanto vengono intercettati e fermati da una pattuglia dei carabinieri zona industriale di Colleranesco a Giulianova. L'assalto si è verificato poco dopo le 19 di ieri alla farmacia Misantone, gestita dalla dottoressa Paola Piccardoni, ubicata al numero 106 della statele adriatica di Tortoreto. Al termine della fuga, i due venivano bloccati a Colleranesco e portati in caserma. Secondo le prime indiscrezioni sarebbero entrambi di Giulianova, per la precisione un ex carabiniere con il complice che sono stati a lungo interrogati dal comandante della Compagnia, il capitano Domenico Calore, che ha convocato in caserma anche la titolare della farmacia per un confronto. I due sono attualmente in stato di fermo in attesa delle decisioni che adotterà il magistrato di turno informato sull'accaduto mentre continuano le indagini ed i controlli da parte dei militari della Compagnia giuliese. F.M. © RIPRODUZIONE RISERVATA VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 07/03/2017 - 07/03/2017 89 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Colpo in farmacia preso nella notte un ex carabiniere ` 07/03/2017 Pag. 3 Ed. Milano diffusione:106834 tiratura:139701 Nuovo bando regionale contro l'azzardopatia Stanziati due milioni di euro. Pd critico: c'è solo un mese per presentare i progetti Il primo finanziamento ha coinvolto 700 enti locali e 1.500 organizzazioni per 68 piani di contrasto I nuovi fondi andranno a integrare anche quelli già avviati l'anno scorso ANDREA D'AGOSTINO Un nuovo finanziamento dalla Regione contro l'azzardo, un convegno e una novità tecnologica per contrastare l'azzardopatia. Tante le novità emerse ieri, a partire dal bando regionale indetto ieri da due milioni di euro e rivolto ai Comuni e alle associazioni. Si tratta del secondo bando, dopo il primo che ha coinvolto 700 enti locali, 1.500 organizzazioni varie (tra associazioni, scuole, parrocchie, aziende sanitarie) per un totale di 68 progetti finanziati. Il bando, ha spiegato l'assessore regionale al Territorio Viviana Beccalossi, team leader della giunta regionale in tema di gioco d'azzardo patologico, è articolato in tre parti: la prima rivolta alla prosecuzione di progetti già finanziati in precedenza (che riceveranno un contributo da 5.000 a 15.000 euro), la seconda a nuovi progetti (da 5.000 a 30.000) e la terza dedicata a nuovi progetti presentati da soggetti già finanziati con il precedente bando (stesso importo della seconda parte). Ecco gli ambiti di azione: informazione e comunicazione, formazione, ascolto e orientamento, mappatura e contestuale azione di controllo, vigilanza, ricerca. I Comuni potranno presentare i progetti dal 13 marzo al 14 aprile; saranno valutati da una commissione che al termine stilerà una graduatoria e assegnerà i finanziamenti entro il 31 maggio. Proprio la tempistica del bando è stata criticata ieri dal Pd. «Manca poco più di un mese alla scadenza, non c'è molto tempo. E così non si permette di allargare la partecipazione ad una platea più vasta di soggetti», ha detto il consigliere Carlo Borghetti della commissione Sanità e politiche sociali della Regione, che a Palazzo Pirelli ha introdotto il convegno Regolamentare il gioco: ridurre la domanda e l'offerta, salvaguardare le persone , organizzato dal gruppo regionale lombardo Pd e dal gruppo al Senato del partito. Per il senatore Franco Mirabelli, capogruppo in commissione parlamentare Antimafia, la necessità di regolamentare il gioco deve essere condivisa da tutte le istituzioni. «La Conferenza StatoRegioni e il successivo decreto governativo che ne scaturirà potranno essere la risposta a quella domanda: un passo che sarà decisivo per la riforma e il riordino del settore». Purtroppo, ha aggiunto Emilia De Biasi, presidente della commissione Igiene e sanità del Senato, «non è affatto automatico che le Regioni prevedano servizi sanitari di prevenzione e contrasto. Abbiamo bisogno di politiche di prevenzione coordinate». Al convegno è stata presentata la app "Salvagioco", già brevettata, che funziona come un "testimone": per iniziare la partita il giocatore deve inserire nella macchinetta (ma si può anche adattare al gioco online) i dati del proprio profilo; in seguito l'applicazione salva in un database tutte le informazioni, garantendo la tracciabilità della giocata. Tra le altre funzioni, l'impostazione di un massimale di perdite mensili o la possibilità di incassare la vincita sul conto corrente. VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 07/03/2017 - 07/03/2017 90 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato L'iniziativa 07/03/2017 Pag. 12 diffusione:38667 tiratura:91773 San Severo, arriva il coprifuoco " Meglio la mafia, ora è il caos " Nel Foggiano Lo sciopero della fame del sindaco, i rinforzi mandati dal Viminale, il rogo dei migranti SANDRA AMURRI inviata a San Severo (Foggia) Sembra il far west . Colpi di pistola contro le camionette dei carabinieri, negozi rapinati in pieno giorno e in pieno centro. San Severo, provincia di Foggia, Italia, 60 mila abitanti, fra il Gargano e Padre Pio, dove è stato assessore alla legalità l'attuale governatore della Puglia, Michele Emiliano, sotto scacco da sempre della mafia, strozzata dalla crescente povertà, da qualche tempo, è anche teatro di bande criminali. Un ' emergenza che si è sovrapposta al rogo del ghetto dei migranti (due morti) di Rignano Garganico, che dista da qui appena 20 km. Dalle indagini in corso, non sembra emergere alcun legame fra i due fenomeni. IL 22 FEBBRAIO scorso, quando nel giro di cinque minuti, in diversi punti della città, le rapine hanno colpito una farmacia, una tabaccheria del centro e un supermercato, il sindaco, l'avvocato Francesco Miglio, Pd, a capo di una coalizione di centrosinistra più liste civiche, per richiamare l'attenzione delle istituzioni, ha deciso di iniziare lo sciopero della fame. Dopo sei giorni il ministro dell'Interno, Marco Minniti, ha convocato il primo cittadino, che è anche presidente della Provincia di Foggia, al Viminale. Miglio ha chiesto l'istituzione della Direzione distrettuale antimafia, del reparto anticrimine in provincia con sede fissa e per il momento ha ricevuto solo l'invio dei rinforzi. Per le vie del centro e, non solo, sono stati istituiti posti di blocco, poliziotti in borghese fermano e perquisiscono i passanti con borse e zaini. Atmosfera da coprifuoco. Ma proprio mentre la città era blindata si sono verificate altre rapine contemporaneamente in una macelleria e in un negozio di ottica e sono state prese a pistolettate le camionette dei corpi speciali inviati da Roma di fronte all'hotel Giancola, dove alloggiavano gli agenti. Erano le 4.02 della notte quando una sola persona ripresa dalle telecamere dell'hotel, ha sparato tre colpi ed è fuggita a bordo di un'auto, rivelatasi rubata, abbandonata fuori città. I cittadini sono esausti, hanno paura a passeggiare. Le vie del centro storico, dove avveniva il tradizionale " struscio " sono deserte. " Prima c'era il capomafia, tutti sapevano chi era " , racconta una giovane signora ben vestita in cambio dell'anonimato " e se accadeva qualcosa sapevi a chi rivolgerti, adesso è il caos " . Come dire che la mafia, forse, presa dalla ricerca di nuovi equilibri interni, non riesce più a controllare il territorio e, paradossalmente, a offrire sicurezza. " Qui l'emergenza c'è da sempre " , è la disarmante affermazione del questore di Foggia, Piernicola Silvis. " Esi ste la criminalità organizzata ma anche quella comune, balordi che per sbarcare il lunario fanno furti e rapine. Si arriva facilmente al colpo di pistola, anche per banalissimi litigi. Addirittura liti condominiali sono state regolate a suon di bombe " . Il questore azzarda che " gli spari alle camionette potrebbero anche essere la vendetta dei caporali per lo sgombero del ghetto di Rignano. Si sono visti sottrarre manodopera " . E un vero e proprio urlo di aiuto arriva da monsignor Lucio Renna della diocesi apostolica di San Severo: " La povertà è in crescita e la microcriminalità aumenta in maniera esponenziale, i cittadini sono allo stremo delle forze " . Come sempre accade si cerca di chiudere la stalla quando i buoi sono scappati, come se questa situazione si fosse materializzata imp r o v v i s amente, ripet o n o t u t t i quelli che incontriamo nei bar, nei negozi, quasi deserti, accanto a quelli con le serrande abbassate con scritto, affittasi, vendesi. E guai a parlare di politica, la risposta è sempre la stessa: destra, sinistra, noi siamo abbandonati. DI CERTO, la richiesta di una maggiore presenza di forze dell'ordine, fatta da tempo, dal sindaco è stata ignorata a lungo, tant'è che lo stesso è dovuto ricorrere all'eclatante iniziativa dello sciopero della fame. Lo incontriamo al termine di una giornata convulsa, è appena terminato l'incontro con il procuratore nazionale antimafia Franco Roberti. " La paura è forte, le persone rinunciano ad andare al supermercato, in farmacia, al ristorante e questo non fa che aggravare un contesto di forte disagio sociale. Gli spari ai mezzi speciali inviati dal ministero parlano chiaro, dicono allo Stato: non ci fai paura, ma VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 07/03/2017 - 07/03/2017 91 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato IL REPORTAGE Puglia Indagini a tappeto dopo le rapine e gli spari sui mezzi delle forze dell ' ordine. E in strada c ' è chi rimpiange i vecchi boss 07/03/2017 Pag. 12 diffusione:38667 tiratura:91773 VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 07/03/2017 - 07/03/2017 92 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato noi intendiamo chinare la testa " . Può bastare, secondo lei, una risposta repressiva a un fenomeno così articolato? " C er tamente no, seppure ora abbiamo bisogno di sentirci rassicurati dalla presenza delle forze dell'ordine che, purtroppo, soffrono di carenza di organico e di risorse " , come conferma il capo della polizia Franco Gabrielli. " Nel frattempo - continua il sindaco - le indagini della Dda sono in corso e presto avranno risvolti chiarificatori. Io faccio il mio dovere supportato anche dalla parte sana della città che mi manifesta la sua vicinanza " . Criminalità organizzata ma anche comune, balordi che fanno furti e rapine. Si arriva facilmente al colpo di pistola per banalissimi litigi. Addirittura liti condominiali sono state regolate a suon di bombe IL QUESTORE P. SILVIS IL QUESTORE P. SILVIS Foto: L ' incendio e le pistolettate Il rogo del Gran Ghetto (2 migranti morti) e i mezzi della polizia colpiti a San Severo Ansa 07/03/2017 Pag. 5 Ed. Rimini diffusione:100036 tiratura:134560 Ladri scatenati, ma l'allarme li manda in bianco LA BANDA DEL BUCO In via Circonvallazione Nuova i malviventi hanno praticato un foro nel muro della ditta L'ALLARME manda in bianco i ladri. Doppio tentativo di furto nella notte tra domenica e lunedì, ma in entrambi i casi i malviventi sono rimasti praticamente a mani vuote. Il primo blitz è andato in scena in via Di Mezzo. Qui i soliti ignoti ha provato a ripulire una farmacia. Dopo aver forzato la grata con un piede di porco, hanno sfondato la vetrata e si sono introdotti nel locale, ma proprio in quel momento è entrato in funzione l'allarme. La banda ha fatto in tempo amettere sottosopra la farmacia, ma non è riuscita ad avere la meglio sulla cassa con il denaro. A quel punto i banditi, messi alle strette, non hanno potuto far altro che battere in ritira, facendo perdere le loro tracce prima dell'intervento dei carabinieri e della vigilanza privata. I militari hanno acquisito le immagini delle telecamere a circuito chiuso, nella speranza di ricavare indizi utili alle indagini . Stando alle prime ricostruzioni, dietro il tentativo ci sarebbe un trio di malviventi, tutti con il volto coperto, arrivati in via Di Mezzo su delle biciclette. UN COPIONE molto simile si è ripetuto poco dopo in via Circovallazione Nuova. Questa volta a finire nel mirino è stata una ditta di materiali edili, che ha ricevuto la visita sgradita della banda del buco. I ladri sono entrati nel cortile dell'azienda. Poi, utilizzando alcuni attrezzi trovati sul posto, hanno iniziato a scavare un passaggio nel muro perimetrale, nel tentativo di introdursi negli uffici. Il loro tentativo ha però avuto il solo effetto di far scattare l'allarme. I malviventi sono scappati a tutta velocità, senza portare via nulla. Sono in corso delle indagini per risalire all'identità dei ladri. VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 07/03/2017 - 07/03/2017 93 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato FALLITI DUE TENTATIVI DI FURTO: NEL MIRINO UNA FARMACIA E UNA DITTA DI MATERIALI EDILI 07/03/2017 Pag. 14 Ed. Macerata diffusione:100036 tiratura:134560 Farmacie, via al conto alla rovescia per la fusione IL PRIMO maggio, la società Farmacie comunali compirà sessant'anni, ma la ricorrenza non sarà celebrata. Entro il 31 marzo, infatti, essa confluirà in Atac Civitanova spa e la fusione determinerà, oltre alla decadenza degli organi sociali, la cancellazione dal registro delle imprese. A decorrere dal primo aprile, quindi, sarà l'Atac a gestire il ciclo delle acque, i trasporti e i medicinali. L'atto di fusione dovrà essere stipulato davanti a un notaio. La giunta Corvatta concretizza così una delle scelte politiche inserite nel programma, con l'obiettivo di ridurre il numero delle società partecipate e i relativi cda, realizzando economie. Tra i propositi annunciati, c'era anche la vendita di una o due farmacie, ma visto che la scadenza del mandato è ormai dietro l'angolo, l'operazione non dovrebbe avere luogo, perché non ci sarebbero più i tempi tecnici. Se ne parlerà nel corso della prossima consiliatura, o forse la questione cadrà. UNA LUNGA storia, quella della società Farmacie comunali, che si interrompe proprio alla vigilia del 60esimo anniversario della istituzione. Una storia che comincia nel lontano 1957 quando, su deliberazione del Consiglio comunale, fu inaugurata la prima struttura, in via Alighieri. Sindaco era l'onorevole Marcello Simonacci di Recanati; si scelse il primo maggio per l'apertura ufficiale, si chiamò Farmacia municipalizzata e il primo presidente fu Nando Squadroni, di professione musicista, consigliere comunale Dc. Per la seconda struttura di vendita (corso Garibaldi) si dovette aspettare dodici anni, la decisione fu assunta durante la consiliatura di Aldo Gatti, con una maggioranza piuttosto insolita per quei tempi, formata da repubblicani, socialdemocratici, socialisti e comunisti. Era il 1969, presidente fu indicato Luigi Antinori, sotto il cui mandato, nel 1972, fu aperta la terza farmacia, in via Indipendenza. A reggere quell'anno le sorti del Comune era un commissario prefettizio, Mariano Foti. La storia non finisce qui. E siccome anche i residenti di periferia hanno necessità di farmaci, ecco la farmacia 4, a Santa Maria Apparente, e la 5, in via Ginocchi. È di istituzione recente, infine, la numero 6, in via Einaudi, sotto la presidenza di Carlo Centioni, con Corvatta sindaco. Una società partecipata con ben sei strutture di vendita, quindi, cioè una vera rarità per un Comune di 40mila abitanti. Giuliano Forani VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 07/03/2017 - 07/03/2017 94 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato CONFLUIRANNO NELL'ATAC SPA 07/03/2017 Pag. 17 diffusione:76979 tiratura:107166 La manifestazione si svolgerà dal 12 al 21 maggio Ecco le aree coinvolte BEN 874 persone hanno effettuato esami e visite mediche in piazza della Chiesa a Sesto, due giorni fa, per l'iniziativa 'Lions in piazza per la prevenzione sanitaria gratuita'. Un dato che mostra il successo della manifestazione promossa dal Lions Club di Sesto in collaborazione con Croce Rossa, Misericordia di Sesto, Pieve di San Martino, l'Ordine di Malta, ma è anche una spia di una crisi economica che perdura e porta a cercare di limitare i costi anche per le spese mediche. Ventidue le specialità e le prestazioni a disposizione: «In particolare - sottolinea Walter Baluardi, 'motore' della giornata - sono stati effettuati 140 controlli per il diabete, 70 moc e 75 ecodoppler carotidei. La nostra attività a Sesto proseguirà perché, in collaborazione con le farmacie comunali, in tre ambulatori promuoveremo da aprile una giornata di visite gratuite al mese per ginecologia, patologie prostatiche e malformazione dell'anca in età pediatrica». In piazza per ringraziare volontari, medici, infermieri, operatori è arrivata l'assessore alle politiche sociali Camilla Sanquerin: «Il Comune - ha detto - ha dato il patrocinio a un'iniziativa che sposiamo volentieri». Ringraziamenti anche da Maria Tauriello, capogruppo consiliare di Forza Italia. S.N. VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 07/03/2017 - 07/03/2017 95 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato AL LAVORO 07/03/2017 Pag. 12 Ed. Arezzo diffusione:76979 tiratura:107166 ANCHE se spesso per chi ha un animale in casa il problema del mantenimento (a parte i casi di seri guai economici improvvisi magari dovuti alla crisi o a qualche cambiamento), viene "minimizzato" dal grande affetto che l'animale porta nella vita di tutti i giorni, fa senz'altro piacere il fatto di poter scaricare parte delle spese nella dichiarazione dei redditi. E quest'anno - come ci spiega Irene Serena, dottore commercialista con studio a Firenze - è tutto più semplice: «Con la circolare 24/E del 27 febbraio 2017 l'Agenzia delle Entrate ha chiarito che le spese relative all'acquisto di medicinali veterinari sono detraibili a condizione che siano certificate da scontrino "parlante" e che, con riferimento alla detraibilità delle spese sostenute per farmaci veterinari, non sia più necessario conservare la prescrizione del medico. L'Agenzia ha specificato altresì che non rileva il luogo dove sono stati acquistati detti medicinali, per cui gli stessi risultano detraibili anche se acquistati in strutture diverse dalle farmacie, purché a ciò autorizzate dal Ministero della Salute ( così come vale per la vendita di farmaci generici nei supermercati), sempre che la natura di farmaco sia attestata dallo scontrino parlante. La Legge di Stabilità 2016 ha ampliato la platea dei soggetti interessati all'obbligo della trasmissione telematica dei dati prevedendo che anche i veterinari siano obbligati a trasmettere telematicamente tutte le operazioni effettuate dal 1 gennaio 2016 a favore dei clienti persone fisiche che detengano legalmente animali allo scopo di compagnia o per la pratica sportiva». «PERTANTO - sottolinea Irene Serena - per agevolare il contribuente e nell'ambito della semplificazione e della "compliance" nei rapporti fisco-contribuente, il prossimo modello di dichiarazione precompilata (730/2017 o Unico/2017) riporterà tutte le spese veterinarie sostenute dal contribuente, a differenza dello scorso anno, nel quale invece queste non erano presenti». La nota dolente resta l'importo massimo che è possibile detrarre. «E' PREVISTA una detrazione Irpef del 19% delle spese veterinarie sostenute nell'anno fino ad un importo massimo di 387,34 euro, per la parte che eccede la franchigia di 129,11 euro - sottolinea infatti Irene Serena -. Il limite è unico per tutte le spese veterinarie sostenute, indipendentemente dal numero di animali posseduti, ed è limitato alle spese per la cura di animali legalmente detenuti a scopo di compagnia o per la pratica sportiva, mentre non sono detraibili le spese per la cura degli animali destinati all'allevamento o detenuti nell'esercizio di attività commerciali o agricole». «A parer mio e anche come confermato da molti dei miei clienti che detengono uno o più animali da compagnia - aggiunge - la disciplina della detraibilità delle spese veterinarie appare molto restrittiva, considerato anche che oggi come oggi i nostri amici a quattro zampe sono considerati sempre più come membri della famiglia. Il limite massimo di spese detraibili appare infatti risibile se consideriamo che per un animale o più animali bisognosi di cure e/o di interventi chirurgici, saranno spesi importi decisamente più elevati. Pertanto ci auguriamo che a livello governativo in futuro ci sia una maggiore attenzione verso gli amici animali con conseguente eliminazione del limite di spesa detraibile così come per le spese mediche relative alle persone fisiche». INOLTRE anche il fatto che i mangimi speciali non siano detraibili «appare altresì limitante dice ancora Irene Serena - posto che sovente ci sono animali che per tutta la vita devono nutrirsi con questo tipo di alimentazione per curare determinate patologie e che il costo degli stessi risulta essere molto elevato per il padrone». QUESTO micione sterilizzato, trovato da alcuni volontari aretini a Amatrice, se non trova una nuova casa sarà trasferito in gattile. Serve una adozione. Info: 392.8008088. VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 07/03/2017 - 07/03/2017 96 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Spese mediche per Fido e Micio Ora la detrazione è più semplice 07/03/2017 Pag. 11 Ed. Viareggio diffusione:76979 tiratura:107166 Niente più farmaci nei distretti sanitari I cittadini dovranno andare in altri Comuni NUOVI disagi per i cittadini alle prese con la sanità pubblica. Arriva lo stop all'erogazione diretta dei farmaci nei distretti sanitari di Camaiore e Pietrasanta. La motivazione data dall'Asl di area vasta in accordo con la direzione aziendale riguarderebbe tagli fatti per «motivi organizzativi». A PARTIRE dal 9 marzo cesseranno infatti la loro attività i servizi di erogazione diretta farmaci nei comuni di Camaiore e Pietrasanta. I cittadini, per soddisfare le proprie necessità, dovranno quindi recarsi agli sportelli delle farmacie ospedaliere e distrettuali nelle seguenti località: all'Ospedale Versilia il lunedì e il venerdì dalle 9,30 alle 15, e il sabato dalle 9 alle 13 (tel 05846059410); a Massarosa il lunedì dalle 8,45 alle 10,30 (tel 05846056659); a Seravezza il mercoledì dalle 8,45 alle 10,30 (tel 05846056704); a Querceta il mercoledì dalle 11,15 alle 13 (tel 05846056112); e a Viareggio il martedì e il venerdì dalle 9 alle 13 (tel 05846059256). VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 07/03/2017 - 07/03/2017 97 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato ASL IL DISAGIO COLPISCE ANCHE PIETRASANTA. I SERVIZI ATTIVI 07/03/2017 Pag. 31 Ed. Benevento diffusione:40854 tiratura:59807 Cup e ambulatori: rischio scippo Sos del gruppo «La svolta» che teme il trasferimento nella vicina Telese Terme Il futuro A rilanciare la struttura potrebbe essere l'hospice i cui lavori vanno a rilento Luella De Ciampis C'è la concreta possibilità che gli uffici del Centro Unico di Prenotazione e gli ambulatori che si trovano nell'ex struttura ospedaliera «Madonna delle Grazie» di Cerreto Sannita siano trasferiti nel comune di Telese Terme. A lanciare l'allarme è il gruppo consiliare di minoranza del Comune di Cerreto, «La Svolta», pronto a mettere in atto tutte le strategie e le azioni per evitare che questo avvenga. La decisione nasce dalla necessità di evitare che i cittadini siano privati di un altro importante servizio e che sia inferto un ulteriore colpo all'economia e al tessuto sociale del paese. In realtà, l'ex presidio ospedaliero di Cerreto, al pari di altre strutture del territorio, negli anni è stato deprivato di una serie di servizi che erogava in precedenza. La struttura, che entrò in piena attività a metà degli anni '80, nel 2008, in base al piano di ristrutturazione e riqualificazione della rete ospedaliera, insieme al «San Giovanni di Dio» di Sant'Agata de Goti, confluì nel nuovo presidio ospedaliero «Sant'Alfonso Maria de Liguori», sempre a Sant'Agata, dove furono trasferite tutte le unità operative. Nel 2011 fu trasformata in ospedale di comunità, sede di un primo soccorso e di uffici di assistenza sociale. Una graduale sottrazione, quella avvenuta nel corso degli anni, a causa dei tagli inferti alla Sanità, che rischia di culminare con il trasferimento del Cup e dei pochi ambulatori superstiti. Ora rimane accesa la speranza per la realizzazione dell'hospice per le cure palliative e la terapia del dolore i cui lavori, peraltro già appaltati, sembrano tuttavia avere tempi lunghi di esecuzione. «Il progetto per la realizzazione dell'hospice - commenta l'ex commissario straordinario dell'Asl, Gelsomino Ventucci era già stato messo a punto alcuni anni fa ed erano stati individuati i locali da destinare a punto di riferimento per i malati terminali e per le loro famiglie. Contestualmente, fu inoltrata richiesta alla Regione per poter creare un hospice pediatrico presso il reparto di pediatria dello stessa struttura». Quindi, la sottrazione di servizi sembra non riguardare solo Cerreto Sannita, ma investe tutto il Sannio. Infatti, se l'ospedale di Cerreto è stato riconvertito, non hanno avuto sorte migliore la struttura ospedaliera di Sant'Agata de Goti, che ha visto sfumare la possibilità di avere un polo oncologico e per cui, da anni si parla della creazione di un servizio di assistenza per soggetti in stato vegetativo e di minima coscienza (Suap), mai istituito, l'ospedale di San Bartolomeo in Galdo, in costruzione da 50 anni, visitato l'anno scorso dall'attuale direttore generale Franklin Picker e mai potenziato e la residenza per anziani di Morcone a rischio soppressione, che, per essere «salvata», potrebbe essere trasformata in residenza per malati di alzheimer. Intanto, c'è la delibera di giunta della Regione Campania a ufficializzare la distribuzione gratuita del kit Fmg, per la misurazione del diabete di tipo 1, attraverso le farmacie territoriali e ospedaliere. © RIPRODUZIONE RISERVATA Foto: In bilico L'ex ospedale «Madonna delle Grazie» di Cerreto Sannita VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 07/03/2017 - 07/03/2017 98 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Cerreto Sannita Nubi sulle sorti dei servizi presenti nell'ex ospedale 07/03/2017 Pag. 44 N.12 - 7 marzo 2017 diffusione:64502 tiratura:117593 È PRIMAVERA! CAMBIA IL TUO BEAUTY Creme più fluide, prodotti detox, tinte delicate per il trucco: la bella stagione porta leggerezza. Ma anche tante novità Laura D'Orsi Si avvicina il momento del cambio degli armadi, quando non si vede l'ora di riporre gli indumenti pesanti per lasciare spazio a consistenze più leggere e colori più vivaci. Un'operazione che vale non solo per il guardaroba, ma anche per il beauty case. «I trattamenti viso e corpo devono adeguarsi alla nuova stagione. Cambiano le texture, i principi attivi e in qualche caso serve una vera e propria "cura ricostituente". Pelle e capelli hanno bisogno di un surplus di attenzioni per ritrovare luminosità e splendore dopo l'inverno», osserva Mariuccia Bucci, dermatologa. Ecco tutto quello che occorre per preparare un perfetto beauty case primaverile, con un occhio di riguardo alle nuove tendenze. LE CURE PER IL VISO Per pulire la pelle metti da parte latte detergente e tonico e preferisci un'acqua micellare con estratti vegetali. «È ideale perché elimina trucco e impurità in modo delicato ed è adatta a tutti i tipi di cute», spiega la dottoressa Bucci. «Il latte tende a lasciare delle tracce di sostanze grasse che con le temperature più calde, possono dare una sensazione di appiccicaticcio. Con un solo gesto, invece, ci si assicura una detersione profonda rispettando l'equilibrio della pelle». Anche la crema diventa più leggera. Preferisci texture fluide al posto di quelle ricche e molto nutrienti. «Le consistenze ideali sono le emulsioni vellutate o le creme sorbetto, ancora più leggere e idratanti. Se hai una cute grassa punta su mousse o gel, mentre per la pelle secca puoi provare i nuovi oli effetto asciutto, che nutrono senza ungere. Sotto la crema può essere necessario un siero in base alle esigenze del tuo viso: antiossidante, antirughe o schiarente se hai le macchie. E una volta alla settimana, non farti mancare un gommage delicato oppure, anche ogni giorno, una lozione con leggero effetto esfoliante, seguito da una maschera detox per togliere il grigiore dell'inverno e illuminare la carnagione. IL MAKE UP PESO PIUMA Al posto del fondotinta, prova una crema idratante colorata (ce ne sono anche in gel), oppure una BB o una CC cream, che idratano e perfezionano l'incarnato senza appesantire la pelle. Scegli un prodotto che abbia anche i filtri solari, così con un gesto solo ti assicuri anche un'adeguata protezione dai raggi Uv. Un tocco di blush sulle guance ti basterà per ricreare un salutare effetto bonne mine. Se di solito ti trucchi poco, puoi ridurre ulteriormente i passaggi e puntare su un fondotinta minerale in polvere, da distribuire con un pennello kabuki su tutto il viso. «Gli ingredienti principali del trucco minerale sono biossido di titanio e ossido di zinco. E sono entrambi schermi fisici, usati nelle creme solari, con un Spf pari a 15», spiega la cosmetologa Antonella Antonini. Oltre a proteggerti dal sole, il fondotinta minerale è privo di ingredienti di sintesi ed è ipoallergenico: ideale per "lasciare libera" la pelle in questa stagione. Unico neo: le polveri minerali tendono ad asciugare la cute. Per questo, se è secca, occorre applicare prima una base molto idratante. LA BEAUTY ROUTINE PER I CAPELLI Con la bella stagione si sente il bisogno di lavare i capelli più spesso, soprattutto se si trascorre molto tempo all'aria aperta. Per non stressare la chioma, ci vuole uno shampoo delicato, meglio senza parabeni e tensioattivi aggressivi. Alleggerisci anche il balsamo, scegliendo una versione in mousse o un prodotto leave-on, cioè senza risciacquo, perfetto dopo la piscina o la palestra oppure se i capelli sono secchi e svolazzanti. Puoi applicarlo direttamente sulle punte per eliminare l'effetto crespo, anche senza aver fatto lo shampoo. Come la pelle del viso, anche i capelli hanno bisogno in primavera di un trattamento detox. Inquinamento, polvere, forfora, utilizzo di lacche o gel formano dei residui che si depositano sulle radici, soffocandole. «Uno scrub specifico, da eseguire presso il proprio parrucchiere di fiducia o a casa, aiuta a liberare il cuoio capelluto dalle impurità accumulate, facendolo respirare nuovamente» suggerisce la cosmetologa Antonella Antonini. E per ritrovare brillantezza e morbidezza, metti da parte prodotti di styling effetto strong e punta sull'olio di argan che lucida e protegge senza ungere. Noti un aumento della caduta? Non preoccuparti, in primavera VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 07/03/2017 - 07/03/2017 99 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Bellezza 07/03/2017 Pag. 44 N.12 - 7 marzo 2017 diffusione:64502 tiratura:117593 VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 07/03/2017 - 07/03/2017 100 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato può succedere. Oltre all'autunno, anche questa è una stagione a rischio. Rinforza la chioma con fiale specifiche, a base di cellule staminali, estratti vegetali o altri ingredienti, come l'aminexyl, studiati per nutrire i bulbi e stimolare la crescita di nuovi capelli. IL PRODOTTO PER IL CORPO È ora di preparare la pelle di tutto il corpo a esporsi all'aria e al sole. Coperta per mesi sotto strati di abiti, è normale che appaia spenta e disidratata. «Non serve nutrirla con prodotti ricchi come oli e burri vegetali, troppo pesanti quando le temperature iniziano a salire. L'importante è idratarla tutti i giorni con fluidi morbidi, alternando eventualmente un olio secco per rinforzare la barriera lipidica», suggerisce la dermatologa Mariuccia Bucci. Lo scrub, una volta alla settimana, è d'obbligo, anche se la pelle è secca: favorisce il distacco delle cellule morte e libera lo strato sottostante di cute, più morbida ed elastica. Adesso è anche il momento giusto per intensificare la lotta alla cellulite, così arrivi in tempo per la prova costume. Punta su specialità a base di caffeina, rusco, centella, fucus, tè verde: migliorano il microcircolo favorendo lo smaltimento dei liquidi e stimolano le cellule adipose a bruciare di più igrassi. Se hai bisogno anche di rassodare la pelle, alterna all'anticellulite un prodotto con estratti vegetali come soia, kigelia africana, avocado, che stimolano la formazione di nuove fibre elastiche. Le nuove palette di colori Quali tinte mettere nella trousse? Tre sono le tendenze suggerite dalla moda. Da una parte le nuance pastello tipiche delle palette primaverili, come il rosa tenue, l'azzurro e il lilla che, abbinati a rossetti lucidi e semitrasparenti, regalano un look romantico. Torna poi l'effetto nude: make up con colori neutri su occhi e labbra e un incarnato perfetto e luminoso. Infine, il colore pieno: arancio, corallo, greenery per creare un make up grafico sugli occhi. E sulle labbra, rosso corallo o bordeaux. 1 L'ESFOLIANTE LIGHT Si applica mattina e sera per liberare la pelle dalle cellule morte rivelando il suo naturale splendore. Clarifying Lotion 2 di Clinique, 22,50 €, 200 ml, in profumeria. 2 IL DETERGENTE Ideale per la palestra e la piscina, perché aiuta a prevenire le infezioni fungine o batteriche. Dermon Dermico docciaschiuma specifico pH4, 11 €, 250 ml, in farmacia. 3 LA BB CREAM Con polvere di madreperla e microsfere a effetto soft focus, uniforma, idrata e protegge Spf 15. In 2 tonalità. BB Cream biologica Illumia di L'Erboristica di Athena's, 13 €, 30 ml, in profumeria e nei super. 4 LO SCRUB CORPO Ricco di principi attivi rigeneranti e nutrienti, si usa due volte alla settimana sotto la doccia. Iodase Scrub, 19 €, 220 ml, in erboristeria. 5 LA MASCHERA ILLUMINANTE Durante il riposo notturno ricarica la pelle di energia con la polvere di platino e perle nere. Unica Sleeping Mask di Mediterranea, 21,40 €, 50 ml, carli.com/mediterranea Unghie a tutta fantasia Se la tua passione sono le unghie colorate, il tuo beauty case potrà arricchirsi di smalti di ogni tinta, a seconda delle occasioni. Per essere bon ton via libera alle sfumature neutre, dal color carne al nocciola fino alla tonalità fango chiaro. O alle tinte pastello, in versione mat molto coprente (solo se hai mani curatissime e non arrossate). Torna il blu, anche in versione metallizzata e per le giovanissime le unghie fluo una diversa dall'altra (anche sui piedi). E, a sorpresa, argento e oro scintillanti, non soltanto per la sera ma anche sotto i raggi del sole. T este multicolor Si chiamano chocolate mauve, pink metallic e blorange le sfumature più trendy da sfoggiare sui capelli, che giocano con i toni del rosa e dell'arancione. Per un risultato permanente è meglio affidarsi alle mani del parrucchiere, mentre per dipingere qualche ciocca puoi procurarti i prodotti one shot: così il colore svanisce dopo lo shampoo. Ti sembra eccessivo? Alleggerisci la tua tinta di base con i kit fai da te e realizza un effetto sfumato tono su tono, schiarendo le ciocche intorno al viso o la parte finale delle lunghezze. IL SIERO ANTINQUINAMENTO Con pantenolo, aloe vera, estratto di salvia sclarea, vitamina E e una protezione Uv ad ampio spettro (Spf 40). Siero giorno City Protection di Korff, 49 €, 30 ml, in farmacia. L'IDRATANTE CORPO Studiato per chi svolge un'intensa attività fisica, restituisce subito alla pelle la sua morbidezza. Skin Fitness Instant Smoothing & Moisturizing Body Serum di Biotherm, 39,90 €, 200 ml, in 07/03/2017 Pag. 44 N.12 - 7 marzo 2017 diffusione:64502 tiratura:117593 VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 07/03/2017 - 07/03/2017 101 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato profumeria. IL SOLARE SPRAY Si vaporizza su viso e corpo per una protezione solare alta, invisibile, adatta anche alle pelli sensibili. Anthelios XL Spray Fresco Invisibile Spf 50 di La Roche-Posay, 14,90 €, 75 ml, in farmacia. IL FLUIDO PROTETTIVO Rinforza i capelli creando sui fusti una barriera protettiva antirottura. Senza risciacquo. Daily Anti-Breakage Fluid Semi di Lino Reconstruction di Alfaparf Milano, 21 €, 125 ml, nei saloni. LE FIALE ANTICADUTA Le cellule staminali del lampone aumentano la longevità cellulare dei follicoli. Si applica una fiala al giorno per 12 settimane. Trattamento anticaduta in fiale Speciale donna di Biopoint, 29,90 €, 12 fiale da 6 ml, in profumeria. 07/03/2017 Pag. 50 N.12 - 7 marzo 2017 diffusione:64502 tiratura:117593 4 ANTIETÀ CHE ARRIVANO DALLA NATURA Una recente ricerca classifica alcuni estratti vegetali tra le sostanze migliori per mantenere la pelle fresca e tonica. Scopri quali sono di Claudia Bortolato Un pizzico di radice di salice e uno di cimicifuga rubifolia (o racemosa), qualche grammo di passiflora (o fiore della passione). E poi foglie di ginkgo biloba quanto basta. Non è una pozione magica, sebbene questi preziosi estratti vegetali possano davvero compiere magie sulla pelle (e non solo). Secondo un recente n pizzico di radice di salice e uno di cimicifuga rubifolia (o racemosa), qualche grammo di passiflora (o fiore della passione). E poi foglie di ginkgo biloba quanto basta. Non è una pozione magica, sebbene questi preziosi estratti vegetali possano davvero compiere magie sulla pelle (e non solo). Secondo un recente Ginkgo biloba Nell'INCI: Ginkgo biloba extract. Lo trovi in: creme viso e corpo e in particolare nelle formule anticellulite. La pianta del ginkgo biloba è originaria della Cina e il suo nome significa "albicocca d'argento". «Già famoso per stimolare la circolazione sanguigna e linfatica (non a caso è uno degli ingredienti più gettonati nelle creme anticellulite e rassodanti), il ginkgo è un ottimo antietà per il viso, grazie alla ricchezza di antiossidanti: flavonoidi (quercetina, kaempferolo, miricetina) e in minore quantità flavoni (apigenina, luteolina) e flavanoli (diidromiricetina)», spiega Carlo Di Stanislao. Non basta: incentivando il metabolismo cellulare e regolando la secrezione sebacea, il ginkgo biloba contrasta l'effetto lucido delle pelli grasse e migliora il nutrimento di quelle secche e devitalizzate. Un principio attivo efficace su due fronti. Radice di salice Nell'INCI: Salix alba extract; salix alba bark. La trovi in: creme viso, peeling, maschere. Secondo la ricerca della Concordia University, l'estratto di radice di salice è il più potente tra i derivati botanici antietà testati. «Merito, soprattutto, delle proprietà antinfiammatorie ed esfolianti dell'acido salicilico, presente in abbondanza nel salice», dice il professor Carlo Di Stanislao. «È un betaidrossiacido già ben conosciuto in medicina estetica, dove si utilizza come peeling cutaneo, e in cosmetica come ingrediente levigante e stimolante del rinnovamento cellulare». Altri plus di questa preziosa molecola naturale: uniforma l'incarnato e attenua i danni da fotoinvecchiamento, in particolare le macchie scure. «Ma l'estratto di salice agisce anche sul cronoinvecchiamento, perché sprona i fibroblasti a produrre collagene ed elastina, aumentando così il tono dei tessuti». Infine, è un prezioso aiuto anche per la pelle acneica, perché è antinfiammatorio e lenitivo allo stesso tempo. Passiora Nell'INCI : Passiflora incarnata flower (o fruit) extract . La trovi in : creme viso e corpo, acque floreali, detergenti. A conferire una spiccata azione antietà ai fiori della passiflora incarnata , o frutto della passione, è un complesso di potenti sostanze anti-radicali liberi, in particolare dei C-glicosil flavonoidi e degli steroli. «Grazie al contenuto di cumarine, di alcaloidi come passiflorina e di acidi fenolici, la passiflora ha anche spiccate proprietà lenitive, disarrossanti e protettive del microcircolo, che la rendono un ottimo ingrediente per formule specifiche per le pelli sensibili, facilmente arrossabili e tendenti alla couperose», osserva il professor Carlo Di Stanislao, dermatologo e allergologo. Di più: sempre per il suo essere un efficace calmante e lenitivo, la passiflora protegge la pelle esposta al sole o irritata da altri agenti nocivi. Cimicifuga racemosa INCI: Cimicifuga racemosa extract. La trovi in: creme viso, collo e décolleté. Questa pianta, conosciuta in farmacopea soprattutto come rimedio naturale per alleviare i disagi della menopausa, contiene buone percentuali di fitosteroli, sostanze che, avendo un'azione simile agli estrogeni, da un lato idratano e stimolano i fibroblasti a produrre collagene ed elastina, ricompattando e tonificando i tessuti, dall'altra esfoliano e schiariscono la pelle, rendendola più radiosa e uniforme. «Inoltre, la cimicifufa racemosa contiene acido salicilico, esfoliante, e soprattutto acido ferulico, che è un ottimo antiossidante, particolarmente attivo contro il fotoinvecchiamento della pelle. Tra l'altro, alcuni studi hanno dimostrato che l'acido ferulico potenzia i filtri solari ed è in grado di ostacolare anche i raggi infrarossi, quelli che surriscaldano la pelle danneggiandola in profondità e contribuendo a segnarla con rughette, grinze e VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 07/03/2017 - 07/03/2017 102 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato BELLEZA 07/03/2017 Pag. 50 N.12 - 7 marzo 2017 diffusione:64502 tiratura:117593 VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 07/03/2017 - 07/03/2017 103 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato macchie scure», conclude il dermatologo Di Stanislao. Foto: Bagnoschiuma Frutto della Passione di L'Erbolario (9,50 €, 250 ml, in erboristeria). Foto: Trattamento Intensivo Armonizzante di Dr. Hauschka (69,50 €, 40 ml, in farmacia). Foto: Crema Rassodante Corpo Rilastil (42,90 €, 200 ml, in farmacia). Crema Esfoliante Viso Purysens di L'Erboristica di Athena's (6,90 €, 75 ml, nelle catene specializzate, nei super). 07/03/2017 Pag. 62 N.12 - 7 marzo 2017 diffusione:64502 tiratura:117593 LE CARIE OGGI SI CURANO COSÌ Sedute brevi, dolori quasi annullati, materiali che replicano esattamente il colore naturale dello smalto. Ora non hai più scuse per rimandare l'appuntamento con il dentista Valentino Maimone L'80% degli italiani già a 25 anni si trova a fare i conti con almeno una carie, secondo il Ministero della Salute. Un dato che fa di questo problema la patologia dei denti e della bocca più diffusa nel nostro Paese, come succede, del resto, in tutti gli stati industrializzati. Per combatterla, la ricerca scientifica è impegnata a individuare soluzioni sempre più efficaci e sicure. La più recente si deve a uno studio del King's College di Londra, secondo cui un farmaco sarebbe capace di attivare le cellule staminali della polpa, rigenerando la parte danneggiata dalla carie. Basterebbe usarlo al posto dei compositi, per indurre la produzione di tessuto sano da parte del dente. Al momento, però, la cura è ancora in fase di sperimentazione. Bisogna quindi continuare a ricorrere alla terapia classica. Ma anche in questo campo si sono fatti grossi passi avanti. L'ARIA COMPRESSA DIMEZZA I TEMPI «Sono cambiate molte cose da quando si usavano solo trapano e cemento. Accanto alla metodica tradizionale per "scavare" il dente, rimuovere la dentina danneggiata e sostituirla con materiale ad hoc, oggi c'è una tecnica che permette di fare a meno del trapano», fa notare il professor Gianfranco Aiello, odontoiatra a Milano e presidente dell'Accademia di estetica dentale italiana. «Si chiama Air Abrasion e consiste nell'indirizzare contro la carie un getto di aria compressa, mescolata a minuscoli granuli abrasivi, in modo da volatilizzarla. L'anestesia è sempre necessaria, ma il paziente si risparmia il tipico rumore sibilante e soprattutto la sgradevole sensazione provocati dal trapano», specifica il professor Aiello. Subito dopo il dentista stende sul dente una particolare colla su cui applica una miscela di resina e cristalli di quarzo: «Questa tecnica è efficace soprattutto per le carie più piccole, che sono anche le più frequenti, e consente di dimezzare i tempi: 20 minuti circa per ogni dente, contro i 40 minuti necessari soprattutto per gli interventi tradizionali sulle carie più estese», precisa Aiello. Il costo? Circa 80 € per dente. CON IL LASER NON SERVE ANESTESIA Ma non c'è solo l'aria compressa a fare da alternativa al trapano. «Quando la carie non è arrivata a lesionare il nervo, si può intervenire con il laser», suggerisce il dottor Giuseppe Maccheroni, odontoiatra a Seregno (Monza e Brianza) specializzato in laserterapia. Si tratta di un particolare tipo di luce, chiamata Erbium-Yag, usata anche per lo sbiancamento e le malattie della gengiva. I suoi vantaggi? «Nel 70% dei casi non richiede anestesia, perché è totalmente indolore: annullati, dunque, i rischi che questa porta con sé (per esempio per i cardiopatici oppure per chi soffre di allergie a certi farmaci) e le conseguenze meno serie, ma pur sempre sgradevoli, come il gonfiore della bocca», spiega Maccheroni. Non solo: «Grazie alla sua maggiore precisione rispetto al trapano, il laser agisce in modo selettivo vaporizzando le singole cellule malate del dente, senza intaccarne il tessuto sano tutto intorno. Inoltre, vanta un'efficacia antibatterica e antivirale che esclude ogni rischio di recidiva», continua Maccheroni. Il paziente ci guadagna anche dal punto di vista dei tempi: «Diminuiscono fino al 50-60% sia quelli necessari per il trattamento, che si aggirano attorno ai 15-20 minuti per dente, sia quelli di recupero dopo l'intervento», continua il medico. Inoltre, non ci sono controindicazioni: «È sufficiente che sia stata fatta un'accurata pulizia dei denti. L'unica vera accortezza è che il paziente, così come fa il dentista, durante il trattamento indossi un paio di occhialini di protezione dalla luce che gli viene proiettata in bocca». Subito dopo l'uso del laser si procede alla normale otturazione. Il costo per un singolo dente oscilla tra i 100 e i 200 €. OTTURAZIONI INVISIBILI CON LA RESINA Si sono evoluti molto anche i materiali usati per le otturazioni: «Rispetto a pochi anni fa sono sempre più simili al dente vero e proprio», sottolinea Aiello. «Prima di tutto per l'aspetto: i nuovi compositi in resina sono materiali mimetici, cioè ormai quasi identici nel colore. E poi anche per la durezza, la resistenza e la durata. Insomma: fatta l'otturazione è davvero molto difficile notare la differenza con i denti sani», spiega l'esperto. VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 07/03/2017 - 07/03/2017 104 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Salute 07/03/2017 Pag. 62 N.12 - 7 marzo 2017 diffusione:64502 tiratura:117593 VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 07/03/2017 - 07/03/2017 105 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Quelle "secche" sono solo abrasioni Hai mai sentito parlare delle "carie secche"? Simili nell'aspetto a quelle vere, secondo alcuni non avrebbero bisogno di cure. «Chiamarle così è improprio perché si tratta di abrasioni del dente che causano solo una maggiore sensibilità al freddo e al caldo», precisa il professor Gianfranco Aiello, odontoriatra a Milano. «Dovute di solito a traumi ripetuti come uno spazzolamento molto energico, bruxismo o alimenti troppo acidi, vanno tuttavia trattate come le carie normali per restituire integrità al dente», consiglia Gianfranco Aiello. IL 21% DEI BAMBINI A 4 ANNI HA GIÀ AVUTO UNA CARIE: INSEGNARE LE REGOLE DELL'IGIENE ORALE ANCHE AI PIÙ PICCOLI È FONDAMENTALE. Consulta gratis il noro esperto PROF. GIANFRANCO AIELLO Odontoiatra a Milano, presidente dell'Accademia di estetica dentale italiana Tel. 02-70300159 14 marzo ore 9.30-11.30 L'aiutino in più per prevenirle La carie si crea soprattutto per colpa della placca batterica. Dunque, se riesci a individuare i punti precisi dove questa si forma e resiste alla pulizia quotidiana, puoi agire al meglio per rimuoverla: «In farmacia si vendono delle pastiglie rivelatrici di placca», spiega il professor Gianfranco Aiello, odontoiatra a Milano e presidente dell'Accademia di estetica dentale italiana. «Contengono un colorante rosso innocuo, di origine vegetale, che ha la caratteristica di aderire alla placca. Masticandole, coloreranno tutta la bocca. Ma subito dopo il risciacquo la tinta resterà solo sulle parti a rischio carie. A quel punto, potrai intervenire con maggiore precisione, per rimuovere la placca. E saprai come prevenirla a colpi di spazzolino, dentifricio e filo interdentale», conclude il professore. PROFESSIONI 11 articoli 06/03/2017 Pag. 12 N.145 - febbraio 2017 About Pharma and Medical Devices NÉ BUROCRATI, NÉ LIBERISTI LA SANITÀ ITALIANA RIPENSA SE STESSA PARTENDO DALLA GOVERNANCE Nei prossimi mesi e anni il welfare del nostro Paese è atteso da riforme importanti che non possono più prescindere dalla capacità di pesare correttamente il valore delle tecnologie innovative. Di farmaci , device, regole e Hta parla Walter R icciardi, presidente dell' Istituto Superiore di Sanità Stefano Di Marzio Roma ospiterà nel 2020 la Conferenza mondiale di Sanità Pubblica. Nelle scorse settimane la World Federation of Public Health Associations (Wfpha) ha accettato la candidatura avanzata dalla Società italiana di Igiene (Siti), con il sostegno del Ministero della Salute, dell' Istituto Superiore di Sanità, di Farmindustria, della Regione Lazio, del Comune di Roma e di diverse altre società e associazioni (Eupha, Aie, Anmdo, Simpios e Aiop). Mentre è sfumata la nomina a direttore generale dell'Oms dell'epidemiologa Flavia Bustreo (a maggio 2017 l' assemblea generale è chiamata a scegliere ma nel frattempo ha già selezionato altri candidati) siamo pur sempre in lizza per ospitare a Milano la sede dell'Ema e, dovesse essere, anche quella di un'auspicata Fda europea in sinergia con l'Efsa di Parma. Mettendo insieme i tasselli, non v'è dubbio che nell' ormai immediato futuro le circostanze appena elencate accenderanno sull' intero sistema sanitario del nostro Paese qualcosa di più di un ri' ettore. E non bastasse il primario interesse della salute dei cittadini, ce n'è abbastanza perché l' Italia si presenti con il vestito buono. Né rattoppi, né restyling, però. Q ua e là già si apportano interventi strutturali (ad esempio i nuovi Lea) e altri andranno fatti (ad esempio una maggiore alfabetizzazione sui temi dell' Hta) per favorire l' accesso alle cure e alle tecnologie senza svuotare le casse dello Stato. Le pagine seguenti tratteggiano gli scenari: a introdurre il discorso è Walter Ricciardi, presidente dell' Istituto Superiore di Sanità. Q uali le prossime s" de per la sanità pubblica? I maggiori osservatori nazionali (es. Cergas-Bocconi, Crea, Meridiano Sanità etc.) rilevano conti in ordine, sobrietà, possibilità di spesa ma anche iniquità, undertreatment dei cittadini-pazienti soprattutto in alcune aree del Paese, ritardato accesso alle tecnologie, sotto " nanziamento del welfare in genere e della sanità in particolare. Cosa si può e si deve fare? Una premessa. Siamo alla vigilia di cambiamenti che possono essere davvero sconvolgenti dal punto di vista degli equilibri mondiali. Di fatto, quello che è stato per tanti anni un polo di stabilità e anche di valori condivisi - gli Usa - stanno diventando di contro, già ne abbiamo avuto testimonianza nelle scorse settimane, il principale polo di instabilità. E non è una nazione qualunque: stiamo parlando dell' unica vera superpotenza globale. Se l' Europa - che sta a sua volta vivendo un momento di grande travaglio - e anche l' Italia non si danno una regolata e non mettono al centro dell' attenzione la gestione tecnico-scienti" ca delle proprie politiche di welfare e economiche, siamo destinati veramente a momenti di grande di% coltà. Come si ri# ettono queste di$ coltà sulla salute pubblica? Nell' ulteriore aumento delle disuguaglianze. Si salva chi ha la possibilità di curarsi in Regioni che gestiscono bene il servizio e che purtroppo in Italia non sono la maggioranza. Sappiamo che da Roma in su c'è un gruppo che si colloca a livelli mondiali e riesce a dare buona assistenza a costi contenuti. Poi c'è una pare di Paese che invece non dà su% ciente accesso alle prestazioni elementari: assistenza domiciliare, cure palliative, parto indolore, parto sicuro etc. In Europa cosa ne pensano? Q uale conoscenza del sistema italiano hanno le istituzioni centrali e in particolare la Commissione europea? L ' Italia è citata frequentemente come esempio positivo, anche perché all' estero non hanno la percezione delle di$ erenze tra Nord e Sud. Le conoscono ma guardano gli indicatori medi. Sanno che c'è una parte di Paese che è tra le migliori al mondo e una che ha di% colta. Ma comunque all' estero emerge l' idea che l' Italia ha un Servizio sanitario nazionale di qualità, che è costo-e% cace, che impiega molte meno risorse degli altri per dare risultati di salute molto competitivi. E le risposte? Le istituzioni si limitano a prendere atto del gap oppure agiscono? Le strutture centrali, sia la Commissione europea che il nostro Governo, sanno PROFESSIONI - Rassegna Stampa 07/03/2017 - 07/03/2017 107 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato COVER 06/03/2017 Pag. 12 N.145 - febbraio 2017 About Pharma and Medical Devices PROFESSIONI - Rassegna Stampa 07/03/2017 - 07/03/2017 108 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato che devono rispettivamente colmare il divario tra Nord e Sud dell' Europa e tra Nord e Sud dell' Italia. Non è facile e non lo sarà. I Lea appena " rmati in che misura sono una risposta? Sono la risposta fondamentale, rappresentano il segnale chiarissimo che in maniera davvero bipartisan, il Parlamento e il Governo italiano difendono il Ssn, ci credono, investono in controtendenza, dando un pacchetto vastissimo di prestazioni. Q uale Paese al mondo dà gratuitamente la procreazione medicalmente assistita? Però poi il segnale deve confrontarsi con la realtà dei fatti e con l' e& ettiva erogazione dei servizi... Il risultato del referendum istituzionale ha confermato che lo Stato centrale, rispetto alle Regioni, più che dare soldi e fornire linee generali non può fare. L ' erogazione concreta dei servizi ai cittadini tocca alle Regioni e sarà così per i prossimi decenni. Analogamente, la Commissione Europea non può intervenire sui singoli Stati per in' uenzarne la gestione. La DG Santé ha due soli mandati sulla sanità: la sostenibilità e le emergenze. Sulle emergenze tutti si aggregano per risolverle (penso al caso Ebola, all' aviaria). Ma di sostenibilità devono occuparsi i Paesi membri. Venendo a una parte più speci" ca della governance sanitaria com'è quella farmaceutica, il cittadino italiano (come dimostrano i recenti dati del Pit Salute) rimarca un notevole problema di accesso ai farmaci, soprattutto per ragioni di costo. Fermandoci a questo: dobbiamo rassegnarci a un andamento espansivo dei costi, contrappuntato da forme di razionamento ope legis (es. tetti di spesa) o c'è un' altra strada? La soluzione al problema delle tecnologie farmaceutiche o combinate (farmaco più device) non può esserci se non c'è un tavolo di confronto e consultazione congiunto tra tutti gli stakeholder. Non possono essere soltanto lo Stato o le Regioni o l' industria o i cittadini o i medici a risolvere il problema. L ' attuale composizione e azione del Tavolo per la Farmaceutica non la soddisfa? Assolutamente no. Nel senso che insiste su un approccio contingente. Non guarda allo scenario che è completamente cambiato. L ' industria ci mette a disposizione una tecnologia assolutamente fantastica, che ha il difetto di costare molto però dando risultati sensazionali. Siamo difronte a un pesante dilemma etico. Come si risolve? Chiaramente se la coperta è corta bisogna trovare una soluzione che soddis" tutti. In questo senso non è possibile accontentare un solo soggetto: se soddisfo lo Stato avrò sì i conti a posto ma i cittadini e l' industria non saranno d' accordo. Sull' altro versante se soddisfo l' industria sballano i conti dello Stato. Il problema non è notoriamente solo dell' Italia e non si risolve né con il liberismo del mercato, né con la burocrazia. Q ueste due cose sono agli estremi e non avvicinano alla soluzione. Che dev' esser concordata e gestita... Certo. Sul farmaco e sul device devono lavorare tutte le componenti insieme. Q uale ruolo assegna al pubblico? Le istituzioni statali - Ministero, Iss, Aifa, Agenas - devono fare da "metodologi" e mediatori dell' incontro. Però ripeto: le soluzioni vanno trovate insieme. Nel mondo, in questo momento l' approccio o è troppo burocratico o troppo liberista. In Italia è più burocratico. Non sarebbe possibile " ssare insieme un limite "etico" al costo delle tecnologie? Non è pensabile. Perché le tecnologie sono elaborate a livello globale. Non esiste un unico soggetto che produce in un singolo Paese. Le grandi multinazionali giustamente hanno come scenario il mondo. Signi" ca che quando il presidente di una Regione vuol concedere il dato farmaco a tutti i pazienti, negoziandone con l' azienda il prezzo, si copre di ridicolo perché le industrie sono abituate a orientare le proprie decisioni anche contrapponendosi a grandi superpotenze come gli Stati Uniti. Figurarsi se una Regione di una nazione piccola come l' Italia può contrattare su queste cose. Allora occorre trovare una soluzione non burocratica-costrittiva se non si vuole correre il rischio - e l' Italia già lo corre - di non averli proprio i farmaci. Peraltro la questione delle carenze dei farmaci è tra le più rilevate dai cittadini... Sì anche perché abbiamo un' industria del farmaco italiana - che ha una grandissima capacità produttiva e di esportazione - che si ritrova in un mercato interno as" ttico: in un mondo globalizzato è meglio spostare il 70-80% dei prodotti dove è più conveniente. Allora occorre rendere interessanti anche i mercati interni, dare in qualche modo certezze in primis ai cittadini, poi ai professionisti che quei farmaci vogliono prescrivere e a chi li produce, li vende o li deve pagare. Un ex direttore generale del ministero della Salute francese, già Founding director di quella che una volta si chiamava Emea, poi diventata Ema, già trent' anni fa parlava della necessità soluzione globale condivisa. Poi a causa delle 06/03/2017 Pag. 12 N.145 - febbraio 2017 About Pharma and Medical Devices PROFESSIONI - Rassegna Stampa 07/03/2017 - 07/03/2017 109 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato spinte contrapposte non ci si è mai arrivati. Ma bisogna tornare all' idea che i farmaci sono una tecnologia di sanità pubblica, non una commodity, un bene commerciale qualunque. E quindi? Q uindi vanno trattati in maniera diversa da un aspirapolvere! Se esiste un farmaco oncologico che promuove e migliora la prognosi di anni, non di settimane, devi fare in modo di portarlo al mercato, anche se un ciclo di terapia costa 300 mila euro l' anno. I tetti di spesa sono una tipica misura di razionamento e non funzionano: servono solo a limitare l' accesso dei cittadini a determinate tecnologie. Sì ma lei intravede una soluzione che al momento manca e che si potrebbe implementare, sempre previa condivisione tra tutti gli attori, come detto " nora? La soluzione che s' intravede ed è proposta anche da noi (in questo caso intendo da me in quanto ricercatore) è il value based payement, cioè il pagamento basato sul valore (nello speci" co si veda l' articolo a " rma di Carlo Lucioni nelle pagine successive, n.d.r.). Il framework metodologico e concettuale c' è. Q uello che manca è proprio la condivisione del signi" cato di valore e della sua remunerazione. Su questo bisogna lavorare. Ormai i principali Paesi del mondo, e soprattutto quelli che dispongono di un servizio sanitario pubblico, si stanno interrogando su come portare il concetto alla realtà operativa. Il tetto di spesa è l' antitesi. Della serie. "io " sso un limite e tu t' arrangi". Il taglio, la limitazione arbitraria dei prezzi... sono tutti approcci burocratici. D' altra parte non si può pensare, come farà probabilmente Trump, a un "liberi tutti" perché questo creerebbe ogni sorta di iniquità. Un approccio basato sul valore ce lo dobbiamo sviluppare in Italia. Come? Non da soli ma con i teorici e i pratici. Sostanzialmente bisogna dire: "quando tu fai un nuovo farmaco oncologico, che migliora la prognosi di una settimana, quel valore lì che mi costa 50 mila euro a " ala è un valore che voglio compensare?" La risposta è no, perché onestamente quella non è un' innovazione, ma solo una "cosa nuova". Q uesta risposta va codi" cata in modo che l' industria sappia che in assenza di reale innovazione verrà remunerata di conseguenza. Per fare un esmpio opposto, in un caso come quello del nivolumab, invece, ovvero quando l' aspettativa di vita si prolunga di anni, il sistema pubblico deve impegnarsi a sostenere quel valore. Un valore che diventa triplo: per il paziente che vive di più e meglio, per l' industria che ha investito e per lo Stato che mette i soldi solo su ciò che merita. Tutte queste cose sono chiare a livello teorico ma vanno incardinate nella pratica. Ciò presuppone una di& usa conoscenza dell' Health technology assessment e della condivisione delle sue norme e principi. Stando a una recente ricerca condotta da Agenas e Società italiana di Hta (Sihta) così non è, purtroppo, soprattutto nel pubblico... L ' Hta è come la lingua inglese. Oggi se non lo conosci sei un analfabeta nel mondo della medicina, della ricerca e non solo. Così, se tu non pratichi l' Hta, sei completamente sprovvisto dei metodi per far progredire il tuo Paese, la tua realtà. Ma mentre sull' inglese abbiano recuperato (i nostri giovani lo parlano, prima eravamo "terribili") sull' Hta c'è molta strada da fare. Prima dell' inglese l' Hta si chiamava farmaeconomia... E non è la stessa cosa! Si tratta di un concetto più completo. È come se si volesse ridurre l' inglese alla sola grammatica, alla sola letteratura. L ' Hta in Italia è ancora qualcosa di praticato da pochi, non è di$ uso. Dobbiamo fare in modo che lo sia da tutti, dai cittadini, dai medici, dall' industria. L ' Italia è uno dei pochi Paesi che non ha un' agenzia di Hta. Ce l' hanno tutti, anche l' Argentina, la Cina. Noi invece abbiano competenze sparse tra Ministero, Agenas, Aifa, Iss (che a breve presenterà un suo Centro nazionale dedicato). La Commissione europea ha soppresso una serie di istituti ma ha ampliato e ra$ orzato presso la Dg Santé l' u% cio per l' Hta che è "l' inglese" della sostenibilità. Il nostro Paese si deve adeguare. Però Roma ospiterà a giugno il congresso mondiale dell' Hta... Certo, perché le competenze le abbiamo. Come per l' inglese: quelli che lo parlano lo fanno benissimo. Il problema è che se si va in Olanda l' inglese lo parlano tutti... Di Hta anche i cittadini devono occuparsi. Ma se già gli addetti ai lavori fanno fatica, come si può disseminare conoscenza tra i cittadini? Guardi che quelli organizzati - e penso a Cittadinanzattiva - sono molto più formati sull' Hta di molti decisori. Insomma, è un linguaggio basilare. Se poi un' industria presenta un farmaco nuovo in latino e l' Aifa parla ostrogoto, non c'è nessuna possibilità d' intesa. L ' Aifa parla ostrogoto? No, però parla una lingua diversa rispetto a quella dell' industria. Non hanno elementi comuni: uno vuole regolare, l' altro commercializzare e in questo modo le due cose sono viste 06/03/2017 Pag. 12 N.145 - febbraio 2017 About Pharma and Medical Devices PROFESSIONI - Rassegna Stampa 07/03/2017 - 07/03/2017 110 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato come interessi contrapposti. Che invece devono essere governati nella convergenza. Per questo l' Hta è lo strumento necessario anche se non su%ciente: non basta più presentare nei dossier la valutazione economica ("farmaco costo e% cace") ma serve anche quella organizzativa (ad esempio il budget impact). Solo così si superano le divergenze. I Ceo: il prezzo rispecchi il valore dei prodotti "Uscire dalla logica dei silos e stabilire una volta per tutte che la spesa per la sanità si muove per vasi comunicanti. Finora non ci siamo riusciti". Passa di qui il riconoscimento del giusto valore alle tecnologie healthcare. Lo ha ribadito Massimo Visentin, presidente e amministratore delegato di Pfizer Italia, membro del Comitato di Presidenza di Farmindustria, al termine dell'evento " About Future: Leaders' Talks 2017 ", organizzato il 26 gennaio a Milano da HPSAboutPharma, che ha riunito il gotha dell'industria del farmaco, del biotech e del dispostivo medico in Italia. Oltre a Visentin, al dibattito, moderato da Enrico Sassoon, direttore responsabile di Harvard Business Review Italia, e dedicato al tema della leadership, hanno partecipato i Ceo Eugenio Aringhieri (Gruppo Dompé), Giuseppe Banfi (Biogen Italia), Maurizio Castorina (Italfarmaco), Maurizio de Cicco (Roche Italia), Gianluigi Frozzi (Angelini), Michele Perrino (Medtronic Italia), Anna Maria Porrini (Boehringer Ingelheim Italia) e Alexander Zehnder, presidente e amministratore delegato di Sanofi Italia. Sul sito aboutpharma.com sono già disponibili i contenuti multimediali emersi nel corso della serata, cui il nostro mensile darà ampio risalto sul numero di marzo. Foto: Stefano Di Marzio AboutPharma and Medical Devices [email protected] Foto: Walter Ricciardi Foto: Parole chiave Sanità, governo clinico, Health technollogy assessment, farmaci, device, sostenibilità Aziende/Istituzioni World Federation of Public Health Associations (Wfpha), Organizzazione mondiale della Sanità, Commissione europea, Ema, Ministero della Salute, Istituto Superiore di Sanità, Farmindustria, Regione Lazio, Comune di Roma, Eupha, Aie, Anmdo, Simpios, Aiop, Agenas, Sihta, Policlinico Gemelli di Roma, Shire, HTAi, Alta Scuola di Economia e Management dei Sistemi sanitari (Altems) 06/03/2017 Pag. 19 N.145 - febbraio 2017 About Pharma and Medical Devices DIGITALE E CURE EVOLUTE LE TECNOLOGIE AVANZATE ENTRANO NEI NUOVI LEA Enteroscopie con video capsule ingeribili, terapie anti-cancro di ultima generazione, ausili hi-tech: così l' innovazione diventa protagonista dell' aggiornamento dei Livelli essenziali di assistenza Maurizio Di Lucchio Chi ha almeno cinquant' anni probabilmente ricorderà un " lm di successo che uscì nelle sale italiane tra la " ne degli anni ' 60 e i primi anni ' 70 interpretato da un' icona mondiale del cinema come Raquel Welch. Da "Fantastic Voyage" - questo il titolo originale, tradotto in Italia con "Viaggio allucinante" - Isaac Asimov trasse pure un romanzo pubblicato nella serie Urania. La storia entrò nell' immaginario di milioni di persone perché raccontava di un team di scienziati che veniva miniaturizzato per essere introdotto nel corpo di un uomo a bordo di un micro-sottomarino ed eseguire un intervento chirurgico delicatissimo. Q uello che all' epoca era solo un sogno fantascienti" co, da qualche anno, fatta eccezione per la miniaturizzazione degli esseri umani, è diventato una realtà con la video capsula endoscopica ingeribile, un dispositivo grande quanto una pillola su cui è installata una microcamera che consente di esplorare l' intestino tenue, non raggiungibile con i tradizionali endoscopi, ma anche l' intestino crasso e altri organi. L ' enteroscopia con microcamera da ingerire è uno degli esami inseriti tra i nuovi Lea e probabilmente rappresenta il simbolo delle numerose innovazioni tecnologiche, che spaziano dalle terapie evolute contro i tumori alle protesi hitech, che hanno appena fatto il loro ingresso nelle prestazioni garantite dal Ssn. La video capsula è emblematica di questo cambiamento perché è uno strumento "rivoluzionario". Così almeno la pensa Renato Cannizzaro, direttore della Struttura operativa complessa di Gastroenterologia oncologica del Cro di Aviano (Pordenone). "Q uesta tecnologia, concepita in Israele e presentata a livello internazionale nel 2000 dall' inglese Paul Swain, ha permesso per la prima volta di vedere come era fatto il rivestimento interno del piccolo intestino: " no a quel momento si poteva indagare solo su un tavolo operatorio o con le radiogra" e. Ora, in base alle indicazioni che ci dà il device riguardo alle lesioni interne, possiamo sapere subito come intervenire". Il dispositivo, che è meno invasivo di altri esami endoscopici, è monouso ed è dotato, oltre alla camera, di un registratore, di un' antenna, di una batteria e di una fonte luminosa. Si inghiotte con l' acqua e, una volta all' interno dell' intestino, invia allo specialista in tempo reale le immagini registrate dalla microcamera ed elaborate da un so& ware esterno. Alla " ne del percorso, la capsula è eliminata con le feci. "La ricerca scienti" ca in Italia sulla video capsula è un' eccellenza", esclama Cannizzaro. "Negli anni c'è stato uno sviluppo straordinario: adesso ce ne sono anche per l' esofago, per il colon e per la misurazione del Ph". Tra quelle in commercio, per esempio, la Pillcam di Medtronic rileva, attraverso un algoritmo, la velocità della capsula e modi" ca autonomamente la frequenza di acquisizione delle immagini in base alla diagnosi. E il modello Ugi può indagare anche l' esofago e lo stomaco. Lo strumento può essere usato anche per la prevenzione, poiché il dispositivo dà la possibilità di individuare precocemente i tumori dell' intestino tenue e altre patologie. Q uanto ai prezzi, una video capsula oscilla tra i 300 e i 650 euro. In prospettiva potrebbe mandare in so% tta gastroscopia e colonscopia? "Per ora questi esami non possono essere sostituiti - dice lo specialista - perché hanno una parte operativa, come la possibilità di prelevare tessuti, di cui la capsula non dispone. Ma in futuro chissà: " no a sedici anni fa non sapevamo neanche di poter fare un viaggio nel corpo attraverso una pillolina". Tra le cure hi-tech per i tumori, uno degli ingressi nei Lea accolti con più soddisfazione è l' adroterapia. Si tratta di una radioterapia che colpisce in modo mirato le cellule tumorali utilizzando fasci di protoni e ioni di carbonio. "Nel nostro Paese, su circa 360 mila nuove diagnosi di tumori all' anno, quasi la metà è curata con la radioterapia, ma ci sono alcune patologie che non possono essere trattate così o perché radioresistenti o perché localizzate in posizioni delicate come ad esempio il cervello o il cuore. Con la terapia adronica, si entra con una potenza molto PROFESSIONI - Rassegna Stampa 07/03/2017 - 07/03/2017 111 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato POLITICA SANITARIA 06/03/2017 Pag. 19 N.145 - febbraio 2017 About Pharma and Medical Devices PROFESSIONI - Rassegna Stampa 07/03/2017 - 07/03/2017 112 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato inferiore rispetto a quella della radioterapia, non si toccano organi sani e, nel momento in cui le particelle arrivano sul tumore, si scatena una forza così dirompente da distruggerlo", spiega Erminio Borloni, presidente della Fondazione Cnao, il Centro nazionale di adroterapia oncologica di Pavia inaugurato nel 2010 che è uno dei più avanzati al mondo nella specialità. Ogni anno sono circa cinquemila, in Italia, i pazienti che hanno bisogno di questo tipo di cura. Al Cnao ne prevedono intorno ai 500 nel 2017. "Il costo per ciclo terapeutico, che può variare da 16 a 32 sedute, è di 24 mila euro: con l' inserimento nei Lea, anche chi proviene da Regioni che non prevedono il rimborso potrà accedervi gratuitamente", a$ erma il presidente. Le patologie "coperte" sono dieci. "Ma nel provvedimento - continua Borloni - è previsto un fondo da dieci milioni di euro all' anno che riconosce la funzione di innovazione tecnologica del Cnao, che è l' unico centro in Italia che eroga la terapia a ioni di carbonio essendo dotato del sincrotrone, un enorme acceleratore di particelle. Pertanto, oltre alle malattie già nei Lea, queste risorse rimborseranno le terapie dei tumori per cui si dimostra che il trattamento con ioni carbonio ha un' e% cacia superiore del 20% rispetto ad altre cure". Un' altra terapia anti-cancro all' avanguardia che ora sarà garantita è la radioterapia stereotassica, che colpisce selettivamente le cellule tumorali servendosi dell' imaging. "La si può considerare una radio-chirurgia, che permette attraverso le immagini, sempre più evolute, di distinguere la parte malata dai tessuti sani. In poche parole, la novità della stereotassi è che le radiazioni attraversano il corpo da parecchi punti di ingresso, si può prendere la mira e sapere con estrema precisione dove si va a colpire: si rilascia il massimo dell' energia sul bersaglio tumorale risparmiando i tessuti sani", dice Elvio Russi, presidente nazionale dell'Associazione italiana di radioterapia oncologica. La cura, che può essere fatta in tutta Italia, ha un costo che varia tra 7 e 10 mila euro per un numero di sedute che oscilla generalmente tra sei e dieci. Finora solo alcune Regioni la prevedevano nei propri nomenclatori. Con l' ingresso nei Lea, sono stati individuati tre livelli di stereotassi. "Il primo, basico, è garantito ovunque ci sia un acceleratore dotato di un sistema di rilevazione di immagini. Il secondo, più so" sticato, prevede un sistema di tomogra"a computerizzata all'interno della sala di radioterapia, ed il terzo, solo per casi di particolare di% coltà, si basa su un braccio robotico guidato da immagini stereo in grado di focalizzare l'irradiazione da diverse angolazioni di piani non coplanari anche su tumori in movimento". Oltre alle nuove procedure terapeutiche, un' area in cui si osserva l' inclusione di molte tecnologie di ultima generazione è quella dell' assistenza protesica. Il nuovo nomenclatore dà la possibilità di prescrivere, tra le varie cose, apparecchi acustici digitali, ausili informatici e di comunicazione ad alto tasso di innovazione, sistemi di riconoscimento vocale e di puntamento con lo sguardo e arti arti" ciali all' avanguardia. "Sui Lea è stato fatto un grosso lavoro di revisione: il merito del Ministero va riconosciuto", commenta Fernanda Gellona, direttore generale di Assobiomedica. Prima dell' approvazione del provvedimento, l' associazione delle imprese che producono dispositivi medici ha proposto al Ministero l' introduzione nei nomenclatori di una serie di tecnologie e adesso, con il proprio Centro studi, sta facendo un' analisi per capire quali suggerimenti sono stati e$ ettivamente accolti nel testo. Per ora, la sensazione è che i passi in avanti più signi" cativi siano stati fatti riguardo al nomenclatore della protesica, mentre ci si aspettava un maggiore sforzo nel far entrare nuove prestazioni specialistiche. "Per esempio, si poteva fare di più sulla diagnostica di laboratorio e sulle prestazioni per il diabete, ma ci rendiamo conto che non era facile: i nuovi Lea arrivano dopo quindici anni, che in ambito tecnologico corrispondono a un' era geologica. Infatti, aver previsto una Commissione che ha il compito di aggiornarli costantemente ci fa sperare che altre innovazioni vengano introdotte di pari passo con l' avanzamento delle tecnologie. Una nota molto positiva invece è l' inserimento delle protesi acustiche digitali". Gellona riconosce che la nuova con" gurazione dei Livelli essenziali di assistenza è un' opportunità per le imprese del settore, che "" no a oggi - ammette - facevano fatica a introdurre prodotti innovativi sul mercato. Potrebbe essere un contributo signi"cativo per riproporre l' Italia come contesto attrattivo in cui fare investimenti". I vantaggi potrebbero però risultare pochi o nulli, secondo Assobiomedica, se non si mette mano al meccanismo attraverso cui le regioni acquistano i prodotti. Il 06/03/2017 Pag. 19 N.145 - febbraio 2017 About Pharma and Medical Devices PROFESSIONI - Rassegna Stampa 07/03/2017 - 07/03/2017 113 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato ragionamento è questo: ottima cosa l' innovazione, ma se le gare di appalto sono basate formalmente su prezzo e qualità e la soglia di valutazione di quest' ultima è bassa al punto da riconoscere a tutti più o meno lo stesso punteggio, premiando di fatto soltanto il prezzo, le imprese potrebbero essere tentate dal non investire nel nostro Paese. "Se non si dà peso al fattore qualità, l' innovazione non è ripagata: c'è anche il rischio che le aziende ci vadano a perdere. Bisognerà vedere come le Regioni organizzeranno i propri servizi alla luce della revisione dei Lea". Sempre in questo contesto, l' associazione ritiene che le logiche di acquisto nell' ambito dell' assistenza protesica vadano ride" nite in modo più ra% nato secondo un metodo che prevede una maggiore libertà di scelta da parte di medici e pazienti a seconda dell' intensità delle patologie croniche. "Servirebbe un sistema in cui si identi" cano gli specialisti responsabili del percorso, le linee guida cliniche per identi" care i livelli di gravità delle malattie e associare a ciascun livello una serie più ampia di prodotti, all' interno della quale il paziente può scegliere quello più adatto alle proprie esigenze: la scelta di chi è malato non dovrebbe cadere su un solo dispositivo, scelto attraverso una sola gara". Nel nuovo nomenclatore dell' assistenza protesica entrano anche le attrezzature domotiche e i sensori di comando e controllo per ambienti. Una mossa verso un maggiore riconoscimento della telemedicina? "Al di là del nome altisonante di 'domotica', si parla di tecnologie digitali, sempre più so" sticate, che però non hanno molto a che vedere con sistemi remoti e telemedicina", avverte Sergio Pillon, coordinatore della Commissione tecnica paritetica per lo sviluppo della telemedicina nazionale. "Nei nuovi Lea entra sicuramente tanto digitale, soprattutto in termini di ausili: penso per esempio ai sistemi di controllo vocale e alle tastiere speciali per disabili. E c'è innovazione - continua - anche in tante nuove prestazioni. Ma di riferimenti con il pre" sso "tele" ne vedo pochi. Di telecontrollo non si parla. C'è una menzione della telemetria nel codice 8954, dove si legge di Ecg con studio dei potenziali tardivi e monitoraggio degli eventi tramite registrazione". Q uanto alla telemedicina tout court, l' esperto di e-health non si aspettava un inserimento tra i Lea, innanzitutto perché non è una prestazione in sé ma una modalità di esecuzione. "Inoltre - chiosa Pillon - c'è ancora poco consenso: se sono in molti a pensare che la teletrasmissione dell' ecg in caso di infarto possa salvare la vita, lo stesso non accade per altri aspetti. Al massimo si potevano inserire speci" ci telemonitoraggi remoti, per esempio dell' attività cardiaca. Un' occasione perduta? Forse. Ma magari il tema avrebbe ritardato ulteriormente un cambiamento che già di suo ha impiegato quindici anni. Nulla vieta alle regioni di rimborsare alcuni telemonitoraggi utilizzando codici già esistenti". Parole chiave Lea, innovazione, ricerca, Ssn, tecnologia, vaccini, biotecnologie, farmaci, malattie rare, legge di stabilità Aziende/Istituzioni Struttura operativa complessa di Gastroenterologia oncologica del Cro di Aviano, Medtronic, Fondazione Cnao, Associazione italiana di radioterapia oncologica, Assobiomedica, Commissione tecnica paritetica per lo sviluppo della telemedicina nazionale, Ministero della Salute, Governo, presidenza del Consiglio dei ministri, Farmindustria, Conferenza Stato-Regioni, Fondazione Telethon, Assobiotec, Società italiana di cardiologia, Associazione italiana celiachia, Senato della Repubblica Foto: Maurizio Di Lucchio AboutPharma and Medical Devices [email protected] 06/03/2017 Pag. 21 N.145 - febbraio 2017 About Pharma and Medical Devices CHE COSA CAMBIA DOPO IL VIA LIBERA AL DECRETO SULLE PRESTAZIONI GARANTITE La revisione dei servizi rimborsati dallo Stato av vantaggia i pazienti, le aziende della salute e lo stesso Ssn. Ma mette a rischio la prevenzione e la diagnosi di alcune malattie Quelli che ci guadagnano, potenzialmente, sono i pazienti a$ etti da patologie rare e croniche, prima non incluse tra i Lea, le persone che accedono a cure e dispositivi più evoluti, le aziende che producono ausili e terapie che entrano in regime di esenzione e, più in generale,l' universalità del Ssn. A rimetterci, invece, è chi perde l' accesso gratuito ad alcune prestazioni, la qualità della prevenzione per alcune malattie e la possibilità di diagnosticare con e% cacia problemi come la celiachia. In una prima valutazione provvisoria del decreto che aggiorna i Livelli essenziali di assistenza pubblica, " rmato dal presidente del Consiglio Paolo Gentiloni, il 12 gennaio dopo un' attesa lunga quindici anni, sembrano questi i principali cambiamenti tra il prima e il dopo. Secondo il presidente di Farmindustria, Massimo Scaccabarozzi, gli e$ etti del decreto saranno minimi per le case farmaceutiche ma potrebbero essere signi" cativi per tutto il sistema sanitario. "In generale per noi non cambia molto. Ma da cittadino e da rappresentante di settore, la sensazione complessiva è molto positiva: va dato atto del grande lavoro fatto dal Ministero della Salute, dopo quindici anni, per tanti ambiti. Un fatto straordinario, ad esempio, sono le nuove malattie rare inserite. L ' augurio è che, con la revisione, l' accesso alle prestazioni sia uguale a prescindere da dove si trovino i malati". La novità che coinvolge più di ogni altra i produttori è l' inclusione di nuove vaccinazioni, salutata con entusiasmo. "L ' approvazione del Piano Vaccini da parte della Conferenza Stato-Regioni, già inserito nei Lea, è un' ottima notizia. Garantire l' accesso a tutti i vaccini che la ricerca ha reso disponibili è segno di grande civiltà perché crea un contesto nazionale che riduce le disparità tra le persone e permette di prevenire le situazioni problematiche". Il vantaggio economico legato alla vendita dei nuovi vaccini ci sarà, ma va commisurato al fatto che si tratta di farmaci con funzione preventiva e il risparmio, sul lungo periodo, è soprattutto per il Ssn. "Per lo Stato investire in prevenzione "n dalla nascita signi"ca migliorare la vita delle persone, spendendo meno in futuro e rendendo sostenibile il sistema: ad esempio, per ogni dollaro speso in vaccini, se ne risparmiano " no a 44 considerando i costi del trattamento medico, le perdite di produttività e il valore di una vita più lunga e in salute". Le persone a$ ette dalle oltre 110 malattie rare introdotte nei Lea hanno di certo buoni motivi per essere soddisfatte, come testimonia Francesca Pasinelli, direttore generale della Fondazione Telethon. "Q uesta operazione mette " ne alla so$ erenza dei malati e delle loro famiglie nel non vedere riconosciuti i propri problemi: siamo molto contenti. Per persone a$ ette da malattie che a molti forse non dicono niente, come la sindrome di Lowe, la gratuità dell' assistenza e dei farmaci, sia curativi che palliativi, sarà un elemento vitale". Un passo in avanti decisivo è considerato anche l' obbligo di screening neonatale per le malattie metaboliche ereditarie. "Permettono - spiega la dg della Fondazione che fa ricerca sulle malattie rare - di intercettare le patologie immediatamente e quanto più precoce è la diagnosi, tanto prima si può passare alla cura e salvare vite". Tuttavia, precisa, è fondamentale che i centri di screening siano individuati con attenzione. "Ne serviranno pochi, ma buoni. Su questa parte, il decreto attuativo farà la di$ erenza". Un' altra necessità, secondo Pasinelli, è l' aggiornamento, che "deve essere tempestivo perché emergono continuamente nuove malattie e nuovi test e non si può aspettare anni ogni volta". Le patologie rare sono tra gli aspetti a cui guarda con maggiore interesse anche Assobiotec. "Finalmente i nuovi Lea sono una realtà e accogliamo con particolare soddisfazione l' ampliamento dell' elenco delle malattie rare", dice Riccardo Palmisano, presidente dell' associazione nazionale per lo sviluppo delle biotecnologie. "Lo attendevano da tantissimo tempo i malati, ma anche le aziende che hanno dedicato lunghi anni ricerca per dare risposte terapeutiche e% caci, che in molti casi, come è noto, sono biotecnologiche". Anche perl' associazione,l' aggiunta di nuovi screening PROFESSIONI - Rassegna Stampa 07/03/2017 - 07/03/2017 114 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato POLITICA SANITARIA 06/03/2017 Pag. 21 N.145 - febbraio 2017 About Pharma and Medical Devices PROFESSIONI - Rassegna Stampa 07/03/2017 - 07/03/2017 115 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato neonatali per le malattie metaboliche ereditarie è vista come una scelta positiva. "È un intervento di cui possono bene" ciare i pazienti, che possono grazie a questi esami salvarsi la vita, ma anche i medici, che sono in grado di diagnosticare e trattare in modo tempestivo la patologia prima che intervengano disabilità gravi, e in" ne anche chi ha sviluppato il farmaco". Tra le novità, una prestazione che può indirettamente favorire le imprese, sia quelle che si occupano di diagnostica sia quelle che si concentrano sulle terapie, è la consulenza genetica. "Oltre a fare bene alla popolazione, può migliorare e ampliare l' utilizzo di test genetici diagnostici per evidenziare non solo la presenza di una malattia ma anche di particolari fattori di rischio", osserva Palmisano, che sottolinea anche il vantaggio che può provenire dalle nuove vaccinazioni incluse. "L ' introduzione ribadisce l' importanza di un presidio medico decisivo per ridurre l'incidenza di numerose malattie. Senza dimenticare il notevole risparmio per il sistema sanitario". Tra le categorie potenzialmente penalizzate dal nuovo quadro dei Lea ci sono i celiaci. La celiachia passa infatti da malattia rara a cronica, per cui restano in esenzione le prestazioni per il monitoraggio della patologia e l' erogazione degli alimenti entro i tetti di spesa " ssati dal Ministero della Salute ma vengono esclusi gli esami per la diagnosi, principalmente test del sangue e biopsia intestinale. Tuttavia, fa notare l' Aic (Associazione italiana celiachia), questa malattia ha "proprio nella diagnosi una forte criticità", in quanto in Italia, su 600 mila celiaci attesi, "sono solo 182 mila le diagnosi e i tempi di attesa per sapere se si è a$ etti sono in media di sei anni". Il principale timore dell' Aic, quindi, è "che l' aggravio degli oneri sulle famiglie dei potenziali celiaci possa essere un ostacolo all' incremento delle diagnosi come prevenzione delle complicanze che poi ricadono sulla società". Per questo, l' associazione spinge per conservare forme di esenzione anche sulla parte diagnostica. Un' esclusione che desta perplessità tra medici e associazioni è quella del "pacchetto prestazionale associato all' ipertensione (senza danno d' organo)", che stando alla relazione tecnica che accompagna il decreto fa risparmiare al Ssn 16 milioni di euro. Per Francesco Barillà, consigliere della Società italiana di cardiologia, è una misura che rimuove l' esenzione per alcuni esami che permettono di monitorare altri diversi fattori di rischio cardiovascolare, come il livello di colesterolo. "C'è il pericolo - ri' ette il cardiologo - che, dovendo pagare, molti smettano di fare prevenzione. In tanti non sanno di essere ipertesi, soprattutto i giovani o le persone di mezza età, e possono sviluppare un danno d' organo senza essersi mai accorti di avere i valori della pressione arteriosa superiori alla norma. Per prescrivere terapie appropriate, vanno calcolati anche gli altri elementi di rischio: se non si li monitora, non li si può conoscere". (Mdl) 06/03/2017 Pag. 24 N.145 - febbraio 2017 About Pharma and Medical Devices CITTADINANZATTIVA: I NUOVI LEA VANNO BENE MA RESTANO I DUBBI Intervista al coordinatore nazionale Tonino Aceti, molto critico sul mancato coinvolgimento dei pazienti e dei loro rappresentanti nella Commissione che ha preparato la strada al Dpcm Maurizio Di Lucchio "L'aggiornamento dei Lea? Era necessario e ha introdotto innovazioni importanti. Ma è un lavoro che presenta tante ombre e si inserisce in un sistema in cui l' accesso alle prestazioni garantite dal Ssn è sempre più di% cile". Per Tonino Aceti, coordinatore nazionale di Cittadinanzattiva-Tribunale per i diritti del malato, la soddisfazione per i gap colmati dalla revisione dei Livelli essenziali di assistenza non può coprire le critiche al provvedimento, che ruotano soprattutto intorno a due questioni: le risorse a disposizione e la rappresentatività della commissione incaricata di monitorare l' e% cacia dei Lea e di modi" carli in base ai tempi. "Le luci ci sono: i vaccini in più, il riconoscimento di nuove patologie rare e croniche, l' inclusione della procreazione medicalmente assistita, l' aumento di offerta in termini di protesi e ausili, solo per menzionarne alcune", dice Aceti. "Ma il primo pericolo che vedo all' orizzonte è che questo decreto venga subito superato nei fatti. La Commissione nazionale per l' aggiornamento dei Lea dovrebbe a breve, tra febbraio e marzo, redigere una prima valutazione della compatibilità tra l' o$ erta e le risorse e potrebbe non confermare ciò che è stato " rmato ritoccandolo già da subito". La preoccupazione nasce dal fatto che l' operazione si muove in un contesto economico-" nanziario già diverso rispetto a quello che ha portato al via libera da parte delle Regioni. "L ' intesa - spiega il coordinatore del Tdm - prevedeva che gli 800 milioni messi a disposizione sarebbero stati su% cienti se il livello di " nanziamento del Fondo sanitario nazionale fosse stato di 113 miliardi per il 2017 e 115 per il 2018. Invece, la legge di bilancio ha previsto per il 2018 un miliardo in meno". Oltre alla sostenibilità e$ ettiva per le casse dello Stato, l' attenzione è puntata anche sull' impatto sulle tasche dei cittadini, a partire dai 18,1 milioni di ticket in più che arrivano dal cambiamento di setting assistenziale - dall' ospedale all' ambulatorio - per alcune attività. "È una misura che va in controtendenza rispetto al vissuto delle famiglie, che ci segnalano ogni giorno che i costi troppo alti delle cure sono tra i motivi principali che le spingono a ritardare le terapie o addirittura a rinunciarvi". Inoltre, l' importo a carico dei cittadini potrebbe anche essere superiore perché - è il ragionamento - "un drg ospedaliero prevede più prestazioni, mentre a livello territoriale sono spacchettate e ciascuna richiede un ticket da pagare". Un problema non secondario sono anche le prestazioni che escono dalla lista dei Lea. "La metodologia che ha guidato il depennamento a volte è debole e non argomentata in modo su% ciente", commenta Aceti. "Per esempio, non ha molto senso rendere non rimborsabili le scarpe ortopediche e i plantari per soggetti con deformità lievi soltanto perché - testuali parole della relazione tecnica - sono oggetto di iper-prescrizione. O ancora, le cure per l' ipertensione: non ho trovato da nessuna parte evidenze economiche e riferimenti di letteratura scienti" ca alla base dell' esclusione. E in questo caso stiamo parlando di un taglio da 16 milioni, applicato a una malattia cardiovascolare molto frequente". In questo quadro, il decreto che riformula la disciplina dei Livelli essenziali di assistenza presterebbe il " anco, in alcuni passaggi, a una disomogeneità dei servizi tra una Regione e l' altra, che è proprio ciò che il provvedimento intende evitare. "Per esempio - fa notare il coordinatore del Tdm - quando il testo menziona i cibi aproteici per nefropatici, rinvia alle Regioni il compito di " ssare limiti e modalità di erogazione dei prodotti: è un modo per giusti" care di$ erenze regionali, mentre la s" da è che questi nuovi Lea siano garantiti a tutti, ovunque e nello stesso modo". Secondo Aceti, per controllare che l' aggiornamento costante e il monitoraggio dell' ef" cacia dei Lea siano fatti nell' interesse dei pazienti, è opportuno che nell' organo di controllo ci sia anche una componente civica. "Nella Commissione ci sono giustamente tutti i soggetti del mondo della sanità, ma è stato fatto l' errore culturale e politico di non prevedere nessuna rappresentanza di cittadini: come associazione, abbiamo chiesto di farne parte ma siamo rimasti fuori". Il PROFESSIONI - Rassegna Stampa 07/03/2017 - 07/03/2017 116 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato POLITICA SANITARIA 06/03/2017 Pag. 24 N.145 - febbraio 2017 About Pharma and Medical Devices PROFESSIONI - Rassegna Stampa 07/03/2017 - 07/03/2017 117 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato timore dunque è che, così congegnati, questi strumenti nati per rendere più ef" ciente il Servizio sanitario nazionale si dimostrino armi spuntate. E c'è il rischio che la situazione resti non troppo dissimile da quella fotografata dal Rapporto Pit di Cittadinanzattiva (sintetizzato nelle prossime pagine), da cui emerge sottolinea Aceti - una "crescente di% coltà di accedere alle prestazioni garantite dal Ssn, certi" cata dal fatto che le segnalazioni di problemi da parte dei cittadini aumentano di anno in anno". Tra le questioni per cui i pazienti hanno interpellato il servizio di consulenza di Cittadinanzattiva, Aceti mette sotto la lente di ingrandimento l' incremento dei costi che le famiglie devono sostenere per curarsi e il deterioramento delle strutture sanitarie. "Il Ssn rischia di essere condannato all' obsolescenza: un' ipotesi che bisogna scongiurare mettendo in campo politiche che non mirino solo a far quadrare i conti e favorendo una ripresa degli investimenti, soprattutto nell' ammodernamento dell' edilizia sanitaria e dei macchinari". In tema farmaci, la criticità più segnalata è il di% cile accesso ai medicinali innovativi per la cura dell' epatite C. Una circostanza che o$ re ad Aceti lo spunto per una ri' essione più ampia. "Garantire a tutti l' innovazione signi" ca non lasciare nessuno indietro. Con i farmaci per l' epatite C, il Ssn sta invece facendo passare un messaggio preoccupante: devi aggravarti, e solo quando stai davvero male ti curo. È un sistema che va evitato individuando un nuovo modo di rendere sostenibile l' innovazione e di reperire risorse per i farmaci, che vada al di là dei tetti di spesa e passi da un approccio a silos a una programmazione integrata. I fondi andrebbero cercati anche in altri capitoli di spesa: per esempio, se è vero che le terapie anti-Hcv hanno e$ etto diretto anche sul numero di trapianti e sull' assistenza ospedaliera, si potrebbe attingere anche da quelle aree. E prevedere che ogni risparmio ottenuto nella spesa farmaceutica venga riallocato all' interno della stessa. In più, è necessario che le istituzioni formalizzino impegni di più lungo periodo sulle terapie, in modo che davanti a quantità maggiori i prezzi scendano, e che si informatizzi meglio il Ssn per avere registri di patologia che permettano di sapere quanti sono precisamente i malati in Italia: solo così si possono negoziare prezzi più bassi". Rimanendo nello stesso ambito, le altre due questioni su cui i cittadini hanno espresso più lamentele rivolgendosi ai servizi di Cittadinanzattiva sono state il costo elevato dei farmaci e le carenze dei medicinali in farmacia. Come rimediare? "Per ridurre il peso a carico delle famiglie, serve - chiosa Aceti - che tutti diventino più consapevoli sull' uso dei medicinali equivalenti e che quando si decide il delisting di un farmaco da fascia A a C, ci si assicuri che nessuno debba pagare di tasca propria una terapia indispensabile. Q uanto all' indisponibilità, è un fenomeno riconducibile soprattutto al mercato parallelo. Urge vigilare di più e meglio per impedire che alcune persone si trovino nell' impossibilità di reperire i medicinali di cui hanno bisogno". Difficoltà di accesso alle nuove terapie per l'epatite C Difficoltà di accessio alle nuove terapie per l'epatite C % Mancanza di informazioni sui nuovi farmaci 45% Criteri di accesso AIFA restrittivi 27,5% Centri prescrittori 9,5% Richieste di informazioni su come attivarsi in seguito alla scoperta della malattia 8% Costo farmaci 4,5% Difficoltà di accesso ai farmaci anche dopo ammissione della cura 4% Possibilità di curarsi all'estero 1,5% Totale 100% Fonte: Cittadinanzattiva - Epatite, C siamo! luglio 2015 - febbraio 2016 Foto: Maurizio Di Lucchio AboutPharma and Medical Devices [email protected] 06/03/2017 Pag. 25 N.145 - febbraio 2017 About Pharma and Medical Devices CARI, POCO REPERIBILI E CARENTI DI INFORMAZIONI COSÌ GLI ITALIANI VEDONO I FARMACI Le emergenze legate ai medicinali contenute nel XIX Rapporto Pit Salute del Tribunale per i diritti del malato - Cittadinanzattiva presentato a " ne dicembre 2016 Prezzi elevati, prodotti a volte introvabili, di% coltà a ottenere alcuni medicinali, in particolare quelli per patologie come l' epatite C. Sono questi i principali ostacoli che incontrano i cittadini italiani che hanno bisogno di farmaci per curarsi. Lo ha evidenziato nei mesi scorsi il XIX Rapporto Pit Salute del Tribunale per i diritti del malato - Cittadinanzattiva. Il dossier, dedicato anche alle altre criticità del Ssn, evidenzia che il tema del di% cile accesso alle terapie farmacologiche è più sentito che in passato: è segnalato come un disagio dal 5,8% dei cittadini che si sono rivolti ai servizi di Cittadinanzattiva, contro il 4,6% del 2014. EPATITE C: PREZZI ALLE STELLE La questione più critica, con il 31,2% delle segnalazioni, è l' accesso proibitivo alle nuove terapie per la cura dell' epatite C. Come è noto, i farmaci innovativi per il trattamento della patologia a base di sofosbuvir sono prodotti ad altissimo costo (volendo acquistare in una farmacia italiana un quantitativo di prodotto adatto a coprire quattro settimane di trattamento occorrono più di 25 mila euro). In Italia, non esistono versioni generiche a costi meno elevati e i farmaci sono rimborsati completamente solo ai pazienti più gravi, secondo le priorità stabilite dall' Aifa. Negli anni scorsi, in particolare nel 2014, era circolata l' ipotesi di istituire una contrattazione a livello Ue che portasse a un prezzo unico di acquisto in tutta l' Unione per questi farmaci salvavita. Ma già all' epoca, il Ministero della Salute de" nì "non praticabile" questa via. L'ODISSEA DEI SALVAVITA Nel frattempo, molti pazienti Hcvinfetti che non sono ritenuti eleggibili per tali terapie innovative (almeno 100 mila secondo Epac, associazione che si occupa dei malati di epatite) non si curano oppure intraprendono viaggi di turismo sanitario in Paesi come l' India, dove il principio attivo è in vendita nelle farmacie a costi calmierati: 400 euro all' incirca per quattro settimane di trattamento. Sul web si trovano per" no società, come Cure Hep C, che si occupano di agevolare tutta l' esperienza dal volo e alloggio in hotel di città come Hyderabad e Delhi " no alla prescrizione medica in loco e all' acquisto presso le farmacie. I FONDI PUBBLICI INSUFFICIENTI Intanto, la questione resta aperta. Il Fondo da un miliardo di euro (500 milioni all' anno per il biennio 20152016) stanziato nella Legge di stabilità 2015 per i farmaci innovativi, non solo quelli per il virus Hcv, non è stato in grado di coprire il fabbisogno di tutti i pazienti a$ etti da questa patologia. LA MANCANZA DI INFORMAZIONI Paradossalmente, però, il costo di questi medicinali non ha rappresentato la prima molla che ha spinto i cittadini a rivolgersi ai Pit. Nello speci" co, il 45% delle segnalazioni ha riguardato la mancanza di informazioni sui nuovi farmaci. In particolare, i cittadini non riuscivano a capire quali medici potessero prescrivere le terapie salvavita. Il 27,5% si è lamentato invece dei criteri di accesso dell' Aifa, ritenuti troppo restrittivi. Il 9,5% ha contattato i servizi di consulenza di Cittadinanzattiva per avere indicazioni più chiare sui centri abilitati a prescrivere questi farmaci innovativi, in quanto le Regioni, incaricate dall' Aifa di indicare le strutture autorizzate, non hanno fornito, a detta dei pazienti, notizie su% cienti. L'INDISPONIBILITÀ DEI FARMACI Al secondo posto, dopo le di% coltà di accesso alle terapie per l' epatite C, la questione più sentita (27,3% delle segnalazioni, contro il 26,3% del 2014) è quella dell' indisponibilità dei farmaci: il 45,8% delle persone segnala la mancanza dei medicinali in farmacia, il 33,2% lamenta ritardi nell' erogazione dei farmaci ospedalieri, il 15,8% dà notizia del ritiro di alcuni medicinali dal mercato e il 5,3% sottolinea ai Pit la non commercializzazione in Italia di alcuni farmaci. I disagi legati all' irreperibilità risollevano puntualmente il quesito: perché un medicinale arriva a essere introvabile sul mercato generando situazioni di inaccessibilità di alcune terapie? I motivi delle carenze continuano a essere numerosi: problemi legati alla produzione, alla distribuzione e alla commercializzazione, fattori di carattere burocratico, amministrativo e organizzativo a vari livelli, ritardi nell' aggiornamento dei prontuari PROFESSIONI - Rassegna Stampa 07/03/2017 - 07/03/2017 118 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato POLITICA SANITARIA 06/03/2017 Pag. 25 N.145 - febbraio 2017 About Pharma and Medical Devices PROFESSIONI - Rassegna Stampa 07/03/2017 - 07/03/2017 119 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato terapeutici regionali e/o ospedalieri, mancanza di risorse. Tra le ragioni c'è anche la famigerata esportazione parallela, che consiste nella tendenza di alcuni distributori a preferire mercati all' estero in cui i medicinali sono venduti a prezzi maggiori rispetto all' Italia. Il fenomeno assume dimensioni ancora più preoccupanti quando riguarda farmaci che possono salvare la vita dei pazienti, come nel caso di persone sottoposte a trattamenti chemioterapici. FARMACISTI-GROSSISTI: SEPARARE LE ATTIVITÀ Uno dei tentativi di limitare il disagio, nell' autunno 2015, era stato un parere del Ministero della Salute in cui si affermava la non sovrapponibilità tra vendita all' ingrosso e al dettaglio per le farmacie. Al ricorso presentato dai farmacisti grossisti è seg uita una sentenza del Tar Campania del luglio 2016 in cui si stabiliva, tra le altre cose, che le farmacie che svolgono anche distribuzione all' ingrosso sono tenute a mantenere le due attività rigorosamente separate. Indicazione ribadita anche in un protocollo sulle carenze sottoscritto nel settembre 2016 da istituzioni e filiera. Come andrà a finire è ancora tutto da capire, perché anche quest' ultimo documento è stato impugnato dai farmacisti distributori (davanti al Tar del Lazio), a dimostrazione che la questione sembra ancora lontana dall' essere risolta. LE SPESE TROPPO ELEVATE Un terzo tema su cui si sono concentrate le segnalazioni dei cittadini è quello dei costi dei farmaci. Certo, i medicinali non risultano più, come nel 2014, la voce che impatta di più sulle spese private per la salute: due anni fa erano considerati l' esborso con maggiore incidenza dal 26,6% delle persone che hanno fatto segnalazione a Cittadinanzattiva, mentre nel 2015 sono stati la seconda voce più importante (20% di segnalazioni), surclassati dai ticket per gli esami diagnostici e le visite specialistiche (passati dal 21,3% di segnalazioni del 2014 al 30,3% del 2015). IL SOVRACCARICO ECONOMICO Tuttavia, i segnali del Rapporto Pit rendono evidente che partecipare alle spese per l' acquisto dei farmaci continua a rappresentare una seria fonte di inaccessibilità alle cure. I prezzi alti da pagare sono segnalati come problema nel 20,3% dei casi (nel 2014 la percentuale era però più che doppia: 45,9%): in altri termini, una persona su cinque è gravata da un sovraccarico economico che non riesce ad a$ rontare e che in diversi casi costringe a sospendere le terapie. LA FASCIA C METTE IN CRISI A generare più disagi (con il 63, 2% delle segna lazioni) è il costo dei farmaci che non vengono erogati dal Ser vizio sanitario naziona le, a partire da medicina li in fascia C, parafarmaci e integratori. Tra g li elementi che pesano di più sulle tasche dei pazienti ci sono la differenza di prezzo tra brand e generico (26,3% delle segnalazioni) e l' aumento del ticket sui farmaci (10,5%). 773 MILIONI PER I TICKET A dimostrazione delle difficoltà incontrate dalle persone nel sostenere gli esborsi per le terapie farmacologiche c'è un ulteriore dato. Negli ultimi anni l' incidenza della partecipazione dei cittadini sulla spesa lorda per i farmaci ha fatto registrare un incremento costante: era al 13,6% nel mese di giugno 2015 ed è lievitata fino al 14,1% a giugno 2016. Nelle Regioni in cui il ticket è più elevato, le quote di partecipazione arrivano a pesare sulla spesa lorda tra l' 11,8% e il 21,1%. Nel complesso, tra gennaio e giugno 2016, i cittadini hanno sborsato più di 773 milioni di euro per i ticket sui farmaci, e il 66% circa di questa spesa è dovuta alle differenze di prezzo tra medicinali di marca ed equivalenti meno cari. TRA NOTA AIFA E OFF-LABEL A seg uire, tra le questioni indicate come critiche, c'è l' accesso ai farmaci con nota Aifa (7,8% di segnalazioni) e la difficoltà nel procurarsi i cosiddetti offlabel (7%), ov vero quei medicinali prescritti per cure per le quali non esiste un farmaco specifico in commercio e che vengono utilizzati pertanto per indicazioni terapeutiche differenti da ciò che è previsto nell' autorizzazione alla commercializzazione. FASCIA A: LA MENO ACCESSIBILE Se si g uarda alla classe di farmaci, sono quelli in fascia A a determinare i maggiori disagi in termini di accessibilità (38,9% di segnalazioni), seg uiti da quelli di classe H (33,2%) e da quelli di classe C (27,9%). Nel 2014 invece la situazione era completamente diversa: i problemi più rilevanti venivano dai medicinali in fascia C (37,1%). Segno che nel 2015 più del peso economico hanno inciso fattori come la prescrivibilità e la disponibilità effettiva di farmaci salvavita. LE AREE PIÙ CRITICHE Infine, uno sg uardo alle patologie su cui le persone hanno incontrato maggiori ostacoli nel procurarsi i farmaci più appropriati. Come prevedibile, al primo posto ci sono le malattie nell' area dell' epatopatia (31,2%). Seg uono i disturbi in ambito neurologico (10,7%, con 06/03/2017 Pag. 25 N.145 - febbraio 2017 About Pharma and Medical Devices PROFESSIONI - Rassegna Stampa 07/03/2017 - 07/03/2017 120 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato particolare riferimento ai medicinali per patologie degenerative come il Parkinson e l'A lzheimer), oncologico (9,8%), oculistico (9%) e cardiologico (8,5%). (Mdl) Tutto il Rapporto in sintesi Tempi di attesa lunghi, strutture sanitarie in cattive condizioni, rapporti non facili con i medici di famiglia. Sono alcuni dei tratti salienti della fotografia del Ssn scattata dal XIX Rapporto Pit Salute del Tribunale per i diritti del malato-Cittadinanzattiva, presentato il 15 dicembre 2016 a Roma, dal titolo "Servizio sanitario nazionale: accesso di lusso". Il documento si basa su 21.493 segnalazioni giunte nel corso del 2015 al Pit Salute nazionale e ai Pit Salute locali e sezioni territoriali del Tribunale per i diritti del malato-Cittadinanzattiva. Un argomento trasversale a molte delle segnalazioni è quello dei costi: una persona su dieci (10,8%) ammette di non poter sostenere gli esborsi necessari per le terapie. Le voci che nel 2015 hanno inciso di più sono i ticket (30,3% delle segnalazioni), i farmaci (20%) e le prestazioni intramoenia (18,2%). Accedere alle prestazioni sanitarie erogate dal Ssn è per molti cittadini (il 30,5%), un'impresa. A generare le difficoltà sono nell'ordine le liste d'attesa (54,5%), i ticket (30,5%) e l'intramoenia (8,4%). Un quarto dei cittadini (25,7%) denuncia un peggioramento delle condizioni delle strutture sanitarie, legate soprattutto al cattivo funzionamento dei macchinari (41,9%). La relazione che i pazienti intrattengono con medici di famiglia e pediatri è deteriorata. La questione più critica? Il rifiuto di prescrizioni da parte del medico (28,4%). La scarsa assistenza medico-infermieristica e i costi troppo elevati delle rette per la degenza occupano rispettivamente un terzo delle segnalazioni relative all'assistenza residenziale. In tema di assistenza domiciliare, quasi la metà dei cittadini (44,8%) lamenta la difficoltà di avere informazioni. Quanto all'assistenza protesica e integrativa, sono i tempi di attesa a destare maggiori insoddisfazioni (47,6%). In generale, quasi una persona su dieci denuncia l'assenza di informazioni sufficienti in ambito sanitario. In tema invalidità e handicap è arrivato a Cittadinanzattiva un decimo delle segnalazioni, più della metà delle quali (il 58,2%) legate alle lungaggini dell'iter burocratico per il riconoscimento. Per quanto riguarda l'assistenza ospedaliera, che totalizza il 10% delle segnalazioni, le questioni problematiche più sentite sono nella gestione dell'emergenza-urgenza (62,8%). Parole chiave Rapporto Pit-Salute Governo clinico, qualità prestazioni, sanità Aziende/Istituzioni Cittadinanzattiva-Tribunale per i diritti del malato, Servizio sanitario nazionale, Ministero della Salute 06/03/2017 Pag. 28 N.145 - febbraio 2017 About Pharma and Medical Devices OLTRE I TETTI LA SPESA FARMACEUTICA IN CERCA DI EQUILIBRIO Alla crescita dell' ospedaliera non fa più da contrappeso il contenimento della territoriale. Q uasi tutte le Regioni oltre la soglia del 14,85% sul totale del Fondo sanitario nazionale. Dall' ultimo R apporto Crea un monito per la nuova governance, che tarda ad arrivare Marcello Longo L'equilibrio della spesa farmaceutica in Italia si è rotto già da tempo, certificando il fallimento dei tetti di spesa e invocando con urgenza un cambio di governance per il settore. È questa l' istantanea che il 12esimo R apporto Sanità del Crea (Consorzio universitario per la ricerca economica applicata in sanità) dell' Università di Roma Tor Vergata offre al lettore che vuole documentarsi sui trend della spesa per i farmaci nel nostro Paese. Una fotografia dettagliata - contenuta nel capitolo sull' assistenza farmaceutica a firma degli economisti Federico Spandonaro e Barbara Polistena - che descrive in primo luogo la fine di un ciclo in cui l' incremento della spesa farmaceutica ospedaliera si compensava con la riduzione di quella territoriale. Nel 2015 - anno a cui si riferiscono i dati dell' ultimo rapporto del Crea - la spesa ospedaliera è aumentata del 9,3% rispetto al 2014. Un dato che probabilmente non sorprende visto che sotto questa voce "si concentra ormai in modo pressoché esclusivo l' accesso dei farmaci innovativi ", sottolineano gli esperti. Ma a crescere, a doppia cifra (+13,1%), è anche la spesa territoriale pubblica che "negli ultimi anni aveva fatto osser vare una sostanziale stabilità" spiegabile con le politiche dei tagli dei prezzi e principalmente con l' ondata dei generici. Con questi numeri, il rispetto dei tetti di spesa è una chimera. Parlano i dati: nel 2015 soltanto le due Province Autonome di Trento e Bolzano, la Valle d' Aosta e il Veneto sono al di sotto dell' asticella prevista (14,85% del Fondo sanitario nazionale). Ma sarebbero ancora meno le Regioni "virtuose" se si applicasse un criterio adottato dal Crea per una simulazione contenuta nel rapporto, ov vero conteggiando nel "contenitore" della spesa pubblica anche la quota crescente di farmaci rimborsabili (classe A) che i cittadini decidono di pagarsi di tasca propria. In questo caso, anche il Veneto sforerebbe il tetto, la P.A. di Bolzano andrebbe in pareggio e soltanto la P.A. di Trento si manterrebbe al di sotto. Lig uria, Lazio e Friuli Venezia Giulia sono, invece, le Regioni che vedrebbero peggiorare maggiormente la propria posizione, qualora i cittadini decidessero di non farsi più carico di questa quota di spesa. Tra il 2015 e il 2014 la spesa per l' acquisto privato di medicinali di classe A - cioè quella considerata nella simulazione - è cresciuta del 3,1%. Il dato, secondo gli economisti, "testimonia una crescita della convenienza dell' acquisto out of pocket", complici i ticket e anche la detraibilità prevista per le spese sanitarie. In generale, sul fronte della spesa privata si registra un trend verso l' alto: aumenta la compartecipazione del cittadino (+1,4%), ma soprattutto la spesa per medicinali di automedicazione distribuiti anche da parafarmacie e grande distribuzione (+4,7%) e quella per farmaci di classe C con ricetta (+2%). "Sembrerebbe evidente - sottolineano gli autori - come l' assistenza farmaceutica pubblica, pur mantenendo una posizione predominante e pure essendo in netta crescita rispetto all' anno precedente, non riesca a di fatto a soddisfare la domanda della popolazione". Una tendenza che assume contorni diversi se si g uarda alle diverse aree geografiche. A livello regionale, infatti, " la composizione della spesa è condizionata da differenti modelli di governance", spiegano gli economisti, riportando l' esempio del Sud dove si registrano "quote di spesa pubblica più elevate, un' incidenza delle compartecipazioni maggiore e una minore spesa privata di classe A e C". Se il 2015 è per il R apporto Crea l' anno in cui "l' equilibrio si è rotto", il 2016 non può far sorridere gli analisti. Anzi, i dati oggi disponibili - pubblicati dall' Agenzia italiana del farmaco (Aifa) e relativi ai primi nove mesi (gennaio-settembre) del 2016 - mostrano conti sempre in più in rosso. La spesa ospedaliera supera il tetto (3,5% del Fsn) di ben 1,51 miliardi di euro. Per quanto riguarda la spesa territoriale, lo sfondamento del tetto (11,35% del Fsn) risulta pari a 51,7 milioni. Il dato, però, è frutto di una prima stima dell' impatto del fondo da 500 milioni per l'acquisto di farmaci innovativi anti-epatite C e del relativo payback delle aziende a bene" cio delle Regioni. Senza tenerne conto, la PROFESSIONI - Rassegna Stampa 07/03/2017 - 07/03/2017 121 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato POLITICA SANITARIA 06/03/2017 Pag. 28 N.145 - febbraio 2017 About Pharma and Medical Devices PROFESSIONI - Rassegna Stampa 07/03/2017 - 07/03/2017 122 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato territoriale supererebbe il tetto per oltre un miliardi di euro (1,02). A livello locale, tutte le Regioni sfondano il tetto complessivo (14,85%), a eccezione di Trento, Bolzano, Valle d' Aosta e Veneto. Numeri alla mano, per la ricerca di un nuovo equilibrio nei conti della farmaceutica la strada è in salita. La legge di Bilancio 2017 ha modi" cato i tetti per l' ospedaliera e la territoriale: il primo passa dal 3,5% al 6,89% e si chiamerà "Tetto della spesa farmaceutica per acquisti diretti", includendo ora la spesa per i farmaci di classe A in distribuzione diretta e distribuzione per conto; il secondo diventa "tetto della spesa farmaceutica convenzionata" e passa dall' 11,35% al 7,96 per cento. Rimane invariato il tetto complessivo del 14,85 per cento. Una modi" ca vista da diversi economisti sanitari come un' operazione meramente amministrativa e poco orientata ad affrontare radicalmente i nodi della spesa. Compito che spetta invece al Tavolo per la riforma della governance farmaceutica, ospitato dal ministero dello Sviluppo Economico, ancora al lavoro nonostante la promessa di nuove soluzioni entro il 31 dicembre del 2016. Spesa farmaceutica totale. Valori assoluti (mln €) , anni 2011-2015 Convenzionata netta Cl. A privato Cl. C Distribuzione diretta e per conto fascia A Ospedaliera Automedicazione Ticket Sconto Spesa farmaceutica classe A privata, classe C, ticket, SOP/OTC. Numeri indice (base fssa anno 2011), anni 2011-2015 Cl. A privato Cl. C Automedicazione Ticket Fonte: Crea, 12° Rapporto Sanità, elaborazioni su dati Osmed 2015Spesa pubblica territoriale e ospedaliera al netto dei payback e tetto regionale. Valori pro-capite (€ ), anno 2015 Territoriale al netto dei payback pro-capite Spesa ospedaliera al netto dei payback pro-capite Tetto procapite Fonte: Crea, 12° Rapporto Sanità, elaborazioni su dati Indicatori farmaceutici 2015 Spesa pubblica territoriale, ospedaliera e classe A privata al netto dei payback e tetto regionale. Valori procapite (€ ), anno 2015 Territoriale al netto dei payback pro-capite Spesa ospedaliera al netto dei payback pro-capite Tetto pro-capite Classe A privato pro-capite Fonte: Crea, 12° Rapporto Sanità, elaborazioni su dati Indicatori farmaceutici 2015 Parole chiave Spesa farmaceutica, tetti, sostenibilità, governance Aziende/Istituzioni Crea (Consorzio universitario per la ricerca economica applicata in sanità) dell'Università di Roma Tor Vergata; Aifa Foto: Marcello Longo AboutPharma and Medical Devices [email protected] 06/03/2017 Pag. 44 N.145 - febbraio 2017 About Pharma and Medical Devices TEST DI BIOEQUIVALENZA: SE LE CRO ASIATICHE ALLARMANO IL MONDO Nelle warning letter delle agenzie regolatorie di mezzo mondo si segnalano spesso procedure irregolari, quando non vere e proprie falsi" cazioni dei dati che possono minacciare la produzione e il mercato dei farmaci equivalenti . Ma gli esperti sono prudenti e spiegano come si eseguono i controlli Alessio Chiodi Dati mancanti, sistemi di sicurezza inesistenti, procedure poco chiare. Q uesti i problemi nei quali sono incorse ciclicamente alcune Cro asiatiche (Contract research organization) nell'e$ ettuare test di bioequivalenza sui generici, attirando l' attenzione delle agenzie regolatorie che periodicamente ispezionano i vari centri di ricerca nel mondo. Negli ultimi anni l'attenzione dell' Agenzia europea dei medicinali (Ema) e della Food and drug administration (Fda) si è concentrata sulle Cro indiane e cinesi responsabili, secondo le agenzie, di operazioni poco trasparenti nel documentare la bioequivalenza. Q uesto aspetto è cruciale. Nel 2011 la "data integrity" è stata citata nel 43% delle lettere di raccomandazione (warning letters) inviate alle industrie farmaceutiche (di cui un 31% indiane e cinesi), mentre nel 2015 tale percentuale è salita al 78%. Di queste lettere il 70% è stato inviato in estremo Oriente. L'attenzione è alta. La Food and drug administration (Fda) controlla periodicamente queste strutture e nel 2015 sono state circa 120 le ispezioni organizzate nelle sedi delle Cro indiane e cinesi. Per inciso, il 40% dei generici che circolano nel mercato americano proviene dall'India che, insieme alla Cina, controlla l'80% della produzione di medicinali generici nel mondo. Secondo l' agenzia di stampa britannica Reuters un elemento che incide pesantemente sull'a% dabilità dei risultati dei test sui generici riguarderebbe la partecipazione dei volontari ai trial clinici. Stando a un articolo pubblicato sul sito dell' agenzia il 27 dicembre scorso, molti pazienti accettano di prendere parte a più sperimentazioni nell' arco di pochissimo tempo (a volte anche nel giro di un mese) per arrotondare le proprie entrate. "L ' intervallo di tempo tra due partecipazioni a trial diversi non può essere inferiore a novanta giorni", ha dichiarato a Reuters Stephanie Cro&, ispettore capo dell' Organizzazione mondiale della sanità. C'è il rischio, infatti, che i dati di questi pazienti risultino compromessi e non a% dabili. Della seconda metà del 2016 è un' altra notizia, riportata dai principali media, secondo la quale addirittura l' 80% dei risultati riferiti a test clinici eseguite da Cro cinesi sarebbe falsi" cato per convalidare tesi precedenti. L ' ha sostenuto proprio l' Agenzia regolatoria cinese dopo aver controllato 1622 test clinici di molecole in attesa di approvazione per il mercato domestico. Un dato sbalorditivo, smentito tuttavia dalla Fda americana che, dopo aver compiuto a sua volta ispezioni, non ha ravvisato fraudolenze e illeciti. In ordine di tempo questo è solo l' ultimo degli episodi sospetti di test clinici falsi" cati. I casi Semler (luglio 2016) o Gvk Biosciences (nel 2015) sono stati senz'altro quelli più clamorosi e hanno riguardato da vicino anche l'Europa. L ' estate scorsa l'Agenzia europea per i medicinali (Ema) ha raccomandato la sospensione di farmaci già approvati, i cui studi di bioequivalenza erano stati condotti presso il Semler research centre private ltd di Bangalore, India. L'Ema ha condotto ulteriori ispezioni dopo quelle di Fda e dell' Organizzazione mondiale della sanità, rilevando irregolarità nel sistema di gestione della qualità dei prodotti della Semler oltre alla manipolazione e integrità dei campioni utilizzati per i test clinici. L'agenzia ha quindi disposto lo stop all'importazione di medicinali tra cui candesartan, escitalopram, donepezil, esomeprazolo e metformina. Q uesti sono commercializzati in più nazioni dell'Unione europea e Francia, Germania, Belgio e Lussemburgo avevano già prov veduto a sospendere le vendite di venticinque medicinali. L'Ema, infatti, in attesa di nuovi dati, aveva lasciato alle singole Autorità regolatorie nazionali la decisione sull'eventuale adozione di prov vedimenti sospensivi. Anche per l' altra Cro indiana Gvk Biosciences l'esito è stato lo stesso. In quel caso, però, gli e$ etti del divieto di immissione in commercio dei farmaci lì testati ha avuto ripercussioni molto più ampie. Su circa mille medicinali controllati tra il 2008 e il 2014, settecento sono risultati non idonei all'autorizzazione. Il caso Gvk inoltre ha avuto anche PROFESSIONI - Rassegna Stampa 07/03/2017 - 07/03/2017 123 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato BUSINESS E MERCATO 06/03/2017 Pag. 44 N.145 - febbraio 2017 About Pharma and Medical Devices PROFESSIONI - Rassegna Stampa 07/03/2017 - 07/03/2017 124 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato ripercussioni politiche molto forti. Lo scandalo ha trovato posto nell'agenda dell'incontro av venuto a Nuova Delhi a ottobre 2015 tra la Cancelliera tedesca Angela Merkel e il primo ministro indiano Narendra Modi. Gli indiani hanno difeso le ricerche condotte dalla Gvk e hanno chiesto la sospensione del divieto europeo sui medicinali. Condizione indispensabile per far ripartire le trattative sul Free trade agreement farmaceutico tra Ue e India da tempo in stand by. Secondo alcuni esperti, gli allarmi delle agenzie di controllo rischiano di mettere a repentaglio la reputazione delle aziende indiane e cinesi e, di conseguenza, il loro mercato. "Per un' azienda rifare i test è dispendioso e incide negativamente sulle vendite", ha dichiarato a Reuters Nilesh Gupta, managing director della società Lupin Ltd. Stando ai dati del Department of pharmaceuticals, Pwc, McKinsey, TechSci research, i generici rappresentano il 70% del mercato farmaceutico indiano che vale circa 20 miliardi di dollari e per cui è prevista una crescita " no a 55 miliardi entro il 2020. Se le previsioni saranno confermate, l'India sarà tra i primi tre mercati farmaceutici al mondo per tasso di crescita e sesto in termini assoluti. È chiaro quanto importanti siano questi due Paesi, ma proprio per questo i controlli sono serrati. Guardando in casa nostra, allo scoppio del caso Semler, l'Agenzia italiana per il farmaco (Aifa) ha deciso in via cautelativa di avviare le procedure di sospensione dei medicinali prodotti dalla Semler. In una nota, però, l'Aifa ha tenuto a ribadire che non c'erano evidenze di e$ etti dannosi o di mancanza di e% cacia nei farmaci interessati. Di regola l'U% cio valutazione e autorizzazione dell' Aifa avvia prima di tutto una fase istruttoria in cui vengono veri" cate la conformità dello studio alle linee guida di riferimento, si controlla che i dati siano plausibili e che la documentazione non presenti incongruenze o risultati anomali. Nella valutazione complessiva, inoltre, tiene conto delle caratteristiche biofarmaceutiche del medicinale oggetto dello studio e del suo indice terapeutico. Al termine di questa prima fase, nel caso ci siano dubbi sulla qualità dello studio di bioequivalenza, l'agenzia coinvolge gli ispettori dell'U% cio attività ispettive Gcp e di Farmacovigilanza. Il team veri" ca se lo studio o il Centro sono stati già ispezionati da altre autorità europee, se può essere richiesta ulteriore documentazione oltre a quella standard ed in" ne valuta se un' ispezione può e$ ettivamente risolvere i dubbi. Se ritenuto utile e necessario, quindi, si procede al controllo. In Italia le ispezioni dell'Aifa avvengono ai sensi del Decreto legislativo del 24 aprile 2006 numero 219 (articolo 134) e sono e$ ettuate dall'Unità ispezioni di Farmacovigilanza su incarico del dirigente dell'Unità stessa. Ci sono tre tipologie di ispezioni: di routine nazionali che fanno parte del programma redatto dall'Unità ispezioni; Straordinarie nazionali a seguito di segnalazio ni per problemi legati alla sicurezza del medicinale; su richiesta del Committee for medicinal products for human use (Chmp) dell'Ema, principalmente per ispezioni fuori Ue. Fuori dai con" ni continentali, infatti, l'Agenzia europea, su segnalazione di un Paese membro, può inviare un pool di ispezione, generalmente formato da ispettori dello Stato richiedente. "All'interno dell'Unione europea, invece, i controlli che vengono fatti da un Paese membro valgono, per un accordo di reciprocità, per tutti gli altri Stati comunitari", spiega Paola Minghetti, esperta di legislazione farmaceutica, del Dipartimento di scienze farmaceutiche dell' Università degli Studi di Milano. "L'Ema si a% da agli ispettori europei per condurre le ispezioni", continua Minghetti che mette in guardia da una lettura approssimativa delle comunicazioni che vengono inviate alle aziende produttrici. "Spesso queste warning letters sono inviate anche per semplici discordanze tra i risultati e le direttive degli enti regolatori", precisa. Trattandosi di esami di bioequivalenza, i dati dei generici devono rispecchiare le caratteristiche degli originali. Stessa composizione qualitativa e quantitativa del principio attivo, stessa forma farmaceutica e di rilascio. Va ricordato che nei test non devono emergere differenze cliniche rilevanti. La di$ erenza tra la biodisponibilità del generico e dell'originale deve rientrare in un intervallo di bioequivalenza (detto intervallo accettabile), convenzionalmente ritenuto compatibile con l'equivalenza terapeutica. L'autorizzazione in commercio avviene solo ed esclusivamente se il contenuto di principio attivo è compreso nell'intervallo 95%-105% del quantitativo indicato in etichetta. "A volte un farmaco può uscire sbagliato", sottolinea, Achille Patrizio Caputi, responsabile del progetto Farmacovigilanza della Società italiana di Farmacologia (Sif ). Secondo il professore sono tre i livelli di allerta da tenere in 06/03/2017 Pag. 44 N.145 - febbraio 2017 About Pharma and Medical Devices PROFESSIONI - Rassegna Stampa 07/03/2017 - 07/03/2017 125 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato considerazione: un' unica segnalazione non è su% ciente per considerare un farmaco pericoloso, così come non è su% ciente una sola ispezione per determinare fallimentare il progetto di ricerca di una Cro. In molte delle warning letters che l'Fda ha inviato ad aziende come BioPharma Dive, Ipca laboratories, Cadila Healthcare, Q uest Life Sciences, Reddy laboratories o Zhejiang Hisun Pharmaceutical Co. si parla di data integrity. In alcuni casi di manipolazione vera e propria. Gli esperti raccomandano prudenza e non si sbilanciano. "Problematiche importanti (falsi" cazione dei dati) relative alla conduzione degli studi clinici purtroppo ci sono sempre state e non solo in Asia", precisa Angela Del Vecchio, direttrice dell'U% cio ispezioni Good clinical practice (Gcp) e farmacovigilanza dell'Aifa. Nel 2016 la nostra autorità ha vigilato accuratamente. Cinquantanove ispezioni su sostanze attive all'interno del territorio nazionale e 18 in Paesi extra Ue, 152 su medicinali nazionali, 17 in Paesi fuori Ue e due sole ispezioni per quanto riguarda la Gcp. L'azienda produttrice di un farmaco generico ha l'obbligo di dimostrare la bioequivalenza rispetto all'originale (il cui brevetto sia ormai scaduto) documentare dettagliatamente la chimica, il processo di produzione e le misure adottate relativamente al controllo di qualità, seguendo le indicazioni della normativa e delle linee guida della Farmacopea europea. Nei casi sopra citati, secondo le agenzie regolatorie, alcuni di questi criteri non sono stati soddisfatti per una corretta registrazione dei dati. Su chi cade quindi la responsabilità? "La Cro che esegue sperimentazioni come centro sperimentale - ha spiegato ancora Angela Del Vecchio - ha responsabilità autonoma da parte del promotore, che però ha il compito di supervisionare l' attività della Cro stessa. Q uesto si realizza sia in fase di selezione della struttura (con un audit) per veri" care che la Cro, il personale e le procedure siano in accordo a quanto previsto dalle Gcp e dalle normativa vigente in materia, sia durante la conduzione degli studi tramite controllo di qualità (visite di monitoraggio o monitoraggio da remoto) e veri" che di qualità. Il monitoraggio è obbligatorio, gli audit sono eseguiti random". Diverso è se "la Cro opera per conto del promotore, cioè e$ ettua compiti propri dello stesso come per esempio Cro che e$ ettuano il monitoraggio o gli audit. In questo caso la responsabilità " nale per la qualità e l' integrità dei dati della sperimentazione è sempre e comunque del promotore dello studio". In casi di inadempienza, le sanzioni (amministrative) sono previste da due decreti legislativi: il 211/2003 e il 211/2007. In caso di frode si entra nel penale. In Italia i generici rappresentano circa il 20% dei farmaci dispensati e il 10,8% della spesa pubblica e privata. Di questi l'88% appartengono alla fascia A e il 9,9% alla fascia C. Vantano una riduzione di prezzo rispetto all'originale del 60% e grazie a loro il Sistema sanitario nazionale dal 2010 al 2015 ha potuto risparmiare circa 250 milioni di euro all'anno per un totale di 1,5 miliardi. Nel 2015 anno la spesa è stata di poco superiore agli otto milioni di euro (fonte Assogenerici). Il primo trimestre 2016 ha segnato un aumento delle vendite rispetto ai due anni precedenti. Sempre secondo Assogenerici, le vendite alle farmacie da parte delle aziende produttrici hanno superato i 315 milioni di euro (contro i 316 del 2015 e i 292 del 2014) così come la vendita dalle farmacie ai consumatori che ha toccato quota 574 milioni (567 nel 2015 e 527 nel 2014). In Europa l'uso dei generici è ormai consolidato. Nel 2014 una survey della European generic medicines association (Ega) ha stimato che ogni anno l'Ue risparmia 28 miliardi di euro e che la di$ usione dei generici è del 55% dei farmaci dispensati per una spesa che si aggira intorno al 21% del totale. Parole chiave Contract research organization, farmacovigilanza, generici, bioequivalenza Aziende/Istituzioni Ema, Aifa, Fda, Oms, Semler, Gvk Biosciences, Dipartment of pharmaceuticals, Pwc, McKinsey, TechSci research, BioPharma Dive, Ipca laboratories, Cadila Healthcare, Quest Life Sciences, Reddy laboratories, Zhejiang Hisun Pharmaceutical, Lupin Ltd, Reuters, Assogenerici, Sif, Ega Foto: Alessio Chiodi AboutPharma and Medical Devices [email protected] 06/03/2017 Pag. 48 N.145 - febbraio 2017 About Pharma and Medical Devices SU AVASTIN-LUCENTIS LA PAROLA PASSA ALLA CORTE DI GIUSTIZIA UE Il 19 dicembre scorso il Consiglio di Stato ha rimesso al giudizio europeo alcuni dubbi interpretativi legati alla disciplina sull' impiego o% -label di farmaci con oneri a carico del Servizio sanitario nazionale Cinzia Guglielmello Il caso Avastin-Lucentis approda di nuovo alla Corte di Giustizia Europea, questa volta nell' ambito della controversia instaurata da Novartis contro il reinserimento di Avastin nell' apposito elenco stilato dall' Agenzia Italiana del farmaco per il suo impiego o$ -label nella cura delle patologie degenerative della vista (per la quale esistono già farmaci autorizzati, tra cui il Lucentis). Con l' ordinanza numero 5373 del 19 dicembre scorso, la Terza Sezione del Consiglio di Stato - chiamata a decidere sull' appello di Novartis avverso la sentenza del TAR Lazio che ha rigettato il ricorso di primo grado - ha rimesso alla Corte di Giustizia, in sede di rinvio pregiudiziale, una questione interpretativa che verte sulla compatibilità con la normativa europea in materia di farmaci ad uso umano della disciplina dettata dall' articolo 1, comma 4-bis, d.l. 21 n. 536/1996 (conv. l. n. 648/1996). Tale disposizione, introdotta dalla legge 79 del 2014, di conversione del decreto legge Lorenzin, numero 36/2014, consente l' impiego con oneri a carico del Servizio sanitario nazionale di farmaci già registrati per trattare patologie diverse da quelle autorizzate (uso o$ -label o fuori etichetta) anche se sussista l' alternativa terapeutica. Occorre in via preliminare precisare che l' uso o$ -label, a$ erendo per sua natura all' ambito dell' autonomia e della responsabilità del medico curante, al quale spetta di individuare la terapia ritenuta idonea nel caso concreto secondo "scienza e coscienza", non è oggetto di una speci" ca e diretta regolamentazione a livello comunitario ma è lasciata all' autonomia dei singoli stati membri. Il legislatore italiano è inter venuto in materia con disposizioni frammentarie e generate di volta in volta da specifiche esigenze. Prima del 1998, la materia della prescrizione o$ -label era regolata dal principio generale della responsabilità professionale: era il medico a decidere di prescrivere il farmaco o$ -label sotto la sua personale e diretta responsabilità. L ' articolo 1, comma 4, della Legge 648/1996 (che converte il decreto legge numero 536/1996) ha introdotto per la prima volta in via eccezionale la possibilità di erogare a carico del Servizio sanitario nazionale, tra l' altro, i "medicinali da impiegare per una indicazione terapeutica diversa da quella autorizzata" per il caso in cui "non esista una valida alternativa terapeutica", previo loro inserimento in un apposito elenco noto come Lista 648. Poi, al " ne di limitare (anche in funzione di contenimento della spesa) il ricorso a prescrizioni o$ label in alternativa a terapie autorizzate, con l' articolo 3, comma 2, del decreto legge numero 23/1998 (convertito nella legge 94/1998, più nota come Legge di Bella), il legislatore è intervenuto a circoscrivere in maniera puntuale gli ambiti ed i limiti di legittimità della prescrizione o$ -label, consentendola solo in casi singoli e senza oneri a carico dello Stato, laddove il medico ritenga, in base a dati documentabili, che il paziente non possa essere utilmente trattato con i medicinali disponibili e l' utilizzo fuori indicazione sia noto e conforme a pubblicazioni scienti" che accreditate in campo internazionale. Successivamente, dapprima con l' articolo 1, comma 796, lettera z), della legge numero 296/2006 il legislatore ha sancito l' inapplicabilità dell' articolo 3, comma 2, del decreto legge numero 23/1998 alle fattispecie di di$ uso e sistematico uso di farmaci o$ -label, come alternativa terapeutica ai farmaci debitamente autorizzati, nell' ambito dei presìdi ospedalieri o di altre strutture e interventi sanitari. In seguito l' articolo 2 della legge numero 244/2007, comma 348, secondo periodo, ha ulteriormente subordinato la legittimità delle prescrizioni di farmaci o$ -label alla disponibilità di dati favorevoli di sperimentazione clinica di fase seconda. Fin qui dunque, pur nella frammentarietà delle disposizioni, il "l rouge dei vari interventi in materia è stato quello di consentire solo in via eccezionale sia il ricorso a prescrizioni o$ -label sia l' impiego a carico del Servizio sanitario nazionale di farmaci per indicazioni diverse da quelle autorizzate. Per e$ etto PROFESSIONI - Rassegna Stampa 07/03/2017 - 07/03/2017 126 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato BUSINESS E MERCATO 06/03/2017 Pag. 48 N.145 - febbraio 2017 About Pharma and Medical Devices PROFESSIONI - Rassegna Stampa 07/03/2017 - 07/03/2017 127 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato invece della modi" ca normativa introdotta dalla legge 79 del 2014 (di conversione del decreto legge Lorenzin, numero 36/2014) - che ha inserito il comma 4-bis all' articolo 1 della legge 648/1996 - è stato consentito all' Agenzia Italiana del farmaco di inserire nella Lista 648 farmaci utilizzabili per un' indicazione terapeutica diversa da quella autorizzata, anche se sussista un' alternativa terapeutica nell' ambito dei medicinali disponibili per la speci" ca patologia, purché tale indicazione sia nota e conforme a ricerche condotte nell' ambito della comunità medico-scienti" ca nazionale e internazionale, secondo parametri di economicità e appropriatezza. L ' obiettivo è stato quello di consentire l' impiego di farmaci meno onerosi per il Servizio sanitario nazionale. Ciò, in risposta proprio al clamore mediatico suscitato dall' originaria esclusione dalla Lista 648 del farmaco utilizzato o$ -label per il trattamento delle patologie degenerative della vista (Avastin) ma meno costoso rispetto ai farmaci (tra cui, il Lucentis) poi approvati ed ammessi a rimborso per tale patologia. E il caso che ha originato il rinvio pregiudiziale di cui si discute riguarda proprio, come detto, i provvedimenti con i quali l' Aifa, in applicazione delle nuove disposizioni, ha reinserito il farmaco in questione nella Lista 648 consentendone l' impiego o$ -label anche in alternativa ai farmaci autorizzati. Per la prima volta dunque l' uso o$ -label viene disciplinato (ed ammesso nello speci" co caso) in funzione di contenimento della spesa. Peraltro, nella pronuncia numero 151 del 29 maggio 2014, la Corte Costituzionale, investita della questione della legittimità costituzionale dell' articolo 1 della legge 648/1996 (prima della recente modi" ca) nella parte in cui non prevedeva il "costo" tra le ragioni di inserimento di un farmaco nella Lista 648, pur dichiarando inammissibile per irrilevanza tale questione, ha incidentalmente a$ ermato che il criterio della "valida alternativa" presuppone "la comparazione dei farmaci equivalenti sia sotto il pro" lo medico-scienti" co sia sotto quello economico. Ma, con l' ordinanza in esame, il Consiglio di Stato ha rimesso alla Corte di Giustizia dell' Unione europea alcune questioni pregiudiziali sull' interpretazione del diritto europeo che potrebbero portare a una diversa valutazione del caso in punto di diritto. Sotto un pro" lo generale, il Consiglio di Stato ha prospettato il dubbio che l' utilizzo generalizzato e sistematico del farmaco o$ -label anche in alternativa al farmaco autorizzato per la speci"ca patologia, senza alcuna considerazione delle ragioni terapeutiche del singolo paziente e per " nalità di contenimento della spesa, possa porsi in violazione del principio comunitario dell' essenzialità e inderogabilità dell' autorizzazione all' immissione in commercio sancito dell' articolo 6, comma 1, della Direttiva 2001/83/CE, in considerazione segnatamente dei dubbi sull' applicabilità delle eccezioni di cui all' art. 5 e 3 della stessa direttiva. In particolare, la prima questione pregiudiziale verte sulla compatibilità della disciplina nazionale con l' articolo 5, comma 1, della Direttiva 2002/83/CE, che consente allo Stato membro "conformemente alla legislazione in vigore e per rispondere ad esigenze speciali" di poter escludere dal proprio ambito di applicazione "i medicinali forniti per rispondere ad un' ordinazione leale e non sollecitata, elaborati conformemente alle prescrizioni di un operatore sanitario autorizzato e destinati ad un determinato paziente sotto la sua personale e diretta responsabilità". Il Consiglio di Stato prospetta il dubbio che, per e$ etto della nuova disciplina, possa risultare incentivato nei confronti della generalità dei pazienti, e per " nalità di contenimento della spesa, l' utilizzazione di un farmaco al di fuori della indicazione terapeutica autorizzata, in alternativa ai farmaci autorizzati per la speci" ca indicazione. Ed è bene qui ricordare che la Corte di Giustizia, con la sentenza del 29 marzo 2012, C-185/103 (Commissione c. Polonia), ha già avuto modo di a$ ermare che considerazioni "nanziarie non possono, di per sé, condurre a riconoscere l' esistenza delle esigenze speciali di cui all' articolo 5, comma 1, della Direttiva 2002/83/CE, che debbono invece fondarsi su considerazioni strettamente terapeutiche e presuppongono l' assenza in linea di principio l' assenza di alternative terapeutiche nell' ambito dei farmaci autorizzati. Si tratta di una questione di enorme rilevanza sotto il pro" lo pratico e teorico perché consente di veri" care la tenuta e la portata della normativa europea su un aspetto, quello dell' impiego a carico dei servizi sanitari di farmaci o$ -label in funzione di contenimento della spesa, " nora inesplorato ma di grande attualità. 06/03/2017 Pag. 48 N.145 - febbraio 2017 About Pharma and Medical Devices PROFESSIONI - Rassegna Stampa 07/03/2017 - 07/03/2017 128 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Parole chiave Farmaci off label, Avastin, Lucentis Aziende/Istituzioni Consiglio di Stato, Corte di Giustizia europea, Unione europea, Servizio sanitario nazionale, Aifa Foto: Cinzia Guglielmello Avvocato, Studio legale Gianni, Origoni, Grippo Cappelli &Partners 06/03/2017 Pag. 50 N.145 - febbraio 2017 About Pharma and Medical Devices I BREVETTI DI SECONDO USO E LA LEGGE EUROPEA: IL CASO DEL PREGABALIN Le interpretazioni dei tribunali non sono univoche nel valutare l' eventualità di violazione della proprietà intellettuale, nel caso di farmaci originator già genericati per i quali si sviluppino nuove indicazioni Paolo Di Giovine Lo sviluppo di nuovi composti per il trattamento di patologie umane rimane l) obiettivo primario delle aziende farmaceutiche. Tuttavia, il costo elevato associato con lo sviluppo di nuovi composti chimici o biologici fa sì che le aziende farmaceutiche siano anche alla ricerca di nuovi usi terapeutici di farmaci già noti. Un incentivo per la ricerca di nuovi usi di farmaci noti è dato anche dalla possibilità di ottenere in Europa i cosiddetti brevetti di secondo uso medico. Facciamo un esempio ipotetico. Un' azienda originator sviluppa e brevetta un composto A per il trattamento della malattia X. Il brevetto per il composto A e il suo uso nel trattamento della malattia X scadranno dopo vent' anni o, se vi è un' estensione del termine tramite un certi" cato complementare di protezione, al massimo dopo venticinque anni. L ) azienda originator continua la ricerca e sviluppo sul composto A e successivamente scopre che questo è anche utile nel trattamento della malattia Y. Supponendo che la nuova indicazione terapeutica non sia ovvia, l) originator potrà ottenere un brevetto per l) uso del composto A nel trattamento della malattia Y. Q uesto secondo brevetto scadrà dopo il termine del brevetto originale. Dopo la scadenza del primo brevetto, ogni azienda potrà commercializzare un farmaco contenente il composto A per il trattamento della malattia X (e per qualsiasi altra indicazione terapeutica non brevettata), ma non per il trattamento della malattia Y. Fino alla scadenza del secondo brevetto le altre aziende dovranno quindi eliminare la seconda indicazione terapeutica tra le informazioni che accompagnano il prodotto in vendita. Di seguito sono analizzate le recenti decisioni di alcune Corti europee relative al caso "Lyrica" in cui è stata trattata la contra$ azione di un brevetto di secondo uso medico. Warner-Lambert detiene il brevetto europeo EP0934061, che rivendica l) uso del principio attivo pregabalin per la preparazione di una composizione farmaceutica per il trattamento del dolore, in particolare per il trattamento del dolore neuropatico. Pregabalin è commercializzato in Europa da P" zer con il marchio Lyrica non solo per il trattamento del dolore neuropatico, ma anche per l) epilessia ed il disturbo d) ansia generalizzato. La tutela del brevetto per il farmaco in quanto tale e per il suo primo uso medico, cioè l) epilessia ed il disturbo d) ansia, è scaduto, mentre il brevetto di secondo uso medico EP0934061, relativo all) uso del pregabalin per il trattamento del dolore, è ancora in vigore. Nel 2015 un gruppo di aziende di generici ha deciso di entrare nel mercato per le due indicazioni terapeutiche per le quali il brevetto era scaduto, cioè epilessia ed il disturbo d) ansia generalizzata. A tal " ne, le aziende di generici hanno ottenuto autorizzazioni all) immissione in commercio limitatamente a queste due indicazioni terapeutiche, che sono quindi le uniche incluse nel foglietto illustrativo e nelle etichette del prodotto. Warner-Lambert Company LLC e P" zer hanno presentato presso diverse Corti europee una richiesta di provvedimenti cautelari per presunta violazione del brevetto di secondo uso medico EP0934061, contro il gruppo di aziende che producono e commercializzano il generico del farmaco pregabalin. Inoltre hanno richiesto ad alcuni Tribunali, di obbligare le altre aziende di adottare una serie di misure per impedire che il farmaco generico pregabalin sia somministrato anche per il trattamento del dolore. Warner-Lambert e P" zer hanno sostenuto che le aziende di generici stavano violando il brevetto perché era prevedibile che i medici avrebbero prescritto i farmaci generici per il trattamento del dolore, indipendentemente dal fatto che essi non fossero stati approvati per tale indicazione. Q uesta tesi sarebbe sostenuta dal fatto che in quasi tutti i paesi dell' Unione europea i medici prescrivono i farmaci utilizzando la denominazione comune internazionale del principio attivo e non il nome commerciale. Inoltre quasi sempre nella prescrizione non è indicata la " nalità per cui il farmaco deve PROFESSIONI - Rassegna Stampa 07/03/2017 - 07/03/2017 129 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato BUSINESS E MERCATO 06/03/2017 Pag. 50 N.145 - febbraio 2017 About Pharma and Medical Devices PROFESSIONI - Rassegna Stampa 07/03/2017 - 07/03/2017 130 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato essere dispensato. A loro volta, le aziende genericiste convenute in contra$ azione hanno sostenuto che non stavano violando il brevetto perché nei loro prodotti non era riportata l' indicazione brevettata, e, inoltre, il quadro normativo non impedisce che il generico del pregabalin possa essere prescritto o dispensato per il trattamento del dolore. Molte Corti si sono espresse in favore dei genericisti ri" utando le richieste di Warner-Lambert e P" zer in quanto hanno ritenuto che non vi fossero i presupposti per una contra$ azione diretta o indiretta del brevetto di secondo uso medico EP0934061. In particolare la Corte inglese ha ritenuto che non sussistessero i presupposti di una contra$ azione diretta, ma non poteva neanche essere ravvisata una contra$ azione indiretta in quanto non dimostrabile l'intenzione del produttore di fornire sul mercato un prodotto che fosse utilizzato anche per l'indicazione brevettata. Interessante, e parzialmente in contrasto con le altre decisioni, è la decisione della Corte tedesca di Amburgo, anch' essa specializzata in cause brevettuali (si veda Warner Lambert LLC v. Hexal AG et al., District Court of Hamburg, 2 April 2015, Case Nos. 327 O 67/15 (Hexal), 327 O 143/15 (1A Pharma), 315 O 24/15 (Ratiopharm), 327 O 132/15 (Glenmark) and 3 27 O 140/15 (AliudPharma). Nel caso tedesco i genericisti avevano partecipato a gare pubbliche per i contratti di sconto sui farmaci, senza speci" care che il loro generico del pregabalin non poteva essere commercializzato per l) indicazione brevettata, cioè il trattamento del dolore. Il Tribunale di Amburgo ha concesso provvedimenti cautelari proprio in relazione alla partecipazione dei genericisti alla gara pubblica per i contratti di sconto sul pregabalin. La Corte ha posto l) accento sul fatto che nelle o$ erte usate per le gare non era speci" cata l) indicazione del farmaco, ma si riferivano solo al principio attivo (API). La decisione del Tribunale di Amburgo ha stabilito quindi un nuovo scenario per la violazione dei brevetti di secondo uso medico fornendo un punto di vista diverso per le aziende farmaceutiche. Resta da vedere se la Corte d) Appello di Amburgo e le altre corti tedesche confermeranno questo nuovo approccio. Ad ogni modo il caso Lyrica e il diverso esito delle vicende processuali in Europa evidenzia la necessità di un quadro normativo di riferimento e un approccio comune che permetta di evitare potenziali casi di violazione di brevetti di secondo uso medico come quello qui discusso. Il giudice inglese nella sua decisione suggerisce come possibile soluzione quella di obbligare i medici a prescrivere il nome commerciale del farmaco, invece del principio attivo, chiaramente solo nel caso in cui il farmaco dovrà essere usato dal paziente per la " nalità ancora coperta da brevetto. Parole chiave Brevetti, proprietà intellettuale, secondo uso medico, pregabalin, Lyrica, Brevetto europeo Aziende/Istituzioni Società Italiana Brevetti (Sib), Warner-Lambert, Pfizer, Corte di Amburgo Foto: Paolo Di Giovine European & Italian Patent Attorney, Società Italiana Brevetti [email protected] 06/03/2017 Pag. 52 N.145 - febbraio 2017 About Pharma and Medical Devices BIG PHARMA SPINGE L'ECONOMIA EUROPEA I risultati del rapporto "&e economic footprint of selected pharmaceutical companies in Europe" realizzato dall' istituto WifOR e commissionato da Efpia mostrano come investimenti in R&S - ben oltre la media continentale - producano valore, ricchezza e occupazione Carlo Buonamico Il comparto farmaceutico è uno dei segmenti di mercato più signi" cativi i termini di innovazione e generazione di ricchezza. Non solo a livello mondiale ma anche europeo. Lo confermano i dati di$ usi dalla European federation of pharmaceutical industry association (Efpia) nel recente report "#e economic footprint of selected pharmaceutical companies in Europe", secondo cui sette aziende farmaceutiche operanti in Europa - AbbVie, AstraZeneca, Boehringer Ingelheim, Ipsen, J&J, Novartis e Sano" - hanno generato un valore interno lordo di 77,9 miliardi di euro nel 2014, pari al 41% di quanto generato dall' intero mercato di riferimento europeo. Lo studio è stato condotto dall' istituto di ricerca indipendente WifOR, ed è stato " nanziato da Efpia e da sei suoi membri, che dichiarano di non aver avuto alcuna in' uenza su domande, metodi, analisi o redazione dell' indagine. Ciò, nonostante il mercato sia stato caratterizzato dalla continua revisione al ribasso dei prezzi dei farmaci, dovuta alla concorrenza dei medicinali equivalenti e dalle politiche di spending review messe in atto dai vari Paesi europei: basti pensare che in Europa la spesa pubblica per la salute è passata da una crescita del 4,7% annuo tra il 2000 e il 2009 a una media dello 0,9% all' anno tra il 2009 e il 2012 (dati Ocse. Health at a Glance: Europe 2014). Il valore interno lordo generato direttamente dalle aziende campionate nel report ha registrato un decremento del 7,5% (circa 2,8 miliardi di euro) tra il 2010 e il 2014. A fronte, però, di un incremento dello 0,6% del giro d'a$ ari. Ciò a indicare che la ricchezza complessiva generata dal comparto farmaceutico è composta sia da quella direttamente generata (34,6 miliardi di euro) sia da quella indiretta e indotta, che insieme valgono 43,3 miliardi di euro pari a oltre il 50% della ricchezza del comparto. Valutato da un' altra prospettiva aggregata, ciò signi" ca che per ogni euro di ricchezza direttamente generato dall' industria farmaceutica europea, si genera 1,3 euro dovuto all' economia indiretta e all' indotto. I dettagli del report mostrano infatti che a fronte dell' incremento del business delle aziende farmaceutiche, tra il 2010 e il 2014 è corrisposto un aumento nell' acquisto di beni e servizi. A farla da padrone è il comparto chimico che ha rappresentato il 12% (3,6 miliardi di euro) di quanto speso dalle ditte del farmaco. Nella lista dei servizi acquistati compare anche una voce "altro" che ammonta ad un signi" cativo 60% (18,4 miliardi di euro), ad indicare che gli e$ etti dell' industria farmaceutica sull' economia si manifestano in massima parte in termini di ricchezza prodotta a livello indiretto (consumo di prodotti intermedi) e indotto (servizi acquistati). IMPULSO CONCRETO PER LA CRESCITA DELL'ECONOMIA Rimanere competitivi sul mercato in termini di prodotti è una delle leve fondamentali a cui nessuna farmaceutica può rinunciare. E ciò si concretizza anche nella capacità di investire in Ricerca e Sviluppo (R&S), misurata come intensità di R&S ovvero come quota del fatturato destinata a questo tipo di attività. Se "Europa 2020", la strategia decennale per la crescita sviluppata dall' Unione Europea, indica l' obiettivo del 3% di intensità di R&S che le imprese del Vecchio Continente devono raggiungere entro il 2020, pare proprio che quelle farmaceutiche abbiano precorso i tempi e fatto molto di più. Secondo il report infatti si registrano valori pari a 17,4% come intensità di R&S interna - 31,3% se riferito al comparto nel suo complesso - ben sei volte in più rispetto a quanto auspicato dall' Europa e con sei anni di anticipo. E non è tutto. In valore assoluto il campione di aziende nel 2014 ha investito 6 miliardi di euro in R&S interna e 10,8 miliardi di euro in spese per R&S, pari a un' intensità in R&S del 31,3%, oltre 12 volte in più di quanto registrato complessivamente dall' economia europea. Un altro dato signi" cativo è che gli investimenti in R&S del comparto farmaceutico (14,3%) sono più elevati di quello chimico (6,4%), di quello manufatturiero (5,2%) e di quello dell' information technology (0,3%), con un distacco minimo non inferiore al 7,9%. SOSTEGNO ALL'OCCUPAZIONE E ALLA PRODUTTIVITÀ Il trend PROFESSIONI - Rassegna Stampa 07/03/2017 - 07/03/2017 131 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato BUSINESS E MERCATO 06/03/2017 Pag. 52 N.145 - febbraio 2017 About Pharma and Medical Devices PROFESSIONI - Rassegna Stampa 07/03/2017 - 07/03/2017 132 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato descritto per quanto riguarda la generazione della ricchezza, una sorta di positivo "e$ etto cascata" al di fuori del settore strettamente farmaceutico, si manifesta anche in termini di occupazione. Tra il 2010 e il 2014 il comparto ha impiegato complessivamente tra 850 mila e 880 mila full time equivalent. Analizzando in dettaglio questi numeri il report evidenzia che a fronte di una diminuzione delle persone impiegate direttamente nell' industria farmaceutica, aumenta la quota relativa di occupazione indiretta e indotta, proprio in ragione dell' aumentata domanda di prodotti intermedi e di servizi. Si calcola infatti che per ogni posto di lavoro interno all' azienda farmaceutica europea, ne vengano generati altri 4,6 nel mercato del lavoro. Leggendo questi dati sotto il pro" lo della produttività, intesa come quantità di valore interno lordo rispetto al numero di occupati, scopriamo che anche in questo caso la selezione di aziende presa in considerazione, stacca di molte lunghezze altri segmenti di mercato. Infatti ogni persona impiegata in queste sette big pharma ha generato in media 225.946 euro nel 2014, oltre il doppio rispetto a chi lavora nell' industria chimica (92 mila euro) e oltre quattro volte la ricchezza generata dagli occupati del comparto manifatturiero (54 mila euro). SALUTE: FONTE DI OPPORTUNITÀ E NON SOLO DI SPESA Sarà forse questo il momento - grazie anche ai risultati del report - di un cambio di percezione rispetto al settore della salute e delle aziende farmaceutiche? Già da qualche anno gli esperti indicano che questo segmento di mercato è sempre più percepito come un vero e proprio settore economico, anche perché sta aprendo nuove opportunità per i business correlati all' accesso alle cure, quali ad esempio i nuovi sistemi di "nanziamento per la salute o le polizze sanitarie integrative. Del resto anche le istituzioni pubbliche sono sempre più vicine all' idea che il settore della salute rappresenti sempre meno una scon" nata voce di costo per la spesa sanitaria pubblica e privata e sempre più un investimento in grado di promuovere la crescita attraverso le attività di Ricerca e Sviluppo e la produttività del lavoro. Parlano da soli infatti i numeri dell' industria farmaceutica mondiale: 330 miliardi di euro di valore interno lordo, pari al 3,6% di quello generato dall' industria manifatturiera a livello mondiale; tasso di crescita annuale composto del 5,5% tra il 2005 e il 2013; oltre 4,8 milioni di posti di lavoro; valore interno lordo di 68.500 euro per ogni addetto. E anche l' Europa fa la sua parte, rappresentando la seconda regione (preceduta solo dall' Asia) in termini di valore aggiunto lordo prodotto (103,1 miliardi di euro) e di occupazione generata (761.400 posti di lavoro) e superando nel 2013 il Nord America per tasso di crescita annuale composto. Un riconoscimento del resto già accordato nel 2016 dal Direttore generale dell' Organizzazione mondiale della sanità Margaret Chan, in occasione del primo incontro della Commissione sull' impiego nel settore della salute e la crescita economica: "La Commissione chiede che ci sia un cambio nel modo in cui i decisori politici considerano il settore della salute; non come un drenaggio di risorse, quanto come una fonte di opportunità [...]. L ' occupazione nel settore della salute può agire come una forza che contrasta le diseguaglianze in termini di guadagni e di opportunità tipiche di questo mondo in crescita". Valore aggiunto lordo e occupazione nel settore farmaceutico per continente (anno 2013) Fonte: Banca mondiale, 2015; calcolo WifOR; illustrazione WifOR Sviluppo della produttività del lavore e fattori determinanti Produttività del lavoro (migliaia € pro-capite) Occupati (in migliaia) Valore aggiunto lordo (in mld €) Fonte: Dati da imprese Efpia selezionate; calcolo WifOR; illustrazione WifORIntensità R&S interna a confronto Imprese Efpia selezionate Economia Ue28 Obiettivo Ue (Strategia 2020) *Intensità R&S interna 2014: Abbvie, Astrazeneca, Boehringer Ingelheim, Ipsen, Janssen, Novartis, Sanofi ** dati 2012 Fonte: Dati da imprese Efpia selezionate; Ocse; Eurostat; calcolo WifOR; illustrazione WifOR Parole chiave Industria farmaceutica, produzione, ricerca e sviluppo, innovazione Aziende/Istituzioni European Federation of Pharmaceutical Industry Association (Efpia), AbbVie, AstraZeneca, Boehringer Ingelheim, Ipsen, J&J, Novartis, Sanofi, WifOR, Unione europea, Organizzazione mondiale della sanità, Ocse 06/03/2017 Pag. 52 N.145 - febbraio 2017 About Pharma and Medical Devices PROFESSIONI - Rassegna Stampa 07/03/2017 - 07/03/2017 133 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Intensità R&S interna a confronto tra settori Farmaceutico Chimico IT Manifatturiero Fonte: Dati Eurostat Ue28 (dati aggregati per paese); farmaceutico esclusi Lussemburgo, Lettonia e Malta; chimico esclusa Svezia; Manifatturiero esclusi Lussemburgo e malta; IT escluse Irlanda e Svezia; illustrazione WifOR Punti chiave Posti di lavoro totali riferiti alle attività delle imprese Efpia in Europa Intensità R&S interna delle imprese Efpia in Europa Imprese Efpia selezionate Fonte: Dati da imprese Efpia selezionate; Ocse; Eurostat; calcolo WifOR; illustrazione WifOR Valore aggiunto lordo totale generato dalle imprese Efpia Intensità R&S totale delle imprese Efpia in Europa 06/03/2017 Pag. 56 N.145 - febbraio 2017 About Pharma and Medical Devices OPEN DATA POCO SFRUTTATI QUALITÀ E QUANTITÀ DA MIGLIORARE IN ITALIA Le fonti informative alimentate dalla Pubblica Amministrazione sono ricche di informazioni liberamente accessibili, ma potrebbero essere più utili per stimolare le conoscenze in ambito sanitario Carlotta Galeone e Paolo Mariani Dal 2013 l' Italia ha aderito alla "Carta dei Dati Aperti del G8" che impegna gli Stati membri del G8 ad adottare politiche di apertura del patrimonio informativo delle pubbliche amministrazioni. I principi strategici ispiratori sono basati sulla pubblicazione on line e in modo automatico di tutti i dati amministrativi con caratteristiche di qualità e quantità, sulla possibilità di accesso ai dati attraverso formati aperti digitali e sulle " nalità di miglioramento della governance e della promozione dell' innovazione. Anche in ambito salute viene richiesta la disponibilità a condividere i dati nazionali come ad esempio i dati di prescrizione e i dati di performance dei sistemi sanitari. Gli open data sono dati che possono essere liberamente utilizzati, riutilizzati e redistribuiti, con la sola limitazione - al massimo - della richiesta di attribuzione dell' autore e della redistribuzione allo stesso modo. Per come sono de" niti sono assimilabili a un prodotto vero e proprio. In realtà, una tendenza più moderna punta a trasformare il concetto di open data da prodotto a servizio, laddove il punto chiave è l' esigenza del fruitore dei dati e non tanto il dato stesso. Aziende, istituzioni e operatori pongono molta attenzione non solo agli open data in quanto informativi, ma anche al fatto che possano e$ ettivamente divenire nel tempo una fonte, con una opportuna dotazione informativa, in termini di documentazione necessaria per valutare la qualità dei dati forniti e di conseguenza migliorarla e per un pieno e corretto sfruttamento del potenziale informativo. Se dal 2009 si è assistito a diverse iniziative di apertura del patrimonio informativo in vari Paesi nel mondo, è nel 2010 che appare il portale di open data della Regione Piemonte, una tra le prime iniziative italiane, mentre l' anno successivo viene lanciato il data-store nazionale www.dati.gov.it, cominciando così un processo di digitalizzazione " nalizzata all' innovazione e alla trasparenza delle Pubbliche amministrazioni. Attualmente sono disponibili oltre 10.300 dataset, provenienti da 76 amministrazioni tra i quali si ritrovano anche dati geogra" ci. I dataset sono organizzati e consultabili secondo temi, generi, territorio di riferimento e amministrazioni che li hanno rilasciati. Confrontando gli open data disponibili su tale portale nazionale con quelli riportati nei singoli portali delle Regioni, si nota come in realtà il portale nazionale non contenga tutti i dati disponibili nelle singole Regioni. Con particolare riferimento agli open data in ambito sanitario, il ministero della Salute ha messo on line il portale www.dati.salute.gov.it nel quale a oggi sono disponibili molti dataset nazionali, ma meno di quelli accessibili nella sezione "Sanità" del portale nazionale dati.gov, che comprendono anche quelli a livello regionale, comunale e di Aifa. I dati disponibili sono riassumibili per macro aree d' interesse: informazioni su farmaci, autorizzati dal ministero ad esempio i farmaci esteri, le formulazioni magistrali e o% cinali, i prodotti " tosanitari, l' elenco dei cinquanta medicinali senza obbligo di prescrizione più venduti nell'ultimo semestre disponibile; informazioni su dispositivi medici registrati presso la banca dati e il Repertorio del Ministero. Si ritrova anche l' elenco dei punti di distribuzione di farmaci, quali farmacie aperte al pubblico, includendo succursali, dispensari e dispensari stagionali, esercizi commerciali, diversi dalle farmacie, autorizzati alla vendita al pubblico di farmaci e l'elenco completo dei siti logistici autorizzati alla distribuzione di medicinali ad uso umano sul territorio nazionale. Completano il quadro i dataset con elenchi di strutture in ambito sanitario quali Asl e corrispondenza Asl e comuni, consultori familiari, Aziende ospedaliere, Aziende ospedaliere universitarie e Ircss pubblici; dataset con dati sul personale quali direttori sanitari e personale con rapporto di lavoro ' essibile delle Asl e delle strutture ospedaliere suddivisi per ruolo. A oggi, i dataset maggiormente scaricati sono l' elenco delle farmacie, dispositivi medici, parafarmacie, distributori di farmaci e Asl. Ci sono diversi progetti interessanti di sviluppo di nuove PROFESSIONI - Rassegna Stampa 07/03/2017 - 07/03/2017 134 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato BUSINESS E MERCATO 06/03/2017 Pag. 56 N.145 - febbraio 2017 About Pharma and Medical Devices PROFESSIONI - Rassegna Stampa 07/03/2017 - 07/03/2017 135 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato applicazioni utilizzando gli open data sanitari che potrebbero facilitare anche la vita quotidiana dei cittadini, dando nuovi strumenti per fare scelte più ragionate. Ad esempio l' App "Pronto Soccorso Lazio Ospedali", scaricabile da Google Play e Apple Store, è stata la prima applicazione sviluppata partendo dai dati del portale open data Lazio che ha messo a disposizione i dati in tempo reale dei diversi pronto soccorso. Con questa app è possibile visualizzare gli ospedali del Lazio su una mappa o in un elenco, sapere quante persone sta trattando il Pronto soccorso in quel preciso momento, quanti codici rossi, gialli e verdi, ed è possibile fare la ricerca per ospedale. Recentemente altre Regioni hanno sviluppato applicazioni simili. In particolare quella della Regione Veneto che distingue anche il tipo di Pronto soccorso dal generico al pediatrico al ginecologico e punti di primo intervento, segnalando eventuali fast track ginecologici e pediatrici. Altro progetto interessante è "Health Advisor", con l' idea di creare una community che consenta agli utenti di valutare le prestazioni del Servizio sanitario nazionale secondo la propria esperienza anche se al momento questa app potrebbe trovare di% coltà nello sviluppo proprio per scarsità di dati open sull' argomento. Tuttavia per una valutazione delle performance del Ssn, sono disponibili i dati open del Programma Nazionale Esiti che fornisce valutazioni comparative a livello nazionale basati su diversi indicatori sull'e% cacia, la sicurezza, l'e% cienza e la qualità delle cure prodotte. Nonostante il numero di open data sanitari sia ancora piuttosto limitato ma con un trend crescente nel tempo, appare chiaro che è stato intrapreso un percorso di digitalizzazione che contribuirà ad un miglioramento della capacità informativa attraverso l' integrazione dei dati. Tuttavia, il nostro Paese fa fatica ad avviare una fase di utilizzo massivo dei dati open, come confermato da alcune ricerche. Una di queste, l' Open Data Barometer, posiziona l' Italia al ventunesimo posto per numero e qualità di open data. Q uesto risultato, non particolarmente brillante, è dovuto principalmente al numero contenuto di dati disponibili e riutilizzati con basso impatto sulla società e sull' economia. Gli ostacoli per creare nuova conoscenza partendo dai dati disponibili non sono trascurabili e i limiti più evidenti sono la scarsa e non tempestiva frequenza di aggiornamento di molte informazioni, la possibilità che la struttura dei dati possa cambiare ogni volta che è pubblicato un aggiornamento e la di% coltà di trovare codi" che univoche e comuni tra open data diversi, obbligando a un' attività di abbinamento costosa, ove possibile. Solo un miglioramento in termini quantitativi e qualitativi di dati open e un utilizzo di tali dati con una profonda conoscenza dei suoi limiti sono la chiave di volta nel creare nuove e utili conoscenze. Parole chiave Open data, digitalizzazione, e-health Aziende/Istituzioni Università di Milano Bicocca, Servizio sanitario nazionale, Ministero della Salute, Aifa, Regione Piemonte, Regione Lazio, Regione Veneto Foto: Carlotta Galeone e Paolo Mariani Università di Milano Bicocca PERSONAGGI 1 articolo 06/03/2017 Sito Web QS - QuotidianoSanita.it Ricostituita la Commissione Centrale per gli esercenti le professioni sanitarie Pubblicato il Dpcm che ricostituisce la CCEPS, che pone fine alla situazione di stallo in cui la Commissione era venuta a trovarsi dopo la prununcia della Consulta secondo la quale la nomina dei due componenti da parte del Ministero della Salute era in contrasto con i principi di indipendenza e imparzialità degli organi giudicanti. IL DECRETO 06 MAR - La Commissione Centrale per gli esercenti le professioni sanitarie potreà tornare a svolgere pienamente le sue funzioni. Come si ricorderà, infatti, la Corte Costituzionale, con sentenza n. 215/2016, aveva dichiarato l'illegittimità costituzionale della previsione dell'art. 17 del D.Lgs.C.P.S. n. 233/1946, che disciplina la composizione della Commissione centrale per gli esercenti le professioni sanitarie (CCEPS) "nelle parti in cui si fa riferimento alla nomina dei componenti di derivazione ministeriale". In particolare, i giudici della Consulta hanno ritenuto che la nomina dei due componenti da parte del Ministero della Salute contrasta con i principi costituzionali di indipendenza e imparzialità degli organi giudicanti, connotazioni imprescindibili dell'azione giurisdizionale. Per effetto di tale pronuncia, l'attività della CCEPS è rimasta di fatto paralizzata e non è stato adottato alcun provvedimento in attesa della definizione di una composizione della Commissione che rispecchiasse i requisiti indicati dalla Consulta. Con un'interrogazione rivolta al Ministero della Salute, presentata lo scorso 14 febbraio, i Senatori Andrea Mandelli e Luigi D'Ambrosio Lettieri avevano evidenziato le criticità connesse al protrarsi di tale situazione, considerato che la mera proposizione del ricorso alla CCEPS ha efficacia sospensiva del provvedimento disciplinare e che, pertanto, professionisti colpevoli di comportamenti anche gravemente scorretti e sanzionati dal competente Ordine, in assenza del necessario funzionamento della stessa CCEPS, potevano continuare ad esercitare la professione. PERSONAGGI - Rassegna Stampa 07/03/2017 - 07/03/2017 137 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Edizioni regionali