Valorizzare il contributo degli anziani nella società La solidarietà tra

area sociale
Venerdì 8 Giugno 2012
anno europeo dell’invecchiamento attivo e della solidarietà tra generazioni
Valorizzare il contributo degli anziani nella società
Il 2012 è stato proclamato «Anno europeo dell’invecchiamento attivo e
della solidarietà tra le generazioni»
con l’obiettivo di valorizzare il contributo degli anziani nella società e
all’economia, favorendo opportune
condizioni di lavoro, di partecipazione sociale e di vita sana e indipendente. In tale quadro l’amministrazione regionale, in collaborazione
con il coordinamento Capla e con la
Camera di commercio di Udine, ha
ritenuto utile organizzare lo scorso
21 maggio un convegno («Generazioni al futuro») nell’auditorium della
sede regionale di Udine.
Al convegno sono intervenuti: Giovanni Da Pozzo, presidente Camera
di commercio di Udine; Graziano Tillati, Carlo Beraldo (Irsses); Giulio
Antonini, Area Welfare n. 5; Stefania Pascut; Francesca De Luca; Enrica Gallo (Cciaa); Alberto Dreossi
(Cciaa); Roberto Molinaro, assessore
regionale.
«Il giovane corre veloce... ma l’anziano conosce la scorciatoia». Nella
saggezza di questo antico proverbio
c’è la sintesi del convegno, che ha
messo in evidenza che la società,
per evolvere, ha bisogno di tutte le
sue componenti e che la qualità delle relazioni instaurate tra anziani
e giovani inciderà, in modo sempre
più determinate, nella vita delle
persone, sul loro presente e il loro
futuro, nonché sulle dinamiche sociali e culturali,
Da qui l’esigenza di creare un rapporto costruttivo e solidale tra le generazioni, avendo come obiettivo la
costruzione di «una società migliore
per tutte le età».
Roberto
In tale prospettiva il conMolinaro
vegno ha sottolineato che
occorre essere consapevoli
delle trasformazioni sociali in atto, prima fra tutte
che le fasi della vita si
sono dilatate. Oggi infatti si vive più a lungo e gli
anziani tendono sempre
più a svolgere attività, a
mantenere relazioni, a
impegnarsi nel sociale. In
altre parole a invecchiare
in modo attivo, conducendo
una vita produttiva per se
stessi, per la società e per
l’economia. Nel contempo
si è esteso per i giovani, il
periodo di transizione alla
condizione adulta e, con
la permanenza prolungata nel nucleo familiare, si
è protratto anche lo status di figli,
La prima è che una parte dei giovani
ritardando inevitabilmente l’assund’oggi sta crescendo con l’idea di una
zione di responsabilità familiari e
profonda ingiustizia, perché convinsociali.
ta che gli adulti (soprattutto per il
In questo scenario, che contraddilavoro) e gli anziani (in particolare
stingue praticamente tutte le econoper la spesa sociale) hanno goduto
mie avanzate, è tuttavia latente una
e godono di vantaggi che essi non
contraddizione: se infatti nell’ambipotranno avere in futuro. La seconda
to della famiglia, ovvero del privato,
conseguenza è che adulti e anziani
si verificano accentuati intrecci gechiedono, giustamente, condizioni di
nerazionali all’insegna della solidavita e politiche sociali che rafforzino
rietà, nel contesto pubblico-sociale
la loro capacità di rimanere attivi
le generazioni sono raramente in
e vitali il più a lungo possibile. La
comunicazione tra loro.
ricerca di soluzioni per questo potenIl nostro tempo è dunque caratterizziale conflitto non può essere framzato da una solidarietà intergeneramentata in azione centrate esclusizionale a livello di relazioni familiari
vamente sulle singole età, ma deve
che risulta affievolita in ambito sonecessariamente guardare all’autociale, con due diverse conseguenze.
nomia e all’interdipendenza tra le
diverse generazioni, attivando tra esse circuiti
positivi e virtuosi.
Il convegno ha sottolineato in tal senso la
necessità che le famiglie, le istituzioni e gli
organismi sociali lavorino insieme e collaborino
tra loro per realizzare
una società che, nel suo
svolgersi, coinvolga tutte
le componenti umane e
quindi tutte le diverse
generazioni che la compongono. Una società
che investa sui giovani,
con riferimento soprattutto ai servizi educativi
e all’istruzione e che si
avvalga del contributo
delle persone anziane
soprattutto con riferimento al loro potenziale in termini
di saperi, esperienze e saggezza.
L’indicazione, in altre parole, è quella di assumere il rapporto intergenerazionale come opportunità, considerando la vita nella sua interezza,
dove ogni età ha un grande valore
evolutivo e fondante nell’esistenza
di ogni persona e dove le generazioni si ritrovano per costruire insieme un nuovo modello di comunità.
È un impegno che coinvolge tutti:
gli attori sociali, gli amministratori
pubblici, le associazioni, le famiglie
e ogni cittadino.
Roberto Molinaro
assessore regionale all’istruzione,
università, ricerca, famiglia, associazionismo e cooperazione
famiglia e società
La solidarietà tra generazioni fondamento del nuovo welfare
di
Carlo Beraldo
Non è casuale che l’Unione europea
abbia dedicato l’anno 2012 all’invecchiamento attivo e alla solidarietà tra
le generazioni.
È in atto, in Europa e soprattutto in Italia, una
profonda rivoluzione demografica che trascina con sé
mutamenti in molti settori
della vita sociale ed economica.
In particolare l’innalzamento della durata media della
vita e le limitate nascite
determinano un processo
di marcato invecchiamento
della popolazione in Italia e
ancor più in Friuli-Venezia
Giulia. Accade pure che tutte le categorie demografiche
che fino a qualche decennio
fa definivano in modo stabile le fasi esistenziali delle
persone appaiano sempre
più dilatate.
Succede così che le stesse scelte che definiscono il passaggio dalla giovinezza alla
condizione adulta (lavoro stabile, uscita
dall’abitazione dei genitori, metter su
famiglia), risultano assai ritardate; ma
anche i medesimi stili di vita tendono a
confondersi nelle varie fasce d’età.
Pur a fronte di uno scenario demografico
contraddittorio «anziani» e «giovani» appaiono comunque le categorie sociali più
emblematiche nella società odierna.
Un approccio tradizionale ha visto gli
anziani prevalentemente come utenti
di servizi e solo in parte come soggetti
attivi rispetto alla vita sociale, mentre la
realtà è ben diversa, anche se per alcuni
soggetti possono essere necessari degli
interventi da parte dei servizi sociosanitari e della comunità più in generale.
Con riferimento invece ai giovani, mentre la loro maturazione fisiologica è oggi
sempre più precoce, il riconoscimento di
responsabilità sociale è sempre più posticipato nel tempo e il passaggio alla
condizione adulta tende ad avvenire
sempre più nella famiglia di origine.
Tale situazione, motivata da fattori og-
gettivi ma pure soggettivi, che coinvolge
gran parte dei giovani, consente loro di
mantenere spazi di prova nella vita affettiva e lavorativa e non sembra dispiacere più di tanto a molti genitori.
I contesti su cui vale
la pena soffermarsi
sono dunque due: il
primo è la famiglia,
ambito privato di
significativi intrecci
generazionali di solidarietà, ma con esiti
non sempre pro sociali riguardo ai giovani; il secondo ha a
che fare con l’ampia
società che ha al suo
interno le diverse generazioni, le stesse
che ritroviamo nella
famiglia sotto la veste di genitori, figli e
nonni. Ma nel contesto pubblico queste
generazioni tendono
tra loro a competere più che a collaborare. Molti giovani
sono infatti convinti che una profonda
ingiustizia sia venuta a crearsi verso di
loro, ritenendo che gli adulti (per il lavoro) e gli anziani (per le spese sociali)
hanno goduto e godono di vantaggi che
essi non potranno avere in futuro. Allo
stesso tempo anche gli adulti/anziani
chiedono condizioni di vita e politiche
sociali che rafforzino la loro capacità di
rimanere attivi e vitali il più a lungo
possibile.
Di fronte a uno scenario sociale di eventuale conflitto tra generazioni l’attenzione ai problemi di ciascuna generazione
dovrebbe essere sempre accompagnata
alla considerazione delle possibili interdipendenze e collaborazioni con le altre
generazioni.
Proprio per il forte intreccio tra sfera
privata e sfera pubblica nella vita delle
persone vi sono dei compiti che impegnano, insieme, le famiglie (anche in
relazione tra loro) e la più ampia realtà
sociale.
Per quanto riguarda le famiglie, accanto
a un più significativo sostegno e riconoscimento da parte delle istituzioni
e della comunità sociale alla loro funzione, serve un più qualificato rapporto
intergenerazionale che comprenda un
maggior impegno educativo finalizzato
anche a una più consapevole maturazione verso la responsabilità adulta e
sociale da parte dei membri giovani,
Per quanto riguarda invece il contesto
più ampiamente sociale, è necessario
rafforzare l’incontro tra generazioni in
vari contesti sociali, quali il lavoro, gli
organismi associativi, gli ambiti formativi e negli stessi contesti abitativi proprio per favorire occasioni di prossimità
e di collaborazione.
Anche il sistema dei servizi alla persona, in un approccio di welfare di comunità, dovrebbe porre maggiore attenzione
alla comunicazione e alla possibile solidarietà tra le varie generazioni, nella
famiglia e nella società.
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