Doc Integrato 10 - Società Italiana di NeuroPsicologia

Società Italiana di Neuropsicologia (S.I.N.P.)
Individuazione degli standard di qualità per la buona pratica in ambito
neuropsicologico clinico:
Il neuropsicologo clinico, le strutture di diagnosi e riabilitazione,
la formazione in neuropsicologia clinica e in riabilitazione neuropsicologica
Premessa
La Società Italiana di Neuropsicologia (SINP) è un’associazione scientifica che ha lo scopo
di “promuovere ed incoraggiare gli studi e le ricerche nel campo della neuropsicologia
clinica e sperimentale, cioè dello studio dei rapporti tra sistema nervoso centrale e
comportamento, nonché di agevolare e coordinare tutte le iniziative inerenti alla materia
e di stabilire e mantenere rapporti con le Istituzioni Scientifiche aventi analoghe
finalità.. […] La SINP si propone di perseguire gli scopi statutari mediante […] la
promozione e partecipazione a progetti di aggiornamento professionale e formazione
continua, anche nella logica dell’attività formativa ECM (Educazione Continua in
Medicina), mirati allo studio e apprendimento teorico- pratico della Neuropsicologia
Clinica dell’arco di vita, nei suoi aspetti diagnostici e riabilitativi, […] l’elaborazione di
linee guide” (art. 2 dello Statuto).
Fondata nel 1975 da un gruppo di neurologi, psicologi e neurofisiologi di fama nazionale e
internazionale come Sezione della Società di Neurologia e costituitasi come Società scientifica
nel 1997, la SINP fin dalla sua fondazione ha svolto e incoraggiato un’intensa attività scientificoculturale per favorire lo sviluppo delle conoscenze, della ricerca e della formazione nell’ambito
delle funzioni cognitive e comportamentali. Quest’attività si è tradotta, da un lato,
nell’organizzazione di incontri scientifici nazionali a partecipazione interdisciplinare e nella
partecipazione di molti soci a convegni internazionali di neuropsicologia clinica e sperimentale;
da un altro lato, nell’impulso a una intensa attività scientifica da parte della maggior parte degli
iscritti alla Società che ha portato alla produzione di centinaia di pubblicazioni di alto profilo
scientifico; e infine nella sollecitazione e realizzazione di percorsi formativi universitari in tema
di neuropsicologia sperimentale e clinica e, successivamente, nella creazione di percorsi
1
formativi in tema di riabilitazione neuropsicologica. Nel 2004, inoltre, la SINP è stata tra i
principali promotori della costituzione della Federazione delle Società Europee di
Neuropsicologia (F-ENS) che ha lo scopo di favorire lo sviluppo scientifico e professionale nel
campo della neuropsicologia, inclusa la neuropsicologia cognitiva, la neuropsicologia clinica e la
riabilitazione neuropsicologica, la neurologia comportamentale, il neuroimaging, etc.
Con l’incremento dell’età media della popolazione, il miglioramento delle pratiche di
medicina e chirurgia intensiva e il conseguente aumento delle possibilità di sopravvivenza in
presenza di danni cerebrali, nonché l’aumento della sensibilità verso i problemi cognitivi
associati con le patologie del sistema nervoso centrale, le problematiche inerenti la valutazione
e l’intervento neuropsicologico sono divenute sempre più rilevanti non solo per la crescente
richiesta da parte del Sistema Sanitario Nazionale, ma anche per quella rivolta al più vasto
quadro della pratica clinica. In questo contesto, si inquadrano i recenti interventi indirizzo di
varie regioni e ordini professionali. A questa attenzione tuttavia non sempre corrisponde
un’adeguata chiarezza delle specificità degli interventi neuropsicologici.
Un aspetto importante da considerare è che la neuropsicologia è per sua natura
eminentemente inter-disciplinare. In una prospettiva di ricerca scientifica, questo ha trovato
un’importante sintesi nelle interazioni tra i membri della SINP con i loro diversificati
background nazionali e internazionali. Dal punto di vista della neuropsicologia clinica1,
termine che comprende la valutazione e, soprattutto, la riabilitazione, la presenza di
competenze differenziate rimanda a un quadro articolato che prevede l’interazione multiprofessionale tra medici, psicologi e terapisti della riabilitazione. Ciò implica l’inserimento di
conoscenze e competenze neuropsicologiche nei diversi corsi di studio universitari finalizzati
alla formazione di tali figure professionali. Una descrizione più analitica del panorama
formativo è presentata più avanti in questo documento. Tuttavia, anticipiamo in chiave
generale come l’evoluzione delle norme e delle specificità dei corsi di studio non appare
esente da criticità che rendono difficile garantire in modo certo la migliore pratica
neuropsicologica in ambito diagnostico e riabilitativo.
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Il Gruppo di Lavoro identifica nel termine “neuropsicologia clinica” la definizione della pratica
clinica di valutazione e riabilitazione neuropsicologica, limitando da ora in poi l’uso dei termini “valutazione
neuropsicologica” e “riabilitazione neuropsicologica” ai soli casi in cui viene affrontato uno solo dei due
aspetti della neuropsicologia clinica.
2
Fermo restando quanto già stabilito dalla normativa vigente rispetto alle varie figure
professionali che a vario titolo interagiscono con pazienti con disturbi neuropsicologici, la
SINP ritiene importante avviare un’identificazione degli standard qualitativi per la migliore
pratica della neuropsicologia clinica, considerando che gli standard indicati possano avere
un’importante ricaduta, nel garantire ai pazienti servizi qualitativamente migliori e più
omogenei nel territorio nazionale. Infatti, potranno aiutare i singoli professionisti a indirizzare
il loro percorso formativo verso una buona neuropsicologia clinica, le strutture di diagnostica
e riabilitazione a organizzarsi in modo da poter offrire i migliori servizi alla loro utenza,
servire da stimolo per le università e gli altri enti che formulano i piani didattici a strutturare
le attività formative secondo modalità compatibili con una buona neuropsicologia clinica.
Sulla base di queste considerazioni, dopo approfondita discussione, l’assemblea dei soci
della SINP, nella seduta del 30 maggio 2014, ha deciso di dare avvio a un piano integrato per
la formulazione di criteri di identificazione della buona neuropsicologia clinica che includano
la certificazione di congruità agli standard qualitativi identificati dalla SINP per lo svolgimento
di attività di neuropsicologia clinica e riabilitativa da parte di a) singoli professionisti, b)
servizi e strutture di diagnostica e riabilitazione neuropsicologica e c) corsi di studio,
aggiornamento e perfezionamento in neuropsicologia clinica e riabilitativa. Qui, e nel resto
del documento, si intende per “certificazione” l’attestazione di congruità della qualità rilevata
dalla SINP sulla base di precisi standard scientifici e professionali, patrimonio di competenze
acquisite dai membri della società nei suoi quaranta anni di attività. Come verrà
sviluppato nel corso del documento, tali certificazioni vengono proposte in analogia ad una
tradizione consolidata in ambito europeo e nord-americano da parte delle principali società
scientifiche di neuropsicologia nazionali. Naturalmente, queste non intendono né sostituirsi né
in alcun modo pregiudicare la specificità delle competenze professionali così come definite
dalla normativa vigente. L’obiettivo è, invece, quello di contribuire a stabilire standard nella
pratica diagnostica e riabilitativa che consentano di elevare la qualità dei servizi offerti ai
pazienti con disturbi neuropsicologici e di renderli più omogenei su tutto il territorio nazionale.
Con queste finalità, è stata creata una Commissione incaricata di identificare le maggiori
criticità esistenti nell’ambito formativo e clinico, identificando il profilo professionale che
dovrebbe possedere un neuropsicologo clinico e della riabilitazione, le caratteristiche
strutturali e organizzative che dovrebbe possedere una struttura per essere accreditata in
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questo settore e le caratteristiche dei percorsi didattici idonei a formare professionisti con
adeguate competenze nell’ambito della neuropsicologia clinica.
La Commissione, formata da membri effettivi della SINP che svolgono la loro attività
professionale (formativa e clinica) presso varie istituzioni italiane, si è articolata in gruppi di
lavoro (indicati nelle varie sezioni del documento). Il documento conclusivo è stato,
comunque, approvato nella sua interezza e va quindi considerato come una proposta unitaria
della Commissione.
Alla Commissione è stato attribuito il compito di formulare un elenco di proposte
operative intese al superamento delle criticità createsi progressivamente nel settore della
neuropsicologia clinica attraverso proposte di:
 -identificazione dei percorsi formativi ottimali;

 -specificazione del profilo professionale del neuropsicologo clinico e della
riabilitazione;
 -specificazione dei requisiti minimi non negoziabili per le strutture di diagnostica e
riabilitazione neuropsicologica;
Nel contesto dell’impulso a una migliore pratica clinica in ambito diagnostico e
riabilitativo, la SINP intende altresì avviare un processo di certificazione di qualità per il
riconoscimento di:
 -corsi di studio,
 singoli professionisti,
 servizi e strutture,
che rispondano agli standard di qualità identificati dalla SINP come necessari per la
buona pratica della neuropsicologia clinica.
La SINP ritiene anche importante specificare, fin da queste note iniziali, che la
neuropsicologia riabilitativa (definita anche cognitivo-comportamentale) richiede ormai non
solo solide competenze di neuropsicologia clinica finalizzate all’inquadramento diagnostico
della persona cerebrolesa, ma anche altrettanto solide e comprovate competenze finalizzate
alla definizione del progetto-programma riabilitativo, alla scelta delle metodologie più consone
a rieducare gli specifici disturbi neuropsicologici diagnosticati. Per tale motivo, in ogni
sezione del presente documento sarà fatto esplicito riferimento alla specializzazione
riabilitativa del neuropsicologo.
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La Commissione è formata dai seguenti membri della SINP:
Anna Mazzucchi (coordinatrice), Coordinamento Centri per la Riabilitazione delle Gravi
Cerebrolesioni Acquisite, IRCCS Fondazione Don Gnocchi;
Filippo Bianchini, Dipartimento di Psicologia, Sapienza Università di Roma;
Patrizia Bisiacchi, Dipartimento di Psicologia Generale, Università degli studi di Padova;
Gabriella Bottini, Dipartimento di Psicologia, Università degli Studi di Pavia, Pavia;
Laboratorio di Neuropsicologia Cognitiva, A.O. Niguarda Cà Granda, Milano;
Daniela Brizzolara, IRCCS Fondazione Stella Maris, Calambrone (Pisa);
Massimiliano Conson, Dipartimento di Psicologia, Seconda Università di Napoli, Caserta
Antonella Di Vita, Dipartimento di Psicologia, Sapienza Università di Roma;
Enrico Ghidoni, S.S. di Neuropsicologia Clinica, Disturbi Cognitivi e Dislessia
nell'adulto, Unità di Neurologia, Arcispedale S. Maria Nuova, Reggio Emilia;
Cecilia Guariglia, IRCCS Fondazione Santa Lucia, Roma e Dipartimento di Psicologia,
Sapienza Università di Roma;
Maria Grazia Inzaghi, Istituto Clinico Quarenghi, S. Pellegrino Terme;
Maria Angela Molinari, Unità Operativa di Psicologia Clinica, Ospedale S.AgostinoEstense di Baggiovara, AUSL di Modena;
Valentina Moro, Dipartimento di Filosofia, Pedagogia e Psicologia, Università degli
studi di Verona;
Fabrizio Pasotti, U.O. di recupero e rieducazione funzionale, Azienda Ospedaliera della
provincia di Pavia.
Marco Pitteri, Dipartimento di Scienze Neurologiche e del Movimento, Università degli
studi di Verona;
Pierluigi Zoccolotti, IRCCS Fondazione Santa Lucia, Roma e Dipartimento di
Psicologia, Sapienza Università di Roma.
La Commissione ha organizzato la propria attività in tre Gruppi di Lavoro (GdL) per
l’analisi della situazione attuale e l’istruzione delle proposte, che sono state poi discusse ed
elaborate collegialmente producendo il seguente documento, che è stato proposto ai Soci della
SINP e da loro approvato nell’Assemblea del 15 Maggio 2015.
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Indice
A. Sintesi del documento
1. Il neuropsicologo clinico: una panoramica internazionale
1.1. Le società Scientifiche europee e il loro ruolo a favore della formazione
1.2. Formazione del neuropsicologo clinico negli USA e in Canada
1.3. Definizione del neuropsicologo clinico secondo la ABCN
1.4. Criteri per ottenere la certificazione di neuropsicologo clinico secondo l’ABCN
1.5. Linee guida relative alla valutazione e alla riabilitazione neuropsicologica secondo
l’American Academy of Clinical Neuropsychology (AACN)
1.6. Considerazioni riassuntive
2. Curriculum formativi nell’ambito della neuropsicologia clinica in Italia
2.1. La formazione neuropsicologica in area psicologica
2.1.1. La Scuola di Specializzazione in Neuropsicologia
2.2. La formazione neuropsicologica in area medica
2.3. La formazione neuropsicologica in altre aree sanitarie
2.4. Altra formazione post-laurea: master in area neuropsicologica
2.5. Certificazione dei master in area neuropsicologica
3. La figura del neuropsicologo clinico in Italia
3.1. Considerazioni generali
3.2. Certificazione degli standard di qualità dell’attività come neuropsicologo clinico
dello psicologo non specialista in Neuropsicologia
4. Requisiti delle strutture di Neuropsicologia Clinica
4.1. Stato dell’arte
4.2. Situazione nei paesi Europei
4.3. Situazione italiana
4.3.1. Età adulta
4.3.2. Età evolutiva
4.4. Considerazioni conclusive
4.5. Proposte della commissione
4.6. Indagine conoscitiva sulla stato delle strutture che operano in ambito
neuropsicologico
Questionario:
“Censimento nazionale delle strutture che erogano prestazioni neuropsicologiche”
ALLEGATO A:
Nomenclatore tariffario
A. Sintesi del documento
La Commissione ha proceduto ad una ricognizione della formazione neuropsicologica
nella varie nazioni europee, negli USA e in Canada. Questo ha consentito di mettere in
evidenza il crescente interesse a sviluppare standard di qualità per quanto riguarda la
formazione del neuropsicologo clinico e dei servizi in cui questi opera. In varie nazioni
europee, così come negli USA, le società scientifiche di Neuropsicologia giocano un ruolo
attivo nel proporre standard di qualità dell’attività diagnostico-riabilitativa e nel riconoscere la
qualifica professionale dei neuropsicologi clinici, in interazione con le variegate normative
che si osservano a livello nazionale e che definiscono i percorsi formativi universitari e le
relative competenze professionali.
Sono stati esaminati i curriculum formativi delle professioni coinvolte in attività cliniche
neuropsicologiche in Italia. La formazione in Neuropsicologia trova ampio spazio nei corsi di
laurea di area psicologica di primo e secondo livello mentre si riscontra uno spazio
insufficiente nelle specializzazioni di area medica, e in modo disomogeneo o assente in corsi
di laurea in Scienze della riabilitazione. Per quanto riguarda la formazione post-universitaria,
è presente la Scuola di Specializzazione in Neuropsicologia aperta ai laureati magistrali in
Psicologia che garantisce una formazione articolata su cinque anni di corso. Inoltre, soprattutto
negli ultimi anni, si sono moltiplicati master post-laurea in Neuropsicologia diretti sia ai
laureati in scienze della riabilitazione sia a psicologi sia a medici. Si rileva, tuttavia, come
questi ultimi corsi spesso offrano una formazione molto generale e disomogenea per
organizzazione dei crediti formativi.
L’offerta formativa delle Scuole universitarie di Specializzazione in Neuropsicologia
attive appare insufficiente vista la crescente necessità di interventi di neuropsicologia clinica.
Inoltre, essendo l’istituzione delle Scuole di Specializzazione relativamente recente, si rileva
la necessità di definire gli standard che garantiscano l’esistenza di adeguate conoscenze,
qualifiche e competenze per quei professionisti che già si occupano di neuropsicologia clinica
pur non avendo potuto frequentare una Scuola di Specializzazione in Neuropsicologia.
Per quanto riguarda le strutture che offrono servizi di neuropsicologia non sono
attualmente disponibili informazioni esaustive. Come parte del presente lavoro è stata condotta
una prima, parziale, mappatura delle strutture che si occupano sia dell’età adulta, sia
dell’età evolutiva. E’ stato, al contempo, sviluppato un questionario per il “Censimento
nazionale delle strutture che erogano prestazioni neuropsicologiche” che permetterà di
censire le strutture che, a vario titolo, erogano prestazioni neuropsicologiche in Italia. I dati
acquisiti potrebbero sia offrire ai pazienti una “mappa” dei servizi presenti sul territorio
italiano sia rappresentare un contributo importante a future decisioni a livello istituzionale. Si
propone, quindi, che la SINP, da un lato, si faccia promotrice nell’avviare un’indagine
conoscitiva su questa problematica e, dall’altro, diventi un interlocutore attivo con le
istituzioni coinvolte.
Sulla base di queste analisi la Commissione ha formulato all’assemblea della SINP una serie di
proposte (articolate in dettaglio nel documento):
-
in ambito formativo: si propone di avviare una certificazione dei percorsi di
formazione ed aggiornamento in area neuropsicologica. Si ritiene che questo
contribuisca a favorire l’emergenza di corsi di qualità chiarendo un panorama di
offerta formativa ad oggi molto eterogenea;
-
in ambito diagnostico-riabilitativo: si propone di avviare un processo di certificazione
di congruità agli standard qualitativi del professionista della neuropsicologia clinica.
Tale certificazione, pur non costituendo una forma di atto legislativo/normativo,
intende configurarsi come un indicatore di competenza ad uso di utenti privati
(pazienti) ed istituzionali.
-
in ambito organizzativo: viene articolata una proposta di riconoscimento delle strutture
che offrono servizi neuropsicologici per pazienti in età adulta e servizi dedicati all’età
evolutiva. L’identificazione di standard di qualità relativi al livello di organizzazione,
alla tipologia del personale, agli ambienti, alle dotazioni tecniche e alle procedure
operative può contribuire a favorire la formazione di servizi neuropsicologici più
mirati ed efficaci rispetto alle esigenze della popolazione di riferimento.
1. Il neuropsicologo clinico: una panoramica internazionale2
1.1. Le società Scientifiche europee e il loro ruolo a favore della formazione
Nella maggior parte dei paesi europei sono state istituite società nazionali di
Neuropsicologia che hanno un ruolo importante nel controllo della formazione, certificazione
e aggiornamento dei neuropsicologi clinici. Queste società sono iscritte alla Federation of
European Societies of Neuropsychology (FESN).
Consultandone gli statuti, si evince che uno degli obiettivi primari che queste Società di
Neuropsicologia si propongono è quello di promuovere lo sviluppo delle conoscenze e delle
buone pratiche della neuropsicologia clinica e scientifica con lo scopo di contribuire al
miglioramento della sanità pubblica attraverso il raggiungimento di alti standard formativi
che si traducano in pari alta qualità degli interventi erogati dai neuropsicologi a beneficio
degli utenti (persone, cliniche, ospedali, servizi territoriali). Avendo queste finalità, le società
scientifiche devono sostenere parallelamente la ricerca di base e la ricerca applicata,
promuovendo lo sviluppo di adeguati standard professionali nell'ambito dell'istruzione e della
formazione dei neuropsicologi.
Riportiamo di seguito alcuni esempi.
Francia
La società scientifica di riferimento è la Société de Neuropsychologie de Langue
Française (SNLF).
Il percorso per diventare neuropsicologo prevede cinque anni di studi universitari in
psicologia articolati in una laurea di I° livello (3 anni, licenza in Psicologia) ed un successivo
Master (2 anni + attività pratica per ottenere il DESS, Diplome d’Etudes Superieur
Spécialisées mention Neuropsychologie). La SNLF non stabilisce criteri che certifichino il
neuropsicologo clinico.
Germania
2
Gruppo di lavoro: Filippo Bianchini, Daniela Brizzolara, Maria Grazia Inzaghi, Valentina Moro e
Marco Pitteri.
La società scientifica di riferimento è la Gesellschaft für Neuropsychologie (GNP).
La GNP ha definito e istituito un preciso programma di studi e fornisce una certificazione
per professionisti qualificati (“neuropsicologo clinico certificato GNP”). La GNP gestisce
anche le procedure di accreditamento per le strutture e gli istituti che prevedono corsi di
formazione. La certificazione, pur non costituendo titolo legale, è un riconoscimento di
prestigio per essere qualificato come neuropsicologo clinico.
Svizzera
La formazione post-lauream degli psicologi è verificata dalla Federazione Svizzera delle
Psicologhe e degli Psicologi (FSP). E’ richiesta una formazione universitaria in Psicologia di
cinque anni (3+2). Di seguito, per ottenere il titolo di neuropsicologo, è necessario svolgere
un percorso formativo post-lauream (perfezionamento/specializzazione) della durata da 2 a 6
anni. La società non definisce ulteriori criteri di certificazione per il neuropsicologo clinico.
Olanda
Il programma di formazione per diventare neuropsicologo clinico richiede un percorso di
studi che parte da una laurea in Psicologia, o laurea in settori dell’educazione o delle
professioni sanitarie (non è specificata la durata). Di seguito è previsto un corso di
specializzazione post-lauream (4 anni) che prevede una combinazione di formazione pratica e
teorica. Al completamento del percorso formativo è rilasciato un attestato che consente di
iscriversi al registro dei neuropsicologi clinici specializzati.
Dal 2008 il titolo di “neuropsicologo clinico” è tutelato per legge: solo gli psicologi che
sono registrati nel registro dei neuropsicologi clinici possono denominarsi “neuropsicologo
clinico”.
Danimarca
Per diventare neuropsicologo clinico, è previsto un percorso universitario in Psicologia (5
anni), cui fa seguito un programma di autorizzazione alla pratica clinica (2 anni) e la
successiva formazione specialistica in neuropsicologia (5 anni).
Finlandia
E’ prevista la specializzazione in Neuropsicologia come specializzazione della formazione
in Psicologia. Il corso di specializzazione è attivato ogni due anni (2011: 20 posti;
2013: 25 posti, su tutto il territorio nazionale) e dura 4 anni (3200 ore di studio full-time con
90 ore di supervisione). Il titolo di specialista in neuropsicologia è regolato dalla legge ed è
indispensabile per lo svolgimento di tutte le attività dell’area sanitaria che richiedono
l’intervento del neuropsicologo.
Inghilterra
La società di riferimento è la British Psychological Society (BPS), che rilascia la
certificazione in neuropsicologia clinica (Qualification in Clinical Neuropsychology, QiCN).
La QiCN è una qualificazione professionale che conferisce eleggibilità all’iscrizione alla
Divisione degli Specialisti Neuropsicologi inserita all’interno del Registro dei Neuropsicologi
clinici (Full Membership).
Spagna
In
Spagna
per
ottenere
l'accreditamento
delle
competenze
professionali
in
Neuropsicologia Clinica è necessario avere una Laurea in psicologia (4 anni) e una formazione
con un master o altro percorso post-laurea in neuropsicologia che soddisfi i criteri nazionali
stabiliti dalla Federazione Spagnola di Neuropsicologia (FANPSE).
1.2. Formazione del neuropsicologo clinico negli USA e in Canada
Nel 2013 è stato pubblicato un ampio e approfondito documento redatto dall’American
Board of Clinical Neuropsychology (ABCN), sottocommissione dell’American Board of
Professional Psychology (ABPP), l’ente nazionale istituito nel 1947 con il sostegno
dell’American Psychological Association (APA) con l’obiettivo di certificare e supervisionare
la preparazione e la competenza degli psicologi affinché forniscano servizi di alta qualità in
diverse aree specialistiche della psicologia. L’ABPP rilascia un diploma di specialità che
certifica che gli specialisti designati dall’ABPP abbiano completato con successo l'istruzione
e la formazione in neuropsicologia, possiedano i requisiti di esperienza specialistici necessari
e abbiano superato un esame volto a valutare le competenze necessarie per fornire un servizio
di qualità.
L’ABPP considera la neuropsicologia clinica come una specialità della psicologia. Una
specialità corrisponde a un’area ben definita nella pratica psicologica che si ottiene
raggiungendo una specifica competenza attraverso un percorso strutturato che prevede
un’istruzione formale, una formazione pratica e il conseguimento di documentata esperienza.
Al fine di qualificarsi come una specialità affiliata alla ABPP, una specialità deve essere
rappresentata da una stabile commissione d'esame di valenza nazionale, che rispecchi l'attuale
sviluppo di quella particolare specialità. La “specialità” deve possedere peculiarità
comprendenti una descrizione approfondita dell’area d’interesse, delle competenze richieste,
dei requisiti di istruzione, del percorso formativo, dell'esperienza da conseguire e delle basi
conoscitive della specialità; inoltre deve possedere linee guida e una dimostrata capacità di
esaminare i candidati a livello nazionale.
L’ABPP definisce inoltre le sotto-specialità, considerate aree di pratica clinica che
richiedono una particolare e settoriale istruzione, formazione e/o esperienza professionale.
Una sotto-specialità si caratterizza per dover affrontare problemi clinici, popolazioni, e
applicare metodologie particolari: fa parte delle sotto-specialità, ad esempio, la
neuropsicologia dell’età evolutiva (pediatric neuropsychology), identificata come sottospecialità dal 2011.
1.3. Definizione del neuropsicologo clinico secondo la ABCN
Secondo l’ABCN, il neuropsicologo clinico è uno psicologo che possiede conoscenze
teoriche specifiche e una formazione pratica relative ai rapporti tra cervello e comportamento.
Il neuropsicologo clinico utilizza queste conoscenze nella valutazione, diagnosi e
riabilitazione dei pazienti che presentano disturbi cognitivi e comportamentali in età
evolutiva, in seguito a patologie neurologiche o medico-internistiche, o manifestazioni
psichiatriche nell’intero arco di vita.
Il neuropsicologo clinico utilizza metodi psicologici e comportamentali per definire i
punti di forza e di debolezza del profilo cognitivo ed emotivo dei pazienti e pone in relazione i
risultati ottenuti con il funzionamento, normale e patologico, del sistema nervoso centrale. Il
neuropsicologo clinico utilizza queste informazioni, insieme a quelle fornite dai familiari e da
altri
operatori
medico-sanitari,
per
identificare
e
diagnosticare
disturbi
neuro-
comportamentali, condurre studi di ricerca scientifica, promuovere attività di counseling,
pianificare ed effettuare gli interventi.
Nel documento dell’ABCN, la formazione del neuropsicologo clinico comporta la
combinazione di percorsi formativi che comprendono il dottorato di ricerca, lo stage predottorato, e l'istruzione e formazione post-dottorato. La competenza specialistica prevede la
formazione sia in conoscenze di base, che in conoscenze approfondite e specifiche nel campo
della psicologia. L’acquisizione di competenze nell’ambito della specialità di neuropsicologia
clinica richiede conoscenze dei fondamenti di neuroscienze, tra cui la neurologia, la
neuroanatomia e la neuropatologia.
1.4. Criteri per ottenere la certificazione di neuropsicologo clinico secondo l’ABCN
Per ottenere il riconoscimento del profilo professionale di neuropsicologo clinico da parte
dell’ABCN è richiesto un esame con il quale si valutano le conoscenze cliniche e scientifiche
del candidato e la capacità di integrare queste informazioni a favore del paziente. La
valutazione delle conoscenze e delle competenze e quella dell'esperienza nella pratica clinica
avviene attraverso un esame scritto, una discussione su casi clinici (invio del materiale alla
commissione esaminatrice), e un esame orale finale. Il manuale dell’ABCN specifica gli
argomenti che il candidato è tenuto a conoscere per superare le prove.
La Commissione ammette a sostenere le tre prove d’esame (prova scritta, discussione dei
casi clinici, esame orale), i candidati che soddisfino i seguenti criteri minimi:
1) essere in possesso di un diploma di dottorato con programma in psicologia professionale
accreditato dall’APA, dalla Canadian Psychological Association (CPA), o che sia
elencato nei programmi di dottorato certificati. Soddisfano i requisiti anche i candidati
abilitati alla professione di psicologo con iscrizione all’Albo Nazionale degli USA, del
Canada o in possesso del Certificato di Qualifica Professionale in Psicologia (CPQ);
2) completamento di un programma di tirocinio accreditato APA/CPA, o un anno di
tirocinio con esperienza supervisionata propedeutico all’abilitazione;
3) abilitazione alla professione di psicologo. Tutti i candidati ABPP negli USA o in
Canada devono avere la licenza per praticare l’attività di psicologo.
Una volta che i criteri minimi siano rispettati e approvati dall’ABPP, i documenti sono
trasmessi alla commissione per ottenere le credenziali ABCN e determinare l'idoneità al ruolo
di Neuropsicologo Clinico.
I candidati devono documentare la loro formazione e la loro esperienza lavorativa. La
formazione può avvenire attraverso una combinazione di corsi di laurea formale, oppure altri
tipi di attività didattica formale (ad esempio, seminari, conferenze, master, etc.) e deve
includere attività didattica formativa nelle aree seguenti: neuroscienze di base, neuroanatomia
funzionale,
neuropatologia,
neurologia
clinica,
valutazione
psicologica,
valutazione
neuropsicologica, psicopatologia, intervento psicologico. I percorsi formativi principali
includono la formazione post-dottorato (Specializzazione con Internato ospedaliero Residency), in percorsi formativi finalizzati al raggiungimento di un livello avanzato di
competenza in neuropsicologia clinica. Per promuovere l'uniformità di standard di formazione,
la ABCN ha approvato nel 1997 le Linee Guida della conferenza di Houston.
Seguendo la prassi propria dell’ABPP, la valutazione dell’ABCN si basa sulle indicazioni
fornite dalle linee guida per la valutazione e riabilitazione neuropsicologica.
1.5. Linee guida relative alla valutazione e alla riabilitazione neuropsicologica secondo
l’American Academy of Clinical Neuropsychology (AACN)
In USA linee guida recenti sulla neuropsicologia clinica sono state sviluppate dal Board
of Directors (2007) della American Academy of Clinical Neuropsychology (AACN). Le linee
guida sviluppate da questo ente sono illustrate nel paper: Practice Guidelines for
Neuropsychological Assessment and Consultation. The Clinical Neuropsychologist, 21:2,
209-231, 2007. doi: 10.1080/13825580601025932.
La formulazione di linee guida per la pratica neuropsicologica rappresenta un obiettivo
ambizioso che va al di là dell’ambito previsto per la formulazione del presente documento. In
ogni caso, si ritiene che la programmazione di una riflessione sistematica sui contenuti e le
pratiche della professione, potrebbe rappresentare un obiettivo importante per future iniziative
della SINP.
1.6. Considerazioni riassuntive
Nonostante le differenze esistenti, per diventare neuropsicologo clinico nei vari Paesi
Europei e negli USA/Canada, si evincono alcuni criteri comuni:
a) essere in possesso della laurea in Psicologia (di primo e secondo livello);
b) avere una formazione specialistica post-lauream che preveda attività sia teorica che pratica
presso enti certificati e sotto la supervisione di professionisti qualificati.
In alcuni paesi, la qualifica di neuropsicologo clinico prevede un riconoscimento per
legge (Svizzera, Olanda, Finlandia). In altri paesi, dove non è previsto uno specifico percorso
formativo post-lauream nazionale (ad es., Germania, Gran Bretagna e Spagna), è previsto un
ruolo attivo delle società scientifiche di neuropsicologia. Queste hanno lo scopo di certificare
e monitorare il livello di qualità professionale raggiunto dai singoli professionisti, con
l’obiettivo di promuovere standard qualitativi adeguati per tutelare l’utenza e mantenere alti
livelli della professione e il suo sviluppo a servizio del Paese. Le società scientifiche, inoltre,
si occupano della formazione permanente dei propri iscritti. A parte l’Italia, sono soltanto due
(Francia e Danimarca) le società scientifiche europee che ad oggi non hanno avviato un
processo di certificazione, né un monitoraggio del percorso formativo e di educazione continua
dei propri iscritti.
Negli USA, l’ABCN è un ente nazionale che certifica, promuove e monitora la
formazione dei neuropsicologi clinici. La certificazione di neuropsicologo clinico da parte
della ABCN rappresenta un importante parametro di validità riconosciuto sia dall’utenza
(pazienti, assicurazioni) che dalle istituzioni sanitarie (cliniche, ospedali).
Per quanto concerne gli specifici indirizzi formativi, non sembra chiaramente definita la
distinzione tra formazione neuropsicologica nell’ambito dell’età dello sviluppo piuttosto che
in quello dell’età adulta, con l’eccezione dell’ABCN che prevede il riconoscimento di sottospecialità, tra cui quella di “pediatric neuropsychologist”.
Per quanto riguarda l’attività di neuropsicologia riabilitativa, anche se non sempre è fatta
esplicita menzione, si evince chiaramente dai documenti che il neuropsicologo clinico deve
avere sia competenze diagnostiche che riabilitative. Pertanto, svolgere attività di riabilitazione
neuropsicologica è considerata parte integrante sia del percorso formativo sia della pratica
clinica del neuropsicologo.
2. Curriculum formativi nell’ambito della neuropsicologia clinica in Italia3
Sono stati esaminati i curriculum formativi delle professioni coinvolte in attività cliniche
neuropsicologiche. In generale, si è riscontrata l'assenza di cambiamenti, anche marginali,
rispetto a quanto rilevato dalla Consensus Conference sulla Riabilitazione Neuropsicologica
(Siena, 19 e 20 Febbraio 2010).4
Da diversi anni la richiesta di diagnosi e riabilitazione neuropsicologica è in crescente
aumento, non solo negli ambiti storicamente di interesse neuropsicologico (stroke, demenze,
gravi cerebrolesioni), ma anche nell'ambito dei disturbi dello sviluppo e in ambito psichiatrico.
Spesso la figura del neuropsicologo ha un ruolo fondamentale sia nella fase di diagnosi sia in
quella di cura, non solo nella fase cronica di malattia. Inoltre, le richieste sono diventate
vieppiù complesse, prevedendo non solo l'individuazione e la valutazione della gravità dei
deficit, ma anche la pianificazione e messa in atto di interventi riabilitativi e la valutazione
della loro efficacia, nonché l'elaborazione di protocolli di prevenzione e di screening. A titolo
di esempio, si pensi alla recente nuova edizione del DSM5 e alle rilevanti modifiche delle
classificazioni e della sintomatologia, in particolare per il disturbo neuro-cognitivo, o per la
ridefinizione dei disturbi associati alle varie forme di dipendenza. A ciò va aggiunto che i
modelli attuali di intervento richiedono la messa in atto di approcci d’intervento clinico
multidisciplinare. Esemplare in questo senso è il modello del deterioramento cognitivo e delle
gravi cerebrolesioni per i quali è necessario l’intervento di diverse specializzazioni
(neurologica, neuropsicologica, fisica e riabilitativa, geriatrica, psichiatrica), oppure il modello
dei disturbi neuro-cognitivi dello sviluppo per il quale è necessario un approccio
multidisciplinare per fornire una prospettiva diagnostica e terapeutica esaustiva. Questa nuova
ottica ha già modificato in alcuni casi l’organizzazione di strutture e servizi deputati alla
diagnosi e alla riabilitazione delle patologie che coinvolgono il sistema nervoso centrale.
3
Gruppo di lavoro: Patrizia Bisiacchi, Gabriella Bottini, Cecilia Guariglia e Pierluigi Zoccolotti.
4
Si veda: Vallar, G., Umiltà, C. e Zoccolotti, P. (2011). La neuropsicologia in Italia. Percorsi di
formazione universitaria e post-universitaria. In A. Cantagallo, S. Cappa, G. Vallar e P. Zoccolotti (a cura di)
La riabilitazione neuropsicologica. Un'analisi basata sul metodo evidence-based medicine. Milano:
Springer.
La formazione in neuropsicologia deve perciò essere veramente professionalizzante, tener
conto di questi nuovi aspetti e provvedere a fornire risposte esaustive a condizioni patologiche
complesse per aspetti clinici, diagnostici e riabilitativi, familiari e sociali.
Considerando la complessità dell’approccio multidisciplinare e il ruolo chiave della
neuropsicologia in numerose patologie cliniche dell’infanzia e dell’età adulta e nel percorso
riabilitativo di soggetti cerebrolesi di varie età è emersa la necessità di una formazione in
neuropsicologia clinica non solo per gli psicologi ma anche per altre figure professionali di
ambito sanitario. Si consideri, ad esempio, la necessità del controllo formalizzato del profilo
cognitivo per la decisione di mantenere inalterato il Piano Terapeutico Regionale nel
deterioramento (ex-UVA), oppure la certificazione multidisciplinare richiesta dalla nuova
legislazione nel caso di diagnosi di disturbi specifici dell’apprendimento (DSA), oppure ancora
la necessità di coordinare professionisti clinici e della riabilitazione nei percorsi riabilitativi
multidisciplinari di gravi cerebrolesi.
Nell'analizzare la situazione attuale e proporre eventuali miglioramenti, è utile fare una
distinzione fra “formazione in neuropsicologia” propriamente detta e “acculturazione
neuropsicologica”, ove la prima è intesa a creare specifiche competenze professionali
diagnostiche e riabilitative e la seconda a fornire conoscenze di base necessarie a garantire
un'adeguata collaborazione all'interno delle equipe multidisciplinari.
Attualmente una formazione di base in Neuropsicologia è prevista in modo esplicito solo
nei corsi di Laurea e Laurea Magistrale di area psicologica (L24 e LM51), per i quali le norme
EuroPsy 20135 per il riconoscimento della professione a livello europeo indicano in modo
specifico la necessità di formazione di base in Neuropsicologia. E' invece presente in modo
molto limitato nei corsi di laurea della classe L/SNT2-Professioni sanitarie della riabilitazione
e pressoché assente nei corsi di Laurea in Medicina.
Di seguito verranno presentati lo status quo e gli auspici futuri per la formazione di
psicologi, medici ed altre figure professionali che operano in ambito sanitario con pazienti
neuropsicologici.
5
http://www.europsy-efpa.eu/sites/default/files/uploads/EuroPsy%20Regulations
%20July%202013.pdf
Si veda:
2.1. La formazione neuropsicologica in area psicologica
Per quanto riguarda la formazione post-laurea, le occasioni di formazione sono molto
differenziate e di livello molto diverso. Come già riscontrato nella Consensus Conference
sulla Riabilitazione Neuropsicologica, al momento una formazione teorico-pratica assimilabile
a quanto richiesto in altri Paesi (ad es., USA) per la qualifica di Neuropsicologo è garantita
dalle Scuole di Specializzazione in Neuropsicologia, che, inoltre, permettono il riconoscimento
ufficiale di questo ruolo professionale. Va tuttavia sottolineato che la storia di queste scuole è
recente, e i vincoli normativi per la loro apertura (numerosità dei docenti, possibilità di
formazione pratica in strutture di comprovata competenza, etc.) rendono gli accessi limitati e
riducono la possibilità di apertura di nuove scuole. A tale proposito si auspica la
possibilità di ottenere il permesso di formare Scuole di Specializzazione aggregate tra
Università, come già accade per le specializzazioni di area medico-chirurgica. Questo
permetterebbe l'apertura di nuove scuole e il conseguente aumento dell'offerta formativa postlaurea.
Un'analisi di quanto stabilito dalla legge per gli specialisti di area psicologica, dalle
normative EU ed extra-EU per il riconoscimento della professione e della realtà formativa
attuale permette di definire quanto segue:
Per acquisire una completa formazione in Neuropsicologia è necessaria la formazione
post-lauream specifica (corrispondente in Italia alla Specializzazione in Neuropsicologia), alla
quale è auspicabile che il professionista acceda dopo una formazione in corsi di laurea e di
laurea magistrale che siano pienamente in linea con le norme EuroPsy e che, pertanto,
forniscano formazione sulle basi generali della psicologia, che includano la Psicologia
Generale, la Psicobiologia e Psicologia Fisiologica, la Psicometria e la Teoria e Tecnica dei
Test, la Psicologia dello Sviluppo, la Psicologia Cognitiva, la Psicologia Dinamica e la
Psicologia Clinica, oltre a quelle sui fondamenti metodologici e clinici della Neuropsicologia e
della Psicoterapia.
Nel contesto dei corsi di Laurea (CdL) e di Laurea Magistrale (CdLM) di area psicologica,
avendo individuato alcune aree di criticità e di debolezza soprattutto nei corsi triennali, si
sottolinea la necessità di implementare i crediti dedicati agli ambiti sopra elencati, inserendone
alcuni dedicati specificamente alla Neuropsicologia dell’adulto e dello sviluppo nei curriculum
che al momento non ne prevedano. Stante l'attuale normativa in materia di formazione
universitaria, che prevede un'ampia autonomia nella programmazione dei CdL e CdLM, non
riteniamo opportuno specificare il numero dei crediti dedicati a ogni ambito, tuttavia
riteniamo auspicabile per un'ottimale formazione di base che a ognuno di questi ambiti
sia dedicato un numero congruo di CFU (almeno 6); riteniamo anche necessario segnalare la
necessità di affiancare all'insegnamento frontale alcuni CFU dedicati ad attività
professionalizzanti e a laboratori chiaramente identificabili come finalizzati a produrre
competenze in ambito neuropsicologico clinico.
2.1.1. La Scuola di Specializzazione in Neuropsicologia6
Nel 2006 è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale (21 ottobre 2006, n. 246) il Decreto
Ministeriale (D.M.) 24/07/2006 intitolato “Riassetto delle Scuole di Specializzazione di Area
Psicologica”. Il decreto definisce il ruolo delle “Scuole di Specializzazione di area psicologica,
il profilo specialistico, gli obiettivi formativi ed i relativi percorsi didattici” (Art.1). Tra le
Scuole di Specializzazione di Area Psicologica è presente anche la Scuola di Specializzazione
in Neuropsicologia, che si articola in cinque anni di corso (300 CFU) e che alla fine del
percorso formativo rilascia il titolo di Specialista in Neuropsicologia. Le attività formative
professionalizzanti previste dalla Scuola sono volte alla maturazione di specifiche capacità
professionali mediante attività pratiche e di tirocinio che comprendano almeno i tre quinti
dell’intero corso.
Secondo il D.M. 24/07/2006 lo Specialista in Neuropsicologia "[…] deve aver maturato
conoscenze teoriche, scientifiche e professionali nel campo dei disordini cognitivi ed emotivomotivazionali associati a lesioni o disfunzioni del sistema nervoso nelle varie epoche di vita
(sviluppo, età adulta ed anziana), con particolare riguardo alla diagnostica comportamentale
mediante test psicometrici, alla riabilitazione cognitiva e comportamentale, al monitoraggio
dell'evoluzione temporale di tali deficit e ad aspetti subspecialistici interdisciplinari quali la
psicologia forense. In particolare, deve disporre di conoscenze ed esperienze atte a svolgere e
coordinare le seguenti attività: identificare i deficit cognitivi ed emotivo-motivazionali
determinati da lesioni o disfunzioni cerebrali (deficit del linguaggio, afasia e disordini della
lettura e della scrittura; deficit della percezione visiva e spaziale, agnosia e negligenza
spaziale unilaterale; deficit della memoria, amnesia; deficit dell'attenzione e della
programmazione e realizzazione del comportamento motorio e dell'azione complessa);
6
Il paragrafo 2.1.1 è a cura di Filippo Bianchini, Daniela Brizzolara, Maria Grazia Inzaghi, Valentina
Moro, Marco Pitteri.
valutare i predetti deficit mediante test psicometrici, interviste e questionari; analizzare i
risultati quantitativi degli accertamenti mediante tecniche statistiche descrittive ed inferenziali
e utilizzando le tecnologie informatiche; organizzare i programmi di riabilitazione dei deficit
cognitivi ed emotivo-motivazionali e gli interventi atti a favorire il compenso funzionale,
mediante l'utilizzazione delle abilità residue; promuovere, realizzare e valutare gli interventi
psicoterapeutici e di comunità atti a favorire il recupero del benessere psico-sociale […]".
La formazione post-laurea specialistica prevede anche una formazione negli ambiti affini
alla Neuropsicologia, consentendo al professionista in formazione di acquisire una buona
conoscenza dei fondamentali concetti delle seguenti discipline: Neurologia, Neuropsichiatria
Infantile, Psichiatria, Medicina Fisica e Riabilitativa, Geriatria e Neuroimaging del sistema
nervoso centrale, essenziale per un adeguata collaborazione multidisciplinare.
In Italia, dunque, così come avviene nei principali Paesi Europei, nonché in Canada e
U.S.A., il percorso per la formazione in neuropsicologia clinica prevede:
1) Laurea di secondo livello in Psicologia con iscrizione all’albo A degli Psicologi;
2) Scuola di Specializzazione in Neuropsicologia.
Si prende nota del fatto che, sebbene la Scuola di Specializzazione in Neuropsicologia
fornisca una formazione in tutti gli ambiti di applicazione della Neuropsicologia che includono
valutazione, prevenzione e trattamento dei disturbi acquisiti e dello sviluppo, quest’ultimo
settore è al momento meno rappresentato all'interno delle scuole. Tale minore rappresentazione
appare legata a motivi storico-culturali, essendosi la Neuropsicologia dello Sviluppo affermata
in epoca più recente rispetto a quella dei deficit acquisiti. Date le crescenti richieste di
intervento diagnostico e riabilitativo da parte dell’utenza e di formazione da parte di strutture e
professionisti si sottolinea la necessità di implementare la formazione specifica.
Si ritiene, tuttavia, poco opportuno individuare percorsi di formazioni indipendenti dalla
Scuola di Specializzazione, e si considera necessario promuovere l'implementazione della
formazione in Neuropsicologia dello Sviluppo all'interno della Scuola di Specializzazione.
Tale promozione impedirà l’eccessiva settorializzazione e faciliterà invece la confluenza dei
diversi ambiti su aspetti clinici comuni. Al momento attuale (e solo di recente) la Scuola di
Specializzazione de La Sapienza di Roma ha introdotto la possibilità di approfondire in modo
sistematico la Neuropsicologia dello Sviluppo, sia in ambito diagnostico che riabilitativo e
psicoterapico nel corso degli ultimi due anni di formazione. Si ritiene auspicabile che tale
prassi sia adottata anche in altre sedi, suggerendo:
a. un incremento delle attività formative dedicate alla Neuropsicologia dello Sviluppo
all’interno delle Scuola di Specializzazione in Neuropsicologia
b. la formazione nelle Scuole di Specializzazione di due percorsi opzionali a partire dal 3
o 4 anno dedicati uno alla Neuropsicologia dello Sviluppo e uno alla Neuropsicologia dei
Disturbi Acquisiti.
2.2. La formazione neuropsicologica in area medica
Dall’analisi compiuta, risulta che la formazione neuropsicologica nelle specializzazioni di
area medica è presente in modo insufficiente nelle Scuole di Specializzazione in Neurologia e
Neuropsichiatria Infantile e in altri curriculum delle Scuole di Specializzazione di area medica.
A tale proposito, appare auspicabile un incremento della formazione in neuropsicologia
nelle Scuole di Specializzazione in Neurologia, con particolare riferimento ai principi e ai
fondamenti teorico-metodologici della diagnosi clinica dei disturbi delle funzioni cognitivocomportamentali
e
della
relativa
riabilitazione neuropsicologica.
Anche
cogliendo
suggerimenti forniti dai neurologi membri della SINP, si raccomanda che le Scuole di
Specializzazione in Neurologia inseriscano all'interno dei loro piani di studi l’opzione di
dedicare l'ultimo anno alla formazione in neurologia cognitivo-comportamentale. In tale anno
è auspicabile che, in modo analogo a quanto previsto nelle scuole di specializzazione in
Neuropsicologia, agli specializzandi oltre all'approfondimento di generali tematiche di
neuropsicologia clinica siano fornite nozioni dei fondamenti teorico-metodologici di
neuropsicologia cognitiva e comportamentale, nonché conoscenze di diagnostica e
riabilitazione neuropsicologica
Si nota, anche, che l’acculturazione neuropsicologica all'interno della formazione postlaurea per specializzazioni mediche il cui ambito professionale includa la possibilità di operare
con pazienti neuropsicologici (Geriatria, Medicina Fisica e Riabilitativa, Psichiatria, Pediatria,
Neurochirurgia, Neurofisiopatologia, Neuroradiologia, Medicina Nucleare), pur se presente sia
nei Decreti Ministeriali 1 agosto 2005 (Gazzetta Ufficiale del 5 novembre 2005 n. 285 supplemento ordinario n. 176) e n.68 del 4 febbraio 2015 sul riordino delle Scuole di
Specializzazione di Area Sanitaria, non sempre è prevista e talora lo è in modo marginale. Si
sottolinea la necessità che tale acculturazione neuropsicologica sia sempre presente all'interno
di tali Scuole di Specializzazione al fine di garantire uno sviluppo sempre più efficace
dell’approccio multidisciplinare.
2.3. La formazione neuropsicologica in altre aree sanitarie
Nel contesto dei corsi di Laurea e Laurea Magistrale di area non psicologica rivolte alla
formazione di professionisti che operano con pazienti con disturbi neuropsicologici, va
sottolineato come la formazione neuropsicologica sia rappresentata in modo molto
disomogeneo o addirittura assente in diversi corsi di laurea in Scienze della Riabilitazione.
Sebbene queste considerazioni vadano al di là del mandato dato dalla SINP alla
Commissione, va sottolineato il rischio che alla scarsa rappresentazione della formazione
neuropsicologica nelle Lauree Sanitarie di ambito riabilitativo corrisponda un’inadeguata
risposta alle richieste di riabilitazione multidisciplinare da parte degli utenti.
2.4. Altra formazione post-laurea: master in area neuropsicologica7
Negli ultimi anni, si sono moltiplicati master post-lauream in Neuropsicologia diretti sia ai
laureati in scienze della riabilitazione sia a psicologi sia a medici. Se questo tipo di offerta può
contribuire in modo significativo a migliorare la qualità della formazione su varie tematiche
neuropsicologiche, un’analisi dei corsi oggi attivi indica importanti criticità. In questa chiave,
va sottolineato come sia fondamentale per l’adeguatezza dei vari master fornire una
formazione in area neuropsicologica con una specificità coerente con la durata temporale dei
corsi (di solito un anno) e dei crediti formativi previsti (di norma 60). Si ritiene pertanto poco
adeguata un’offerta di master che intendano proporre una formazione “a tutto tondo” in
Neuropsicologia clinica e si sottolinea la necessità che i master siano indirizzati alla
formazione su tematiche specifiche. Alcuni esempi potrebbero essere: 1) “Valutazione e
riabilitazione del deterioramento cognitivo”; 2) “Valutazione cognitiva in neuropsicologia
dello sviluppo”; 3) “Riabilitazione neuropsicologica del trauma cranico”, ecc.
Appaiono, invece, incongrui con la organizzazione temporale di questo percorso
formativo master con titoli generali, quali “Neuropsicologia” o “ Neuropsicologia clinica”.
Sulla base di queste considerazioni si danno le seguenti indicazioni generali per una
formazione di qualità da parte di master in area neuropsicologica:
7
Gruppo di lavoro: Patrizia Bisiacchi, Gabriella Bottini, Cecilia Guariglia e Pierluigi Zoccolotti.
 E’ necessaria una chiara esplicitazione degli obiettivi formativi del master in
coerenza con i limiti temporali del corso e con le specificità delle figure professionali
che afferiscono al corso stesso;
 Per una chiara differenziazione temporale e normativa, gli obiettivi formativi del
corso non possono replicare quelli della Scuola di Specializzazione, escludendo
formule che suggeriscano, anche involontariamente, che il master fornisca una
formazione equiparabile a quella fornita dalle Scuole di Specializzazione;
 Il corso deve offrire un tirocinio pratico coerente con gli obiettivi formativi del master;
 La supervisione della formazione pratica va garantita da un neuropsicologo
specialista, o con certificazione della SINP, presso una struttura adeguata con rilascio
di certificazione ufficiale da parte del centro stesso al termine del tirocinio.
2.5. Certificazione dei master in area neuropsicologica
La SINP fornirà una certificazione di qualità ai master che rispettano i criteri sopra
indicati. Questo contribuirà a favorire l’emergenza di corsi di qualità, chiarendo un panorama
di offerta formativa ad oggi molto eterogeneo. L'assemblea SINP del 15 maggio 2015 decide
all'unanimità che la SINP non pubblicizzerà corsi che non rispondano ai criteri stabiliti per la
certificazione di qualità.
A tale scopo, verrà attivata dalla SINP un’apposita commissione che valuti (su richiesta
delle strutture stesse) l’adeguatezza del corso rispetto ai criteri di qualità identificati dalla
SINP.
La stessa commissione potrà valutare (su richiesta dell’ente organizzatore) la presenza di
standard di qualità dei corsi di aggiornamento e perfezionamento professionale di tematica
neuropsicologica clinica che rilasciano crediti E.C.M.
3. La figura del neuropsicologo clinico in Italia8
Ad oggi, in Italia, le Scuole di Specializzazione in Neuropsicologia sono
presenti presso gli Atenei di Roma “La Sapienza”, Milano-Bicocca, Milano “VitaSalute S. Raffaele”, Trieste e Padova. Queste Scuole non sono attualmente in
grado di formare un numero adeguato di professionisti per rispondere alle richieste
di intervento neuropsicologico, clinico e riabilitativo, provenienti dal territorio. Vista
la crescente necessità di interventi di valutazione e riabilitazione neuropsicologica
(ad es., per la certificazione dei DSA, per la diagnosi nelle Unità di Valutazione
Alzheimer, per la valutazione e riabilitazione neuropsicologica dei pazienti con
lesione cerebrale da ictus, trauma cranico, ecc.) e l’ancora quantitativamente
insufficiente offerta formativa data dalle Scuole Universitarie di Specializzazione in
Neuropsicologia e la presenza nelle strutture del Sistema Sanitario Nazionale di
professionisti che da tempo svolgono attività di neuropsicologia clinica, diventa
necessario e urgente che vengano definiti gli standard di qualità che garantiscano
l’esistenza di adeguate qualifiche e competenze per quei professionisti che si
occupano di neuropsicologia clinica pur non avendo frequentato una Scuola di
Specializzazione in Neuropsicologia. Senza entrare nel merito di questioni politiche,
rimandate ad altra sede, la proposta di una sanatoria non sarebbe possibile per chiari
limiti di legge, così come l’avvio di una procedura per istituire un Elenco dei
Neuropsicologi Clinici. Appare invece attuabile una certificazione di standard di
qualità adeguati da parte della SINP. Tale certificazione favorirebbe e faciliterebbe il
percorso di riconoscimento delle competenze di professionisti che da anni svolgono
attività di diagnosi e riabilitazione in ambito neuropsicologico.
Per avviare una procedura di certificazione degli standard di qualità, un punto di
confronto
proviene
dalle
direttive
che
l’American
Board
of
Clinical
Neuropsychology (ABCN) applica per il riconoscimento del ruolo di neuropsicologo
8
Gruppo di lavoro: Filippo Bianchini, Daniela Brizzolara, Maria Grazia Inzaghi, Valentina
Moro e
Marco Pitteri.
25
clinico (Specialty in Clinical Neuropsychology). L’ABCN definisce il neuropsicologo
clinico come “uno psicologo che possiede conoscenze teoriche specifiche ed ha una
formazione pratica nello studio della relazione tra cervello e comportamento. Il
neuropsicologo clinico utilizza queste conoscenze nella valutazione, diagnosi e
trattamento dei pazienti che soffrono di disturbi dello sviluppo, di patologie
neurologiche o altre condizioni mediche e psichiatriche nell’intero arco di vita. Il
neuropsicologo clinico utilizza metodi psicologici e comportamentali per valutare i
punti di forza e di debolezza dei pazienti a livello cognitivo ed emotivo ed associa
questi risultati al funzionamento del sistema nervoso centrale, sia normale che
patologico. Il neuropsicologo clinico utilizza queste informazioni, insieme alle
informazioni fornite dai membri della famiglia e da altri operatori medico-sanitari,
per identificare e diagnosticare disturbi neuro- comportamentali, condurre studi di
ricerca scientifica, promuovere attività di counseling ai pazienti e alle loro famiglie,
o pianificare e attuare strategie di intervento”.
Il processo di certificazione avviene tramite un esame con il quale si valutano le
conoscenze cliniche e scientifiche dei candidati e la capacità di integrare queste
informazioni a beneficio del paziente. Attraverso una prova scritta, una discussione
su casi clinici ed una prova orale una Commissione valuta le conoscenze, le
competenze e l'esperienza nella pratica neuropsicologica clinica dei candidati. Sono
esaminati sia il contenuto, sia il processo attraverso il quale il richiedente dichiara di
aver acquisito le conoscenze fondamentali e le competenze in neuropsicologia
clinica.
3.1. Considerazioni generali
La proposta di questa Commissione sugli standard di qualità per definire il
neuropsicologo clinico che non abbia conseguito il titolo di Specialista in
Neuropsicologia rispecchia appieno i criteri internazionali di Paesi con una forte e
prestigiosa tradizione in neuropsicologia.
Secondo la Commissione, è opportuno considerare che il processo di
riconoscimento del neuropsicologo clinico tenga conto delle seguenti inderogabili
caratteristiche:
26
1) il neuropsicologo clinico deve avere una formazione psicologica;
2) il neuropsicologo clinico deve possedere competenze riabilitative come parte
integrante del suo percorso formativo e per l’interazione con le altre figure
professionali che lavorano nel campo della riabilitazione per offrire al paziente
il miglior servizio possibile;
3) la neuropsicologia dello sviluppo e la neuropsicologia dell’adulto/anziano
dovrebbero essere domini compresenti e integrati durante il percorso formativo
del neuropsicologo clinico, ma attuati in modo differenziato come percorsi
formativi sub-specialistici; la pratica clinica può svolgersi in modo
differenziato per chi si approccia all’età adulta o all’età evolutiva.
E’ opinione condivisa che le competenze sia valutative sia riabilitative in
neuropsicologia clinica si possano acquisire esclusivamente con specifici percorsi
formativi universitari (corsi di Laurea e Laurea Magistrale) e post-universitari
(Scuole di Specializzazione) propri della disciplina psicologica. Pertanto, le
competenze neuropsicologiche sia nella valutazione che nella riabilitazione sono
proprie del neuropsicologo clinico e non di altre figure professionali, con le quali,
tuttavia, deve essere condiviso l’inquadramento diagnostico e l’intervento riabilitativo,
che si deve attuare in un approccio multidisciplinare, secondo competenze integrate
derivanti dalle diverse professioni.
3.2. Certificazione degli standard di qualità dell’attività come neuropsicologo
clinico dello psicologo non specialista in Neuropsicologia
Sull’esempio dei criteri proposti dall’ABCN e in linea con quanto stabilito in
Italia dallo statuto delle Scuole di Specializzazione in Neuropsicologia (D.M.
24/07/2006), la SINP ritiene quindi necessario che il candidato dimostri:
1)
attività professionale in neuropsicologia clinica per un totale di
almeno 5000 ore presso enti accreditati (Aziende Ospedaliere, Centri di
riabilitazione, IRCCS, Centri e/o Dipartimenti Universitari, Servizi
territoriali, ecc.) in cui si svolga attività di valutazione e riabilitazione
neuropsicologica. Il candidato deve dimostrare che l’attività svolta non sia
27
limitata alla somministrazione di protocolli di routine, sia per la valutazione
sia per la riabilitazione psicologica (attività già contemplata nell’Art. 1
dell’Ordine degli Psicologi come competenza specifica dello psicologo), ma
abbia riguardato la specificità dell’attività neuropsicologica, così come
descritta nel profilo professionale dello Specialista in Neuropsicologia (DM
24/07/2006). In termini operativi, ciò implica che il candidato deve
dimostrare: (1) di essersi avvalso di un’ampia varietà di strumenti di
valutazione (colloquio clinico, questionari, test neuropsicologici, referti di
indagini strumentali); (2) di non essersi limitato alla valutazione di una
singola patologia o deficit specifico (ad es., demenza a corpi di Lewy,
ADHD); (3) di saper elaborare piani individualizzati di trattamento
neuropsicologico, basati su una valutazione del profilo neuropsicologico e
sulle principali necessità riabilitative del paziente, dimostrando che il
trattamento neuropsicologico è basato su validi modelli scientifici di
riferimento; (4) di saper verificare l’efficacia dell’intervento riabilitativo con
le principali modalità proprie della riabilitazione neuropsicologica.
La valutazione dell’attività formativa terrà presente i percorsi differenziati,
sia teorici che pratici in contesti clinici specifici, per chi si è formato in
neuropsicologia dello sviluppo e per chi si è formato in neuropsicologia
dell’età adulta.
2)
L’attività deve essere documentata da certificati di servizio, o analoga
documentazione utile, in cui si può chiaramente evincere il tipo di attività
svolta e le corrispondenti ore. In attesa della documentazione, è possibile
preliminarmente presentare una dichiarazione sostitutiva di certificazione
(Art. 46 D.P.R. 28 dicembre 2000, n. 445), consapevoli delle sanzioni
penali, nel caso di dichiarazioni non veritiere e falsità negli atti, richiamate
dall’art. 76 D.P.R. 445 del 28/12/2000.
3)
L’attività formativa deve essere svolta nel campo della neuropsicologia
clinica (diagnostica e riabilitativa) sotto la diretta supervisione di uno
psicologo o di un medico di comprovata esperienza in neuropsicologia
clinica.
28
Il candidato potrà presentare altra documentazione utile che attesti la sua
preparazione e competenza in neuropsicologia clinica.
A giudizio insindacabile della Commissione, ai fini del calcolo delle 5000 ore
previste dai criteri proposti, ma fino a un tetto massimo stabilito dall’assemblea SINP
come pari al 10% delle ore totali, sono prese in considerazione le ore investite in
attività didattiche e formative attinenti alla neuropsicologia clinica (master, corsi di
perfezionamento, corsi universitari, laboratori didattici, dottorato di ricerca, corsi
ECM, congressi con tematiche neuropsicologiche). NB: sono escluse le attività di
tirocinio (ad es., ore dedicate allo svolgimento del tirocinio universitario prelauream e/o professionalizzante post-lauream).
Questi criteri saranno esaminati da una Commissione che valuta il Curriculum
Experientiae dei candidati rispetto ai criteri proposti, specificando se il candidato dichiara
di occuparsi principalmente di età evolutiva o di età adulta.
Dal momento che la sola valutazione del materiale cartaceo potrebbe risultare di
difficile interpretazione (e/o non essere esaustiva) per facilitare il lavoro di decisione della
Commissione l’Assemblea dei Soci, a maggioranza, decide che la procedura di
certificazione preveda un colloquio che sarà richiesto solo qualora la Commissione, a suo
insindacabile giudizio e solo dopo l’analisi della documentazione prodotta dal candidato,
dovesse rilevare la necessità di un approfondimento direttamente con il candidato.
I membri della Commissione dovranno essere membri della SINP che abbiano
maturato e svolto in modo costante attività di neuropsicologia clinica (diagnostica e
riabilitativa) da almeno 20 anni.
La Commissione sarà formata da tre membri: 1 Presidente di chiara fama; 1
neuropsicologo con ampia esperienza per l’età evolutiva; 1 neuropsicologo con ampia
esperienza per l’età adulta/anziana.
In presenza di un numero elevato di richieste di certificazione saranno formate più
Commissioni.
Sebbene si cerchi, proponendo questi criteri, di rispondere alla crescente
necessità di avere professionisti qualificati nell’erogazione di interventi neuropsicologici,
29
si ritiene che questi criteri debbano valere per un tempo limitato. Questo limite temporale
è fissato a 3 (tre) anni dall’attivazione della procedura da parte della SINP.
L’Assemblea dei Soci a maggioranza decide che la procedura di certificazione
avverrà a titolo gratuito per i Soci SINP e dopo versamento di € 50, a titolo copertura
spese, per gli psicologi non soci SINP.
30
4. Requisiti delle strutture di Neuropsicologia Clinica9
4.1. Stato dell’arte
Negli ultimi anni si è assistito a un crescente interesse per i disturbi di natura
neuropsicologica che colpiscono sia il bambino che l’adolescente e l’individuo
adulto. Ciò ha favorito la crescita di domanda diagnostica e riabilitativa che a sua
volta ha indotto la nascita e la diffusione di strutture che si occupano di
neuropsicologia clinica sia nel sistema sanitario nazionale sia in ambito privato e/o
privato convenzionato.
A tale sviluppo non ha tuttavia corrisposto un’adeguata definizione di parametri
strutturali e organizzativi delle varie strutture. Inoltre, non è attualmente disponibile
una mappatura esaustiva delle strutture e/o servizi che si occupano di
neuropsicologia dell’età adulta ed evolutiva che cauteli l’utenza sulla fornitura di un
servizio qualitativamente appropriato.
L’Ordine degli Psicologi della Lombardia (OPL) a gennaio 2012 ha organizzato
il convegno dal titolo “La figura professionale del neuropsicologo: normative,
criticità e prospettive nella realtà lombarda”: il GdL dell’OPL sulla neuropsicologia
ha presentato dei dati osservazionali p r e l i m i n a r i sulla base di un questionario
che
ha
permesso
di
ottenere
alcuni
dati
sulla fornitura di servizi di
neuropsicologia nella regione Lombarda su un campione di 350 rispondenti.
Per quanto riguarda le attività neuropsicologiche, è emerso che i servizi
afferiscono per lo più alle Unità di Neurologia, di Riabilitazione e di
Neuropsichiatria Infantile. Come rilevante dato aggiuntivo si riporta che
dall’indagine telefonica sull’offerta di neuropsicologia delle province di Milano e
Bergamo è emerso che il neuropsicologo è presente per attività di valutazione
rispettivamente nel 35% e nel 29% dei casi; la valutazione risulta pertanto dubbia o
9
Gruppo di lavoro: Massimiliano Conson, Antonella Di Vita, Enrico Ghidoni, Maria
Angela Molinari, Fabrizio Pasotti.
31
insufficiente rispettivamente nel 46% e 41% dei casi. La presenza del
neuropsicologo è del tutto assente nel 19-29% dei casi.
Per quanto concerne le attività in regime di ricovero, la stessa indagine rileva
che le attività di riabilitazione neuropsicologica sono riferite a trattamenti
erogati esclusivamente da terapisti della riabilitazione in assenza di neuropsicologi
con percentuali tra il 40% e il 52%, e a un trattamento strutturato con percentuale tra
32-42%. Nel 15-19% dei casi non viene erogato alcun trattamento.
L’attività di riabilitazione ambulatoriale risulta assente in quasi il 60% dei casi,
viene erogata solo logoterapia e fisioterapia nel 12-23% dei casi mentre è garantito
un trattamento strutturato nel 23-30% dei casi.
Sulla base dei dati disponibili sopra riportati e per rispondere al mandato della
Società Italiana di Neuropsicologia, il presente gruppo di lavoro ha ritenuto
opportuno compiere una prima rilevazione delle strutture italiane ed europee,
consapevoli che compiere un censimento delle strutture è un’operazione complessa e
che attualmente non è facile avere un panorama esaustivo di tutte le strutture che si
occupano di neuropsicologia clinica. Basandosi sulle conoscenze dirette del campo
ed effettuando anche ricerche sul web è stata condotta una prima mappatura, seppur
parziale, sia per quanto riguarda le strutture che offrono servizi per l’età adulta che
per l’età evolutiva. Pur consapevoli della incompletezza di questa preliminare
verifica, si è deciso di contribuire al presente documento fornendo alcuni dati
osservazionali preliminari utili a individuare la principali criticità presenti nel
sistema.
4.2. Situazione nei paesi Europei
Il censimento delle strutture che in Europa si occupano di neuropsicologia
clinica e riabilitativa si è rilevato difficoltoso in quanto non sono presenti elenchi nei
siti delle diverse società scientifiche per cui sarebbero necessarie ricerche in
lingua originale per ogni singolo Paese. In via preliminare sembra che siano rari
servizi specifici di neuropsicologia; nella maggior parte dei casi, la neuropsicologia è
inserita all'interno di reparti o servizi, ad esempio di Neurologia. Si auspica pertanto
32
che venga condotta una indagine più specifica coinvolgendo direttamente la
Federation of the European Societies of Neuropsychology (FENS).
4.3. Situazione italiana
4.3.1. Età adulta
Nel nostro Paese si riscontra una situazione per cui le attività neuropsicologiche
sembrano molto più estese sul territorio di quanto ci si attenderebbe, con una
frammentazione e una eterogeneità di aspetti organizzativi che sono difficilmente
sintetizzabili. Si ha l'impressione, comunque, che il termine "neuropsicologia" sia
ormai diffusamente acquisito e indispensabile a caratterizzare la qualità delle
prestazioni, anche se poi alle titolazioni ufficiali dei servizi non sempre corrisponde
una professionalità e una strutturazione organizzativa adeguate.
Esistono diverse tipologie di strutture che offrono dalla semplice attività
ambulatoriale fino ad attività complesse che includono più operatori con diversa
qualifica professionale, configurati in una struttura istituzionalmente riconosciuta. La
maggior parte delle attività e delle relative strutture sono inquadrate all'interno di
complessi sanitari dedicati ad altre attività cliniche: Neurologia, Medicina
Riabilitativa, Geriatria, etc. Vi sono anche attività neuropsicologiche svolte
all'interno di Strutture di Psicologia ospedaliera o territoriale.
La denominazione funzionale è la più varia (ambulatorio, laboratorio, servizio,
struttura, unità operativa), e la denominazione specifica è pure molto variabile, in
rapporto anche alla caratterizzazione funzionale particolare degli operatori coinvolti,
in cui al termine di "Neuropsicologia Clinica" si possono associare altre
denominazioni come "Neuropsicologia Riabilitativa", "Psicologia Clinica", "Clinica
della memoria", "Disturbi Cognitivi", etc. In particolare, in certi casi si evidenzia la
coesistenza di situazioni miste in quanto nella stessa struttura si svolgono
contemporaneamente attività neuropsicologhe di diagnosi e di riabilitazione, oppure
di diagnosi neuropsicologica e di psicologia clinica, a volte anche di psicoterapia. Vi
sono contesti in cui la struttura è diretta da un fisiatra o da un geriatra o da un
neurologo; a volte fra il personale figurano quasi esclusivamente logopedisti, ma
viene ugualmente proposta la diagnosi neuropsicologica fra le attività svolte. Un
caso particolare è dato dalle numerose strutture inserite nel sistema delle Unità di
33
Valutazione Alzheimer, in cui lavorano molti psicologi con funzione sia di diagnosi
neuropsicologica che di sostegno al caregiver, a volte coinvolti anche in interventi di
stimolazione cognitiva.
Le informazioni ottenibili, relative alla caratterizzazione delle strutture, sono
piuttosto scarse e diseguali. I relativi siti web talora risultano non essere stati
aggiornati da anni, per cui è difficile stabilire se le informazioni fornite siano
aggiornate.
Il personale che opera in molte strutture è spesso precario, in forma di borsisti,
tirocinanti, frequentatori volontari, per cui è mal definibile il profilo generale delle
figure di riferimento e delle conseguenti attività svolte.
Nelle pagine dei siti web le notizie fornite sono spesso molto sintetiche, e solo
in qualche caso sono riportate descrizioni delle aree di attività, delle patologie
trattate, dei percorsi attivati e degli operatori coinvolti.
4.3.2. Età evolutiva
Nel caso specifico delle strutture di neuropsicologia che si occupano di disturbi
dell’età evolutiva, la ricerca è stata svolta inserendo nel motore di ricerca Google
combinazioni di parole chiave in cui “neuropsicologia dell’età evolutiva” e
“neuropsicologia dello sviluppo” sono state associate a una delle seguenti
denominazioni funzionali della struttura: “Ambulatorio”, “Laboratorio”, “Servizio”,
“Struttura”, “Unità operativa” e, infine, “Centro”. Si precisa in particolare che non
sono stati utilizzati criteri specifici per ambito di intervento.
recentemente
sono
divenute
sempre
più
numerose
le
Ad esempio,
strutture
dedicate
esclusivamente alla valutazione/intervento sui disturbi dell’apprendimento. In molti
casi tali strutture descrivono la propria attività come “psicologia clinica” o
“psicopatologia dello sviluppo” piuttosto che come “neuropsicologia”.
I riferimenti più numerosi sono stati ottenuti con la combinazione “Centro di
neuropsicologia dell’età evolutiva/neuropsicologia dello sviluppo”, seguita da
“Ambulatorio”, “Servizio” e, infine, da “Laboratorio”.
È importante rilevare che in moltissimi casi gli ambulatori o servizi di
“neuropsicologia dell’età evolutiva/dello sviluppo” sono ospitati all’interno di
34
strutture (soprattutto unità operative e servizi territoriali) di Neuropsichiatria
Infantile. In questi casi, non è mai indicato se all’interno della struttura di
Neuropsichiatria Infantile sia presente un neuropsicologo. Considerando l’elevato
numero di servizi di Neuropsichiatria sul territorio nazionale, sarebbe necessario
condurre un approfondimento specifico su questa tipologia di strutture.
Altro elemento da sottolineare riguarda la categoria apparentemente più
numerosa, cioè i “Centri di neuropsicologia”. Ad eccezione di casi isolati, i “Centri”
si rivelano principalmente strutture private multi-professionali in cui l’attività svolta
è di tipo generalista. In alcuni casi, dal sito web è possibile ottenere tutte le
informazioni sugli ambiti di intervento, sul personale e sulle procedure operative.
Accade non di rado che il responsabile del centro non sia un neuropsicologo o un
neurologo comportamentale e che non si rilevi la presenza di un neuropsicologo
neanche tra il personale; talvolta, il responsabile del centro di neuropsicologia si
rivela essere un tecnico della riabilitazione.
4.4. Considerazioni conclusive
Dalla preliminare indagine sopra esposta sembra emergere globalmente una
situazione caratterizzata dalla presenza di strutture molto eterogenee tra loro. Non
sempre sono disponibili, almeno attraverso il web, informazioni sulle figure
professionali che operano al loro interno e, in particolare, sulla presenza di un
neuropsicologo. È presente solo in casi isolati una descrizione degli aspetti
strutturali relativi ad ambienti e dotazioni tecniche. Infine, raramente è fatto
riferimento esplicito agli ambiti clinici di intervento.
4.5. Proposte della commissione
In considerazione di quanto esposto nei precedenti paragrafi, le proposte della
commissione si muovono in due direzioni:
1) procedere a una più approfondita e più estesa conoscenza delle strutture
che operano in ambito neuropsicologico nel territorio nazionale (vedi proposta
di Questionario);
35
2) sulla base dei risultati ottenuti con il Questionario identificare standard
ottimali per le strutture che operano in ambito neuropsicologico e fornire
delle linee guida di riferimento.
4.6. Indagine conoscitiva sullo stato delle strutture che operano in ambito
neuropsicologico
Sulla base di quanto sopra esposto, è sembrato utile al gruppo di lavoro
sviluppare uno strumento di rilevazione che consenta una mappatura delle strutture
che operano in ambito neuropsicologico in Italia. In Allegato al presente documento
è riportata una proposta di Questionario dal titolo: “Censimento nazionale delle
strutture che erogano prestazioni neuropsicologiche“.
Attraverso questo strumento la SINP (Società Italiana di Neuropsicologia) si
propone di censire le strutture che erogano prestazioni neuropsicologiche
permettendo una figurazione puntuale della diffusione della Neuropsicologia clinica
e riabilitativa in Italia. I dati acquisiti potrebbero offrire agli utenti una “mappa” dei
servizi di neuropsicologia offerti sul territorio nazionale, come pure contribuire alla
definizione futura di decisioni istituzionali.
La commissione auspica che la SINP, attraverso il Questionario offerto in
allegato, avvii una ricognizione sistematica attraverso i soci SINP, prendendo
contatto con gli operatori delle strutture operanti sul territorio nazionale, in
collaborazione con gli ordini professionali, le AUSL e le direzioni sanitarie
ospedaliere.
36
ALLEGATO
37
Censimento nazionale delle strutture che erogano prestazioni
neuropsicologiche
1.
DATI ANAGRAFICI
-Denominazione:
_______________________________________________________________________
_______________________________________________________________________
-Sede e indirizzo:
_______________________________________________________________________
_______________________________________________________________________
_______________________________________________________________________
Anno di inizio dell’attività __________________________________________________
-Responsabile:
Nominativo ___________________________________________________________
Titolo ________________________________________________________________
Acquisito nell’anno ____________________________________________
Telefono __________________________ fax ___________________________
e-mail _______________________________________________________________
2.
STRUTTURA ORGANIZZATIVA
L’attività di NPS è erogata in regime di:
☐ S.S.N.

☐ Privato accredito S.S.N.*
☐ Privato
Indicare il numero della delibera relativa all’accreditamento/autorizzazione
____________________________________________________________________
L’attività di NPS afferisce:
☐ Unità Operativa Semplice di:
_________________________________________________________________
☐ Unità Operativa Complessa di:
38
________________________________________________________________
☐ Altro: (Specificare)
________________________________________________________________
L’attività di NPS è erogata:
☐ in regime di ricovero ☐ in regime ambulatoriale ☐ in regime di DayHospital/MAC
Se l’attività di neuropsicologia viene erogata presso strutture con posti letto, indicare il
numero dei posti letto dedicati a patologie neurologiche___________________
_______________________________________________________________________
Indicare il Numero di ambienti dedicati alla Neuropsicologia Diagnostica e
Riabilitativa:_____________________________________________________________
_______________________________________________________________________
Gli ambienti sono a uso esclusivo (ovvero non in condivisione con altre figure
professionali)
☐ Si - ☐ No
Ambiti d’intervento:
- Valutazione NPS:
Età Adulta ☐
Età Evolutiva ☐
- Riabilitazione NPS:
Età Adulta ☐
Età Evolutiva ☐
-Indicare i campi di attività o le patologie trattate:
Demenze
☐
Altre patologie degenerative
☐
Disabilità intellettiva
☐
Disturbi del Linguaggio in età evolutiva
☐
Disturbo da Deficit di Attenzione/Iperattività
☐
39
Disturbi dello Spettro Autistico
☐
Disturbi Specifici di Apprendimento
☐
Esiti di malattie cerebrovascolari
☐
Esiti di traumi cranici
☐
Altre gravi cerebrolesioni
☐
Epilessie
☐
Malattie genetiche
☐
Neurochirurgia
☐
Patologie psichiatriche, ansia, depressione
☐
Tumori cerebrali
☐
Valutazioni medicolegali e assicurative
☐
Altre patologie neurologiche
☐
Altre patologie neurochirurgiche
☐
Valutazioni medicolegali e assicurative, patente, invalidità…
☐
Altro __________________________________________________________________
_______________________________________________________________________
_______________________________________________________________________
_______________________________________________________________________
3.PERSONALE DEDICATO ALL’ATTIVITÀ DI NEUROPSiCOLOGIA
☐ Medico
40
Svolge attività di: ☐ Valutazione NPS - ☐ Riabilitazione NPS - ☐ Altro (specificare):
_______________________________________________________________________
_______________________________________________________________________
☐ Psicologo
Svolge attività di: ☐ Valutazione NPS - ☐ Riabilitazione NPS - ☐ Altro (specificare):
_______________________________________________________________________
_______________________________________________________________________
Personale medico o psicologo
Indicare se
medico (M)
Titoli e/o competenze acquisite
Profilo Contrattuale
o psicologo (P)
Ore settimanali di
attività NPS
Numero di valutazioni neuropsicologiche eseguite nel 2014°
_____________________________________________________________________
(Con “valutazione neuropsicologica” si intende il processo diagnostico mirato
all’esame dello stato cognitivo ed emotivo-comportamentale di un individuo. Non può
essere considerata come valutazione neuropsicologica la somministrazione di singoli
test ,solo MMSE/MO.C.A., FAB).
Numero di pazienti sottoposti a riabilitazione neuropsicologica nel 2014°
°Le strutture che operano in regime ambulatoriale possono inoltre indicare il numero di
prestazioni erogate per ogni codice del Nomenclatore tariffario presente nell’Allegato A.
41
La compilazione dell’Allegato A è facoltativa.
In ambito neuropsicologico operano altre figure professionali?
Si ☐
No☐
Compilare la tabella sottostante:
OPERATORE
Fisioterapista
Logopedista
Ter. Neuro e
NUMERO
COMPITI SVOLTI
Psicomotricità Età
evolutiva
Terapista occupazionale
Educatore
Altro (indicare):
4. PROCEDURE OPERATIVE
- Le procedure operative (percorsi diagnostico-terapeuti, assistenziali - PDTA) adottate
sono depositate presso la Direzione Sanitaria dell’ENTE?
Si ☐ No☐
Con quale dicitura sono rintracciabili?
_______________________________________________________________________
Chi è il responsabile della loro applicazione?
_______________________________________________________________________
42