Carsismo e geologia della murgia pugliese

Carsismo e geologia della Murgia pugliese
Geologia
Un viaggiatore che osservi il territorio della
Murgia vede coste ricche di grotte e paesaggi
interni aridi e spesso dolcemente ondulati.
Ciò che manca è la presenza di corsi d’acqua
attivi, che sono sostituiti da canali quasi
sempre in secca. È il paesaggio carsico.
Per capire l’origine di questo paesaggio
possiamo guardare una carta geologica della
Murgia. Su di essa sono rappresentate con
colori e simboli le caratteristiche delle rocce,
la loro età, i fossili che contengono. La
Murgia sembra una grande isola verde,
circondata da una fascia arancione, che in
alcuni punti penetra all’interno.
Col colore verde sono indicate le rocce che
costituiscono l’intera Murgia: sono i calcari.
I calcari sono conosciuti in posto come pietra
viva e sono naturalmente assai usati come
materiali da costruzione, nei monumenti
antichi come nei bordi dei marciapiedi.
Osservandoli a occhio nudo hanno un colore
bianco, grigio o nocciola. Sono molto
compatti e di solito non mostrano alcun tipo
di grana. Sono spesso stratificati e
intensamente fratturati. Rompendoli col
martello si formano delle superfici a forma di
cucchiaio, di solito abbastanza levigate.
Per poter vedere i singoli elementi è
necessario nella maggior parte dei casi,
osservarli con l’aiuto del microscopio. A volte
contengono dei fossili visibili a occhio nudo
chiamati Rudiste. Ma la maggior parte dei
fossili sono osservabili solo al microscopio
perché
sono
microrganismi
chiamati
foraminiferi o nannoplancton. Questi fossili
permettono di datare le rocce e di riconoscere
l’ambiente in cui si sono formate. Queste
rocce appartengono al Cretaceo, un periodo
che si estende da 135 a 65 milioni di anni fa.
I calcari sono rocce di origine sedimentaria, si
sono cioè formate in mare, per accumulo di
sedimenti. Questi erano originariamente
fanghi ricchissimi di gusci di organismi morti.
Per avere un idea dell’ambiente esistente 100
milioni di anni fa, conviene farsi un giro alle
Bahamas, dove c’è oggi lo stesso ambiente
che c’era allora qui in Puglia, essa e l’Italia
intera non esistevano. Si tratta di un mare
tranquillo, di ambiente tropicale, che in certi
periodi aveva vicino la costa. Quest’ultimo
aspetto è testimoniato dalla presenza di
impronte di dinosauri terrestri trovate nei
calcari ad Altamura. Era un mare ricco di vita,
dove le rudiste vivevano infilzate nel fondale
fangoso, formando in alcune zone delle
scogliere.
Questi sedimenti si sono accumulati per
milioni di anni, seppelliti da altri sedimenti
simili, che con il loro peso schiacciavano e
comprimevano quelli sottostanti. Come una
nave che abbassa la sua linea di
galleggiamento man mano che viene caricata,
così l’intero spessore del fondo marino si
abbassava sugli strati più profondi.
Rocce analoghe si trovano sul Gargano, ma
la loro età risale fino al Giurassico, che si
estende nel tempo da 195 a 135 milioni di
anni fa. Qui i calcari sono stati perforati per
migliaia di metri senza trovare rocce diverse.
Sul Gargano inoltre si rinvengono strati di
selce, che è il materiale tipico per la
costruzione di strumenti di pietra da parte
degli uomini primitivi.
Sembra che tutta l’area dell’antica Murgia sia
emerse dopo i 65 milioni di anni fa. Sulle
rocce calcare poggiano direttamente altre
rocce, chimicamente identiche ai calcari, ma
assai diverse per età, ambiente climatico di
formazione e contenuto di fossili. Queste
rocce sono chiamate localmente tufi, ma i loro
nome scientifico è calcareniti. Sulla carta
geologica si vede che queste rocce circondano
la Murgia, e qualche volta si trovano al suo
interno.
Sono anch’esse rocce sedimentarie, ma
formatesi in ambiente marino costiero assai
simile alle coste attuali, come testimoniano i
granuli sabbiosi, i fossili che contengono, e
altre caratteristiche della roccia. I fossili che si
ritrovano all’interno, infatti, sono conchiglie
di ostriche, capesante, e altri molluschi, molti
dei quali ancora viventi. Si trovano anche
ricci, tubi di vermi, tracce di spugne, tane di
animali, per lo più molluschi, che scavavano
gallerie nel fondo sabbioso alla ricerca di
cibo.
Queste
calcareniti
sono
però
geologicamente molto giovani, hanno infatti
un’età di uno – due milioni di anni. Un tempo
sufficiente però per queste sabbie ricchissime
di conchiglie intere o in frammenti di
trasformarsi in rocce abbastanza compatte, di
colore gialle-rossastro, mal stratificate, molto
fratturate.
Le linee blu sulla carta geologica segnano
antiche linee di costa, in cui il mare si è
fermato abbastanza a lungo da lasciare tracce
del suo passaggio.
Con le glaciazioni che si sono susseguite
nell’ultimo milione si anni, e i relativi periodi
interglaciali, il livello del mare si è spostato
su e giù rispetto all’attuale livello, creando in
più punti un paesaggio analogo alla linea di
costa attuale, ma oggi queste vecchie coste
sono all’interno del territorio o sott’acqua.
L’attuale livello del mare si è stabilizzato
all’incirca 15.000 anni fa con la fine
dell’ultima era glaciale. In precedenza il
livello del mare è stato anche 120 metri sotto
l’attuale.
2. Carsismo
Calcari e Calcareniti
appartengono
alla
famiglia
delle
rocce
carbonatiche,
formate
cioè da carbonato di
calcio (CaCO3). Queste
rocce
hanno
la
caratteristica di sciogliersi
lentamente a contatto con
l’acqua
(H2O),
in
presenza di anidride
carbonica (CO2).
È un fenomeno assai
lento nel tempo. Un litro
di acqua può sciogliere da
qualche decina a qualche
centinaio di milligrammi
di roccia, ma il fenomeno
va avanti da milioni di
anni
sulla
Murgia
modellando così il paesaggio in superfici e
l’intera massa rocciosa in profondità e
lasciando in superficie un residuo di terre
rosse che formano il terreno di copertura.
Il fenomeno è favorito dalla presenza di
superfici di strato e fratture nella massa di
roccia. Così un goccia d’acqua piovana, una
volta toccato terra, fa pochissima strada prima
di infiltrarsi nel terreno. Per questo sulla
Murgia non ci sono fiumi ma solo solchi
generalmente brevi chiamati lame. Per questo
vedere acqua scorrere nelle lame è un evento
eccezionale, visibile solo in corrispondenza di
piogge eccezionali. Ciò non ha impedito
all’acqua di scavare forme grandi e piccole, a
partire dalle stesse lame.
L’acqua infiltrandosi nel terreno, scava grotte
e gallerie, piccole e grandi, causa crolli nelle
volte delle grotte. L’acqua non si
approfondisce all’infinito, ma, per motivi
diversi raggiunge un limite al di sotto del
quale non può andare. Quindi comincia a
scorrere in orizzontale e, prima o poi, giunge
a mare, dove riemerge. Lo strato di roccia con
le cavità completamente riempite di acqua è
chiamato falda freatica. Sopra questo c’è uno
strato in cui l’acqua non riempie
completamente le cavità ma circola a pelo
libero. Al di sopra di questo secondo strato, e
fino alla superficie, l’acqua scorre solo in
seguito alle piogge. È
in questo strato che
l’acqua, satura di Sali
minerali, abbandona il
carbonato di di calcio
che si trasforma, goccia
dopo
goccia,
in
stalattiti, stalagmiti e
veli. Le stalattiti sono
attaccati alla volta delle
cavità, le stalagmiti al
pavimento.
Le grotte più grandi a
Monopoli sono la grotta
di S. Lucia e la grotta
dell’Impalata.
Anche in superficie si
formano degli elementi
carsici:
piccole
vaschette o grandi
depressioni
chiamate
doline, canali carsici (le
lame), eccetera.
L’Uomo ha utilizzato le grotte fin da quando
è esistito, come ripari naturali. A Monopoli vi
sono diverse grotte che sono state abitate
come la grotta delle mura, frequentata da
almeno 12.000 anni e la grotta Migliorini,
frequentata già qualche decina di migliaia di
anni fa.