R - Università Kore di ENNA

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UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI ENNA KORE
Laboratorio di Strutture, Materiali Stradali e Geotecnica
COSTRUZI
IONI DI STRA
ADE, FERROV
VIE ED AERO
OPORTI
Prof. Ing. T. Giufffrè
Anno Accademico 2011 - 2012
COSTRUZIONE DI STRADE,
FERROVIE ED A
F
AEROPORTI
Introduzione al corso
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Concetti introduttivi
L’evoluzione nella pprogettazione
g
delle infrastrutture
f
di
trasporto ha seguito in modo sistematico l’evoluzione della
tecnologia dell’industria meccanica
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Cosa sono le infrastrutture?
Strutture di “base“ necessarie pper l’utilizzazione del territorio,
utilizzazione che può essere di tipo: agricolo, urbano, industriale, turistico,
etc
Infrastrutture
f
sono quindi:
i di le strade,
d glii acquedotti,
d i le fognature,
f
glii
elettrodotti
Tra le infrastrutture,
infrastrutture una funzione fondamentale hanno quelle di
trasporto che sono non solo assolutamente indispensabili, ma anche di
importanza prioritaria in quanto consentono:
• di accedere ad una porzione di territorio antropizzata
• di stabilire comunicazioni tra diversi territori
Da esse, infatti, dipende lo sviluppo economico e culturale di ogni comunità
grazie alla possibilità di realizzare la libera circolazione dei beni e delle idee
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Sintesi storica delle infrastrutture di trasporto
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Evoluzione delle velocità operative
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Tassi di crescita annuali delle infrastrutture
1836
1891
1946
2001
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Le strade romane avevano anche la stessa sezione delle strade moderne
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Le strade romane avevano praticamente la stessa struttura delle strade
moderne
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L’evoluzione della rete stradale
100 A.C.
2000 D.C.
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I VEICOLI STRADALI
Tutti i veicoli – ad eccezione di quelli per uso agricolo o per trasporti speciali –
devono avere dimensioni e pesi conformi quanto prescritto dal Codice della Strada.
I veicoli a quattro o più ruote devono iscriversi in una sagoma limite di 2,50 m di
larghezza e 4,00
4 00 metri di altezza (autobus e filobus urbani possonoarrivare a 4,30
4 30
m).
Le lunghezze massime consentite sono:
-Veicoli a 2 o più assi
12,00 m
- rimorchi con un solo asse
7,50 m
- autoarticolati ed autosnodati
16,50 m
- autoreni con rimorchio
18,00 m
Per i veicoli a due o tre ruote i valori limite sono:
Larghezza
1,60 m;
Altezza
2,50
, m
Lunghezza
4,00 m
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I VEICOLI STRADALI
Inscrivibilità dei veicoli stradali
nella fascia massima di ingombro
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I VEICOLI STRADALI
I ppesi dei veicoli stradali sono
stabiliti dal Codice della strada
come segue:
-Asse
Asse singolo
Pmax=120 kN
- Asse Ta
Tandem
de
-d<1,00 m
Pmax = 120 kN
- 1,00 < d < 1,30 m
Pmax = 160 kN
- 1,30 < d < 2,00 m
Pmax = 200 kN
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I VEICOLI STRADALI
Spettri di traffico di veicoli commerciali per differenti categorie di strade
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I VEICOLI STRADALI
Si definisce caratteristica di
trazione
i
di un veicolo
i l la
l relazione
l i
T = f(V) che fornisce la legge con
cui varia lo sforzo di trazione alla
periferia
e ife ia delle ruote
te motrici
t i i in
i
funzione della velocità del veicolo
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I VEICOLI STRADALI
Dati di “targa” caratteristici per il dimensionamento geometrico del nastro stradale
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LE RESISTENZE AL MOTO
Le resistenze sono suddivise in due g
grandi categorie:
g
ordinarie ed
addizionali
Le resistenze ordinarie sono quelle che i veicoli incontrano per il solo fatto
di muoversi.
Le resistenze addizionali sono quelle dovute a particolari situazioni di
marcia.
Per la valutazione delle resistenze al moto si preferisce prendere in
considerazione le resistenze specifiche, od unitarie, cioè le resistenze riferite
ad ogni tonnellata di peso dei veicoli [kg/Ton]
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LE RESISTENZE AL MOTO
Resistenza al rotolamento
Nella resistenza al rotolamento vengono conglobate quella di rotolamento
vero e proprio (lavoro di deformazione delle ruote e della pavimentazione) ed
altre:
lt attrito
tt it di perni,
i resistenze
i t
d li organii motori
degli
t i e della
d ll trasmissione
t
i i
collegati alle ruote motrici, resistenze dovute ai giunti (ferrovie), od alle
asperità della via, etc.
La resistenza al rotolamento in pratica è pari alla forza che occorre
impiegare per far muovere il veicolo in orizzontale ed a bassa velocità,
trainandolo o spingendolo;
La resistenza al rotolamento cresce con il diminuire della pressione di
gonfiaggio
go
f gg o e con
o l’aumentare
e re de
della velocità;
eo
; d
dipende
pe de d
dal d
disegno
eg o de
del
battistrada e dallo stato della pavimentazione (asciutta o bagnata).
E’ proporzionale al peso gravante sulle ruote motrici attraverso un
coefficiente μ (0,02 – 0,035)
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LE RESISTENZE AL MOTO
Resistenza di attrito ai perni
p
La resistenza di attrito ai perni è nettamente più bassa e può ritenersi
conglobata nei valori del coefficiente μ
Per V=20 km/h
μ=0,02 autoveicoli
μ=0,025 autocarri
Per V=100 km/h
μ=0,025 autoveicoli
μ
μ=0,035 autocarri
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LE RESISTENZE AL MOTO
Resistenza dell’aria
La resistenza dell'aria è dovuta al complesso di fenomeni che un corpo in
movimento immerso in un fluido (l'aria) determina in esso: sovrapressione
nella
ll zona investita
i
tit anteriormente
t i
t (spostamento
(
t
t della
d ll massa fluida
fl id per
attraversarla), attrito sulla superficie laterale del corpo intorno a cui il
fluido spostato tende a rinchiudersi, depressione nella zona posteriore.
Indicando con ρ la densità dell'aria, con S la superficie frontale, o maestra,
del corpo in movimento, con c il coefficiente di forma che tiene conto della
sagoma del corpo,
corpo la resistenza dell'aria è data da:
da
e la
l resistenza
i
specifica
ifi
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LE RESISTENZE AL MOTO
Resistenza dell’aria
La superficie maestra, il coefficiente di forma ed il peso, sono caratteristiche
invariabili di ogni veicolo; la densità dell'aria invece è variabile con la
t
temperatura
t
e la
l pressione;
i
se sii introduce
i t d
nell calcolo
l l il suo valore
l medio,
di all
livello del mare, anch'essa può essere compresa in un'unica costante k il cui
valore dipenderà soltanto dalle unità adoperate nella misura della velocità:
E per
pertantoo la re
resistenza
e z de
dell’aria
r offer
offerta al moto
oo d
di un veicolo
e o o ppuòò
esprimersi come:
Ra = k S V2
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LE RESISTENZE AL MOTO
Resistenza ordinarie
I valori medi per la resistenza di rotolamento ed il coefficiente di
aerodinamicità K sono riportati nella Tabella che segue:
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LE RESISTENZE AL MOTO
Resistenza di livelletta
La resistenza di livelletta è data dalla componente della forza peso,
parallela al piano viario, che nelle salite si oppone al moto dei veicoli:
Se con α si indica l'angolo di
inclinazione del piano stradale rispetto
all'orizzontale
all
orizzontale sarà,
sarà riportando il peso in
tonnellate e la resistenza in kg:
Rl = 1000 P sen α
A causa della piccolezza dell
dell'angolo
angolo α (in generale <7°)
7 ) si può scrivere:
Ovvero dividendo per P,
P si ottiene la resistenza specifica di livelletta in
kg/Ton espressa dal numero che indica in ‰ la pendenza della livelletta.
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LE RESISTENZE AL MOTO
Resistenza di livelletta
Quando la strada è percorsa in discesa, cioè quando la pendenza è
negativa, anche la resistenza diventa negativa, cioè si trasforma in forza
attiva
tti che
h sii somma allo
ll sforzo
f
di trazione.
t i
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LE RESISTENZE AL MOTO
Resistenza in curva - μc
La resistenza in curva è la somma di tutte le resistenze supplementari che
conseguono alla variazione della direzione del moto; soltanto
i t iti
intuitivamente,
t puòò affermarsi
ff
i che
h è inversamente
i
t proporzionale
i
l all raggio
i
della curva percorsa.
E trascurabile per le autovetture e per i raggi di curvatura superiori ai 100
E’
m , mentre per i mezzi pesanti ed in curve di raggio inferiore ai 50 m può
raggiungere valori pari a 8-12 %0 del peso del veicolo
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LE RESISTENZE AL MOTO
Resistenza d’inerzia
La resistenza di inerzia è la forza che, su ogni corpo di massa m, si oppone
alle variazioni della sua velocità e quindi ha la seguente espressione:
Nei veicoli in cui vi sono masse di una certa entità che durante la marcia
sono animate di moto rotatorio,
rotatorio occorre tener conto della ulteriore resistenza
che queste masse, per l'effetto giroscopico, oppongono alla variazione della
loro velocità di rotazione.
Di ciò si tiene conto moltiplicando la resistenza di inerzia per un
coefficiente β determinato in funzione del peso degli organi rotanti (β =
1,00 per autoveicoli)
Quindi, la resistenza specifica di inerzia è in generale:
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LE RESISTENZE AL MOTO
Equazione
q
della trazione
E’ possibile formulare l’equazione della trazione con cui si determina lo
sforzo necessario per vincere tutte le resistenze al moto.
Nel caso più generale:
T = P (μ + μc ± i ± β/g dv/dt) + k S V2
I segni meno che compaiono nell’equazione della trazione si riferiscono,
rispettivamente,
p
alla marcia in discesa ed alla fase di decelerazione ed in
questi casi non figurano come resistenze al moto ma come azioni che
tendono a favorirlo
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L’ADERENZA
a. Ruota portante o condotta
Una ruota trainata, detta anche portante perché serve soltanto a portare il
carico che su di essa grava è sottoposta
p
al seguente sistema di forze:
-P : peso che grava sull'asse della ruota;
-T : fforza traente,, applicata
pp
all'asse;;
-Q : resistenza di attrito al perno;
C
-R
Rf: resistenza di attrito tra ruota e
pavimentazione;
q
quando,
sottoposta
p
alla fforza traente T, la ruota tende a traslare rispetto
p
alla pavimentazione, nel punto C, di contatto tra i due corpi, si genera una
forza Rf di attrito, che si oppone alla traslazione relativa ed il cui valore
massimo possibile è Rfmax = P
P·ff avendo indicato con f il coefficiente di
attrito volvente tra le due superfici.
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L’ADERENZA
a. Ruota portante o condotta
Perché la ruota rotoli regolarmente sulla superficie stradale, senza
strisciamenti, si dovrà verificare che:
Rf = T ≤ R fmax
ed ancora
Mr = T r > Mp
e cioè la fforza d'attrito che nasce,, ppari alla fforza traente,, deve ppermettere la
generazione di un momento di rotolamento Mr maggiore di quello
resistente al perno, Mp= Q a ;
In altri termini, si dovrà verificare che:
T x r = Rf x r > Q x a
e, dividendo per r,
T = Rf > R
dove R = Q a / r rappresenta la resistenza di attrito al perno come se fosse
una forza
f
esterna applicata
li
all'asse
ll
d ll ruota
della
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L’ADERENZA
a. Ruota portante o condotta
Se invece risultasse T > Rfmax e Rfmax = R
ovvero T > R = Rfmax
la ruota avanzerebbe senza rotolare o, come si suole dire, pattinando;
mentre,, q
qualora risultasse
T > Rfmax e R fmax > R
ovvero T > Rfmax
>R
f
la ruota, oltre a pattinare, avrebbe anche un parziale rotolamento.
Infine nel caso che:
Rf = T < R x fmax ed M = T x r < Mp
(
(ovvero
T < R) non sii avrebbe
bb moto
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L’ADERENZA
b. Ruota motrice
Esaminiamo ora il caso di una ruota motrice, cioè di una ruota a cui,
attraverso opportuni
pp
organi, viene trasmesso un momento motore M, che
può supporsi dovuto alla coppia T x r = M .
Per effetto della coppia M la ruota tende a
rotolare sulla ppavimentazione,, ma non ppotrebbe
avanzare se questa non si opponesse con una
forza Rf = T , spostando nel punto di contatto C
tra dette superfici,
superfici il centro di istantanea
rotazione del sistema, che altrimenti rimarrebbe
coincidente con l'asse della ruota.
Poiché in generale si verifica la condizione:
Rf = T > Σ Rm, il movimento avviene come se la ruota fosse trainata da uno
sforzo di trazione T = M / r
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L’ADERENZA
b. Ruota motrice
Nel caso in cui, per eccesso del momento motore, risultasse T > Rfmax , la ruota
avanzerebbe ancora, ma slittando, cioè con successivi scorrimenti della
propria superficie su quella della superficie stradale.
Al limite se Rf
0, la ruota non potrebbe avanzare
e, di conseguenza slitterebbe senza traslare.
La forza Rf che si oppone allo slittamento della ruota
sulla pavimentazione trae origine dalla mutua azione
delle due superfici a contatto che determina come un
i
ingranamento
t tra
t le
l rispettive
i tti asperità
ità macroscopiche
i h o microscopiche
i
i h
Rf è della stessa natura della resistenza di attrito volvente, però al contrario di
questa è una forza attiva a cui viene dato il nome di aderenza,
questa,
aderenza il cui valore
massimo può intendersi, come la forza di trazione (o di frenatura) limite
prima che si rompa il legame cinematico di rotolamento tra ruota e
pavimentazione ed avvenga lo slittamento.
slittamento
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L’ADERENZA
b. Ruota motrice
In sintesi, l'aderenza è la forza esterna che, fornendo un appiglio alle ruote,
consente la traslazione ai veicoli dotati di motore.
L'entità
L'
tità dell‘aderenza
d ll‘ d
di
disponibile,
ibil come l'attrito,
l' tt it è data
d t dal
d l prodotto
d tt del
dl
peso che grava sulle ruote motrici, o peso aderente Pa, per il coefficiente di
aderenza fa e dipende dal valore che quest'ultimo assume in funzione della
natura e dello stato delle superfici
f a contatto.
La condizione necessaria perché il veicolo possa avanzare è in ogni caso
T = fa Pa
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L’ADERENZA
Il coefficiente di aderenza fa è direttamente legato alla superficie S di
contatto ed al peso Pa (fa aumenta con l’aumentare di S e di Pa).
O
Occorre
i lt considerare
inoltre
id a che:
h
-fa non si mantiene costante con la velocità, ma diminuisce al suo
aumentare;;
- la presenza dell’acqua fa diminuire di poco fa se la pavimentazione è
pulita, mentre lo riduce sensibilmente (dal 20% al 30%) in caso contrario;
se il velo
l d’acqua
d
h spessore molto
ha
lt piccolo
i l (<
( 0,5 mm)) e la
l velocità
l ità del
dl
mezzo non è molto elevata, l’acqua viene drenata attraverso le sculture del
pneumatico, mentre se la quantità di acqua è > 2 mm può generarsi il
fenomeno dell’aquaplaning
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L’ADERENZA
Curve
di
variazione
del
coefficiente di aderenza con lo
spessore
del
velo
idrico
(
(pneumatico
ti
efficiente
ffi i t
/
pneumatico liscio) ed in funzione
della velocità
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L’ADERENZA
Curve di variazione del
coefficiente
ffi i
di aderenza
d
con
la natura della superficie
della pavimentazione ed in
funzione della velocità
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