Il progetto "La scienza a tavola"

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Sonia Camprini
Museo del Cielo e della Terra
San Giovanni in Persiceto - BO
La scienza a tavola
New Audiences and Museums
Torino, 3 marzo 2009
UN PICCOLO STRANO MUSEO ALLE PORTE DI BOLOGNA…
- Struttura multicentrica, “diffusa”:
un planetario e un osservatorio astronomico con adiacente stazione
metereologica, un orto botanico, un sistema di aree naturalistiche, un
laboratorio dell’insetto (con “materiale vivente”), ed uno spazio per
laboratori interattivi di scienze della materia e della vita (fisica, chimica,
biologia, matematica, etc.)
= circuito scientifico a vasto raggio spaziale e
disciplinare.
- Attività:
consolidata proposta didattica per le scuole, a partire dalla scuola
dell'infanzia sino alle scuole superiori;
appuntamenti dedicati ad un pubblico adulto e di famiglie con
bambini con conferenze specialistiche, proiezioni del cielo e animazioni
scientifiche;
corsi di approfondimento per studenti e ragazzi e corsi di
aggiornamento per docenti.
SENIOR E SCIENZA
Anziano: “over 60”
L’apprendimento dei concetti scientifici negli anziani incontra, come e più di
altre tipologie di pubblico, alcuni ostacoli culturali, in primis il ruolo
“confinato” assegnato alla scienza nel contesto scolastico disegnato dalla
riforma Gentile del 1923.
La popolazione adulta è sovente a digiuno di conoscenza scientifica e
difficilmente le fonti generaliste, come molti media, riescono a spiegare le
dinamiche profonde sottese a questi temi.
La divulgazione scientifica attualmente sta vivendo un momento di
rinnovato rilancio, ma è indirizzata soprattutto verso le fasce più giovani
con numerosissime iniziative rivolte ai bambini e ai ragazzi. Se questo
processo da un lato coinvolge indirettamente anche gli adulti,
generalmente esclude gli anziani.
Rapporto tradizionale tra scienza e anziani: destinatari di farmaci e terapie;
interessati a temi come salute, dieta, ambiente.
La scienza ha un ruolo sociale e culturale sempre più importante nella nostra
società: i dibattiti sulle nuove frontiere della biologia, la genetica,
l’accelerazione della tecnologia e le problematiche ambientali, energetiche
stanno entrando sempre più prepotentemente nella vita quotidiana.
In una società sempre più complessa e altamente tecnologizzata
l’apprendimento scientifico ricopre un ruolo determinante nella formazione del
cittadino.
Essere capaci di approcciare temi scientifici può rappresentare la differenza tra
esercitare o meno il proprio diritto di cittadinanza.
Il museo, luogo deputato all’apprendimento informale e all’approfondimento,
deve quindi riscoprire:
- inedite vie divulgative,
- nuove forme di intrattenimento intelligente.
UN ESEMPIO: “La scienza a tavola”
Il progetto è stato ideato progettato e realizzato dal Laboratorio di scienza e
teconolgia, denominato Tecnoscienza.
Quest'ultimo nasce nel 1995 come un progetto CNR - Museo di Fisica
dell¹Università di Bologna, per la realizzazione di un Centro per la divulgazione e
la diffusione della cultura scientifica e in stretta relazione con Museo di Fisica
dell¹Università degli Studi di Bologna.
Nel 1999 Tecnoscienza si inserisce all¹interno del Museo del Cielo e della Terra e
si pone come obiettivo quello di comunicare, divulgare, diffondere la scienza e la
cultura scientifica con rigore e serietà, affiancando alle modalità tradizionali anche
nuovi linguaggi basati sull’apprendimento emozionale e interattivo (come il teatro
e l’edutainment).
Lo staff è costituito da un gruppo di scienziati, educatori, attori, giornalisti,
performer, divulgatori scientifici che si occupa di divulgazione ed educazione alla
scienza, all'ambiente e ad un uso consapevole della tecnologia, sviluppando
nuove modalità per coinvolgere i cittadini (attuali e futuri) nelle problematiche del
mondo che cambia.
La progettazione della proposta rivolta ai senior è nata con un obiettivo specifico
da attuarsi in un contesto completamente sperimentale: divulgare la scienza e
l’attualità scientifica a dei soggetti adulti e della terza età in una dimensione
che sia altra rispetto al contenitore museo, coniugando convivialità e
intrattenimento - aspetti in genere alieni alla comunicazione scientifica - e
utilizzando stilemi teatrali e animazioni interattive.
Si è individuato nella cena, il momento conviviale per eccellenza, il luogo ideale in
cui la scienza potesse riuscire ad accorciare le distanze fra sé e il proprio pubblico.
Per abbattere le diffidenze che tale tipologia di pubblico avrebbe potuto
manifestare sui temi scientifici, il percorso progettuale aveva previsto una serie di
incontri associati ad una cena, ospitata presso un ristorante
= luogo extramuseo
Questo “luogo neutro”, se da un lato ha consentito solo in parte di contenere lo
“spaesamento” iniziale, dall’altro ha permesso di ovviare ad atteggiamenti di
reverenziale soggezione che tipicamente si notato in coloro che accedono in
una struttura museale o che incontrano un esperto di scienza.
Il progetto si è avvalso anche della collaborazione del Museo dell’Istituto
Nazionale di Apicoltura di Bologna.
Il progetto è stato finanziato, per la parte progettuale, dall’Istituto per i Beni
Artistici, Culturali e Naturali dell’Emilia-Romagna.
Il progetto si è rivolto a soggetti adulti e della terza età e ha risposto alle
sollecitazioni dell’associazione culturale “Insieme per conoscere” di S.
Giovanni in Persiceto, affiliata all’Università della Terza Età “Primo Levi” di
Bologna.
L’associazione culturale “Insieme per conoscere” di S. Giovanni in Persiceto,
affiliata all’Università della Terza Età “Primo Levi” di Bologna.
L’associazione culturale “Insieme per conoscere” di S. Giovanni in Persiceto,
affiliata all’Università della Terza Età “Primo Levi” di Bologna.
L’associazione culturale “Insieme per conoscere” di S. Giovanni in Persiceto,
affiliata all’Università della Terza Età “Primo Levi” di Bologna.
L’associazione culturale “Insieme per conoscere” di S. Giovanni in Persiceto,
affiliata all’Università della Terza Età “Primo Levi” di Bologna.
L’associazione culturale “Insieme per conoscere” di S. Giovanni in Persiceto,
affiliata all’Università della Terza Età “Primo Levi” di Bologna.
Il bar della scienza - Il luogo e la disposizione spaziale, composizione del pubblico e posture
La scelta del materiale…
…e le attività da proporre.
Posture e atteggiamenti.
L’interazione e il coinvolgimento.
Le prove.
L’atmosfera.
ancora prove..
Quasi come a casa..
…ma non proprio!
Le domande.
Il confronto.
Il relatore: l’animat(t)ore scientifico (con le mani in pasta..)
Chi era chi? Biografia di Johann Gregor Mendel
Ricostruzione del proprio “albero genealogico”..
..dai tappi ai gruppi sanguigni!
Dalla guancia alla provetta: a casa con il proprio DNA
Al lavoro..
….il piccolo biologo!
…con tanto impegno…
La buona alimentazione: il miele. Prima si studia..
Poi si prova: con il gusto ma senza l’olfatto..
…ma si chiacchiera e si discute, anche.
Quale strategia per comunicare?
Semplice e flessibile
Domande e risposte brevi e facili da capire e comprendere
La possibilità di utilizzare parole o definizioni sbagliate
competenze disciplinari
competenze nei processi di apprendimento
competenze nelle tecniche della comunicazione
competenze relazionali
Chi è questa persona in un museo di scienze?
Uno scienziato perchè la competenza disciplinare è indispensabile
…capace di utilizzare metodi di insegnamento flessibile ed informale,
prendendo spunto da altre discipline e utilizzando tecniche differenti come la
recitazione, il gioco di ruolo, lo story-telling, la modelizzazione ed altro
…molto creativa
…in grado di reagire prontamente ad ogni specifico gruppo, e di creare un
contesto rilassato e divertente pur improntato a strategie per l’apprendimento
…in grado di lavorare in maniera interattiva, anche con attività manuali ed
operative
L’importanza di ‘giocare’ la scienza: RISULTATI
Gli spazi e la loro organizzazione interna hanno favorito atteggiamenti di
grande rilassatezza e di buona disposizione alla socializzazione di scoperte
ed esperienze;
I tempi di attenzione sono stati elevati, anche in considerazione della
possibilità effettiva di alternare, alla spiegazione, osservazioni e momenti di
racconto anche personale;
Il gradimento manifestato nell’interagire, nel giocare, nel sperimentarsi e nel
raccontare/raccontarsi è stato considerevole, con proposte e spunti per
successivi incontri, sollecitati dagli stessi partecipanti;
Grande gradimento, infine, è stato espresso nel cenare, a conclusione
dell’attività, assieme all’esperto. Il momento si è prestato molto per
proseguire la discussione e il confronto anche durante il pasto, in un
contesto davvero rilassato e informale.
OBIETTIVO
"apprendere sempre per invecchiare bene” :
permettere agli anziani di rimettersi in gioco sia per apprendere nuove
conoscenze, sia per trasmettere agli altri;
permettere un sempre maggiore loro coinvolgimento, nei contenitori culturali.
L’accessibilità, che va agevolata ed allargata, non solo in termini logistici od
economici, per avere la possibilità di rimanere cittadini attivi, consapevoli e
critici, valorizzati come risorsa importante della comunità;
individuare, anche da parte degli istituti culturali, la cosiddetta "domanda
debole", ovvero tutti quegli anziani poveri di strumenti culturali che non
riescono ad esprimere e concretizzare i propri interessi.
«... l'anziano non è che un relitto umano, un abito a brandelli appeso ad un
attacapanni, a meno che l'anima non batta le mani e canti e canti sempre più
forte, per ogni brandello del suo abito mortale» (W. B. Yeats).
Citazione scelta da Rita Levi Montalcini nel suo: “L’asso nella manica a
brandelli”.
La studiosa non parte da considerazioni etiche, sociologiche o psicologiche, bensì
scientifiche, con le quali dimostra che il cervello dell'uomo invecchiando perde
alcune prerogative, ma le sostituisce con altre che in parte compensano e
superano quelle perdute.
Se il cervello di un bimbo, per esempio, è paragonabile a una foresta con molti
tronchi e poche ramificazioni, quello di un vecchio appare come una foresta con
pochi tronchi ma molto ramificata.
Rita Levi Montalcini,
Montalcini, nata nel 1909, laureata in medicina e neurobiologia,
neurobiologia, ha ottenuto il Premio Nobel per la medicina
nel 1986. Ha scoperto e condotto ricerche sul ruolo del fattore di crescita nervoso (NGF, nerve growth factor).
factor).
Il cervello, dunque, se usato di continuo, non necessariamente invecchia.
La più recentemente accertata “plasticità neuronale” fa sì che le doti che si
avevano da giovani possano, non solo conservarsi, ma anche manifestarsi in
modo del tutto nuovo nella terza e quarta età.
Per far sì che questo sia possibile, è opinione della scienziata che sia necessario,
e che spetti a ciascuno personalmente, prepararsi ad affrontare la fase forse più
temuta della vita nell’unico modo utile: progettandola.
Ed è in questa progettazione che possono proficuamente inserirsi gli istituti
culturali, particolarmente i musei, assumendosi il compito di condividere e
tracciare utili piste per la costruzione di occasioni e spunti di “lavoro cerebrale”;
occasioni e spunti che si realizzino in una atmosfera rilassata ma, nello stesso
tempo, in un contesto orientato all’apprendimento.
Conosco bene le rughe del mio viso, ma non ha rughe il mio cervello.
Rita Levi Montalcini
Grazie!
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