Associazione Certificatori Energetici Energy Manager Regionali 1 Associazione Certificatori Energetici Energy Manager Regionali LE LEGGI E LE NORME TECNICHE Legislazione europea, nazionale e regionale Il quadro legislativo generale Legislazione europea e nazionale L. 373 del 30/4/76 D.P.R. 1052-28/6/77 D. M. 10/3/1977 D.M. 30/7/1986 Legge 10 del 9/1/1991 D.P.R. 412 del 26/8/93 D.M. del 2/4/98 Direttiva 2002/91/CE D.M. del 27/7/05 Linee guida della Legge 10/91 D.Lgs. 192 del 19/8/2005 Integrato dal D.P.R.551-21/12/99 (attua la direttiva 2002/91/CE) Integrato dal D.Lgs. 311-29/12/06 Direttiva 2006/32/CE D.Lgs. 115-30/5/08 (attua la direttiva 2006/32/CE) D.P.R. 59 del 2/4/09 D.M. del 26/6/09 Linee guida nazionali Legislazioni regionali* Decreto presidente provincia (Bolzano) n. 34 del 29 settembre 2004 – Regolamento di esecuzione della legge urbanistica in materia di risparmio energetico (Procedura Casaclima dal 2002). Deliberazione Giunta provinciale (prov. Trento) n. 2167 del 20 ottobre 2006 – Attuazione del piano energetico ambientale provinciale (adottava la classificazione della direttiva 2002/91/CE). Deliberazione Giunta provinciale (Lombardia) n. 8/3951 del 27 dicembre 2006 – Riduzione degli oneri di urbanizzazione per interventi finalizzati al risparmio energetico. Deliberazione Giunta provinciale (Lombardia) n. 8/8745 del 22 dicembre 2008 – Disposizioni per l’efficienza energetica in edilizia e per la certificazione energetica degli edifici. Deliberazione Giunta provinciale (Lombardia) n. 5796 del 11 giugno 2009 - Introduce la nuova procedura di calcolo resasi necessaria per allinearsi ai disposti delle linee guida nazionali. Deliberazione Giunta regionale (Valle d’Aosta) n. 21 del 18 aprile 2008 – (ex1467 del 31 ottobre 2007) - Disposizioni in materia di rendimento energetico nell'edilizia. Legge regionale (Piemonte) 13 del 28 Maggio 2007 - Disposizioni in materia di rendimento energetico nell'edilizia. Legge Regionale (Liguria) n. 22 del 29.5.2007 - Norme in materia di energia. Regolamento regionale (Liguria) n. 1 del 22 gennaio 2009 – (ex 6 dell’ 8 Novembre 2007) Deliberazione Giunta regionale (Emilia Romagna) n. 156 del 4/3/2008 – Approvazione atto di indirizzo e coordinamento sui requisiti di rendimento energetico e sulle procedure di certificazione energetica degli edifici (ex 1730 del 16 Novembre 2007). Legge Regionale (Toscana) n. 39 del 24/02/2005 - Disposizioni in materia di energia. Deliberazione Giunta regionale (Marche) n. 753 del 5 maggio 2009 Deliberazione Giunta regionale (Marche) n. 760 dell’11 maggio 2009 Legge Regionale (Umbria) n. 17 del 18/11/2008 - Norme in materia di sostenibilità ambientale degli interventi urbanistici ed edilizi. Regolamento (Puglia) n.24 del 27 settembre 2007 – Recepisce il d.leg. nazionale 192 /2005 Legge regionale (Puglia) n.13 del 10 giugno 2008 – Norme per l’abitare sostenibile. Regolamento (Puglia) n.10 del 10 febbraio 2010 per applicare il d.leg. nazionale 192 /2005 Legge regionale (Basilicata) n. 28 del 28 dicembre 2008 - Disposizioni per la formazione del bilancio di previsione annuale e pluriennale della regione Basilicata -Legge finanziaria 2008*N.B.: l’elenco delle leggi regionali sul risparmio energetico degli edifici è fornito, a titolo di esempio e per sottolineare che tante leggi e regolamenti possono solo complicare la professione del certificatore. Un elenco più completo verrà fornito in altra parte del manuale. 2 Associazione Certificatori Energetici Energy Manager Regionali Compiti del progettista Il progettista dovrà inserire i calcoli e le verifiche relative alle prestazioni energetiche “nella relazione attestante la rispondenza alle prescrizioni per il contenimento del consumo di energia degli edifici e relativi impianti termici, che, ai sensi dell’articolo 28, comma 1, della legge 9 gennaio 1991, n. 10, il proprietario dell’edificio, o chi ne ha titolo, deve depositare presso le amministrazioni competenti secondo le disposizioni vigenti, in doppia copia, insieme alla denuncia dell’inizio dei lavori relativi alle opere di cui agli articoli 25 e 26 della stessa legge”. I metodi per le verifiche I calcoli e le verifiche vanno eseguiti utilizzando metodi che garantiscano risultati conformi alle migliori regole tecniche, quali “le norme tecniche predisposte dagli organismi deputati a livello nazionale o comunitario, ad esempio l’UNI e il CEN, o altri metodi di calcolo recepiti con decreto del Ministro dello sviluppo economico”. È possibile l’utilizzo di altri metodi, procedure e specifiche tecniche sviluppati da organismi istituzionali nazionali, quali l’ENEA, le università o gli istituti del CNR, “purché i risultati conseguiti risultino equivalenti o conservativi rispetto a quelli ottenibili con i metodi di calcolo precedentemente detti”. Ruolo delle Regioni L’articolo 6 del Dpr pone elementi di flessibilità che possono essere utilizzati dalle Regioni per la stesura di provvedimenti che possano essere più aderenti alle specificità territoriali. Le disposizioni “si applicano per le regioni e province autonome che non abbiano ancora provveduto ad adottare propri provvedimenti in applicazione della direttiva 2002/91/CE e comunque sino alla data di entrata in vigore dei predetti provvedimenti regionali”. Nel disciplinare la materia le regioni e le province autonome possono “definire metodologie di calcolo della prestazione energetica degli edifici, diverse da quelle di cui al comma 1 dell’articolo 3 ma che trovino in queste stesse metodologie indirizzo e riferimento”. Inoltre, possono “fissare requisiti minimi di efficienza energetica più rigorosi attraverso la definizione di valori prestazionali e prescrittivi minimi inferiori a quelli di cui all’articolo 4, tenendo conto delle valutazioni tecnico-economiche concernenti i costi di costruzione e di gestione dell’edificio, delle problematiche ambientali e dei costi posti a carico dei cittadini con le misure adottate, con particolare attenzione alle ristrutturazioni e al contesto socio-economico territoriale”. Le Regioni e le Province autonome che, invece, hanno già recepito la direttiva 2002/91/CE, “adottano misure atte a favorire un graduale ravvicinamento dei propri provvedimenti” con la normativa statale, assicurando la coerenza dei loro provvedimenti con i contenuti del Dpr attuativo. Garanzia per i software commerciali L’articolo 7 del Dpr, infine, fissa il riferimento nazionale nei confronti del quale devono essere garantite le prestazioni degli strumenti applicativi delle metodologie di calcolo e indica le modalità di modifica dell’allegato al Dpr. “Gli strumenti di calcolo – si legge - applicativi delle metodologie di cui al comma 1 dell’articolo 3, software commerciali, garantiscono che i valori degli indici di prestazione energetica, calcolati attraverso il loro utilizzo, abbiano uno scostamento massimo di più o meno il 5 per cento rispetto ai corrispondenti parametri determinati con l’applicazione dello strumento nazionale di riferimento. La predetta garanzia è fornita attraverso una verifica e dichiarazione resa dal Comitato termotecnico italiano (CTI) o dall’Ente nazionale italiano di unificazione (UNI)”. 3 Associazione Certificatori Energetici Energy Manager Regionali Conduzione del calore e il postulato di Fourier attraverso un corpo solido continuo, isotropo ed omogeneo Ricordando che la conduzione è quel particolare modo di trasmissione del calore in cui esso si propaga senza trasporto di materia (è dovuto alla propagazione di vibrazioni nella materia ed al moto degli elettroni liberi), quasi tutti i problemi in questo tipo di trasmissione, presente anche nelle strutture edilizie, possono essere ricondotti ad una trattazione monodimensionale (una sola direzione di propagazione) nella quale tutte le grandezze fisiche dipendono da una sola coordinata spaziale e dal tempo. Per studiare la conduzione si fanno le seguenti ipotesi, valide soprattutto perché si considera il fenomeno legato alle osservazioni del sistema da un punto di vista macroscopico: il mezzo attraverso cui avviene la conduzione deve essere: continuo (in tutti i suoi punti ha le stesse caratteristiche fisiche) isotropo (ha lo stesso comportamento in ogni direzione) ed omogeneo (composto da una sola sostanza); Il calore fluisce spontaneamente dai punti a temperatura maggiore verso punti a temperatura minore (secondo principio della termodinamica); la trasmissione del calore è monodimensionale, segue la direzione fra due superfici piane e parallele come quelle di una parete, al cui interno il profilo della temperatura è lineare e funzione di una sola ordinata; le temperature nelle varie situazioni non variano col tempo ovvero siamo in un regime stazionario. L’espressione, che riassume il postulato di Fourier e che indica: la quantità di calore (energia termica) Q passante, in virtù della differenza di temperatura (Tsi – Tse), attraverso la superficie A ed all’interno di una parete (piana ed omogenea) di spessore s e nel tempo Δt, è: Q = A Δt (Tsi – Tse)/s [J] Se il passaggio avviene nell’unità di tempo (Δt=1) la quantità di calore in movimento viene definita il flusso di calore (flusso termico) che rappresenta non un energia termica trasferita ma una potenza trasferita: Φ = A (Tsi – Tse)/s [W] Se chiamiamo resistenza R: R = s/ A Il flusso termico diventa: Φ = (Tsi – Tse)/R [W] In queste espressioni, dovute al postulato di Fourier, compare: coefficiente = conduttività termica coefficiente /s = conduttanza termica λ dipende solo dalle caratteristiche del materiale, mentre la conduttanza anche dallo spessore dell’elemento. 4 /s dipende Associazione Certificatori Energetici Energy Manager Regionali Ponte termico Le temperature delle superfici delimitanti un ambiente variano anche in funzione delle caratteristiche di coibenza termica (isolamento) delle stesse; le superfici delimitanti un ambiente non devono presentare variazioni localizzate di temperatura rilevanti. Dicesi “ponte termico” una zona caratterizzata da ridotta coibenza termica (concentrazione di passaggi di calore - riduzione della temperatura superficiale). Caratterizza il ponte termico il “fattore di eterogeneità” e viene valutato mediante l’espressione: ρ = (Ti - Ti,min)/(Ti - ti) nella quale: ρ = fattore di eterogeneità, Ti = temperatura dell’ambiente interno, Ti, min = temperatura della superficie del ponte termico e ti = temperatura delle altre superfici. Il fattore di eterogeneità non deve superare il valore 1,5. Valori più elevati danno luogo a depositi differenziati di polvere tra le zone a temperatura differente. Nei punti più freddi può avere luogo la formazione di muffe (se si verifica condensa). Fattore di eterogeneità = 2,61 Fattore di eterogeneità = 1,42 5 Associazione Certificatori Energetici Energy Manager Regionali Elementi opachi La trattazione dei ponti termici lineari e puntuali per gli elementi opachi rappresentano un paragrafo molto complesso. Punti critici generati da disomogeneità e variazioni di forma Ricorderete che i ponti temici sono stati definiti come dei punti deboli dell’involucro di un edificio, che presentano un valore di trasmittanza maggiore rispetto agli elementi costruttivi adiacenti. Questi portano a perdite di calore maggiori e di seguito a temperature di superficie più basse sul lato interno. In queste zone si può verificare la condensazione di umidità proveniente dall’aria, presente nel locale, con conseguenti danneggiamenti delle costruzioni. I ponti termici sono quelle zone di una struttura edilizia, limitate in termine si superficie, che si verificano quando c’è disomogeneità del materiale (materiali diversi accostati) e variazioni di forma (inrocio tra due elementi opachi). Più semplicemente le situazioni di disomogenetà in un elemento opaco producono effetti perturbativi locali che determinano un incremento della conduttanza termica di quel punto. Di solito si dividono in: Ponti termici di struttura, ove la presenza di elementi eterogenei di maggior conduttività incrementa il flusso termico locale, Ponte termico strutturale Mensola di una finestra passante Ponti termici di forma, quale la presenza di spigoli che provocando un addensamento delle isoterme provocano un aumento del flusso termico totale. 6 Associazione Certificatori Energetici Energy Manager Regionali Capacità ed inerzia termica La temperatura della superficie interna di una parete dipende dalla: capacità termica della parete (calore specifico x massa) caratteristica di trasmissione del calore della parete (trasmittanza). Capacità termica Un’adeguata capacità termica determina: una riduzione delle punte massime e minime di temperatura uno sfasamento temporale degli istanti in cui si verificano i valori massimi e minimi di temperatura Il grafico mostra l’onda della temperatura esterna e le onde della temperatura interna con parete leggera e pesante (vedi inerzia); l’onda è di intensità minore se attraversa una parete pesante con inerzia termica maggiore ovvero con una buona capacità termica. Inerzia termica L’inerzia termica di una parete rappresenta l’attitudine della parete a mitigare le variazioni di temperatura ed è funzione della capacità termica. Una parete “pesante” ha maggiore inerzia termica di una parete “leggera”. L’inerzia termica di una parete viene valutata misurando: l’attenuazione di ampiezza della variazione di temperatura la differenza di fase (cioè il ritardo con cui si verifica) la variazione di temperatura tra le superfici esterna ed interna della parete. I due valori (attenuazione e ritardo) definiscono in che misura venga difesa, dalle variazioni di temperatura, una faccia del muro dall’altra. La differenza di fase deve essere compresa tra 9 e 12 ore. 7 Associazione Certificatori Energetici Energy Manager Regionali Resistenza termica R L’inverso della trasmittanza è la resistenza termica della parete che, quindi, vale: R = 1/U = 1/αi + s/λ + 1/ αe [m2 °C/W] L’espressione del flusso di calore della parete in funzione della sua resistenza termica diviene quindi : Φ= [(Ti - Te)/R] A [W] La parete, in definitiva, si oppone al flusso termico con una resistenza R che è somma delle resistenze liminari (1/αi e 1/αe) ) e della resistenza interna (s/λ). In termini elettrici: si tratta di 3 resistenze “in serie” 8 Associazione Certificatori Energetici Energy Manager Regionali La condensazione interstiziale Il metodo, introdotto dalla norma, serve per determinare il rischio di condensazione interstiziale dovuta alla diffusione del vapore acqueo e le relative condizioni al contorno da utilizzare nei calcoli. Il metodo usato assume che l'umidità da costruzione si sia asciugata e non tiene conto di altri fenomeni fisici che possono influenzare l’umidità interna ai componenti edilizi (risalita capillare, pioggia, variazione dei parametri per colpa dell’umidità, termofisica, ecc.). La condensazione interstiziale si presenta quando la pressione di vapore p all’interno di un componente edilizio raggiunge il valore della pressione si saturazione psat. Affinché non si presenti il fenomeno della condensazione interstiziale è necessario che: psat > p Per verificare questa disuguaglianza la norma fornisce un metodo per calcolare il bilancio di vapore annuale e la massima quantità di vapore accumulata dovuta alla condensa interstiziale. Il metodo assume che la struttura sia asciutta all’inizio dei calcoli. Inoltre il metodo permette di confrontare soluzioni costruttive diverse e di verificare gli effetti delle modifiche apportate alla struttura. Tale metodo non è adatto per il calcolo dell’evaporizzazione dell’umidità da costruzione. n= e + (R’n/R’T) x ( i - e) dove n è la temperatura dello strato n-esimo, e è la temperatura dell’ambiente esterno, i è la temperatura dell’ambiente interno, R’n è la resistenza termica dello strato n-esimo e R’T è la resistenza termica totale. Controllo della condensa superficiale nei ponti termici Foto di un angolo in cui la condensa ha creato tracce di muffa. Foto agli infrarossi della stesso angolo che mostra la presenza di un ponte termico. 9 Associazione Certificatori Energetici Energy Manager Regionali 10 Associazione Certificatori Energetici Energy Manager Regionali Trasmittanza U T2 temperatura interna, T1 temperatura esterna, Up trasmittanza parete, Tpi temperatura parete interna e Tpe temperatura parete esterna Definizione La trasmittanza termica U definisce la capacità isolante di un elemento quando un fenomeno di trasmissione di calore in condizioni di regime stazionario (in cui cioè il flusso di calore e le temperature non variano nel tempo) la trasmittanza misura la quantità di calore che nell'unità di tempo attraversa un elemento strutturale della superficie di 1 m² in presenza di una differenza di temperatura di 1 grado Kelvin (o Celsius) tra l'interno e l'esterno. Essa è legata alle caratteristiche del materiale che costituisce la struttura e alle condizioni di scambio termico liminare (del fluido a contatto con le superfici esterne). La si assume pari all’inverso della sommatoria delle resistenze termiche degli strati e delle resistenze termiche superficiali : interna ed esterna. U=1/RT [W/m2K] ovvero: U=1/(1/ i+s1/λ1+..+sn/λn+1/ e) [W/m K] 2 dove: i e e (W/m2 K) sono i coefficienti di adduzione interna ed esterna, s1, ...s2 (m) lo spessore dei vari componenti del materiale, λ1, … n (W/m K) la conducibilità termica interna dei vari componenti del materiale. La norma UNI EN ISO 6946:2008 - Titolo: Componenti ed elementi per edilizia - Resistenza termica e trasmittanza termica - Metodo di calcolo. La presente norma è la versione ufficiale in lingua inglese della norma europea EN ISO 6946 (edizione dicembre 2007). La norma fornisce il metodo per il calcolo della resistenza termica e della trasmittanza termica dei componenti e degli elementi per edilizia, escluse le porte, le finestre e altre parti vetrate, le facciate continue, i componenti che implicano uno scambio termico con il terreno ed i componenti percorsi dall'aria di ventilazione. 11 Associazione Certificatori Energetici Energy Manager Regionali Calcolo della trasmittanza Per il calcolo della trasmittanza termica si può utilizzare il metodo semplificato descritto nella norma UNI EN ISO 6946:2008. A tal fine le fasi di calcolo sono: individuazione della conduttività termica dei materiali individuazione delle resistenze termiche superficiali suddivisione della struttura in strati calcolo della resistenza termica totale calcolo della trasmittanza U=1/RT=1/(Rsi+R1+ .. +Rn+Rse) [W/m2K] ovvero l’inverso della somma delle resistenze termiche superficiali interna (Rsi) ed esterna (Rse) e delle resistenze termiche parziali (R1, R2, ….. Rn) dei diversi strati di cui è composta la partizione disperdente. La trasmittanza (U) è misurata in W/m2K. E’ utile ricordare che è possibile calcolare la trasmittanza col metodo ad elementi finiti, riportato nella norma UNI EN ISO 10211:2008 (punto 6.2 della UNI EN ISO 6946). Esempio di calcolo della trasmittanza di una parete Muro in laterizio porizzato ed isolante posto Descrizione struttura: nell'intercapedine N 1 2 3 4 5 DESCRIZIONE STRATO n s LAMBDA C M.S. dall'esterno all'interno (m) W/mK W/mqK kg/mq Adduttanza estrena 7,000 intonaco esterno 0,015 0,900 60,000 Laterizio porizzato 0,300 0,257 0,857 Materiale isolante 0,080 0,040 0,500 Laterizio tamponamento 0,120 0,530 4,417 Intonaco interno 0,015 0,900 60,000 Adduttanza interna 20,000 Spessore totale del manufatto 0,530 Resistenza termica totale del manufatto R mqK/W TRASMITTANZA TERMICA TOTALE DEL MANUFATTO U Esempio di calcolo della trasmittanza utilizzando una tabella ricavata su un foglio di Excell. A fianco sezione della parete considerata nell’esempio numerico. 12 W/mqK R strato mqK/W 0,143 0,017 1,167 2,000 0,226 0,017 0,050 3,620 0,276 Associazione Certificatori Energetici Energy Manager Regionali Vedi un esempio di calcolo: CALCOLO CARATTERISTICHE TERMICHE DINAMICHE SECONDO UNI 13786 -2008 Procedere in ordine dall'interno verso l'esterno Per eliminare uno strato o intercapedine: annullare solo lo spessore d λ ρ c STRATIGRAFIA DA INTERNI VERSO ESTERNO m W/m.K kg/m3 J/(kg*K) 1 Intonaco di cemento 0,01 0,9 1800 1000 Muratura in blocchi a setti 2 0,48 0,18 600 837 sottili 3 4 5 6 Intercapedine Aria (NON SPOSTARE) Intonaco di cemento Calcestruzzo con aggregati naturali Calcestruzzo con aggregati naturali Totale spessore 0 R U M m2K/W W/m2K kg/m2 0,011 18 2,667 288 0,000 0 0,01 0,9 1800 1000 0,011 18 0 1,8 2400 1000 0,000 0 0 1,8 2400 1000 0,000 0 0,50 Totali parete 2,86 0,35 SFASAMENTO TEMPERATURA FRA EST/INT Φ ore 17,93 RITARDO FATTORE DI DECREMENTO di U fa _ 0,18 RIVEDERE TRASMITTANZA TERMICA PERIODICA (T=1 giorno) Yie W/m2K 0,06 RIVEDERE LIVELLO DI PRESTAZIONE rispetto a fa BUONA RIVEDERE (Delibera E.R. 156/2008 rispetto a Φ Ottima Tab.C.2-Requisito 6.3) Tabella di calcolo che ricava sfasamento, smorzamento e trasmittanza periodica (tabella gentilmente fornita dall’ing. Remo Ranieri di Ravenna ) 13 324 Associazione Certificatori Energetici Energy Manager Regionali Coefficiente globale di scambio termico Htot Ogni operazione in cui avviene uno scambio di calore questo sarà quantificabile attraverso un coefficiente di scambio specifico e pertanto facendo riferimento alla norma tecnica appropriata definiamo le relative equazioni. Il calore disponibile all’interno di un edifico e dei suoi ambienti riscaldati tende ad uscire ed a disperdersi nell’ambiente circostante passando, per trasmissione (pareti) e per ventilazione (scambio di aria degli interni con l’esterno), quindi il coefficiente globale di scambio termico dell’edificio Htot è espresso attraverso la somma dei due coefficienti globali di scambio termico di un edificio a singola zona termica, a temperatura interna uniforma e per un dato periodo di calcolo: Htot = Htr,adj + Hve,adj [W/K] dove: Htot [W/K] è il coefficiente globale di scambio termico dell’edificio, Htr,adj [W/K] è il coefficiente globale di scambio termico per trasmissione della zona considerata e Hve,adj [W/K] è il coefficiente globale di scambio termico per ventilazione della stessa zona, Essi sono i due coefficienti globali di scambio termico di un edificio a singola zona termica, a temperatura interna uniforme e per un dato periodo di calcolo e vengono espressi dalle equazioni: Htr,adj = HD + Hg + HU + HA e Hve,adj = a ca ( k bve,k qve,k,mn) I coefficienti di dispersione termica per trasmissione e per ventilazione fanno riferimento alla norma UNI EN ISO 13790:2008 Prestazione energetica degli edifici - Calcolo del fabbisogno di energia per il riscaldamento e il raffrescamento. Questa norma sostituisce la UNI EN ISO 13790:2005 che sostituiva la UNI EN 832:2001 e la UNI 10344:1993. Tratteremo quindi, in primis, il calcolo dei coefficienti di scambio a partire da quelli per ventilazione e per trasmissione e solo dopo calcoleremo il fabbisogno di energia termica nelle varie forme per la gestione di un edificio. La tabella dei Coefficienti globali di scambio e dei Coefficienti di scambio La tabella propone, in modo molto sintetico, partendo dal coefficiente globale di scambio termico (quello totale) i coefficienti globali di scambio di trasmissione e di ventilazione, le loro componenti come una sorta di indice degli argomenti trattati di seguito. 14 Associazione Certificatori Energetici Energy Manager Regionali Coefficienti globali di scambio e coefficienti di scambio oUoAo a) HD coefficiente di scambio termico dell’involucro edilizio = iUi Ai + k k Ik + X j j [W/K] 1) Htr,adj Htot coefficiente globale di scambio termic=Htr,adj+Hve,adj coefficiente globale di scambio termico per trasmissione = Ak Uk [W/K] a.1) iUi Ai Elementi opachi e finestrati Elementi opachi wUw Aw Elementi finestrati a.2) k k Ik Ponti termici lineari a.3) jXj Ponti termici puntuali b.1) A U0+P Pavimento contro terra b) Hg coefficiente di scambio termico del terreno b.2) A/(1/Uf+(1/Ug+Ux) Pavimento su intercapedine b.3) A Ubf + zPUbw Pavimento piano interrato Ponte termico c) HU [W/K] coefficiente di scambio termico dell’ambiente non riscaldato Hiu= Hiu btr,x 2) a Hve,adj coefficiente globale di scambio termico per ventilazione = a ca k bve,k qve,k,mn ca btr,x= Hue/(Hiu+Hue) d) HA coefficiente di scambio termico degli edifici adiacenti HTiu+HViu HA = b Hia b = (θi - θa) / (θi – θe) θe = Φgn+ θiHiu+θeHue/ (Hiu +Hue) b = (θi - θa) / (θi – θe) θe = Φgn+ θiHiu+θeHue/ (Hiu +Hue) bve,k fattore corr. k bve,k qve,k,mn qve,k,mn portata [W/K] 15 = fve,t,k qve,k Tasmittanza elem. opaco Uo = 1/RT [W/m2K] Supeficie totale elem. opaco Ao [m2] Tasmittanza el. finestrato Uw=( AgUg+ AfUf+ Ig g)/ ( Ag+ Af) [W/m2K] Supeficie totale elem. finestrato Aw [m2] Associazione Certificatori Energetici Energy Manager Regionali UfMIN = 0,68 W·m-2·°C-1 I valori della Rsj resistenza termica dell’intercapedine sono desumibili dalla tabella C.1 dell’allegato C della UNI EN ISO 10077/1:2007 e sono espressi in [m2K/W]. Spessore dello Una faccia trattata con emissività Entrambe le spazio d’aria facce 0,1 0,2 0.4 0,8 in mm non trattate 6 9 12 15 50 0,211 0,298 0,376 0,446 0,406 0,190 0,259 0,316 0,363 0,335 0,163 0,211 0,247 0,276 0,260 0,132 0,162 0,182 0,197 0,189 0,127 0,154 0,173 0,186 0,179 La norma UNI TS 11300 prima parte nel prospetto C.1 fornisce, in mancanza di dati di progetto o di altri dati attendibili, la trasmittanza termica di vetrate verticali doppie e triple riempite con diversi gas [W/(m2K)]. Tipo di gas nell’intercapedine Vetrata tipo vetro Vetro normale Vetrata doppia Vetrata doppia emissività normale 0,89 Una lastra con trattamento superficiale ≤0,20 Una lastra con trattamento superficiale ≤0,15 Una lastra con trattamento superficiale ≤0,10 Una lastra con trattamento superficiale ≤0,05 (concentrazione del gas ≥ 90%) dimensioni mm aria argon krypton SF6 xenon 4-6-4 4-8-4 4-12-4 4-16-4 4-20-4 4-6-4 4-8-4 4-12-4 4-16-4 4-20-4 4-6-4 4-8-4 4-12-4 4-16-4 4-20-4 4-6-4 4-8-4 4-12-4 4-16-4 4-20-4 4-6-4 4-8-4 4-12-4 4-16-4 4-20-4 3,3 3,1 2,8 2,7 2,7 2,7 2,4 2,0 1,8 1,8 2,6 2,3 1,9 1,7 1,7 2,6 2,2 1,8 1,6 1,6 2,5 2,1 1,7 1,4 1,5 3,0 2,9 2,7 2,6 2,6 2,3 2,1 1,8 1,6 1,7 2,3 2,0 1,6 1,5 1,5 2,2 1,9 1,5 1,4 1,4 2,1 1,7 1,3 1,2 1,2 2,8 2,7 2,6 2,6 2,6 1,9 1,7 1,6 1,6 1,6 1,6 1,6 1,5 1,5 1,5 1,7 1,4 1,3 1,3 1,4 1,5 1,3 1,1 1,2 1,2 3,0 3,1 3,1 3,1 3,1 2,3 2,4 2,4 2,5 2,5 2,2 2,3 2,3 2,4 2,4 2,1 2,2 2,3 2,3 2,3 2,0 2,1 2,1 2,2 2,2 2,6 2,6 2,6 2,6 2,6 1,6 1,6 1,6 1,6 1,7 1,5 1,4 1,5 1,5 1,5 1,4 1,3 1,3 1,4 1,4 1,2 1,1 1,2 1,2 1,2 16 Associazione Certificatori Energetici Energy Manager Regionali Vetro normale Vetrata tripla Due lastre con trattamento superficiale Due lastre con trattamento superficiale Due lastre con trattamento superficiale Due lastre con trattamento superficiale 0,89 ≤0,20 ≤0,15 ≤0,10 ≤0,05 4-6-4-6-4 4-8-4-8-4 4-12-4-12-4 4-6-4-6-4 4-8-4-8-4 2,3 2,1 1,9 1,8 1,5 2,1 1,9 1,8 1,5 1,3 1,8 1,7 1,6 1,1 1,0 1,9 1,9 2,0 1,3 1,3 1,7 1,6 1,6 0,9 0,8 4-12-4-12-4 1,2 1,0 0,8 1,3 0,8 4-6-4-6-4 4-8-4-8-4 1,7 1,5 1,4 1,2 1,1 0,9 1,2 1,2 0,9 0,8 4-12-4-12-4 1,2 1,0 0,7 1,3 0,7 4-6-4-6-4 4-8-4-8-4 1,7 1,4 1,3 1,1 1,0 0,8 1,1 1,1 0,8 0,7 4-12-4-12-4 1,1 0,9 0,6 1,2 0,6 4-6-4-6-4 4-8-4-8-4 1,6 1,3 1,2 1,0 0,9 0,7 1,1 1,1 0,7 0,5 4-12-4-12-4 1,0 0,8 0,5 1,1 0,5 La trasmittanza termica della vetrata Ug è applicabile all’area centrale della vetrata e non include gli effetti dei distanziatori del vetro posti sul bordo dello stesso. D’altra parte, la trasmittanza termica del telaio Uf è applicabile in assenza della vetrata. La trasmittanza termica lineare tiene conto della conduzione termica aggiuntiva dovuta all’interazione tra il telaio, la vetrata e il distanziatore. La trasmittanza lineare è condizionata principalmente dalla conduttività del materiale del distanziatore. Riportiamo le tabelle E.1 ed E.2 dell’allegato E della UNI EN ISO 10077/1:2007 che indicano i valori della trasmittanza termica lineare di una specifica gamma di tipi di telai e vetrate per distanziatori in alluminio e in acciaio (non inossidabile). Tabella E.1 trasmittanza termica lineica per comuni tipologie di distanziatori [W/(mK)] Tipologia di serramento Legno o PVC Metallo a taglio termico Metallo senza taglio termico Tipologia di vetro Basso emissivo, doppio (una lastra Doppio o triplo, non trattato trattata) o triplo (due lastre trattate Intercapedine con aria o gas Intercapedine con aria o gas 0,06 0,08 0,02 0,08 0,11 0,05 Tabella E.2 trasmittanza termica lineica per comuni tipologie di distanziatori potenziati [W/(mK)] Tipologia di serramento Legno o PVC Metallo a taglio termico Metallo senza taglio termico Tipologia di vetro Basso emissivo, doppio (una lastra Doppio o triplo, non trattato trattata) o triplo (due lastre trattate Intercapedine con aria o gas Intercapedine con aria o gas 0,05 0,06 0,01 17 0,06 0,08 0,04 Associazione Certificatori Energetici Energy Manager Regionali FABBISOGNI di ENERGIA TERMICA IN SINTESI Bilancio energetico invernale dell’edificio INVERNO UNI EN ISO 13790 e UNI TS 11300 Parte 1 Calcolo fabbisogno energia termica per riscaldamento e raffrescamento Fabbisogno ideale di energia termica per riscaldamento (H) QH,nd = QH,ht - ηH,gn x Qgn [kwh] [kwh] H riscaldamento Qsol Il fabbisogno ideale di energia t. non tiene conto delle perdite EPi QH,tr nd fabbisogno QH,v e Qint QH,ht = (QH,tr+QH,ve); Scambio termico totale (ht) Qgn = (Qint+Qsol) Apporti (gn) 18 Associazione Certificatori Energetici Energy Manager Regionali Bilancio energetico illuminazione artificiale UNI EN 15193:2008 Prestazione energetica degli edifici - Requisiti energetici per illuminazione Fabbisogno energia elettrica per illuminazione artificiale per un tempo t Wt = WL,t + WP,t [kwh] per un anno W = WL + W P [kwh/anno] EPill Energia parassita totale consumata a lampade spente (P) Consumo di energia a lampade accese (L) WL,t= PntD+PntN; WP,t={Ppc[t-(tD+tN)]}+Pemte 19 Associazione Certificatori Energetici Energy Manager Regionali Prestazione energetica globale dell’edificio EPgl = EPi+ EPe+ EPacs+ EPill EPi = Qp,H /Su EPe = Qp,C /Su Energia primaria per il riscaldamento Tenendo conto delle perdite EPacs = Qp,W /Su EPill= Wt,nd/Su Energia primaria per l’illuminazione Energia primaria per il raffrescamento Energia primaria per l’acqua calda sanitaria 20 Associazione Certificatori Energetici Energy Manager Regionali Raffrescamento Calore entrante Calore che deve essere trasferito all’esterno La temperatura esterna > temperatura interna; la freccia in alto rappresenta l’apporto solare; il calore sottratto dall’impianto passa dall’interno all’esterno. Fabbisogno ideale di energia termica per raffrescamento In riferimento al precedente punto 4, dopo aver trattato il riscaldamento, prendiamo ora in esame il caso del raffrescamento e pertanto i fabbisogni di energia termica per raffrescamento si calcolano, per ogni zona dell'edificio e per ogni mese, con la: QC,nd = Qgn- ηC,ls×Q C,ht [kWh] dove: QC,nd è il fabbisogno ideale di energia termica dell'edificio per raffrescamento; Qgn sono gli apporti termici (interni e solari) totali; QC,ht è lo scambio termico totale (trasmissione e ventilazione) nel caso di riaffrescamento; ηC,ls è il fattore di utilizzazione delle dispersioni termiche; se lo scambio termico totale QC,ht (trasmissione e ventilazione) nel caso del raffrescamento vale: QC,ht = (QC,tr + QC,ve) e se gli apporti termici (interni e solari) totali Qgn valgono: Qgn = (Qint + Qsol) l’equazione che ci consente di calcolare il fabbisogno ideale di energia termica dell'edificio per raffrescamento diventa: QC,nd = (Qint+Qsol) – ηC,ls × (QC,tr+QC,ve) 21 Associazione Certificatori Energetici Energy Manager Regionali Ventilazione Sistema di ventilazione Per realizzare l'indispensabile cambio d'aria dovuto a ragioni igieniche e al medesimo tempo perdere il minor quantitativo possibile di energia, bisogna prevedere un impianto di ventilazione possibilmenmte con recupero di calore alimentato con motore ad alta efficienza (potenza nell'ordine dei 40W). L'aria calda in uscita (dalla cucina, dal bagno e dal WC) viene convogliata verso uno scambiatore a flusso, dove l'aria fredda in ingresso riceverà dall´80% sino al 90% del calore. L´aria di alimentazione viene così riconvogliata verso la casa (soggiorno e camere da letto). Il flusso d'aria esterno prima di raggiungere lo scambiatore di calore può essere convogliato attraverso un pompa di calore geotermica (tipicamente le tubazioni hanno le seguenti caratteristiche: ≈20 cm di diametro, ≈40 m di lunghezza e una profondità di ≈1.5 m). L'impianto di ventilazione è posato in modo tale che nessuna corrente d'aria risulta percepibile. Questo permette in maniera facile di avere un flusso d'aria d'alimentazione ridotto (è sufficiente un po' d'aria fresca in ingresso rendendo inutile l'impianto di aria condizionata). Un impianto di ventilazione è indispensabile in una casa passiva, poiché se si utilizzasse l'aerazione attraverso le finestre il desiderato risparmio energetico insieme con la qualità dell´aria non sarebbe mai possibile. Gli impianti di ventilazione delle case passive sono silenziosi e altamente efficienti (dal 75% al 95% del calore recuperato). Le caratteristiche delle diverse tipologie dei sistemi di ventilazione sono descritte nel CEN/TR 14788. Ulteriori definizioni riguardo alla ventilazione ed all'aerazione sono fornite nella UNI EN 12792:2005. Calcolo della portata di ventilazione Valutazione di progetto o standard Nel caso di aerazione o ventilazione naturale: per gli edifici residenziali si assume un tasso di ricambio d'aria pari a 0,3 vol/h; per tutti gli altri edifici si assumono i tassi di ricambio d'aria riportati nella UNI 0339:1995 - Impianti aeraulici a fini di benessere - Generalità, classificazione e requisiti Regole per la richiesta d'offerta, l'offerta, l'ordine e la fornitura. I valori degli indici di affollamento sono assunti pari al 60% di quelli riportati nella suddetta norma ai fini della determinazione della portata di progetto. Per gli edifici dotati di sistemi di ventilazione meccanica a semplice flusso (aspirazione) il tasso di ricambio d'aria è fissato pari a: qve = qve,des k dove: qve,des è la portata d'aria di progetto e k è un coefficiente di contemporaneità di utilizzo delle bocchette aspiranti. In assenza di dati di progetto attendibili o comunque di informazioni più precise, si può assumere k = 1 per sistemi a portata fissa, k = 0,6 per ventilazione igro-regolabile. Per gli edifici dotati di sistemi di ventilazione meccanica a doppio flusso il tasso di ricambio d'aria è fissato pari a: qve = qve,des (1 - ηve) 22 Associazione Certificatori Energetici Energy Manager Regionali RENDIMENTI - PERDITE Premesse Criteri, metodi e finalità di calcolo tratti dalla UNI TS 11300 – parte 2 Ai fini del calcolo dei rendimenti o delle perdite, gli impianti si considerano suddivisi in sottosistemi e la determinazione del rendimento medio stagionale di un impianto di riscaldamento e del fabbisogno di energia primaria deve essere effettuata in base ai rendimenti (o alle perdite) dei sottosistemi che lo compongono. La presente specifica tecnica (11300/2) non prevede prospetti che forniscano il rendimento medio stagionale dell'intero sistema in base a dati caratteristici del sistema stesso. Per ciascun sottosistema, identificato con il pedice x, si deve determinare: il fabbisogno di energia in ingresso, richiesto dal sottosistema Qin,x; l'energia ausiliaria totale richiesta Qaux,x; le perdite Ql,x; le perdite recuperate Qlrh,x. Sulla base di: energia utile da fornire in uscita Qout,x; caratteristiche del sottosistema e condizioni di funzionamento dell'impianto. Per ogni sottosistema, identificato con il pedice x, vale il seguente bilancio termico: Qin,x = Qout,x + (Ql,x - Qlrh,x) - Qaux,lrh,x [Wh] dove: (Ql,x - Qlrh,x) è il valore delle perdite al netto delle perdite recuperate; Qaux,lrh,x è l’energia termica recuperata dagli ausiliari elettrici. In questo bilancio termico non si devono impiegare fattori di conversione in energia primaria. Ai fini della determinazione dei rendimenti (o delle perdite) dei sottosistemi, sono previsti i seguenti metodi: determinazione sulla base di prospetti contenenti dati precalcolati in funzione della tipologia del sottosistema e di uno o più parametri caratteristici; calcolo mediante metodi descritti nella presente specifica tecnica (11300/2). Quando si utilizzano i valori di rendimento precalcolati forniti dai prospetti, non si considerano recuperi di energia (termica o elettrica). Ai fini della determinazione del fabbisogno globale di energia primaria i fabbisogni di energia elettrica devono essere calcolati separatamente. 23 Associazione Certificatori Energetici Energy Manager Regionali Rendimenti medi stagionali Rendimento medio stagionale Per calcolare un rendimento medio stagionale occorre calcolare il rapporto tra il fabbisogno dell’energia netta e il fabbisogno dell’energia primaria. Quelli ricavabili sono: il solo impianto di riscaldamento; il solo impianto di acqua calda sanitaria; l'impianto di riscaldamento e acqua calda sanitaria. Riscaldamento Il rendimento medio stagionale ηg,H dell'impianto di riscaldamento è dato da: Rendimedio medio stagionale dell’impianto di riscaldamento ηg,H = Qh/Qp,H dove: Qp,H è il fabbisogno di energia primaria per riscaldamento calcolato secondo la: Qp,H,W = ∑QH,c,i×fp,i+∑QW,c,j×fp,j+(QH,aux+QW,aux+QINT,aux–Qel,exp)×fp,el Q h è il fabbisogno di energia termica utile per riscaldamento. Acqua calda sanitaria Rendimento medio stagionale dell'impianto di produzione acqua calda sanitaria Il rendimento globale medio stagionale dell'impianto di acqua calda sanitaria ηg,W è dato da: Rendimento medio stagionale dell'impianto di produzione acqua calda sanitaria ηg,W = Qh,W/Qp,W dove: Qp,W è il fabbisogno di energia primaria per acqua calda sanitaria calcolato secondo la: Qp,H,W = ∑QH,c,i×fp,i+∑QW,c,j×fp,j+(QH,aux+QW,aux+QINT,aux–Qel,exp)×fp,el Qh,W è il fabbisogno di energia termica utile per acqua calda sanitaria. Riscaldamento e acqua calda sanitaria Il rendimento globale medio stagionale di quest’unico impianto (riscaldamento e produzione di acqua calda sanitaria) ηg,H,W è dato da: Rendimedio medio stagionale dell’impianto di riscaldamento e di produzione ACS ηg,H,W = (Qh + Qh,W)/Qp,H,W 24 Associazione Certificatori Energetici Energy Manager Regionali dove: Qp,H,W è il fabbisogno complessivo di energia primaria per riscaldamento ed acqua calda sanitaria calcolato secondo la: Qp,H,W = ∑QH,c,i×fp,i+∑QW,c,j×fp,j+(QH,aux+QW,aux+QINT,aux–Qel,exp)×fp,el Qh è il fabbisogno di energia termica utile per riscaldamento; Qh,W è il fabbisogno di energia termica utile per acqua calda sanitaria. Rendimento di un sottosistema Quando, come per esempio per ristrutturazioni parziali dell'impianto termico, risulti necessario valutare i rendimenti di un sottosistema si procede come di seguito descritto. Il rendimento globale medio stagionale di un sottosistema ηX,y, ad eccezione del sottosistema di generazione è dato da: rendimento globale medio stagionale di un sottosistema generico ηX,y = QX,y,out/(QX,y,in + fp,el QX,y,aux) dove: QX,y,out è l’energia termica utile fornita in uscita dal sottosistema y per il servizio X (per esempio, per il sottosistema di distribuzione del riscaldamento Q H,d,out); QX,y,in è l’energia termica utile richiesta in ingresso dal sottosistema; fp,el è il fattore di conversione in energia primaria dell'energia ausiliaria elettrica; QX,y,aux è l’energia elettrica degli ausiliari del sottosistema y per il servizio X. Il rendimento medio globale del sottosistema di generazione con combustibili fossili è dato da: rendimento medio globale del sottosistema di generazione con combustibili fossili ηX,y = QX,gn,out/(QX,gn,in + fp,el QX,y,aux) dove: QX,gn,in è l’energia termica fornita dal combustibile. 25 Associazione Certificatori Energetici Energy Manager Regionali FABBISOGNI di ENERGIA TERMICA PRIMARIA Espressione generale del fabbisogno di energia primaria Alla fine del calcolo, i fabbisogni di energia degli impianti, sotto forma di diversi vettori energetici, vengono convertiti in fabbisogno complessivo di energia primaria. In un determinato intervallo di calcolo, il fabbisogno globale di energia primaria è dato da: Qp,H,W = ∑QH,c,ifp,i+∑QW,c,jfp,j+(QH,aux+QW,aux+QINT,aux–Qel,exp)fp,el dove: QH,c,i è il fabbisogno di energia per riscaldamento ottenuto da ciascun vettore energetico i (combustibili, energia elettrica, ecc.). Nel caso di combustibili è dato dalla quantità utilizzata per il potere calorifico inferiore, nel caso di energia elettrica dalla quantità utilizzata; fp,i è il fattore di conversione in energia primaria del vettore energetico i; QW,c,j è il fabbisogno di energia per acqua calda sanitaria ottenuto da ciascun vettore energetico j (combustibili, energia elettrica, ecc.). Nel caso di combustibili è dato dalla quantità utilizzata per il potere calorifico inferiore, nel caso di energia elettrica dalla quantità utilizzata; QH,aux è il fabbisogno di energia elettrica per ausiliari degli impianti di riscaldamento; QW,aux è il fabbisogno di energia elettrica per gli ausiliari degli impianti di produzione acqua calda sanitaria; QINT,aux è il fabbisogno di energia elettrica per ausiliari di eventuali sistemi che utilizzano energie rinnovabili e di cogenerazione; Qel,exp è l’energia elettrica esportata dal sistema (da solare fotovoltaico, cogenerazione); fp,el è il fattore di conversione in energia primaria dell'energia ausiliaria elettrica. Ai fini della presente specifica tecnica (11300/2) si assumono i seguenti fattori di conversione7): Combustibili fossili 1 Energia elettrica: Valore specificato nelle vigenti disposizioni di legge8). Nel caso di impianti solo di riscaldamento o di sola acqua calda sanitaria si considerano solo i termini relativi al sistema considerato. Nota: 7) I fattori di conversione relativi solare, biomasse e teleriscaldamento sono indicati in una parte successiva in fase di elaborazione. 8) Valore deliberato dall'Autorità dell'energia, in Tep/kWhel per l'anno in corso. Si assume come fattore di conversione da Tep/kWhel in kWh primaria/KWh elettrica = 11,86 × 103. Riscaldamento Mentre l’equazione. Qp,H,W = ∑QH,c,ifp,i+∑QW,c,jfp,j+(QH,aux+QW,aux+QINT,aux–Qel,exp)fp,el serve per calcolare il fabbisogno globale di energia primaria trasformando l’energia termica utile di un impianto generico. Per l’impianto di riscaldimento (per esempio a gas con parti ausiliarie che funzionano elettricamente) il calcolo dell’energia primaria è dato dall’equazione: Qp,H = Qc,H fc,p + Qel,H fp,el dove: Qp,H è il fabbisogno di energia primaria per la climatizzazione invernale [ J]; 26 Associazione Certificatori Energetici Energy Manager Regionali INDICI di PRESTAZIONE ENERGETICA Gli indici di prestazione energetica Abbiamo trattato ed illustrata la procedura delle UNI TS 11300 – parte1 e parte 2 per il calcolo dei fabbisogni ideali di energia trermica per: riscaldamento QH,nd raffrescamento QC,nd acqua calda Qh,W illuminazione Wt Il funzionamento degli impianti di produzione e di distribuzione comporta l’insorgere delle: perdite, perdite recuperabili e la definizione e determinazione dei: rendimenti Tenendo conto delle perdite possiamo calcolare i fabbisogni di energia primaria per: la climatizzazione invernale la climatizzazione estiva la produzione dell’acqua calda sanitaria l’illuminazione artificiale ed in particolare la climatizzazione invernale Qp,H la produzione dell’acqua calda saniatria Qp,W o Qp,HW. Ci stiamo limitando a considerare solo due fabbisogni di energia primaria in attesa che vengano completate e recepite le parti 3 e 4 della UNI TS 11300. Queste grandezze sono caratteristiche di un edificio e quantificano (dimensionano) la richiesta energetica dello stesso, ma non permettono di confrontare e quindi classificare oggettivamente più edifici diversi tra loro. Le grandezze vanno normalizzate rispetto a dei parametri specifici. I decreti nazionali (D.L. 331/2006, D.P.R. 59/2009 e le Linee guida per la certificazione) o regionali propongono criteri per la classificazione degli edifici esistenti o per quelli di nuova costruzione, basati su indici normalizzati, in funzione della superficie utili calpestabile o del volume lordo, degli ambienti riscaldati, a seconda della destinazione dell’edificio. Il decreto delle linee giuida nazionali del 26 giugno 2009 all’allegato A 3° paragrafo, definendo la prestazione energetica degli edifici attraverso l’indice di prestazione energetica globale EPgl che vale: EPgl=EPi+EPe+Eacs+EPill [kWh/m2 o kWh/m3] dove: EPi: è l’indice di prestazione energetica per la climatizzazione invernale; EPacs: l’indice di prestazione energetica per la produzione dell’acqua calda sanitaria; 27 Associazione Certificatori Energetici Energy Manager Regionali IL SOLE La struttura Il Sole è la stella al centro del nostro sistema astronomico ed è una delle duecento miliardi di stelle della nostra galassia. Le dimensioni del Sole sono abbastanza ridotte per una stella. Il Sole ha un raggio di 696.500 km (circa 109 volte il raggio della Terra) e una massa di 2x10 30 kg. Essendo composto prevalentemente da gas, il Sole ha una densità media quattro volte inferiore rispetto alla Terra. Come stella il Sole è classificato di quinta luminosità (gamma spettrale G2 di colore giallo). Nonostante le dimensioni ridotte la nostra Stella ci appare gigantesca grazie alla vicinanza della Terra al Sole. Il Sole è una sfera di gas ad altissima temperatura, sulla superficie del Sole si stima una temperatura media di 5700-6000 °C. Poco o nulla si conosce della struttura non osservabile. Si ipotizza la presenza di un nucleo, la cui temperatura dovrebbe arrivare a 15-16 milioni di gradi. Il Sole è quindi una sfera gigantesca di gas ionizzati che irraggia energia verso l'esterno sotto forma di radiazioni elettromagnetiche e corpuscolari. E' la fonte primaria di energia dell'intero del nostro sistema. Senza l'energia solare non avremmo sulla Terra la vita organica vegetale ed animale. Persino il petrolio e le fonti di energia fossili derivano dall'energia solare (del passato). Durante il suo passaggio l'energia solare dà luogo ai processi di fotosintesi clorofilliana e alla stessa vita sul pianeta. Un composto chiamato clorofilla permette alle piante verdi di assorbire l'energia luminosa per produrre materia vivente e dar inizio alla catena alimentare. Alla loro morte le piante e gli animali sono mangiati da altri organismi, tutto si mescola nel terreno per facilitare la nascita di nuove piante. 28 Associazione Certificatori Energetici Energy Manager Regionali Impianti isolati o connessi Campo fotovoltaico installato su tetto piano. L’utente ricorre all’uso dei pannelli fotovoltaici per varie motivazioni, comprese quelle personali, comunque l’impianto, in rapporto all’impiego, sarà: un impianto isolato che permette di erogare energia in luoghi ameni e remoti, difficili da allacciare alla rete elettrica per la loro distanza dalla stessa. Ecco alcuni esempi pratici: segnaletica stradale illuminata in località di montagna, il telemonitoraggio (centraline, telecamere ecc.), sistemi di irrigazione nelle aziende agricole, illuminazione nei parchi pubblici, fornitura di energia per case isolate. un impianto connesso alla rete cioè un impianto che può utilizzare l'energia elettrica prodotta per il proprio consumo e/o cederla alla rete elettrica nazionale ottenendo in cambio un compenso che annulla il costo della bolletta. Dopo l'approvazione del "conto energia" la cessione dell'energia elettrica prodotta dai pannelli solari può produrre un reddito netto positivo (profitto). L’impianto del primo tipo viene completato con una serie di batterie per accumulare l’energia elettrica prodotta quando c’è il sole per essere utilizzata quando il sole non c’è. L’energia elettrica accumulata è a bassa tensione e a corrente continua, quindi per essere utilizzata nella nostra abitazione va trasformata per adattarla (inverter) agli utilizzatori presenti. L’impianto del secondo tipo l’energia elettrica viene avviata direttamente agli apparecchi utilizzatori o alla rete di distribuzione. L'energia elettrica prodotta è normalmente a bassa tensione ed a corrente continua, quindi per essere utilizzata nella nostra abitazione va trasformata in corrente alternata con tensione a 220 Volt: questo viene realizzato attraverso l'uso di un apparecchio chiamato “inverter”. Schema di impianto isolato Questi i componenti essenziali per un impianto isolato e lo schema dei loro collegamenti: 1. Moduli solari fotovoltaici: esposti al sole generano energia elettrica, sotto forma di corrente e tensione continua. Il loro numero e i relativi collegamenti dipendono dal dimensionamento effettuato. 29 Associazione Certificatori Energetici Energy Manager Regionali LA TERMOFLUSSIMETRIA Dispersione energetica Analisi Termografia di due edifici Edifico A costruito precedentemente al 1991 (Legge 9 gennaio 1991, n. 10) Edificio B costruito successivamente al 2005 (Decreto Legislativo 19 agosto 2005, n. 192) 30 Associazione Certificatori Energetici Energy Manager Regionali fondamentale. Una volta stabilita la stratigrafia della parete la trasmittanza viene calcolata in accordo con la norma EN ISO 6946. 3) L’edificio è riconducibile a una determinata e caratterizzata tipologia edilizia di cui si conoscono le stratigrafie; è possibile agire per analogia stimando le trasmittanza dei componenti. Le raccomandazioni del CTI (Comitato Termotecnico Italiano) contengono un esempio di abaco di questo genere. 4) La trasmittanza della struttura viene misurata in opera in accordo con la norma ISO 9869. Valutazione U [W/m2K] Calcolo ISO 6946 Misura ISO 9869 Acquisizione dati della stratigrafia della struttura Progetto – Relazione 373 – 10/91 e impianti Analogia Foro nella parete Carotaggio Termoflussimetro Endoscopio CALCOLO DELLA TRASMITTANZA U [W/m2K] La certificazione energetica degli edifici pone spesso, al tecnico certificatore, il problema di determinare il valore della trasmittanza per le chiusure opache senza conoscere le caratteristiche termofisiche. L’analisi diretta attraverso carotaggi è quella che garantisce i migliori risultati in quanto consente di valutare la corretta stratigrafia dei vari materiali. Se questa non può essere fatta è possibile ricorrere agli strumenti per misurare la dispersione energetica: Termoflussimetri Termocamere Blower Door Test Valigetta del certificatore energetico Endoscopi A supporto di questa soluzione, occorre effettuare la misura della trasmittanza in opera con l'uso di strumenti come i flussimetri. La norma ISO 9869, prevede il monitoraggio del manufatto (magari successivamente all'individuazione dei punti attraverso un esame termografico) per un periodo non inferiore alle 72ore (3 giorni). 31 Associazione Certificatori Energetici Energy Manager Regionali Blower Door Test (Door Fan) Il blower door test, o test della porta che soffia, è realizzato con uno strumento veramente efficace per verificare la tenuta all’aria dell’involucro edilizio. Il sistema si può utilizzare per la verifica della permeabilità all’aria di edifici residenziali, terziari ed industriali di qualsiasi dimensione. Il blower door è un grande ventilatore calibrato a controllo elettronico che viene montato temporaneamente (e tipicamente) sulla porta d’ingresso principale dell’edificio, attraverso una pannello che si adatta alle misure della porta e la sigilla perfettamente. Per la verifica delle infiltrazioni di aria, il Blower door test usa misurare la pressione interna ed esterna all’edificio (che deve essere completamente sigillato) ed il flusso d’aria generato dal ventilatore. 32 Associazione Certificatori Energetici Energy Manager Regionali ESEMPI Muro in laterizio porotizzato CARATTERISTICHE TERMICHE ED IGROMETRICHE DEI COMPONENTI OPACHI Descrizione struttura: Muro in laterizio porotizzato DESCRIZIONE STRATO dall'esterno all'interno Adduttanza estrena 1 intonaco esterno 2 Laterizio porizzato 3 intonaco interno 4 5 6 7 8 Adduttanza interna n s (m) LAMBDA C M.S. W/m K W/mq K kg/mq 7,000 0,900 45,000 0,313 1,250 0,900 45,000 0,020 0,250 0,020 20,000 Spessore totale del manufatto Periodo delle variazioni T R strato Mq K/W 0,143 0,022 0,800 0,022 0,000 0,000 0,000 0,000 0,000 0,050 0,290 86.400 Resistenza termica totale del manufatto: R TRASMITTANZA TERMICA TOTALE DEL MANUFATTO U Fattore di decremento (smorzamento) Ritardo del fattore si smorzamento (sfasamento) Capacità termica areica lato interno Capacità termica areica lato esterno mq K/W W/mq K 1,037 0,964 h kJ/mqK kJ/mqK e C i Il valore della trasmittanza in questo caso non è ammissibile nella verifica semplificata in quanto superiore al massimo ammesso per una struttura verticale opaca in zona climatica E = 0,41 W/m2K. 33 Associazione Certificatori Energetici Energy Manager Regionali Calcolo del fabbisogno di energia primaria nell’impianto di riscaldamento Calcolo del fabbisogno termico Dati Energia persa dall'involucro QD Dati Energia persa dal terrno QS Dati Energia persa da ambienti n r. QU secondi al numero corff. diff. giorno giorni dispers. temperatura s N H T 86400,0 30,0 0,50 15,0 kWh 86400 30,0 0,5 15,0 19.440,0 secondi al numero corff. diff. giorno giorni dispers. temperatura s N H T 86400,0 30,0 0,50 15,0 kWh 86400 30,0 0,5 15,0 19.440,0 secondi al numero corff. diff. giorno giorni dispers. temperatura s N H T 86400,0 30,0 0,50 15,0 kWh 86400 30,0 0,5 15,0 19.440,0 58.320,0 secondi al numero corff. diff. giorno giorni dispers. temperatura s N H T 86400,0 30,0 0,50 15,0 kWh 86400 30,0 0,5 15,0 19.440,0 secondi al numero corff. diff. giorno giorni dispers. temperatura s N H T 86400,0 30,0 0,50 15,0 kWh 86400 30,0 0,5 15,0 19.440,0 97.200,0 secondi al numero corff. diff. giorno giorni dispers. temperatura s N H T 86400,0 30,0 0,50 15,0 -0,75 kWh 86400 30,0 0,5 15,0 -0,75 -14.580,0 seconi al numero corff. diff. rendim. giorno giorni dispers. temperatura s N H T 86400,0 30,0 0,50 20,0 -0,75 kWh 86400 30,0 0,5 20,0 -0,75 -19.440,0 Energia persa x trasmissione QT Dati Energia persa da ambienti n r. QV Dati insolazione Energia persa da ambienti n r. QA Energia totale persa QL Dati Apporti esterni solari Qse Dati Apporti interni QI 34 rendim. Associazione Certificatori Energetici Energy Manager Regionali Dimensionamento di un impianto termico solare per riscaldare acqua In Italia le UNI TS 11300 di recente adozione prescrivono che: V = Su x a (l/giorno) dove V volume in litri /giorno di acqua, a è il fabbisogno giornaliero specifico che varia in funzione della superficie utile, . Il valore medio riferito a una superficie utile di 80 mq è 1,6; dove: a = l/g Occorre fare attenzione perché il calcolo è fortemente influenzato dalla superficie dell’immobile, col rischio di sovrastimare il calcolo del fabbisogno. 35 Associazione Certificatori Energetici Energy Manager Regionali APPENDICE Simboli ricorrenti Simboli tratti dalla norma UNI EN ISO 11300: 2008 –parte 1 con qualche integrazione Simbolo Grandezza A a b C c d e F f g H I l N n Q q R T t U V Area, superficie Parametro numerico nel fattore di utilizzazione Fattore di correzione dello scambio termico Capacità termica efficace di un ambiente climatizzato Capacità termica specifica Spessore Fattore di riparo dal vento Fattore di riduzione del flusso solare Coefficiente correlato all’esposizione al vento Trasmittanza di energia solare totale di un elemento di edificio Coefficiente globale di scambio termico o di dispersione termica Irradianza solare Lunghezza Durata del periodo di riscaldamento Ricambi d'aria Quantità di calore o di energia termica Portata volumica Resistenza termica Temperatura termodinamica Tempo Trasmittanza termica Volume interno Fattore di assorbimento di una superficie dovuta alla radiazione solare Rapporto apporti/dispersioni Emissività relativa alla radiazione termica ad elevata lunghezza d'onda Flusso termico, potenza termica Efficienza, fattore di utilizzazione Temperatura Celsius Capacità termica areica Massa volumica Costante di tempo Trasmittanza termica lineare α γ ξ Φ η θ k r τ ψ 36 Unità di misura m2 J/K J/(kgK) m W/K W/m2 m d h-1 J m3/s m2K/W K s W/(m2K) m3 W °C kJ/(m2K) kg/m3 s W/(mK) Associazione Certificatori Energetici Energy Manager Regionali Glossario dell’energia A Accertamento Insieme delle attività di controllo pubblico diretto ad accertare in via esclusivamente documentale che il progetto delle opere e gli impianti siano conformi alle norme vigenti e che rispettino le prescrizioni e gli obblighi stabiliti. ACE Vedi Attestato di Certificazione Energetica. Altezza media netta dei locali Parametro utilizzato nel software di calcolo CENED+ per la produzione dell' attestato certificazione energetica. Per altezza netta media di un locale si intende il valore misurato dall’estradosso del pavimento all’intradosso del soffitto. Nel caso in cui la zona termica oggetto di certificazione energetica presenti altezze differenti è necessario calcolare il valore medio delle altezze pesate in funzione delle superfici a cui si riferiscono. L’indicazione dell’altezza netta di piano viene richiesta per determinare il rendimento del sistema di emissione. Ambiente climatizzato Vano o spazio chiuso che, ai fini del calcolo, è considerato riscaldato o raffrescato a determinate temperature di regolazione. Il DGR 8/8745 definisce inoltre l'ambiente climatizzato come l'ambiente servito da un impianto termico che assicuri il benessere degli oocupanti tramite il controllo della temperatura e dell'umidità dell'aria e, ove siano presenti dispositivi idonei, della portata della purezza dell'aria di rinnovo. Ambienti a temperatura controllata Sono gli ambienti serviti da un impianto termico o che consenta di mantenere la temperatura dell'ambiente sopra e/o sotto un valore prefissato. Ambiente circostante È qualsiasi ambiente contiguo a quello a temperatura controllata o climattizato, per il quale si deve calcolare il fabbisogno energetico, compreso l'ambiente esterno. Apparecchio con fiamma pilota Scaldabagno o caldaia combinata con una fiammella sempre accesa, che permette di far partire istantaneamente la produzione di acqua calda. Il consumo di gas per il pilota è minimo, circa 6070 mc/anno. La sicurezza è garantita dalla presenza di un dispositivo chiamato termocoppia che blocca la fuoriuscita di gas in caso di malfunzionamento. Apparecchio senza fiamma pilota Sistema presente nelle caldaie e scaldabagno istantanei di nuova generazione, che consente di eliminare la fiammella pilota presente nei modelli tradizionali. La caldaia senza fiamma pilota permette un risparmio calcolato in circa 60-70 metri cubi di gas metano l'anno. 37 Associazione Certificatori Energetici Energy Manager Regionali Coefficienti di conduttività termica a confronto I coefficienti di conduttività termica sono da considerare come valori indicativi per il calcolo delle prestazioni termiche. Un eventuale uso di valori più bassi è condizionato ad una certificazione adeguata da organismi riconosciuti, i dati riportati sono tratti dalle norme Uni 10351:1994 ed UNI EN ISO 10456:2008. Materiali isolanti lambda (W/mK) densità (kg/m3) Aria a 293 °K Pannelli Costruzione Pannelli in canna palustre Pannelli in fibre di legno porosi Pannelli in polistirolo con cemento Pannelli in paglia Pannelli in lana di legno mineralizzato Pannelli in fibre di legno semiduri Pannelli in terra cruda Pannelli in fibre di legno duri Pannelli in trucioli di legno con collante Cartongesso Pannelli in trucioli di legno mineralizzati Pannelli in legno compensato Pannelli in fibrocemento Materiali isolanti Poliuretano Polistirene estruso in lastre Cotone Polietilene espanso in lastre Polistirene espanso in lastre Materassino in lino Lana di vetro Pannelli extraporosi in fibra di legno (130) Lana di pecora Lana di roccia Fiocchi di cellulosa Pannelli di cellulosa Vetro cellulare (120) Canapa 38 0,026 1,3 lambda (W/mK) densità (kg/m3) 0,055 0,060 0,070 0,090 0,093 0,100 0,140 0,150 0,160 0,210 0,260 0,440 0,600 190 200 140 340 400 650 500 1000 700 900 1250 600 2000 lambda (W/mK) densità (kg/m3) 0,030 0,035 0,040 0,040 0,040 0,040 0,040 0,040 0,040 0,040 0,040 0,040 0,041 0,045 30 35 20-40 30 20 30 20 130 25 30 50 85 120 25 Associazione Certificatori Energetici Energy Manager Regionali Grandezze fisiche UNITA’ DI MISURA del SISTEMA INTERNAZIONALE I fenomeni fisici per essere comparati , devono essere descritti chiaramente e misurati. A tale scopo si sono individuate le grandezze fisiche che in ogni sistema di misure sono divise in fondamentali o di base e derivate. Nel sistema internazionale (SI) le fondamentali sono sette, ci sono due supplementari tutte le altre sono derivate. Le grandezze sono rappresentate da un nome e da un simbolo. Grandezze fondamentali e loro unità di misura GRANDEZZA Lunghezza Massa Tempo Corrente Temperatura Intensità luminosa Quantità di materia SIMBOLO l m t I T I n UNITA’ DI MISURA metro chilogrammo secondo ampere kelvin candela mole SIMBOLO M kg s A K cd mol Definizioni delle unità di misura fondamentali METRO (m) = distanza percorsa dalla luce in 1/299.792.458 di secondo. CHILOGRAMMO (kg) = pari alla massa del campione di platino-iridio conservato a Sevres Parigi. SECONDO (s) = è la durata di 9.192.631.770 periodi della radiazione corrispondente alla transizione tra due livelli iperfini dello stato fondamentale dell’atomo del nucleo Cs 133. AMPERE (A) = intensità di corrente costante mantenuta tra due conduttori paralleli, rettilinei, situati ad un metro l’uno dall’altro nel vuoto, che produce una forza pari a 2 x 10-7 newton per ogni metro di lunghezza. KELVIN (K) = è la 273,15a parte della temperatura del punto triplo dell’acqua. MOLE (mol) = quantità di sostanza corrispondente agli atomi contenuti in 0,012 kg. del nuclide di carbonio 12C. CANDELA (cd) = intensità luminosa di una fonte di radiazioni che emana una radiazione monocromatica a frequenza 540 x 1012 hertz la cui intensità 1/683 watt per ogni steradiante. Grandezze supplementari e loro unità di misura GRANDEZZA Angolo piano Angolo solido SIMBOLO α UNITA’ DI MISURA radiante steradiante 39 SIMBOLO rad sr Associazione Certificatori Energetici Energy Manager Regionali Fattori di conversione Grandezza Conversione 1 rad = 57,296° 1° = 17,453 10-3 rad 1 kgf = 9,8066 N 1 N = 0,10197 kgf 1 cal = 4,1866 J 1 J = 0,23885 cal 1 CV = 735,5 W 1 HP = 745,7 W kilowatt Cavallo vap. kgm/s Grande cal/s kw CV kgm/s kCal/s 1 0,736 9,81 10-3 4,19 1,36 1 1,32 10-3 5,69 102 75 1 427 0,239 0,176 2,34 10-3 1 kWh kilowattora Cavallo ora Kilogrammetro Grande caloria joule Unita di misura e simbolo CVh 1 0,736 2,72 10-6 1,16 10-3 0,277 10-6 cal J kgm 6 1,36 1 3,7 10-6 1,56 10-3 0,394 10-6 kWh 0,367 10 270.000 1 427 0,102 TEP TEC kCal J 860 633,6 2,34 10-3 1 0,239 10-3 3,6 106 2,64 106 9,81 4,19 103 1 BTU eV caloria (cal) 1,00E+00 4,18E+00 1,16E-06 1,10E-10 1,40E-10 3,97E-03 2,60E+19 joule (J) kilowattora (kWh) Tonnellate equivalenti petrolio (TEP) Tonnellate equivalenti carbone (TEC) British Termal Unit (BTU) elettronVolt (eV) 2,39E-01 1,00E+00 2,80E-07 2,30E+11 3,42E-11 9,50E-04 6,20E+16 8,62E+05 3,57E+06 1,00E+00 8,30E-05 1,23E-04 3,41E+03 2,25E+25 9,09E+09 4,35E-12 1,20E+04 1,00E+00 1,49E+00 3,97E+07 2,70E-27 7,14E+09 2,92E+10 8,13E+03 6,71E-01 1,00E+00 2,70E+07 1,80E+29 2,52E+02 1,05E+03 2,93E-04 2,52E-08 3,70E-08 1,00E+00 6,60E+21 3,85E-20 1,61E-17 4,44E-26 3,70E+26 5,56E-30 1,52E-22 1,00E+00 40