MARZO 2013
dal 17 al 28 ottobre
Sala Grande
Nuova Scena - Arena del Sole
Teatro Stabile di Bologna
LA FONDAZIONE
di Raffaello Baldini
con Ivano Marescotti
regia Valerio Binasco
PRIMA NAZIONALE
in collaborazione con
GENDER BENDER FESTIVAL
www.genderbender.it
27 ottobre Sala InterAction
I-ON
spettacolo di Ivo Dimchev
in collaborazione con Franz West
PRIMA NAZIONALE
dal 28 al 29 ottobre
Teatro delle Moline
PERCHÉ ORA AFFONDO
NEL MIO PETTO
scritto, diretto e interpretato da
Roberto Corradino
Info:
www.arenadelsole.it
051.2910910
[email protected]
30 ottobre Sala InterAction
FOLK-S
drammaturgia e coreografia
Alessandro Sciarroni
una produzione
Teatro Stabile delle Marche
2, 3 novembr Sala InterAction
¿HASTA DÓNDE…?
di Sharon Fridman
PRIMA NAZIONALE
POR SAL Y SAMBA
di Carles Casallachs
3 novembre Sala Grande
STORM END COME
coreografia Yasmeen Godder
SI RINGRAZIA PER LA COLLABORAZIONE
dall’8 all’11 novembre
Sala Grande
Il Rossetti - Teatro Stabile del
Friuli-Venezia Giulia
Malguion srl
OBLIVION SHOW 2.0:
IL SUSSIDIARIO
con gli Oblivion
testi Davide Calabrese
e Lorenzo Scuda
regia Gioele Dix
OTTOBRE 2012
Stagione 2012-2013
dal 14 al 18 novembre
Sala Grande
Nuova Scena - Arena del Sole
Teatro Stabile di Bologna
in collaborazione con
Estate Teatrale Veronese
OTELLO
di William Shakespeare
traduzione, adattamento, regia
Nanni Garella
con Massimo Dapporto,
Maurizio Donadoni,
Angelica Leo, Federica Fabiani,
Gabriele Tesauri,
Massimo Nicolini, Matteo Alì
dal 14 al 17 novembre
Sala InterAction
Progetto U.R.T.
Compagnia Jurij Ferrini
con il sostegno del
Festival Internazionale di
Andria Castel dei Mondi
RODAGGIO MATRIMONIALE
di Tennessee Williams
con Jurij Ferrini, Eva Cambiale,
Isabella Macchi, Carlo Orlando
regia Jurij Ferrini
dal 21 al 25 novembre
Sala Grande
Teatro Stabile di Calabria
Teatro Quirino
MISERIA E NOBILTÀ
di Eduardo Scarpetta
con Geppy Gleijeses, Lello Arena,
Marianella Bargilli
e con Gigi De Luca
regia Geppy Gleijeses
27 novembre Sala Grande
Promo Music
OCCIDENTE ESTREMO
VI RACCONTO IL NOSTRO FUTURO
di e con Federico Rampini
regia Antonio Petris
dal 5 al 7 dicembre
Sala InterAction
Les Enfants du Paradis
Festival della Narrazione
di Arzo - Svizzera
Esteuropaovest Festival
MATTEI
PETROLIO E FANGO
di e con Giorgio Felicetti
testo teatrale Francesco Niccolini
e Giorgio Felicetti
dal 6 al 9 dicembre
Sala Grande
Cardellino srl
IL NIPOTE DI RAMEAU
da un trattato filosofico di
Denis Diderot
traduzione e adattamento
Edoardo Erba e Silvio Orlando
con Silvio Orlando,
Amerigo Fontani,
Maria Laura Rondanini
regia Silvio Orlando
dal 14 al 16 dicembre
Sala Grande
Nuovo Teatro
e Teatro Stabile dell'Umbria
presentano
Stefano Accorsi in
FURIOSO ORLANDO
BALLATA IN ARIOSTESCHE RIME
PER UN CAVALIER NARRANTE
liberamente tratto da
L’Orlando Furioso
di Ludovico Ariosto
adattamento teatrale e regia
Marco Baliani
e con Nina Savary
dal 18 dic. al 13 gennaio
Sala Grande
Nuova Scena - Arena del Sole
Teatro Stabile di Bologna
IL MALANNO IMMAGINARIO
di Francesco Freyrie
liberamente ispirato a
Il Malato immaginario di Molière
con Vito, Claudia Penoni,
Paolo Maria Veronica,
Roberto Malandrino,
Maria Vittoria Scarlattei
regia Daniele Sala
PRIMA NAZIONALE
19, 20 dicembre
Sala InterAction
Fondazione Atlantide
Teatro Stabile di Verona
PICCOLI CRIMINI CONIUGALI
di Éric-Emmanuel Schmitt
con Paolo Valerio e Elena Giusti
regia Alessandro Maggi
dal 17 al 20 gennaio
Sala Grande
BAM teatro/ Vasquez Y Pepita
QUI E ORA
di Mattia Torre
con Valerio Mastandrea
e Valerio Aprea
regia Mattia Torre
22, 23 gennaio Sala Grande
Teatro del Carretto in
AMLETO
da William Shakespeare
adattamento e regia
Maria Grazia Cipriani
scene e costumi
Graziano Gregori
dal 22 gen. al 10 febbraio
Teatro delle Moline
Nuova Scena - Arena del Sole
Teatro Stabile di Bologna
LA MARIA DEI DADI DA BRODO
testo e regia
Marinella Manicardi
collaborazione drammaturgica
Federica Iacobelli
con Marinella Manicardi
e Daniele Furlati
musiche originali Daniele Furlati
26, 27 gennaio Sala Grande
KaraKasa Circus
CASA DOLCE CASA
SPETTACOLO DI TEATRO ACROBATICO
DELL’EUROPA DELL’EST
di Marcello Chiarenza
e Alessandro Serena
29, 30 gennaio Sala Grande
Teatro Stabile del Veneto
Accademia Perduta/
Romagna Teatri
OSCURA IMMENSITÀ
di Massimo Carlotto
tratto dal proprio romanzo
L’oscura immensità della morte
con Giulio Scarpati,
Claudio Casadio
regia Alessandro Gassmann
dall’1 al 3 febbraio
Sala Grande
Bags Entertainement
OPEN
uno show di Daniel Ezralow
e Arabella Holzbog
coreografie Daniel Ezralow
con la DEConstructions
Dance Company
5 febbraio Sala Grande
Gershwin Spettacoli
con il patrocinio di
F.A.I. Fondo Ambiente Italiano
VANDALI
L'ASSALTO ALLE BELLEZZE D'ITALIA
di e con Gian Antonio Stella
e Gualtiero Bertelli
6, 7 febbraio
Sala InterAction
Associazione Figli d'Arte Cuticchio
O A PALERMO
O ALL’INFERNO*
LO SBARCO DI GARIBALDI IN SICILIA
ideazione scenica, drammaturgia
e regia Mimmo Cuticchio
Oprante – contastorie:
Mimmo Cuticchio
Manianti e combattenti:
Giacomo Cuticchio, Fulvio Verna,
Tania Giordano
dall’8 al 10 febbraio
Sala Grande
Teatro Stabile della Sardegna
Teatro Metastasio
Stabile della Toscana
I FRATELLI KARAMAZOV
dal romanzo di
Fëdor Michailovič Dostoevskij
drammaturgia Roberta Arcelloni
e Guido De Monticelli
regia Guido De Monticelli
con le compagnie del Teatro Stabile
della Sardegna e del Teatro
Metastasio Stabile della Toscana
12, 13 febbraio
Sala InterAction
ALDES
in collaborazione con
Fond. Università di Ca' Foscari/
Teatro di Ca' Foscari
e Associazione Didee (TO)
CARNE TRITA
CONCERTO PER VOCE E DANZA
progetto, regia, coreografia
Roberto Castello
interpreti
Maria Francesca Guerra
Alessandra Moretti
Fabio Pagano, Giselda Ranieri
Irene Russolillo
spettacolo presentato in
collaborazione con ATERDANZA
dal 13 al 16 febbraio
Teatro delle Moline
Biancofango
La Corte Ospitale
Officina 1011 di
Triangolo Scaleno Teatro
PORCO MONDO
drammaturgia
Francesca Macrì
e Andrea Trapani
regia Francesca Macrì
con Aida Talliente
e Andrea Trapani
dal 14 al 17 febbraio
Sala Grande
CTB Teatro Stabile di Brescia
Teatro de Gli Incamminati
Franco Branciaroli
e Tommaso Cardarelli in
SERVO DI SCENA
di Ronald Harwood
traduzione Masolino D'Amico
regia Franco Branciaroli
dal 20 al 24 febbraio
Teatro delle Moline
Nuova Scena - Arena del Sole
Teatro Stabile di Bologna
CORPI IMPURI
di e con Marinella Manicardi
realizzato in collaborazione con
Festival Filosofia 2011, Centro di
ricerca delle donne di Modena
23, 24 febbraio
Sala Grande
Teatro de Gli Incamminati
Diablogues/
Compagnia Vetrano-Randisi
FANTASMI
da Luigi Pirandello
e Franco Scaldati
testo e regia Enzo Vetrano
e Stefano Randisi
con Enzo Vetrano, Stefano Randisi
e Margherita Smedile
dal 26 feb. al 3 marzo
Sala Grande
Teatro Stabile di Napoli
Fondazione Campania
dei Festival
ANTIGONE
di Valeria Parrella
regia Luca De Fusco
con Gaia Aprea, Anita Bartolucci
Fabrizio Nevola, Giacinto Palmarini
Alfonso Postiglione, Nunzia Schiano
Paolo Serra, Dalal Suleiman
5, 6 marzo
Sala Grande
Troubleyn/Jan Fabre
(Antwerp, BE)
in coproduzione con Maribor 2012
(European Capital of Culture - SL)
DRUGS KEPT ME ALIVE
testo, regia, coreografia
Jan Fabre
drammaturgia Miet Martens
con Antony Rizzi
spettacolo presentato in
collaborazione con ATERDANZA
dal 4 al 14 aprile
Sala Grande
Nuova Scena - Arena del Sole
Teatro Stabile di Bologna
Associaz. Arte e Salute onlus
LA VITA DI MARIE CURIE
MISÊRIA E NUBILTÈ
tratto da Il Fuoco del radio.
di Nanni Garella
Dialoghi con Madame Curie di
Simona Cerrato e Luisa Crismani da Eduardo Scarpetta
con Marina Pitta e Briana Zaki con Vito, Umberto Bortolani
e Nanni Garella
regia Irene Ros
regia Nanni Garella
PRIMA NAZIONALE
12 marzo
Sala Grande
11, 12 aprile
Sicilia Teatro Associazione
Sala InterAction
PER NON MORIRE DI MAFIA
Fond. Campania dei Festival
di Pietro Grasso
Napoli Teatro Festival Italia
versione scenica Nicola Fano
Compagnia Enzo Moscato
adattamento drammaturgico
TA-KAI-TA*
Margherita Rubino
EDUARDO PER EDUARDO
con Sebastiano Lo Monaco
testo e regia Enzo Moscato
regia Alessio Pizzech
con Isa Danieli e Enzo Moscato
dal 7 al 10 marzo
Teatro delle Moline
Ursa Maior Teatro
QUELLA LUCE BLU
dal 14 al 17 marzo Sala Grande
Fond. del Teatro Stabile di Torino
Teatro Stabile del Veneto
MACBETH
di William Shakespeare
traduzione Nadia Fusini
con Giuseppe Battiston,
Frédérique Loliée
regia Andrea De Rosa
dal 15 al 17 marzo
Sala InterAction
Società per Attori
MUMBLE MUMBLE
OVVERO CONFESSIONI
DI UN ORFANO D’ARTE
di Emanuele Salce
e Andrea Pergolari
con Emanuele Salce
e Paolo Giommarelli
dal 18 al 21 aprile
Sala Grande
Agidi srl presenta
OPEN DAY
di Walter Fontana
con Angela Finocchiaro
e Michele Di Mauro
regia Ruggero Cara
dal 19 al 21 aprile
Sala InterAction
Fond. Salerno Contemporanea
Teatro stabile di innovazione
ANNA CAPPELLI
di Annibale Ruccello
con Maria Paiato
regia Pierpaolo Sepe
dal 20 al 24 marzo
Teatro delle Moline
Ass. Culturale Le Belle Bandiere
BARNUM
di e con Elena Bucci
al pianoforte Dimitri Sillato
22 marzo
Sala Grande
Ass. cult. Artisti Riuniti e Palomar
in collaborazione con PAV
e Teatro della Tosse
SIAMOSOLONOI
drammaturgia Marco Andreoli
con Michele Riondino,
Maria Sole Mansutti
regia Circo Bordeaux
* spettacoli presentati
in collaborazione con
CENTRO LA SOFFITTA
DEL DIPARTIMENTO
DELLE ARTI VISIVE,
PERFORMATIVE E MEDIALI
ALMA MATER STUDIORUM
UNIVERSITÀ DI BOLOGNA
MARZO - APRILE 2013. ANNO XVII I N. 2
Spettacoli
Formazione
Informazioni
Drugs Kept Me Alive
pag
7
Quella luce blu
pag
9
Per non morire di mafia
pag 11
Macbeth
pag 13
Mumble mumble
pag 15
Barnum
pag 17
siamosolonoi
pag 19
Misêria e nubiltè
pag 21
Ta-kai-ta
pag 23
Open Day
pag 25
Anna Cappelli
pag 27
Laboratori teatrali
pag 29
Scuola & Teatro
pag 31
Informazioni biglietteria
pag 33
Staff
pag 34
Ringraziamenti
pag 35
DIRETTORE RESPONSABILE: BRUNO DAMINI
IN REDAZIONE: DONATELLA FRANZONI, FRANCESCA FERRI,
GIACOMO GIUGGIOLI, TOMMASO SIMILI
LE FOTO DI SCENA DEGLI SPETTACOLI PRODOTTI
DALL’ARENA DEL SOLE – TEATRO STABILE DI BOLOGNA
SONO DI RAFFAELLA CAVALIERI E LUCA SGAMELLOTTI
DIREZIONE E REDAZIONE: VIA INDIPENDENZA, 44
40121 BOLOGNA - TEL. 051.2910.911
WWW.ARENADELSOLE.IT [email protected]
IN COPERTINA:
ANTONY RIZZI IN “DRUGS KEPT ME ALINE”
REGIA DI JAN FABRE
(PH WONGE BERGMANN)
AUTORIZZAZIONE TRIBUNALE DI BOLOGNA
N. 6393 DEL 26.01.1995
ph Luca Sgamellotti
5 e 6 marzo SALA GRANDE
Drugs Kept Me Alive
testo, regia, scenografia Jan Fabre - drammaturgia Miet Martens - con Antony Rizzi
musiche Dimitri Brusselmans - costumi Andrea Kränzlin - coordinamento tecnico Geert Van der Auwera
TROUBLEYN/JAN FABRE (ANTWERP, BELGIO)
in coproduzione con MARIBOR 2012 (EUROPEAN CAPITAL OF CULTURE - SLOVENIA)
ore 21
Spettacolo compreso negli abbonamenti:
Interazioni Contemporanee - Danza
spettacolo presentato in collaborazione
con ATERDANZA
La mia droga si chiama Jan Fabre
Un grande mago del teatro moderno, Jan
Fabre – artista tra i più innovativi della scena contemporanea, promotore di una ricerca artistica tesa ad oltrepassare le barriere
espressive – affida una pièce sull’estasi e
l’abisso ad Antony Rizzi, performer e danzatore che ha lavorato in diversi spettacoli
dello stesso Fabre e con altri coreografi di
primo piano della danza contemporanea
come William Forsythe.
Tra danza e teatro, Drugs kept me alive è il
monologo di un sopravvissuto, un uomo la
cui vita scorre a filo con la morte, che ha
tentato ogni possibile via di uscita ma ha
deciso di giocare d'azzardo: più la morte si
avvicina, più pillole, bustine e miscele gli
sono necessarie. Sprofonda così nel magma
di ciò che lo tiene in vita: il desiderio logorante di intossicarsi. La sua immaginazione
crea fate morgane, miraggi che lo avvolgono dolcemente provocandogli un'immensa
felicità. È proprio questa continua intensità
a nutrire la sua ossessione fino all’estasi.
Ma anche un’altra potente droga kept him
alive, lo ha tenuto e continua a tenerlo in
vita: il suo sense of humour…
«Sono una farmacia danzante!» esclama il
performer in uno spazio scenico delimitato
da centinaia di boccette di farmaci. Eccentrico e schizzato, con cappello, guanti e
scarpe bianchi, accennando passi di danza,
Antony Rizzi si presenta al pubblico con il
proprio nome e cognome e si racconta, attraverso un linguaggio esplicito e l’enumerazione di droghe, la cui assunzione sembra
il rimedio per “riuscire ad ammantare di
arte la miseria del mondo”, fino al finale
poetico tra centinaia di bolle di sapone.
Antony Rizzi (ph Wonge Bergmann)
Jan Fabre (Anversa, 1958) è artista visivo,
coreografo, regista teatrale e scenografo
belga, sempre teso verso una ricerca artistica che oltrepassi le barriere espressive. Diplomatosi all’Istituto di Arti Decorative e
all'Académie Royale des Beaux-Arts di Anversa, città natale dove ha diretto i suoi
primi spettacoli teatrali nei primi anni 80,
nel 1984 presenta alla Biennale di Venezia
The power of theatrical madness, spettacolo
che connota ancora più chiaramente il suo
stile eccessivo e "crudele", e conferma la
tendenza totalizzante e interdisciplinare
della sua ricerca, sempre tesa a espandere
gli orizzonti in ogni disciplina su cui applica
la sua visione artistica. Troubleyn/Jan Fabre
è la compagnia teatrale, con un’intensa attività internazionale, che vede Fabre nelle
vesti di direttore artistico sin dalla sua fondazione nel 1986.
7
dal 7 al 10 marzo TEATRO DELLE MOLINE
Quella luce blu
LA VITA DI MARIE CURIE
tratto da Il Fuoco del radio. Dialoghi con Madame Curie di Simona Cerrato e Luisa Crismani
con Marina Pitta e Briana Zaki - con la collaborazione di Marco Mattiuzzo (voce registrata)
regia Irene Ros - referente scientifico Francesca Vidotto • URSA MAIOR TEATRO
ore 21.15
domenica ore 17
Memorie al radio
Premio Nobel per la Fisica nel 1903 insieme al marito Pierre per i loro studi sulle radiazioni, Marie Curie è quasi evocata in
questo spettacolo dalla figlia Irene, che asseconda con affetto il suo delirante dialogo
con una vecchia radio.
Stralci di un’intervista in cui la celebre
scienziata rievoca i passaggi cruciali della
sua vita lasciando fluire i ricordi della sua
ricerca come fosse il racconto di una storia
d’amore ma anche sollevando questioni di
massima importanza come la responsabilità
dello scienziato nei confronti dell’umanità
intera.
Uno spettacolo ambientato interamente in
una cucina, dove gli strumenti domestici
diventano evocazioni febbrili di una vita
dedicata alla ricerca e illuminata dall'amore
per il marito: dall’annuncio della morte del
marito inscenato attraverso un coltello piantato in un tagliere, fino alla rappresentazione della fissione nucleare modellata su
gnocchi di patate che si sfaldano, della ricerca degli elementi presenti nella materia
simboleggiata dalla rottura dei gusci di noce.
È l’aspetto umano della scienziata a trasparire, il suo sforzo di abbattere i pregiudizi
sull’attività di una donna in un ambiente
maschile, diventando quasi un personaggio
pirandelliano, che si rivolge agli spettatori e
all’autrice con la stessa amarezza dei Sei
Personaggi: «E si vorrebbe che adesso, qui,
in questo luogo, io, e tu, e altri, rivivessimo
in breve tempo le nostre esperienze di anni,
profonde, entusiasmanti, faticose. Ah! la
fatica! Questo solletica molto la curiosità
della gente!»
Marina Pitta (ph Tamara Casula)
Ursa Maior è un gruppo di professionisti,
nato per dare spazio ad artisti appartenenti
a diverse aree con diversi percorsi formativi
alle spalle, che dal 2002 opera nel campo
del teatro allestendo spettacoli per bambini
ed adulti, organizzando eventi e proponendo laboratori che si avvalgono delle potenzialità aggregative e formative della pratica
teatrale, spesso in collaborazione con diverse istituzioni e realtà culturali. Nel settembre 2008 ha partecipato alla Semifinale del
Premio Scenario Infanzia con Ho perso il
mio orsacchiotto bianco, percorso sensoriale
per bambini da 1 a 3 anni. Cura inoltre la
direzione artistica della rassegna “Senza
frac nero né cilindro” all’Oratorio S. Filippo
Neri della Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna.
9
12 marzo SALA GRANDE
Per non morire di mafia
di Pietro Grasso - versione scenica Nicola Fano - adattamento drammaturgico Margherita Rubino
con Sebastiano Lo Monaco - regia Alessio Pizzech - musiche Dario Arcidiacono
scene Giacomo Tringali - costumi Cristina Darold - luci Luigi Ascione - canti tradizionali Clara Salvo
SICILIA TEATRO ASSOCIAZIONE
ore 21
Spettacolo in opzione nell’abbonamento
InterAction 12, 13, 14, 15 spettacoli
Conversazione in Sicilia
di Alessio Pizzech
Non un semplice spettacolo ma un ritratto,
un’indagine emotiva, una discesa nel cuore
vibrante del lucido pensiero di un uomo che
ha dedicato e sta dedicando la sua vita alla
lotta contro il crimine per il trionfo della legalità.
Lo immagino in una stanza. Lui è lì al suo
tavolo, forse sta lavorando, forse, stanco,
sta pensando, forse sta tenendo una lezione, quello che è certo è che lo spettatore si
trova partecipe di una riflessione sorprendente per la sua vitalità intellettuale. Il tempo dello spettatore è lo stesso del protagonista sul palcoscenico. Il tempo della finzione corrisponde perfettamente allo sviluppo
dell‘intera pièce che si dipana così tra il
momento didattico, quello comico e quello
che definirei tragico nel senso antico della
parola. Il protagonista/attore narra i tempi
moderni come l’aedo cantava la guerra di
Troia e ci invita alla speranza, al valore supremo e antico del rispetto della legge dello
stato ma guidato da una più profonda legge morale.
Un uomo/attore che dialoga con sé stesso e
con il pubblico. Un dialogo lucido in cui i
segni tracciati sulla lavagna diventano il
concretizzarsi di un percorso di pensiero che
scava nella memoria che fa della storia il
proprio strumento di orientamento. Un pensiero assolutamente urgente e necessario
che viaggia sul delicato binario della contraddizione. Un aspetto, quest’ultimo, che
trova la sua sintesi nel senso del dovere,
forte e al quale rispondere con una profonda e sana morale individuale.
Sebastiano Lo Monaco (ph Margherita Mirabella)
Il nostro protagonista si stacca così dalla
vicenda squisitamente autobiografica e diviene teatralmente simbolo di un nuovo cittadino. L’istante si allarga a un gioco di sottile ironia che colora talora la narrazione e
il protagonista / narratore si pone al centro
di una rivoluzione copernicana che ribalta
la visione più praticata della mafia e del
malessere sociale che avvolge il nostro paese. Come un nuovo Galileo, ci offre un
nuovo telescopio per scrutare l’universo che
ci circonda: ci permette di sapere. Il monologo rispecchia una condizione di solitudine
del personaggio in cui i pochi segni scenici
raccontano il mondo che egli evoca ripercorrendo la propria vita tra il personale e il
professionale.
11
dal 14 al 17 marzo SALA GRANDE
Macbeth di William Shakespeare - traduzione Nadia Fusini - regia Andrea De Rosa
con Giuseppe Battiston, Frédérique Loliée, Ivan Alovisio, Marco Vergani, Riccardo Lombardo,
Stefano Scandaletti, Valentina Diana, Gennaro Di Colandrea - spazio scenico Nicolas Bovey e
Andrea De Rosa - costumi Fabio Sonnino - luci Pasquale Mari - suono Hubert Westkemper
FONDAZIONE DEL TEATRO STABILE DI TORINO e TEATRO STABILE DEL VENETO "CARLO GOLDONI"
ore 21
domenica ore 16
Spettacolo compreso negli abbonamenti:
InterAction 12, 13, 14, 15 spettacoli
Domenica Teatro
Un’ombra in cammino
Giuseppe Battiston (ph Bepi Caroli)
Giuseppe Battiston, uno dei più apprezzati
e talentuosi interpreti del panorama cinematografico e teatrale italiano, vincitore del
premio Ubu 2009 come migliore attore per
Orson Welles’ Roast, veste ora i panni di
Macbeth, spettacolo che conclude proprio
all’Arena del Sole la sua tournée. Andrea
De Rosa dirige quella che è la più breve tra
le tragedie shakespeariane, musicata da
Giuseppe Verdi e al centro di famose trasposizioni cinematografiche firmate da registi del calibro di Orson Wells, Akira Kurosawa e Roman Polanski. Una messinscena
in chiave contemporanea, sottolineata anche dall'ambientazione – un interno in puro
stile novecento –, che accentua l’elemento
psicologico e al contempo orrorifico della
tragedia, con scene forti debitrici del cinema di David Cronenberg.
Macbeth è uno dei personaggi più attuali
del corpus shakespeariano. Il contrasto tra
pensiero e azione, la percezione di essere
intrappolato in una rete di incubi soffocanti,
la disperazione, il conflitto tra ambizione e
senso di giustizia, l’essere preda di un ingranaggio infernale di fronte al quale il libero arbitrio deve arrendersi: questi sono i
termini per l’identificazione con la nostra
parte più oscura, il nostro demone personale. Stretta tra la determinazione nell’essere
motore di violenza e i frammenti di una
dolcezza che emerge da un tempo lontano,
il personaggio di Lady Macbeth, fragile e
compassionevole, crolla quando ha finalmente ottenuto il titolo di regina, incapace
di uscire da una nevrosi che la renderà una
figura speciale agli occhi di Sigmund Freud
nel suo celebre saggio del 1916. «Quando
h l
ll
d ll’
d
ho lavorato rato alla messa in scena
dell’opera di Giuseppe Verdi, nel 2008 –
scrive Andrea De Rosa –, mi tornava spesso
in mente la frase di un filosofo che diceva
che, tra tutti i mali, il peggiore che si possa
immaginare è quello che i nostri desideri si
avverino. Ho capito il senso di questo paradosso solo di fronte a Macbeth. Quello che
le streghe gli rivelano è il suo desiderio più
nascosto e inconfessabile. Il suo tragico destino è legato indissolubilmente all’avverarsi di quel desiderio. Lontano da qualunque anacronistica tentazione psicanalitica,
penso che sia lì, nel dire i propri sogni e desideri, che il lato oscuro di Macbeth prende
forma (nella raffinata indagine psicologica
medievale si fa chiaro che nei sogni non si
agisce, ma si viene agiti). È lì che il lato più
misterioso dell’esistenza si affaccia, in forma di visione, di felicità, di terrore».
13
dal 15 al 17 marzo SALA INTERACTION
Mumble mumble
OVVERO CONFESSIONI DI UN ORFANO D’ARTE
di Emanuele Salce e Andrea Pergolari
con Emanuele Salce e Paolo Giommarelli
SOCIETÀ PER ATTORI
ore 21.30
domenica ore 16.30
Chi è di scena
Emanuele Salce è un doppio figlio d’arte: il
suo padre naturale è Luciano Salce, attore
di oltre 50 film, autore teatrale e televisivo
ma soprattutto regista di Fantozzi, Il federale e La voglia matta, mentre quello adottivo
è stato Vittorio Gassman, secondo marito
della madre Diletta D’Andrea, con cui è
cresciuto. In Mumble mumble questo “orfano” d’arte – secondo un più appropriato
aggiornamento –, si racconta al pubblico,
vero e immaginario, facendo i conti con i
propri padri e con la sua professione, tra
realtà e fantasia, documentazione e finzione. Nella solitudine di un camerino improvvisato, nella più profonda provincia italiana,
si consuma l’autodafé di un non più giovane attore, impegnato a sperimentare la
spericolata messinscena di un importante
testo letterario, sperando nel conforto della
presenza anche di un solo spettatore. Con il
controcanto ironico di un personaggio guida, ora confessore ora giudice ora filosofo,
si intrecciano così considerazioni sul teatro,
l’arte e la vita, facendosi strada progressivamente il percorso iniziatico di un attore
che rifiuta di essere tale e che, per confessarsi, sceglie la strada più radicale:
l’esorcismo delle proprie paure che sfocia in
una memoria d’amore e di morte sempre
più incontrollabile, grottesca, tragicomica,
assurda, eppure terribilmente vera. Tante
storie, tanti piccoli personaggi, tanti ambienti, tanti volti sfilano in un caleidoscopio
di ricordi, fra l’Italia e l’Australia, funerali e
disavventure amorose, raccontati con la
leggerezza acuta e ironica tipica della
“commedia all’italiana”, per approdare ad
15
Spettacolo compreso nell’abbonamento
Interazioni Contemporanee
Emanuele Salce
una pacificazione finale che è solo l’inizio di
un nuovo percorso di vita.
«Dato per disperso fino alla metà degli anni
Novanta circa, riapparve fra stupore e disappunto, come attore a fianco del patrigno
Vittorio Gassman. Da allora, per ragioni
ancora ignote, insiste a calcare le scene».
Così si descrive Emanuele Salce nella nota
biografica della monografia Luciano Salce.
Una vita spettacolare (Edilazio 2009), che
con Andrea Pergolari ha dedicato al padre
a vent'anni dalla sua scomparsa. Classe
1966, esordisce davanti alla macchina da
presa a 16 anni, proprio con Vittorio Gassman, nell’emblematico Di padre in figlio.
Ha poi interpretato film di Ettore Scola, Pupi
Avati e Ricky Tognazzi e diretto i documentari dedicati alle figure paterne La lunga
strada e L’uomo dalla bocca storta.
dal 20 al 24 marzo TEATRO DELLE MOLINE
Barnum
di e con Elena Bucci - al pianoforte Dimitri Sillato
cura del suono, registrazioni e live electronics Raffaele Bassetti - luci Loredana Oddone
scene e macchinismo Giovanni Macis - scene e costumi Nomadea
installazioni Claudio Ballestracci • ASSOCIAZIONE CULTURALE LE BELLE BANDIERE
ore 21.15
domenica ore 17
Il circo della vita
di Elena Bucci
Barnum è il circo nel quale stiamo.
Niente dolce malinconia, niente facili applausi.
Barnum è il circo sempre diverso nel quale
ci esibiamo, attraverso numeri messi a punto con precisione e fanfaroneria, con studiata esperienza e meticoloso ingegno o
con l’arte dell’improvvisazione: la vertiginosa sequenza dei salti mortali che vanno dalla nascita all’adolescenza alla maturità,
passando per le capriole dell’innamoramento e il passaggio nel cerchio di
fuoco delle relazioni, la clownerie involontaria di fronte ai mutamenti veloci del nostro tempo, l’ammaestramento paziente di
noi stessi e delle persone che ci stanno intorno per giungere a uno spettacolo di divertita e divertente armonia.
Barnum è un carrozzone nomade vagante
nel presente e che soltanto apparentemente
è abbarbicato a una terra o a una città. In
realtà viene da lontano portando nel dna
personaggi sconosciuti e di certo presto
partirà per destinazione ignota. (…)
Barnum è una scusa per scrivere senza essere scrittrice, cantare senza essere cantante e danzare senza essere danzatrice.
Barnum è la lanterna magica delle immagini indelebili che mi hanno reso quello che
sono e dove risuonano il mio dialetto e le
parlate e i canti impigliati tra i miei ricordi.
Barnum è il luogo dove posso parlare compiutamente la mia lingua mista, fatta di parole, suoni inventati, canto e danza e di
qualcosa d’altro che non so quando tutto
questo non basta a dire il sentimento.
Elena Bucci (ph Lilith Grassi)
Barnum è la mia musica.
(…) In questo caleidoscopio di avvenimenti
dolorosi e gioiosi, minuscoli o decisivi, delineo un filo che mi riporta alla mia inventata
biografia: una vita che, pur partendo da
elementi della memoria e degli incontri, si
trasforma in iperbolica avventura.
Mi è più facile così, attraverso la lente del
grottesco e del canto, raccontare dei particolari che mi commuovono, dei fallimenti,
delle vittorie, della misteriosa tessitura
dell’esistenza.
Barnum è un infinitamente piccolo, dal quale trovo la forza di guardare l’infinito.
E poi, senza fare nomi di persone che non
lo vorrebbero, è una dedica ai maestri che
ci stanno abbandonando.
17
22 marzo SALA GRANDE
siamosolonoi
drammaturgia Marco Andreoli - con Michele Riondino, Maria Sole Mansutti
regia Circo Bordeaux - scene Fabrizio Darpino - trucco e costumi Eva Nestori
disegno luci Luigi Biondi - musiche Teho Teardo
ASSOCIAZIONE CULTURALE ARTISTI RIUNITI per PALOMAR in collaborazione con PAV e TEATRO DELLA TOSSE
ore 21
Duello in cucina
di Michele Riondino
Una cucina. E nella cucina un tavolo, qualche sedia, un piccolo albero di Natale, un
frigorifero. E sul frigorifero, seduta come si
mettono a sedere le bambole, una bambola. Di pezza. Che si chiama Ada. E poi c’è
qualche macchia di sangue. E la mano di
un uomo morto che sbuca da una lenzuolo
arancione. E infine c’è Savino, che stringe i
pugni, distoglie lo sguardo e pensa; pensa
a quanto tempo gli rimanga per mettere
ogni cosa al suo posto.
siamosolonoi è un piccolo romanzo di formazione, un rapido bildungsroman, nel cui
spettro si comprimono e si consumano
l’elaborazione di un lutto, la verità di una
colpa, il senso segreto dell’abbandono. Ada, come ogni gioco riempito di anima, vive
e interpreta i personaggi, i desideri e le
paure che smarginano dalla testa di Savino.
Ecco che allora, in questa cucina da pulire e
riordinare, si scatenano duelli fatali e vendette violente, messinscene nere o leggere
da morire, racconti di ambasciatori d’altri
tempi o di madonne diseredate. Ma una
stanza del genere deve contenere anche la
vita quotidiana, così come solo la mente di
un bambino abbandonato può desiderarla:
nient’altro che un piccolo mondo infinito
nel quale preparare il pranzo e guardare la
tv, nel quale allevare mille figli, uno diverso
dall’altro, nel quale ci si stringe la mano o
ci si scopre gelosi per il solo gusto di farlo.
Questo racconto articolato, dall’andamento
sinusoidale, prodigo di immagini e di alternanze, non è altro che la metafora di un
percorso umano di privazione e di liberazione, di conquista e di sconfitta. Un per-
Spettacolo compreso nell’abbonamento
Interazioni Contemporanee
ph Giuseppe Di Stefano
corso - va da sé - necessario quanto inevitabile; perché taglia, senza fraintendimento
alcuno, la superficie chiara e delicata della
coscienza individuale. Il tempo, la memoria,
la percezione del reale: sono queste le variabili distorsive che alimentano e consumano l’amore patologico, possessivo, infantile che unisce Savino alla sua bambola Ada. (…) Un uomo e una donna: eccoli, dopotutto, i fuochi ineludibili su cui si tende
l’ellisse di questo lavoro. In un confronto
che al tempo stesso vuole essere spietato e
dolcissimo e che trova nella parola e
nell’azione la sua pretesa universalità. Senza per questo voler mai dichiarare né il vinto né il vincitore.
19
dal 4 al 14 aprile SALA GRANDE
Misêria e nubiltè di Nanni Garella da Miseria e nobiltà di Eduardo Scarpetta
regia Nanni Garella - con Vito, Umberto Bortolani, Carolina Cangini, Luca Formica, Pamela Giannasi,
Mariarosa Iattoni, Iole Mazzetti, Fabio Molinari, Mirco Nanni, Lucio Polazzi, Deborah Quintavalle,
Moreno Rimondi, Roberto Risi e la partecipazione straordinaria di Nanni Garella - scene e costumi
Antonio Fiorentino - luci Gigi Saccomandi – musiche originali Leonildo e Marco Marcheselli
NUOVA SCENA - ARENA DEL SOLE - TEATRO STABILE DI BOLOGNA e ASSOCIAZIONE ARTE E SALUTE ONLUS
PRIMA NAZIONALE
Spettacolo compreso negli abbonamenti:
Interazioni Contemporanee
Teatro col Sorriso
In opzione Abbonamento InterAction
Note di Nanni Garella
ph Raffaella Cavalieri
ore 21 - domenica ore 16
lunedì riposo
La lingua teatrale italiana, a differenza di altre
lingue neolatine, possiede un altissimo grado
di convenzionalità; è meno parlabile di altre
lingue europee, meno elastica, meno espressiva. La ragione di questa debolezza risiede
molto probabilmente nella genesi stessa
dell’italiano come lingua, oltre che nella
frammentazione politica dell’Italia dalla caduta dell’impero romano all’unità. (…) E la nostra letteratura ha sempre rapporti diretti o
indiretti, comunque molto stretti e fondanti,
con i dialetti. È una particolarità tutta italiana
quella della nascita e dello sviluppo di una
lingua nazionale che non riesce a sciogliere,
per così dire, i suoi nodi dialettali. Non a caso
molti grandi autori teatrali italiani hanno scelto, grosso modo, due strade nell’uso della lingua: o il dialetto tout court (Ruzante, Goldoni,
Scarpetta, De Filippo) o una sorta di costruzione/traduzione dalle lingue dialettali (Verga,
Svevo, Pirandello, Alfieri). La lingua del Teatro
deve per necessità essere comprensibile, diretta, parlabile; ed è naturale che gli attori e
gli autori teatrali affondino le mani nel loro
retroterra linguistico popolare, nelle parole e
nei modi di parlare della loro infanzia o
dell’infanzia dei loro personaggi. (…) È il caso
di questa nuova edizione di Miseria e nobiltà:
un’opera tradotta in lingua bolognese da una
commedia in lingua napoletana, a sua volta
tratta da una commedia francese. Da anni il
tema delle diversità attraversa il mio lavoro:
diversità come handicap fisico o psichico, diversità come povertà ed emarginazione, ma
anche diversità linguistica. (…) Immagino quel
mondo quando penso a Miseria e nobiltà. Un
mondo affamato, disperato, violento; e allo
stesso tempo vitale, ricco di fantasia e di speranze. E cerco di ascoltare il suono caotico di
una lingua popolare, di un dialetto vivo, non
ancora appiattito dall’italiano televisivo. È una
lingua lessicalmente povera, un po’ sgangherata, inascoltata dalla letteratura contemporanea, eppure così piena di significati imprevedibili, di parole sonore come musica. Ho
tentato più volte, nei miei spettacoli, di rivitalizzare la lingua teatrale italiana attraverso la
grande tradizione dialettale (Arlecchino, Ista
laus, Campiello, Il medico dei pazzi) cercando
di rintracciare, nel calderone linguistico del
nostro paese, una tessitura comune di parole,
una radice della nostra identità nazionale.
Miseria e nobiltà mi dà occasione di continuare questo lavoro sulla lingua dialettale, in particolare quella bolognese, che non mi appartiene per nascita, ma che ho imparato ad ascoltare e ad amare.
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11 e 12 aprile SALA INTERACTION
Ta-kai-ta EDUARDO PER EDUARDO
testo e regia Enzo Moscato
con Isa Danieli e Enzo Moscato
scena Tata Barbalato - costumi Giuliana Colzi - luci Donamos
FONDAZIONE CAMPANIA DEI FESTIVAL - NAPOLI TEATRO FESTIVAL ITALIA e COMPAGNIA ENZO MOSCATO
ore 21.30
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Spettacolo compreso nell’abbonamento
Interazioni Contemporanee
Lo spettacolo è presentato in collaborazione
con CENTRO LA SOFFITTA
Per Eduardo
di Enzo Moscato
Tà-kài-Tà (“Questo e Quello”, in greco antico ), non è un testo “da” ma “su” Eduardo
De Filippo. Non è un racconto né una sorta
di sinossi riepilogativa della sua vicenda artistica ed umana. Così come non si basa –
né vuole farlo – su alcun dato biografico
“scientifico” o storicamente fondato sulla
vita, interiore ed esteriore, che a lui è toccato “veramente” di condurre.
È piuttosto un periplo immaginario, fantastico, (e quello della fantasia è l’unico dono
“vero”, forse, che un drammaturgo, un fingitore d’emozioni e vita, può fare a un altro
drammaturgo, un altro fingitore d’emozioni
e vita, io credo) intorno ai pensieri e ai sentimenti – ante e post mortem – che possono
avergli sfiorato, per un attimo, l’anima ed il
cuore. (…)
DEL DIPARTIMENTO DELLE ARTI VISIVE,
PERFORMATIVE E MEDIALI
UNIVERSITÀ DI BOLOGNA
nell’ambito del progetto
ENZO MOSCATO. PER EDUARDO
a cura di Marco De Marinis
mercoledì 10 aprile, ore 21, Laboratori delle Arti
RITORNANTI
di e con Enzo Moscato e con Giuseppe Affinito
regia Enzo Moscato
a seguire
I NCONTRO CON M IMMO C UTICCHIO
coordina Marco De Marinis
ingresso libero
La ragione principale della scrittura di questo testo è che davvero esso, in questo momento e in tutta Europa, se non in tutto il
mondo, è l’unico lavoro su Eduardo De Filippo scritto non da Eduardo di Filippo. (…)
Omaggio originale, creativo, non conformista che ho inteso dedicare alla figura di Luisa (“Luisella”) De Filippo, secondogenita di
Eduardo, morta bambina nell’ ultimo scorcio degli anni 50.
Quasi simbolo e metafora di quel breve
vento di rinnovamento che carezzò Napoli
dopo la seconda guerra mondiale.
Enzo Moscato e Isa Danieli (ph Francesco Squeglia)
dal 18 al 21 aprile SALA GRANDE
Open Day
di Walter Fontana - con Angela Finocchiaro e Michele Di Mauro - regia Ruggero Cara
scene e disegno luci Paolo Baroni - costumi Rosanna Monti
AGIDI SRL
ore 21
domenica ore 16
A scuola di vita
Dopo i recenti trionfi cinematografici e il
successo teatrale di Miss Universo, Angela
Finocchiaro torna a collaborare con Walter
Fontana, scrittore, sceneggiatore e autore
televisivo, già al fianco della Gialappa’s
Band in Mai dire gol e di Aldo Giovanni e
Giacomo.
Al suo fianco sulla scena Michele Di Mauro,
attore torinese che ha lavorato in teatro con
registi del calibro di Massimo Castri, Gabriele Vacis, Valter Malosti, Giampiero Solari e Valerio Binasco.
Il tutto per la regia di Ruggero Cara, tra i
fondatori dello storico Teatro del Sole, attore di cinema e teatro, dove ha lavorato con
Gabriele Salvatores, Leo de Berardinis,
Nanni Garella, Moni Ovadia e Roberto Andò, e che torna a dirigere Angela Finocchiaro dopo La stanza dei fiori di china nel 1987
e il grande successo de La misteriosa scomparsa di W nel 1994.
Open Day è uno spettacolo ironico e tagliente, nato da una domanda che riguarda
tutti noi: come si guarda al futuro quando
non sai bene come comportarti col presente?
Al centro della vicenda i tormenti di una
famiglia alle prese con una figlia adolescente. Una madre e un padre, separati da
tempo, mediamente tritati dalla vita, entrambi sui cinquanta, si ritrovano faccia a
faccia in un giorno importante: iscrivere la
figlia quattordicenne alla scuola media superiore. Sembra facile, ma non lo è. Un
semplice modulo da compilare diventa per i
due ex-coniugi un interrogatorio insidioso,
che li spinge a ripercorrere la loro vita, in
un crescendo di sottile follia.
Spettacolo compreso negli abbonamenti:
InterAction 12, 13, 14, 15 spettacoli
Domenica Teatro
Teatro col Sorriso
ph Masiar Pasquali
Tra litigi interrotti da anni, discorsi intorno a
una figlia che non si vede mai ma è al centro di tutto, licei chic con presidi analfabeti
e incursioni mentali nella Grecia del IV secolo a. C., si intrecciano tensioni, speranze
e qualche sorpresa: perché il passato non è
sempre come te lo ricordi e il futuro non è
mai come te lo immagini.
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dal 19 al 21 aprile SALA INTERACTION
Anna Cappelli, uno studio
di Annibale Ruccello - con Maria Paiato
regia Pierpaolo Sepe
scene Francesco Ghisu - costumi Gianluca Falaschi - luci Carmine Pierri
FONDAZIONE SALERNO CONTEMPORANEA TEATRO STABILE DI INNOVAZIONE
ore 21.30
domenica ore 16.30
La follia della normalità
di Pierpaolo Sepe
Maria ed io abbiamo deciso di continuare a
studiare le possibilità di messa in scena del
monologo. Dopo il lavoro su Erodiade di
Giovanni Testori, abbiamo pensato di affrontare Anna Cappelli di Annibale Ruccello. Il
testo è insidioso e pieno di trabocchetti. Il
delirio naturalistico e minimale, ambientato
in una miserabile Italietta degli anni Sessanta, a una lettura poco attenta può sembrare
scarsamente dotato di una vena originaria
limpida e necessaria; ma a uno sguardo più
accorto non sfugge la mostruosa e depravata
sottocultura piccolo-borghese che invade
ogni respiro del dramma, incarnandosi in
una donnina in apparenza docile e insignificante. L’intelligenza dell’autore sta nel nascondere, dietro la follia della normalità, un
processo culturale drammatico che ha vissuto il nostro paese: la protagonista del dramma porta in sé la miseria degli anni in cui
divenne importante avere piuttosto che essere. Il principio del possesso, che ancora guida le nostre vite, si affermò ingoiando tradizioni culturali nobili e preziose. Fu in quegli
anni che Pasolini urlò il dolore di chi avvertiva il pericolo che la sua stessa opera potesse
perdere forza poetica e politica a causa di
una dispersione drammatica di senso e di
una tentazione di immoralità capitalistica. Fu
in quegli anni che perdemmo l’onore. Fu in
quegli anni che nacquero i cannibali, i padri
della cultura odierna. Il nostro studio segna
un primo approccio a questo dramma complesso e dal significato profondo e doloroso.
È l’oscuro scrutare di Ruccello che cercheremo di restituire con adesione intellettuale ed
emotiva. (…)
Spettacolo compreso nell’abbonamento
Interazioni Contemporanee
Maria Paiato (ph Pepe Russo)
Nato a Castellammare di Stabia (NA), Annibale Ruccello, ha rivolto subito il suo interesse verso la cultura popolare della Campania e
al lavoro di ricerca di Roberto De Simone con
la Nuova Compagnia di Canto Popolare. Inizia a recitare presso la fondazione del Teatro
del Garage di Gennaro Vitiello, dove esordiscono anche altri noti artisti come Mario Martone e Enzo Moscato. Nel 1978 fonda la cooperativa Il carro e comincia a scrivere e a mettere in scena i suoi primi lavori teatrali, ispirati
in gran parte a materiali della cultura popolare. Tra i suoi lavori, il capolavoro del 1985
Ferdinando, commedia con la quale vince due
premi IDI, Anna Cappelli e Mamma: piccole
tragedie minimali. Muore ritornando da Roma
in un drammatico incidente automobilistico
sull'autostrada Roma – Napoli.
Negli ultimi anni si assiste a una riscoperta e
valorizzazione del suo repertorio e all'affermazione di Ruccello come una delle voci più
interessanti e originali del teatro italiano della
seconda metà del XX secolo.
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I laboratori dell’Arena del Sole sono rivolti a tutti: come prima
tappa di una possibile formazione professionale o - perché no? come un piccolo lusso che si concede chi ama il teatro
GENNAIO 1
Laboratori
29
GENNAIO 1
Scuola & Teatro
con il contributo di
Impegno e Creatività
I progetti rivolti a studenti e insegnanti
L’attività di promozione culturale dell’Arena
del Sole rivolta alle giovani generazioni, una
realtà permanente che sempre più si consolida e si arricchisce di progetti e di idee, mette
insieme iniziative volte a valorizzare il ruolo
che l’educazione teatrale può svolgere nella
scuola. Sintesi di questa attività è Il Teatro
delle Scuole®, la rassegna di spettacoli messi in scena dai ragazzi delle scuole di Bologna e provincia che giunge quest’anno alla
27ª edizione. Il percorso di promozione della
cultura e della pratica del teatro prosegue
anche all’interno degli istituti scolastici attraverso un’offerta laboratoriale rivolta sia agli
alunni che agli insegnanti, al fine di utilizzare
il teatro come strumento educativo per facilitare i processi di socializzazione, l’integrazione
fra differenti culture e abilità, per conseguire
maggiore consapevolezza espressiva e migliore capacità di fruizione degli spettacoli.
I mestieri del teatro
Una proposta formativa dedicata alla scoperta delle professionalità necessarie per
l’allestimento di uno spettacolo portando direttamente il teatro nelle scuole di ogni ordine e grado. Durante gli incontri nelle classi
un regista teatrale, un tecnico di produzione
e un attore si alterneranno a parlare dei segreti della messa in scena di uno spettacolo.
A conclusione degli incontri i ragazzi saranno
invitati a una visita al teatro ed eventualmente a uno spettacolo serale.
Alza la voce
Un laboratorio sulla comprensione del testo
e sulla lettura espressiva, un modo per avvicinare i giovani alla letteratura e contrastare
la decadenza culturale, per accendere nuove
curiosità, per confrontare le scelte e i gusti
dei ragazzi. Una vera e propria “scuola di
lettura ad alta voce” da fare in classe, a cura
di attori professionisti.
Laboratorio di lettura espressiva
per insegnanti
Questo laboratorio è rivolto agli insegnanti
che desiderano migliorare le proprie capacità
comunicative, incrementando la padronanza
della propria voce anche come strumento indispensabile a rendere piacevole ed accattivante la propria proposta didattica. Questa
attività si propone di offrire strumenti per trasmettere le competenze acquisite agli studenti.
Visite a teatro
Continuano con successo le visite guidate al
teatro rivolte a gruppi di studenti, con percorsi formativi all’interno dello spazio e
dell’attività teatrale. Le visite hanno inizio nel
foyer con la presentazione del teatro e della
sua storia in rapporto alla città e si concludono in palcoscenico dove un tecnico di produzione presenta i mestieri del palcoscenico e
illustra ciò che accade dietro le quinte.
Facebook, YouTube, Twitter e Instagram
Per favorire una partecipazione diretta alle
iniziative da parte degli studenti saranno utilizzati anche strumenti di comunicazione come Facebook, Twitter, YouTube e Instagram,
nella convinzione che il rapporto tra giovani
e teatro passi anche per i nuovi media, particolarmente utilizzati e frequentati dalle nuove generazioni.
Info: Ufficio Scuola tel. 051.2910.950
[email protected]
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GENNAIO 1
Informazioni
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GENNAIO 1
Staff
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GENNAIO 1