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marco valente - photo giancarlo pastonchi
concept
Fosse soLo unA quesTione di pAssi,
sArebbe soLo un bALLo.
Corsi di Tango Argentino
romA - perugiA
direzione artistica
marco evola, paola palaia
e Laura mommi
www.traspie.it
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marco evola 3331219840
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silvia Tiddi 3455847470
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18/07/13 14.40
Foto di Matteo Marotta
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Quello del tango pare essere davvero un fenomeno, infatti il suo successo in Italia e nel mondo aumenta
ogni giorno di più nonostante la crisi.
Le imprese chiudono mentre le scuole di tango aprono; ogni negozio che fallisce è una nuova milonga che si
inaugura. Come fa, ci chiediamo, il mondo del tango a resistere alla crisi?
È una domanda aperta, che vorremmo fare ai nostri lettori dai quali ci piacerebbe ricevere risposte per
aprire un interessante dibattito.
Sicuramente per sopravvivere e per far fronte all’ondata di nuova concorrenza, ognuno fa quel che può, e la
creatività non manca! E così vediamo apparire anche nel tango, sconti su sconti, pacchetti e superpacchetti…
quand’è la stagione dei saldi nel tango?!
E sì, delle vere e proprie Offerte con la O maiuscola! Si arriva a pagare persino un’ora di corso di tango 0,81
centesimi… sì, avete letto bene, un ora di tango = ottantunocentesimi. Meno di UN EURO!
Aiuto… abbiamo la sensazione di essere ad un supermercato!
Ci domandiamo, ma riusciranno con 81 centesimi a pagare l’affitto della sala? Forse ci saranno un centinaio
di persone, ah ecco, così sì! Ma come si fanno le lezione con il megafono? O forse è una lezione in
videoconferenza? Siamo curiosi assai…
Siamo certamente nel mondo del libero mercato ma è possibile pagare un professionista così poco?
Come si fa a svendere il proprio lavoro ad un prezzo così basso? Ahhhh… quanto ci piacerebbe che anche
il dentista ci presentasse lo stesso importo nella fattura! No forse è meglio non parlare di fatture…
Dobbiamo però ammettere che sicuramente il meccanismo dello sconto è un ottimo stratagemma per
attirare principianti, che si sa, quasi mai oggigiorno scelgono un corso per la qualità degli insegnanti, del
locale e dei servizi offerti, ma il più delle volte la scelta avviene con un paragone economico.
Ma economico vuol dire sempre qualità?
Ci viene in mente un proverbio che dice “Paghi per quello che mangi”…
Ma cambiamo discorso, perché per noi in realtà il numero di ottobre è un numero speciale, il numero del
compleanno della rivista. Quest’anno sono 3 le candeline sulla torta!
Altri 100 di questi numeri El Tanguero! Con l’augurio di continuare, nonostante la crisi, a diffondere la
cultura del tango!
Per la copertina del nostro terzo compleanno abbiamo scelto due grandi ballerini, professionisti ed amici:
Neri Piliu e Yanina Quiñones. Buona lettura a tutti!
Helga Corpora e Andrea De Dominicis
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El Tanguero
Anno IV n°12
Ottobre-Novembre 2013
Rivista periodica trimestrale
di cultura tanguera rioplatense
a cura dell’Associazione TangoJazz
Scaricabile online
Abbonamento annuale cartaceo €20
per 4 numeri
Editore
Associazione TangoJazz
Direttore editoriale
Andrea De Dominicis
Direttore artistico
Helga Corpora
Direttore responsabile
Luciana Squadrilli
Grafica e impaginazione
Montag Frazier
[email protected]
Foto in copertina
Matteo Marotta
www.matteomarotta.it
Redazione
[email protected]
Pubblicità e abbonamenti
[email protected]
+39.348.2915008
+39.328.4830095
Collaboratori
Paolino Fierro
Giulia Zimei
Mario Abbati
Memè
Vanna Gasparini
Stampa
Poligrafica Srl
Via Friuli 29, Dalmine (BG)
Reg. al Tribunale di L’Aquila n°6/2010
del 21/07/2010
Iscrizione al ROC n°20287
del 08/11/10
Errata corrige: n°11 pag.15. La foto
dei campionati è di Emanuele Scalise
www.eltanguero.it
/eltangueroII
Con il patrocinio della
Ambasciata Argentina
Con il patrocinio della
Ambasciata dell’Uruguay
Indice
il mondo del tango
Maestri di tango
Neri Piliu
e Yanina Quiñones
Speciale
Il folclore argentino
El cantor de tango
Rubén Peloni
A tu per tu…
Musicalizadores: Supersabino
Organizzatori: Laura Brandi e Paolino Fierro
pag 8
pag 20
pag 26
pag 32
pag 33
tango arts
Pintura de tango
Massimo Pennacchi
pag 30
curiosando
News & Pillole
Tangueri impossibili
pag 14
La tanguera nera
pag 18
Recensioni
Voci di tango
pag 34
Tango da Marilyn
pag 36
Lezioni di tango
pag 38
tango agenda
pag 40
Festivalmap
Milonghe, pratiche, lezioni, scuole pag 44/46
il mondo
del
tango
maestri di
tango
Neri Piliu
e Yanina Quiñones
La nuova rivelazione del tango argentino
Capita, nel fare alcune interviste,di essere più emozionati del solito.
Questa è una di quelle volte. Perché oltre all’ammirazione per questi straordinari ballerini, c’è anche la stima e l’affetto. Un onore per noi presentarvi la coppia
rivelazione del momento presente nei più importanti festival e teatri d’Europa
che sta facendo innamorare migliaia di tangueri, due professionisti con la P
maiuscola: Neri Piliu e Yanina Quiñones.
uando avete iniziato e come vi siete conosciuti?
Neri: Un giorno vidi ballare i miei genitori in cucina,
stavano provando dei passi, mi piacque tantissimo e
iniziai ad andare con loro tutte le domeniche in milonga, me ne innamorai… Era il 2001, avevo 18 anni.
Yanina: Io ho avuto un approccio diverso. A 13 anni
mi volevo iscrivere ad una scuola di danza classica, ma non mi presero perché ero già grande. Mi avrebbero preso
per fare tango o folklore, a me non piacevano ma scelsi il tango
perché mia madre mi costrinse a scegliere. Le lezioni erano il
sabato mattina, eravamo 24 ragazze e 4 ragazzi e io mi annoiavo terribilmente!
Un giorno vidi ballare tango escenario da una coppia
di amici e ne rimasi affascinata a tal punto che decisi
di voler ballare in quel modo. Iniziai a studiare con
loro per un anno finché loro non si trasferirono in
Giappone e mi fermai. Ma da li in poi capii che
l’escenario era quello che volevo fare. Nel frat-
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tempo avevo conosciuto Neri, perché abitavamo
nello stesso quartiere e avevamo amici in comune;
ci vedevamo di tanto in tanto. Dopo circa 3 anni
quando stavo cercando di entrare nella facoltà di
psicologia, ci siamo incontrati in una banca e parlando del più e del meno gli dissi che mi sarebbe
piaciuto ricominciare a ballare il tango. Lui mi rispose che stava facendo il dj in una milonga e che
se fossi passata a trovarlo mi avrebbe insegnato a
ballare. Decisi di andare e subito mi mise a camminare, “avanti e indietro per una riga” mi diceva, non
mi insegnava quello che volevo io, il tango escenario, ma solo a camminare!
Mi diceva che non sapevo ballare, mi ha fatto piangere non poco!
Foto di Matteo Marotta
“Quando io mi esibisco faccio tutto quello
che so fare, ma sono da solo in pista, quando vado
a ballare in milonga non faccio niente, cerco
di godermi la musica.”
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N.: Ma non sapeva camminare con le scarpe
alte… come poteva saper ballare jajaja?
Y.: Da lì a poco abbiamo iniziato a ballare insieme, ci siamo innamorati e siamo andati a vivere
insieme a Caminito dato che iniziammo a lavorare la ed il nostro quartiere era molto distante.
Vi lascio immaginare come l’hanno presa i miei
a casa avendo lasciato l’università!
Il turista che passeggia a Caminito è attratto da quei tanghi ballati per strada. Però ne
vedono uno, due e poi passano avanti. Per
chi invece balla, e lo fa per ore, deve essere
molto faticoso…
N.: Si abbastanza, noi iniziavamo a ballare alle
dieci del mattino e finivamo alle sei del pomeriggio.
Y.: Si faticoso ma costruttivo. Noi praticamente
li studiavamo, provavamo, tutto il giorno! E con i
soldi che guadagnavamo andavamo a prendere
lezioni, o compravamo scarpe e vestiti, da tango ovviamente! Un investimento durato 2 anni,
tutti i giorni.
N.: Mentre lavoravamo a Caminito, era il 2006,
ci preparavamo per partecipare ai campionati
mondiali di tango, e la sera lavoravamo in un
teatro. Quell’anno e quello successivo conseguimmo il titolo di campione pre-mondiale in
Tango salon e in Tango escenario e nel 2008
siamo arrivati secondi al Campionato Metropolitano e secondi nel Campionato Mondiale nella
categoria Salon e al sesto posto nella categoria
Escenario. In quell’occasione ci vide un produttore giapponese che ci chiamò con un contratto
di un mese prima e di 10 mesi in seguito.
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Dall’Argentina al Giappone… un trasferimento “importante”!
Y.: Si quando ci chiamarono per il primo mese,
andammo senza pensarci. Poi quando si trattò
di stare li 10 mesi la decisione fu dura, però il
tango era diventato il nostro lavoro, ci piaceva
e decidemmo di partire. In fin dei conti fare un
lavoro che ami non stanca.
E poi come siete arrivati in Italia?
N.: Dopo aver chiuso il contratto con il Giappone, ci arrivò una email di un organizzatore del
nord Italia che ci aveva visto ballare nel 2006 in
una milonga di Buenos Aires, nella quale ci diceva che voleva organizzare uno stage. Siamo
venuti a lavorare per un mese. Ci videro ballare
e ci chiamarono al festival di Padova, il nostro
primo Festival in Italia, era il 2009.
Perché avete deciso di mettere “radici” in
Italia e non in Giappone?
N.: Il Giappone ci piaceva tantissimo, ma ci fu
un forte terremoto e decidemmo di tornare a
Buenos Aires.
Siamo stati un po’ di mesi là e poi è arrivata la
proposta da parte di una scuola di Salerno che
ci voleno come maestri fissi della scuola. Poiché
a me piace la montagna e a Yanina il mare e Salerno offriva tutte e due le possibilità abbiamo
deciso di accettare e di trasferirci. E così siamo
rimasti in Italia.
Avete lavorato in tante compagnie, tra cui
quella di Natalia Hills e oggi in quella di Miguel Angel Zotto. Ci volete raccontare queste esperienze?
Y.: Quella con Natalia è stata una esperienza
bellissima. Siamo stati negli stati Uniti, a Gerusalemme, a Buenos Aires. Lei è una bravissima
ballerina di escenario e anche un ottima milonguera; ci insegnò tutto del tango, ci raccontava
la storia, dei vecchi milongueri, tutte quelle cose
che oggi non si vedono, ma che esistono. Lavoravamo dalla mattina alla sera, 5 minuti per
mangiare, solo mandorle e banane!
N.: Si un’esperienza che ci ha lasciato tantissimo, come tantissimo ci sta lasciando lavorare in
“Tango por dos” di Zotto. Una fortuna incredibile perché abbiamo iniziato a lavorare un’altra
volta in teatro, cosa che per un artista è fondamentale. Non è come esibirsi in una milonga,
io amo la milonga, ci sono cresciuto ma credo
dell’abbraccio, della persona con cui si balla e
delle coppie che si hanno intorno, rispettandole
senza disturbare. Se si va in una milonga vuol
dire che si ha il piacere di stare tutti insieme altrimenti ci si affitta una sala e si balla da soli. Il
tango è un ballo SOCIALE e questo non va dimenticato.
Lo scorso mese sono finiti i campionati mondiali a Buenos Aires e quest’anno la categoria “Tango Salon” ha cambiato nome, ora si
chiama “Tango de Pista”. Cosa cambia?
N.: Questo cambio è stato positivo secondo
me, perché negli ultimi anni stavamo vedendo crescere troppe coppie “simili” nel ballo e
nell’abbraccio, troppa standardizzazione. Inserendo la dicitura Tango de Pista hanno voluto
che il completamento di un artista avviene su
un palcoscenico.
Sei cresciuto nelle milonghe porteñe, che ne
pensi delle milonghe italiane?
N.: Mhhhh a me non piacciono molto, tranne
alcune. I ballerini fanno troppe cose, troppi passi e non ce n’è bisogno. Quando io mi esibisco
faccio tutto quello che so fare, ma sono da solo
in pista, quando vado a ballare in milonga non
faccio niente, cerco di godermi la musica.
Spesso la gente si dimentica la differenza tra
esibizione e tango sociale.
E qual’è la soluzione? Come si può arrivare
ad avere una milonga ideale anche in Italia?
N.: Io penso che con il tempo la gente riuscirà
ad andare a Buenos Aires, allora si renderà conto che non si ballano solo passi e sequenze.
Y.: E chi non può andare a Buenos Aires?
N.: Ma che mi fai la domanda tu a me? Jajajaja…
Y.: Si, perché io credo che devono essere i maestri ad insegnarlo. Un maestro di tango che si
rispetti, che sia argentino o italiano deve aver
studiato oltre al tango argentino come ballo
anche la cultura argentina, il comportamento in
milonga, deve conoscere l’abbraccio e tramettere ai propri allievi che nel ballo si deve godere
“Per me quando si parla di tango salon, si parla
di improvvisazione, io ballo per me e per Yanina,
ed improvviso dall’inizio alla fine.”
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dire, secondo me, che ognuno può mantenere il
proprio stile, rispettando l’abbraccio e la musica. Adesso non dovrebbe più esistere la regola
della postura che uno deve avere.
In teoria non c’era nemmeno prima quella
regola.
N.: No… però era implicita, si avvertiva nell’aria.
Quest’anno si sono presentate coppie che di solito non si presentavano. Io credo con il tempo
la cosa andrà a migliorare. In generale a me le
gare piacciono perché sono una formazione, ma
attenzione, non vuol dire che il vincitore è sempre il più bravo perché non dimentichiamoci
che il giudizio della giuria è soggettivo.
Y.: Si diciamo che la gara va presa come obiettivo per migliorarsi, per allenarsi.
Una curiosità, spesso in alcune esibizioni vediamo coreografie di tango salon. Secondo
voi è giusto coreografare quello che per natura è improvvisazione?
N.: Per me quando si parla di tango salon, si parla
di improvvisazione, soprattutto quando è un tango salon tranquillo, io lo ballo per me e per Yanina, non per il pubblico e lo improvviso dall’inizio
alla fine; quando invece si parla di tango escenario, allora è necessario parlare di coreografia.
Dal punto di vista fisico, per preparare una
coreografia di escenario, ci vuole una preparazione particolare. Per voi com’è stato l’approccio?
N.: All’inizio è stata una sfida difficile, perché co-
munque io sono molto magro e avere lo stesso
peso di Yanina non mi ha certo aiutato. Però poi
scopri che è solo una questione di tecnica, non
di forza, tanto più che a me non piace far forza
quando ballo.
Y.: Ci sono coppie che ballano solo tango escenario e non sanno improvvisare un tango, questione di tecnica e allenamento!
Quali maestri portate ancora oggi nel cuore?
N.: Sicuramente Carlos e Rosa Perez e Vanesa
Villalba e David Leguizamon. Loro per me sono
i miei maestri. Poi ho studiato con tanti altri e
con tanti vecchi milongueri. Addirittura nel 2006
sono entrato tramite audizione in una compagnia di studio, finanziata dal governo della città
di Buenos Aires, che ogni mese ti faceva studiare
gratuitamente con un vecchio milonguero. Così
il governo ha potuto filmare tutte le lezioni per
avere un archivio di tutti gli stili, ogni milonguero infatti aveva un suo stile proprio. È stata un
esperienza molto bella ed interessante. Ho fatto
lezione con Pupi Castello, Portalea, Carlos Gavito,
Paiva, Coca e Osvaldo, El Chino Perico e tanti altri.
Y.: Avendo studiato insieme, anche per me sono
stati gli stessi maestri. E aggiungo che non sono
solo i miei maestri di tango ma i miei maestri
di vita perché loro mi hanno insegnato anche
tante cose nel lavoro e non solo, e mi hanno
inserito nel mondo del tango.
Maestri a Salerno durante la settimana, maestri in tutto il mondo nel weekend. E un
Foto di Matteo Marotta
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nuovo progetto che già sta riscuotendo un
grande successo la “Tango Rouge Company”,
la vostra compagnia. Volete parlarcene?
N.: Si, diciamo che questo è un anno fortunato!
Stiamo aprendo un Accademia vera e propria a
Salerno, ci hanno chiamato i più importanti festival d’Italia: Firenze, Senigallia, L’Aquila… per citarne solo alcuni e poi siamo riusciti a realizzare
concretamente questo progetto che avevamo in
mente da tempo, creare una nostra compagnia.
L’idea era di riunire un gruppo di amici giovani
che volevano in primo luogo divertirsi, poi studiare insieme e siamo riusciti a formarla. Abbiamo avuto la fortuna di aver commissionato
lo spettacolo “Noches de Buenos Aires” in anteprima all’International L’Aquila Tango Festival,
lo scorso maggio e ha riscosso moltissimo successo. Da allora ci hanno iniziato a chiamare in
diverse parti d’Italia e dell’Europa dell’est e non
immaginavamo di raggiungere un successo così,
siamo molto soddisfatti e felici soprattutto perché siamo un gruppo di amici e ci divertiamo!
Com’è articolato lo spettacolo?
Y.: Lo spettacolo vuole rappresentare come noi
vediamo il tango e come la gente vede il tango.
Nella prima parte dello spettacolo facciamo vedere un tango più di quartiere dove ci sono dei
ragazzi che ballano tra loro, bambini che si divertono, più tradizionale, facciamo vedere che si
può ballare anche in spazi ridotti, non c’è bisogno di avere molto spazio per ballare. Poi c’è un
intermezzo di tango americano, come si ballava
una volta con l’abbraccio più aperto, e in ultimo
una parte di tango escenario ed una sorpresa!
N.: L’idea è anche quella di far vedere che il tango può essere ballato da tutte le età e tutti i
ceti sociali, dai bambini ai vecchietti di 80 anni,
insomma il tango non ha frontiere, non ha limiti.
Oltre ad essere bravissimi maestri e ballerini,
siete dei veri professionisti e avete una dote
che oggi secondo noi spesso viene a mancare, l’UMILTA! Perché secondo voi?
Y.: Grazie! Non lo so perché, noi siamo sempre
stati così. Credo che la formazione che ti viene
data in famiglia conta tantissimo. Dai genitori si
impara molto.
N.: Io credo che per il tipo di lavoro che facciamo spesso la nostra testa si “monta”. Ma
noi quando saliamo sul palcoscenico dobbia-
mo competere con tutti e sentirci i migliori per
cercare di dare il massimo ma dopo, quando
scendiamo dal palco, a noi piace stare con la
gente, con gli allievi, godere e imparare da loro!
Ascoltare e confrontarsi, mi è sempre piaciuto
sentire i racconti della gente più grande di me,
perché così imparo. La parte culturale che più
mi piace è condividere esperienza, e per farlo
devi diventare come un principiante, che fa mille domande e cerca di imparare continuamente.
Godere di ogni momento, sentire la magia del
tango, la stessa magia che si è avvertita la prima
volta che si è entrati in una milonga! Per noi per
fortuna è così!
Noi ci divertiamo quando andiamo a ballare e
quando facciamo lezione!
È possibile insegnare il tango e non divertirsi?
N.: No, io credo che sia impossibile. Il tango
una volta che si avvicina a te e ti entra dentro
al corpo è impossibile non amarlo. Entra nella
vene, nel tuo DNA. Io lo dico sempre alla prima
lezione ai miei allievi, “attenzione che questo è
un tunnel senza uscita” perché ti riempie così
tanto che è bellissimo. Io non sono nessuno per
giudicare, ma per me è impossibile insegnare il
tango pensando che sia solo un lavoro!
Un consiglio ai lettori di El Tanguero.
Y.: Siamo felici che in Italia, come in Europa, si
balla tantissimo, e siamo convinti che i tangueri cresceranno sempre più, ma l’importante è
ricordare sempre che il tango è un linguaggio
corporale tra l’uomo e la donna e tra la coppia e
le altre coppie che stanno in pista. E inoltre non
dimenticare che il tango si balla in due! È vero
che l’uomo “comanda” ma non bisogna confondere il comandare con il trascinare. Il movimento lo fa la donna con il suo corpo, un limite
sottile tra il ballare da sola e sentire il comando.
Così tutti godranno di più.
N.: Il mio consiglio? Di non incasellare il tango in
stili… il TANGO è TANGO, ed è UNO SOLO.
E con questa frase, con cui siamo pienamente
d’accordo li ringraziamo.
Ci è venuta voglia di accendere lo stereo, Troilo ci
accompagna. Balliamo un tango… nessuno stile,
solo un abbraccio e un cuore che batte.
Helga Corpora e Andrea De Dominicis
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curiosando
news & pillole
Due giovani campioni “made in Italy”
Ventiquattro anni lei, ventitré lui, e ballano insieme da quattordici!
Sono Gioia Abballe e Simone Facchini i nuovi campioni Europei di tango escenario, e vice-campioni
nella categoria salon qualificati lo scorso luglio a Roma durante i campionati, subsede ufficiale italiana del campionato mondiale di Buenos Aires.
Tra sorrisi e lacrime mostrano il trofeo e con ancora il cuore in gola rispondono a qualche domanda:
Ragazzi, il vostro traguardo è sicuramente solo l’inizio di nuove opportunità. Cosa cambierà
dopo questa vittoria?
Come dite voi questo è solo un punto di partenza. La vittoria è senz’altro una soddisfazione, sia
per noi che per le persone che ci sono state vicino e le nostre famiglie che ci hanno sostenuto
sempre nel nostro cammino. Diventare campioni Europei ci ha dato la possibilità di partecipare al
campionato mondiale di Buenos Aires; per noi è stata la gioia più grande perché ci ha permesso
di raggiungere un sogno, un’emozione straordinaria che conserveremo sempre nel nostro cuore.
Forse da ora in poi la nostra vita sarà più densa di eventi, ma noi continueremo sempre ad essere
noi stessi e a dare il massimo in ciò che facciamo perché non si finisce mai di imparare.
Una coppia “di ballo” che dura da 14 anni, quasi un record di questi tempi!
Ciò che ci lega è principalmente la forte passione e l’amore per il ballo. Ballare per così tanto tempo
insieme ci ha fatti diventare molto amici, quasi come fratello e sorella e ci apprezziamo per quello
che siamo (sia per i nostri pregi che per i nostri difetti).
Che cos’è per voi il tango?
Il tango è una passione che ci fa stare bene e ci permette di lasciare qualcosa di noi agli altri. È voler
emozionare lasciandosi emozionare, un abbraccio che comunica benessere.
Il tango è cultura, è arte, è vita.
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Ritorna il Tango tra uomini
Tre anni fa l’Argentina è diventata il primo paese latinoamericano
ad accettare le nozze gay, ma ora
lo spirito di apertura ha raggiunto anche uno dei pilastri culturali
del paese, nonché bastione tradizionale del ‘’machismo’’ locale: il
tango. Lo scorso agosto infatti, al
Campionato Mondiale del Tango
di Buenos Aires per la prima volta
fra le 556 coppie provenienti da
37 paesi si sono presentate anche
coppie composte da uomini e coppie composte da donne. “Bisogna essere in due per ballare
il tango - ha detto Juan Pablo Ramirez in coppia con Daniel Arroyo - ma non necessariamente
di sesso diverso”.
Il ballo della passionalità torna così alle sue origini, quando, all’inizio del secolo si ballava tra
uomini.
Il gradino più alto del podio è andato a due coppie argentine (etero): Jesica Arfenoni e Maximiliano Cristiani per il tango salon e Guido Palacios e Florencia Castilla per il tango escenario.
Un duetto irresistibile… asado e tango!
I tangueri che quest’anno non sono partiti per le vacanze o che le vacanze hanno deciso di
trascorrerle a Roma, hanno potuto godere di splendide serate all’interno di un parco immerso
nel verde a due passi da San Pietro. Degli eventi settimanali, “Asado y Tango” per condividere
la passione del tango, ascoltato e ballato, per scambiare due chiacchere e mangiare insieme.
Gli eventi sono stati organizzati da Manuela D’Orazio, Juan Mateo Lupin e Roberto Minozzi, in
collaborazione con Alfredo Gomez e Javier Alejandro Garnica del Club del Asado.
Una bella iniziativa che speriamo venga riproposta anche il prossimo anno!
“TANGO TONGUE
la Lingua del Tango”
opera prima, lungometraggio indipendente
di Marta Lìmoli
Si accendono i riflettori su una nuova operazione artistica tutta dedicata al tango. Il mediterraneo ne è la culla, alle pendici del vulcano
più alto d’Europa, in una “piccola metropoli”
dall’humus brulicante di personalità multisfaccettate dalle idee ferventi, si dà vita a un progetto che si fregia d’esser il primo a dar voce
al tango vissuto in Sicilia. In questa terra, dove
il respiro va di pari passo con la cultura della
trasmissione di memorie e ci si accosta all’arte
riconoscendola come entità onnipresente nella
vita e nelle cose, ciascun individuo può abbracciare il Tango con naturalezza ed abbandono.
Catania, nello specifico, è il nucleo della vicenda, del racconto. Il percorso di una “Lei” alla
scoperta della propria città e di sé, luoghi che
ne accompagnano la conoscenza e attraverso i
quali incontra Maestri argentini che di mese in
mese si avvicendano per tenere lezioni, laboratori, per ballare: esprimere l’amore per la terra-madre di un passato mai sommerso. Nell’arco di
un anno di studio, nei dialoghi con artisti del panorama internazionale porge domande secondo
lo stile proposto da ogni singola coppia: tango salon, tango escenario, tango milonghero, tango
queer, tango nuevo. S’interroga e li interroga sui motivi che spingono ad accostarsi a questo ballo
‘sociale’, cerca risposte da un’analisi della propria esperienza e dalle testimonianze dei maestri
che scoprono nel territorio catanese – così ricco di tango – atmosfere che ne vivificano l’essenza
stessa. Mediante i codici del tango si esplorano concettualità, fisicità, intellettualità, pulsioni e si
sperimentano potenziali espressivi. Passione per la vita, ricerca di significati di un linguaggio da
scoprire. La storia creata dall’autrice dà occasione di far godere tutti dell’energia del vortice tango
– nella sua universalità – e ne offre una corposa proposta in un lungometraggio-report che sarà
presentato a breve nell’ambito di rassegne e festival nazionali. L’attrice ed autrice, alla sua opera
prima, trascrive alcuni passi della sceneggiatura: “Quello che non sanno – ancora – gli occhi, è che
addormento le note dell’ultimo stridore del violino lasciando precipitare nel sonno profondo gli
umori, gli scatti, l’insolente tenersi la mano nella bugia fittizia di una ‘tanda’.” Il Tango offre spazi
e tempi per farsi spazio in chi lo balla, in silenzio; nel Tempo. Il Tango parla con la lingua che gli
appartiene o veste il linguaggio di chi lo interpreta? Una vita femminile irretita dalla musica dei
piedi, delle scarpe sfreganti sul pavimento; la voce dei corpi muti immersi in un devoto, profondo,
giocoso sentirsi. “Senti che la percezione di ciò che vedi, si tramuta. Inizia così, adesso lo so: saetta
una scossa dentro gli occhi, li attraversa un’oscillazione che fa succedere di sentirsi. Lì. Appartenenti a quell’estraneo ‘nulla’ che colma il tutto”. Con la partecipazione dei maestri, in ordine di
apparizione: Roberto Reis e Natalia Lavandeira, Ezequiel Herrera e Maria Antonieta Tuozzo, Luis
Castro e Claudia Mendoza, Gustavo Rosas e Gisela Natoli, Adrian Aragon e Erica Boaglio, Mariano
Otero e Alejandra Heredia, Walter Cardozo e Margarita Klurfan, Carina Morrudo, Ricardo Barrios
e Laura Melo Opieczonek, Pablo Rodriguez e Natasha Lewinger. E con Angelo Grasso e Donatella
Grasso e molti altri artisti. Musiche arrangiate dal maestro Enrico Dibennardo.
L’Anteprima nazionale del lungometraggio sarà il prossimo 19 dicembre, presso il Palazzo della
Cultura di Catania. Tutti invitati alla visione!
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OG
IN
OGNI MARTEDI’ ORE 22:30 MILONGA STABILE SAN SALVADOR - ROMA EUR
INFO E PRENOTAZIONE TAVOLI: 339.8209385,347.4099140 [email protected]
curiosando
tangueri impossibili
La tanguera nera
S
foto: Laura Sabatino
i chiama Consuelo ma per me è sempre stata
la tanguera nera. Colpa di quei lunghi capelli
corvini, gli abiti scuri e le unghie smaltate di
tenebra, le scarpe color pece coi tacchi a spillo. Pensavo si conciasse così per un’esigenza di ordine
estetico, poi, tempo dopo, ho scoperto che si trattava
di qualcosa di più occulto.
Stavamo alla Milonga dei Fori.
Ballavo una tanda tormentata di Pugliese insieme a
Consuelo quando siamo capitati nell’orbita di Alberto
R. Lui è il maestro più odioso della comunità, arrogante, presuntuoso,
convinto
che un fenomeno del suo
calibro debba
sempre entrare in milonga
senza pagare il
biglietto. Ci ha
tagliato la strada eseguendo
una giravolta
multipla
da
funambolo.
Consuelo per
evitare l’impatto ha poggiato
male il piede,
il tacco le ha
ceduto e si è
accasciata sul
parquet.
«Ma che fai!» Alberto si è avvicinato con passo da
duce.
«Sei tu che ti sei messo in mezzo» ho ribattuto.
«Se il tango non lo sapete ballare, in milonga non ci
venite!»
Consuelo, da terra, non ha aggiunto una sillaba, si è
limitata a fissarlo con gli occhi iniettati d’odio. Lui ci
ha girato le spalle con un ghigno sprezzante e si è rimesso a ballare.
«Prima o poi» ho detto a Consuelo mentre la scortavo
verso il suo tavolo, «qualcuno lo prenderà a schiaffi
sul serio.»
L’hanno ritrovato morto un’ora più tardi, nel prefabbricato dei bagni. Seduto sul water a gambe larghe, coi
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by Memè
vestiti addosso, le suole di produzione argentina che
annaspavano in una pozza di sangue.
«Prima è stato tramortito» ci ha spiegato con voce ferma l’ufficiale di polizia, lui al centro della pista e noi
tangueri intorno, «e poi gli hanno trapassato l’occhio
con un corpo tagliente. Un cacciavite, forse un coltello.
È morto dissanguato in pochi minuti.»
Tutti che ci guardavamo in faccia, nessuno che voleva
crederci. Dopo mezzora d’interrogatorio collettivo ci
hanno permesso di uscire dal locale.
Il caso mi ha fatto ritrovare sul marciapiede insieme a
Consuelo.
«Alberto era
i n s o p p o rtabile, te lo
confesso»
non
riuscivo a parlare
d’altro. «Però
una fine così
violenta non
se la meritava,
poveraccio.»
«Gli sta troppo bene» ha
sibilato
lei,
senza
pietà.
«Quelle
scarpe erano
nuove, le avevo inaugurate
stasera.»
Ci siamo salutati davanti alla sua macchina, una Peugeot più scura
della notte. La mia era parcheggiata pochi metri più
avanti. Mentre aprivo lo sportello ho visto Consuelo
che gettava qualcosa per terra, poi è salita a bordo e
se n’è andata. Non so perché l’ho fatto, se per un riflesso automatico o un impulso cosciente, fatto sta che
sono tornato indietro e mi sono messo a scandagliare
il marciapiede.
Era il tacco della sua scarpa, quello che si era spezzato
durante la tanda di Pugliese.
L’ho raccolto, vicino all’estremità acuminata presentava
una slabbratura tendente al rosso. Ho grattato la zona
con l’unghia di un dito. Ho portato il dito alle labbra e
l’ho sfiorato con la punta della lingua. Sapeva di sangue.
Il Folclore Argentino
speciale
l folclore
U
Una sera a Buenos Aires, dopo uno spettacolo di folklore, un’anziana signora mi disse: “Spesso ci esibiamo nelle milonghe, ma in verità il folklore
argentino ha più dignità del tango storicamente e culturalmente”.
Non ho resistito alla provocazione e quindi, ho fatto una ricerca soprattutto perché è vero che il tango è conosciuto in tutto il mondo, ma è vero
anche che quest’ultimo è espressione della città di Buenos Aires, mentre il
folklore argentino nasce e si sviluppa in tutto il resto del Paese.
Il Folklore, infatti, è materia di studio nella scuola elementare argentina
oltre che materia di studio all’università attraverso corsi di laurea in Folklore. Lo stesso Generale Peron nel 1949 impose con una legge specifica
che nelle confiterias almeno il 50% della musica proposta ai clienti doveva
essere “natia”.
La musica popolare dell’Argentina ha una storia secolare che trova le sue
radici nelle culture indigene. Tre grandi eventi storici e culturali ne hanno
determinato lo sviluppo: l’insediamento spagnolo (secoli XVI-XVIII), l’intensa immigrazione europea (1880-1940), la migrazione interna (1930-1980).
Anche se tecnicamente il “folklore” è solo l’espressione culturale che soddisfa i requisiti di essere anonima, popolare e tradizionale, in Argentina è
conosciuta come “folclore” o “musica popolare” quella di autori conosciuti,
ispirata a ritmi e stili tipici della cultura della provincia dalle radici afroispanica e coloniale.
In Argentina, la musica folk ha iniziato a guadagnare popolarità negli anni
Trenta e Quaranta, in coincidenza con l’ondata di migrazione interna dalle
campagne verso le città e dalla provincia verso Buenos Aires per stabilizzarsi negli anni Cinquanta, con il “boom del folklore”, come genere principe della musica popolare del paese insieme al tango.
Negli anni sessanta e settanta la popolarità del “folklore” aumentò insieme a quella di espressioni culturali simili dell’America Latina, grazie anche
all’aiuto di vari movimenti di riforma musicale e lirica, e alla comparsa di
grandi festival del genere, in particolare quello di Cosquín, sicuramente il
più importante nel mondo in questo campo.
Dopo essere stato gravemente colpito dalla repressione culturale imposta dalla dittatura militare tra il 1976 e il 1983, la musica popolare è stata
rilanciata dopo la guerra delle Falkland del 1982, anche se con espressioni musicali più vicine ad altri generi di musica popolare Argentina e
latinoamericana, come il tango, il ‘rock nacional’, e la cumbia.
Il folclore assume determinazioni tipiche in ciascun’area del paese, ma si
cristallizza in forme tipiche che sono la chacarera, il gato, la zamba.
20
la
La Chacarera
la chacarera
a chacarera
La chacarera è probabilmente la più nota tra le
danza del folclore, cerchiamo di capire dove è nata.
Non essendoci delle fonti esatte che permettono di
definire le sue origini, lasciamoci guidare dalla leggenda secondo la quale si racconta che questo ballo
ebbe origine nella provincia di Santiago del Estero,
nella parte nord ovest dell’Argentina, anche se alcuni
obbiettano sul fatto che abbia delle radici boliviane.
La cosa importante da ricordare al riguardo è che
tutte le zone, tra loro limitrofe, dove si pensa sia
nata la chacarera, sono caratterizzate da un clima
abbastanza arido, con grandi distese di terra polverosa. Questo dettaglio è importante per immaginarsi e capire una parte molto importante della
chacarera, el zapateo, dove l’uomo con dei movimenti al limite della slogatura delle caviglie e delle
ginocchia, colpisce violentemente la terra con l’interno e l’esterno del piede.
Il nome di questo ballo deriva dal vocabolo “chacarero”, ossia lavoratore della fattoria, perché generalmente si ballava nelle zone di campagna, anche
se lentamente riuscì a penetrare anche nelle città.
Agli inizi del XIX secolo la chacarera arrivò a Buenos Aires, dove però per la sua caratteristica di musica legata strettamente alle tradizioni argentine si
scontrò con le culture delle diverse etnie presenti
nella città, frutto della massiccia immigrazione che
dalla metà del secolo aveva inondato le coste del
Rio de la Plata. Questa Babele di lingue, di suoni, di
colori e tradizioni aveva già innescato un processo di fusione che era riuscito a filtrare attraverso le
varie differenti culture una musica ed un ballo che
rappresentava tutti: il tango.
Per questo motivo la chacarera non riuscì ad attecchire nella capitale argentina, ma si propagò
con grande prosperità in altre zone, dove l’ondata migratoria si era stemperata con le popolazioni
native.
Negli anni sessanta la musica, e conseguentemente il ballo della chacarera, aumentò la sua diffusione grazie a musicisti, quali Los Chalchaleros, Los
Tucu Tucu, Los Carabajal, che seppero nobilitare
il genere, portandolo al di fuori dalle esecuzioni
improvvisate o dilettantistiche, ed offrendo delle
interpretazioni di brani tradizionali altamente professionali. La magia di questa musica fece il resto.
La coreografia
Il ritmo della chacarera è abbastanza composito
e, per chi la balla le prime volte, decisamente ingannevole. Osservando da vicino gli ingredienti
musicali che la compongono si può notare che la
misura solitamente usata è il 6/8, ossia ogni battuta è formata da due gruppi di tre note ciascuno.
Ma mentre la parte della melodia, che può essere il
canto, i violini oppure la chitarra segue questo andamento incalzante, il sostegno ritmico dato dalle
percussioni, dal basso o dalle chitarre, con il loro
andamento sincopato, sono in 3/4. Tutte le parti
poi si intrecciano e scivolano per arrivare ad unirsi
nella nota accentata che è la prima della battuta.
La tonalità usata è solitamente in minore e questo
conferisce un’atmosfera illuminata da una luce tenue ed ondeggiante, come fosse un ricordo.
Il dondolio quasi ipnotico che si crea con la continua ripetizione di questa figura ritmica è la caratteristica che permette di dare alla chacarera un
andamento circolare, sognante, quasi magico, che
da quasi l’impressione che i ballerini siano trascinati dai vortici creati dalla musica.
La prima parte della chacarera è una introduzione,
durante la quale i ballerini rimangono fermi e seguono il ritmo battendo solo le mani. L’introduzione solitamente viene iniziata da uno dei musicisti
che grida “¡Se va la primera!” (o semplicemente
“¡Prímera!”).
Una volta finita l’introduzione musicale un secondo
grido “¡Adentro!”, avverte che inizia la parte ballata.
21
Ilil
Gato
gato
Ballato in tutta l’Argentina durante il XIX secolo, è
una delle danze più rappresentative. Appartiene
al quel folklore vivo in alcune aree (nord-ovest)
ed ormai fenomeno storico in altre (centrale e costiera). Era conosciuto con altri nomi, il più antico
e completo era Gato Mis Mis. In alcune province
(Tucuman, Cordoba, San Luis) è chiamato Bailecito, il che ha provocato qualche confusione con
la danza che ora è conosciuta con quel nome. Ha
ricevuto anche il nome di Cielito. È stata una danza molto praticata nelle sale da ballo di provincia.
È inserito in molte altre danze come El Cuando, El
Pericón, La Zamba Alegre, etc. Allo stesso modo il
Gato prevede molte varianti ovvero El Gato Cuya-
la zamba
no, El Gato Encadenado, El Gato Patriótico, El Gato
Polkeado y El Gato con Relaciones.
Danza di corteggiamento, viene ballato da una coppia separata e presenta un movimento molto vivo.
Coreografia. Posizione iniziale:
Ballerini sull’attenti, di fronte la linea mediana che
divide in due l’area di ballo. Si usano spesso nacchere, con passo tipico criollo.
La Zamba
La zamba, da non confondersi con il samba brasiliano, è un genere musicale ballabile del folklore
argentino e popolare anche nelle zone confinanti
della Bolivia e del Cile.
I musicologi sono d’accordo nel sostenere che le
origini della zamba siano peruviane. Il nome infatti pare che derivi dalla zamacueca, forma musicale
nata a Lima nel 1824, esattamente nel momento in
cui il Perù otteneva l’indipendenza grazie all’intervento del generale argentino José de San Martín.
Secondo la leggenda, la denominazione zamba si riferisce al termine coloniale che veniva utilizzato per
indicare donne considerate particolarmente belle:
le meticce discendenti da incroci tra popolazioni
indigene del posto e quelle di colore, arrivate nel
continente americano principalmente come schiave.
Le zambas erano talmente affascinanti e desiderate
che venne creata addirittura una danza, appunto la
zamba, per poterle sedurre.
Forse per tale motivo l’elemento che più seduce
nell’ascoltare la zamba è la sua capacità di suscitare
sentimenti romantici per poter esprime il lato più
dolce, tenero e sensibile del rapporto d’amore tra
uomo e donna.
Infatti tra tutte le danze folkloristiche argentine è
senz’altro quella amatoria per eccellenza. L’uomo
festeggia la donna con tenerezza e lei sembra accettare i sentimenti che le sono offerti, ma non su-
22
bito. Infatti prima di dischiudersi tra le braccia del
compagno lei scappa, evitandolo con movimenti
provocatori, circolari, che la fanno allontanare, quasi
voltare per andarsene, per poi farla ritornare sui suoi
passi. L’atteggiamento ambiguo della donna non fa
altro che rendere ancora più desideroso, premuroso
e comprensivo l’uomo che inizia ad intravedere la
disponibilità di lei ad essere conquistata.
Alla fine arriva il trionfo dell’amore con l’incoronamento, rappresentato dall’incontro della coppia e
dall’abbraccio finale. Questo passo conclusivo, comune ad altri balli folkloristici come la chacarera,
viene reso con la zamba più morbido e sensuale
anche grazie all’uso del pañuelo.
Questo panno (el pañuelo), fazzoletto che viene
sventolano durante la zamba, ha un ruolo molto im-
portante. Infatti con esso i ballerini esprimono i loro
sentimenti, gli stati d’animo, suggerendo i propri desideri. È una estensione del corpo o meglio è il punto
dove il corpo e l’anima si fondono prendendo vita.
Come abbiamo visto per la chacarera anche nel caso
della zamba il ritmo della musica è motivo di controversia. Per alcuni musicologi il ritmo è puramente in
6/8 mentre altri sostengono che è caratterizzata da un
ritmo misto, con una base in 6/8 ed una melodia in 3/4.
Elemento comunque fondamentale è la caratteristi-
La Murga
la murga
parte della sequenza della murga quando il ballerino, accompagnato dai tamburi e dai cimbali, spicca
energici salti nell’aria). La murga è una parte del tango che si sveglia.
Juan Carlos Caceres, con il suo occhio preciso rivolto al passato, apre una porta nuova al tango contemporaneo. I suoi temi rinnovano lo spirito tanghero, permettendo alla murga porteña d’entrare
finalmente nelle milonghe del mondo intero. Ariel
Prat autore, musicista e ballerino di murga portena,
è stato il primo a portare a Parigi quest’arte, quel
tango di protesta che è la murga porteña attuale, la
murga che svela al mondo i sentimenti e le aspirazioni di un popolo, il medesimo popolo che, da più
di cent’anni, ha creato quella magnifica danza che è
il ‘tango argentino’.
Una lezione per i tangheri d’oggi?
La murga ci dona qualcosa di essenziale: il contatto
ed il ritmo con la terra. Un ritmo calmo e profondo,
molto difficile da tenere da un ballerino di tango. Il
rilassamento del corpo ed i movimenti disinibiti che
esprimono la murga sono particolarmente utili per
il tanguero. Poter contare su un corpo libero è uno
dei punti chiave per i ballerini di qualsiasi danza. La
murga è in grado di apportare quegli elementi che
non sono sempre evidenti nel tango: ritmo a terra
e disinibizione. La murga apre una nuova porta alla
creatività.
a murga
Per chiudere questo reportage sul folklore argentino, vorrei parlare di un fenomeno argentino folcloristico, ma non folclorico: la Murga.
La murga è un fenomeno tipico del carnevale, che si
tiene una volta all’anno. È un qualcosa di integrato,
dove i vari ‘ingredienti’ pesano allo stesso modo: la
danza, la musica, le parole picaresche ed i costumi.
La sua storia è antica come la storia del carnevale.
Le prime manifestazioni della murga o delle comparse sono legate alla presenza degli schiavi negri.
L’aristocrazia ne prende parte più tardi, organizzando il primo carnevale ufficiale nel 1850. All’inizio del
20° secolo il carnevale era ravvivato principalmente
dall’immigrazione spagnola e italiana, che usciva
per le strade con i carri del latte decorati come se
fossero delle carrozze (è in questo contesto che
l’aristocrazia cominciò a ritirarsi).
Negli anni recenti la murga si è svincolata dal carnevale ed ha cominciato ad essere presente tutto
l’anno. La sua musica e le sue canzoni sono divenute strumento di protesta per far sentire la propria
voce contro la difficile situazione sociale del popolo
argentino. Le sue parole riflettono le problematiche
attuali del paese.
ca di questi ritmi. Infatti le scelte di tempo utilizzate
hanno qualcosa di magico, di primordiale, ricordano
qualcosa che si ascolta ancora prima di nascere: il
palpitare del cuore.
Caratteristica della zamba è l’andamento a spirale
dei ballerini che incrociano nel loro incedere avanti
ed indietro le gambe formando un disegno, un passo caratteristico che probabilmente potrebbe aver
ispirato qualche tangueros.
L’eredità del tango
La murga rivela chiaramente l’eredità nera dell’Argentina: la ‘negritudine’, in tutto il suo splendore, si
conserva nella murga. Importanti ballerini di tango
sono stati a loro volta importanti ballerini di murga.
La murga gli dava la possibilità di esprimersi liberamente, di lasciare da parte i pregiudizi ed i balli codificati e di lasciarsi abbandonare, anima e corpo, alla
trance magica di questa danza. La murga porteña,
‘la catarsi del tango’, è il momento in cui la passione
controllata del tanghero esplode e si esprime senza
limite fino al salto più alto della ‘mantanza’ (l’ultima
Paolino Fierro - Salon Baires Napoli
[email protected]
FONTI: BsTango.com, www.argentina.gov.ar, Tobías, Rafael (1998)
«El folklore y la moda del folklore», ‘El Farolito 2003’ N°6.
23
Rubén Peloni
Rubén Peloni, argentino di nascita, è una delle migliore voci di tango oggi in circolazione. Alto, con il capello lungo
ed una voce che tocca l’anima. Quando sale sul palco è capace d’incantare ed emozionare qualsiasi platea, sia essa
tanguera o meno. Lo abbiamo incontrato ed intevistato dopo un suo concerto.
Rubén come è iniziata la tua carriera? Forse non
tutti sanno che sei un architetto. Come sei diventato poi cantor de tango?
Mio padre era un gran fanatico del tango e quando
ero piccolo a casa si ascoltava continuamente. Qualche anno più avanti, avrò avuto 18 anni, scoprii una
collezione di dischi di mio padre tra cui molti di tango, da Gardel, a Goyeneche, da Rivero a Troilo e Pugliese. Passavo pomeriggi interi ad ascoltarli, ancora
non cantavo, ero uno studente e un giocatore di basket. Fu mentre mi stavo laureando in architettura che
ho conosciuto il maestro Ruben Coria, insegnante di
canto lirico e direttore del Coro lirico Pia Malagoli di
Rosario. Lui veniva ogni sabato a Cañada de Gomez
per insegnare canto ai miei concittadini. Quel sabato
avevo portato la mia tesina di storia dell’architettura
al mio ex insegnate di liceo, che mi aiutava a scriverla;
quando arrivai, insieme a lui c’era pure Coria e me lo
presentò. Quando Coria mi sentì parlare mi disse che
avevo un bel tono di voce, e mi domandò se cantavo, la mia risposta fu: “canto nelle riunioni tra amici
e soltanto dopo qualche
bicchiere”. Allora mi invitò a
prendere qualche lezione con
lui e fu così che iniziai. Fu subito passione!
Ricordo che alla fine di ogni lezione
mi chiedeva di cantare un pezzo a mia
scelta, ed io sceglievo sempre di cantare un
tango. Non so perché, forse perché era quello che
mi veniva meglio. E mi diceva: “secondo me dovresti
provare a buttarti sul tango”. Io non avevo intenzioni
di esibirmi, ma un giorno mi proposero di farlo insieme al trio “Tritango” della città di Rosario e il 27
di ottobre di 1999 ho cantato per la prima volta in
pubblico. È stato un momento magico per me, non
avevo mai sentito un’energia così. Da lì non ho più
smesso. Cominciai a viaggiare tutti i mercoledì per
Rosario a provare con il trio e tutti i sabati continuai
le mie lezioni con Coria fino al 2002.
Cosa ti ha spinto a trasferirti in Europa?
Nel 2002 la situazione economica Argentina non
mi presentava un futuro promettente e come architetto non riuscivo a decollare. Allora pensai,
come tanti altri amici che l’Europa fosse la soluzione. Qui avevo parenti che ancora non conoscevo e c’era il lavoro. Ho lavorato per tre anni in fabbrica e altri tre come arredatore di una azienda di
mobili. Nel frattempo conobbi Adrian Fioramonti,
un chitarrista e compositore argentino e insieme
a lui ho fatto le mie prime apparizioni artistiche.
Foto di Mathias Bertrand
ilelmondo
cantor de tango
del tango
26
go
ssa
Qual è il cantante a cui ti senti più vicino per stile
e interpretazione?
Senza dubbio i due cantanti di tango che adoro di più
sono Gardel e Goyeneche, “El Zorzal” y “El Polaco”.
Il primo di loro a colpirmi è stato Roberto Goyeneche. Ho ascoltato praticamente tutto di lui. Quando
cantò nelle orchestre di Horacio Salgàn, successivamente in quella di Anibal Troilo. Ma sono rimasto
affascinato quando scoprii i dischi che ha inciso insieme all’orchestra di Atilio Stamponi.
A Gardel mi avvicinai più tardi, ovviamente conoscevo i suoi classici, ma il resto della sua opera no. Un
giorno scaricai la sua discografia completa e cominciai a studiarlo, a leggere su di lui e ad ascoltarlo.
Lì ho capito perché dicono che “ogni giorno canta
meglio”, posso ascoltarlo giorno dopo giorno senza
stancarmi mai, un talento unico. È stato all’avanguardia su tutto, un vero precursore del tango cantato.
Nel 2009 la grande collaborazione con Luis Bacalov in “Mi Buenos Aires Querido”. Che ricordo hai
di questa esperienza?
È stata una esperienza meravigliosa. Un grande
onore che non mi aspettavo. Abbiamo fatto 6 repliche all’Ambra Jovinelli di Roma e si è creato un
gruppo fantastico, una vera “Compagnia”. Alla fine
dello spettacolo piangevo sempre dalla commozione. L’abbiamo rifatto altre volte: nel 2010 al Teatro
Regio di Parma, nel 2011 al teatro Manzoni di Bologna. L’ultimo spettacolo è stato a dicembre scorso
al Teatro D’annunzio a Latina. Anche quest’estate ho
avuto la fortuna di lavorare con Bacalov, spero di
continuare a collaborare con lui, perché è veramente
un grande, come artista e come persona.
Hai cantato in tantissimi teatri in Italia e in Europa, lo avresti mai pensato?
No, perché le mie aspirazioni artistiche inizialmente
non andavano oltre il cantare come passatempo, ma
dopo un primo periodo in cui facevo piccoli concerti
in duo, cominciai ad incontrare altri musicisti e cominciarono a chiamarmi per diverse collaborazioni.
Ho lavorato molto con Hugo Aisemberg, lui mi coinvolse in molti dei suoi progetti, ricordo con molta
gioia un concerto col suo ensemble “Novitango”
insieme alla Sinfonica di Pesaro, al Teatro Rossini
nel 2004, quello è stato il mio primo teatro importante. Più tardi ho fatto molti concerti di tango con
orchestre d’archi e orchestre sinfoniche. Questo lo
devo al mio amico bandoneonista Massimiliano Pitocco, che mi propose innumerevole volte. Grazie a
lui ho lavorato insieme all’orchestra d’archi di Savoia,
all’orchestra sinfonica Ungherese “Dohnany”, all’orchestra sinfonica di Bari. Con un ensemble compo-
sto da musicisti del conservatorio di Vicenza, creato
e diretto dal Maestro Marco Tezza, ho fatto per la
prima volta L’operita “Maria de Buenos Aires”. Ho
collaborato pure con i Virtuosi italiani della città di
Verona per due anni consecutivi, al Teatro Nuovo e
al Filarmonico. E poi, grazie a tutte le orchestre ed
ensemble con cui ho lavorato sono riuscito a conoscere tanti bellissimi teatri sia in Italia che nel resto
dell’Europa. Una grande fortuna…
Infatti praticamente possiamo dire che hai monopolizzato il “microfono” di quasi tutte le orchestre di tango italiane!
Diciamo che quando cominciai a transitare le strade del tango, qui in Italia le diverse formazioni che
esistevano non avevano un cantante fisso. La prima
formazione che mi chiamò fu Tango Tinto nel 2006
e con loro abbiamo fatto un percorso bello e lungo
insieme che tutt’ora dura. Dopo sono arrivati anche
l’orchestra di Marcucci, Viento de Tango, Ensemble
Hyperion e Lo Que Vendrà. Posso dire che grazie
all’Ensemble Hyperion ho avuto la possibilità di frequentare i più importanti festival di tango d’Europa.
Quali sono i pezzi che ti piace cantare di più, a cui
sei più legato e perché?
Sarebbe lunghissima la lista ma potrei nominare
“Malena”, “La novia ausente”, “Trenzas” e “Volver”.
In fondo penso che se amo cantare tango è perché
amo sia i poeti che i compositori musicali che hanno
popolato questo genere . Le loro sono vere opere
d’arte.
Che progetti o sogni da realizzare hai nel cassetto?
Sono in mezzo a due progetti che spero con ansia di
realizzare a breve;
Il primo si tratta di un disco composto interamente
di brani originali, tutte composizioni del mio amico
Adrian Fioramonti, che oltre ad essere un grande
musicista si è dimostrato anche un ottimo scrittore
di testi. Sono brani veramente belli. Adesso siamo in
fase di arrangiamenti, anche se quest’estate, in trio
insieme a Juanjo Mosalini, abbiamo fatto tre concerti presentando i brani per la prima volta in pubblico,
ed è andata molto bene.
Il secondo progetto sarebbe uno spettacolo su Carlos Gardel che stiamo ideando insieme ad un amico
regista di ancona di nome Gianluca Barbadori.
Un saluto ai lettori di El Tanguero…
Un caro saluto a tutto lo staff di “El Tanguero”, complimentissimi per il lavoro che fate e per il prodotto
che offrite a tutto il mondo Tanguero, mi sento onorato di essere nelle pagine della vostra rivista!
rubén peloni
Helga Corpora e Andrea De Dominicis
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Massimo
Pennacchini
www.pennacchini.it
pintura
tango
arts
de tango
U
na coppia allacciata nel tango, che danza sui ritmi accesi e passionali di un bandoneón, e di una musica che Astor Piazzola ha innovato e trasportato dalle milonghe
di Buenos Aires fino al limbo della classicità, senza mai tradirne l’origine popolare;
tutto questo ha fatto di Massimo Pennacchini, interprete di un rito sensuale e scenografico, in cui si celebra, ancor più che la passione amorosa, lo scontro e l’incontro fra due
corpi in movimento, che si attraggono e si respingono, in un gioco impenetrabile di sguardi
e di gesti, isolati dal mondo, apparentemente incuranti di chi li guarda, e interpreti assoluti di
una partitura prefissata e ogni volta reinventata.
La pittura di Pennacchini ha valenze compositive e coloristiche di grande spessore, essendosi
confrontata in passato con la classicità della natura morta e della ritrattistica. La sua tecnica ha
percorso quindi le tappe evolutive di una riflessione approfondita su forma e colore; in questa
ultima fase si assiste a un processo di depurazione, per cui il moto della danza tende inevitabilmente a dissolversi in puro richiamo luminoso e dinamico, e in una colta ricognizione del
rapporto fra spazio e figura, dove il riferimento temporale si scioglie in un’indeterminatezza
sospesa. E il resto è solo musica.
A tu per tu con... i Musicalizadores
Nome:
Sabino Cirulli.
Età: 39.
Temperamento:
Virtuoso.
Quando e come hai iniziato a mettere musica?
Nel secolo scorso, convinto e sostenuto da un amico che non c’è più.
Com’è maturato il tuo approccio alla consolle da allora?
Si è evoluto nel corso degli anni. Se pensi che spesso 2 anni sono una eternità
misurata con il metro tanguero, figurati quello che può succedere in 15 anni. In
Italia il tango è cambiato nell’ultimo decennio. Non so dirti se in meglio o in
peggio. Ma è cambiato.
La tanda di tango del mese di Super Sabino?
Troilo con Marino: Torrente, Sin Palabras, Cristal, Sombras y nada mas.
La tanda di vals e/o milonga del mese di Super Sabino?
Vals: Biagi - Viejo porton, Dichas que vivi, El ultimo adios.
Milonghe: D’Arienzo - Milonga del Corazon, Milonga del Recuerdo, Milonga del 83.
3 orchestre che non possono mai mancare nelle tue serate?
Me ne concedi quattro? Di Sarli, Pugliese, Troilo, D’Arienzo… e mi piange il
cuore lasciar fuori Calo’.
Cosa cerchi di trasmettere da dietro la consolle?
La voglia di ballare e divertirsi.
Festival o milonghe? Dove ti trovi più a tuo agio?
Festival. Mi piacerebbe sempre partecipare a serate con performance di grandi
maestri e musica dal vivo di qualità, ma spesso questo non è possibile.
C’è una tua serata che ricordi in particolare o alla quale sei rimasto particolarmente
legato?
Una selezione durissima, se non impossibile… ed allora dico The best is yet to
come!
L’errore che un musicalizador non dovrebbe fare mai?
Pensare di essere un collezionista o ritenere il pubblico ignorante. Un errore
madornale. Come cercare di ammorbare la serata con brani sconosciuti. Lo ripeto
da sempre: se un pezzo non lo mette nessuno in milonga, un motivo ci sarà… e non
perché non ce l’ha nessuno.
Mettere musica in Italia o all’estero? Fa differenza per te?
Non ne faccio una questione geografica. Piuttosto reputo la tipologia di evento a fare la differenza, ma in primis il pubblico. Non mettiamo musica per noi
stessi, altrimenti rimarrei a casa seduto in poltrona ad ascoltare in cuffia Di
Sarli, ma per i tangueri. Senza il pubblico non esiste la milonga, e lo sforzo
maggiore per un dj è entrare in sintonia con la gente. Ma quando si crea il feeling giusto, le sensazioni sono da brivido!
32
A
A tu per tu con... gli organizzatori
Nome: Laura Br
andi,
Paolino Fierro
.
Età: 49, 42.
Temperamento:
Assolutamente
latino (Laura
),
Assolutamente
del sud (Paoli
no).
Laura Brandi e Paolino Fierro = Salon Baires/Club Majestic a Napoli. Una milonga di tutto
rispetto! Qual è il segreto del vostro successo?
Crediamo che il successo di un’iniziativa sia funzione dell’autenticità del progetto proposto che trae origine da quello che è in Argentina una milonga ovvero uno
spazio sociale nel quale sono importanti l’accoglienza, lo spazio fisico, la qualità
della musica e chiaramente del pavimento. Personalmente (Laura) cerco di collocare
al meglio tutti in milonga, perché spesso la posizione del tavolo per una ballerina
è fondamentale per la riuscita della serata, perché possa essere vista dai milongueros, invitata, magari con lo sguardo. Questi codici non sono delle imposizioni,
servono solo per far funzionare al meglio la piccola società chiamata “milonga”.
Oggi nascono a più non posso organizzatori dell’ultimo minuto. Pensate che questo farà del
bene al tango?
Non è un bene per il tango in sé, ma purtroppo il tango non ha barriere all’ingresso,
per cui si pensa che basti un locale per fare una milonga. Ci si dimentica che il
tango non è un mercato, ma una comunità che funziona con regole diverse. Il problema
è che quando ci sono molti eventi nello stesso giorno, molti decidono di non uscire
o di fare altro per non trovarsi in milonghe semivuote. Per cui nel lungo periodo la
coerenza e la qualità di un organizzatore secondo noi pagano.
L’evento più bello che avete organizzato o quello a cui siete particolarmente legati?
Ogni qual volta Osvaldo Roldan e Annamaria Ferrara si esibiscono per la comunità
napoletana è sempre un evento emozionante.
Quest’anno siete giunti alla terza edizione del “Raduno milonguero di Capodanno”, qual è la
cosa più soddisfacente nell’organizzare un evento del genere?
Come sempre la soddisfazione più grande è leggere nei sorrisi dei partecipanti il
piacere di condividere un momento. Per noi è anche un motivo di orgoglio quello di
mostrare la nostra città, Napoli, una città tanto complessa e contraddittoria a persone che non la conoscono.
La cosa più fastidiosa nell’organizzazione di un evento?
Le navette per gli spostamenti. Costano molto e pochi le usano!
Preferite lavorare da soli o creare sinergie anche con altri organizzatori?
Le sinergie generano risultati che sono superiori a quelli conseguiti dai singoli.
Certamente lavorare insieme agli altri è più faticoso, ma quando si condivide un
progetto è una gran bella soddisfazione.
3 ragioni per venire a trovarvi a Napoli?
La musica, l’accoglienza, l’onda milonguera!
2 cose che vorreste si realizzassero entro la fine dell’anno?
Invitare un’orchestra tipica argentina, questo sul piano dei progetti, e più in generale lavorare in armonia e con un po’ più di umiltà con gli alti operatori, perché
come sosteneva il maestro Pugliese, riferendosi alla propria orchestra “siamo tutti
un ingranaggio della macchina tanguera”!
1 saluto per i lettori de El Tanguero...
Vi aspettiamo a Napoli, ma nel frattempo leggete El Tanguero
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NO TE LO PIERDAS!
curiosando
recensioni
libro • Un Tango Ancora
di Francesco Giovannini e Andrea Zanichelli
Un Tango Ancora è il nuovo libro di Francesco Giovannini e Andrea Zanichelli, uscito a giugno 2013. È un libro giallo sul tango
argentino ambientato interamente in Italia.
Claudio è un commissario di polizia che si ritrova a dover indagare su un omicidio commesso all’uscita di una milonga. Durante
l’indagine si ritrova coinvolto in un mondo di cui non sospettava
l’esistenza: il mondo del tango argentino. Un ballo, una passione,
fumettistici personaggi e molteplici intrighi. Un romanzo che descrive un mondo parallelo che cattura non solo chi quel mondo
lo vive dall’interno ma anche chi quel mondo non lo conosce
ancora.
“Lascia perdere i passi, quelli non ti servono, abbracciami, ascolta
la musica e muoviti lentamente, così, come ti viene” così lo stesso
protagonista, grazie all’indagine, si avvicina a questo meraviglioso mondo e ne resterà affascinato.
Gli autori utilizzano un linguaggio semplice e coinvolgente sempre condito con un pizzico di ironia che non guasta e che farà
appassionare ogni singolo lettore al mondo del tango e lo farà rimanere con il fiato sospeso fino alla fine! Tutti i personaggi sono
assolutamente inventati e privi di qualsiasi riferimento a personaggi e luoghi reali.
È possibile acquistare il libro a soli 15€, con spedizione a casa
inclusa e dedica autografa da parte degli autori, inviando una
e-mail a [email protected].
libro • Dieci passi di
di Andrea Sardi
Tango
L’autore di questi libro non ha pensato al “solito libro” di tango, ma
propone una emozionante rappresentazione teatrale.
Dieci testi di Tango che raccontano anche i più segreti moti
dell’anima. Pensieri che molti hanno senza il coraggio di esprimerli, spesso neppure a se stessi. Andrea Sardi vuole esplorare l’animo umano identificando gli schemi che talvolta lo imprigionano,
portando l’individuo a smarrire la propria identità sino a perdersi.
Una metafora della vita: accettare i vuoti e le pause. Apprezzarle
e goderle poiché dal vuoto, dalla pausa, nascono infiniti cammini,
infinite possibilità. Non bisogna avere fretta, nel tango come nella
vita, si rischia di non comprendere e non godere al meglio. Ascoltare. Ascoltare l’altro e non avere paura dell’errore.
Un testo accompagnato anche da una dimensione olfattiva che
racconta scene in cui “l’aria è d’improvviso greve di legno impregnato di vino e di fumo di sigaro d’altre notti” passando a scene
dove la percezione del profumo del mare, dei gelsomini e dei fiori
d’arancio raggiunge il lettore.
Un percorso narrativo ed emozionale che come dice lo stesso autore rappresenta “uno schizzo, un insieme d’immagini, d’idee, di
emozioni, che ognuno può far sue e sviluppare, assecondando il
proprio animo, la propria creatività”.
Il libro pubblicato tramite “Il Mio Libro”, del “Gruppo Editoriale
l’Espresso”, si può acquistare nelle librerie La Feltrinelli oppure direttamente sul sito www.lafeltrinelli.it
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voci di tango
Tango da Marilyn
È
da tanto che non pratico, spero sia un po’
come la faccenda della bicicletta.
Non ho il tempo di ricordarmi come si sta
sui tacchi che già una mano mi invita in pista. Sfilo gli occhiali che scivolano ubbidienti nella
borsa, mi alzo e spero di non fare un casino.
Prima milonga di rodaggio; al secondo tango lui mi
sfila la punta della scarpa sinistra e quasi cadiamo,
il terzo giro va liscio, decisamente meglio. Fortuna
che ci conosciamo e la figuraccia non scotta troppo. Torno a sedere con quell’aria appagata, riconoscente, un po’ ebete ma piacevolmente incantata.
Resto con la stessa espressione a contemplare la
varia umanità di gambe e piedi che girano intorno
alla pista.
C’è chi si trascina pesante e molle sulle piastrelle, come ballasse negligentemente un liscio, chi
saltella ed appena sfiora il pavimento, chi sorride
accennando piano una risata in risposta a chissà
quale commento sussurrato provocatoriamente
nell’orecchio.
Noti i movimenti, intuisci le persone.
Ci sono donne rigide come scope che accennano
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di Marta Ciambotti
incerti passettini compunti, visibilmente attente a
non far scappare fuori posto ciocche di capelli; uomini che ammortizzano artificiosamente ogni passo come incarnassero la patetica caricatura di uno
che balla da solo davanti lo specchio. Ci sono poi
coppie impossibili da separare, da discernere come
singoli individui tanto la loro danza è affiatata, partecipe, totalmente assorta seppur vigile e precisa.
Nella penombra elettrica della stanza alberga un
sottile crocevia di storie raccontate dai soli occhi di
chi balla. Puoi incrociare periferiche di sguardi banalmente fissi sulla spalla del compagno; perderti nelle lunghe traiettorie di sguardi distanti, persi
dietro lontani pensieri o suggestioni; ancora, puoi
imbatterti in sguardi incredibilmente espressivi che
fremono dietro occhi chiusi, immersi nelle profondità recondite della musica.
Loro due, quando ballano, non sono più qui, in
questa dimensione, in questo anonimo bar di un
centro commerciale.
Li vedi ballare e li avverti come in un’atmosfera interplanetaria tutta loro. Quando li guardi abbracciati comporre figure con sottile maestria, credi
vera persino questa musica: sparisce il computer
collegato alle casse, sparisce l’amplificazione, vedi
l’esatta orchestrina con il cantante argentino con la
cera sui capelli e l’aria malinconica e vibrante.
Non c’è esuberanza né superbia, non c’è gioco di
potere, non c’è appariscenza. Il tango non lascia
spazio alla volgarità. C’è un solo corpo inscindibile,
un unico respiro che inspira ed espira note e pause,
il trasporto e la fiducia, l’intenzione e l’abbandono,
il Tango e l’amore.
Ora lui la lascia fluire in voluttuosi ocho davanti al
banco dei gelati, e la sua gonna a campana, in una
pioggia di pois, levita sotto lo sguardo indiscreto di
creme colorate e cialde stantie.
Passerei la notte a seguire i loro voli pindarici, ma
termina la tanda: lui raggiunge la consolle, lei trova
una sedia per riprender fiato.
Un uomo mi tende la mano, la musica riparte; sono
determinata a concentrarmi sul rilassamento. Perché tanto è l’unica arma plausibile: lasciarsi andare,
soprattutto se non si è molto sicuri delle proprie
(in)capacità. La danza, come la musica (e tutte le
viscerali attività ancestrali) cozza contro gli spigoli
della razionalità, non concede successi se vissuta
solo attraverso elucubrazioni mentali. Non devi
pensare ai passi, mentre balli, piuttosto comportarti come se fossi acqua che fluisce, che asseconda
forme e percorsi senza però mai tradire alcuna passività d’intenzione.
E allora dai, buttati, chiudi gli occhi e lascia la paura
sotto il tavolinetto, vicino ai mocassini.
Il tango va con la fluidità di un foulard, tranne che
per sporadici intoppi che non riescono comunque
ad inibire il movimento.
Durante un giro animato (di quelli che ti fanno
sentire l’acqua frizzante salire nelle vene) la coda
dell’occhio mi cade sul suo volto, o almeno sulla
porzione che mi è data conoscere da questa angolazione, e vi trova un sorriso divertito ad increspargli il viso. Ride? Avrò sbagliato?
La curiosità è orticante. Questo è il genere di
domande che frequentemente incombono nella mente di un principiante, ma a cui non segue
alcuna risposta. Non si può certo domandare al
compagno “Scusa, ridi di me o per me?” una simile
interferenza romperebbe la magia, oltre a generare
sicuramente una risata maggiore.
Quindi d’accordo, richiudo le palpebre e smetto di
macchinare con il cervello, lasciando accesi solo i
segnali di default: sii sensibile al comando ed all’invito, cura la postura, mantieni morbide le gambe,
chiudi i passi, capta sensibilmente le indicazioni per
il peso, segui la musica, respira.
Guida piuttosto bene, chiama con chiarezza e dovuto anticipo il mio corpo che lo segue senza difficoltosi tentennamenti. Così chiudiamo l’ultimo
brano; mi stringe forte la mano sudata e mi stampa
persino due baci veloci sulle guance. Sorrido, ringrazio, torno al posto un po’ frastornata e divertita.
Segue uno stacchetto di salsa durante il quale la
pista non accenna a vuotarsi, anzi: i corpi che prima
danzavano ordinati in passionale concentrazione,
ora si sciolgono con i piedi veloci, il bacino basculante, il sorriso largo ad illuminare il volto.
La danza è così: ogni genere ha i suoi passi base
da imparare, ma tutto il resto è governato dal ritmo, dal momento, dalla casualità dell’evento e
dall’eventualità del caso.
Ed io che, nel guardare divertita questi tangueri cimentarsi sfrenatamente nella salsa, mi convinco di
“non saperla ballare”, dovrei regalare più libertà al
mio corpo impaurito. Ché il corpo lasciato in balia
del ritmo sa sorprendere davvero, perché regredisce, riconoscendo nella musica l’ancestrale tamburo che sentiva battere nella sua camera embrionale.
Si, questo è l’unico pensiero a cui ho prestato
ascolto mentre con Andrea ballavamo insieme l’ultima tanda.
L’impaccio iniziale mi è servito per staccare la spina
dallo spazio e dal tempo che contornava il tango in
cui mi conduceva. Poi, è stata solo musica.
Anche la coda di aria fresca che mi accarezzava la
pelle ogni volta che raggiungevamo la porta aperta, persino quella si è confusa nella mia mente tradendo la razionalità. Credevo di uscire nella notte
ogni volta che la sentivo.
Un paio d’ore di pratica tra conoscenti sono riuscite
a regalarmi tutto questo.
Ecco, regalare, questo è un verbo giusto per il
tango.
Come il “regalo” che ti fa un compagno quando ti
aiuta a rompere il ghiaccio con la serata, invitandoti per primo pur sapendoti un po’ arrugginita; o
il sorriso bonario regalato da uno sconosciuto che
tacitamente accoglie divertito i tuoi errori.
Come le emozioni che regalano Helga e Andrea
semplicemente abbracciandosi nel loro tango;
come il piacere regalatomi dal maestro che mi offre
la chiusura della serata.
Un regalo incondizionato di chi mi dona con la
consapevolezza di non poter ricevere da me altrettanto.
Eppure mi tende la mano, costringendomi con un
sorriso ad abbandonare l’idea di riporre le scarpe, e
mi conduce nell’incomparabile sogno scandito dal
tango.
Ringraziamo Marta… le sue parole ci hanno emozionato non poco. Helga e Andrea
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37
lezioni di tango
lei...
Hai deciso di entrare a far parte di questo grande mondo e ti sei iscritta al corso di tango.
Sei sola, senza ballerino, come quasi tutte; infatti è dura schiodare gli uomini dal divano davanti alla tele se non con cospicue dosi di sesso preventivo e minacce di non farne più.
Ti siedi sulla prima panca della tua vita, quella del corso.
Entrano i maestri che sembrano bravissimi e leggeri, mentre tu che sei appena uscita dal lavoro, vestita un po’ così, con l’espressione un po’ così, stanca e imprigionata nelle scarpe da
neve col pelo dentro, ti senti un ippopotamo imbranato.
Inizi camminando da sola e vabbè, poi se riesci a procurarti un uomo magari part-time con
un’altra avventrice, lo farai in coppia e vabbè, però quando devi passare all’abbraccio, ah
no ehhh…
Ti senti strizzata e maldestra, non sai
dove mettere i piedi, le gambe si trasformano in tronchi di legno, la schiena ti fa male e tutto questo mentre la
maestra dice che devi rilassarti…
Per non parlare dell’imbarazzo di abbracciare qualcuno imbranato come
te, col maglioncino da ufficio peloso
e caldo che lo fa sudare come una
bestia, ma che non si toglie (chissà
perché?).
Se invece sei tra le fortunate che hanno un compagno e sono riuscite a
convincerlo, devi imparare a tenere la
bocca chiusa.
Le coppie nella vita si riconoscono
subito perché hanno più confidenza nell’abbraccio o iniziano a litigare
dopo la prima mezz’ora.
Quando i maestri diranno che è l’uomo a guidare e noi dobbiamo seguire,
spunterà un sorriso sulla faccia di lui.
Quando diranno che lui deve essere
chiaro e preciso e la donna può scollegare il cervello, il sorriso spunterà a te.
In ogni caso, visto che nel tango un
uomo resta ancora merce rara e preziosa, dobbiamo tenercelo stretto, alFoto di Gaz Blanco
trimenti quando avrà imparato a ballare, ci snobberà lasciandoci al palo.
Quindi armiamoci di pazienza, evitiamo di dirgli “Te l’avevo detto che non si faceva così”
perché loro imparano più lentamente e non sono abituati nè ad usare il tempo musicale, nè
tantomeno a decidere e guidare.
Ci vorrà qualche mese, forse un anno, però ci daranno grandi soddisfazioni…
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lui...
Foto di Gaz Blanco
Ti hanno detto che se vuoi cuccare, devi frequentare un corso di tango quindi ti sei iscritto.
Non hai mai ballato in vita tua, anzi l’hai considerato come “qualcosa da finocchi” e ti senti
rigido come un palo, però eccoti qui, davanti a dieci donne sedute su una pachina al lato
della sala.
Dopo un primo momento di imbarazzo e le insistenze dei maestri, cerchi la più giovane e
carina (fanno TUTTI così) e le chiedi se vuol provare.
Ti senti una foca sul pack, non sai dove mettere braccia e piedi, cosa vuol dire “marcare”? e
“la dissociazione” cos’è? Perchè dovrei mandare le gambe da una parte e il busto da un’altra? Sei già pentito, però ti casca l’occhio sulla scollatura e tieni duro ancora un po’.
Sei a disagio perché hai messo il maglione preferito, quello azzurrino e peloso che in ufficio
è perfetto, però adesso ti fa sudare a fontana.
Come puoi toglierlo e magari mostrare la camicia pezzata? Non sei neanche riuscito a passare da casa e cambiarti la maglietta della salute…
Ti dicono che devi rilassarti e non strattonare la povera ballerina; nel frattempo ti hanno affibbiato una vecchia carampana, perché la didattica prevede che si debba cambiare spesso
partner.
Se invece sei tra gli sfortunati trascinati al corso di tango da una compagna senza cuore,
strappati al comodo divano e al tuo programma preferito, con la minaccia dell’astinenza
sessuale assoluta, dovrai imparare a tacere.
I maestri ti diranno che tocca a te “marcare” e che finalmente la tua donna dovrà seguire
senza discutere: esperienza nuova e bellissima, che ripaga da tanto scoramento.
Non puntualizzate con “Mi sembra di spostare un masso” e “La maestra è molto più leggera di te”.
Dalle le soddisfazioni che merita, se riuscirai ad evitare il litigio, ne riceverai grandi soddisfazioni.
Tratto da: “Tango in scatola”, ed.“Il Fiorino” - www.edizioniilfiorino.com
di Vanna Gasparini - Maestra dell’associazione TangoLoco di Reggio Emilia
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milonghe ed eventi in italia
ABRUZZO
L’AQUILA
La milonga di Camila…
Domenica 20.30-02.00
@ Movi dance, via B.Vecchioni 3,
Tel. 348.2915008
MONTESILVANO (PE)
Milonga La Buena Onda
Venerdì 22.00-03.00
@ La balera, via F. Cavallotti 9/B,
Tel. 340.3401442
MONTESILVANO (PE)
Tango Club
Sabato (a settimane alterne)
22.00-03.00 @ via Verrotti 61,
Tel. 368.534592
PESCARA
Gricel
Domenica 21.00-02.00
@ Kidland, via Ravasco 7,
Tel. 348.8979928
CALABRIA
REGGIO CALABRIA
La Milonga di Reggio Tango
Venerdì 21.30-01.00
@ Scuola da ballo “Nuova fata
morgana”, via delle Industrie 6,
Tel. 338.9853711
CASTROLIBERO (CS)
Casita Calabriatango Milonga
Tradicional
Sabato 22.00-03.00
@ contradada Motta 10,
Tel. 338.4996611
CAMPANIA
SALERNO
La Milonguita
Giovedi 22.00 @ Corazon Al Sur
Tango Club, Via Petrosino 2,
Tel. 347.3591568
Napoli
Salon Baires
Venerdi 22.30-03.30
@ Club Majestic, Via D.Padula 109,
Tel. 348.2622770
Napoli
Milonga Dominguera Al Salone
Margherita
Domenica 21.30 @ Via Verdi 5,
Tel. 081.426097
Napoli
La Milonga Porteña
Venerdì E Sabato 22.30
@ Via G.Capuozzo 52,
Tel. 081.2428567
Napoli
Milonga Al Quater
Venerdì 22.30-03.00
@ Quater, Via Diocleziano 400,
Tel. 081.19570369
Napoli
Salon Baires La Tardecita
Domenica 20.00-01.30
@ Salon Baires, Via G.Piscicelli, 36
(Zona Chiaia), Tel. 348.2622770
Avellino
La Milonga Di Argentango
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Venerdi o Sabato (Settimane
Alterne)22.00 @ Via Molino Santo
Spirito, Tel. 327.06696060
Pellezzano (Sa)
Milonga La Federal
Domenica 21.30-01.00
@ Al Palato Fino, Via S. De Vita 5
Battipaglia (Sa)
El Abrazo
Sabato 22.00-02.30 @ Maminacafè, Tel. 393.388353799
Capua (Ce)
Milonga Di Casertango
Domenica (ultima del mese)
21.30-00.30 @ Ex-Libris, C.So Gran
Priorato Di Malta, Tel 0823.622924
EMILIA ROMAGNA
RIMINI
La maquina tanguera
Sabato o Domenica 22.00 @ via P.
Ghinelli 5 Rivazzura di Rimini (RN)
Tel. 334.7693051
PARMA
Carmin Cafe’
Sabato 22.30 @ via Meazza 23/A
Tel. 347.9658980
LIGURIA
GENOVA
Milonga Brava
Sabato 22.30-03.00 @ Via Sant’Ilario 108 nero, Tel. 349.3782539
LOMBARDIA
SOLA (BG)
Milonga Malena
Venerdi 22.00-02.00 @ Via Biagi,
Tel. 340.6053315
BERGAMO
Milonga de la Tarde
Domenica 20.30-02.00
@ Via Bergamo 64 ss Briantea
Cumo, Tel. 389.2716121
MARCHE
CASTEL DI LAMA (AP)
La milonga di tango Rodoldo
Domenica 21.00-01.00 @ Via 232/
ma - zona industriale Campolungo Tel. 339.4868987
PESARO
La casa del tango
Venerdì 22.30-03.00 @ Via Cattabrighe 21, Tel. 333.4213403
PIEMONTE
ASTI
Milonga alma y pasion
Sabato 22.00-02.00 @ Via al Mulino 8, Tel. 347.8890073
SICILIA
PALERMO
Milonga dell’Accademia
di Danza
Sabato 21.30-02.00 @ Via
D.Trentacoste 36, Tel. 327.3474116
TOSCANA
FIRENZE
Bailongo Milonguero
Martedì 21.30-00.30 @ Via di
Brozzi 312, Tel. 055.340166
FIRENZE
La milonga del teatro
Affratellamento
Giovedì 21.30-01.30 @ Via Orsini
73, Tel. 055.340166
FIRENZE
Milonga delle Caldine
Sabato 22.30-03.00 @ Via Faentina 183, Tel. 055.340166
FIRENZE
Buenos Aires Tango Club
Domenica 21.30-01.30
@ Via Vittorio Emanuele 135,
Tel. 055.496670
MASSAROSA (LU)
La Chandelle
Domenica 19.00-02.00
@ Via Casa Rossa 303,
Tel. 333 7882977
FORTE DEI MARMI (LU)
La Milonga del Forte
(1° e 3° sabato del mese)
Mercoledì 22.00-02.00 @ Via G.
Montauti 6, Tel. 347.6565311
PONTELUNGO (PT)
Mas Tango circolo Arci
21.00-24.00 @ Via Lucchese 85,
Tel. 328 3119994
UMBRIA
PERUGIA
La Milonga di Alice
Sabato 22.00-04.00@ Via Alessandro Arienti 3, Tel. 340.4580573
PERUGIA
Milonga del Atardecer
Domenica 19.30-24.00 @ Via dei
mestieri 13, Tel. 348.8762534
PERUGIA
Music All
Domenica 21.00-00.30 @ Music
Hall, Via Ruggero D’Andreotto, 19
Tel. 348.7033658 - 349.3752408
TODI (PG)
Milonga a Todi
Sabato 21.30-03.00 @ Via Giuseppe Mazzini, Tel. 338.5281307
TERNI
Interamnatango
Domenica 21.30-01.30 @ strada di
sabbione 28b, Tel. 333.7825680
VENETO
SPINEA (VE)
Contatto
Sabato 22.00-03.00 @ Via del
Commercio 34/b, Tel. 340.7861032
VILLORBA (TV)
El Garufa tango club
Venerdi 22.00-02.00 @ Via Everardo 6/b, Tel. 349.8672866
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milonghe a milano
LUNEDI’
COMoUNAvez
22.30-02.00 @ via Parenzo 7,
Tel. 329.6541562
MARTEDI’
Le Banque
19.00-02.00 @ via Porrone Bassano 6,
Tel. 02.86996565
La milonga del Sio
22.00-02.00 @ Via Temolo 1,
Tel. 347.7588350
Arcibellezza
22.30-01.30 @ Via Bellezza 16/a,
Tel. 347.2446899
Maison Milano
22.30 @ via Montegani 68,
Tel. 02.89540234
MERCOLEDI’
Cafè Caribe
22.30-02.00 @ via Natale Battaglia 12,
Tel. 02.312922
La parada del miercoles
22.30 @ Shangai caffè,
via Giovanni Battista Sammartini 124,
Tel. 333.6177426
GIOVEDI’
La Mariposa
22.00-02.00 @ via Prandina 31,
Tel. 338.2877110
VENERDI’
Tangoy
22.30-02.00 @ Via Monza 140,
Tel. 334.5240235
La Liberty di Casa Cambalache
22.30 @ Largo Marinai d’Italia 1,
Tel. 333.4711727
Che Bailarin
22.00 @ via G.Watt 5, Tel. 334.9837399
Milonga Melograno
21.30-02.30 @ via Novara 25,
CASTELLANZA (VA) Tel.331.632105
COMoUNAvez
22.30-03.00 @ via Parenzo 7,
Tel. 329.6541562
SABATO
Milano Milonga
21.30 @ Via Riva Di Trento 5,
Tel. 333.3749663
La Mariposa
22.00-02.00 @ Via Prandina 31,
Tel. 338.2877110
Milonga de Las Brujas
22.00 @ Via Granelli 1, c/o Il Maglio,
SESTO SAN GIOVANNI
Tel. 339.6819769
Milonga Melograno
21.30-02.30 @ via Novara 25,
CASTELLANZA (VA) Tel. 331.632105
Milonga Dorada
22.00 @ via Amendola 21,
Paderno Dugnano - Tel. 339 3810993
COMoUNAvez
22.30-03.00 @ via Parenzo 7,
Tel. 329.6541562
DOMENICA
Milonga Shuheta
18.30 @ via R. Livatino 8 - Melzo,
Tel. 333.4393430
Milonga del Treno
21.30 @ via San Gregorio 46,
Tel. 02.6700479
Sentimento Gaucho
21.30 @ c/o Principe - viale Jenner 67,
Tel. 02.69018437
Milonga Pensalobien
19.00 @ Via Tito Speri
ang. Via Maroncelli 8
Milonga La Viruta
21.30 @ Via F.lli Gracchi, 39
Cinisello Balsamo, Tel. 340.6053416
Milonga Dorada
21.00 @ Via Amendola 21,
Paderno Dugnano
Tel. 339 3810993
Milonga La Baldosa
21.00 @ via Albano 1
Cesano Maderno
Tel. 348.2791077
Tutti i dati riportati sulla tango agenda sono stati forniti (aggiornati al trimestre
in corso) dai diretti interessati. I dati verranno ricompilati da capo dal prossimo
numero. Chi non aggiornerà i dati verrà cancellato. La redazione non è pertanto
responsabile di eventuali cambiamenti e/o inesattezze. Per inserire e/o modificare
i dati scrivere a [email protected]
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milonghe a roma
LUNEDI’
La Pulperia
22.30-02.00
Via L. F. De Magistris 91
328.1249409
MARTEDI’
MILONGA DI TRASPIE’
22.30-01.00
P.zza San Pancrazio 7
339.7627738
MILONGA DEL BARRIO
22.30-02.00
Via di Pietralata 135
349.5629314
SAN SALVADOR
21.00-02.00
Via dell’Oceano Atlantico 271
339.8209385
TANGOFFICINA
21.00-01.30
Via Cupa, 5
338.1104076
MILONGA DOUBLEART
22.30-02.00
Via degli Ausoni 84
349.4018084
ELETTROTANGO@BAR
Milonga itinerante
21.00-03.00
335.5913434
MERCOLEDI’
MILONGA DEL BARRIO
22.30-02.00
Via di Pietralata 135
349.5629314
IL GIARDINO DEL TANGO
Milonga Sin Rumbo
22.30-03.00
Via degli Olimpionici 7
333.1881716 OBSCURA
23.00-03.30
Via Locri 42
333.2650562
ANTIGUA MILONGA
21.45-02.00
Via degli Angeli 146
342.7719084
CAFETIN DE ROMA
22.00-01.30
V. Bordoni, 50
347.6937644
GIOVEDI’
MILONGA DEL BARRIO
22.30-02.00
Via di Pietralata 135
349.5629314
EL ARRABAL
22.30-03.00
Via Luigi Bombicci 60
392.8481847
44
QUERER
22.00-02.00
P.le K. Adenauer 12 o
Via Ciro il Grande
348.3862271
IL GIARDINO DEL TANGO
Cachirulo
22.30-03.00
Via degli Olimpionici 7
333.1881716 KRIMINAL TANGO
(a giovedì alterni)
c/o Spartaco
22.00-03.00
Via Selinunte 57
VENERDI’
MILONGA DEL BARRIO
22.30-03.00
Via di Pietralata 135
349.5629314
TANGUERA
22.30-03.00
Via degli Angeli 146
342.7719084
IL GIARDINO DEL TANGO
Milonga dell’Abbraccio
22.30-03.00
Via degli Olimpionici 7
333.1881716
LA MILONGA DELLE CILIEGIE
(4° venerdì del mese)
22.30-03.00
Via delle Ciliegie 42
328.1516410
MALQUERIDA
Milonga queer
22.30-03.00
Via Macerata 9
347.870 8871
SABATO
MILONGA DEL BARRIO
22.30-03.00
Via di Pietralata 135
349.5629314
RECOLETA 44
22.30-03.00
Via Deserto Di Gobi 44
339.4366587
MILONGA CLASSICA
c/o Spazio Diamante
22.30-03.00
Via Prenestina 230 B
346.3481823
CONVENTILLO
c/o Arca Dancing
22.30-03.00
Via degli Angeli 146
335.435473
IL GIARDINO DEL TANGO
La Milonga de los Artistas
22.30-03.00
Via degli Olimpionici 7
333.1881716
TANGOFFICINA
22.30-03.00
Via Cupa 5
360.602693 - 06.9374270
MIO TANGO - GRICEL
(2° e 4° sabato del mese)
22.00-02.30
Via Filoteo Alberini 53
329.9170544
LA MIRADA
22.30-04.00
c/o Los Latinos, Via della Divina
Provvidenza 90
06.66411175
MILONGA CASA DEL TANGO
18.30-22.00
Via dei Gordiani 401/413
331.3725008
ELETTROTANGO@BAR
Milonga itinerante
21.00-03.00
335. 5913434
MILONGA DELLE CILIEGIE
(2° sabato del mese)
22.00-03.00
Via delle Ciliegie 42
328 151 6410
DOMENICA
LA MILONGA DEL BARRIO
21.30-02.00
Via di Pietralata 135
349.5629314
LA MILONGA DI ALICE
20.00-00.00
Via Romolo Gessi 6
340.4580573
MILONGA ASSISI 33
20.00-01.00
Via Assisi, 33
338.7440845
TANGOFFICINA
TE’ TANGO
18.00-21.00
Via Cupa 5
360.602693 - 06.9374270
IL MITREO
21.30-01.30
Via M. Mazzacurati 63
333.5300844
TANGO BAR
18.30-23.00
Via Macerata 9
06.70301101
POMERIDIANA AL BESO
c/o Saturno dancing
19.00-22.00
Via Appia Nuova, Km 17.800
366.7178018
pratiche a roma
LUNEDI’
La Pratica del Barrio
a rotazione con maestri della scuola
22.45-00.30
Via di Pietralata 135
349.5629314
MERCOLEDI’
La Pratica di Alice
12.30-14.30
Via Romolo Gessi 6
340.4580573
GIOVEDI’
PRATICA ARTETOILS
con Fabiana Fusaro
21.30-23.00
Via di Casal Boccone 102/b
339.7429160
PRATICA TANGOALLEGRIA
con Silvia Colli e Fernando Serrano
(1 volta al mese)
Dalle 22.00 in poi
Via Mazzacurati 63
333.5300844
VENERDI’
PRATICA DELLE CILIEGIE
23.00-00.30
con D. Coda e C. D Stefano
Via delle Ciliegie 42
328.1516410
SABATO
PRATICA Tea come Tango
Aperitango
con Giulia Zimei e Maurizio Bovini
17.30-21.00
Via A. Avoli 3/a
338.5213943
DOMENICA
PRATICA di BAILEDEORO
(3° domenica del mese)
19.30-21.00 con E. Rojeva e M. Pianelli
Piazzale delle Regioni, 19 ( Pomezia)
349.5659351
La Pratica di Alice
18.00-20.00
Via Romolo Gessi 6
340.4580573
La Pratica di OrangoTango
18.30-21.30
Via Enea 91
349.2942190
Crociera e Tango
Venezia - Istanbul
Stoccolma - Mar Baltico
Buenos Aires - Capo Horn
partner della rivista El Tanguero
scuole di tango in italia,
LAZIO
Lezioni a Roma
Scuola Traspiè
Piazza San Pancrazio 7 con
Marco Evola e Paola Palaia
Martedì
20.00 – 2° livello; 21.15 –
Intermedi
Giovedì
20.00 – Principianti assoluti
21.15 – Avanzati
Venerdì dalle 21.00 alle
23.00
Pratica /Seminario di
Milonga
www.traspie.it
Scuola Prati Tango Club
Via Donatello 20
Lunedì con Pablo Moyano
e Roberta Beccarini
20.30 – Principianti/Intermedi
21.45 – Avanzati
Martedì con P. Moyano, R.
Beccarini, M. Navone, C.
Fusillo
20.30 – “Figure in musica”
22.00 – Tecnica di Coppia
Mercoledì con Pablo Moyano e Roberta Beccarini
20.30 – Intermedi; 21.45 –
Milonga
Giovedì con Mariano Navone e Claudia Fusillo
20.30 – Principianti
21.45 – Intermedi/Avanzati
www.pratitangoclub.it
Accademia Barrio Tango
via di Pietralata 135
con maestri argentini
Lunedì c/o Salòn Blanco
20.15 – Tango 1
21.30 – Salonisimo
c/o Salòn Negro
20.15 – Tango 2; 21.30 –
Milonga 2
22.30 – Improvisando
(Percorso M.E.SS.I.) c/o Sala
Soft Club Lanciani; 21.00
Tango 1/2
Martedì c/o Salòn Blanco
20.15 – Tecnica 1; 21.15 –
Tango 2
c/o Salòn Negro; 21.15 –
Tango 1
c/o Sala Soft Club Lanciani
22.30 – Enroscando (Percorso M.E.SS.I.)
Mercoledì c/o Salòn Blanco
20.15 – Musicalità; 21.15
– Salonisimo c/o Salòn
Negro
20.15 – Tango 3; 21.30 –
Milonga 3
c/o Sala Soft Club Lanciani
22.30 – Musicalisimo (Percorso M.E.SS.I.)
Giovedì c/o Salòn Blanco
20.15 – Milonga 2; 21.15 –
Tango 2
c/o Salòn Negro; 20.15 –
Tecnica 2
21.15 – SuperSalonisimo
(Percorso M.E.SS.I.)
Venerdì c/o Salòn Blanco
20.15 – Tango km0 (0
esperienza)
c/o Salòn Negro
21.30 – Tango km0 (0
esperienza)
Domenica – Salòn Blanco
18.30 – Tango km0 (0
esperienza)
www.barriotango.it
Scuola Royal Tango
con Roberto Castrucci e
Alessia Leoni
Lunedì c/o via dell’Arcadia
108
21.00 – Intermedio II
Martedì c/o via Santa Lucia
12/a – Bracciano
20.00 – Principianti assoluti
Giovedì c/o via Romolo
Gessi 6
20.30 – Principianti; 21.45 –
Intermedi
www.royaltango.it
Scuola Tango al Piso
con Pablo Moyano e
Roberta Beccarini
Lunedì c/o via donatello 20
20.30 – Principianti/Intermedi
21.45 – Avanzati
Martedì c/o via donatello
20
20.30 – Musicalità
21.45 – Tecnica Femminile
Mercoledì c/o via Donatello
20
20.30 – Intermedi/Avanzati
21.45 – Lezione di Milonga
Giovedì c/o Circonvallazione Appia 107
20.00 – Principianti Assoluti
Domenica c/o via Fracassini
60
17.00 – Principianti assoluti
18.15 – Principianti Intermedi
www.robertabeccarini.com
Scuola Artetoiles
via di Casal Boccone 102/b
Lunedì con Fabiana Fusaro
e Mariano Navone
21.30 – Avanzati
Martedì con Fabiana Fusaro
ed Emanuele Zangara
20.30 – Principianti assoluti
Mercoledì con Fabiana Fusaro ed Emanuele Zangara
20.30 – Intermedi
Venerdì con Fabiana Fusaro
e Claudio Jurman
21.15 – Intermedi I /II
Domenica con Fabiana
Fusaro, Mariano Navone e
Pablo Garcia
a domeniche alterne, seminari tematici
www.artetoiles.it
Scuola Tanguedia
con Dario Pizzini ed Emanuela Pansera
Lunedì c/o via degli Olimpionici 7
19.30 – Principianti assoluti
20.45 – Intermedi 1
22.00 – Avanzati
Martedì c/o via Angelo
Battelli 6
19.30 – Principianti assoluti
20.45 – Intermedi 1
22.00 – Avanzati
Mercoledì c/o via dei Cessati Spiriti 89
20.00 – Intermedi 1
21.30 – Principianti assoluti
Domenica c/o via Appia
Nuova 665
16.45 – Principianti
18.00 – Intermedi 2
19.30 – Avanzati
www.tanguedia.net
Scuola La Violeta Tango
con Giulia Zimei, Maurizio
Bovini e Luigi Vai
Lunedì c/o via A. Avoli 3/a
20.00 – Principianti
21.15 – Avanzati
Martedì c/o Via Pellegrino
Matteucci, 98
18.30 – Principianti
Mercoledì c/o Via Pellegrino
Matteucci, 98
19.45 – Intermedi
21.00 – Principianti
Sabato c/o via Locri 42
19.00 – Principianti
www.lavioletatango.it
Scuola Baile de Oro
con Massimo Pianelli e
Elena Rojeva
Mercoledì c/o Via dei Piani
di Monte Savello, 48/b –
Albano Laziale
20.30 – Principianti
22.00 – Intermedi /Avanzati
Giovedì c/o Via Fratelli
Wright, 47 – Ciampino
21.00 – Principianti
Venerdì c/o Piazzale delle
Regioni, 19 – Pomezia
21.30 – Principianti
Sabato c/o Riviera Zanardelli, 76 – Anzio; 19.00 –
Livello Unico
www.bailedeoro.com
Scuola Tangoeventi
c/o via degli aldobrandeschi 16
Lunedì con Matteo e Ludovica Antonietti
20.00 – Principianti
21.15 – Intermedi /Avanzati
Giovedì con Massimo Imparato e Daniela Ayala
21.00 – Principianti
Venerdì con Luciano Donda
e Cinzia Lombardi
20.00 – Principianti
21.15 – Intermedi /
Avanzati
www.tangoeventi.com
Scuola Avenida Corrientes
con Manuele Marconi e
Flavia Valentini
Domenica c/o presso Teatro lo spazio, via Locri 46:
19.00 – Principianti assoluti
21.00 – Intermedi ore 21
Martedì c/o scuola E. Toti,
via De Magistris 49
20.30 – Principianti assoluti
www.avenidatango.net
Scuola Vida Tanguera
con Daniele Rosa e Manuela D’Orazio
Martedì c/o Roma Danza,
via Fridiano Cavara, 17
20.00 – Principianti assoluti
21.30 – Intermedi
FB: Vida Tanguera
Scuola di Tango Argentino
con Julian Althabe e Paola
Palaia
Lunedì c/o via Tabarrini 7
21.00 – Principianti
Scuola Tangoamor
con Fabrizio Calvieri e Lora
Capodaglio
Martedì c/o via Zago n°1
20.00 – Principianti
21.30 – Intermedi/ Avanzati
Mercoledì c/o via Zago n°1
20.00 – Principianti
21.30 – Intermedi
Mercoledì c/o via C. Fracassini 60
21.30 – Principianti
Giovedì c/o via C. Fracassini
60
20.30 – Intermedi
21.30 – Avanzati
Venerdì c/o via della Divina
Provvidenza 90
20.00 – Principianti
21.15 – Intermedi/Avanzati
www.tangoamor.it
Scuola Animatango
con Francesco Andreotti e
Silvia Vincenti
Mercoledì c/o via Ruggero
di Lauria 22
20.15 – Principianti
21.15 – Intermedi
www.animatango.it
Scuola Tangoallegria
con Fernando Serrano e
Silvia Colli
Lunedì c/o V.le San Paolo
12
21.00 – Tecnica – LU
22.00 – Lezione di Milonga
– LU
Martedì c/o Via A. Serra
93b
20.00 – Principianti
21.15 – Intermedi
Giovedì c/o via M. Mazzacurati 63
19.30 – Principianti Assoluti
20.30 – Intermedi/Avanzati
Venerdì c/o viale delle
Milizie 40
20.00 – Principianti
21.15 – Intermedi
Domenica c/o via M. Mazzacurati 63
19.30 – Principianti Assoluti
20.30 – Open Class a Tema
www.tangoallegria.it
LOMBARDIA
Lezioni a Milano
Scuola Love is Dance
con Cecilia Signorelli
Lunedì c/o via Veglia 59
20.30 – Principianti assoluti
21.15 – Intermedi
www.loveisdance.it
Scuola Attrazione Danza
con Cecilia Signorelli e
Massimo Basilico
Giovedì c/o via Livatino
8 – Melzo
20.30 – Principianti assoluti
21.30 – Intermedi
a seguire pratica
www.attrazionedanza.it
CAMPANIA
Lezioni a Salerno
Accademia Corazon al Sur
di Neri Piliu e Yanina
Quiñones
Via Nicola Petrosino 2
Lunedì
20.00 – Principianti assoluti
21.30 – Avanzati
Martedì
21.00 – Tecnica Femminile
Mercoledì
20.00 – Pratica Guidata
21.00 – Intermedi
Giovedì
21.00 – Lezione di Milonga
Dalle 22.00 Milonguita
www.corazonalsurtangoclub.com
TOSCANA
Lezioni a Massarosa (LU)
Scuola Tangoverso
Domenica
19.00 – Livello Unico
www.Tangoverso.blogspot.
com
L’arte di realizzare
un sogno.
Passione per il ballo, amore per i dettagli e
una storica tradizione artigiana da oltre 45
anni: è così che nascono le nostre calzature
per la danza indossate dai migliori ballerini
del mondo e da chi, semplicemente, ama
ballare. Le calzature Paoul sono l’eccellenza
in fatto di design, comfort e performance:
è la poesia di una scarpa che accompagna il
ritmo delle vostre passioni.
www.paoul.com
47
48