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C1/2968/2008 valido dal 11/03/2008
le medicine integrate
Rivista di
medicina
omeopatia
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a partire da questo numero
Speciale inserto
Schede da staccare e collezionare
Camelia Sinensis
Rivista quadrimestrale di informazione a distribuzione gratuita. Anno 2009 - n° 1
Edita da PromoPharma S.r.l. - Repubblica di San Marino
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le medicine integrate
sommario
Direttore responsabile
Diletta Vaselli
Editoriale
05
L’arte della guerra e... l’arte del guarire
07
Diamo alla cellulite il “peso” che merita.
10
La fito-omotossicologia
13
Il terreno dell’allergia alle proteine alimentari
19
La Disbiosi
23
Soccorso: il Florit 39
28
Umanizzazione della Medicina
30
Recensioni
34
Capo Redazione
Maurizio Petix
Redazione
Comitato scientifico
PromoPharma
Responsabile scientifico
Alberto Fiorito
Dott. Riccardo Morlini
Grafica
Studio Valenti
Città di Castello (PG)
Stampa
Grafiche Diemme
Bastia Umbra (PG)
Dott. Alessio Gessati
Dott. Riccardo Forlani
Con la collaborazione
del Comitato Scientifico
A.M.I.N. Associazione
di Medicina Integrata
e di Naturopatia
Dott. Valerio Ballardini
Dott. ssa Giovanna Perrone - Dott. ssa Barbara Ostan
Antonella Napoli
Distribuzione gratuita
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È in corso il riordino del database degli indirizzi per la spedizione della
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di spedizione o vogliono disdire il servizio possono inviare una e-mail a
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I N T E G R AT O R I N U T R I Z I O N A L I
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editoriale
La riflessione iniziale per questo numero sarà incentrata su due concetti che dovrebbero essere presi in considerazione parlando di malattia, ma li vogliamo ribaltare e riferire all’uomo sano. La salute è organizzazione e comunicazione. Se per qualche lettore possono essere temi scontati, ci piace invitare tutti ad alcune riflessioni su questi due
argomenti, in special modo per il fatto di poter ribadire come il microcosmo uomo sia parte e segua le leggi del
macrocosmo universo e di come, viceversa, il secondo detti leggi che il primo deve seguire.
A partire dall’evento della meiosi, non si può dubitare della perfetta organizzazione dell’attività cellulare. L’unità
cellula rappresenta quanto di più organicamente strutturato si possa conoscere in natura. Eccellente protezione da
parte della membrana; organizzazione interna fatta in maniera tale che vi sia costante produzione di energia per la
sopravvivenza, per il lavoro, per la conservazione delle informazioni e, addirittura, per l’arricchimento delle stesse
con nuovi adattamenti ambientali che verranno poi codificati a livello di nucleo. Un sistema perfetto che mantiene
costantemente il controllo e che è in grado di organizzare sofisticate risposte di difesa nel momento in cui un corpo
estraneo, una tossina, un elemento non self entri in contatto con esso.
Attraverso la membrana e tutta una serie di meccanismi biochimici ed elettromagnetici, questa struttura perfettamente organizzata è in grado di comunicare con le cellule circostanti. È qui, forse ancor più che all’interno del
terreno cellulare, che si gioca la partita della salute. Una corretta comunicazione, infatti, è determinante per la
sopravvivenza non tanto della cellula, quanto del contesto in cui essa è inserita. Esaminiamo gli elementi della
comunicazione.
Intanto cominciamo col dare per scontato che l’elemento che deve comunicare sia integro, in buono stato di conservazione. Poi la qualità del segnale prodotto deve essere buona: sappiamo come un’informazione armonica possa
raggiungere obiettivi molto più distanti rispetto ad una informazione disarmonica. Al terzo punto, ma solo per
ordine narrativo, metteremo la qualità del mezzo attraverso cui il segnale si diffonde: tanto più inquinato è il luogo
di trasporto dell’informazione tanto maggiore è la probabilità che questa subisca distorsioni e che non giunga al
reale obiettivo e con le stesse caratteristiche di partenza. Infine, ma questo ci riporta all’inizio, la qualità del sistema
ricevente, che torna a far parte dell’elemento originale, che nel nostro caso è l’integrità cellulare.
Ora, se noi pratichiamo l’esercizio di inserire il microcosmo cellulare nel macrocosmo organo o questo nel macrocosmo uomo, o ancora quest’ultimo nell’universo, l’equazione non cambia. Di qualunque tipo possa essere, una
informazione sarà qualitativamente proporzionale alla qualità della fonte, del mezzo attraverso cui diffonde e della
qualità del sistema ricevente.
Non ci resta che analizzare, con questo modello, le patologie attraverso il filtro di ciò che abbiamo visto e cioè intese come danno a livello di organizzazione degli elementi cellulari o di trasmissione dell’informazione. Non è che
una chiave interpretativa, ma potrebbe essere utile per comprendere in quale modo la disorganizzazione cellulare
possa portare alla nascita della cellula cancerosa, oppure per quale motivo una cellula isolata dal contesto in cui è
normalmente inserita si trovi ad essere spinta verso replicazioni incontrollate.
Ma ci conduce anche verso un modello più sociale che organico, dove la qualità dell’organizzazione della vita del
singolo e la sua capacità di comunicare correttamente possano essere la base della salute, così come la mancanza di
queste caratteristiche possa determinare la patologia, che in questo caso, sarà di carattere culturale e, soprattutto,
sociale.
Non per questo meno grave, se ricordiamo come la qualità della vita personale sia sempre più intimamente connessa con la qualità della risposta immunitaria, ovvero della capacità di organizzazione della propria individualità
e con la capacità di elaborare una corretta comunicazione tra sé ed il mondo esterno.
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L’arte della guerra e...
l’arte del guarire
La visione dualistica del mondo viene da sempre insegnata ovunque dalla Pedagogia; tutti impariamo a distinguere l’Universo
secondo una specie ed il suo contrario che le è complementare.
Questa visione trasferita ai vari campi dello scibile, ha prodotto
una frammentazione del Sapere in moltissime categorie. Questo
allontanamento dalla concezione unitaria dell’esperienza umana,
ha prodotto fenomeni di conflitto e confusione nei rapporti sociali, sui quali è in corso una riflessione storica.
L’Umanità ha tratto incommensurabili vantaggi dalla speculazione
scientifica, a cui sempre nuova linfa vitale hanno apportato istanze
di natura speciale. Queste intelligibili istanze non si spiegano compiutamente con la sola descrizione della loro quantità o della loro
qualità. Scienza e Fede sono invocate nel momento del Dolore, allorquando il limite ontologico dell’esperienza diviene agonico. La
Società delega la gestione di questa “zona di passaggio” ad una categoria di persone che io ritengo così preziose, da rappresentare per
essa un tesoro. Questo tesoro negli ultimi due secoli, è stato istruito
con metodi basati sull’osservazione dei fenomeni e la loro spiegazione attraverso la formulazione di ipotesi, da verificare con esperimenti riproducibili, che generano poi delle teorie interpretative,
quasi sempre finalizzate alla previsione del nuovo accadimento.
Allorquando si ritengono esperiti tutti i tentativi e gli errori possibili dell’esperimento in causa, si formula una teoria provvisoria,
che prima o poi si trasformerà nell’enunciazione di una Legge. Ma
prima o poi questa cosiddetta legge si dimostra valida in campi
sempre più ristretti: il progredire del sapere non trova nell’enunciato la nuova integrazione necessaria.
Non appena non riusciamo a spiegarci l’accaduto, la nostra mente
si vede attaccata ed elabora subito un piano difensivo. Viene stabi-
Dott. Riccardo Morlini
Medico chirurgo.
Specializzazione in Malattie
del Fegato e del Ricambio.
Specializzazione in Patologia
Clinica. Corso triennale di
Medicina naturale e tecniche
complementari. Master di 2°
livello in Scienze Strategiche.
lita una serie di eccezioni, e la legge diventa “ristretta” o “speciale”.
Cosicchè non è mai la macchina che prende l’abbaglio (essendo
la macchina una proiezione di ciò che noi non siamo!) ma è la
nostra mente, che a volte si confonde nello sperimentare situazioni difficilmente categorizzabili con il criterio dualistico. Vedendosi
accerchiata, la mente spesso opta per lo Scetticismo: se questa cosa
la vedo nera, è nera, non sarà mai bianca.
Una tale condizione umana di smarrimento, è testimoniata dai testi sapienziali antichi, che suggeriscono un parallelismo fra il limite
umano e la Dannazione, propria di chi vuole ignorare la dimensione spirituale della sofferenza, dandone una interpretazione fenomenologica che descriverei con una scala di sfumature fra il bianco
ed il nero. Per costoro la sofferenza non è né bianca né nera, bensì
di colore GRIGIO.
Cosa spartisca il color grigio con l’arte della Guerra e l’arte del Guarire, lo lascio intuire al mio benevolo lettore, che ben conosce la
semeiologia: la visione grigia del Mondo, questa specie di “canizie”
universale, torna comoda a chi possiede una visione riduzionistica
del benessere fisico, psichico e sociale; a chi pretende di legiferare
verità, spezzettando ogni esperienza fino a perdersi in quel nonluogo remoto, finalmente colorato, dove tutto “meccanicamente
funziona”. La malattia e la guerra non sono avvenimenti meccanici. Proviamo a cogliere la semplice ma raffinata complementarietà
del dualismo prospetticamente nella storia. Prima di sventolare la
bandiera bianca, proviamo a resistere; i Riduzionisti dividono e separano Tutto e Tutti, fino a separare la loro stessa mente, il cuore,
gli averi; convinti che guerra e malanno siano il sinonimo di vita e
salute, perseguono le divisioni fino a che la loro stessa esistenza si
scolora. Sbilanciamoci invece noi nell’arte del resistere alle raffiche
le medicine integrate
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di mitraglia per ogni minimo stormir di fronde; a non assumere
comportamenti noti come “crimini di guerra”. Gusteremo quanta
medicazione c’è nell’imperturbabilità di chi è libero, e non si lascia
pervadere da quel livore, che nutre tanti nostri simili con overdosi
di cattiveria.
Tanto nella guerra quanto nella malattia perciò, il colore si dissolve ed il grigiore si diffonde, come l’onda nell’acqua. L’onda…
l’acqua…
Una delle armi più semplici usate sin dall’antichità per contenere
quest’alienante marea, consiste in una delle creazioni più sofisticate
del cervello, chiamata Estetica: in accordo con il principio dualistico, io contrasto il Brutto con il Bello.
Definisco bello tutto ciò di cui faccio gioiosa esperienza in quanto
riproduce in me l’armonia della Natura. L’Arte infatti trova il suo
paradigma dentro la persona umana. Sono sopravvissuto all’alienante marea grazie ad esperienze gioiose, belle, fatte di sollecitazioni sensoriali, utilizzo di linguaggi assai comunicativi, sezioni auree,
fenomeni ondulatori…che mi fanno…sentire “bene” anche se
fisicamente non lo sono.
Oggi sappiamo che è coinvolta la secrezione a microdosi degli
oppiati interni. Speriamo di non essere smentiti fra mille anni, in
nome del sincretismo metodologico! Speriamo di non negare perfino il nuovo baratto vigente nelle aree calde planetarie, cioè quello fra armi e droga, per restare nel “materiale”. Potremmo essere
tentati di teorizzare la guerra come male minore, pur di garantirci
qualche “flash” antalgico. Ma il senso artistico e l’intelligenza fortunatamente non dipendono dall’anagrafe o dal censo, dall’erudizione o dal potere, ma dal metodo con il quale si realizza un percorso
di conoscenza, all’interno della propria indole.
Con questi scritti mi prefiggo lo scopo di “provocare” il Lettore,
accostando alcuni procedimenti in uso nella Strategia militare classica, con quelli clinici della Medicina integrata. Assumo il postulato che la Guerra, nella sua più ampia accezione, sia la Malattia
più grave di cui possa soffrire la Società. Assumo inoltre che quella
condotta dall’uomo contro le malattie, sia una vera e propria Guerra. Qual è la tradizione delle Scuole di Pensiero al riguardo?
Quali sono stati i metodi di analisi dei due fenomeni?
La Guerra può intendersi come la perdita delle normali relazioni
fra gli elementi di un sistema in apparente equilibrio dinamico. Ma
questo enunciato non fa che da generica cornice alla tela che l’artista si accinge a dipingere, dopo avere scelti una certa tecnica, un
certo stile, un certo soggetto, che sono considerati appartenere ad
una ”Dottrina”. Egli vuole comunicare un pensiero sintetico con
un codice riconoscibile, i cui elementi sul terreno siano significanti.
All’interno di quella Dottrina l’artista ritrova le regole consolidate
da una comune esperienza, universalmente riconosciute.
Non rischia così di ricadere in interpretazioni della realtà di tipo
riduzionistico, proponendo opere non catartiche, teorie che non si
trasformeranno mai in leggi; preparando medicine con effetti collaterali intollerabili; costruendo armi che nella realtà non potranno
mai essere utilizzate. Pena l’autodistruzione, non fu conveniente
condurre una Guerra atomica concretamente, quindi si dovette
rivedere la Dottrina della Guerra.
Se il terrore dell’olocausto fu il miglior deterrente nell’equilibrio fra
le Superpotenze, ebbene il Terrore stesso diventerà la nuova arma
e la dottrina utilizzata sarà quella del terrorismo. Tanto è vero che
oggi non vince sempre chi ammazza più nemici, come accadeva
in passato. Già da tempo le vittime vengono selezionate attentamente con le cosiddette armi intelligenti, che vanno a colpire selettivamente il loro recettore, quasi fossero anticorpi monoclonali.
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le medicine integrate
Chiunque proverebbe terrore alla sola idea che tutti i suoi linfociti
di tipo CD4 potrebbero lisarsi!...
Esporrò alcune idee in un excursus diviso in sei parti fra loro interconnesse. L’oggetto dello studio è la riflessione sul confronto
fra due situazioni: il rapporto fra il medico, la salute e la malattia, rispetto al rapporto del combattente, con la pace e la guerra.
I materiali sono tratti dagli scritti storici della Polemologia e della
Medicina, accreditati nei corsi curricolari seguiti dall’autore. Proporrò un inter-scambio fra antichi adagi, situazioni quotidiane,
pianificazioni strategiche, manovre tattiche, schieramento di truppe, principi dottrinali della “terapia a microdosi” e delle Medicine
Complementari, quali esempi per il lettore.
Il gioco consiste nel seguente esercizio analogico: se in un enunciato dottrinale vi è una razionalità “aristotelica” intrinseca, possiamo
trasferire quella medesima razionalità, utilizzando quello stesso
enunciato, sostituendone però i termini con altri, appartenenti
ad un altro corpo dottrinale? Incontriamo subito la difficoltà di
correlare termini equivalenti o quanto meno coerenti fra loro, per
non perdere il valore del ragionamento. Stiamo tentando un esperimento e cerchiamo gli strumenti più sicuri: la Logica e l’Analogia
possono soccorrerci per rendere omogenei i Saperi? Ci sono territori del pensiero dov’è possibile unificare i campi d’applicazione?
Poniamoci alcune domande, di cui la prima incentrata sul significato semantico del verbo essere.
- Alla soglia del terzo millennio, cosa significa essere un buon medico? Essere un buon pacificatore? Essere un buon guaritore? Essere un buon stratega? Essere un buon moribondo?
Poniamo la seconda domanda incentrata sull’eventuale ricorrenza
esperenziale del lettore.
- Nella storia personale, si sono verificati atteggiamenti mentali e procedure Istituzionali che possono equivalersi in altri campi
dell’umana condizione? Poniamo l’ultima ed articolata domanda.
- Operare per la Pace significa ancora operare per la Salute, oppure
l’atteggiamento e la prassi quotidiani di chi riceve una missione
(ad es. internazionale per il mantenimento della Pace) cambia di
molto rispetto a chi opera per il mantenimento della Salute? Nella
condotta delle operazioni, cambiano allora i nostri atteggiamenti,
in relazione alle procedure istituzionali vigenti ai vari livelli di conoscenza, che sono accessibili a ciascuno di noi?
Tenteremo un’ipotetica risposta, consapevoli che una grossa quantità di messaggio si perde per strada, con conseguente perdita di
qualità del messaggio stesso, esattamente come succede con la ricezione delle onde elettromagnetiche con un apparecchio radiotelevisivo!
Nell’analisi di molte battaglie del passato risalta la Cavalleria per
i suoi interventi risolutivi. Secondo il nostro arguto lettore quale
rapporto si crea in una mandria, o fra un cavallo e il suo cavaliere?
Non è una provocazione, perché nella storia, il movimento dei gradi eserciti o le cariche della cavalleria, la peculiarità biologica equina
e quella ornitologica hanno giocato, eccome!
È soltanto la differenza quantitativa di basi azotate di un acido
nucleico a spiegare perché, l’Homo Sapiens-Sapiens, ha dovuto
inventare la nanotecnologia, piuttosto che un emettitore di onde a
bassa frequenza, mentre l’Equus Equi, no?
Enuncio allora la seguente teoria: “ il cavallo per vivere, non ha la
necessità di poter decidere se usare le basse frequenze come terapia o come tortura”. A che serve questa teoria? Se non mi serve a
nulla è inutile che esista…dirà il cavallo! Sorridiamo sereni, poiché
avanti di questo passo, rischiamo di affidare lo scettro del regno
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sull’Universo al Libero arbitrio…e qui davvero entriamo nel famoso campo minato dal quale nessuno esce vivo: ad ogni scoppio,
la materia trasmuta forma e dimensione. Dobbiamo superare le
visioni semplicistiche e sforzarci di capire vicendevolmente i Corpi
dottrinali; vigilare che non si trasferisca la responsabilità personale
di un medico trasformato in carnefice dagli eventi, sul suo mandante, che pure è assai più colpevole. Anche questi sono livelli diversi di conoscenza e di condivisione.
A ben vedere nel metodo che Galileo ci ha proposto era già contenuto il concetto di una corrispondenza proporzionale fra conoscenza e condivisione: lui disponeva del cannocchiale, ma non
tutti purtroppo ebbero il coraggio, l’onestà, la carità di guardarci
dentro. Accade talvolta anche negli ambulatori medici, dove affluiscono schiere di persone, sfiancate dal combattimento quotidiano
contro il grigiore piatto della loro Umanità. Un’umanità che non
attende altro che un nostro sguardo, vuoi per coraggio, vuoi per
onestà, vuoi per carità. Talvolta io cado nel riduzionismo assistenzialistico, distolgo lo sguardo perché non voglio accettare quello
stato di guerra o di malattia che ho di fronte; figuriamoci se posso
darmi da solo la forza di condividere, con un mio simile, una stessa
natura corruttibile e sofferente, per più di qualche giorno di ricovero, magari a tutto tondo…anche per 33 anni… un ragionevole
periodo per mettere il mondo intero a ferro e fuoco, in soli 33 anni
e…senza fare trabocchetti!
Attiviamo allora nel nostro arguto lettore la funzione operativa
dell’empatia; muoviamolo da una situazione di staticità verso una
situazione quantisticamente oscillante di divenire; obblighiamolo
a descriversi nelle dimensioni naturali ed in quelle che gli sono altrettanto proprie e che lo trascendono.
Ciò che in un malato non è misurabile con la quantità, perché varia di scala, potrebbe entrare nella definizione di qualità spirituale?
La volontà di un “martire” di combattere, in altri termini, influenza l’andamento di un conflitto?
Con la mossa successiva, attirerò il mio paziente-lettore in un’imboscata, non solo per annientarlo, derubarlo, mutilarlo o imprigionarlo. Voglio gettarlo letteralmente dall’altra parte della barricata, fargli rivivere una metamorfosi attraverso i vari stadi del
combattente-vinto e del malato-guarito, tanto nel Corpo quanto nello Spirito. Viene qui introdotto il concetto di barricata in
senso simbolico, per esporre la prima regola da osservare quando
vuoi dare battaglia: NON ATTACCARE SE NON SEI CERTO
DI RIUSCIRE A FUGGIRE. Infatti tu potresti venire annientato
da un’azione avversaria che ti coglie di sorpresa, da una casualità,
da un tuo errore, ancor prima che tu possa sferrare il primo colpo.
Non hai il tempo di pensare quando devi reagire.
Non è forse vero che Madre Natura ha sottratto al controllo della
volontà il sistema nervoso autonomo simpatico, con l’increzione
surrenalica delle catecol-amine, responsabili della cosiddetta reazione di “lotta-fuga”? Pertanto, dopo aver deciso su quale terreno
attaccare, individuaci subito una via d’uscita sicura, con punti di
difesa che la preservino libera. Fanne i tuoi caposaldi, ben fortificati. Quando hai condotto questi elementari lavori sul campo di
battaglia, puoi iniziare l’attacco con il primo colpo. Se lo calcoli
bene andrà a segno, ma ciò non ti autorizza a cantar vittoria. Lo
vediamo nella terapia cortisonica, paragonata da uno dei miei maestri all’ombrello: quando piove tu puoi ripararti con l’ombrello,
ma piove sempre… oppure lo vediamo quando vengono negati i
mezzi protesici necessari ad una chirurgia non salvavita, nonostante ve ne siano le indicazioni cliniche.
Oppure riportano le cronache, nella situazione opposta, in reparti
dove si operava tutto ciò che era rimborsabile, ma dopo qualche
giorno il paziente moriva per altre ragioni, nonostante l’ intervento
“lege artis”. Caso per caso, si eserciti il lettore nell’individuazione
degli episodi vissuti; li rilegga secondo i dettami dell’arte della guerra; risponda alle seguenti domande, modificando la coniugazione
verbale dal tempo passato, al presente, al futuro.
• Da chi erano rappresentate le figure dei belligeranti?
• Qual era lo scopo del combattimento?
• La scelta delle armi era congrua con la tipologia del nemico da
combattere?
• Le azioni effettuate erano logisticamente sostenibili?
• Il diritto vigente prevedeva quel tipo d’intervento?
• L’intervento fu prima discusso nelle opportuni sedi?
• Quale fu la tattica impiegata?
Guai a mandare i belligeranti allo sbaraglio, senza prima garantire
loro delle protezioni, dei caposaldi difensivi. Possiamo applicare
questi concetti elementari nell’ambito dei vari Dipartimenti della
Medicina Pubblica e dei Servizi, piuttosto che in quello Ospedaliero o della Ricerca.
Nell’ambito della medicina preventiva, molte campagne si condurranno ad es. per la diagnosi precoce di malattie, con i test genetici sul DNA. Pongo un’ipotesi. La pressione selettiva esercitata
dall’ambiente sul codice genomico agisce soltanto sull’arco temporale della vita individuale, oppure influenza anche il gruppo sociale? Se posso prevedere che fra 15 anni un mio simile soffrirà di
una certa malattia, e non lo metto in condizioni di difendersi, di
effettuare cioè la più opportuna prevenzione, è come se gli avessi
dichiarato Guerra. Pongo una valutazione logistica.
Quanto costa un test sul DNA rispetto all’esame iridologico,
come fu ad esempio standardizzato nel Servizio Sanitario Sovietico? È mai stato condotto uno studio retrospettivo per valutare
l’effettivo potere predittivo dell’esame?
Sarebbe realizzabile una meta-analisi sul rapporto costo-beneficio,
nell’arco di un lustro, fra il test genomico e l’esame iridologico
approfondito? E sull’indicazione di quest’ultimo per orientare il
secondo? La comunità degli operatori delle Professioni sanitarie, è
oggi consapevole che una medicina a misura d’individuo è globalmente migliore di qualunque altro tipo di medicina. Il compito risultante dall’integrazione dei saperi, per questi operatori, è proprio
quello di calibrare i protocolli scelti in base alle evidenze, sull’individuo che sta loro innanzi. Se poi l’osservatore ed il suo oggetto
d’osservazione costituiscono uno stesso sistema spazio temporale,
possiamo finalmente chiederci quale sia il peso medico-legale
del Libero Arbitrio del medico, rispetto a quello altrui. Chi mi
vuole persuadere che gli Operatori della salute siano condannati ad
operare in uno stato di conflitto permanente? Ogni tanto riconoscere i sacrifici e complimentarsi con gli altri è salutare.
Concludo riferendomi al fenotipo dei belligeranti. Teorizzo che
l’equilibrio individuale sia il vero fattore determinante la conservazione di uno stato dinamico di salute e di pace. Non dispongo
di una tecnologia idonea per indagare il mondo dell’invisibile, o
se preferiamo chiamarle, delle “forze deboli”. Accetto dunque con
rispetto anche l’opera di chi si pone con fatalismo davanti al proprio ruolo. Ipotizzo che nel Divenire cosmico non esistano visioni
riduzionistiche, verità rivelate o non ancora rivelate.
Questo divenire è uguale a se stesso in ogni punto, è un “continuum” costruito così sapientemente, da non concederci troppa
libertà di manovra, nel brevissimo trasmutare di eventi, come la
guerra e la malattia.
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Diamo alla cellulite il “peso” che merita
Dott. Alessio Gessati
Medico Chirurgo, Nutrizionista, Esperto in Medicina Tradizionale Cinese ed Agopuntura, Esperto in Medicina Estetica
Abstract: L’autore introduce la definizione di “cellulite” come P.E.F.S. panniculopatia-edemato-fibro-sclerotica e dopo alcune interessanti
osservazioni fisiopatologiche propone una “terapia intelligente” che inizia dal ridurre i processi infiammatori imputabili alla stasi venosa e
linfatica.
Abstract: After an interesting introduction about “cellulitis” like P.E.F.S. panniculopatia-edemato-fibro-sclerotica, and after some interesting observations, the author presents a therapy that starts from reduction of venous lymphatic stasis.
10
Parole chiave: P.E.F.S. panniculopatia-edematosa-fibrosclerotica
Key words: P.E.F.S
Una definizione impropria
“Cellulite”: un po’ di chiarezza, a cominciare da un termine entrato
nel linguaggio comune, ma profondamente errato. La cellulite non
è un normale accumulo di grasso, come molti sono portati a supporre, né tanto meno un semplice accumulo di liquidi.
Nelle zone interessate, in realtà, i liquidi sono presenti in abbondanza come conseguenza della malattia di base e potranno essere
eliminati solo curando questa. Sicuramente la cellulite si esprime
con fasi di edemizzazione; non è detto però che queste siano sempre
le fasi di esordio. Spesso, infatti, prima dell’edema esiste una fase
di alterazione strutturale della matrice che viene condizionata e si
riflette sul trofismo del tessuto adiposo. Oggi il termine “cellulite” si
identifica con la definizione data da Curri nel 1978 di P.E.F.S., cioè
Panniculopatia-edemato-fibro-sclerotica. Una definizione complessa perchè indica sia i tessuti interessati (cute e sottocute che della prima è sostegno e nutrimento) sia l’evoluzione della patologia stessa.
Analizziamo insieme quanto appena affermato.
È nato prima l’uovo o la gallina?
La cellulite è una malattia di origine multifattoriale che colpisce
intere parti del corpo, con predilezione per gli arti inferiori e che
coinvolge tutti i tessuti da cui queste zone sono composte.
In altri termini, quando parliamo di cellulite intendiamo un danno
che tutti i tessuti della zona colpita ricevono e che li conduce ad
una progressiva e profonda alterazione strutturale, principalmente
perché essi non possiedono più una buona circolazione.
“Fortunatamente”, almeno in una fase iniziale, il difetto a carico del
sistema di smaltimento venoso e linfatico è reversibile.
Fondamentale, in questa fase, è un’attenta diagnosi preliminare.
Quando i liquidi in eccesso e le sostanze di rifiuto che dovrebbero
essere eliminate si vengono a trovare là dove non dovrebbero assolutamente essere, in quantità eccessive rispetto alla capacità di sopportazione dello spazio extracellulare, invece, si innescano reazioni
chimiche e metaboliche degenerative e a cascata.
Se il “primum movens” sia costituito dall’insufficienza veno-capillare associata al ristagno veno-linfatico o sia costituito dall’ipertrofia del pannicolo adiposo sottocutaneo è come argomentare se “sia
nato prima l’uovo o la gallina”.
È sempre molto difficile, per non dire impossibile, dare un ordine
cronologico allo scompaginamento istologico (è utile, poi, quando
- rimaniamo in metafora - “la frittata è fatta”?).
Le donne si mettano il cuore in pace: la componente ormonale non
aiuta.
Quando l’adipocita sta per raggiungere il pieno stadio di maturazione inizia a ricevere la stimolazione del 17-Beta estradiolo e dell’insulina che aumentano progressivamente il contenuto in grassi fino
a farlo diventare adipocita maturo, tra i 50 ed i 100 micron di diametro. Il 17-Beta estradiolo porta ad ipertrofia l’adipocita facendo
aumentare il grasso a livello bitrocanterico, dei glutei e dei fianchi
perchè qui le cellule adipose sono particolarmente ricche di recettori
Alpha 2 antilipolitici.
Nella zona dei glutei, poi, le cellule adipose sono più “avide” di zuccheri e meno sensibili alle variazioni del flusso ematico locale perchè
la rete di connettivo è particolarmente fitta e rende difficoltosa la
lipolisi.
Quando le cellule adipose si ipertrofizzano, le fibrille elastiche di
le medicine integrate
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contenimento si spezzano e le fibre di collagene che formano l’impalcatura di sostegno del tessuto degenerano. In questo processo
vengono coinvolte anche le strutture vascolari che anatomicamente
compongono l’unità matriciale in questione.
Reiterate stimolazioni (che vanno considerate come fisiologiche
perché coinvolgono fluttuazioni ormonali “naturali”) danneggeranno la matrice interstiziale e la circolazione perché a maggior spessore
di tessuto adiposo corrisponde un minore flusso circolatorio per
unità di peso.
L’alterazione strutturale dello spazio mesenchimale comporta una
inefficace eliminazione dei prodotti del catabolismo (sia cellulare
sia ormonale) che, restando in zona, stimoleranno la lipogenesi e
l’edemizzazione.
Gli estrogeni, infatti, provocano anche rilassamento-sfiancamento
dei muscoli dei vasi sanguigni.
L’aumento volumetrico delle cellule adipose e l’incremento della
distanza di perfusione tra i capillari e le cellule grasse sarebbero i
veri responsabili delle turbe trofiche legate all’alterazione degli interscambi vasculo-tissutali che si manifestano con:
1. Rallentamento della microcircolazione
2. Stasi linfatica
3. Microaneurismi
4. Lipoedema
5. Alterata permeabilità capillare
6. Alterazioni quali-quantitativa dei GAG
La conseguente degenerazione della emodinamica del flusso venoso
e linfatico di ritorno sarebbe così interpretabile come una conseguenza del danno microcircolatorio. L’iperinsulinemia e l’iperestrogenemia periferica cagionano e automantengono questo processo
perverso portando ad ipertrofia adipocitaria e alterazioni strutturali
dell’interstizio.
La compromissione della microcircolazione arteriolo-venulo-linfatica farebbe evolvere così il LIPOEDEMA verso un LIPOLINFEDEMA che da un lato determinerebbe una reazione sclerotica
dell’interstizio e, dall’altro, dissocia le cellule adipose creando microtraumi ai capillari periadipocitari con formazione di microgranuli e
liposclerosi riflessa.
Per una terapia intelligente
Come conseguenza delle osservazioni fisiopatologiche sinora fatte,
la formazione della patologia cellulitica presenta fasi differenti il cui
inizio sarebbe, però, riconducibile ad una alterazione delle reazioni
metaboliche della matrice, con aumento dell’acidità tissutale distrettuale, modifica dei meccanismi di ossidoriduzione, rallentamento
dei flussi, alterazione della qualità delle fibre collaginee e del sistema
interconnesso fibroblasta-adipocita-vaso.
L’acronimo P.E.F.S. andrebbe inteso come
• PANNICULOPATIA
alterazione del pannicolo adiposo con patogenesi abiotroficoregressiva
• EDEMATOSA
edema quale evento patogenetico sempre connesso
• FIBROSCLEROTICA
liposclerosi come esito finale
Tutte le strutture cutanee sono coinvolte in questo processo distruttivo e la cellulite, da semplice processo infiammatorio localizzato, si
configura non solo come un danno estetico ma come una patologia
di gravità non indifferente.
Da medici, siamo chiamati ad un corollario di competenze professionali ampio per fornire ai nostri pazienti una terapia di fondo
intelligente ed una serie di consigli comportamentali ed alimentari
corretti e personalizzati, prima ancora di sottoporli ad ogni possibilità terapeutica, strumentale e non. Una visione completa del “problema cellulite” non deve limitarsi, infatti, a considerare il processo
degenerativo solo nel suo aspetto più appariscente, che è l’aumento
di volume della zona interessata. La cura appropriata interviene su
varie e profonde alterazioni patologiche in modo che non sia solo
le medicine integrate
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valida esteticamente ma giunga alla radice del problema. Pianificare una terapia che porti, in modo sequenziale, al recupero dei vari
aspetti delle alterazioni istopatologiche, funzionali prima ancora che
estetiche dei tessuti affetti.
Il primo passo consiste sempre e comunque nel ridurre i processi infiammatori imputabili alla stasi venosa e linfatica nella convinzione
che “il cuore” terapeutico della strategia adottata è dato dal disporre
di sostanze ad azione inotropa e protettrice sul sistema microvascolare interessato dal processo degenerativo.
PEFS I GRADO
È uno stadio reversibile caratterizzato da edema e da una
iniziale alterazione dell’irrorazione sanguigna.
Abnorme permeabilità capillaro-venulare, ectasie, microaneurismi, dilatazione venulare, stasi microcircolatoria.
Maggior pastosità cutanea.
PEFS II GRADO
Le fibrille reticolari presenti intorno agli adipociti aumentano
di numero e di spessore, peggiorando così la
condizione del microcircolo e dei suoi rapporti con gli stessi. Inizio della stasi microcircolatoria, ipovolemia capillare
zonale, iposfigmia per alterazione della vasomotilità. Perdita dell’elasticità e della morbidezza della pelle.
PEFS III GRADO
Formazioni di micronoduli per scompaginamento del confine dermoepidermico, iniziale sclerosi del connettivo.
Sclerosi del connettivo del derma, ipercheratosi della zona;
ipossia distrettuale e alterazione degli scambi metabolici
con ristagno dei cataboliti. Pelle a buccia d’arancia (scabrosità cutanea superficiale) sensazione palpatoria di fine
granulia nei piani profondi, iperestesie, assenza di dolore
spontaneo ma dolore alla palpazione.
PEFS IV GRADO
I micronoduli si sono moltiplicati fino a formare macronodulazioni facilmente apprezzabili alla palpazione, che si
presentano mobili, dolenti alla pressione e al sollevamento
della plica cutanea. Questo stadio evolve nella fibrosi, che è
un processo irreversibile caratterizzato dalla sclerosi finale
in cui le fibrille di collagene formano una trama sempre più
fitta aderente, in profondità, alle fasce muscolari.
Cute a materasso e/o coltrone (disegno ondulato della superficie cutanea dovuto a totale sovvertimento dell’architettura lobulare del tessuto adiposo esitante in fibrosclerosi),
noduli dolenti alla palpazione digitale mirata, spesso dolore
spontaneo, striature cutanee.
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le medicine integrate
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La fito-omotossicologia
Prospettive terapeutiche della medicina biologica causale funzionale
Dott. Riccardo Forlani
Medico chirurgo. Esperto in Omeopatia, Omotossicologia, Fitoterapia clinica, Medicina bioelettronica, Ricercatore in Medicina Preventiva
e Medicine non convenzionali applicate alla Psiconeuroendocrino-immunologia clinica, Esperto in neuro-immunobiologia funzionale.
Abstract. La malattia intesa come un meccanismo immunitario di risposta difensiva che non deve mai essere represso, bensì modulato in
senso escretorio, favorendo così l’eliminazione dell’agente intossicante che l’ha provocata. L’abbinamento sinergico tra fitoterapia e omotossicologia determina una profonda ed efficace preparazione del terreno, al fine di stimolare una risposta endogena alla malattia.
Abstract. Illness like an immune reponse, that must not be repressed, but modulated for contaminant excretion. The combination between phytotherapy and homotoxicology causes a right preparation to stimulate a reponse to illness.
Parole chiave: fitoterapia, omotossicologia, malattia
La fito-omotossicologia rappresenta una possibile e valida arma
della medicina biologica causale funzionale (MBCF). Nella logica
causale è necessario avere delle bioterapie che siano in grado di stimolare un’efficace risposta da parte dell’organismo: è l’uso sinergico
ed intelligente di tali bioterapie che determina il successo di un atto
terapeutico. Ma perché occuparsi nel nuovo millennio di Medicina
biologica causale funzionale? Enorme è stato il progresso registrato
in campo diagnostico e terapeutico dalla Medicina del mondo occidentale negli ultimi 30 anni; la scienza ha pressoché sconfitto tutte
le emergenze acute, sia mediche che chirurgiche; la farmacologia si
è perfezionata per affrontare quasi tutti i “sintomi” e la diagnostica
strumentale riesce a compiere diagnosi raffinatissime.
Ma il prezzo da pagare è che la crescita della complessità crea difficoltà nelle diagnosi causali. All’epoca di Ippocrate, 459 a.C., erano
codificate circa 60 malattie che già trecento anni dopo, all’epoca di
Galeno, erano diventate 150. Alla fine del XX secolo si contavano
più di 35.000 malattie. Eppure cresce il numero dei pazienti delusi, che si rivolgono a Medici o Terapeuti per disturbi di fronte ai
quali la scienza medica ortodossa ha fallito nella diagnosi e/o nella
terapia.
Questo perché la complessità crescente del sapere ed i problemi irrisolti hanno dato origine ad un’inevitabile frammentazione della
Medicina in specialità e ad una miriade di correnti alternative, spes-
Key words: phytotherapy, homotoxicology, illness
so in totale anarchia, di solito con scarse basi scientifiche e senza
modelli interpretativi solidi e unificanti.
Lo scopo della MBCF è quello di cercare di riunire questi frammenti in una struttura organica e completa con una visione d’insieme realmente olistica, strutturata come scienza trasmissibile, che
permetta di integrare il sapere medico occidentale moderno con il
modello omeopatico, nutrizionale e fito-omotossicologico.
Nel mondo scientifico è opinione accreditata che un organismo è
tale non soltanto per il suo menoma, ma è il risultato dell’interazione tra geni e fattori epigenetici, dove i vari fattori, riassunti sotto i
termini di regolazione PNEI e ambiente, sono inscindibili, come risultato di un’interconnessione reciproca, complessa e costante, con
una conseguente importante rivalutazione dei fattori ambientali e
della reattività individuale. Ma l’individualità fenotipica dove ha
sede? Si pensò inizialmente che l’individualità fenotipica e “funzionale” di un organismo si rispecchiasse maggiormente nella struttura
proteica individuale piuttosto che nel DNA. Ma oggi si ritiene che
la più fedele impronta, il“fingerprinting” della nostra individualità
non risieda né nel DNA né nelle sole proteine ma nei glicosaminoglicani della matrice extracellulare del tessuto connettivo. Riassumendo quanto detto: la MBCF può essere definita come una nuova
metodica medica, diagnostica e terapeutica, rivolta al ripristino della
salute, mediante l’accertamento e il recupero funzionale dei fattori
le medicine integrate
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che sono alla base sia delle malattie conclamate che dei disturbi, più
o meno manifesti, spesso non ancora definibili malattie. La fitoomotossicologia rappresenta l’arma più avanzata per stimolare un
ripristino della stabilità PsicoNeuroEndocrinoImmunologica ed il
tessuto connettivo e la matrice in esso immersa rappresentano la
piattaforma comunicativa che permette “il cross-talk”, il parlarsi
tutti insieme contemporaneamente, per rendere possibile la comunicazione/interazione dinamica in tempo reale di ogni elemento
dell’organismo con tutti gli altri.
DUNQUE:
• La complessità e la personalizzazione fisica sta nel tessuto connettivo.
• Lo scopo della MBCF è quello di recuperare una stabilità PNEI al
fine di sponsorizzare i meccanismi di autoguarigione.
• Le bioterapie sono il mezzo comune per il recupero della funzionalità equilibrata del sistema PNEI.
• Le principali bioterapie della MBCF sono: l’omeopatia, l’omotossicologia, la oligometalloterapia, la litoterapia, e la Fito-omotossicologia.
La LINEA FITO YNKHAS® (PromoPharma) rappresenta attualmente l’espressione farmacologica più evidente della Fito-omotossicologia. Essa è caratterizzata dall’unione di più piante, sostenute
sempre dalla presenza dell’Uncaria tormentosa, con l’indicazione
di associare prodotti omotossicologici, omeopatici, organoterapici
e litoterapici.
I Fito-Ynkhas® si dividono a seconda delle diverse sinergie presenti
all’interno in:
• SIN: + omotossicologia complessa (organoterapia)
• DRE: + fitoterapia omeopatizzata
• CAT: + catalizzatori
• DIS: + omotossicologici e antigeni omeopatizzati
Ricordiamo in questa sede che la fitoterapia rappresenta la bioterapia drenante per definizione dei sistemi emuntoriali, mentre
l’omotossicologia rappresenta la tecnica terapeutica migliore per la
“pulizia” del tessuto connettivo.
Si capisce dunque come l’abbinamento sinergico di queste due terapie possa comportare una profonda ed efficace preparazione del
terreno, al fine di stimolare una risposta endogena efficace alla malattia.
La malattia è pertanto da considerarsi sempre un meccanismo immunitario di risposta difensiva che non deve mai essere represso,
bensì modulato in senso escretorio, favorendo così l’eliminazione
dell’agente intossicante che l’ha provocata.
“Le malattie sono l’espressione di una lotta che l’organismo sostiene
contro veleni o avvelenamenti, nel tentativo di compensarli” (Reckeweg). Tali veleni vengono definiti omotossine, sostanze nocive
di tipo endogeno o esogeno, che, introducendosi nell’organismo,
provocano la malattia, che viene positivamente considerata come
l’espressione di una modalità reattiva della nostra capacità immunitaria.
Il tessuto nel quale avvengono le battaglie condotte del nostro organismo per il ripristino dell’integrità fisica e funzionale è il tessuto
connettivale o mesenchima, che rappresenta un’importante struttura anatomica disseminata nell’intero organismo, costituita da una
componente cellulare (fibrociti e cellule immunitarie), da una componente umorale (la sostanza fondamentale) e da una componente
fibrosa (fibre collagene, elastiniche e reticolari).
La terapia fito-omotossicologica serve per ristabilire l’equilibrio di
flusso, favorendo lo svolgimento delle funzioni disintossicanti.
In sostanza serve per dare tono al sistema della grande difesa ed ai
sistemi emuntoriali. Tutti gli interventi terapeutici sono finalizzati a
ricostruire il dialogo PNEI all’interno dell’organismo umano con il
fine di stimolare i processi endogeni di autoguarigione.
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le medicine integrate
Fitopreparati Dinamizzati
ottenuti sulla base delle tecniche di preparazione dei
rimedi omeopatici e dei meristemoderivati
Tutti i prodotti sfruttano l’azione modulante dell’Uncaria tomentosa
La linea comprende:
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Il terreno dell’allergia alle proteine alimentari
Dott. Valerio Ballardini
Specializzazione in Nutrizione e Dietetica Applicata c/o Istituto di Biochimica Università Politecnica delle Marche ed Università di Lèon
(Master Internazionale di II livello FUNIBER). Dottorato di medicina naturopatica c/o Clayton University, St. Louis. Iridologo iscritto
all’albo dell’Associazione Iridologica Italiana (ASSIRI). Naturopata c/o Istituto Rudy Lanza iscritto alla FNNHP.
Abstract: Dopo una interessante introduzione sulle allergie alimentari, l’autore ne passa in rassegna i sintomi maggiori. Una dieta di eliminazione, coadiuvata con idonee integrazioni alimentari e opportune terapie naturali sono proposte come terapia.
Abstract: After an interesting introduction about food allergy, the author presents some symptom. A right diet and natural therapy are the problem
solution.
Parole chiave: allergie, dieta, integrazione
Una reazione alimentare avversa è una risposta clinicamente abnorme, mediata o non da fattori immunitari, quando viene ingerito un
alimento o un additivo alimentare.
L’allergia alimentare implica una serie di reazioni immunologiche
nei confronti degli antigeni alimentari in un soggetto già sensibilizzato, al contrario, l’intolleranza alimentare non implica l’intervento
del sistema immunitario, è cioè una risposta fisiologica anomala ad
un alimento dovuta ad alterazioni dei normali meccanismi di digestione ed assorbimento (deficienze enzimatiche), tossine batteriche
o chimiche, sostanze con attività farmacologia contenute negli alimenti (ammine vasoattive presenti nei vini, formaggi, pomodori,
pesce, fragole, insaccati, spinaci e cioccolato) ed irritazione intestinale, quando viene ingerita una grande quantità di certi alimenti,
come ad esempio prugne e cipolle.
La prevalenza stimata dell’allergia alimentare è del 4-8% nei bambini e dell’1-2% negli adulti. Il 70% delle reazioni avverse si presenta
nei primi due anni di vita.
L’allergia e l’intolleranza alle proteine del latte vaccino sono patologie proprie dell’età pediatrica, caratterizzate dalla presenza di una serie di sintomi e segni clinici che insorgono dopo l’ingestione di latte
vaccino o di formule lattee elaborate con latte vaccino. In casi rari, il
lattante che viene esclusivamente alimentato con latte materno, può
presentare una sintomatologia lieve propria delle reazioni avverse al
latte vaccino: questo si deve alla sensibilizzazione che alcuni bambini hanno alle proteine del latte vaccino, le quali possono essere
state assorbite dall’intestino della madre e secrete dalla ghiandola
mammaria.
EZIOLOGIA
Gli alimenti più frequentemente responsabili di un’allergia alimentare sono il latte vaccino, le uova, il pesce ed i parassiti (anisakis), i
crostacei, i frutti di mare, il frumento, il mais, l’orzo, la soia, i piselli,
i fagioli bianchi, le fave, le noci, le mandorle, le arachidi, le nocciole, le banane, le fragole, gli agrumi, le mele, le pesche, il kiwi, le
ciliegie, il melone, la papaia, il vitello, il pollo, il cavallo, la patata, il
pomodoro, il peperone, la melanzana, il sedano, la cipolla, l’aglio, il
cioccolato, il cacao, il miele.
I soggetti allergici al lattice presentano reazioni crociate con alcuni frutti come l’avocado, la banana, la papaia e la castagna. Inoltre possono produrre allergia alimentare anche le spezie (cannella,
chiodi di garofano, vaniglia, senape, ecc), i condimenti e gli additivi
Key words: allergy, diet, integration
alimentari. Le proteine del latte vaccino più allergizzanti sono in
ordine di frequenza: beta-lattoglobulina, caseina, alfa-lattoalbumina
e albumina sierica. Come fattori causali, sulla base di una predisposizione costituzionale all’allergia, si inseriscono l’inquinamento ambientale con presenza di sostanze dannose, il consumo alimentare
di cibi conservati e raffinati, le modificazioni della flora batterica
intestinale da parte di sostanze chimiche e di farmaci, stati d’animo
come la paura e le situazioni conflittuali, stress e affaticamento.
Questi aspetti determinerebbero in modo diretto in qualità di allergeni, o in modo indiretto mediante la diminuzione delle difese
organiche, fenomeni di sensibilizzazione o di auto-sensibilizzazione,
con determinazione di manifestazioni allergiche.
Nel meccanismo eziopatogenico rientrano anche le modificazioni endocrine, come l’iperfunzionamento della tiroide, con la sua
azione sul sistema nervoso che diventa iperattivo nei confronti di
determinate tossine e sostanze chimico-farmacologiche e come
l’ipofunzionamento delle ghiandole surrenali che determina una
ipersensibilità dell’organismo verso le tossine, i veleni esogeni, e altre
sostanze ambientali o alimentari in causa come allergeni.
le medicine integrate
15
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FISIOPATOLOGIA E PATOGENESI
L’eredità, l’aumento della permeabilità intestinale, l’allergia ad inalanti e l’immunodeficienza sono i principali fattori di suscettibilità
per subire un’allergia alimentare. L’apparato digerente usa diversi
meccanismi onde evitare che le proteine estranee entrino nell’organismo. Le barriere non immunologiche includono la secrezione
acida dello stomaco, gli enzimi proteolitici, la peristalsi intestinale,
lo strato di muco e la membrana dei villi. Il meccanismo immunitario principale nei confronti delle proteine estranee è l’IgA secretoria, capace di bloccare il loro assorbimento. Il tessuto linfoide
associato all’intestino o GALT (gut-associated lymphoid tissue)
interviene nella recezione dell’antigene attraverso la membrana mediante cellule epiteliali specializzate chiamate cellule membranose
(cellule M), le quali trasportano le vescicole di macromolecole dal
lume intestinale e le presentano ai linfociti B delle placche del Peyer
sottostanti.
Oltre alle placche del Peyer, nell’intestino sono presenti altre due
popolazioni di linfociti: i linfociti intraepiteliali che si trovano nello
strato epiteliale e sono soprattutto cellule T, ed i linfociti della lamina propria che contengono una popolazione mista di cellule B e T.
Tra le cellule B delle placche del Peyer e della lamina propria predominano le cellule B che producono le IgA.
Dopo la stimolazione antigenica, parte dei linfociti B lasciano le
placche del Peyer, arrivano al circolo e alle formazioni linfatiche extraintestinali e costituiscono i precursori delle cellule plasmatiche.
Queste cellule maturano e migrano verso la lamina propria dell’intestino e verso altre superfici mucose. Queste cellule sintetizzano
fondamentalmente IgA secretorie capaci di inibire l’assorbimento
delle macromolecole e di prevenire l’insorgenza di una sensibilizzazione mediata da IgE; questo, assieme all’avvio del sistema di
controllo delle reazioni immunitarie, crea uno stato di tolleranza
immunologica che ha la funzione di prevenire una risposta di ipersensibilità tipo I locale o sistemica. Inoltre si possono anche presentare sintomi clinici tardivamente come conseguenza dell’ipersensibilità ritardata.
Da ciò deriva che nei confronti degli alimenti possiamo avere espressione di 3 dei quattro tipi di ipersensibilità:
Ipersensibilità tipo I o mediata da IgE
È una reazione di tipo immediato, ovvero i sintomi si producono
pochi minuti dopo il contatto con l’alimento, e rappresenta l’85%
circa delle reazioni immunitarie avverse nei confronti degli alimenti. L’ingestione dell’allergene alimentare di un soggetto precedentemente sensibilizzato allo stesso, induce alla secrezione di IgE specifiche. Questi anticorpi si uniscono alla superficie dei mastociti e dei
basofili e producono il rilascio di vari mediatori (istamina, prostaglandine, leucotrieni, interleuchine, fattore attivatore delle piastrine
ed altri), responsabili delle manifestazioni cliniche. I sintomi cutanei
e quelli respiratori sono più frequenti dei sintomi digestivi.
Ipersensibilità tipo III o da immunocomplessi circolanti
La risposta immunitaria avviene 8-12 ore dopo il contatto con
l’allergene, e sono necessari stimoli ripetuti. Si formano complessi
immunitari di tipo IgG e IgM che portano alla formazione di citochine e ad un consumo del complemento. Producono nella mucosa
intestinale lesioni di tipo infiltrativo (linfociti), infiltrativo-iperpla(segue a pag. 21)
GASTROINTESTINALI
RESPIRATORI
CUTANEO-MUCOSALI
ALTRE MANIFESTAZIONI
Nausea
Rinite
Orticaria
Artrite
Vomito
Asma
Eczema
Emicrania
Dolore o distensione add.
Tosse
Prurito
Epilessia
Crampi
Starnuti ricorrenti
Eritema
Sindrome nefrosica
Diarrea o stipsi
Edema laringeo
Angioedema
Anemia sideropenica
Malassorbimento
Otite media sierosa
Congestione congiuntivale
Nevrosi
Bruciore buccofaringeo
Bronchite
Afte buccali
Irritabilità
Gastroenterite eosinofila
Emosiderosi polmonare
Dermatite erpetiforme
Disturbi del sonno
Proctocolite ulcero-emorragica
Sindrome di Heiner
Eczema perianale
Alcuni casi di ipercinesia nel bambino
Sindrome tensione-fatica
Reflusso gastro-esofageo
Sindrome orale allergica
Colica del lattante (rara)
Dermatite peribuccale
Glossite
Dermatite atopica
Stomatite
Allergia ano-rettale (prurito,
fistole, papillite, proctite)
Faringite
Gastrite
Sangue nelle feci
Enteropatia proteino
disperdente
Colon irritabile
Tabella 1.1.
Sintomi dell’allergia alimentare
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le medicine integrate
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DILUIZIONE 1:240
secondo il metodo originale
FIORI
di piante fresche
raccolti in Italia
ACQUA
proveniente dalle zone
di raccolta dei fiori
Brandy
puro della migliore
qualità italiana
Informazioni riservate alla classe medica ed al corpo professionale.
Vietata la diffusione al pubblico.
®
FLORIT 1 EUPATORIA (Agrimony)
Persone che cercano di nascondere l’agitazione interiore dietro un
atteggiamento di allegria e spensieratezza e che cercano di mantenere
sempre la pace evitando i problemi.
FLORIT 2 PIOPPO TREMOLO (Aspen)
Persone che non si sentono tranquille e quasi si aspettano che qualcosa
di male accadrà.
FLORIT 3 FAGGIO (Beech)
Persone che vedono tutto “nero” ed incolpano gli altri di ogni sbaglio.
FLORIT 4 BIONDELLA (Centaury)
Persone remissive, che hanno difficoltà a far valere la propria volontà,
amano servire fino ad annullarsi per gli altri.
FLORIT 5 CERATO (Cerato)
Persone che, avendo poca fiducia nelle proprie intuizioni, chiedono
continuamente consigli agli altri.
FLORIT 6 MIRABOLANO (Cherry plum)
Persone che cercano sempre di autocontrollarsi al fine di non far mai
sapere agli altri cosa stanno realmente pensando.
FLORIT 7 IPPOCASTANO (Chestnut bud)
Persone creative, con spiccata intelligenza e continui pensieri al punto
tale da perdere facilmente concentrazione e capacità di consapevolezza
del presente.
FLORIT 8 CICORIA SELVATICA (Chicory)
Persone eccessivamente possessive e “impiccione” a causa di grande
insicurezza.
FLORIT 9 VITALBA (Clematis)
Persone che vivono tra le nuvole e sognano ad occhi aperti preferendo la
fantasia al mondo reale.
FLORIT 10 MELO ORNAMENTALE (Crab apple)
Persone che si sentono addosso un senso di “sporco” e di
inadeguatezza ingiustificati.
FLORIT 11 OLMO INGLESE (Elm)
Persone che si sentono sopraffatte dalle responsabilità e sentono di non
essere all’altezza del compito.
FLORIT 12 GENZIANELLA (Gentian)
Persone che si scoraggiano facilmente, si fanno prendere dai dubbi e
abbattere dalla mancanza di entusiasmo.
FLORIT 13 GINESTRONE (Gorse)
Persone che sentono d’essere rimaste senza alcuna speranza e si
trovano perciò disperate e rassegnate.
FLORIT 14 ERICA (Heather)
Persone che non sanno stare sole e sentono per questo il bisogno di
porsi continuamente al centro dell’attenzione.
FLORIT 15 AGRIFOGLIO (Holly)
Persone insoddisfatte, che provano odio o invidia verso gli altri.
FLORIT 16 CAPRIFOGLIO (Honeysuckle)
Persone nostalgiche, tendenti al rimpianto per le opportunità mancate e
con un forte legame col passato.
FLORIT 17 CARPINO BIANCO (Hornbeam)
Persone che provano una debolezza generale e la sensazione di non
farcela.
FLORIT 18 BALSAMINA (Impatiens)
Persone irritabili e impazienti, che innervosiscono gli altri col loro
comportamento e tendono ad isolarsi, poiché il ritmo altrui è sempre
troppo lento per loro.
FLORIT 19 LARICE (Larch)
Persone che mancano di fiducia in se stesse e sono afflitte da complessi
di inferiorità.
FLORIT 20 MIMOLO GIALLO (Mimulus)
Persone timide, ipersensibili, sempre in soggezione e che soffrono di
piccole paure quotidiane.
FLORIT 21 SENAPE SELVATICA (Mustard)
Persone che soffrono di tristezza e malinconia all’eccesso e senza alcuna
evidente ragione.
FLORIT 22 QUERCIA (Oak)
Persone forti, tenaci e con un eccessivo senso del dovere che li porta ad
esaurirsi e logorarsi per il lavoro.
FLORIT 23 OLIVO (Olive)
Persone soggette ad una stanchezza estrema della mente e del corpo
causata dal non concedersi il giusto riposo.
FLORIT 24 PINO (Pine)
Persone afflitte dal bisogno di dare a se stesse la responsabilità di ogni
errore e problema, indipendentemente dalla realtà oggettiva.
FLORIT 25 IPPOCASTANO ROSSO (Red chestnut)
Persone che vivono un legame troppo simbiotico con le persone vicine,
immedesimandosi negli altri fino al punto di non curarsi più di se stesse.
FLORIT 26 ELIANTEMO (Rock rose)
Persone caratterialmente fragili, nervose e bloccate dal panico che le
prende all’improvviso.
FLORIT 27 ACQUA DI ROCCIA (Rock water)
Persone severe e intransigenti con se stesse fino al punto tale da negarsi
ogni piacere, anche i bisogni vitali.
FLORIT 28 FIORSECCO (Scleranthus)
Persone che non sanno prendere una precisa posizione ed oscillano tra
un’opinione ed un’altra con continui cambiamenti d’umore.
FLORIT 29 STELLA DI BETLEMME (Star of Bethlehem)
Persone che hanno subìto uno shock, un dolore ed hanno perciò bisogno
di consolazione e conforto.
FLORIT 30 CASTAGNO DOLCE (Sweet chestnut)
Persone che si trovano in un periodo di profonda angoscia, disperazione
e si sentono con le spalle al muro.
FLORIT 31 VERBENA (Vervain)
Persone energiche, entusiaste, autoritarie, polemiche e che tentano di
convincere a tutti i costi gli altri delle proprie idee e cambiano raramente
le proprie convinzioni.
FLORIT 32 VITE (Vine)
Persone capaci e piene di sé, ottimi dirigenti ma con la tendenza a
diventare tirannici ed inflessibili.
FLORIT 33 NOCE (Walnut)
Persone molto sensibili alle circostanze esterne e che perdono il senso
dell’orientamento ogni volta che si verifica un cambiamento.
FLORIT 34 VIOLETTA D’ACQUA (Water violet)
Persone che, sentendosi intimamente superiori agli altri, faticano ad
entrare in comunicazione profonda con loro e mantengono sempre un
certo distacco.
FLORIT 35 IPPOCASTANO BIANCO (White chestnut)
Persone preoccupate, che tendono ad un eccessivo lavorìo mentale
creando uno squilibrio tra l’attività intellettuale (troppa) ed esercizio fisico
(troppo poco).
FLORIT 36 AVENA SELVATICA (Wild oat)
Persone insoddisfatte della propria vita, incessantemente alla ricerca
della perfezione.
FLORIT 37 ROSA CANINA (Wild rose)
Persone apatiche, abbattute, rassegnate e che mancano di ogni
interesse.
FLORIT 38 SALICE GIALLO (Willow)
Persone che tendono a sentirsi sempre vittima delle situazioni e ad
attribuire all’esterno la responsabilità di errori e fallimenti.
Modo d’uso
Il procedimento suggerito è quello di preparare, in un flacone di
30 ml di acqua minerale naturale, eventualmente con un pò di
brandy come conservante, una soluzione con 2 gocce del FLORIT o dei FLORIT scelti e assumere 4 gocce 4 volte al giorno
direttamente in bocca.
In alternativa si possono versare ogni giorno, in un bicchiere
d’acqua minerale naturale, 2 gocce del FLORIT o dei FLORIT
scelti, da bere durante la giornata in 4 riprese.
È anche possibile l’assunzione, per un breve periodo, del FLORIT puro direttamente sotto la lingua, 4 gocce 4 volte al giorno.
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FLORIT 39 SOCCORSO (Rescue)
Nei casi d’emergenza, per i suoi effetti calmanti e stabilizzanti sulle emozioni. Dovrebbe essere sempre a portata di mano di tutti: sia nello studio di chi si occupa
di salute, sia nel corredo di pronto soccorso che tutti dovremmo tenere in casa e
in auto.
Contiene cinque fiori:
• Balsamina:
per l’impazienza, l’irritabilità e l’agitazione spesso accompagnate da tensione.
• Vitalba:
per stati d’incoscienza, sensazione di distacco dalla realtà e senso di mancamento
che spesso accompagnano un trauma.
• Eliantemo:
per stati di terrore, panico e isteria.
• Mirabolano:
per il timore di perdere il controllo sia fisico sia mentale
• Stella di Betlemme:
per traumi sia mentali sia fisici.
Confezione da 10 ml
Confezione
da 20 ml SPRAY
(anche per uso esterno)
Confezione da 50 ml
Quando può essere utilizzato FLORIT 39 SOCCORSO (Rescue)
Situazioni di emergenza e assistenza immediata
› Irritazione, prurito e gonfiore dovuti a punture d’insetti
› Mal di mare e mal d’auto
› Senso di svenimento
› Senso di affaticamento e depressione mentale
› Perdita di conoscenza
› Tagli e lividi
› Per dolore e sensazione di pulsazione causati da un colpo di martello sul dito
› Per piedi gonfi e dolenti, duramente provati dal camminare
› Ferite sanguinanti del labbro inferiore
› Energia per portare a termine una scalata molto dura
› Bambini che urlano
› Scottatura all’interno della bocca
› Shock da scossa elettrica
Situazioni di tensione emotiva e psicologica
› Ansia, nervosismo, panico e depressione di carattere non clinico
›Stress derivante da visita dal dentista, esame, cattive notizie,incidente
› Disperazione acuta dovuta a lutto (da assumere ogni 2 ore)
› Proprietà tonificanti durante una convalescenza (4 gocce per 4 volte al giorno),
particolarmente efficace per persone anziane
› Dipendenza da farmaci
› Dipendenza dal fumo
› Attacchi di panico prima di esibizioni
› Spavento nel viaggio aereo
› Esaurimento nervoso e disturbi legati al funzionamento delle ghiandole surrenali,
stato di ipoglicemia, insonnia e depressione, ansia e attacchi di panico
› Sensibilità e facile commozione
› Attacchi di collera
› Trauma emotivo dovuto ad una rottura di relazione (matrimonio, fidanzamento)
› Trauma del ragazzino in seguito alla notizia del divorzio dei genitori
› Trauma della ragazzina alla comparsa delle mestruazioni
› Esaurimento e confusione da trasloco
› Nervosismo prima di parlare in pubblico
› Periodo che segue la morte di un familiare
› Ansia prima di un esame o di parlare in pubblico
› Prima di fare meditazione
› Episodi di enuresi
› Liti fra bambini con pianti
› Ansia e vertigini per aver smesso di fumare
Casi acuti e cronici
› Depressione cronica in persone che bevono e fumano molto
› Sensazioni di vertigini
› Ipoglicemia
› Ronzii alla testa
› Reazioni allergiche dovute all’inquinamento
› Allergia ai gatti: occhi che prudono, starnuti, tosse e conati di vomito
› Attacco di sinusite con congestione e dolore (dose diluita nel palmo della mano,
aspirata un pò con ogni narice)
› Preparazione ad un delicato intervento e dopo l’operazione
› Rapidità di guarigione
› Per il corridore che deve affrontare una maratona: per non provare dolore, indolenzimento, gonfiore
› Dolori e crampi del ciclo mestruale (gocce diluite in acqua)
In Gravidanza e per i Bambini più piccoli
› Vivere male l’idea del parto
› Piccole convulsioni, segnali di un imminente travaglio
› Durante la fase iniziale del travaglio, nervosismo
› Più forza in sala parto durante le spinte
› Parto facilitato
› Travaglio più breve e bambino molto tranquillo che dorme tutta la notte
› Depressione post-natale
› Febbre alta nei bambini
› Coliche dei bambini (3 gocce in un cucchiaio d’acqua tiepida)
› Per la prima vaccinazione dei bambini (massaggiare sulla zona dell’iniezione)
Uso Esterno
› Contusioni accompagnate da gonfiore
› Distorsioni
› Graffiature
› Punture d’insetti
› Infiammazioni non gravi
› Tagli non troppo profondi
› Per ridurre la rigidità muscolare (massaggiandolo delicatamente sull’area interessata)
› Unghie che si incurvano e che si rompono facilmente
Si può ripetere l’applicazione ogni volta che è necessario e continuare per un
breve periodo dopo il miglioramento delle condizioni.
Uso Veterinario
› Punture d’insetti nei cani
› Per diminuire lo shock e il nervosismo degli uccelli in seguito a cattura in gabbia
› Zecche nei gatti
› Incidenti
› Condizioni pre e post-chirurgiche
› Parti
Può essere somministrato mischiando 4 gocce in acqua o nel cibo, direttamente
sulla bocca o all’interno, oppure localmente.
Per animali di grossa taglia (mucche e cavalli) 10 gocce in un secchio d’acqua.
Per le piante
› Traumi successivi a trapianti botanici
› Fiori recisi
› Alberi che hanno subìto un danno
› Piante gracili, appassite, attaccate dai parassiti o che hanno sofferto a causa di
gelate invernali
10 gocce in acqua versate o nebulizzate con regolare applicazione ogni giorno
o a giorni alterni; negli orti 5 o 10 gocce in acqua per innaffiare al momento della
semina o nella fase di maturazione.
Modo d’uso di FLORIT 39 SOCCORSO (Rescue)
Si assumono 4 gocce direttamente sotto la lingua 4 o più volte al giorno; in casi d’emergenza 4 gocce ogni 5 minuti trattenendo il liquido in
bocca per qualche secondo prima di deglutirlo.
Se la persona è sensibile all’alcool si possono mettere le gocce in un cucchiaino d’acqua.
Nel caso in cui il soggetto non sia in grado di ingerire il prodotto, strofinare alcune gocce direttamente sulle labbra, dietro le orecchie, sui
polsi o nel punto che la medicina cinese considera dell’ansia, situato nell’incavo tra il pollice e l’indice.
Una nebulizzazione di Soccorso (Rescue) Spray in bocca (corrispondente a 4 gocce) 4 o più volte al giorno, sempre trattenendo il liquido
in bocca per qualche secondo prima di inghiottirlo.
L’utilizzo dello spray in bocca offre il vantaggio di una maggiore superficie di assorbimento.
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FLORIT ESAMI SPRAY
Combinazione di essenze floreali a sostegno degli studenti, sia nella quotidianità sia in vista di prove particolari.
Contiene cinque fiori:
• Ippocastano:
per coloro ai quali occorre più tempo degli altri per apprendere durante lo studio e non ricadere negli stessi errori.
• Vitalba:
per coloro che sono perennemente distratti, con la testa tra le nuvole e non trovano la giusta concentrazione.
• Olmo inglese:
per coloro che si sentono soverchiati dalla responsabilità di compiere bene il loro lavoro e sentono di non esserne
all’altezza.
• Genzianella:
per coloro che si perdono facilmente d’animo e al minimo ostacolo si fanno prendere da confusione e scoraggiamento.
• Larice:
per coloro che si sentono insicuri riguardo alle proprie capacità, sopraffatti dal senso di inferiorità derivato dal continuo
confrontarsi con gli altri.
Quando può essere utilizzato FLORIT ESAMI Spray
›Distrazione
›Insicurezza
› Scoraggiamento
› Difficoltà ad esprimersi durante un’interrogazione o in pubblico
› Difficoltà nel portare a termine un compito
› Stanchezza da sovraccarico di studi
›Eccesso di responsabilità
Confezione da 30 ml
Spray
Modo d’uso del FLORIT ESAMI Spray
Si assume una nebulizzazione direttamente in bocca 4 volte al
giorno, trattenendo il liquido per qualche secondo prima di deglutire. Nei casi di emergenza si può assumere anche ogni cinque
minuti.
Bibliografia
- Edward Bach, Heal Thyself, An Explanation of the Real Cause and Cure of Disease, The C.W Daniel Company Ltd.
- Edward Bach, The Twelve Healers and Other Remedies, The C.W Daniel Company Ltd.
- Nora Weeks, The Medical Discoveries of Edward Bach Physician, The C.W Daniel Company Ltd.
- Philip M Chancellor, Illustrated Handbook of the Bach Flower Remedies, The C.W Daniel Company Ltd.
-Jane Evans, Introduction of the Benefits of the Bach Flower Remedies, The C.W Daniel Company Ltd.
- F.J. Wheeler, The Bach Remedies Repertory, The C.W Daniel Company Ltd.
- T.W. Hyne Jones, Dictionary of The Bach Flower Remedies, The C.W Daniel Company Ltd.
FLORIT KIT
Pratico e comodo, il kit comprende tutte le 39 singole soluzioni
SOLUZIONE PER FIORI
Soluzione idroalcolica di Acqua e Brandy (2:1) già pronta per la preparazione di composti floreali
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stico (ipertrofia delle cripte) e distruttivo (atrofia dei villi). I sintomi
prevalenti sono di tipo digestivo.
Ipersensibilità tipo IV o di tipo cellulare mediata da linfociti T
Inizia 24-48 ore dopo che l’alimento abbia stimolato il linfocito T
precedentemente sensibilizzato. Produce una enteropatia cronica e
la sintomatologia è esclusivamente digestiva.
CLINICA
L’allergia alimentare si può manifestare come un quadro acuto di
tipo anafilattico o come una allergia cronica con sintomi digestivi
o extradigestivi.
ANAFILASSI
Il grado della reazione alimentare può variare dalla forma grave
(shock), fino a sintomi minori come orticaria, angioedema, gonfiore e prurito delle labbra, lingua e palato, cianosi labiale e spasmo
laringeo e/o bronchiale. Lo shock anafilattico inizia pochi minuti
dopo l’ingestione dell’alimento e si manifesta con cianosi, tachicardia ed ipotensione. Una forma particolare di anafilassi è quella
indotta dall’esercizio fisico, quando questo viene realizzato dopo
aver assunto l’allergene alimentare. I primi sintomi insorgono di solito dopo 15-30 minuti dall’inizio dell’attività fisica e sono: prurito
delle mani, starnuti, tosse e fallimento respiratorio. La sospensione
dell’esercizio frena la reazione anafilattica.
SINTOMI GASTROINTESTINALI
I sintomi più frequenti sono la nausea, il vomito, il dolore addominale, la distensione addominale e la diarrea.
La sindrome pseudopilorica del lattante si associa con l’allergia alle
proteine del latte vaccino e si manifesta con vomiti intensi. La gastropatia allergica si può manifestare come quadri pseudodispeptici
(distensione, eruttazioni, sensazione di indigestione, pirosi) o come
una gastrite acuta.
La diarrea acuta aspecifica, dissenteriforme, mucoemorragica o recidivante può essere una forma di presentazione dell’allergia alimentare. Nel lattante il prototipo è l’enteropatia indotta dalle proteine
del latte vaccino. Il lattante presenta vomiti e diarrea subito dopo
la poppata, che spariscono dopo alcune ore e si ripetono alla seguente poppata. La cronicizzazione di queste manifestazioni sarebbe conseguenza di reazioni di tipo semi-ritardato e possono causare
malassorbimento che porterà alla malnutrizione. La gastroenterite
eosinofila è un disturbo raro caratterizzato da una sindrome di enteropatia proteino-disperdente, dolore addominale, perdita di sangue
con le feci, anemia, perdita di peso nell’adulto e ritardo della crescita
nel bambino. La proctocolite ulcero-emorragica si presenta come
un quadro di diarrea cronica muco-emorragica e dolore addominale che alterna con periodi di miglioramento oppure di stipsi. La
colite mucosa è caratterizzata dalla presenza di abbondante muco
nelle feci ed ha una durata variabile.
SINTOMI CUTANEO-MUCOSI
I sintomi più frequenti sono prurito, rossore, eczema, orticaria ed
angioedema. La dermatite erpetiforme è una malattia rara associata
all’ipersensibilità al glutine, ma non si tratta della malattia celiaca.
La sindrome orale allergica consiste in una serie di sintomi (prurito con o senza edema, delle labbra, lingua, palato e faringe) che si
manifestano al contatto con l’alimento. Questa reazione è di breve
durata e non lascia sequele.
Questa reazione è stata descritta nei soggetti affetti da rinite allergica
da ambrosia che presentano i sintomi dopo l’ingestione di anguria
e melone, ed in quei soggetti allergici al polline della betulla, in cui
i sintomi insorgono dopo l’ingestione di mele, sedano, carote, pesche, pere e patate.
SINTOMI RESPIRATORI
I sintomi respiratori non sono frequenti come manifestazione di
un’allergia alimentare, sebbene il 5% circa dei casi di asma possono
essere dovuti ad una sensibilizzazione di tipo alimentare. Rinite ed
asma sono le due manifestazioni cliniche più frequenti. Altri sintomi sono starnuti, tosse ed edema laringeo. Nel lattante sensibilizzato
al latte vaccino può aversi anche un’otite sierosa. Altri sintomi sono
rari.
ALTRI SINTOMI
In questo gruppo troviamo emicrania, epilessia, congiuntivite, alcune sindromi nefrosiche, la sindrome tensione-fatica, alcuni casi di
sindrome del bambino ipercinetico, certi stati nevrotici.
DIAGNOSI CLINICO-LABORATORISTICA
È fondamentale realizzare una buona anamnesi, che deve includere
un diario dietetico per indagare l’alimento allergenizzante.
Test diagnostici: Scratch Test, Prick Test, Rast Test, Elisa.
TERAPIA
La terapia si basa sulla realizzazione di una dieta di eliminazione,
cioè nell’eliminare completamente dalla dieta l’alimento responsabile della sintomatologia allergica, tenendo conto di tutti i prodotti alimentari che possano contenere l’allergene, anche in piccole
quantità, poichè possono essere presenti nei componenti di prodot-
le medicine integrate
21
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ti industriali. Si raccomanda di consultare sempre l’etichettatura o
chiedere al personale fabbricante (allergia mascherata). Prima della
possibile reintroduzione dell’alimento deve trascorrere un tempo
di norma lungo (la sensibilizzazione all’allergene alimentare può
scomparire, soprattutto se iniziata nel primo anno di vita).
Nel caso del latte vaccino e dell’uovo è consigliabile lasciare trascorrere un periodo minimo di 18 mesi, per la soia ed altri alimenti
almeno 2 anni, per i frutti secchi (mandorle, noci, arachidi, ecc),
pesce, crostacei, molluschi e frutti di mare, si raccomanda di ripetere il test allergico ogni 4-8 anni. Risultano utili le misure dietetiche
come i digiuni brevi, le diete crude o comunque una alimentazione
sana di base, che non comprenda alimenti raffinati, con pasti regolari. Se lo si fa, è importante smettere di fumare, perché il fumo
riduce tra l’altro, la capacità di difesa dell’organismo, e di assumere
la pillola anticoncezionale per le modificazioni che apporta a livello
endocrino.
POSSIBILI TERAPIE OLISTICHE
Idroterapia
Impacchi e compresse calde o alternate, inalazioni con oli essenziali
(timo, issopo) per le vie respiratorie, cure locali (cataplasmi, impacchi) per i problemi di pelle.
Integratori alimentari
Alleril (PromoPharma)
Fermenti lattici milk free
Oligoterapia
Oligoelemento diatesico: Manganese o Manganese-Rame.
Oligoelementi complementari: Zolfo, Fosforo, Selenio, Iodio.
Fitoterapia
Il fitocomplesso del terreno allergico è composto da LiquiriziaGinkgo Biloba-Ribes Nero estratto secco, a cui può essere associato Carciofo-Rafano-Tarassaco sempre in estratto secco. Le tinture
madri che possono essere impiegate sono Glycyrrhiza Glabra e
Nigella Sativa come antistaminici. Come gemmoterapici trovano
impiego Ribes Nigrum come antiallergico simil-cortisonico, Viburnum Lantana come antispasmodico, sedativo del SNV polmonare, Quercus Peduncolata come antistaminico, Rosa Canina come
antinfiammatorio immunostimolante, Cedrus Libani come antieczematoso, Betula Pubescens come depurativo organico e tonico
generale, Rosmarinus Officinalis come disintossicante epatico.
Organoterapia
Rimedi di base sono Surrenale 4CH ed Histamine 4CH, a cui può
essere aggiunto Hepatine 4CH.
Omeopatia
Rimedi omeopatici utili sono Ipeca, Sulfur, Rhus Tox., Arsenicum Album, Belladonna, Natrum Sulfuricum, Kalium Carbonicum, Pulsatilla, Hydrastis, Apis, Sabadilla, Allium Cepa (30CH,
200CH).
BIBLIOGRAFIA
Kirschmann G. J./Kirschmann J. D. “Almanacco della Nutrizione” Ed. Editorium.
Mataix J. “Nutrizione ed Alimentazione Umana” Ed. Ergon.
Farreras P./Rozman C. “Medicina Interna” Ed. Harcourt.
Ziegler E. E./Filer L. J. “Conoscenze attuali in Nutrizione” Ed. Piccin-Nuova Libraria.
Borselli P. M. “Biologia-Fisiologia modellistica della Nutrizione Umana” Ed. Hermes.
Ivaldi M. “L’occhio specchio della salute” Ed. Editorium.
Fatati G. “Dietetica e Nutrizione” Ed. Il pensiero scientifico.
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le medicine integrate
Liberati dalle
allergie!
Allergie respiratorie
Broncospasmo
Asma
Rinite allergica
Allergie cutanee
Dermatosi
Eczema atopico
IMPORTANTE PER LA PROFILASSI
E NELLE SITUAZIONI ACUTE
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La disbiosi
Dott. ssa Giovanna Perrone
Medico chirurgo, Specialista in Scienza dell’alimentazione, Esperto in Medicina naturale, Esperto in Omeopatia, Omotossicologia e
Medicine Integrate
Dott. ssa Barbara Ostan
Medico chirurgo, Esperto e consulente in Medicina ad Indirizzo estetico, Esperto in Omeopatia, Omotossicologia e Medicine Integrate
Presso Studio Medico Perrone & Associati: www.smp1993.it – [email protected]
Abstract: Lo stato fisiologico di equilibrio tra l’organismo e la flora batterica intestinale viene definito Eubiosi, alcuni fattori come stress,
uso improprio ed eccessivo di antibiotici, patologie intestinali possono causarne uno squilibrio detto Disbiosi. L’aiuto nel ripristinare
l’equilibrio è dato da una dieta bilanciata con una corretta integrazione di fibre, probiotici e vitamine
Abstract: Eubiosi is equilibrium between organism and intestine bacteria. Some elements like stress and antibiotics cause disequilibium
(Disbiosi). A right diet and integration with fibre, probiotics and vitamins help to find equilibium.
Parole chiave: intestino, disbiosi, sistema immunitario, integrazione
“La maggior parte delle malattie nascono nell’intestino. Le miriadi
di minuscoli organismi che ci vivono da saprofiti, in simbiosi con
l’organismo umano o animale, possono essere benefici o perturbatori, a seconda dello stato dell’ambiente intestinale.
Un’igiene alimentare e generale non adatta fisicamente e psicologicamente comporta la degradazione della salute intestinale; ne
segue la degradazione della salute.”André Passebecq.
L’apparato digerente è formato da diversi organi e strutture che,
in perfetto equilibrio tra loro, e attraverso specifiche funzioni, permettono all’organismo di rinnovare nel tempo le proprie strutture
vitali mantenendole in salute e ben nutrite.
Nell’intestino troviamo circa un chilo di batteri, la famosa flora
batterica o microbiota, la cui funzione è indispensabile per la nostra salute, è composta da batteri buoni (eubiotici) e batteri cattivi
(patogeni).
La maggior parte dei microrganismi si trova nel colon e si diversificano nei vari tratti dell’apparato gastrointestinale in base alla
Localizzazione
Componenti principali
Cavo orale
Streptococcus - Veilonella
Lactobacillus - Bifidobacterium
Fusobacterium - Staphylococcus
Stomaco
Streptococcus - Lactobacillus
Bifidobacterium - Bacterioides
Enterobacterium - Lieviti
Duodeno e Digiuno
Key words: intestine, immune system, integration
struttura anatomica, alle diverse motilità dei vari segmenti, alla
temperatura, al pH e all’alimentazione.
I batteri eubiotici si riproducono nutrendosi in particolare di carboidrati, purtroppo glucosio, fruttosio e galattosio sono assimilati
dal nostro organismo prima di raggiungere l’ultima parte dell’intestino, così i batteri eubiotici sono costretti a far fermentare le fibre alimentari per produrre zuccheri, ecco spiegata l’importanza
dell’assunzione di una corretta quantità di fibre per garantire il
buon funzionamento intestinale.
Il corpo umano ospita una numerosa ed eterogenea popolazione
batterica, convivono cellule umane e microrganismi e tutti concorrono al buon funzionamento della nostra macchina.
La maggior parte di questi microrganismi si trovano nel tratto gastrointestinale e aumentano più scendiamo lungo il tubo digerente.
Numerosi sono i fattori che influenzano i livelli delle diverse popolazioni microbiche e la localizzazione dei microrganismi dell’ecosistema intestinale, tra questi ricordiamo la temperatura corporea, il
Totale
N° cellule/ml o gr di contenuto
Batteri lattici assimilati
N° cellule/ml o gr di contenuto
104 – 109
0 – 103
0 – 103
Streptococcus - Lactobacillus
Veionella - Bacterioides
Bifidobacterium - Enterobacteriaceae
102 – 104
102 – 104
Ileo
Streptococcus - Lactobacillus
Bifidobacterium - Bacterioides Clostridi - Enterobacteriaceae
104 – 108
102 – 106
Colon
Bacteroides - Eubacterium
Ruminococcus - Coprococcus
Peptostrettococcus - Bifidbacterium
1010 – 1012
104 – 108
Feci
Bacteroides - Eubacterium
Ruminococcus - Coprococcus
Peptostrettococcus - Bifidbacterium
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le medicine integrate
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pH, il tempo di permanenza in una zona, l’alimentazione ed altri
di natura endogena.
Nella flora intestinale troviamo specie microbiche più o meno
dannose, ma la loro patogenicità dipende sempre da variazioni delle normali condizioni di microecologia intestinale.
Distinguiamo 3 gruppi microbici in base al loro comportamento
con l’ospite umano:
1. Microrganismi benefici o eubiotici: vivono in simbiosi con
l’ospite e concorrono al giusto equilibrio dell’ecosistema intestinale, sono Gram + (Lattobacilli, Bifidobatteri, Streptococchi) acidificano l’ambiente e attaccano i carboidrati con la fermentazione.
2. Microrganismi potenzialmente dannosi: Proteus, Staphylococcus, Clostridium, Veillonella, Prevotella.
3. Microrganismi potenzialmente patogeni: possono provocare patologie se prendono il sopravvento, sono prevalentemente Gram – (Escherichia, Bacteroides, Enterobacteria, Enterococcus), alcalinizzando l’ambiente, generando sostanze tossiche mediante la putrefazione delle proteine, le
sostanze tossiche così prodotte vengono metabolizzate dal fegato, e dall’intestino che in parte le elimina ma in parte entrano in circolo attraverso il
sangue.
Queste fazioni sono costantemente in lotta tra di loro, ma solo la
prevalenza di quella buona (eubiotica) su quella cattiva (patogena)
garantisce salute e benessere. Lo stato fisiologico di equilibrio tra
l’organismo e la flora batterica intestinale viene definito eubiosi,
talvolta l’uso improprio e/o eccessivo di antibiotici, importanti
stress, interventi chirurgici o patologie intestinali, possono provocare uno squilibrio della flora batterica, con il sopravvento della
flora patogena su quella eubiotica.
Questo fenomeno prende il nome di DISBIOSI, ed è dato dall’insieme dei sintomi e dei disturbi funzionali gastroenterici che possono evolvere in malattie anche coinvolgenti organi o apparati distanti dal colon attraverso la semina linfogena microbica con blocco di
MALT E GALT ( Gebbers 1981) i cui principali effetti sono:
• Flatulenza
• Alvo alternante
• Diarrea mattutina
• Stanchezza, depressione, cambiamenti d’umore
• Colon sensibile alla palpazione
• Gengivite cronica
• Gastrite cronica
• Eccessiva pienezza dopo i pasti
• Eruzioni cutanee
• Tendenza generale alle infiammazioni
Considerato che nel nostro intestino è localizzato circa l’80% del
nostro sistema immunitario (GALT= Gut Associated Lymphoid
Tissue), è facile comprendere quanto sia importante per la nostra
salute che non si alteri la flora eubiotica.
L’intestino consente il transito attraverso il corpo umano di una
notevole quantità di sostanze “non self”, è quindi costantemente esposto all’aggressione e sollecitazione antigenica batterica, alimentare, parassitaria, virale; per questo il Sistema immunitario
intestinale GALT (Gut Associated Lymphoid Tissue, ovvero tessuto linfatico associato all’intestino) soprattutto in virtù della sua
estensione, (superficie di circa 350-400 metri2), ha un’importanza
fondamentale all’interno del sistema immunitario dell’organismo.
Il sistema immunitario si attiva nel riconoscere solo le sostanze che
danno “segnali di pericolo” in pratica i nostri linfociti selezionano
ciò che fa bene e ciò che fa male. Esistono altre regioni di tessuto
24
le medicine integrate
linfoide, che ricordiamo:
• Il GALT è il tessuto linfoide associato all’intestino
• Il MALT è il tessuto linfoide associato alle mucose
• Il BALT è il tessuto linfoide associato ai bronchi
Tutti questi tessuti sono caratterizzati dalla presenza di una corticale dove sono localizzati linfociti T e una midollare in cui si dispongono i linfociti B.
Altra parte fondamentale dell’ intestino sono le placche di Peyer,
sono circolari od ovoidali, ciascuna costituita da noduli linfatici
che occupano la lamina propria e la sottomucosa dell’intestino tenue. Sono vascolarizzate da un’estesa rete di capillari che si dispone
attorno ai follicoli, insieme ad ampi spazi linfatici, sono costituite
da circa il 75% di linfociti B che esprimono IgM o IgA di superficie e da circa il 25% di linfociti T in modo particolare CD4.
Esse consentono:
• assorbimento di sostanze nutritive senza provocare reazioni immunitarie pericolose per il soggetto;
• eliminazione di microrganismi patogeni ed eventuali sostanze
tossiche introdotte con l’alimentazione.
Oltre ai linfociti T e B nel contesto della placca sono presenti cellule dendritiche con funzione APC (cellula presentante l’antigene)
e macrofagi centro di elaborazione dell’ antigene.
Le placche sono coperte di cellule M (prive di villi e cellule mucosecernenti) che facilitano il passaggio verso i centri linfatici degli
antigeni, questi arrivano più velocemente e senza le degradazioni
indotte dal passaggio attraverso la mucosa intestinale normale.
L’epitelio intestinale è infarcito di linfociti con un rapporto di 1
linfocita intraepiteliale (LIE) ogni 5/8 enterociti. Una volta che
l’antigene entra in contatto con le cellule APC dell’intestino si ha
l’attivazione dei linfociti T con produzione di interleuchina 2 (IL2)
la quale porta:
• a stimolazione dei linfociti B e produzione di immunoglobuline
oppure
• a stimolazione di linfociti T che attivano le proprie funzioni citotossiche o di soppressione (CD8).
I linfociti T e B (stimolati dall’antigene) abbandonano le placche
di Peyer e migrano verso i linfonodi mesenterici, arrivano così alla
circolazione generale attraverso il dotto toracico e ritornano alla
lamina propria intestinale o si distribuiscono a organi distanti.
Questo meccanismo sostiene quella che viene definita immunoflogosi a distanza che condiziona la possibilità che la reazione avversa ad un alimento possa determinare infiammazione in settori
non direttamente connessi con l’intestino.
Diventa quindi intuibile perché i processi immunitari che avvengono nel nostro intestino hanno ripercussioni su tutto l’organismo,
infatti tali reazioni vengono trasmesse attraverso il sistema linfatico.
Infezioni e/o patologie, possono essere causate non solo dai microrganismi patogeni, ma possono essere anche la conseguenza
di un qualsiasi fattore esogeno che determini uno squilibrio della
flora batterica intestinale.
Le conseguenze di un’irregolare colonizzazione dell’intestino
sono:
• Riduzione delle resistenze alla colonizzazione
• Indebolimento della difesa immunitaria mucosale e generale
• Cambiamenti dell’ambiente intestinale
• Affaticamento del fegato causato da metaboliti tossici
• Produzione di sostanze cancerogene
Le principali cause all’origine dello squilibrio della funzionalità intestinale sono:
1. Cattiva masticazione e alimentazione non corretta che ostacola
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i processi digestivi e permette al cibo indigerito di arrivare nell’intestino crasso, scatenando reazioni infiammatorie e provocando
disbiosi e difficile digestione.
I cibi mal digeriti, in presenza di disbiosi, vanno incontro a fenomeni fermentativi e putrefattivi, con conseguente liberazione di
cadaverina e putrescina che provocano dolori e disturbi nei più
disparati distretti corporei.
2. Reazioni di ipersensibilità ad alcuni cibi, queste reazioni di ipersensibilità potrebbero avere un ruolo fondamentale nella genesi di
diverse malattie croniche e nella maggior parte dei disturbi non
diagnosticati.
3. Turbe emozionali, stress, ansia, depressione e paura alterano le
secrezioni acide dello stomaco e quelle basiche del tenue e tali modifiche del pH stimolano la proliferazione dei batteri patogeni.
I fattori psico-emotivi possono influenzare anche la motilità della muscolatura intestinale, provocandone iperfunzione (diarrea) o
ipofunzione (stipsi). In caso di disfunzionalità intestinale, alcuni
neurotrasmettitori, quali la serotonina (neurotrasmettitore “del
buon umore”), vengono prodotti anche a livello intestinale, questa anomala produzione può essere alla base di alcuni disturbi del
comportamento alimentare.
4. La Stipsi è sia causa che effetto del malessere intestinale. Il rallentamento del transito del materiale fecale determina un incremento
anche notevole della tossicità delle tossine e ne aumenta il passaggio attraverso la barriera mucosale intestinale.
5. Assunzione di farmaci, quali antibiotici, antidepressivi, corticosteroidi, anti-infiammatori non steroidei (FANS) e anticoncezionali. Questi farmaci, soprattutto in presenza di sistema immunitario già indebolito, possono provocare disbiosi interferendo con
le funzioni della barriera intestinale rendendola più porosa e promuovendo la moltiplicazione oltre misura di lieviti naturalmente
presenti nell’intestino, quali la candida (Candida albicans). La proliferazione della candida provoca svariati problemi, tra l’alterazione
della risposta immunitaria e lesioni alla mucosa gastrointestinale,
infatti la presenza di quantità eccessive di tossine nell’intestino provoca un aumento della permeabilità e un anomalo passaggio delle
tossine dall’apparato gastrointestinale al sangue.
La flora batterica svolge numerose funzioni fondamentali per
la nostra salute come:
• Mantenimento della barriera microbiologica
• Modulazione delle difese immunitarie
• Produzione di sostanze nutritive per la mucosa del crasso
• Produzione di vitamine
In particolare i batteri della flora batterica:
- terminano la digestione dei residui alimentari dell’ospite assicurando la loro nutrizione e la riproduzione, mettono a disposizione
dell’ospite alcuni componenti utili al metabolismo e alla difesa dalle invasioni dei germi estranei;
- trasformano alcune sostanze di scarto del corpo umano in sostanze utili ( ad esempio degradano alcuni zuccheri indigeribili producendo acidi grassi a catena corta, fondamentali per il nutrimento
della flora stessa);
- sintetizzano importanti vitamine quali quelle del gruppo B e la
vitamina K;
- acidificano il tratto intestinale e inibiscono lo sviluppo dei germi
patogeni responsabili della putrefazione e impediscono il proliferare di altri microbi dannosi;
- partecipano alla decomposizione di alcune sostanze (es. nitrosammine) cancerogene;
- producono sostanze antibatteriche quali acido lattico, acidi grassi
volatili, perossido d’idrogeno, batteriocine ed altre sostanze antibiotico-simili;
- penetrano negli strati profondi dell’intestino e a contatto con i
tessuti linfatici si incontrano con i linfociti che acquisiscono la capacità di creare una barriera difensiva contro altri germi, stimolando le reazioni immunitarie, la formazione di anticorpi (IgA) legando e disattivando gli agenti patogeni, occupando i siti recettoriali
impedendo l’adesione degli agenti patogeni.
Solo una flora batterica intestinale sana, ovvero in grado di stimolare le reazioni immunitarie, può salvaguardare l’efficacia del nostro sistema immunitario. Un suo deficit funzionale è spesso causa
della comparsa di intolleranze alimentari che non fanno altro che
aggravare i sintomi gastrointestinali e/o evidenziarne altri (anche
generalizzati) correlabili alla presenza di una continua e persistente
alterazione immunitaria e a un continuo perpetuarsi di uno stato
infiammatorio. Proprio da questo legame con il sistema immunitario nasce la relazione tra benessere intestinale ed intolleranze
alimentari.
Per parlare di intolleranze alimentari, bisogna prima distinguerle
dalle reazioni allergiche.
Statisticamente le allergie alimentari colpiscono 1-2 persone su 10,
le intolleranze circa 5-6 persone su dieci.
Se ci fermiamo a riflettere sulla quantità di cibo e soprattutto sulla
frequenza con cui ingeriamo particolari cibi, per comodità o preferenza, numerose sono le occasioni di incorrere in una possibile
ipersensibilizzazione e quindi in una risposta anomala da parte del
nostro organismo che può o meno coinvolgere il sistema immunitario.
Le intolleranze alimentari possono dipendere dalla difficoltà da
parte dell’organismo di digerire e/o metabolizzare un alimento e
possono essere mediate da meccanismi enzimatici e immunologici. Un esempio di intolleranza mediata da meccanismi enzimatici,
che risulta essere per altro la più diffusa sul piano epidemiologico,
è l’intolleranza al lattosio caratterizzata dal deficit dell’enzima lattasi: il lattosio non viene trasformato in zuccheri assorbibili rimane
nell’intestino dove fermenta provocando flatulenza, addominalgia
e diarrea a volte grave.
Tra le intolleranze dobbiamo ricordare ovviamente la celiachia
(detta anche morbo celiaco o sprue celiaca) è un’intolleranza permanente e geneticamente determinata alla gliadina, contenuta nel
glutine, una proteina a sua volta contenuta nel frumento, nell’orzo,
nella segale, nel farro, nel Kamut ed in altri cereali minori.
Ciò rende tossici - nei soggetti affetti o predisposti - tutti gli alimenti derivati dai suddetti cereali o contenenti glutine in seguito a
contaminazione. L’intolleranza al glutine genera infatti gravi danni
alla mucosa intestinale quali l’atrofia dei villi intestinali. La forma
tipica ha come sintomatologia diarrea e arresto di crescita (dopo
lo svezzamento), quella atipica si presenta tardivamente con sintomi prevalentemente extraintestinali (ad esempio anemia), quella
silente ha come peculiarità l’assenza di sintomi eclatanti e quella
potenziale (o latente) si evidenzia con esami sierologici positivi ma
con biopsia intestinale normale.
Ci sono infine tutti quei fenomeni che la gente chiama comunemente “Intolleranze alimentari” che in realtà sono state ridefinite
come allergie alimentari ritardate che, invece, esprimono per lo più
una reazione lenta, determinata dall’intervento di cellule o anticorpi diversi dalle IgE (cellule Th intestinali), che insorge dopo ore o
giorni di assunzione ripetuta della sostanza alimentare (o di contatto con un agente ambientale non necessariamente alimentare) ver-
le medicine integrate
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so la quale abbiamo una reattività: nell’organismo esistono infatti
meccanismi di controllo che - in caso di intolleranza meglio che in
caso di allergia - riescono a evitare lo scatenamento della reazione.
Questo meccanismo prevede dunque il superamento di un “livello
di soglia”. Le intolleranze alimentari e in generale le connessioni tra
cibo e infiammazione sono ormai una realtà scientifica inconfutabile, avvalorata da lavori di rilievo pubblicati su autorevoli riviste
internazionali; in particolare ricordiamo: Sampson H. Update on
Food Allergy. J Allergy Clin Immunol 2004 May;113(5):80519; quiz 820, articolo che anticipa proprio l’esistenza delle allergie
alimentari ritardate, fenomeni immunologici legati alla ripetizione
per più giorni consecutivi dello stimolo allergenico sulle cellule intestinali.
Nel Settembre 2003 al congresso mondiale di allergologia di Vancouver Hugh Sampson ha segnalato l’esistenza ben definita di
meccanismi immunologici non IgE-mediati, ma dovuti alla attivazione ripetuta delle cellule T-helper, che determinano una reattività
ritardata. Curare una intolleranza alimentare o meglio uno stato
infiammatorio generalizzato, significa migliorare lo stato di salute
del nostro intestino al quale sin dall’antichità è stato attribuito un
ruolo fondamentale nella cura delle patologie più diverse.
Numerose sono le patologie che essendo correlabili ad una intolleranza alimentare ne possono trarre beneficio:
Patologie del Cavo orale: edema della lingua, delle labbra, del palato,
della faringe, placche, afte.
Patologie dell’ Apparato gastro-intestinale: nausea, crampi, dispepsia
postprandiale, diarrea, vomito, addominalgia, flatulenza e meteorismo, sindrome del colon irritabile.
Patologie della Cute: eruzioni cutanee, dermatiti, prurito, eczema,
orticaria.
Patologie dell’ apparato Respiratorio: riniti, sinusiti, bronchiti, asma,
tosse faringite o laringite recidivanti, poliposi nasale e sinusale, respiro corto, edema della glottide, asma.
Altro: sovrappeso, cefalea, cistiti, vaginiti, candidosi, cistiti abatteriche. Tornando all’intestino le funzioni che esso svolge sono
stupefacenti: da un lato infatti è un organo di assorbimento dei
nutrienti, ma dall’altro costituisce una barriera fisica e immunitaria al passaggio di tossine, microrganismi, cibi indigeriti e proteine
allergizzanti.
Per mantenere il benessere intestinale bisogna:
• Aumentare il consumo quotidiano di fibre
• Consumare più frutta e verdura ogni giorno (4-5 porzioni)
• Ridurre i cibi raffinati e aumentare l’assunzione di cereali integrali
biologici e legumi
• Ridurre il consumo di cibi e condimenti a elevato contenuto di
grassi animali e ad alta densità energetica (insaccati, salumi, burro, strutto, formaggi fermentati, latte intero e derivati, dolci con
creme)
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• Assumere adeguate quantità di proteine (come definito dai
L.A.R.N.)
• Preferire dolci fatti in casa (crostata di frutta, torta di mele) evitando cibi confezionati ricchi di grassi vegetali idrogenati
• Aumentare il consumo quotidiano di acqua: la quantità raccomandata è di 1 o 2 litri (più precisamente 30 ml/kg di peso corporeo) al giorno tenendo conto anche del clima.
• Identificare le intolleranze alimentari e seguire di conseguenza
una adeguata dieta di rotazione
• Alle corrette abitudini alimentari, per mantenere il nostro intestino in salute dobbiamo riequilibrare la flora intestinale attraverso
l’integrazione con probiotici, prebiotici e simbionti.
Integrazione di PROBIOTICI
Molti studi hanno evidenziato che i Lattobacilli sono in grado di
modulare la risposta immune. I ceppi maggiormente studiati sono
i L. acidophilus LA-5, L. rhamnosus, L. paracasei, il Bifidobacterium BB-12 (batteri lattici che producono solo acido L-lattico
e non D-lattico ed Acetaldeide, agenti tossici che destabilizzano
l’epitelio intestinale consentendo agli Ag di attraversarlo e di passare nel sangue).
Come agiscono:
• Hanno un effetto immunomodulatore
• Riducono il rilascio di citochine proinfiammatorie (IL-4)
• Incrementano il rilascio di citochine antinfiammatorie (IL-10 e
TGFb), inducendo un miglioramento della funzionalità intestinale.
• Ripristinano l’equilibrio enterico
Integrazione di fibre PREBIOTICHE
I PREbiotici sono il nutrimento dei batteri che vivono nell’intestino, stimolano lo sviluppo della flora batterica positiva (PRObiotici) e migliorano selettivamente la composizione della flora
batterica stessa.
Caratteristiche del PREbiotico:
ALLERGIA 1-2 persone su 10
INTOLLERANZE ALIMENTARI (allergie alimentari ritardate) 5-6 persone su 10
È immediata, compare nel giro di pochi minuti, raramente entro qualche ora, dal contatto
con la sostanza. Implica l’intervento delle Immunoglobuline E (IgE) e dei mastociti (cellule
del sistema immunitario). Qualunque reazione
che determini gli stessi sintomi di un’allergia
ma non contempli l’intervento di IgE e mastociti
non può essere considerata allergia.
Le intolleranze alimentari esprimono per lo più una reazione lenta, determinata dall’intervento di cellule o anticorpi diversi dalle IgE (cellule Th intestinali) che insorge dopo ore o
giorni di assunzione ripetuta della sostanza alimentare. Fenomeno mediato dal sistema immunitario, (non IgE mediato), che porta ad uno stato di immunoflogosi che necessita di una
ripetuta stimolazione del sistema immunitario per evidenziare un sintomo. Nell’organismo
esistono infatti meccanismi di controllo che – in caso di intolleranza meglio che in caso di
allergia – riescono a evitare la comparsa dei sintomi. Questo meccanismo prevede dunque
il superamento del livello di soglia.
le medicine integrate
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• Arriva intatto nell’intestino, ovvero NON è assimilato
• È un substrato privilegiato di alcuni tipi di batteri del colon (bioselettivo)
• Orienta il metabolismo della flora del colon in senso benefico
• Provoca reazioni benefiche per la salute dell’ospite
Le sostanze che svolgono un effetto prebiotico sono soprattutto
le FIBRE ALIMENTARI solubili. Sono sostanze molto diffuse
in natura, alcuni tipi di frutta e verdura ne sono particolarmente
ricchi ad es. asparagi, carote, cipolla, carciofi, radici della cicoria,
patate, barbabietole, aglio e banane.
È da questi alimenti che vengono estratti:
• FRUTTOLIGOSACCARIDI a corta catena (F.O.S.), che sono
fibre prebiotiche di origine vegetale in grado di rinforzare e mantenere l’eubiosi intestinale.
Sono composti da 3 molecole di fruttosio e 1 di saccarosio; 5-10
g/die non creano meteorismo e si oppongono alla proliferazione
di patogeni, inoltre sono fonte di energia per l’epitelio del colon,
influenzano il metabolismo dei grassi e dei carboidrati e controllano la glicemia, prevengono stati infiammatori intestinali e del CA
del colon.
La loro assimilazione da parte dei batteri probiotici aumenta la
massa fecale batterica, la produzione di importanti metaboliti (acidi grassi a catena corta es. acetato, propionato, butirrato).
Inoltre contribuiscono a normalizzare il transito intestinale e favoriscono l’assorbimento intestinale di Magnesio e Calcio.
• INULINA è un polisaccaride idrosolubile presente in molti vegetali, viene estratto soprattutto dalla radice della cicoria.
Rimane inalterata durante il transito gastrointestinale arrivando
integra a livello intestinale dove viene utilizzata come fonte di nutrimento per i batteri probiotici (non venendo idrolizzata dagli enzimi pancreatici non fa aumentare la glicemia e nemmeno i livelli
di insulina).
È in grado di modificare la composizione della microflora intestinale a vantaggio dei Bifidobacterium e Lactobacillus e aumentare
la massa fecale intestinale favorendo lo svuotamento dell’alvo.
Integrazione di SIMBIOTICI
I simbiotici sono tutti quegli alimenti che possono essere definiti
funzionali ovvero in grado di svolgere una o più azioni benefiche
per l’organismo e influenzare positivamente lo stato di benessere
psico-fisico.
Tra essi ricordiamo:
• FIBRE PREBIOTICHE (F.O.S) forniscono il nutrimento principale della flora batterica, stimolano e migliorano la flora batterica
intestinale
• BATTERI PROBIOTICI gastroresistenti (ceppi selezionati) inibiscono lo sviluppo dei patogeni e riequilibrano le funzioni cellulari e metaboliche
• VITAMINE (spt. gruppo B – C - E) facilitano la restaurazione
della flora batterica intestinale e sono coinvolte nel processi metabolici fondamentali
• MINERALI e ESTRATTI VEGETALI (Es. Acacia, Baobab)
Sinergia d’azione per una efficacia mirata a problemi specifici (es.
Intolleranze alimentari, colon irritabile, cistite . . .).
Per concludere il nostro obiettivo è quello di aumentare la consapevolezza dell’importanza dell’intestino per la salute e l’equilibrio
del nostro organismo, un intestino sano è una buona garanzia per
una vita più lunga ma soprattutto più sana.
10 miliardi
di fermenti attivi
Integratore biologico vitaminico con FOS
capsule
bustine monodose
Per fare ordine nell’intestino e
ritrovare il proprio equilibrio
Nelle Farmacie e nelle Erboristerie
le medicine integrate
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®
Soccorso: il Florit 39 (Rescue)
Antonella Napoli
Floriterapeuta (iscritta al Rif, Registro Italiano Floriterapeuti), e Naturopata (iscritta al Finr, federazione italiana naturopati riza)
specializzata in lettura del corpo psicosomatica ed in Tecniche di Rilassamento.
Oltre ad avere uno studio privato a Milano, dove si occupa del benessere di bambini e adolescenti, donne in gravidanza, in
menopausa, persone con problematiche causate dallo stress, si appoggia ad una erboristeria di Novafeltria, nelle Marche a pochi
chilometri da Rimini ed usa la Naturopatia e la Floriterapia come coadiuvante nella Sclerosi Multipla e più in generale nelle
malattie autoimmuni. In questo ambito collabora con professionisti medici, avendo fatto esperienza in una associazione per la
Sclerosi Multipla per più di due anni; svolge conferenze e corsi sia privatamente che presso Cam di zona del Comune di Milano;
si prende cura anche dei nostri amici animali (cani, gatti, cavalli).
Nei fiori italiani si chiama “Florit 39 Soccorso”, conosciuto anche come Rescue, ed è come dice la parola il rimedio di pronto
soccorso, dell’emergenza. Naturalmente non sostituisce un intervento medico, sanitario o di pronto soccorso ritenuto necessario,
ma può essere utile in tantissime situazioni che possono capitare,
più o meno gravi.
Ha un effetto calmante e provvede al riequilibrio generale del sistema energetico, evitando che si spezzetti e facendo in modo che
torni rapidamente a posto. In questo modo il processo di guarigione può iniziare subito.
Ha il pregio di funzionare molto velocemente, senza produrre uno
stato di sonnolenza che viene invece dato dai calmanti di tipo chimico. Dà un effetto di distensione e di fiducia.
Bach nei suoi scritti non parla mai personalmente del Rescue. Sappiamo che nel 1930 salva la vita di un pescatore con tre fiori presenti nel Florit 39, e poi nel 1935 (quando ha scoperto il resto dei
fiori) aggiunge altri due fiori alla composizione. Questo lo possiamo trovare nella sua biografia scritta da Nora Weeks: “inizialmente
egli incluse in questa combinazione utilizzata nelle situazioni di
emergenza come per esempio incidenti, esperienze traumatiche,
svenimenti, forti dolori, grosse paure o panico, tre dei suoi rimedi:
Rock Rose, Clematis e Impatiens (…) successivamente a questi tre
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le medicine integrate
rimedi ne aggiunse altri due. Non dimenticò mai l’aiuto inestimabile fornitogli dai primi tre fiori in tutte quelle situazioni critiche in
cui non aveva a disposizione nessun’altra medicina
Florit 39 Soccorso (Rescue) è quindi una composizione formata
da cinque rimedi:
Florit 26 Eliantemo (Rock Rose) per il panico, il terrore
Florit 9 Vitalba (Clematis) per la tendenza a staccarsi dalla realtà,
per gli stati di incoscienza
Florit 18 Balsamina (Impatiens)per lo stress, la tensione muscolare
e mentale, l’agitazione
Florit 29 Stella di Betlemme (Star Of Bethlehem) per lo shock, lo
spavento, lo stordimento. I traumi sia fisici che mentali.
Florit 6 Mirabolano (Cherry Plum) per la paura di perdere il controllo, o per riprendere il controllo di se stessi
INDICAZIONI: Tra le tante situazioni in cui è utile possiamo
®
ricordare in casi di incidenti; in situazioni improvvise in cui ci troviamo scossi o che ci procurano enormi preoccupazioni; in liti che
ci colpiscono molto; quando dobbiamo apparire in pubblico, ma
ne abbiamo paura; prima di esami, colloqui di lavoro, visite mediche; in seguito ad incidenti, bruciature, punture di insetti, una
notizia spiacevole; per una perdita di conoscenza, uno spavento
conseguente ad una situazione che non ci si aspettava, contrasti
familiari, prima di un funerale.
APPLICAZIONE: La bottiglietta di Florit 39 Soccorso (Rescue)
contiene già tutti e 5 i fiori. È da usare mettendo 4 gocce del rimedio ogni 5/10 minuti sopra o sotto la lingua, oppure diluirli in
poca acqua e berli a piccoli sorsi, fino a miglioramento. Se l’assunzione orale non è possibile si possono mettere le gocce sulle labbra,
dietro le orecchie, sulle tempie, o sui polsi.
Esternamente può essere applicato sotto forma di compresse, impacchi mettendone alcune gocce nell’acqua.
Per i neonati può essere anche aggiunto all’acqua in cui fanno il
bagnetto (10/15 gocce)
Il Florit 39 Soccorso (Rescue) è poi molto utile per:
BAMBINI nei traumi, incidenti, cadute, contusioni, malesseri
improvvisi, dispiaceri, brutte notizie, rimproveri, se assistono a liti
familiari, se vengono morsi da un animale, quando sono spaventati da rumori molto forti o da temporali, se hanno assistito ad un
film pauroso o brutale, quando scoppiano in lacrime disperati e
spaventati, se sono agitati quando in attesa di una visita medica, se
si svegliano in piena notte terrorizzati da un incubo, o piangono in
aereo o in treno
ANIMALI per esempio quando si deve portarli dal veterinario, in
caso di coliche, di una puntura d’insetto, dopo una ferita conseguente a lotte, dopo un incidente o una forte paura.
Può essere usato anche nei giorni precedenti ad eventi importanti come il parto o un intervento chirurgico. Dopo un intervento
chirurgico per superare i postumi postoperatori e l’effetto dell’anestesia e si può strofinare sulla fronte o tra le orecchie. Per i cuccioli
appena nati, poco vitali o molto deboli strofinare sempre qualche
goccia sulla testa per qualche giorno.
Normalmente si possono dare 2/3 gocce nell’acqua da bere o direttamente in bocca con una siringa senza ago per varie volte ogni
pochi minuti fino a che lo shock non migliora,
PIANTE si può usare quando si fa un rinvaso, se hanno subito
gelo o parassiti, in questo caso aggiungere Florit 10 Melo onrnamentale (Crab Apple). Si mette qualche goccia nell’annaffiatoio e
si dà per 2-3 giorni e si spruzza sulle foglie.
ATTENZIONE: L’uso del Florit 39 Soccorso (Rescue), ovvero del
Rescue, non deve diventare una abitudine permanente e costante,
è un rimedio pensato per le piccole e grandi situazioni di emergenza. Non è inteso come un rimedio da usare in modo regolare
e duraturo, ma solo come misura di emergenza per ristabilire un
equilibrio. Le persone che ricorrono spesso alle gocce di Florit 39
Soccorso (Rescue) devono approfondire la problematica per cui
viene utilizzata ed usare una miscela individuale appropriata. Le
gocce di Florit 39 Soccorso (Rescue) si possono comunque prendere occasionalmente anche durante la terapia individuale con i
fiori.
LA CREMA PER IL SOCCORSO si può fare prendendo 50 ml
di crema base Florit, aggiungendo 10 gocce di Florit 39 Soccorso
(Rescue) e 5 gocce di Florit 10 Melo onrnamentale (Crab Apple).
Si usa per situazioni di emergenza ben localizzate come contusioni,
abrasioni, distorsioni, articolazioni e muscoli dolenti, lievi scottature, graffi, punture di insetti, emorroidi, infiammazioni, lividi,
ematomi, foruncoli, eczemi.
Anche in questo caso è adatto alle problematiche di emergenza
della pelle, mentre in situazioni croniche il suo effetto diminuisce e
bisogna pensare ad una composizione personalizzata differente che
si può sempre inserire nella crema base.
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le medicine integrate
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Umanizzazione della Medicina
Prosegue la rubrica dedicata al tema dell’Umanizzazione della Medicina. L’obiettivo è quello di dare un
seguito all’importante iniziativa del “Premio Terzani” e più in generale al progetto proposto dalla Scuola
di Umanizzazione della Medicina, inaugurata a marzo del 2003 ad Alba e nata con la finalità di rendere
l’atto medico in primo luogo un atto etico, di personalizzazione e umanizzazione, prima di essere un
atto tecnico. In ogni numero proporremo una presentazione sintetica dei progetti che hanno partecipato
all’edizione 2008 del premio, a cominciare dai due vincitori a pari merito, per poi continuare con altri
lavori accreditati.
Progetto vincitore a pari merito/2
Medicine e terapie complementari in oncologia.
Gruppo ME.TE.C.O.
Valutazione della trasferibilità di esperienze di medicina complementare dalla pratica clinica
alla ricerca scientifica e viceversa, nel miglioramento della qualità di vita del malato oncologico.
A cura di Alberto Laffranchi*, Franco Berrino**, Augusto Caraceni***
* Dirigente 1° livello Dipartimento Diagnostica per immagini U.O. RD1
** Dirigente 2° livello Dipartimento Direzione Scientifica U.C. Epidemiologia
*** Dirigente 2° livello Dipartimento Anestesia e Rianimazione U.C. Cure palliative
RECAPITI
Tel: 0223902671
mail: [email protected]
Si tratta della prima esperienza del genere in Italia sviluppatasi a
partire dal 6 Giugno 1998 all’interno di una struttura pubblica
a carattere scientifico, la Fondazione IRCCS Istituto Tumori di
Milano.
Nel loro complesso il numero dei pazienti trattati dagli aderenti
al Gruppo Me.Te.C.O. non è quantizzabile, ma approssimativamente si può ritenere che sia stato di qualche migliaio di pazienti.
I risultati ottenuti sono stati divulgati attraverso lezioni, presentazioni a convegni, congressi e in alcune pubblicazioni, oltre che
attraverso interviste pubblicate dai mass media su giornali, riviste e giornali on line. Inoltre, i partecipanti al gruppo di studio
hanno partecipato e organizzato vari convegni, con la finalità di
divulgare il lavoro svolto proponendo i risultati ottenuti e indicarne le prospettive.
Negli anni alcuni partecipanti fondatori si sono staccati dal
gruppo di studio, mentre si sono aggiunte numerose altre figure
professionali di rilievo interne all’Istituto, come il prof. Franco
Berrino, il dott. Franco De Conno, il dott. Augusto Caraceni,
la dott.ssa Carla Ripamonti, oltre a numerose figure professionali non medici: fisioterapisti, terapisti Shiatsu, infermieri con
diploma di naturopatia e professionisti esterni all’Istituto, ma
con competenze differenti rispetto a quelle iniziali. Inoltre, gli
stessi fondatori hanno esteso le proprie competenze ad altri campi, rendendo così sempre più completo l’approccio Olistico al
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le medicine integrate
Malato Oncologico, sempre ed esclusivamente nell’ambito della
complementarietà delle cure.
In questi ultimi nove anni è stata svolta all’interno dell’Istituto
un’intensa attività scientifica, supportata da un’attività ambulatoriale con accesso gratuito per una consistente parte dei pazienti.
Una parte è stata curata, invece, in ambito libero-professionale
esterno all’Istituto. La libera professione, si è svolta in strutture
esterne all’Istituto perché la legge vieta alle strutture pubbliche di
effettuare, nei propri ambulatori, attività libero-professionali di
pratiche cliniche che non siano coperte anche dal Servizio Sanitario Nazionale, così come è per tutte le Terapie Complementari.
Le Terapie Complementari nel loro complesso utilizzate dagli
aderenti al Gruppo di Studio sono state:
• Omeopatia;
• Omotossicologia;
• Agopuntura e Medicina Tradizionale Cinese;
• Terapie fisiche tra le quali l’elettromagnetismo e l’ultrasuonoterapia;
• Dieta nel malato oncologico.
Presso la Divisione di cure palliative, riabilitazione e Hospice, le
Terapie Complementari utilizzate, sia da personale strutturato,
che da personale sanitario non medico esterno all’Istituto, sono
state:
• Le Attività del Laboratorio Artistico rivolto a tutti i pazienti
®
dell’Istituto ideato e diretto dalla Dottoressa Carla Ripamonti
(oltre 400 pazienti hanno già usufruito di questo servizio);
• L’intervento di un operatore Shiatsu in Hospice che ha effettuato già un’esperienza di un anno che è stata pubblicata in Italiano1;
• La disponibilità di tecniche di Reiki in Hospice attraverso l’intervento di alcuni volontari (Lega tumori secondo convenzione
esistente);
• La disponibilità di operatori diplomati in agopuntura cinese tra
i nostri medici (Dott. Zecca, Dott.ssa Martini) per le attività sia
di cura dei degenti che dei pazienti ambulatoriali;
• Terapie basate su approcci non convenzionali presso la nostra
Riabilitazione (Dott.ssa Augusta Balzarini).
Le Terapie utilizzate dagli aderenti esterni al Gruppo di Studio:
• Fitoterapia;
• Medicina Antroposofica;
• Medicina Cinese e Agopuntura;
• SAT Terapia;
• Omeopatia/Omotossicologia.
Gli Obiettivi che il Gruppo Me.Te.C.O. cercherà di proseguire
e perseguire sono:
1. Costituire, attraverso il Gruppo Me.Te.C.O. un riferimento
culturale sia verso le Divisioni dell’Istituto, ma anche verso Sanitari e strutture esterne (Ospedali, Università, Società Scientifiche)
che intendano collaborare attivamente a progetti di ricerca mono
o pluricentrici, o semplicemente informarsi sulle terapie complementari utilizzate dai propri pazienti, con libertà di adesione al
Gruppo di Studio per studi scientifici in cooperazione.
2. All’interno dell’Istituto promuovere un’azione di sorveglianza
sulle terapie Complementari utilizzate dai pazienti ambulatoriali in trattamento oncologico e impostate da specialisti esterni
all’istituto. Riteniamo questo un punto fondamentale per l’attività scientifica dell’Istituto. Infatti, attualmente in Cartella non
vengono, se non occasionalmente, riportate le Terapie Complementari effettuate spontaneamente dai pazienti.
Le Medicine Complementari hanno quattro prevedibili modalità di interazione con le terapie oncologiche in corso:
1) nessuna efficacia clinica ed assenza di interferenze con la
terapia oncologica in corso;
2) azione sinergica con la terapia oncologica e miglioramento
globale dei risultati;
3) nessuna azione anti-neoplastica, ma riduzione degli effetti
collaterali;
4) inibizione dell’azione farmacologica dei farmaci antineoplastici, con conseguente inefficacia degli stessi.
3. Proseguire l’Attività ambulatoriale coordinata all’interno
dell’U.O. di Cure Palliative e Medicine Complementari. Che
si occupi di: Rafforzare presso la Cascina Rosa, sapientemente
gestita dal Dott. Franco Berrino, tutti gli aspetti legati ad una
corretta alimentazione dell’uomo, in tutte le fasi della malattia
neoplastica. Dieta primariamente intesa come strumento di prevenzione delle malattie, in particolare nei pazienti a rischio come
nelle predisposizioni genetiche, o nelle persone che già hanno
avuto una malattia neoplastica e necessitano di una terapia che
ne riduca le possibilità di recidiva.
4. Attività Scientifiche, proprie del Gruppo Me.Te.C.O.: ideare, promuovere, ricercare finanziamenti e realizzare progetti di
ricerca scientifici randomizzati, per studi riguardanti le terapie
complementari nella prevenzione e nel controllo degli effetti collaterali delle Chemioterapie, della Radioterapia e della chirurgia.
L’interesse è quello di dimostrarne l’effettiva utilità, con rigore
scientifico.
5. Dai progetti di ricerca conclusi, qualora emergessero risultati
di rilievo, stilare delle Linee Guida da proporre in una prima fase
a livello Nazionale, successivamente Internazionale.
6. Le ipotesi FUTURE. In un secondo momento riteniamo indispensabile studiare, in accordo con le Autorità Amministrative
e scientifiche istituzionali, un’apposita delibera, da sottoporre alla
Regione Lombardia, ricalcando gli esempi già esistenti in Italia,
che consenta l’apertura di un apposito ambulatorio convenzionato con la Mutua, così che:
• Dietro presentazione di ricetta del medico curante, sia reso
possibile il trattamento di pazienti con problematiche derivate
dalle terapie oncologiche, difficilmente risolvibili con le sole
cure convenzionali: radiodermiti, osteoradionecrosi, fistole viscerali e cutanee, sovrainfezioni recidivanti (flogosi cutanee da
stafilococco), ulcere varicose in esiti di chemioterapia ipertermica, necrosi dei tessuti ecc.
• Dietro presentazione di ricetta medica del medico curante,
presa in carico di pazienti che intendono affiancare preventivamente alla chemioterapia o alla radioterapia cure complementari per minimizzare gli effetti della terapia oncologica,
inserendoli in precisi e definiti protocolli derivabili da quanto
messo a punto in questi anni e a lungo testato con successo
dagli aderenti al Gruppo Me.Te.C.O., preventivamente sottoposti alla valutazione del comitato indipendente Etico/Scientifico dell’Istituto. Terapie scelte fra omeopatia, omotossicologia,
Medicina Antroposofica, SAT Terapia, Fitoterapia, Medicina
Tradizionale Cinese ecc.
• Dietro presentazione di ricetta medica poter accedere ai servizi offerti dal servizio Nutrizionale e in particolare a tutte le
attività Dietetiche offerte presso la Cascina Rosa.
• Dietro presentazione di ricetta medica accedere alle attività
previste dal laboratorio Artistico.
7. Attività di consulenza ai piani di degenza: su richiesta dei medici dei piani, l’U.O. potrebbe offrire la valutazione clinica dei
pazienti ricoverati, per un’eventuale impostazione terapeutica
qualora presentassero patologie giudicate migliorabili con un
intervento mediante le Medicine Complementari. Quest’attività
potrebbe coprire un vasto ambito clinico che va dalla riduzione
degli effetti collaterali delle malattie neoplastiche e delle terapie
mediche, con interventi mirati in aggiunta a quanto già eseguito
dai terapisti della riabilitazione, sia sul dolore, sia in ambiti nutrizionali, sia nel supporto dei pazienti affetti da gravi sovrainfezioni
opportunistiche, sia in ambito rigenerativo vascolare e tissutale in
caso di fistole, ritardi di cicatrizzazione delle ferite, sia in affiancamento a terapie future che possano prevedere l’uso autologo
di cellule staminali utilizzate per la rigenerazione di gravi lesioni
organiche, in particolare cutanee.
8. Possibilità future di finanziamento del Gruppo Me.Te.C.O.:
attraverso Case Farmaceutiche interessate a promuovere e sostenere economicamente progetti di studio creati nell’ambito degli
studi sulle Medicine Complementari e approvati dal comitato Scientifico ed Etico indipendente della Fondazione IRCCS
dell’INT di Milano.
9. Aspetti di sperimentazione di base: struttura complessa di
le medicine integrate
31
®
chemioterapia e farmacologia antitumorale preclinica, diretta dal
dott. Franco Zunino. Ricercatori: Graziella Pratesi, Rosanna Supino. Prof. Paolo Bellavite il suo ruolo nel progetto è quello di
occuparsi in generale dei criteri di scientificità delle varie MC e
specificamente dell’omeopatia.
Al Gruppo di lavoro aderiscono numerose figure professionali
non mediche, dipendenti della Fondazione o esterne ad essa,
che si occupano di Riabilitazione, Terapie Manuali, Terapie di
Rilassamento, Nutrizione, Naturopatia e che svolgono un ruolo
diversificato e decisivo a diretto contatto col malato Oncologico.
Nell’approccio olistico al malato gli aspetti dietetici sono fondamentali. Il lavoro del dott. Franco Berrino mirato alla corretta
alimentazione del malato oncologico, è stato estremamente importante ed ha portato alla creazione presso La cascina Rosa, situata a 300 metri dall’INT, di un vero e proprio centro dedicato
a questo.
Il Gruppo di Studio Me.Te.C.O. ha preso contatti con:
• l’Università degli Studi di Milano (prof. Umberto Solimene,
prof. Sergio Serrano e prof. Emilio Minelli), per attività di collaborazione e docenza presso i Corsi di Medicina Naturale.
• il prof. Paolo Bellavite dell’Università di Verona per attività
nell’ambito della ricerca di base; Dott. Paolo Bellavite Medico
Chirurgo, Specialista in Ematologia Clinica e di Laboratorio
Professore Associato di Patologia Generale Università di Verona
Dipartimento di Scienze Morfologico-Biomediche Ospedale Policlinico Piazzale L.A. Scuro 37134 Verona. Con società Scientifiche per scambi culturali, di esperienze e per intraprendere vere
e proprie collaborazioni quali:
• la SEAB - Società Europea Applicazioni Biomediche (ing. S.
Serrano).
• AMeC: Associazione Medicina e Complessità http://www.
amec.eu/index.html (dott. Fabio Burigana, dott.ssa Roberta Zorovini).
• AIMaC: Associazione Italiana malati di cancro http://www.
aimac.it/ (prof. De Lorenzo). Considerazioni conclusive: come
medici non possiamo restare indifferenti alle situazioni cliniche
dei malati guariti dal tumore, ma affetti da gravi lesioni, spesso
iatrogene, che ne pregiudicano la qualità di vita e vengono giudicate non curabili. Tanto meno possiamo cinicamente arroccarci
dietro a frasi del tipo “l’assenza di scientificità della cura…” per
giustificare la nostra incapacità di saper curare il malato e non
semplicemente la malattia, arrogandoci il diritto di sentirci così
nel giusto, semplicemente perché coscienti di aver fatto tutto il
possibile nel pieno rispetto dell’eticità della Medicina. Nell’attività clinica del Gruppo Me.Te.C.O. sono state decine i pazienti
che proprio grazie all’uso delle terapie Complementari hanno
potuto risolvere le loro “incurabili” problematiche.
Un naturale sollievo
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mal di testa
Integratore alimentare
COMPRESSE
1 (Cislaghi G.L., Brunelli C., Baiguini G., De Conno F., Caraceni A. Il trattamento professionale Shiatsu nell’assistenza alla
persona ricoverata in Hospice. Rivista Italiana di Cure Palliative
2007; 7 (2): 30-35).
Estratti vegetali
100% naturali
Nelle Farmacie e nelle Erboristerie
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le medicine integrate
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notiziario A.M.I.N.
CORSI DI AMIN
La sindrome metabolica in fitoterapia: aspetti clinici e soluzioni naturali.
Il 21 Febbraio 2009 si terrà a Bologna il corso con tema “La
sindrome metabolica: aspetti clinici e soluzioni naturali”.
È in corso la richiesta di accreditamento ECM per medici e farmacisti.
Programma del corso
Sabato 21 febbraio 2009
Ore 15.00 – 15.45 Classificazione ed inquadramento della sindrome metabolica
Ore 15.45 – 16.45 Aspetti clinici della sindrome metabolica
Ore 16.45 – 17.30 La gestione alimentare del soggetto affetto da
sindrome metabolica
Ore 17.45 – 19.00 Gestione terapeutica della sindrome metabolica
Ore 19.00 -19.30 Verifica con questionario
Ore 20.00 Light dinner
Per informazioni sul corso: [email protected]
ALTRI CORSI
CORSO DI FITO-OMOTOSSICOLOGIA
A cura del Dottor Riccardo Forlani con sede a Milano, saranno
6 incontri con le seguenti argomentazioni.
Domenica 25 gennaio
Introduzione alle basi scientifiche della Fito-omotossicologia.
Le basi della Medicina Biologica Causale Funzionale secondo
metodologia Neuro-Immunobiologica Funzionale.
La Fito-omotossicologia come possibile strumento di induzione
terapeutica: rapporti con le altre principali bioterapie.
Domenica 15 febbraio
Elementi di base di Fitoterapia e clinica fitoterapia e introduzione alla pratica clinica con farmaci fito-omotossicologici.
Domenica 29 marzo
Elementi di base di Omotossicologia e clinica omotossicologia.
Elementi di base di Oligometalloterapia e clinica oligometalloterapica: l’utilizzo sinergico dei Promoligo.
Domenica 19 aprile
Clinica Fito-omotossicologica: i FitoYhnkas Sin. Esempi di trattamenti clinici con protocolli applicativi sulle principali patologie internistiche.
Domenica 17 maggio
Clinica Fito-omotossicologica: i FitoYhnkas Sin + Dre.
Clinica Fito-omotossicologica: i FitoYhnkas Cat+ Dis e le basi
dei Promoligo.
Domenica 21 giugno
Clinica Fito-omotossicologica abbinata all’utilizzo sinergico dei
Promoligo.
Ripasso generale e applicazione di protocolli clinici.
Per informazioni telefoniche 0549-911338
o e-mail: [email protected]
MASTER SULL’UTILIZZO DEL PROMO TEST® EVOLUTION
Si tratta di un corso teorico – pratico in tre giornate sull’uso del
promotest evolution e sulle principali applicazioni.
A cura del Dottor Alberto Fiorito. La sede è Bologna.
Programma del corso
Domenica 22 Febbraio 2009
Ore 09.30 – 13.00
Le basi teoriche dell’Elettroagopuntura secondo Voll.
Inquadramento della sindrome da incompatibilità alimentari.
Eubiosi e Disbiosi.
Analisi dei primi 10 meridiani.
Ore 14.30 - 17.00
Applicazione pratica delle nozioni apprese.
Domenica 15 Marzo 2009
Ore 09.30 – 13.00
Principi di Omeopatia.
Principi di Omotossicologia.
Analisi dei successivi 10 meridiani.
Analisi del programma del PROMO TEST® EVOLUTION.
Ore 14.30 - 17.00
Applicazione pratica delle nozioni apprese.
Domenica 19 Aprile 2009
Ore 09.30 – 13.00
Le costituzioni in medicina naturale.
Oligoterapia.
Riepilogo dei punti di controllo e dei metodi di misurazione.
Principi di alimentazione biologica.
Ore 14.30 - 17.00
Applicazione pratica delle nozioni apprese.
Per informazioni telefoniche 0549-911338
o e-mail: [email protected]
CORSO DI OLISMOLOGIA & Metodo MAS.CUR.INT.®
L’Olismologia (Medicina della sintesi o studio simultaneo del
tutto) è una disciplina innovativa, unificante e trasversale, caratterizzata da impianto teorico autonomo, principi formanti e
regole basati sulle conoscenze accademiche dell’anatomia, della
fisiologia, della PNEI e sulle attuali acquisizioni della medicina
energetica.
Utilizza le tecniche manuali (massaggio curativo fisico, posturale, emozionale e somatopsichico) e le tecniche integrative (kinesiologia diagnostico-terapeutica, energetica, metabolica, organica, funzionale, alimentare ed emozionale) del metodo MAS.
CUR.INT.® (www.olismologia.net)
PER MAGGIORI INFORMAZIONI:
www.mascurint.com
Dott. Lorenzo Capello Via Popoli Uniti, 24 - 20125 Milano
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le medicine integrate
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recensioni
Estratti dal libro “Il sipario del cielo sfumato”
racconti naturopatici di Gian Luigi Benni
Introduzione
Spesso si pensa che la naturopatia sia una scoperta relativamente
recente. Pur avendo un riferimento databile tutte le scienze che si
avvalgono di strumenti naturali, vegetali, minerali, umori, profumi …, sono di fatto antiche come l’uomo: “niente di nuovo sotto
il sole”. Da sempre l’umanità ha trovato nella natura amica quanto occorreva per nutrirsi, coprirsi, sanarsi, esprimere e sentire i
suoi pensieri più riservati, e seppure con alterne vicende anche
il percorso della medicina naturale ha contribuito a scrivere la
storia di noi tutti.
Questo libro infatti ci parla di sensibilità e intelligenze antiche
(eppure contemporanee); ci dice dell’intuizione, di come esserci
con il cuore nell’osservazione olistica della persona e del “contatto” con la stessa: quando ciò avviene veramente e in un incontro
si crea il flusso di empatia, si compie qualcosa di eccezionale.
Ricercatori e scienziati si sono applicati e confrontati su miriadi
di tentate ipotesi ma senza raggiungere nulla. Spiegabili saranno
i risultati che la persona avrà maturato entrando in contatto con
il suo psichiatra, psicoterapeuta, naturopata, medico, e di volta
in volta, utilizzando gli strumenti totalmente differenti proposti
dagli eventuali professionisti (quanto alla casistica ne abbiamo in
abbondanza e di accessibile consultazione).
Quando il contatto trova il suo “luogo” naturale, il dolore, la
paura, la tristezza fattisi sintomo sono svelati con estrema delicatezza dopo essere stati sottratti a sipari capaci di criptare storie spesso sconosciute alla persona stessa nella loro simbologia.
Il sintomo è lì, rigido, compattato, spesso mimetizzato, a volte
chiarissimo: un incoercibile mal di testa, stipsi intestinale, capogiri, palpitazioni, perdita di interesse per la vita, per gli affetti,
il lavoro, altre volte sfidante e, per il sofferente che lo alberga, è
quasi sempre un ospite battagliero che sfodera armi di ogni sorta.
Ma è una strana lotta fatta di luoghi psicologici, impalpabili, e
tutto diventa comunicazione (privilegiata) tra i due: il cliente ed
il naturopata. Anche i silenzi sono veri, e lo sono anche le smorfie, i gesti, le subitanee euforie: sono parole che non parlano, ma
dicono e sottintendono messaggi che molte volte non si sanno
segnalare; non si è in grado di poterlo fare. Legami delicati, sottili
e talmente forti che interdicono. E solo loro due sanno, anche
senza conoscerli.
Nel libro appaiono personaggi ricchi di “tensioni”, le persone
sofferenti delle quali l’autore si fa carico in prima persona. Ci
introduce ai loro retroscena, ci parla di loro, di personalità e storie proposti con gentile tratteggiatura sempre rispettosa dei loro
mondi portati alla luce con rinnovata sorpresa ogni volta. I racconti proposti sono carichi di emotività: delineati sapientemente
in un crescendo di situazioni vicine al paradosso ci introducono
alle norme ed ai diritti, alle paure, agli abbandoni, alle perdite,
ai mali ed ai malori, alle vite di donne, uomini, ragazzini, le cui
verità censurate si accomunano ai segreti silenti e pesanti che in
qualche modo irresistibilmente si fanno strada per emergere dal
profondo. Anche il lettore diventa parte di essi, nell’osmosi che si
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le medicine integrate
genera, sente di essere accolto al di là, interpretato nei suoi angoli
più dimessi, finalmente in pace, di un sentirsi colpito al cuore. È
un mistero quello che vive tra cliente e naturopata, ma è tenerezza e amorevolezza il tramite della loro comunicazione profonda a
cui il lettore assiste e partecipa.
Oltre agli elementi primitivi del sangue, della terra, delle viscere,
della nausea e agli impulsi più istintivi, l’autore introduce sogni
che insieme ai sentimenti ed alle emozioni partecipano alla ricerca della guarigione. Quasi come un filo rosso conduttore della
lettura la narrazione si arricchisce di simboli che docili alla comprensione del naturopata vengono decodificati offrendoci pagine
di ricchezza e vitalità nel cambiamento dei personaggi verso la
rinascita dalla malattia. I sogni sono elementi senza tempo, senza
luogo pur in uno spazio-tempo non terrestri sono davvero belli:
detti con semplicità appaiono come il segno importante di vissuti
non coscienti e il naturopata ha la capacità di andare al “di là” del
sintomo, con pazienza e cuore li analizza sciogliendo i nodi che
affliggono l’individuo nella sua profondità ferita e offesa.
Il filo descrittivo che accompagna la lettura vuole dirci quanto
saggia sia la vita che ci circonda e come sia importante riappropriarcene con fiducia. Riprendiamo ad avere fede in noi stessi e
in chi ci ama e ci aiuta a trovare strade differenti con rinnovata
gioia di vivere.
Dott.ssa Venturina CANDIDA
(Psicologa psicoterapeuta)
ROSANNA: L’INSEGNANTE DI PIANOFORTE
Il mondo avanza, il più delle volte, anche senza il nostro contributo. Può continuare e continua anche senza di noi. La terra
seguita a girare anche senza la spinta delle nostre mani che invece
vorremmo utilizzare forse per rallentarne la corsa, fermarne i ritmi vertiginosi che ci portano a non assaporare, a non esser noi
stessi, a non sentirla come nostra. A non sentirci parte possibile
ed integrante dello stesso vivere e del vissuto trascorso.
Rosanna è una signora di circa sessant’anni che mi raggiunge
molto lentamente ed il suo volto tondo e grassoccio sormonta
un corpo basso e grasso di donna che vorrebbe opporre la propria
stazza affinché la terra rallentasse la sua corsa. Uno strano mezzo sorriso appare sulla sua bocca, un sorriso di sorpresa mista a
delusione nel non trovarsi di fronte ad una figura anziana come
si sarebbe aspettata. È probabilmente per questo motivo che trova molta difficoltà nel cominciare il colloquio e nel parlare con
quest’uomo che pare non abbia nessuna intenzione di far rallentare il mondo ma, sembra, riesca a rincorrerlo incessantemente.
Le pieghe ed i risvolti della vita vanno rallentati, fermati, rincorsi
o solamente vissuti?
La professione di Rosanna è insegnante di pianoforte. Non voglio aggiungere nulla dopo che lei ha pronunciato la parola pianoforte con il fiato mozzato: né un’espressione, né una parola, né
un assenso col capo. Non voglio aggiungere nulla perché avviso
®
in questo “pianoforte” tutto il senso del nostro incontro, se non
il senso di tutta o buona parte della vita di Rosanna. D’altra parte
la parola che identifica lo strumento è formata da due aggettivi
contrastanti, da due opposti, quasi da un conflitto vero e proprio.
E dal conflitto nasce la musica, nasce un suono che può essere
melodioso e cacofonico, lieve ed assordante. Il lento ed il veloce,
il piano ed il forte, il delicato e l’irruente: le situazioni della vita,
i suoi conflitti. Chi vuole rallentare il mondo, chi invece lo vorrebbe spingere: il piano ed il forte della vita. Chissà se tutto ciò
potrà avere a che fare con quello che la signora mi andrà a dire
tra poco?
Cerco di metterla a suo agio non assumendo alcun tipo di espressione né verbale né facciale per lasciare il massimo dello spazio e
del terreno disponibile per ogni gioco di campo, sperando possa
venir utilizzato al meglio. Infatti dopo solo qualche istante di ulteriore studio ecco che viene lanciata sul tappeto, pesante e lenta
come un macigno e forte e vigorosa come un colpo di fucile, la
motivazione del consulto. Viso terreo, espressione glaciale, occhi
spietati nello sguardo di sfida a cercare il mio stupore o la mia
commiserazione.
- Da circa un anno non riesco quasi più a muovere le dita delle
mani! –
Ci siamo, la palla è stata lanciata, ora occorre rincorrerla, prenderla e giocarla. Giocarsela insieme in un campo che solo noi
dobbiamo disegnare, con regole che solo noi possiamo e sappiamo dare. Provo ad indagare molto discretamente sul passato e sul
trascorso di Rosanna cercando di farmi, mentalmente, dei nodi
di collegamento tra i problemi vissuti e le varie vicissitudini di
salute che dice di avere subito e sopportato. Già, sono questi i termini che utilizza: subito e sopportato. Appuntiamoceli in mente,
collochiamoli in un angolo perché magari potranno servirci da
chiave di lettura per situazioni anche recenti. Si sofferma molto,
anzi troppo, fino allo sfinire, sul suo passato che viene illustrato meticolosamente con una dovizia di particolari tali da annoiare anche se stessa. Noto che quando mi parla del pianoforte,
all’inizio quando studiava al conservatorio poi quando suonava,
componeva ed infine insegnava, una vena di malinconia mista
a rabbia, quasi a collera, colora le sue parole e le sue espressioni.
Collericamente rabbiosa ed istintivamente feroce contro quello
strumento che ha rappresentato la sua vita.
Penso non sia giusto, penso venga celato qualcosa di diverso, perché un artista, un musicista in particolare, anche se in alcuni momenti può arrivare a detestare quello che sta facendo, quello che
suona o che compone, non credo possa odiare il proprio strumento; il proprio affetto. Il proprio mezzo, quasi sempre l’unico,
di espressione. Mi racconta molto, lei dice tutto, ma vedo che
dopo oltre mezz’ora non so ancora la sua situazione per così dire
familiare.
È sposata, ha dei figli, è sola? Non me lo vuole ancora dire. Il suo
“forte” è stata (non lo è più?) la musica, il suo “piano” è stata (lo
è?) la vita sociale e familiare. Mi racconta, invece, di possedere
un armadio colmo di scarpe (quasi centocinquanta paia) e tre
cassetti straripanti di guanti di ogni genere e tipo. Me lo racconta con la stessa semplicità di come racconta tutto il resto, ma
con l’espressione attenta e furba di chi è pronto a cogliere una
mossa falsa o sorpresa e commiserevole dell’interlocutore. Non
mi muovo ma appunto, mentalmente, questa notizia non più di
tanto curiosa.
- Queste mani doloranti, queste dita che si muovono con difficoltà, questa figlia che non cresce, che non capisce, che non fa! -
Così, d’acchitto, quasi brutalmente come un colpo (forte) di
fucile, in una frase quasi posta ad intercalare nel lungo noioso
racconto che finora aveva tessuto, racchiude il senso e la chiave
delle sue rabbie e dei suoi rancori. Mi permetto di chiedere della
figlia e del suo rapporto con essa. Una ragazza che non ha mai
voluto imparare nulla. Che ha sempre fatto di testa sua. Che gli
insegnamenti della madre non sono mai stati presi in considerazione. Che ora a trent’anni non ha ancora un lavoro. Che non sa
ancora cosa fare. Che vegeta tutto il giorno senza crescere. Che…
a Rosanna iniziano a prudere le mani. Si gratta, se le gratta con
avidità, come se volesse tracciare dei solchi profondi su di esse.
Lasciare il segno. Il segno dell’insegnamento, la strada da seguire,
il giusto percorso. La figlia, quindi, rappresenta il suo vero problema. Per lei, compositrice, suonatrice, artista ma soprattutto
insegnante. Insegnante di quello strumento che rappresenta il
conflitto della vita, il dubbio se frenare o accelerare, se assecondare oppure bloccare. Ed ecco perché le mani si sono bloccate, perché sono stanche di vivere il dubbio, di scervellare il conflitto e di
non scegliere in assoluto. L’assoluto può non esistere, non esiste
certamente in noi verso gli altri, così non deve esistere. Ma esiste
dentro di noi, e deve essere un assoluto che vada anche non in
una sola direzione, piano o forte che sia, piano o forte che possa
diventare, deve seguire i ritmi della nostra vita. Solamente della
nostra vita. Non di quella degli altri. Men che meno di quella
delle persone che sono al nostro fianco.
Le mani prudono, dolgono, fanno male e le dita hanno smesso di
muoversi perché sono stanche, troppo stanche, di porsi innanzi
a frenare la corsa di ciò che è impossibile fermare. I guanti non
servono a mascherare a sofferenza delle mani. I guanti coprono lo
strumento che può, illusoriamente, permettere il gesto della frenata. Le mani riparano e ci riparano con o senza guanti. Ma una
cosa è certa: con i guanti non si suona e non si può suonare. Ed
allora lasciamo fluire i ritmi e l’energia della vita così come la vita
stessa ci vuole, superando ostacoli ed assaporando successi, senza
volerci imporre e senza voler imporre i nostri ritmi a nessuno.
Le scarpe che Rosanna conserva e continua ad acquistare sono
l’esempio di un’espansività non comune, ma senz’altro trattenuta
in un ambito ristretto. Tra gli steccati di un insegnamento rigido,
tra i tasti bianchi e neri del suo strumento di vita, tra l’artista e la
madre, tra la donna e l’artista. Bianco e nero, mani e piedi, lento e veloce: le contraddizioni del pianoforte. Le contraddizioni
stimolano la crescita, mettono tutto in gioco ed in movimento.
Accettale, Rosanna, fermati, aspetta, gioca con i tuoi strumenti
di vita, gioca con te stessa, con tua figlia, con il tuo pianoforte e
gioca un po’ anche con la tua vita. Vedrai che le dita seguiranno il
tuo gioco ed a poco a poco si slegheranno dalle catene annodate e
torneranno a correre fluide, vivaci, gaie e capaci sui tasti bianchi e
neri, sulle strade facili e difficili, sulle colline e sulle vette dei tuoi
profondi convincimenti. Perché la vita non è senz’altro solo un
gioco, ma ogni tanto vale la pena di intenderla così.
ERRATA CORRIGE
Sul numero 2-2008 della rivista è stato pubblicato, a pagina
21, il nome scientifico Cichorium Intybus, Cicoria Selvatica
corrispondente al fiore Clematis.
La dicitura corretta per il fiore è invece Clematis - Vitalba.
Ci scusiamo con i lettori e con il Laboratorio Erboristico Di
Leo per l’errore.
le medicine integrate
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