3° Congresso Nazionale SIFaCT Roma, 8-10 ottobre 2015 Centro Congressi ROMA EVENTI, Fontana di Trevi SSN: SOSTENIBILITA’ o SOPRAVVIVENZA? Le nuove frontiere dell’assistenza farmaceutica VOLUME DEGLI ABSTRACT ACCETTATI PER LA SESSIONE POSTER DEL CONGRESSO PPuubbbblliiccaazziioonnee w weebb ssuull ssiittoo:: w ww ww w..ssiiffaacctt..iitt Presentazione Questo volume degli abstract rappresenta la testimonianza concreta dell’impegno dei farmacisti SIFaCT, e quindi della Società Scientifica, SIFaCT, nel cercare di rispondere alla questione che questo congresso pone: garantire la sopravvivenza e la sostenibilità del SSN. Sfogliare e leggere questo volumetto è come aprire un bauletto dei tesori, piccoli ma di grande valore, dove la similitudine tra i termini non è tanto per la rima quanto per la preziosità del loro contenuto. In termini generali, vengono descritti i propositi e gli strumenti; esplicitate le misure e le risorse; riportati i risultati; espresse le capacità e le competenze che i farmacisti SIFaCT realizzano, applicano, mettono a disposizione, per garantire l’esistenza di un SSN che: non neghi l’accesso all’ innovazione ma lo governi; non limiti gli usi ma li ottimizzi; non “tagli” l’assistenza ma ne migliori l’efficienza. Nell’ambito dei temi congressuali, i settori in cui i farmacisti, con questi abstract, documentano la loro presenza e competenza sono svariati e vanno dalla farmacovigilanza alla riduzione dei rischi, dove la presenza e l’impegno del farmacista comporta rispettivamente un incremento importante delle segnalazioni ma anche, in settori specifici, la riduzione degli errori di terapia e/o di interazioni; dalla galenica alla terapia personalizzata dove il coinvolgimento wsadel farmacista garantisce prodotti stabili e sicuri, ma anche terapie più appropriate ed adeguate ai bisogni dei pazienti; dalla definizione di protocolli terapeutici/linee guida al monitoraggio delle prescrizione e degli usi di farmaci/dispositivi, alla valutazione dell’appropriatezza/aderenza, alla pianificazione di percorsi condivisi di analisi e di ricerca. Gli ambiti clinici di presenza attiva e partecipe del farmacista su problematiche di accessibilità, sostenibilità, tossicità, efficacia, sono anch’essi diversificati, sovente si svolgono all’interno di team multidisciplinari e vanno dall’oncologia all’infettivologia, dalla malattie rare alle malattie cardiovascolari e / o metaboliche,… Ci fermiamo qui perché citarli tutti toglie il gusto della sorpresa…! L ’invito di questa breve presentazione è di leggere con attenzione il volumetto (aprire il “bauletto”) per scoprire la qualità e validità ma anche la potenzialità della nostra professionalità (“scoprire i tesori”)! Cogliamo infine l’occasione per ringraziare tutti i colleghi che hanno voluto essere presenti a questo congresso con un elevato numero di propri contributi scientifici, in rapporto agli iscritti della nostra Società, come testimonianza dell’attività svolta presso le proprie sedi di lavoro e come disponibiltà ad operare per fare ancora di più e meglio. Buon congresso! Presidente e Comitati Scientifico e Organizzatore del Congresso IIN NDDIICCEE DDEEII PPO OSSTTEERR N° Poster Titolo Primo Autore Pagina Alvise Spolaor 1 Silvia Restuccia 2 1 - Evidence based medicine e choosing wisely 3 DEFINIZIONE DEI CRITERI DI ELEGGIBILITA’ ALLA TERAPIA MARZIALE ENDOVENOSA PER RAZIONALIZZARE L’UTILIZZO DI FERRO PER USO PARENTERALE. 6 MONITORAGGIO DELL'APPROPRIATEZZA PRESCRITTIVA DI ABRAXANE, IN ASSOCIAZIONE A GEMCITABINA, NEL TRATTAMENTO DI I LINEA DI PAZIENTI ADULTI CON ADENOCARCINOMA METASTATICO DEL PANCREAS RISPETTO ALLE RACCOMANDAZIONI DEL GREFO DELLA REGIONE EMILIA-ROMAGNA 9 FARMACOVIGILANZA IN PEDIATRIA: PRESCRIZIONE DI ANTIACIDI, ANTI H2 E IPP NEI PRIMI TRE ANNI DI VITA 13 REAL WORLD EVIDENCE (COREREPORTS) PROFILI ASSISTENZIALI E DEI COSTI DELLE PATOLOGIE: IL CASO DEL CARCINOMA MAMMARIO Cristina Rolando Salvatore Cataudella 14 CRITERI E STRUMENTI DI VALUTAZIONE DELLA DISFUNZIONE COGNITIVA IN PAZIENTI AFFETTI DA DISTURBO DEPRESSIVO MAGGIORE: CONFRONTO E APPLICAZIONE TRA STUDI CLINICI E PRATICA CLINICA Marco Chiumente 5 16 IL SATIVEX HA SODDISFATTO LE ASPETTATIVE DEI PAZIENTI? L'ESPERIENZA DELLA FARMACIA INTERNA DEL P.O. DI LANCIANO NEL PERIODO 2013/2015 Spoltore Concetta 6 22 VALUTAZIONE DELLA QUALITÀ DEGLI STUDI CLINICI SUI DISPOSITIVI MEDICI: APPLICAZIONE DELLA SCALA DI JADAD Rosi Sicuro 7 27 REAZIONI AVVERSE AI FARMACI COME CAUSA DI ACCESSO AL PRONTO SOCCORSO. MONITORAGGIO EPIDEMIOLOGICO ED INIZIATIVE DI SENSIBILIZZAZIONE. 31 IL PRONTUARIO TERAPEUTICO IN PEDIATRIA: STRUMENTO NECESSARIO PER LA PRESCRIZIONE APPROPRIATA E IN SICUREZZA DEI FARMACI 39 IPILIMUMAB PER IL TRATTAMENTO DEL MELANOMA AVANZATO: EFFECTIVENESS, TOSSICITÀ E FATTIBILITÀ ALL’ISTITUTO ONCOLOGICO VENETO 44 IMPIEGO NELLA PRATICA CLINICA CORRENTE DELLA PROFILASSI CON PALIVIZUMAB NELLE POPOLAZIONI AD ALTO RISCHIO: STUDIO OSSERVAZIONALE DALL’ANALISI DEI DATA BASE SANITARI 52 ANALISI DELLA COMPATIBILITA' TRA I MATERIALI COSTITUENTI I CATETERI VENOSI CENTRALI (CVC) E L'ETANOLO, CONTENUTO NEI MEDICINALI ONCOLOGICI UTILIZZATI PRESSO LA A.O. ORDINE MAURIZIANO DI TORINO (AO OM) Daniela Barzan Monica Bettio Alberto Russi Marilena Romero Mariachiara Rigato 3 4 8 9 10 11 12 2 - Innovazione e governance 8 MODALITÀ DI ACCESSO ALLA ASSISTENZA FARMACEUTICA PER FARMACI INNOVATIVI NON COMMERCIALIZZATI IN ITALIA 11 LA PIANIFICAZIONE FARMACEUTICA PER INCIDENTE NUCLEARE. SIMULAZIONE DI EVENTO IN FRIULI VENEZIA GIULIA (FVG) 12 IL PERCORSO DIAGNOSTICO TERAPEUTICO ASSISTENZIALE NELLA SCHIZOFRENIA 15 IL TRATTAMENTO DEL TROMBOEMBOLISMO VENOSO CON RIVAROXABAN IN ITALIA: VALUTAZIONE DI IMPATTO SULLA SPESA DEL SERVIZIO SANITARIO NAZIONALE 21 ANDAMENTO CONTABILE DELLA SPESA FARMACEUTICA NEL I SEMESTRE 2015: LE CHIAVI DI LETTURA DEL FARMACISTA CLINICO A SUPPORTO DELLA DIREZIONE GENERALE. 26 CURE PALLIATIVE DOMICILIARI: LA NUOVA FRONTIERA DELLA ASSISTENZA FARMACEUTICA PER UN MODELLO DI NUOVA SANITÀ INTEGRATA 30 INTRODUZIONE E AVVIO DELL’ATTIVITA’ DI IMPIANTO DELLE PROTESI COCLEARI IN ETA’ PEDIATRICA, COME PARADIGMA DI UN PERCORSO DI HTA 32 LA CARTELLA CLINICA ELETTRONICA COME STRUMENTO PER MIGLIORARE L’APPROPRIATEZZA PRESCRITTIVA 33 IL PAZIENTE CRONICO: IL PROFILO DI ASSISTENZA DEI PAZIENTI AFFETTI DA BPCO NELLA PROVINCIA AUTONOMA DI TRENTO 38 ACCESSO ANTICIPATO AI FARMACI ANTIVIRALI AD AZIONE DIRETTA (DAAS) PER IL TRATTAMENTO DELL’EPATITE CRONICA C NEL POLICLINICO S.ORSOLA-MALPIGHI DI BOLOGNA 40 ASSISTENZA FARMACEUTICA PER FARMACI INNOVATIVI NON COMMERCIALIZZATI IN ITALIA DESTINATI ALL’USO TERRITORIALE 41 ANALISI DI MINIMIZZAZIONE DEI COSTI: PROTESI METALLICA URETERALE TERMOESPANDIBILE VS STENT URETERALI A DOPPIO J 47 IL FARMACISTA OSPEDALIERO NELLE SPERIMENTAZIONI CLINICHE: STANDARD DI QUALITÀ E SOSTENIBILITÀ ECONOMICA 51 I FARMACI BIOSIMILARI COME IMPORTANTE OPZIONE TERAPEUTICA NEI PAZIENTI NAIVE: ANDAMENTO DELLE ERITROPOIETINE IN ASL MILANO Cinzia Lombardo Adriana Cecchi Giorgio L Colombo . Alessandro Roggeri Rossella Moscogiuri Luigi Argento Elettra Padovano Elena Omati Lorenzo Di Spazio Donatella Grilli Cinzia Lombardo Valeria Gentile Francesca Tasca Renata Langfelder 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 3 - Stewardship antimicrobica 2 APPROPRIATEZZA DELLA PROFILASSI ANTIBIOTICA IN CHIRURGIA: MONITORAGGIO DELL’APPLICAZIONE DEL PROTOCOLLO AZIENDALE NELL’ULSS 15 ALTA PADOVANA 24 L’OBIETTIVO DELLA PROFILASSI CHIRURGICA APPROPRIATA NELLA SCHEDA DI VALUTAZIONE DEI DIRIGENTI: L’IMPORTANZA DEGLI STUDI DI FARMACOUTILIZZAZIONE 28 UN SEMPLICE INDICATORE PER IL MONITORAGGIO DELL’ADESIONE ALLA DISINFEZIONE RAPIDA DELLE MANI CON SOLUZIONI IDROALCOLICHE 29 IL MONITORAGGIO DELL’IMPIEGO DEGLI ANTIBIOTICI NELL’AMBITO DI UN PROGRAMMA DI STEWARDSHIP ANTIMICROBICA Elena Silvestri Annalia Serio Gianemilio Giuliani Gianemilio Giuliani 27 28 29 30 4 - Malattie rare e farmaci orfani 25 DATABASE PER LA GESTIONE PAZIENTI CON MALATTIE RARE PRESSO LA USL4 PRATO: PANORAMICA AD APRILE 2015 5 STUDIO DI STABILITA’ CHIMICO-FISICA E MICROBIOLOGICA DI TERAPIE INIETTABILI DI METOTREXATO ALLESTITE IN DOSE PERSONALIZZATA PRESSO IL LABORATORIO ANTIBLASTICI DELLA FARMACIA DEL POLICLINICO S. ORSOLA-MALPIGHI DI BOLOGNA Cristina Galloni 31 Carolina Bertipaglia 32 Alberto Russi 33 Laura Virdis 34 5 - Terapie personalizzate in oncologia 36 STRATEGIE PER MINIMIZZARE IL COSTO DELLE TERAPIE ONCOLOGICHE 6 - Farmacia clinica 7 IL FARMACISTA DI DIPARTIMENTO (FDD) E IL PROGETTO OSMOLARITA': AGGIUNTA DI ELETTROLITI IN SACCA E COMPARSA DI FLEBITI CHIMICHE 10 IL FARMACISTA IN UN AMBULATORIO POST-TRAPIANTO DI FEGATO: SINERGIA PROFESSIONALE CON L’EPATOLOGO. 17 ANALISI DELLA SEGNALAZIONE DI REAZIONI AVVERSE DA FARMACI EFFETTUATA DALLA U.O. FARMACEUTICA DELLA USL4 PRATO - PRIMO SEMESTRE 2015 18 ANALISI DELLA SEGNALAZIONE DI REAZIONI AVVERSE DA FARMACI EFFETTUATA DALLA U.O. FARMACEUTICA DELLA USL4 PRATO – ANNO 2014 19 ANALISI DELLA SEGNALAZIONE DEGLI EVENTI AVVERSI SUGLI ANTINEOPLASTICI (ATC L01) EFFETTUATA DALLA U.O. FARMACEUTICA DELLA USL4 PRATO 20 LA FARMACIA DEL PRESIDIO OSPEDALIERO CENTRALE DI TARANTO E LA GESTIONE DI SOFOSBUVIR FRA APPROPRIATEZZA CLINICA ED ORGANIZZATIVA 23 VALUTAZIONE DI INTERVENTI DEL FARMACISTA CLINICO IN ONCOLOGIA PER MIGLIORARE LA SEGNALAZIONE DI SOSPETTE REAZIONI AVVERSE AGLI ANTIBLASTICI. 34 Antonella Nappi Cristina Galloni Cristina Galloni Francesco Rimoli Rossella Moscogiuri 35 36 37 38 39 Giulia Busa 40 MONITORAGGIO DELL’ADERENZA ALLA TERAPIA ANTIRETROVIRALE ALTAMENTE ATTIVA (HAART) IN UNA COORTE DI PAZIENTI HIV+ CON VIREMIA NON SOPPRESSA Lucia Appolloni 41 35 NUOVE STRATEGIE TERAPEUTICHE NEL TRATTAMENTO DELL’HCV: VALUTAZIONE DELL’APPROPRIATEZZA DELL’USO DEI NUOVI ANTIVIRALI AD AZIONE DIRETTA (DAAS) NEL POLICLINICO S.ORSOLA-MALPIGHI DI BOLOGNA Chiara Sacripanti 42 37 INTRODUZIONE IN PRONTUARIO DI UNA NUOVA FORMULAZIONE DI FERRO-EV: ADOZIONE DI UN PROTOCOLLO CONDIVISO PER UNA APPROPRIATA GESTIONE 42 INFORMAZIONE AL PAZIENTE SUI FARMACI IN DPC: MIGLIORARE IL FOGLIETTO ILLUSTRATIVO 43 INFORMAZIONE AL PAZIENTE SUI FARMACI IN DISTRIBUZIONE PER CONTO: GLI STRUMENTI A SUPPORTO DEL FARMACISTA 45 EPIDEMIOLOGIA DELL’EPATITE C CRONICA E COSTI DEI TRATTAMENTI CON I NUOVI ANTIVIRALI AD AZIONE DIRETTA (DAAS) NEL POLICLINICO S. ORSOLA MALPIGHI DI BOLOGNA 46 DIABETE MELLITO TIPO 2: LA GESTIONE COMPLESSA TRAMITE IL CCM: LA REALTÀ DELLA AUSL8 DI AREZZO" 48 ADERENZA ALLE LINEE GUIDA TERAPEUTICHE E RELATIVO CONSUMO DI FARMACI NEL TRATTAMENTO DEL TROMBOEMBOLISMO VENOSO E DELL’EMBOLIA POLMONARE NELLA PRATICA CLINICA. 49 NUOVI FARMACI ANTITUMORALI ORALI E PREVALENZA DELLE INTERAZIONI FARMACO-FARMACO NELLA REALE PRATICA CLINICA 50 L’ALLESTIMENTO GALENICO DELLA CICLOSPORINA (C) COLLIRIO: DALLA LETTERATURA ALL’ESPERIENZA CLINICA PRESSO L’A.O. ORDINE MAURIZIANO DI TORINO Daniela Barzan Ylenia Aliotta Ylenia Aliotta Cristina Puggioli Alessandra Roghi Luca Degli Esposti Riccardo Bertin Claudia Fruttero 43 44 45 46 47 48 49 50 ABSTRACT CONGRESSO SIFACT - Roma 2015 Abstract ammessi per la sessione POSTER ABSTRACT N°: 3 Tematica: 1 - Evidence based medicine e choosing wisely Titolo: DEFINIZIONE DEI CRITERI DI ELEGGIBILITA’ ALLA TERAPIA MARZIALE ENDOVENOSA PER RAZIONALIZZARE L’UTILIZZO DI FERRO PER USO PARENTERALE. Autori: S.Cognolato, N.Rigamonti, A.Spolaor Affiliazioni: U.O.C. Farmacia Ospedaliera e Nucleo di Ricerca Clinica, AZIENDA Ulss 13 Mirano (VE) Introduzione L’impiego del ferro per via parenterale dovrebbe essere limitato a casi selezionati, per i rischi correlati all’infusione, talvolta anche fatali. L’introduzione nell’ASL 13 del e scopo: Ferro Carbossimaltosio, per trattare gli stati di carenza con elevati dosaggi di ferro e ridurre le possibilità di effetti avversi, è stata occasione per ipotizzare una razionalizzazione dell’impiego di ferro nella realtà locale. L'iniziativa è stata condotta allo scopo di valutare se l’introduzione di uno strumento di supporto al medico fosse in grado di modificare le scelte prescrittive. L’esito dell’intervento è stato misurato attraverso la variazione dei consumi di Ferro delle U.O. dell’ASL 13. Obiettivo secondario è stato quello di monitorare gli effetti avversi dopo l’infusione di Ferro Carbossimaltosio. Materiali e Metodi: All’interno di un gruppo costituito da farmacisti, clinici e medici del Centro Trasfusionale, è stato implementato uno strumento per definire i criteri della terapia marziale parenterale. Sono stati confrontati i consumi di ferro parenterale e orale prima e dopo l’introduzione della Scheda di Eleggibilità alla terapia marziale, per un periodo di 18 mesi. Risultati: Nel periodo di osservazione si è osservato un consumo pari a 17.050fl di Ferro Gluconato, 850fl di Ferro Saccarato, 80fl di Ferro Carbossimaltosio 100mg e 450fl di Ferro Carbossimaltosio 500mg, per un totale di 1.383.625mg di Ferro. Il consumo delle compresse di Ferro Solfato, unica specialità in dotazione presso l’ASL come preparato per la terapia orale, era pari a 95.000. Nel periodo precedente si è osservato un consumo di Ferro Gluconato di 23.600fl, di Ferro Saccarato di 1.300fl, per un totale complessivo di 1.605.000mg di Ferro. Il consumo di Ferro Solfato corrispondeva a 70.000cp. Tra le reazioni gravi, è stato riportato un caso di anafilassi dopo la somministrazione di Ferro Carbossimaltosio. Conclusione: L’introduzione di una Scheda per l’eleggibilità alla terapia marziale parenterale ha modificato l’impiego della terapia stessa: si è assistito ad una riduzione dei consumi di ferro per uso parenterale e ad un aumento dei consumi di ferro per uso orale. I risultati dell’analisi sono suggestivi di un andamento generale, che per essere adeguatamente documentato dovrebbe considerare il numero dei pazienti trattati nei due periodi. Un’altra prospettiva di sviluppo di questa iniziativa consiste nell’indagare, in collaborazione con il Centro Trasfusionale, la possibile correlazione fra utilizzo di ferro per uso parenterale ed il ricorso alle trasfusioni di sangue nel trattamento delle anemie. Data ricevimento: 31/08/2015 14.28.26 domenica 27 settembre 2015 Primo Autore: Alvise Spolaor Page 1 of 50 ABSTRACT CONGRESSO SIFACT - Roma 2015 ABSTRACT N°: 6 Abstract ammessi per la sessione POSTER Tematica: 1 - Evidence based medicine e choosing wisely Titolo: MONITORAGGIO DELL'APPROPRIATEZZA PRESCRITTIVA DI ABRAXANE, IN ASSOCIAZIONE A GEMCITABINA, NEL TRATTAMENTO DI I LINEA DI PAZIENTI ADULTI CON ADENOCARCINOMA METASTATICO DEL PANCREAS RISPETTO ALLE RACCOMANDAZIONI DEL GREFO DELLA REGIONE EMILIAROMAGNA Autori: S.Restuccia, C.Bertipaglia, A.M.Guarguaglini, P.Fiacchi, C.Puggioli Affiliazioni: Farmacia Clinica, Policlinico S.Orsola-Malpighi, Azienda Ospedaliero-Universitaria di Bologna Introduzione Il trattamento farmacologico di riferimento del carcinoma pancreatico, una delle neoplasie a prognosi più infausta, prevede l'utilizzo di gemcitabina. A partire dal 21 e scopo: febbraio 2015 l'AIFA ha esteso l'indicazione di paclitaxel albumina (Abraxane), farmaco indicato in monoterapia nel carcinoma metastatico della mammella, al trattamento di prima linea, in associazione con gemcitabina, di pazienti adulti con adenocarcinoma metastatico del pancreas con l'obbligo di monitorare i trattamenti attraverso il Registro AIFA. Obiettivo del presente lavoro è di valutare l’adesione alle raccomandazioni evidence-based, formulate dal Gruppo Regionale farmaci oncologici (GReFO) dell'Emilia-Romagna secondo il metodo GRADE, ai fini di eventuali interventi di miglioramento dell’appropriatezza prescrittiva. Materiali e Metodi: Nell’ambito dell’audit clinico sono stati estratti da Log80, software utilizzato presso il Policlinico S. Orsola-Malpighi di Bologna per l'allestimento delle terapie antiblastiche, i trattamenti in I linea con Abraxane, in associazione a gemcitabina, per adenocarcinoma del pancreas nel semestre 02/2015-07/2015 e quindi integrati con i parametri clinici di eleggibilità, ricavati dal Registro di monitoraggio AIFA. I dati sono stati successivamente confrontati con gli indicatori del documento GreFO della Regione Emilia-Romagna ed è stata valutata l'adesione alla raccomandazione 'positiva debole' espressa dal gruppo. Infine i risultati ottenuti sono stati presentati ai clinici prescrittori dall’Audit Team. Risultati: Nel periodo 02/2015-07/2015 sono stati trattati n°27 pazienti adulti con Abraxane, in associazione a gemcitabina, in I linea per adenocarcinoma metastatico del pancreas, di cui n°20 (74%) con PS 0 e n°7 (26%) con PS 1. Il tasso di utilizzo atteso dal panel prevede il 50% di pazienti con buon Performance Status (PS 0-1), selezionati, ben informati e motivati. In accordo alla raccomandazione 'positiva debole' del Gruppo GReFO, Abraxane è stato somministrato al 26% (n°27) dei pazienti (n°103) in trattamento infusionale in 1° linea per adenocarcinoma metastatico del pancreas. Gli altri trattamenti in 1° linea prevedevano: GEMCITABINA (n°97 pazienti, 94%), FOLFIRINOX (n°5 pazienti, 5%) e CARBOPLATINO (n°1 paziente, 1%). L'audit clinico ha dunque confermato l'adesione alle Raccomandazioni GReFO. Conclusione: Nell’audit clinico l'appropriatezza dei trattamenti è stata confermata nel 100% dei pazienti, dato che evidenzia l'importanza sia della prescrizione informatizzata, che consente di monitorare attentamente le prescrizioni, sia del registro AIFA che, attraverso le schede di eleggibilità, permette di selezionare a priori solo pazienti eleggibili al trattamento. Il presente lavoro dimostra che a livello aziendale è indispensabile monitorare l'appropriatezza prescrittiva, in particolar modo dei farmaci innovativi e ad alto costo, al fine di ridurre gli sprechi e di valorizzare l'utilizzo delle risorse nell'ambito della 'governance' aziendale. Data ricevimento: 31/08/2015 10.54.26 domenica 27 settembre 2015 Primo Autore: Silvia Restuccia Page 2 of 50 ABSTRACT CONGRESSO SIFACT - Roma 2015 Abstract ammessi per la sessione POSTER ABSTRACT N°: 6 Tematica: 1 - Evidence based medicine e choosing wisely Titolo: FARMACOVIGILANZA IN PEDIATRIA: PRESCRIZIONE DI ANTIACIDI, ANTI H2 E IPP NEI PRIMI TRE ANNI DI VITA Autori: C.Rolando, C.Pietraru, R.Baroetto, Parisi, A.Diarassouba, A.Costa Laia, A.M.Pasculli Affiliazioni: Servizio Farmaceutico A.S.L. TO 4 -- Gruppo di lavoro (M.Andreo, S.Arduino, L.M.Bramante, A.M.Cavuoti, F.Foltran, A.Ravaglia, P.Rosso, E.Scaglione, G.Sesca) Introduzione Il reflusso gastroesofageo (GER) rappresenta un evento fisiologico che si manifesta con una frequenza maggiore nell’età neonatale. Generalmente e scopo: regredisce senza bisogno di trattamento farmacologico. In alcuni casi evolve in vera e propria malattia da reflusso, patologia la cui incidenza è difficile da stabilire. Secondo alcune stime si aggira intorno al 2‰ della popolazione nei primi tre anni di vita. L'analisi dei dati della nostra ASL evidenzia che nel 2014 le prescrizioni hanno interessato circa il 3,6 % dei bambini in questa fascia d’età (471 bambini su 12974). Obiettivi:attraverso un progetto di farmacovigilanza rivolto ai pediatri, descrivere il profilo clinico-epidemiologico dei bambini tra 0 e 3 esposti a trattamento con antiacidi; rilevare le sospette reazioni avverse ( ADR). Materiali e Metodi: Programma aziendale di farmacovigilanza (FV) attiva sviluppato secondo il disegno degli studi osservazionali. Analisi delle prescrizioni relative a tutti i bambini da 0 a 3 anni in trattamento antiacido in tre anni consecutivi(2012,2013,2014). Ciascun pediatra aderente spontaneamente al progetto riceveva elenco bambini trattati su cui fare considerazioni di appropriatezza e sicurezza. Strumenti operativi: banca dati prescrizioni, scheda raccolta dati ad hoc, con informazioni epidemiologiche (età, alimentazione), clinico/terapeutiche (indicazione terapeutica per l’impiego del farmaco, comorbilità, farmaco, posologia, durata,co-terapie); scheda di segnalazione di sospetta reazione avversa (modello AIFA). Risultati: 9 pediatri di libera scelta su 62 hanno aderito al progetto (1 equipe). Sono stati quindi analizzati i dati di prescrizione di 61 bambini(su 2692 riferiti a questa equipe) trattati nel 2014:n=46 tra 0e 12 mesi, n=7 tra 13 e 24 mesi, n=5 tra 25 e 36 mesi. Farmaco utilizzato:PPI(n=6), magaldrato(n=18) e ranitidina(n=37).Circa la metà delle prescrizioni era indotta da specialista o Pronto Soccorso(30/61)..Diagnosi indicata:GERD(n=31), rigurgito (n=15), vomito frequente(n=4), pianto (n=2), irrequietezza (n=2), inappetenza (n=1), dispepsia (n=1), epigastralgia (n=1), portatore PEG (n=1),altro (n=3). Durata media della terapia mesi PPI=3,1; magaldrato=0,9; ranitidina=0,77. In tutti i casi è stato dichiarato che il farmaco era ben tollerato. Non sono state segnalate sospette ADR. Conclusione: I risultati descrivono l'epidemiologia dei bambini trattati con antiacido nella fascia d'età tra 0 e 3 anni: i bambini più piccoli (0-1 anni) sono quelli maggiormente esposti al trattamento, probabilmente nel sospetto di malattia da reflusso.La durata media del trattamento di poche settimane conferma la natura transitoria del disturbo, che verosimilmente rappresenta una condizione parafisiologica caratteristica di quella fascia d'età e che non richiede trattamento farmacologico(riportata in 9 casi l'ansia genitoriale tra le patologie concomitanti).Nel complesso il trattamento è stato ben tollerato; dubbio su ranitina,i sintomi potrebbero confondersi con eventuali ADR(pianto, irritabilità) Data ricevimento: 11/08/2015 17.32.33 domenica 27 settembre 2015 Primo Autore: Cristina Rolando Page 3 of 50 ABSTRACT CONGRESSO SIFACT - Roma 2015 Abstract ammessi per la sessione POSTER ABSTRACT N°: 13 Tematica: 1 - Evidence based medicine e choosing wisely Titolo: REAL WORLD EVIDENCE (COREREPORTS) PROFILI ASSISTENZIALI E DEI COSTI DELLE PATOLOGIE: IL CASO DEL CARCINOMA MAMMARIO Autori: S.Cataudella* , S.Calabria°, Pedrini A °, E.Rossi*, M.De Rosa*, M.Marangolo° Affiliazioni: * CINECA Consorzio Interuniversitario, Casalecchio di Reno, Bologna -- ° CORE - Collaborative Outcome REsearch (a partner Cineca), Bologna Introduzione ASL e Regioni si avvalgono sempre più dei dati sanitari informatizzati per programmare e monitorare i costi. Affidabilità e riproducibilità degli strumenti e scopo: utilizzati risultano, quindi, cruciali. Corereports è uno strumento originale nato dall’evoluzione dell’Osservatorio ARNO-Cineca e realizza analisi integrate standardizzate di profili e costi delle patologie croniche nelle realtà assistenziali (Real World Evidence) regionali e locali, confrontandole all’interno del nuovo database ARCO (circa 20 milioni di assistiti). Scopo del presente lavoro è illustrare la realizzazione di un’analisi sistematica dei percorsi diagnostico-terapeuticoassistenziali (PDTA), prendendo ad esempio una patologia oncologica ad elevato impatto epidemiologico e di spesa in Italia: il carcinoma mammario. Materiali e Metodi: CoreReports permette un’analisi automatizzata per individuare, gestire, archiviare indicatori strategici di PDTA e costi sanitari correlati a diverse patologie, categorie di popolazione e gruppi farmaceutici e per effettuare il benchmarking tra differenti aree geografiche. Per studiare il profilo del carcinoma mammario, ci si è dunque avvalsi di questo strumento. A partire da una popolazione di 1.383.836 assistibili, tramite uno specifico algoritmo basato su dati di ricoveri ospedalieri, è stata identificata la coorte target di donne malate incidenti (x100.000 sul totale della popolazione ARNO e per area geografica), in seguito analizzata sulla base di prescrizioni farmacologiche, prestazioni specialistiche e ri-ospedalizzazioni. Risultati: Nel 2012 sono state seguite 3.579 donne (265x100.000/ARNO) ricoverate per carcinoma mammario nel 2011 (70,1% di età 60-69 anni), con incidenza maggiore al Nord Italia (291,4x100.000). Nel follow-up 64,8% ha ricevuto una terapia specifica non infusiva (1.058 pazienti Letrozolo - 29,6%), 48,6% almeno una chemioterapia/radioterapia. 39,4% delle trattate ha seguito una chemioterapia a 60 giorni dalla diagnosi, 32,5% a 31-45 giorni dalla chirurgia. Al 51,1% delle pazienti è stato prescritto un inibitore di pompa protonica. Tra 1.937 (54,1%) ricoverate (€3.316/capite), “Tumori maligni della mammella della donna” è la diagnosi di riospedalizzazione più frequente (174,1‰) e a maggiore incidenza di spesa pro capite (€695). Il 61,2‰ ha subito “Mastectomia subtotale per neoplasie maligne senza cc”. Conclusione: L’analisi della realtà assistenziale delle pazienti con carcinoma della mammella è stata resa possibile dall’integrazione dei flussi di dati amministrativi di farmaceutica, dimissioni ospedaliere e prestazioni specialistiche. A livello di costi, in particolare, si evince che questa patologia, in linea con altre patologie tumorali e croniche non tumorali, pesa di più in materia di ricoveri ospedalieri. CoreReports risulta una metodologia di reporting importante per valutare i PDTA, stimare i costi assistenziali e supportare le decisioni di governo clinico. Data ricevimento: 27/07/2015 12.35.22 domenica 27 settembre 2015 Primo Autore: Salvatore Cataudell Page 4 of 50 ABSTRACT CONGRESSO SIFACT - Roma 2015 ABSTRACT N°: 14 Abstract ammessi per la sessione POSTER Tematica: 1 - Evidence based medicine e choosing wisely Titolo: CRITERI E STRUMENTI DI VALUTAZIONE DELLA DISFUNZIONE COGNITIVA IN PAZIENTI AFFETTI DA DISTURBO DEPRESSIVO MAGGIORE: CONFRONTO E APPLICAZIONE TRA STUDI CLINICI E PRATICA CLINICA Autori: M.Chiumente*, D.Maratea°, M.Cussotto^, P.Giusti**, A.Ballerini’°° Affiliazioni: *Coordinamento scientifico nazionale SIFaCT - °Farmacista Ospedaliero, Libero Professionista -- ^Area studi farmacoeconomici Maya Idee - **Professore Ordinario di Neuropsicofarmacologia, Dip.Scienze del Introduzione Secondo l’organizzazione mondiale della sanità, nel 2030 la depressione maggiore (MDD, Major Depressive Disorder) sarà la prima causa di disabilità nei paesi ad e scopo: alto reddito, costituendo il 9,8% di DALYs (Disability Adjusted Life Year)sul totale. Gli eventi depressivi sono spesso accompagnati da disturbi cognitivi e la quinta edizione del DSM (Diagnostic and Statistical Manual of mental disorders) identifica il deterioramento cognitivo come uno degli aspetti critici intrinseci alla patologia. L’obiettivo è la realizzazione di una ricerca di letteratura su criteri e strumenti di valutazione del disturbo cognitivo in pazienti affetti da MDD, evidenziando i differenti approcci metodologici disponibili nella sperimentazione e nella pratica clinica. Materiali e Metodi: La ricerca è stata condotta utilizzando i motori di ricerca: Pubmed, Web of Science, Google Scholar, e trials.gov. Sono state utilizzate le seguenti parole chiave: “major depressive disorder AND (cognitive instruments OR evaluation cognitive dysfunction OR cognitive deficits)”, ed i seguenti filtri: date, July 07(2015); article types, review or systematic reviews; publication dates, 5 years; text availability, full text; species, humans; language, English. Sono stati inoltre esclusi gli articoli non contenenti scale di valutazione psicometriche appropriate ovvero rispondenti ai criteri MATRICS (Measurement and Treatment Research to Improve Cognition in Schizophrenia) e su pazienti con patologie diverse da MDD. Risultati: I risultati della ricerca di letteratura hanno prodotto 77 articoli mediante l’utilizzo della banca dati PubMed, 41 su Embase, 137 su Web Of Science. Di questi, 20 sono stati ritenuti meritevoli di ulteriore approfondimento e solo 3 idonei. Tramite il registro informatico Clinicaltrials.gov e il motore di ricerca Google scholar sono stati selezionati -mediante ricerca ad hoc - 8 ulteriori articoli. Le scale psicometriche utilizzate negli studi clinici condotti su pazienti con MDD,e rispondenti ai criteri MATRICS, sono la CAS (Coping Attitudes Scale) e la SoCT (Skills of cognitive Therapy). Nella pratica clinica emerge come si utilizzino 29 diverse scale psicometriche, di cui 6 idonee e solo una, la CAS, utilizzata anche negli studi clinici. Conclusione: In assenza di linee guida con precise raccomandazioni, e a causa di tempi dedicati alla diagnostica ‘real life’ sempre più esigui, le scale psicometriche utilizzate negli studi clinici si sono rivelate differenti rispetto ai test utilizzati nella pratica clinica.Sarebbe auspicabile una maggiore condivisione di strumenti di valutazione dei disturbi cognitivi, nei pazienti con MDD, validati dalla comunità scientifica internazionale. L’utilizzo di scale psicometriche standardizzate si tradurrebbe in una migliore appropriatezza diagnostica e quindi terapeutica, condizione assolutamente necessaria per la patologia destinata a diventare la principale causa di disabilità nei paesi ad alto reddito. Data ricevimento: 17/07/2015 16.24.16 domenica 27 settembre 2015 Primo Autore: Marco Chiumente Page 5 of 50 ABSTRACT CONGRESSO SIFACT - Roma 2015 Abstract ammessi per la sessione POSTER ABSTRACT N°: 16 Tematica: 1 - Evidence based medicine e choosing wisely Titolo: IL SATIVEX HA SODDISFATTO LE ASPETTATIVE DEI PAZIENTI? L'ESPERIENZA DELLA FARMACIA INTERNA DEL P.O. DI LANCIANO NEL PERIODO 2013/2015 Autori: C.Spoltore*, R.Erra*, M.Antenucci*, F.De Vita° Affiliazioni: * Asl 02 Abruzzo Ospedale Lanciano: farmacista dirigente , ° Asl 02 Abruzzo Ospedale Lanciano: farmacista Responsabile UO Introduzione Il Sativex è indicato come trattamento per alleviare i sintomi in pazienti adulti affetti da spasticità da moderata a grave dovuta alla sclerosi multipla (SM) che non e scopo: hanno manifestato una risposta adeguata ad altri medicinali antispastici. Si tratta di un modulatore del sistema endocannabinoide composto da due principi attivi – THC (delta-9-tetraidrocannabinolo) e CBD (cannabidiolo)- estratti dalla pianta Cannabis sativa . Lo scopo è monitorare l’utilizzo in label e valutare la percentuale di abbandono alla terapia con il Sativex dei pazienti afferenti alla F.I.del P.O. di Lanciano nel periodo che va da maggio 2013, data in cui Aifa ha autorizzato il primo farmaco a base di cannabinoidi approvato in Italia, fino a giugno 2015 Materiali e Metodi: Il Sativex è somministrato come spray oromucosale, ed è stato registrato in classe H può quindi essere dispensato solo dalle farmacie ospedaliere o dalle ASL territoriali dietro prescrizione effettuata da Neurologi di centri di Sclerosi Multipla. Per monitorare la correttezza e l’appropriatezza terapeutica il farmaco è sottoposto a monitoraggio AIFA ossia è stato istituito un Registro Nazionale in cui devono essere inseriti tutti i pazienti in cura con Sativex. Grazie a questo strumento ed alle prescrizioni pervenute presso la F.I. del P.O. di Lanciano, abbiamo ricavato i dati necessari per il nostro monitoraggio. Risultati: Presso il suddetto servizio di farmacia dal novembre 2013, data in cui abbiamo dispensato la prima confezione a giugno 2015 ne sono state consegnate 78 per 18 pazienti, di cui solo 3 negli ultimi 6 mesi. Le prescrizioni provengono da due specialisti della nostra ASL. L’età media dei pazienti è di 49 anni (range 30-69) con una maggiore prevalenza di donne rispetto agli uomini (11 femmine e 7 maschi). La maggior parte dei pazienti ha iniziato il trattamento nell’anno 2014 (61%). Il 55.6% dei pazienti è stato sottoposto alla prima rivalutazione e sta proseguendo il trattamento mentre il 44.4% ha sospeso per inefficacia terapeutica o intolleranza, di questi l'88% ha abbandonato la terapia dopo la prima confezione. Conclusione: L'introduzione di una terapia innovativa, come quella del Sativex, porta con sé la speranza di arrecare beneficio, ed insieme il timore che questo non avvenga, anzi, possa verificarsi un danno.I dati analizzati non sono sufficienti per poter effettuare una reale valutazione sull’utilizzo e sulla sua efficacia ma hanno permesso di confermare, che il farmaco, seppure ricco di aspettative, dal punto di vista terapeutico, presenta un profilo rischio/beneficio ancora non del tutto chiaro, visto il numero degli abbandoni soprattutto dopo il primo ciclo terapeutico. Una conferma alle precedenti conclusioni è la riduzione del numero di pazienti naive negli ultimi 6 mesi verso il periodo precedente. Data ricevimento: 31/08/2015 22.52.10 domenica 27 settembre 2015 Primo Autore: Spoltore Concetta Page 6 of 50 ABSTRACT CONGRESSO SIFACT - Roma 2015 ABSTRACT N°: 22 Abstract ammessi per la sessione POSTER Tematica: 1 - Evidence based medicine e choosing wisely Titolo: VALUTAZIONE DELLA QUALITÀ DEGLI STUDI CLINICI SUI DISPOSITIVI MEDICI: APPLICAZIONE DELLA SCALA DI JADAD Autori: R. Sicuro, R. Di Fabrizio, V. Gori, D. Mamone, L. Spaziante, D. Spinelli Affiliazioni: U.O. Farmaceutica Gestione Dispositivi Medici, Azienda Ospedaliero-Universitaria Pisana, Pisa Introduzione In seguito alla necessità crescente di una pratica clinica basata sulla valutazione delle evidenze scientifiche, è stata effettuata un’analisi quali-quantitativa degli studi e scopo: clinici, pubblicati su due delle più importanti riviste scientifiche sul panorama internazionale, che abbiano per oggetto un dispositivo medico (D.M.) o una procedura durante la quale un D.M. rappresenti lo strumento principale. I risultati sono stati poi paragonati a quelli ottenuti dagli studi farmacologici pubblicati nello stesso intervallo di tempo sulle medesime riviste. Materiali e Metodi: Sono stati selezionati gli “original articles" pubblicati nel corso dell’anno 2014 sul NEJM (New England Journal of Medicine - impact factor: 54.420) e su JAMA (Journal of the American Medical Association - impact factor: 30.000). Dopo lettura degli abstract, sono stati evidenziati gli studi aventi per oggetto un D.M. o una terapia farmacologica. Successivamente, sono stati esclusi gli studi retrospettivi e/o osservazionali, i registri, le review e le metanalisi; per gli studi restanti è stato acquisito il full text, ed eventuali documenti accessori, al fine di applicare la scala di Jadad per valutarne la qualità (secondo la scala di Jadad lo score totale può variare da 0 a 5 e si considera di buona qualità uno studio con punteggio ≥ 3). Risultati: Sono stati verificati complessivamente 392 abstract dei quali 32 (8,2%) relativi a D.M. e 161 (41,1%) a terapie farmacologiche. Acquisito il full text degli studi rientranti nell’oggetto dell’analisi (6,4% per i D.M. e 33,9% farmacologici), è stata applicata la scala di Jadad, ottenendo un punteggio totale di qualità di 2,0 per gli studi su dispositivi medici e di 3,2 per quelli farmacologici. E’ stata quindi evidenziata una bassa qualità degli studi sui D.M., principalmente a causa della difficoltà di impostare un double-blind nel disegno dello studio (solo 2/25 degli studi analizzati; punteggio di 0,08/1) e dell’inadeguatezza delle metodiche di randomizzazione e doppio-cieco. Conclusione: Gli studi clinici aventi come oggetto i D.M. sono ridotti e tendenzialmente di qualità sub ottimale, probabilmente a causa delle problematiche di tipo metodologico che comunemente sono riscontrate nella pianificazione delle Indagini cliniche, come ad esempio la difficoltà/impossibilità a condurre trial randomizzati con D.M.; la difficoltà/impossibilità a condurre trattamenti in cieco (es: intervento chirurgico fittizio); la difficoltà/impossibilità di standardizzare immediatamente un trattamento effettuato con un dispositivo medico. Ci proponiamo successivamente di ripetere la medesima analisi su altre riviste a valenza internazionale per una conferma dei risultati ottenuti. Data ricevimento: 02/09/2015 12.15.14 domenica 27 settembre 2015 Primo Autore: Rosi Sicuro Page 7 of 50 ABSTRACT CONGRESSO SIFACT - Roma 2015 ABSTRACT N°: 27 Abstract ammessi per la sessione POSTER Tematica: 1 - Evidence based medicine e choosing wisely Titolo: REAZIONI AVVERSE AI FARMACI COME CAUSA DI ACCESSO AL PRONTO SOCCORSO. MONITORAGGIO EPIDEMIOLOGICO ED INIZIATIVE DI SENSIBILIZZAZIONE. Autori: L.Fusaro, D.Barzan, L.Cordella, S.De Struppi Affiliazioni: Servizio di Farmacia Ospedaliera AZIENDA ULSS 13 MIRANO (VE) Introduzione Le reazioni avverse a farmaco (ADR) rappresentano un problema oneroso per i sistemi sanitari di tutti i paesi. Negli ultimi anni sono stati condotti vari studi, sia e scopo: negli Stati Uniti che in Italia, mirati a valutare l’impatto delle ADR negli accessi al Pronto Soccorso (PS); da questi studi risulta che gli accessi al PS correlati ad una ADR sono compresi tra 0,3 e 4,1%. scopo del lavoro: valutare l’incidenza delle ADR che hanno causato l’accesso al PS dell’ULSS 13 ed identificare le categorie farmaceutiche e i principi attivi più coinvolti. Sensibilizzare i medici del PS alla segnalazione. Definire i principali fattori di rischio per lo sviluppo delle ADR proponendo eventuali azioni correttive. Materiali e Metodi: Sono stati esaminati 14248 verbali di PS che descrivono gli accessi di 2 mesi; dal totale sono stati selezionati gli accessi presumibilmente causati da una ADR. Al termine della raccolta e rielaborazione dei dati, sono stati organizzati due incontri per illustrare agli operatori sanitari del PS le modalità correnti di segnalazione delle ADR, lo stato delle segnalazioni e tutti i dati raccolti e analizzati in questo studio. Successivamente, i verbali oggetto dell’analisi sono stati divisi in base al medico che aveva preso in carico il paziente. Partendo da questi casi clinici reali, ad ogni medico è stata data la possibilità di segnalare il caso sospetto alle autorità con l’aiuto di un “farmacista facilitatore” utilizzando VigiWork, la nuova Risultati: Il 2,06% degli accessi al PS dell’ULSS 13 è correlabile ad una ADR (294 casi sospetti su 14.248). I soggetti più colpiti sono stati gli anziani sopra i 60 anni (66%), i pazienti in politerapia (52%) e gli individui di genere femminile (56%). Gli effetti negativi dei farmaci appartenenti alla categoria ATC B (sangue ed organi emopoietici) sono quelli che hanno indotto più di frequente il paziente a recarsi al PS; il maggior numero di ADR è stato infatti conseguente all’uso del warfarin. Importanti sono state anche le ADR causate da sovradosaggio (6%) ed errori terapeutici (3%). Grazie a questo lavoro è stato registrato un aumento del numero di segnalazioni da parte dei medici del PS: da 2 nel 2013 a 55 nel 2014, con positivi dati preliminari relativi al 2015. Conclusione: È necessario fare il possibile per prevenire le ADR evitabili, aumentare la sensibilità dei medici e diffondere la cultura della segnalazione: con queste finalità sono stati ipotizzati alcuni ulteriori progetti atti a migliorare l’utilizzo sicuro dei farmaci sia nelle strutture ospedaliere che attraverso il coinvolgimento dei Medici di Medicina Generale. Data ricevimento: 08/09/2015 10.08.49 domenica 27 settembre 2015 Primo Autore: Daniela Barzan Page 8 of 50 ABSTRACT CONGRESSO SIFACT - Roma 2015 Abstract ammessi per la sessione POSTER ABSTRACT N°: 31 Tematica: 1 - Evidence based medicine e choosing wisely Titolo: IL PRONTUARIO TERAPEUTICO IN PEDIATRIA: STRUMENTO NECESSARIO PER LA PRESCRIZIONE APPROPRIATA E IN SICUREZZA DEI FARMACI Autori: M.Bettio°, S.K.Lai°, E.Padovano°*, G.Giuliani*. Affiliazioni: * UOC Farmacia – Az.Osp. Istituti Clinici di Perfezionamento (ICP) – Milano --- ° Scuola di Specializzazione in Farmacia Ospedaliera di Milano Introduzione L'utilizzo di farmaci off-label in ambito pediatrico, è comune nella pratica clinica causa l'assenza di studi clinici e di specifiche formulazioni per l’età pediatrica. e scopo: L’obiettivo dello studio è di qualificare e quantificare l'utilizzo di farmaci off-label in età pediatrica, in assenza di evidenze cliniche a supporto, presso l'ospedale pediatrico Buzzi di Milano, al fine di indurre a monitorare le sospette reazioni avverse e di promuovere un utilizzo più sicuro del farmaco.Si vuole quindi esplorare la possibilità di sostituire alcuni farmaci con altri della stessa classe terapeutica, ma aventi maggiori evidenze a supporto, e disporre di un Prontuario Pediatrico aggiornato con le indicazioni e i dosaggi riportati in scheda tecnica, in letteratura e in riferimento alla legge 648. Materiali e Metodi: Il lavoro è stato condotto attraverso la raccolta di tutte le prescrizioni delle UO pediatriche dell’Ospedale Buzzi di Milano pervenute alla Farmacia nel corso del 2014. È stata poi svolta l’analisi delle schede tecniche dei relativi farmaci, dell’elenco AIFA dei medicinali pediatrici di uso consolidato (L.648/96) e la revisione della letteratura. È stato quindi sviluppato un elenco di farmaci suddiviso in gruppi di specialità medicinali autorizzati all’utilizzo in pediatria, farmaci non autorizzati, controindicati e farmaci privi di dati in letteratura. Tale elenco pone le basi per l’elaborazione di un Prontuario Terapeutico Pediatrico che indirizzi il clinico in una scelta più consapevole ed appropriata Risultati: Nel corso del 2014 le specialità medicinali più prescritte dalle UO pediatriche dell’Ospedale sono state 540. Di queste ne sono state selezionate ed analizzate 246, cioè quelle ritenute di utilizzo comune. Tra queste solo 58 (23,8%) sono autorizzate in Scheda Tecnica, mentre le restanti sono di uso off-label. Di quest’ultime 98 (39,8%) sono specialità di uso consolidato (legge 648/96 e/o letteratura), 90 (36,4%) sono prive d’indicazione e di dati a supporto. Si è osservato che il 23,3% è inoltre somministrato impropriamente ai bambini di età inferiore ai 12 anni. Infine, dallo studio è emerso che i medicinali autorizzati più prescritti, appartengono alla classe ATC N (29,3%) mentre tra i non autorizzati, risultano più prescritti i farmaci con ATC A (22,2%) e a seguire la classe N (16,6%). Conclusione: I risultati evidenziano un elevato utilizzo di medicinali in assenza di indicazione e di dati a supporto. Si rischia di promuovere così un uso di farmaci in mancanza di sicurezza e appropriatezza, aumentando il rischio d’insorgenza di reazioni avverse. Le analisi svolte ad oggi pongono le basi per l’elaborazione di un prontuario pediatrico come strumento per la pratica clinica, che contenga tutte le informazioni riguardanti i farmaci autorizzati e non, che permetta al clinico di scegliere con maggiore consapevolezza la terapia più appropriata per i loro piccoli pazienti. Inoltre, in questo modo, sarà possibile promuovere la farmacovigilanza integrando la letteratura con dati di safety. Data ricevimento: 08/09/2015 11.04.15 domenica 27 settembre 2015 Primo Autore: Monica Bettio Page 9 of 50 ABSTRACT CONGRESSO SIFACT - Roma 2015 ABSTRACT N°: 39 Abstract ammessi per la sessione POSTER Tematica: 1 - Evidence based medicine e choosing wisely Titolo: IPILIMUMAB PER IL TRATTAMENTO DEL MELANOMA AVANZATO: EFFECTIVENESS, TOSSICITÀ E FATTIBILITÀ ALL’ISTITUTO ONCOLOGICO VENETO Autori: A.Russi, E.Berti, G.Busa, V.Damuzzo, F.Di Sarra, S.Michielan, F.Paganelli, A.Parlantzas, M.Serena, F.Tasca, A.C.Palozzo Affiliazioni: S.C. FARMACIA ISTITUTO ONCOLOGICO VENETO IRCCS PADOVA Introduzione Negli ultimi anni sono stati fatti progressi importanti nella terapia delle fasi avanzate del melanoma. Questo è avvenuto anche attraverso lo sviluppo di e scopo: approcci immunoterapeutici atti a inibire dei regolatori negativi dell'attivazione del sistema immunitario, come CTLA-4 che può essere bloccato dall’anticorpo monoclonale ipilimumab. Questo studio osservazionale retrospettivo monocentrico (Istituto Oncologico Veneto di Padova) si propone come strumento di indagine epidemiologica nella “real oncology practice” per ipilimumab con l’obiettivo di valutare l’efficacia (overall surival-OS e progression-free survival-PFS), la tossicità e il costo del trattamento. Materiali e Metodi: Da aprile 2013 a settembre 2014 sono stati arruolati presso IOV 57 pazienti trattati con ipilimumab alla dose di 3mg/Kg (per quattro cicli teorici). Ai fini degli esiti (OS e PFS), l’osservazione si è protratta fino a maggio 2015. Le tossicità sono state descritte e catalogate attraverso la terminologia internazionale CTCAE v. 4.0. Infine, sono stati analizzati i dati di consumo per evidenziare i costi reali compresi del payment by results (PbR) e delle modalità organizzative utili a ridurre gli scarti di preparazione. Risultati: I pazienti hanno dimostrato un OS mediana di 12,7 mesi con un tasso di sopravvivenza annuo pari al 50%. Il 98% dei pazienti ha manifestato un numero di reazioni avverse e di caratteristiche simili a quelli di altri studi clinici ma mediamente superiori anche se spesso di modesta intensità. Probabilmente questo dato si giustifica sulla base di un’età media superiore rispetto ad altri studi. Per l'elevato costo di ipilimumab e la personalizzazione della dose sono stati messi in atto sistemi organizzativi che, oltre al recupero finanziario del PbR, hanno permesso di ottenere ulteriori risparmi sui costi di produzione (circa il 10%). Conclusione: Rispetto alla letteratura corrente gli esiti risultano mediamente più favorevoli sia in termini di efficacia clinica che economicamente. Questo potenziale vantaggio può essere il risultato della centralizzazione presso IOV (istituto ad alta specializzazione) di questi trattamenti. Questo processo nel quale è coinvolta la rete oncologica regionale è volto ad ottenere una razionalizzazione sia dei trattamenti che dei costi, e ha visto inizialmente solo IOV come unico centro abilitato al trattamento e oggi è esteso solo ad un altro centro in Veneto. Data ricevimento: 10/09/2015 12.21.47 domenica 27 settembre 2015 Primo Autore: Alberto Russi Page 10 of 50 ABSTRACT CONGRESSO SIFACT - Roma 2015 Abstract ammessi per la sessione POSTER ABSTRACT N°: 44 Tematica: 1 - Evidence based medicine e choosing wisely Titolo: IMPIEGO NELLA PRATICA CLINICA CORRENTE DELLA PROFILASSI CON PALIVIZUMAB NELLE POPOLAZIONI AD ALTO RISCHIO: STUDIO OSSERVAZIONALE DALL’ANALISI DEI DATA BASE SANITARI Autori: M.Romero*, C.Fanizza°, V.Scurti^ Affiliazioni: * Comitato Etico delle Province di Chieti e Pescara -- ° Statistica, libero professionista -- ^ Assistenza Farmaceutica e Trasfusionale-Regione Abruzzo Introduzione Molte linee-guida raccomandano, in certe categorie di infanti ad alto rischio di morbidità e mortalità attribuita all’infezione da Virus Respiratorio Sinciziale (VRS), e scopo: la profilassi con l’anticorpo monoclonale Palivizumab. Gli infanti considerati ad alto rischio sono: i pretermine (età gestazionale ≤ 32 settimane) con o senza displasia broncopolmonare (DBP); i nati tra la 33a e la 35a settimana gestazionale con fattori di rischio addizionali; gli infanti/bambini con cardiopatie congenite emodinamicamente significative (CC). L’efficacia della profilassi con Palivizumab in queste popolazioni è documentata da meta-analisi. Mancano, invece, dati sull’impiego nella pratica clinica corrente di tale profilassi. Obiettivi del lavoro sono: identificare gli infanti/bambini ad alto rischio di svil Materiali e Metodi: Sono stati analizzati i database sanitari di 2 Regioni campione. Tramite recordlinkage, sono stati identificati gli infanti con almeno 1 fattore di rischio per lo sviluppo di infezione VRS. I fattori di rischio considerati sono stati: prematurità, cardiopatie congenite emodinamicamente attive e broncodisplasia. Nella coorte identificata è stata rilevata la frequenza di uso della profilassi con Palivizumab. Risultati: I neonati portatori di almeno 1 fattore di rischio per lo sviluppo di infezioni da VRS sono risultati 4575. Di questi, 4019(87,8%) avevano solo 1 fattore (di cui 915 pretermine, 1170 con DBP, 1934 con CC); 542(11,9%) avevano 2 fattori e 14(0,3%) 3 fattori. Dei 4575 bambini candidati a ricevere una profilassi con Palivizumab, solo 270 (5.9%) sono stati trattati. All’interno dei sottogruppi, suddivisi in base al numero di fattori di rischio presentati, la percentuale dei bambini trattati con Palivizumab è stata 5% (201/4019) tra quelli con 1 fattore, 12,4% (67/542) tra quelli con 2 fattori e 14,3% (2/14) tra quelli con 3 fattori. In assoluto, oltre ai bambini con 3 fattori di rischio, quelli a cui è stata somministrata con più frequenza una profilassi con Palivizumab sono stati i pretermine Conclusione: I dati di questo lavoro documentano che nella pratica clinica corrente la profilassi con Palivizumab nei bambini ad altro rischio, come da raccomandazioni nazionali ed internazionali, è ancora molto limitata, benché vi sia una tendenza ad un uso più frequente nei bambini con più fattori di rischio. Studi di valutazione dell'efficacia di tale profilassi nel mondo reale potrebbero essere utili per confermarne la validità e aumentarne l'uso a protezione della salute dei bambini per cui Palivizumab è indicato. Data ricevimento: 10/09/2015 18.19.43 domenica 27 settembre 2015 Primo Autore: Marilena Romero Page 11 of 50 ABSTRACT CONGRESSO SIFACT - Roma 2015 Abstract ammessi per la sessione POSTER ABSTRACT N°: 52 Tematica: 1 - Evidence based medicine e choosing wisely Titolo: ANALISI DELLA COMPATIBILITA' TRA I MATERIALI COSTITUENTI I CATETERI VENOSI CENTRALI (CVC) E L'ETANOLO, CONTENUTO NEI MEDICINALI ONCOLOGICI UTILIZZATI PRESSO LA A.O. ORDINE MAURIZIANO DI TORINO (AO OM) Autori: M.Rigato*, C.Marengo^, C.Fruttero^, A.Gasco° Affiliazioni: *Scuola di Spec.Farmacia Ospedaliera di Torino -- ^S.C. Farmacia Osp.Ordine Mauriziano di Torino -- ° Direttore S.C. Farmacia Osp.Ordine Mauriziano di Torino Introduzione Molti pazienti che necessitano di essere trattati con chemioterapia (CHT), sono portatori di un accesso venoso a medio-lungo termine. L'etanolo (EtOH) è presente e scopo: come solvente-antimicrobico nel 18% dei medicinali oncologici in uso nella AO OM. Dalla letteratura risulta che EtOH è un solvente polare che può danneggiare alcuni materiali costituenti i CVC, oppure può essere assorbito, avere effetti sistemici e rivelarsi tossico. I CVC sono costituiti da polimeri come silicone (S) e poliuretano (P) biocompatibili, altamente stabili. Presso il Laboratorio Farmaci Antiblastici della Farmacia Ospedaliera sono allestite le CHT, e data la percentuale di medicinali che cotengono EtOH come eccipiente, è stata condotta una ricerca per valutarne la compatibilità con S e P. Materiali e Metodi: Dall'analisi dell'RCP (Riassunto delle Caratteristiche del Prodotto) dei medicinali oncologici presenti nel prontuario aziendale (PA), si è risaliti a quali contengono EtOH come eccipiente. Nella banca dati PubMed la ricerca è stata fatta incrociando i termini “polyurethane”, “silicone”, “ethanol” e “catheter”, sia come “MESH terms” che come “All fields”. Dai risultati ottenuti sono stati selezionati solo gli abstracts in inglese che riguardavano i medicinali oncologici presenti nel PA e contenenti EtOH come eccipiente. Inoltre la ricerca è stata condotta anche nel sito stabilis.org. Risultati: Dall'analisi bibliografica emergono due studi correlati con l'incompatibilità tra un medicinale contenente etoposide (E) ed EtOH come eccipiente e il P. Nel primo è stata studiata la rottura del CVC dopo infusione continua di E a 30ml/h. Dopo 24h c'è una diminuzione dell'elasticità e un aumento della lunghezza del CVC significativamente maggiore rispetto ai CVC in cui è stata infusa soluzione salina. Variazioni simili si verificano solo infondendo soluzioni con EtOH. Per i CVC in S non c'è stata nessuna rottura. Lo studio successivo ha imputato la rottura del CVC all'EtOH, eccipiente dell'E, perché eluiva componenti del P. Nell'RCP dell'E non è segnalata alcuna incompatibilità per nessuno dei medicinali del PA. Conclusione: Dalla ricerca emerge la carenza di dati sulla compatibilità tra i materiali dei CVC ed EtOH. Esiste invece letteratura sulla “lock tecnique” con EtOH, cioè il lavaggio del CVC con soluzioni di EtOH per prevenire le infezioni. Uno studio su questa tecnica dimostra che un' esposizione prolungata (9wk) di CVC in S e P ad una soluzione al 70% di EtOH, porta a variazioni trascurabili delle proprietà meccaniche. Alla luce delle evidenze scientifiche, considerando che in Italia sono indisponibili formulazioni di E prive di EtOH, che nella AO OM non si sono verificati incidenti, non si riscontrano controindicazioni all'utilizzo dei CVC in P e S per la somministrazione di medicinali oncologici. Data ricevimento: 15/09/2015 domenica 27 settembre 2015 Primo Autore: Mariachiara Rigato Page 12 of 50 ABSTRACT CONGRESSO SIFACT - Roma 2015 ABSTRACT N°: 8 Abstract ammessi per la sessione POSTER Tematica: 2 - Innovazione e governance Titolo: MODALITÀ DI ACCESSO ALLA ASSISTENZA FARMACEUTICA PER FARMACI INNOVATIVI NON COMMERCIALIZZATI IN ITALIA Autori: C.Lombardo, Z.Abbruscato, L.Argento, L.Sciarrino, R.Alonge, P.Savarino Affiliazioni: DIPARTIMENTO DEL FARMACO ASP AGRIGENTO SICILIA Introduzione Nell’ambito del servizio di assistenza farmaceutica per la continuità OspedaleTerritorio dell’ASP di Agrigento, è pervenuta da parte della U.O. di Pediatria e scopo: ARNAS-Palermo (centro Regionale Fibrosi Cistica) in data 12.11.2014 la richiesta di approvvigionamento del farmaco Kalydeco (Ivacaftor), destinato a un paziente pediatrico maschio di 7 anni. Tale farmaco, indicato nel trattamento della fibrosi cistica in pazienti di età pari o superiore a 6 anni che hanno una delle seguenti gating (ClasseIII) nel gene CFTR: G551D, G1244E,G1349D, G178R, G551S, S1255P, non era commercializzato in Italia al momento dell’inizio del trattamento. Ciò ha determinato una serie di difficoltà oggettive legate a un complesso quadro normativo che di fatto impedisce un facile e veloce accesso alle cure. Materiali e Metodi: Al fine di consentire al piccolo paziente di iniziare il trattamento, il Dipartimento del Farmaco, invocando la L.548/93 e sulla scorta di quanto specificato nella C.Ministeriale 54/93: “sono prescrivibili ed erogabili tutti i farmaci ritenuti necessari alle cure del paziente connesse alla specifica patologia, a giudizio responsabile di un Centro regionale di riferimento…” ha avviato un complesso iter procedurale per l’acquisto di Ivacaftor. Tale procedura ha visto coinvolti la Direzione Sanitaria Aziendale (autorizzazione sanitaria), e la UOCProvveditorato (elaborazione CIG). La richiesta di acquisto, corredata dall’istanza di importazione da parte del Direttore U.O.Pediatria-ARNAS, secondo le indicazioni contenute nel D.M.11/02/1997 Risultati: Il farmaco kalydeco viene oggi erogato ininterrottamente al paziente da gennaio 2015. Il paziente ha registrato un miglioramento della sintomatologia così come relazionato dal clinico che lo ha in cura. Da quando ha iniziato la terapia si è avuto: 1) normalizzazione del test del sudore; 2) incremento ponderale (1 Kg); 3) miglioramento dei caratteri dell'alvo; 4) riduzione della broncorrea, della tosse notturna e del numero delle riacutizzazioni; 5) negativizzazione della coltura dell'escreato; 6) stabilizzazione dei valori spirometrici ( FEV 1 100%); Non è stato segnalato alcun effetto collaterale. Conclusione: oltre al complesso iter tecnico-amministrativo che ha portato alla erogazione del farmaco al paziente, rappresentando una reale speranza di cura per particolari e gravi patologie come la fibrosi cistica, la UOC di Farmacia ha anche provveduto ad attivare ogni idonea iniziativa finalizzata al recupero delle somme impegnate. Infatti è stata inoltrata all’AIFA la richiesta di accesso al Fondo AIFA del 5%, così come previsto dalla legge 326/2003 comma 18/19. Data ricevimento: 27/08/2015 13.12.39 domenica 27 settembre 2015 Primo Autore: Cinzia Lombardo Page 13 of 50 ABSTRACT CONGRESSO SIFACT - Roma 2015 Abstract ammessi per la sessione POSTER ABSTRACT N°: 11 Tematica: 2 - Innovazione e governance Titolo: LA PIANIFICAZIONE FARMACEUTICA PER INCIDENTE NUCLEARE. SIMULAZIONE DI EVENTO IN FRIULI VENEZIA GIULIA (FVG) Autori: A.Cecchi*, E.Carchietti° Affiliazioni: * Farmacista Azienda ospedaliero Universitaria di Udine -- ° Medico Referente regionale per la gestione degli eventi di massa Introduzione In Italia, l’attenzione al rischio nucleare è determinato dalla presenza di impianti nucleari in territorio estero a meno di 200 km dal confine nazionale. Entro tale e scopo: distanza sono attualmente attive tredici centrali nucleari in Francia, Svizzera, Germania e Slovenia. Quest’ultima è a Krško, a circa 130 Km da Trieste. Il Piano Nazionale individua e disciplina le misure di emergenza per incidenti nucleari ubicati al di fuori del territorio nazionale. Tra queste c’è il Piano regionale per la gestione dell’emergenza.Scopo del lavoro è la pianificazione farmaceutica in caso di incidente nucleare. Materiali e Metodi: Negli incidenti nucleari il rischio maggiore è determinato dall’isotopo radioattivo I131 che si disperde nell’aria, viene inalato o ingerito con gli alimenti contaminati, e assorbito dalla tiroide. Tanto più spiccata è la funzione endocrina della tiroide, tanto maggiore è la dose di iodio 131 assorbita.E' il caso di donne gravide e bambini.La iodoprofilassi è il trattamento di emergenza. In FVG il Farmacista Referente regionale per gli antidoti della Scorta Nazionale antidoti, ha partecipato, con il responsabile Medico, ai lavori per la pianificazione della iodoprofilassi che l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) propone a distinti livelli per gruppi di popolazione.La posologia seguita è stata quella dell'OMS. Risultati: Abbiamo simulato un incidente nucleare alla centrale di Krško nel mese di settembre 2014. Abbiamo calcolato i residenti di età compresa fra 0 e 18 anni. Di questi, 39.595 erano di età fra 0 e 3 anni; 94.661 di età fra 4 e 12 anni; 60.740 di età fra i 13 e i 18 anni (www.tuttitalia.it). Risultavano necessarie circa 10.000 compresse per i bambini fra 0 e 3 anni; circa 48.000 compresse per residenti di età da 4 a 12 anni; circa 122.000 compresse per i ragazzi da 13 a 18 anni. In totale occorrevano 180.000 compresse da 65 mg di KI. Conclusione: La pianificazione di un disastro si deve avvalere delle competenze del Farmacista di emergenza per definire la quantità e le modalità di conservazione dei farmaci occorrenti. Un incidente nucleare richiede notevoli quantità di ioduro di potassio che il Farmacista deve quantificare, conservare e fornire in emergenza. Le compresse di ioduro di potassio, se ben confezionate, possono essere conservate a lungo (fino a 5 anni). Data ricevimento: 10/08/2015 15.22.44 domenica 27 settembre 2015 Primo Autore: Adriana Cecchi Page 14 of 50 ABSTRACT CONGRESSO SIFACT - Roma 2015 ABSTRACT N°: 12 Abstract ammessi per la sessione POSTER Tematica: 2 - Innovazione e governance Titolo: IL PERCORSO DIAGNOSTICO TERAPEUTICO ASSISTENZIALE NELLA SCHIZOFRENIA Autori: L.Giorgio*, M.Colombo°, C.Valentino°, S.Di Matteo°, G.M.Bruno° Affiliazioni: * Dipartimento di Scienze del Farmaco, Università degli Studi di Pavia -- ° SAVE Studi Analisi Valutazioni Economiche S.r.l., Milano Introduzione I disturbi mentali rappresentano un problema significativo di salute pubblica, soprattutto per la disabilità che generano durante l’età adulta. Influenzano e scopo: fortemente la qualità della vita dei pazienti oltre ad avere importanti ricadute sulla società e sui servizi di salute mentale, generando un importante problema economico per il sistema sanitario e per il paziente stesso.Lo scopo di questo lavoro è di offrire ai diversi attori dell’azienda sanitaria uno strumento di governo clinico, il Percorso Diagnostico Terapeutico Assistenziale(PDTA), che permette di ridurre la variabilità dei trattamenti, monitorare l’utilizzo delle risorse, migliorare la qualità dei processi e degli esiti, monitorare la valutazione dell’aderenza degli interventi effettuati alle indicazioni dei percorsi di cura. Materiali e Metodi: Il PDTA per pazienti con schizofrenia validato da un gruppi di clinici italiani, consente, come strumento di “Governo Clinico”, di strutturare e integrare attività e interventi in un contesto in cui diverse specialità, professioni e aree d’azione (territorio, ospedale) sono coinvolte nella presa in cura del cittadino che presenta problemi di salute. E’ stato sviluppato un set di indicatori, differenziati per gravità e per fase, scelti tra gli indicatori usati correntemente nella letteratura internazionale e collegati alle raccomandazioni delle principali linee guida, per monitorare la corretta adozione del PDTA al fine di generare risparmi e gestire al meglio il costo della malattia. Risultati: Dal quadro dell'analisi effettuata è emerso come i costi di acquisizione del farmaco non rappresentano i costi più alti nel trattamento della schizofrenia. I costi maggiori sono infatti risultati essere quelli dovuti alle frequenti ospedalizzazioni, alla perdita di produttività dei soggetti, agli elevati costi assistenziali che devono sostenere famiglie e sistema sanitario. Dal lavoro svolto è emerso come promuovendo l’uso anticipato degli antipsicotici LAI,il PDTA risponde alle principali esigenze non soddisfatte nella gestione della patologia: le frequenti ricadute, la conservazione dello stato funzionale e il mantenimento di una buona qualità della vita. Conclusione: Nella schizofrenia, la presenza di consistenti problemi clinici e psicosociali che necessitano di interventi complessi, rende necessario definire i professionisti responsabili del caso, i vari setting in cui viene erogato l’intervento, le tempistiche cliniche e organizzative oltre alla descrizione delle procedure. Grazie al PDTA si permette ai diversi attori dell’azienda sanitaria di delineare, rispetto alla schizofrenia, il miglior percorso praticabile all'interno della propria organizzazione, ottimizzando le risorse e i relativi costi. Una prospettiva desiderabile è l’adozione del PDTA a livello regionale e in futuro a livello nazionale. Data ricevimento: 04/08/2015 13.39.34 domenica 27 settembre 2015 Primo Autore: Giorgio L Colombo . Page 15 of 50 ABSTRACT CONGRESSO SIFACT - Roma 2015 Abstract ammessi per la sessione POSTER ABSTRACT N°: 15 Tematica: 2 - Innovazione e governance Titolo: IL TRATTAMENTO DEL TROMBOEMBOLISMO VENOSO CON RIVAROXABAN IN ITALIA: VALUTAZIONE DI IMPATTO SULLA SPESA DEL SERVIZIO SANITARIO NAZIONALE Autori: A.Roggeri*, D.P.Roggeri*, V.Pengo° Affiliazioni: * ProCure Solutions, Economia Sanitaria, Nembro (BG), Italy. -- ° Clinica Cardiologica, Centro Trombosi, Università degli Studi di Padova (PD), Italy. Introduzione Il tromboembolismo venoso (TEV), che comprende trombosi venosa profonda (TVP) e embolia polmonare (EP), rappresenta la terza patologia più frequente e scopo: dopo la sindrome coronarica acuta e l’ictus. Il trattamento e la prevenzione del TEV attraverso un approccio farmacologico efficace ma semplificato con Rivaroxaban, non richiede un monitoraggio costante di specifici valori ematici. Rivaroxaban ha dimostrato di ridurre sia gli eventi tromboembolici che emorragici, senza necessità di monitoraggio dei valori ematici. Obiettivo della presente analisi è stato valutare l’impatto economico dell’utilizzo di rivaroxaban nel trattamento in acuto e nella prevenzione delle recidive di TEV ed EP in Italia. Materiali e Metodi: La terapia farmacologica e gli esiti clinici della sostituzione dello standard di terapia [eparine a basso peso molecolare (EBPM) e antagonisti della vitamina K [VKA)] nel trattamento del TEV sono stati stimati secondo la prospettiva del Servizio Sanitario Nazionale (SSN). Nella presente valutazione si è considerata una progressiva sostituzione della terapia con EBPM/VKA con rivaroxaban su un orizzonte temporale di 3 anni (22%, 25% e 27% nella TVP, e 12%, 16% e 20% nella EP). Gli esiti clinici sono stati stimati sulla base dei risultati degli studi clinici EINSTEIN, di confronto diretto rivaroxaban versus EBPM/VKA. Sono stati valorizzati i seguenti costi sanitari diretti: farmaci, ricoveri e specialistica. Risultati: La sostituzione parziale di EBPM/VKA con rivaroxaban nella TVP e nella EP è associata ad una riduzione di eventi (tromboembolismo sistemico ricorrente, sanguinamenti maggiori, eventi vascolari e mortalità). Questa riduzione di eventi, insieme alla assenza della necessità di monitoraggio nei pazienti trattati con rivaroxaban, ha portato ad un risparmio per il SSN nei primi 3 anni di circa €8,4 milioni nella TVP e di circa €3,2 milioni nella EP. A tali risparmi è inoltre associata una riduzione importante di giornate di degenza (circa 116.000 giornate di degenza nei 3 anni considerati nella TVP e più di 23.000 nella EP). Conclusione: La terapia semplificata nel trattamento del TEV con rivaroxaban, come confermato dagli studi clinici, può portare a significativi vantaggi in termini di eventi clinici evitati e di costi ad essi correlati. Inoltre, considerando l’assenza del monitoraggio tramite frequenti esami di laboratorio, l’incremento della spesa farmacologica del nuovo trattamento è completamente compensato portando, complessivamente, ad importanti risparmi per il SSN. Data ricevimento: 06/07/2015 17.46.02 domenica 27 settembre 2015 Primo Autore: Alessandro Roggeri Page 16 of 50 ABSTRACT CONGRESSO SIFACT - Roma 2015 Abstract ammessi per la sessione POSTER ABSTRACT N°: 21 Tematica: 2 - Innovazione e governance Titolo: ANDAMENTO CONTABILE DELLA SPESA FARMACEUTICA NEL I SEMESTRE 2015: LE CHIAVI DI LETTURA DEL FARMACISTA CLINICO A SUPPORTO DELLA DIREZIONE GENERALE. Autori: R. Moscogiuri*, P.Schiavone*, M.G.Dimaggio*, A Serio*, M.Dimatteo*, F.D’amico*, L.Brandi*. Affiliazioni: * Struttura Complessa Farmacia Ospedaliera -- ^ Unità di Controllo di Gestione -- ° ASL Taranto Introduzione La Regione Puglia con DGR n.867 del 29.04.2015 ha approvato il Documento di Indirizzo Economico Funzionale con la ripartizione 2014-2015 per le singole ASL. e scopo: Per la ASL di Taranto ha previsto un risparmio di 12.295.000 € sulla spesa farmaceutica e 6.383.000 € sulla spesa per dispositivi medici. A conclusione del I semestre 2015 la Regione ha richiesto al Direttore Generale un report per la spesa di beni e servizi nelle articolazioni aziendali ospedaliere e territoriali ed una puntuale relazione sugli scostamenti rilevati rispetto al I semestre 2014. Obiettivo del lavoro effettuato dalla Struttura Complessa di Farmacia Ospedaliera, è stato quello di disaggregare i dati di consumo dei vari Centri di Costo ed applicare chiavi di lettura analitiche agli scostamenti. Materiali e Metodi: L’analisi è stata effettuata a partire dai dati contabili contenuti nei report richiesti all’Unità di Controllo di Gestione contenenti tutti gli scarichi di magazzino effettuati dalla Farmacie per i Centri di Costo delle diverse Macrostrutture. I dati sono stati incrociati con altre informazioni riguardanti i dati della produzione, il dato proxy di ogni ATC, i consumi analitici di ogni struttura, i Piani Terapeutici e le dispensazioni contenuti nel data base regionale EDOTTO. Chiavi di lettura epidemiologiche sono state applicate ai dati amministrativi per qualificare gli scostamenti. Risultati: L’analisi degli scostamenti è stata effettuata sui 18 Conti Economici gestiti da 7 ospedali e 6 distretti. La spesa esaminata per gli ospedali ha riguardato 92 strutture di diagnosi e cura:53 (61% ) nell’ospedale di II livello, rispettivamente 11 (12%),11 (12%),14 (15%) nei 3 ospedali di I livello. Il Conto Economico con il maggiore scostamento in valore totale è stato quello dei medicinali: 34.892.599 € nel 2015 vs 31.146.143 € nel 2014 con una spesa incrementale del +23% nei Distretti e del + 21% negli Ospedali. Gli ATC L ( Antineoplastici ed immunomodulatori) e J (Antinfettivi generali per uso sistemico),rispettivamente: + 23%; +4%. Lo studio ha permesso di sviluppare una relazione esplicativa di ogni singolo scostamento, estrapolando la spesa per antivirali diretti per epatite C. Conclusione: Il lavoro effettuato rappresenta un esempio di sinergia fra la Farmacia Clinica e le Strutture Aziendali Amministrative. Le chiavi di lettura applicate per l’analisi ed il commento a corredo hanno fornito un irrinunciabile supporto alla Direzione Generale nell’articolato processo di qualificazione della spesa e comprensione di dinamiche di mobilità farmaceutica infraregionale. Data ricevimento: 02/09/2015 11.11.42 domenica 27 settembre 2015 Primo Autore: Rossella Moscogiur Page 17 of 50 ABSTRACT CONGRESSO SIFACT - Roma 2015 Abstract ammessi per la sessione POSTER ABSTRACT N°: 26 Tematica: 2 - Innovazione e governance Titolo: CURE PALLIATIVE DOMICILIARI: LA NUOVA FRONTIERA DELLA ASSISTENZA FARMACEUTICA PER UN MODELLO DI NUOVA SANITÀ INTEGRATA Autori: G.Bellavia, L.Argento, C.Lombardo, Z.Abbruscato, L.Sciarrino, R.Alonge, P.Savarino Affiliazioni: Dipartimento del Farmaco ASP AGRIGENTO SICILIA Introduzione Con D.A. del 8/5/09 l’Assessorato della Salute della Regione Sicilia ha approvato la organizzazione delle cure palliative, perseguendo la esigenza di implementare e scopo: all’interno dell’ADI, la assistenza domiciliare palliativa come attività essenziale, omogenea e flessibile su tutto il territorio. Materiali e Metodi: L’ASP di Agrigento con propria deliberazione, dopo avere esaurito la fasi prodromi necessarie all’avvio (verifica,accreditamento e convenzione delle ONLUS incaricate della assistenza) ha provveduto a realizzare un modello organizzativo che ha visto coinvolti il Dipartimento del Farmaco, i Distretti Sanitari di Base con le Unità Valutazione Palliative(UVP), la UOC-Hospice del PO di Agrigento (unica nella provincia), i MMG e i servizi sociali della Provincia. Tale equipe ha realizzato e condiviso un nuovo specifico Prontuario(PCP) per farmaci, presidi, ausili destinato ai medici palliativisti con relativo piano terapeutico e un piano assistenziale individualizzato(PAI) redatto dall’UVP destinato alle ONLUS per la presa in carico del paziente. Risultati: L’ASP di Agrigento, oggi, con i suoi 5 punti di assistenza farmaceutica, 3 Camere Bianche dotate di laboratori galenici, è in grado di erogare entro le 24h una complessa risposta integrata di prestazioni sanitarie che vanno dalla distribuzione diretta di farmaci/presidi all’allestimento di pompe elastomeriche (24/48/96 h; 4/7 giorni) con analgesici/oppiodi e preparazioni di tipo gelenico-magistrale personalizzate (cps di codeina fosf.+ASA; cps di codeina+caffeina; sol.os di morfina clor.+alcool95°+arancio amaro+acquadistillata+sciroppo zuccherino) ossia preparazioni non disponibili nella corrente produzione industriale ritenute necessarie e talvolta insostituibili con indiscutibili vantaggi per il paziente: uso sequenziale di farmaci analgesici, personalizzazione del dosaggio e forma. Conclusione: Il nuovo servizio rappresenta una importante risposta integrata sociale e terapeutica ai bisogni del paziente e della sua famiglia in una logica di gradazione delle attività assistenziale e di adeguamento alle necessità del malato. Data ricevimento: 07/09/2015 10.21.55 domenica 27 settembre 2015 Primo Autore: Luigi Argento Page 18 of 50 ABSTRACT CONGRESSO SIFACT - Roma 2015 Abstract ammessi per la sessione POSTER ABSTRACT N°: 30 Tematica: 2 - Innovazione e governance Titolo: INTRODUZIONE E AVVIO DELL’ATTIVITA’ DI IMPIANTO DELLE PROTESI COCLEARI IN ETA’ PEDIATRICA, COME PARADIGMA DI UN PERCORSO DI HTA Autori: E.Padovano*°, G.Giuliani*, S.Viganò*, S.K.Lai°, M.Bettio° Affiliazioni: * UOC Farmacia – Az.Osp. Istituti Clinici di Perfezionamento (ICP) – Milano --- ° Scuola di Specializzazione in Farmacia Ospedaliera di Milano Introduzione La ricerca tecnologica rende disponibili nuovi DM e nuove tecnologie sanitarie (TS), utili per migliorare la qualità dell’assistenza e della vita dei pazienti, ma con e scopo: un aumento dei costi a carico del Servizio Sanitario. E’ quindi indispensabile disporre di strumenti di valutazione e cosstruire dei percorsi per la selezione dei DM e delle TS da implementare con una corretta allocazione delle risorse economiche. L’HTA può essere lo strumento che permette di effettuare analisi multidisciplinari, in modo da fornire supporti decisionali per l’acquisto della tecnologia in esame, nel rispetto dei vincoli di bilancio. Si vuole qui rappresentare, il percorso seguito nella nostra Azienda, per introdurre il posizionamento degli impianti cocleari nei pazienti pediatrici affetti da sordità. Materiali e Metodi: Il responsabile del Dip. Chirurgico, osservando che nell’area Metropolitana di Milano non vi era nessuna A.O. che impiantasse protesi cocleari in età pediatrica, obbligando questi pazienti a rivolgersi a strutture periferiche o fuori regione, ha presentato richiesta in tal senso alla Comm. Disp. Medici e Diagnostici (CDM&D). La CDM&D, costituita dai direttori di dipartimento e da professionalità sanitarie e tecniche, ha redatto un report di miniHTA per la Direzione Aziendale, valutando il report HTA del ISS del 2009 e la letteratura esistente relativa agli aspetti di efficacia, sicurezza ed eticità di questi impianti, nonché gli aspetti di costo-efficacia. Sulla base di questo report la Direzione autorizzava l’avvio dell’attività. Risultati: In commercio erano presenti 3 sistemi di impianto cocleare: il Nucleus Cochlear Implant della Cochlear, il Clarion della Advanced Bionics e il Med-El della Medical Electronics. In comune avevano l’incorporazione di sistemi di trasmissione transcutanei per connettere l’hardware esterno con il ricevitore impiantato; differivano per tipo di elettrodo, stimolazione, collegamento tra la parte impiantata ed esterna e processamento del segnale. Il report orientava la scelta sul Nucleus Cochlear Implant, sulla base di caratteristiche tecniche ed economiche. Dal 2012 al 2014 sono stati effettuati 45 impianti, per una spesa complessiva (Kit interno+microprocessore esterno) di 870mila € e con ottimi risultati per tecnica chirurgica (nessun reimpianto sugli stessi pazienti) e funzionamento del DM. Conclusione: La copertura dei costi è stata effettuata tramite economie su altri DM al alto costo per la mancanza di specifiche risorse stanziate. Le regole di sistema Regionali impongono di non superare i tetti di spesa e di ridurla in specifici settori (DM) rispetto alla spesa storica, in contraddizione con le valutazioni di costo-efficacia che prevedono la possibilità di spostare le risorse allocate sui vari silos (farmaci, DM, ricoveri, ecc.). Questo approccio per la valutazione delle tecnologie sanitarie si scontra con le attuali rigidità dei bilanci delle Aziende Sanitarie. È quindi indispensabile un ripensamento su certi vincoli ed una maggior flessibilità da parte delle Regioni per i bilanci. Data ricevimento: 08/09/2015 10.58.19 domenica 27 settembre 2015 Primo Autore: Elettra Padovano Page 19 of 50 ABSTRACT CONGRESSO SIFACT - Roma 2015 Abstract ammessi per la sessione POSTER ABSTRACT N°: 32 Tematica: 2 - Innovazione e governance Titolo: LA CARTELLA CLINICA ELETTRONICA COME STRUMENTO PER MIGLIORARE L’APPROPRIATEZZA PRESCRITTIVA Autori: E.Omati, M.Sironi, M.Ruocco Affiliazioni: S.C. Farmacia, A.O. di Desio e Vimercate Introduzione Nell’ottica del governo clinico e del miglioramento continuo della qualità dell’assistenza è fondamentale prevenire gli eventi avversi associati all’uso e scopo: inappropriato di farmaci, non solo per tutelare la salute del paziente, ma anche per migliorare l’allocazione delle risorse del SSN. Tra le principali cause di tali eventi avversi vi sono le interazioni tra farmaci, fenomeno assai frequente come conseguenza delle polifarmacoterapie, dell’aumentata prevalenza di patologie croniche e dell’incremento dell’aspettativa di vita. L’obiettivo che ci si propone è di analizzare le prescrizioni farmacologiche del presidio di Vimercate al fine di implementare uno strumento informatico di rilevazione delle interazioni note, per prevenirne l’occorrenza, migliorando così l’appropriatezza prescrittiva. Materiali e Metodi: È stata condotta un’analisi retrospettiva sulle prescrizioni farmacologiche compiute da gennaio 2013 a novembre 2014 nel presidio di Vimercate. Tali prescrizioni sono state estratte dalla cartella clinica elettronica, Tabula Clinica, che costituisce l’evoluzione digitale della cartella clinica tradizionale e sono state consegnate a Medilogy, un’azienda di DS MediGroup che progetta e realizza soluzioni innovative per la salute. L’azienda, grazie al software Medidrug, ha esaminato per ogni ricovero tutte le combinazioni tra farmaci prescritti. Essa ha poi elaborato un report indicante tutte le interazioni farmacologiche note rilevate, con associate la frequenza e un indicatore di gravità. Risultati: Dall’analisi compiuta sono emerse 29.438 interazioni nel 2013 e 23.927 nei primi 11 mesi del 2014. Su un totale di 14841 e 14129 ricoveri si raggiunge una media di quasi 2 interazioni per ricovero. Esse sono state classificate in 4 classi con rilevanza clinica e documentale crescente, risultando così distribuite: 9% di classe A, 31% di classe B, 52% di classe C e 8% di classe D. Le classi terapeutiche maggiormente coinvolte nelle interazioni di classe D, interazioni clinicamente rilevanti, sono: J01 Antibatterici per uso sistemico, B01 Antitrombotici, C01 Terapia cardiaca, N05 Psicoanalettici e C03 Diuretici. Nello specifico, le interazioni di classe D più frequenti sono potassio-canrenone, warfarin-miniASA, levofloxacinaamiodarone, spironolattone-potassio e ibuprofene-warfarin. Conclusione: Alla luce dei risultati ottenuti, l’obiettivo che ora ci si pone è quello di implementare la cartella clinica elettronica con un sistema di alert che avvisi il medico, nel momento prescrittivo, delle possibili interazioni che potrebbero nascere tra i farmaci co-prescritti, oppure tra i farmaci appena prescritti e quelli che il paziente già assume, offrendo eventuali alternative. Questo tipo di avviso non sarà vincolante per il medico, che potrà comunque scegliere autonomamente la terapia che riterrà più opportuna, basandosi sui principi di efficacia clinica, di sicurezza e di appropriatezza. Data ricevimento: 09/09/2015 15.55.17 domenica 27 settembre 2015 Primo Autore: Elena Omati Page 20 of 50 ABSTRACT CONGRESSO SIFACT - Roma 2015 Abstract ammessi per la sessione POSTER ABSTRACT N°: 33 Tematica: 2 - Innovazione e governance Titolo: IL PAZIENTE CRONICO: IL PROFILO DI ASSISTENZA DEI PAZIENTI AFFETTI DA BPCO NELLA PROVINCIA AUTONOMA DI TRENTO Autori: L.Di Spazio*, M.Scillieri*, C.Fanizza^, A.D’ettorre^, M.Romero**, O.Capelli°, A.Guarnier*, S.Sforzin*, R.Brolis*, S.Demonti*, R.Nardelli*, A.Campomori* Affiliazioni: * Azienda Provinciale per i Servizi Sanitari, Trento, ^ Ex Fondazione Mario Negri Sud - S. Maria Imbaro (CH), ** Comitato Etico delle Province di Chieti e Pescara, ° Azienza USL Modena Introduzione Nonostante numerosi studi abbiano documentato la crescente rilevanza clinica ed economica della BPCO, si assiste alla scarsa disponibilità di stime sulla prevalenza e scopo: ed incidenza con conseguente difficoltà ad avviare processi programmatori a livello regionale e aziendale. L’obiettivo del progetto è quello di valutare l’andamento epidemiologico della BPCO nella provincia di Trento negli ultimi 10 anni e di indagarne il carico assistenziale ospedaliero e territoriale. Materiali e Metodi: È stato costituito un gruppo di lavoro multidisciplinare aziendale coordinato da un clinico pneumologo e supportato da un metodologo del Programma Governo Clinico dell’Azienda USL di Modena. Inoltre, si avvale della collaborazione di esperti nel campo della ricerca epidemiologica tra cui un’epidemiologa, un informatico e una biostatistica. Sono stati selezionati i pazienti di età ≥ 40 anni a partire dai dati delle SDO contenenti come diagnosi principale gli stessi codici ICD9-CM per BPCO impiegati dalla Regione Emilia Romagna per permettere un confronto al termine dello studio delle popolazioni. Utilizzando tecniche di recordlinkage, è stato possibile integrare i dati con quelli della Farmaceutica Territoriale e dell’ossigenoterapia. Risultati: Sono stati identificati 2183 pz (Maschi = 59%) con un’età media di ~ 78.9 anni (± 10.9). Il 44.1% è risultato affetto da 3 comorbilità, principalmente malattie del sistema circolatorio, seguite da malattie endocrine/metaboliche e da malattie dell’apparato respiratorio. La durata media del ricovero è stata di ~ 15 gg (±28.4) ed in media ogni paziente ha fatto 1.3 (±0.8) ricoveri. L’ 8.8% dei pz è stato ricoverato almeno una seconda volta entro 365 gg dal primo ricovero e l’1.5% entro 30 gg. Le stime di prevalenza variano tra lo 0.04-0.13% mentre quelle stima di incidenza tra lo 0.03-0.07%. Conclusione: Si tratta di dati preliminari che ci permettono di “fotografare” dal punto di vista epidemiologico il carico ospedaliero e di inquadrare la gravità e la gravosità di questi pazienti al fine di elaborare un percorso diagnostico-terapeutico in grado di conciliare una ottimale assistenza sanitaria ed una spesa sostenibile. Data ricevimento: 09/09/2015 16.01.47 domenica 27 settembre 2015 Primo Autore: Lorenzo Di Spazio Page 21 of 50 ABSTRACT CONGRESSO SIFACT - Roma 2015 ABSTRACT N°: 38 Abstract ammessi per la sessione POSTER Tematica: 2 - Innovazione e governance Titolo: ACCESSO ANTICIPATO AI FARMACI ANTIVIRALI AD AZIONE DIRETTA (DAAS) PER IL TRATTAMENTO DELL’EPATITE CRONICA C NEL POLICLINICO S.ORSOLA-MALPIGHI DI BOLOGNA Autori: D.Grilli*, P.Juric°, F.Locchi°, B.Lotito°, M.Morotti*, C.Puggioli* Affiliazioni: * Farmacia Clinica, Azienda Ospedaliero-Universitaria S.Orsola-Malpighi, Bologna -- ° Investigational Drug Service (IDS), Farmacia Clinica, Azienda Ospedaliero-Universitaria S.Orsola-Malpighi, Bologna Introduzione La terapia dell’epatite cronica da HCV si è modificata negli anni verso regimi terapeutici sempre più efficaci e sicuri. Dall’impiego di interferone (IFN) alfa in e scopo: monoterapia si è passati alla duplice terapia costituita da peg-IFN alfa e ribavirina (RBV), ma lo scenario terapeutico si è completamente modificato con la disponibilità dei nuovi DAAs che hanno dimostrato di essere efficaci in oltre il 90% dei casi. Tenuto conto delle opportunità terapeutiche rappresentate dai nuovi DAAs e dalla necessità di garantire l’accesso alle cure per i pazienti più critici, le Agenzie Regolatorie hanno definito raccomandazioni e specifici criteri di accesso ai programmi di uso terapeutico (UT) che prevedono la fornitura gratuita di farmaci non ancora reperibili in commercio per i pazienti più gravi. Materiali e Metodi: Per accedere all’ uso terapeutico è necessario che il clinico richiedente ottenga la disponibilità alla fornitura gratuita da parte dell’Azienda produttrice del farmaco per singolo caso (uso nominale) o gruppo di pazienti (programma) e l’approvazione dal Comitato Etico (CE). Il farmaco viene fornito al reparto richiedente tramite l’IDS che si occupa, all’interno della Farmacia Clinica, della gestione, ricezione e transito di tutti i farmaci destinati ai pazienti coinvolti nelle sperimentazioni cliniche. Dal Database dell’IDS sono state analizzate le informazioni relative agli UT dei nuovi DAAs approvati dal CE da luglio 2011 ad aprile 2015: codice CE, parere CE, reparto richiedente, n°pazienti e farmaco richiesto. Risultati: Al CE sono pervenute 81 richieste di parere relative agli UT dei DAAs, per un totale di 267 pazienti e 297 trattamenti. In seguito all’approvazione del CE è stato possibile avviare al trattamento 257 pazienti, pari al 96%. Il CE ha espresso parere con procedura d’urgenza in 61 richieste pari al 75%. Gli schemi terapeutici dei 257 pazienti sono: 102 con sofosbuvir (SOF), 52 con Sovaldi® e daclatasvir (DACLA) +/- RBV, 29 con ABT-r, 23 con SOF e DACLA, 18 con SOF e simeprevir (SIM), 15 con DACLA e SIM, 9 con boceprevir, 6 con DACLA, 2 con SIM e 1 con DACLA e peg-IFN lambda-1a. Dopo la commercializzazione dei DAAs, è stato possibile valorizzare i costi delle terapie, con un risparmio di oltre 9,3 milioni di euro. Conclusione: Nell’ambito dei programmi per l’accesso anticipato ai DAAs il CE ha adottato una procedura accelerata per l’approvazione degli UT. L’IDS ha collaborato con il CE, i 5 centri prescrittori autorizzati e la Direzione Sanitaria per semplificare l’iter autorizzativo adottando un template dedicato per la richiesta del clinico e gestendo la ricezione del farmaco ed il monitoraggio dei resupplies in collaborazione con l’Azienda Produttrice. Queste modalità operative hanno reso possibile l’accesso tempestivo ai farmaci innovativi per il trattamento dell’HCV ad un elevato numero di pazienti (n°257) contribuendo in maniera significativa anche al contenimento della spesa a carico del SSN. Data ricevimento: 10/09/2015 10.31.57 domenica 27 settembre 2015 Primo Autore: Donatella Grilli Page 22 of 50 ABSTRACT CONGRESSO SIFACT - Roma 2015 Abstract ammessi per la sessione POSTER ABSTRACT N°: 40 Tematica: 2 - Innovazione e governance Titolo: ASSISTENZA FARMACEUTICA PER FARMACI INNOVATIVI NON COMMERCIALIZZATI IN ITALIA DESTINATI ALL’USO TERRITORIALE Autori: G.Bellavia, C.Lombardo, L.Argento, Z.Abbruscato, L.Sciarrino, P.Savarino, R.Alonge Affiliazioni: Dipartimento del Farmaco ASP Agrigento Introduzione Nell’ambito del servizio di assistenza farmaceutica per la continuità OspedaleTerritorio dell’ASP di Agrigento, è pervenuta da parte della U.O. di Pediatria e scopo: ARNAS-Palermo (centro Regionale Fibrosi Cistica) nel 2014 la richiesta di approvvigionamento del farmaco Kalydeco (Ivacaftor), destinato a un paziente pediatrico di 7 anni. Tale farmaco, indicato nel trattamento della fibrosi cistica in pazienti di età pari o superiore a 6 anni che hanno una delle seguenti gating (Classe III) nel gene CFTR al momento dell’inizio del trattamento non era presente nel prontuario regionale (PTORS) e non era commercializzato in Italia. Ciò ha determinato una serie di difficoltà oggettive legate a un complesso quadro normativo che di fatto impediva al bambino un libero accesso alla cura Materiali e Metodi: Infatti il D.M.11/02/97 regola l’importazione delle specialità registrate all’estero solo quando utilizzate in ambito ospedaliero, e non in ambito territoriale come nel caso trattato.Al fine di consentire al piccolo paziente di iniziare il trattamento in ambito territoriale senza alcun onere a proprio carico, il Dip.Farmaco sulla scorta della L.548/93, che regolamenta l’acquisto di tutti i farmaci necessari alla cura della fibrosi cistica, e della C. Ministeriale54/93, che disciplina la prescrizione e la erogazione di tutti i farmaci ritenuti necessari alle cure del paziente connesse alla specifica patologia, a giudizio responsabile di un Centro di riferimento regionale ospedaliero ha avviato un complesso iter procedurale per l’acquisto. Risultati: La richiesta di acquisto corredata quindi della autorizzazione sanitaria e della distanza di importazione da parte del Direttore U.O.Pediatria-ARNAS, secondo le indicazioni contenute nel D.M.11/02/1997 è stata evasa con successo, consentendo di fatto al paziente di iniziare il trattamento senza alcun onere di spesa. Conclusione: Il complesso iter tecnico-amministrativo affrontato, oltre a consentire la erogazione gratuita del farmaco, ha permesso al paziente di migliorare le proprie condizioni cliniche. La UOC di Farmacia ha inoltre provveduto ad inoltrare all’AIFA la richiesta di accesso al Fondo AIFA del 5%, così come previsto dalla legge 326/2003 comma 18/19 per il recupero della spesa sostenuta Data ricevimento: 10/09/2015 13.06.52 domenica 27 settembre 2015 Primo Autore: Cinzia Lombardo Page 23 of 50 ABSTRACT CONGRESSO SIFACT - Roma 2015 ABSTRACT N°: 41 Abstract ammessi per la sessione POSTER Tematica: 2 - Innovazione e governance Titolo: ANALISI DI MINIMIZZAZIONE DEI COSTI: PROTESI METALLICA URETERALE TERMOESPANDIBILE VS STENT URETERALI A DOPPIO J Autori: V.Gentile, I.Spedale, M.G.Tornaghi Affiliazioni: SC Farmacia Ospedaliera_Azienda Ospedaliera di Desio e Vimercate Introduzione Le stenosi ureterali dovute a compressione estrinseca da fibrosi retroperitoneale,da neoplasie o da stenosi iatrogene,si trattano con la e scopo: decompressione delle vie urinarie mediante posizionamento di drenaggio interno/esterno. I DM generalmente usati(stent DJ) hanno permanenza variabile per max 6 mesi,con necessità di sostituzione periodica dei DM impiantati per evitare problemi di incrostazione/ostruzione. Per ovviare le conseguenti problematiche dell’aumento dei costi di gestione, della riduzione del QALY dei pazienti e degli effetti biologici indesiderati, la Commissione DM dell’AO di Desio e Vimercate ha approvato l’introduzione di endoprotesi ureterali termoespandibili a lunga permanenza, effettuando un’analisi di minimizzazione dei costi, in considerazione anche dei valori DRG corrispondenti. Materiali e Metodi: E’ stata condotta l’analisi di minimizzazione dei costi proiettata a 5 anni del trattamento di stenosi ureterale per via percutanea mediante stent DJ(A) vs protesi a lunga permanenza(B), consultando il Controllo di Gestione, la Direzione Medica e il Clinico di riferimento. Sono stati valutati i costi sanitari diretti secondo la prospettiva aziendale di: 1°visita, prericovero, materiali per l’intervento, sala operatoria, degenza e visite postoperatorie al mese 1,3,9,21 secondo le indicazioni del clinico. Usando il DM A è stato considerato il costo di sostituzione(intervento+degenza) ogni 6 mesi. Per tali operazioni sono stati considerati i seguenti DRG: DRG 305 per l’inserimento ex-novo di A o B e DRG 321 per la sostituzione semestrale del DM A. Risultati: Nella valutazione economica a breve termine, il costo complessivo dell’intervento per il posizionamento di A, che richiede 1 gg di degenza, è di €1.349, mentre per l’impianto di B, che prevede 2 gg di degenza, il costo è pari a €3.394. Entrambi gli interventi afferiscono al DRG 305, con un rimborso di €2.857 per 1 gg di degenza(A) o di €3.810 per 2 gg di degenza(B). Pertanto, i valori dei DRG corrispettivi coprono i costi sanitari diretti in entrambi i casi. Nella valutazione a lungo termine bisogna considerare che A prevede una sostituzione semestrale, associata al DRG 321, con un rimborso di €194, non sufficiente a coprire la spesa complessiva di ogni singolo intervento(€1.401). La spesa delle 10 sostituzioni di A nei 5 anni, quindi, è pari a €14.010, a fronte del rimborso di €1.941 proveniente dal DRG. Conclusione: L’analisi ha evidenziato che il trattamento delle stenosi ureterali mediante stentDJ rappresenta una soluzione clinicamente subottimale, a causa delle necessarie sostituzioni e la conseguente riduzione del QALY dei pazienti, ma soprattutto economicamente svantaggiosa rispetto all’uso di protesi termoespandibili. Sebbene per l’acquisto di queste ultime si debba affrontare una spesa iniziale nettamente superiore, si delinea un risparmio a lungo termine, un guadagno in qualità di vita dei pazienti e diversi vantaggi sanitari/clinici. Inoltre, il confronto con i DRG mostra un dispendio per l’AO di circa€10.000/paziente trattato con stent DJ per lo sforamento dei rimborsi per le sostituzioni semestrali. Data ricevimento: 10/09/2015 13.20.49 domenica 27 settembre 2015 Primo Autore: Valeria Gentile Page 24 of 50 ABSTRACT CONGRESSO SIFACT - Roma 2015 ABSTRACT N°: 41 Abstract ammessi per la sessione POSTER Tematica: 2 - Innovazione e governance Titolo: IL FARMACISTA OSPEDALIERO NELLE SPERIMENTAZIONI CLINICHE: STANDARD DI QUALITÀ E SOSTENIBILITÀ ECONOMICA Autori: F.Tasca, F.Di Sarra, E.Berti, G.Busa, V.Damuzzo, S.Michielan, F.Paganelli, A.Parlantzas, A.Russi, M.Serena, A.C.Palozzo Affiliazioni: UOC Farmacia - Istituto Oncologico Veneto I.R.C.C.S. - Padova Introduzione La gestione dei farmaci oncologici, e in particolare quelli innovativi, richiede l’attivazione di procedure complesse, con un impegno multidisciplinare per la e scopo: valutazione degli aspetti clinici, farmaceutici, legislativi ed economici legati alla terapia. Negli IRCCS la ricerca è parte integrante del processo di assistenza al paziente e la farmacia ospedaliera contribuisce alla corretta conduzione dei trial clinici, oltre a promuovere studi in ambito farmaceutico, organizzativo ed epidemiologico. In particolare, nella gestione delle sperimentazioni sono stati sviluppati percorsi a garanzia delle GCP e GMP e valutate le componenti economiche dei trattamenti profit e non profit. Materiali e Metodi: La farmacia dell'Istituto Oncologico Veneto segue una procedura di gestione del farmaco sperimentale che comprende le fasi di ricezione, stoccaggio, verifica dell'appropriatezza, allestimento, distribuzione, compliance e monitoraggio. Attraverso la cartella clinica informatizzata Oncosys e il programma Qlik sono stati registrati ed estratti i dati dei protocolli sperimentali in corso nel periodo gen2014giu2015, confrontando i costi per il SSN della stessa terapia con i farmaci già in commercio. E' stata focalizzata l'attenzione sul trattamento del carcinoma mammario, che costituisce per lo IOV il maggior impatto economico (19,4% dei pazienti totali). Risultati: Attraverso la valutazione interna dei requisiti qualitativi ed un opportuno piano di miglioramento, è stato ottenuto un processo di gestione del farmaco ottimale sia per l'organizzazione logistica dei trial clinici che per l'attenzione verso le esigenze del paziente. Nel periodo considerato sono stati trattati 7211 pazienti di cui 1400 con carcinoma mammario. L'analisi è stata effettuata su 12 protocolli sperimentali in aperto di fase 2/3 che comprendono la somministrazione di 13 farmaci, di cui 7 ad alto costo, a 64 pazienti arruolati. Dai dati estratti si evince che la spesa farmaceutica che l'Istituto avrebbe dovuto sostenere per il trattamento dei pazienti coinvolti nelle sperimentazioni ammonta a circa 2,3 milioni di euro, rispetto a 8,8 milioni di euro spesi per le terapie standard. Conclusione: L'utilizzo di terapie innovative riveste un ruolo fondamentale nell'attività di un IRCCS, per cui si rendono necessarie misure di governo clinico che permettano la sostenibilità della spesa pubblica. Il processo di miglioramento continuo deve essere messo in atto a piccoli passi e comprende la standardizzazione delle procedure. La razionalizzazione dell’uso dei medicinali ha contribuito a ottenere per lo IOV la certificazione del sistema di Gestione Qualità UNI EN ISO 9001:2008 e il prestigioso titolo europeo di “Comprehensive Cancer Center” dell’OECI (Organization of European Cancer Institutes). Data ricevimento: 11/09/2015 0.59.23 domenica 27 settembre 2015 Primo Autore: Francesca Tasca Page 25 of 50 ABSTRACT CONGRESSO SIFACT - Roma 2015 Abstract ammessi per la sessione POSTER ABSTRACT N°: 51 Tematica: 2 - Innovazione e governance Titolo: I FARMACI BIOSIMILARI COME IMPORTANTE OPZIONE TERAPEUTICA NEI PAZIENTI NAIVE: ANDAMENTO DELLE ERITROPOIETINE IN ASL MILANO Autori: R.Langfelder*, L.Migliavada*, P.Delsole° Affiliazioni: * SSD Governo della Farmaceutica, ASL Milano --- ° Scuola Specializzazione Farmacia Ospedaliera Milano Introduzione Le eritropoietine sono state tra primi farmaci che hanno visto l’ingresso sul mercato del biosimilare, incrementando le opportunità di scelta terapeutica da parte del e scopo: clinico prescrittore. L’impiego potenziale del biosimilare, anche se in un contesto prescrittivo limitato, è importante soprattutto in quelle patologie di lungo corso come le patologie renali croniche, al fine di liberare risorse da destinare ad altre terapie altrettanto indispensabili. Materiali e Metodi: Obiettivo del presente lavoro è valutare l’impatto del farmaco biosimilare sulla prescrizione in entrambi i setting di prescrizione, ospedale e territorio, per i pazienti affetti da insufficienza renale cronica. E’ stata, quindi, condotta un’analisi dei pazienti che hanno ricevuto nel 2013 prescrizioni in file F per eritropoietina. Dal campione individuato, sono stati eliminati i pazienti oncologici selezionando solo i naive nefrologici. Del campione finale rilevato, è stato analizzato il profilo prescrittivo in regime convenzionale e verificato l’eventuale e successivo shift terapeutico fra orginator/biosimilare e viceversa e/o quello fra originator nel primo semestre 2014. Risultati: L’analisi di tutti i pazienti con prescrizioni, da parte dello specialista, per eritropoietine nel 2013 ha permesso di identificare come pazienti naive 982 soggetti. Di questi, solo il 4% ha ricevuto la prescrizione per il biosimilare, il 10% prescrizione per eritropoietina pegilata, il 30% per farmaci originator e il restante 56% per darboepoetina. L’analisi delle ricette spedite in regime di Servizio Sanitario Nazionale, ha rilevato l'andamento prescrittivo e l'eventuale shift terapeutico fra orginator/biosimilare. I pazienti con prescrizione per biosimilare, restano sempre col biosimilare nel successivo periodo esaminato, i pazienti con prescrizione per eritopoietina pegilata restano in terapia con lo stesso farmaco per il 93% dei casi, i pazienti con prescrizione per darboepoetina conservano la prescrizione anche sul territorio per il 99% dei soggetti. Per quanto riguarda invece i pazienti con prescrizione specialistica per orginator si rilevano, sul territorio, prescrizioni altalenanti fra darboepoetina e eritropoietina originator, inoltre un residuo 14% passa al biosimilare. Conclusione: L'analisi ha quindi dimostrato un impiego ancora molto marginale del biosimilare in ambito nefrologico, con uno scenario suddiviso fra eritropoietina a lunga durata d'azione (darboepoetina) e eritropoietina originator. Il potenziale di impiego del farmaco biosimilare ha, pertanto, un elevato margine di incremento, soprattutto se consideriamo che ha un prezzo mediamente inferiore del 30% rispetto al farmaco originator, a garanzia anche della sostenibilità economica in un contesto di razionalizzazione della spesa pubblica. Data ricevimento: 15/09/2015 domenica 27 settembre 2015 Primo Autore: Renata Langfelder Page 26 of 50 ABSTRACT CONGRESSO SIFACT - Roma 2015 Abstract ammessi per la sessione POSTER ABSTRACT N°: 2 Tematica: 3 - Stewardship antimicrobica Titolo: APPROPRIATEZZA DELLA PROFILASSI ANTIBIOTICA IN CHIRURGIA: MONITORAGGIO DELL’APPLICAZIONE DEL PROTOCOLLO AZIENDALE NELL’ULSS 15 ALTA PADOVANA Autori: Silvestri Elena*, Rampazzo Roberta*, Pedrini Antonella*, Mara Carraro°, Bisetto Francesco° Affiliazioni: *Servizio di farmacia Ospedale di Camposampiero ASL 15 Alta Padovana -- ° Direzione Medica Ospedale di Camposampiero ASL 15 Alta Padovana Introduzione La profilassi antibiotica nella chirurgia di elezione e’ uno degli interventi efficaci per ridurre le infezioni della ferita chirurgica. Sulla base delle Linee guida nazionali e e scopo: internazionali, su mandato della Direzione Aziendale un gruppo multidisciplinare ha redatto e diffuso un protocollo di profilhttp://wassi antibiotica perioperatoria nell’adulto. Per favorirne l’applicazione e il mantenimento nel tempo e' stato realizzato un programma informatizzato della lista operatoria e la farmacia ospedaliera ha predisposto la consegna di kit pre-confezionati di antibiotico per singolo paziente. Scopo del presente lavoro e’ valutare l’aderenza al protocollo in termini di: - antibiotico prescritto, - timing di somministrazione, - utilizzo di dosi intraoperatorie, - durata della profilassi Materiali e Metodi: Nel mese di Aprile 2014 sono stati analizzati tutti i pazienti sottoposti ad intervento chirurgico di elezione nel Presidio Ospedaliero di Camposampiero. Le informazioni raccolte attraverso una scheda raccolta dati ad hoc sono state inserite ed elaborate attraverso il programma Access. Per ogni intervento sono stati consultati: cartella clinica (grafica di terapia e lettera di dimissione), atto operatorio e cartellino anestesiologico. Risultati: Sono stati analizzati 456 pazienti. Il 66% dei pazienti ha eseguito profilassi e di questi il 69% per via endovenosa e il 31% per via orale. Il timing della somministrazione e’ stato rispettato nel 30% dei casi nella somministrazione ev e nel 41% dei casi nella somministrazione orale; mentre, rispettivamente, nel 65% e 43% il dato non era rilevabile dalla documentazione clinica.L’aderenza al protocollo (e farmaco e dose)è stata dell’80%.Rispetto ai 16 interventi che richiedevano una somministrazione intra-operatoria, solo in 4 casi il dato è stato registrato.Ha seguito il protocollo il 31,7% dei pazienti ricevendo una sola dose preoperatoria e nel 31,4% dei casi la profilassi si e' conclusa entro 24 ore, mentre nei restanti casi si e’ prolungata, variamente,fino a 10 giorni. Conclusione: Nonostante l’aderenza al protocollo (farmaco e dose) possa ritenersi buona, sono state rilevate importanti criticita’ rispetto durata complessiva della profilassi,all’utilizzo delle dosi intraoperatorie e una carente registrazione nella documentazione sanitaria. Dato l’elevato numero di sanitari coinvolti e la complessita’ dell’organizzazione dell’area chirurgica, un monitoraggio strutturato, l’obbligo di registrare tramite programma informatizzato collegato alla lista operatoria e alla consegna dei kit personalizzati di antibiotico sono scelte organizzative che contribuiscono ad aumentare l’adesione al protocollo stesso e che facilitano l’indispensabile monitoraggio periodico . Data ricevimento: 31/08/2015 18.21.06 domenica 27 settembre 2015 Primo Autore: Elena Silvestri Page 27 of 50 ABSTRACT CONGRESSO SIFACT - Roma 2015 Abstract ammessi per la sessione POSTER ABSTRACT N°: 24 Tematica: 3 - Stewardship antimicrobica Titolo: L’OBIETTIVO DELLA PROFILASSI CHIRURGICA APPROPRIATA NELLA SCHEDA DI VALUTAZIONE DEI DIRIGENTI: L’IMPORTANZA DEGLI STUDI DI FARMACOUTILIZZAZIONE Autori: A.Serio, M.G.Dimaggio, P.Schiavone, R.Moscogiuri Affiliazioni: Struttura Complessa Farmacia Ospedaliera ASL Taranto Introduzione Tra i goal perseguiti dalla Farmacia Ospedaliera del Presidio Centrale di Taranto vi è l’uso razionale di antibiotici; a tal fine vengono periodicamente effettuati studi di e scopo: farmacoutilizzazione per verificare se sono rispettate le best practice che da tempo si cerca di implementare e suggerire alla Direzione Generale misure più efficaci per garantire l’aderenza. Materiali e Metodi: Lo studio consiste in un’analisi retrospettiva delle richieste personalizzate riguardo l’uso di antibiotici pervenute alla farmacia dai vari reparti chirurgici del presidio ospedaliero nel I trimestre del 2015. I consumi degli antibiotici nei reparti in esame sono stati riportati in apposite tabelle. Il principio attivo di riferimento è la Cefazolina nella dose di 2 g e.v. in profilassi “short term”. E’ stato inviato un report alla Direzione Strategica con le proposte per implementare l’inversione dei comportamenti. Risultati: Sono state esaminate 2.413 richieste nominative del I trimestre provenienti da: Chirurgia Generale 17,60%, Neurochirurgia 13,30%, Urologia 3,50%, Chirurgia Vascolare 2,82%, Ortopedia 11%, Cardiochirurgia 4,50%, Otorinolaringoiatria (ORL) 2,45%, Ostetricia e Ginecologia 18,70%, Oculistica 3,23%. La Cefazolina viene utilizzata come prima scelta nella profilassi chirurgica (short term) solo nei reparti di Ostetricia, Chirurgia Vascolare, Ortopedia e Oculistica. Gli stessi reparti non sono aderenti per la durata della terapia che è di due gg.. Per tutti gli altri reparti si evidenzia una durata media di trattamento antibiotico che va dai 3 ai 5 giorni. Le Cefalosporine di III^ generazione sono quelle maggiormente richieste, seguite dai carbapenemici e dalla colistina (Polimixine). I reparti Conclusione: I risultati dello studio condotto dalla Farmacia Ospedaliera, hanno indotto la Direzione Generale ad inserire l’obiettivo della profilassi chirurgica appropriata nelle schede di budget per la valutazione dei dirigenti. Data ricevimento: 02/09/2015 17.38.20 domenica 27 settembre 2015 Primo Autore: Annalia Serio Page 28 of 50 ABSTRACT CONGRESSO SIFACT - Roma 2015 ABSTRACT N°: 28 Abstract ammessi per la sessione POSTER Tematica: 3 - Stewardship antimicrobica Titolo: UN SEMPLICE INDICATORE PER IL MONITORAGGIO DELL’ADESIONE ALLA DISINFEZIONE RAPIDA DELLE MANI CON SOLUZIONI IDROALCOLICHE Autori: G.Giuliani°, S.Barbi*, R.Rivolta*, E.Padovano*°, M.Poci^, S.K.Lai° Affiliazioni: * UOC Farmacia – Az.Osp. Istituti Clinici di Perfezionamento (ICP) – Milano -- ° Scuola di Specializzazione in Farmacia Ospedaliera di Milano -- ^ Farmacia di comunità Introduzione La prevenzione dell’insorgenza di infezione nei pazienti ospedalizzati, si fonda principalmente sull’igiene delle mani del personale medico ed infermieristico e scopo: addetto all’assistenza. Il lavaggio delle mani, rappresenta, la misura più importante per prevenire la diffusione delle infezioni. Le soluzioni idroalcoliche presenti nei reparti, nei dispenser a muro, sui carrelli infermieristici e in tasca agli operatori addetti al trasporto dei pazienti, rappresentano un sistema rapido per la riduzione della carica batterica dalle mani. Nell'ambito delle strategie volte al contenimento delle infezioni correlate all’assistenza, che hanno visto una fase preliminare di sensibilizzazione di tutto il personale sanitario, si è deciso, in ambio CIO, di monitorare l’adesione reale a queste procedure. Materiali e Metodi: Sono stati utilizzati i dati di consumo dei vari formati di soluzioni idroalcoliche per le mani degli anni 2013 e 2014, aggregate per Unità Operativa e per Dipartimento, sommando i singoli volumi per esprimere il dato in litri di soluzione idroalcolica. Dal datawarehause aziendale sono stati estratti per ciascuna UO il numero di giornate di degenza complessive per gli anni indicati. Il dato calcolato è stato quindi espresso in litri di prodotto per 100 giornate di degenza, che consente quindi un facile confronto verticale nel tempo ed orizzontale tra le diverse UO. Dalla letteratura sono stati invece ricavati i dati indicativi per un utilizzo ottimale (OMS), valutabile intorno ai 2 litri per 100 giornate di degenza. Risultati: I dati del 2014 riferibili a 59 Unità Operative per tutta l’Azienda Ospedaliera, con 201.552 giornate di degenza, sono stati di 2107 litri di sol. idroalcolica pari a 1,05 litri per 100 giornate di degenza, con un incremento nei consumi del 19% rispetto al 2013. Solo in 9 UO su 59 (15%) si è registrato un consumo di soluzione idroalcolica pari o superiore ai limiti indicati dall’OMS ed erano prevalentemente reparti critici e di terapia intensiva. Su base dipartimentale, solo il Dip. Pediatrico e l’area omogenea di Anestesia e Rianimazione che hanno evidenziato rispettivamente 3,0 e 8,9 litri per 100 giornate di degenza hanno superato i valori di riferimento, mentre in tutti gli altri dipartimenti il dato è stato inferiore, ma sempre con un maggior nei consumi rispetto all’anno preceden Conclusione: L’insieme dei risultati segna un incremento nell’uso di queste soluzioni rispetto all’anno precedente, con particolare riferimento alle aree critiche, documentando di fatto una più ampia sensibilizzazione del personale sanitario per questa procedura preventiva. Da un punto di vista quantitativo, se il dato è soddisfacente per le aree critiche e la pediatria, non lo è per le aree medica, chirurgica e ortopedica. L’indicatore utilizzato è comunque facile da determinare e si presta bene per un monitoraggio nel tempo dell’adesione alla procedura dell’antsepsi rapida delle mani.Infatti per l’anno in corso questo indicatore sarà utilizzato, nell’ambito di un progetto di miglioramento aziendale Data ricevimento: 08/09/2015 10.46.41 domenica 27 settembre 2015 Primo Autore: Gianemilio Giuliani Page 29 of 50 ABSTRACT CONGRESSO SIFACT - Roma 2015 ABSTRACT N°: 29 Abstract ammessi per la sessione POSTER Tematica: 3 - Stewardship antimicrobica Titolo: IL MONITORAGGIO DELL’IMPIEGO DEGLI ANTIBIOTICI NELL’AMBITO DI UN PROGRAMMA DI STEWARDSHIP ANTIMICROBICA Autori: G.Giuliani*, R.Rivolta*, S.Barbi*, E.Padovano*°, M.Bettio°, M.Poci^ Affiliazioni: * UOC Farmacia – Az.Osp. Istituti Clinici di Perfezionamento (ICP) – Milano --- ° Scuola di Specializzazione in Farmacia Ospedaliera di Milano -- ^ Farmacia di comunità Introduzione L'uso eccessivo ed inappropriato, di antibiotici e la scelta di terapie con dosaggi e regimi posologici non in linea con le loro caratteristiche farmacocinetiche e e scopo: farmacodinamiche, sono tra le maggiori cause dello sviluppo di resistenze agli antibiotici utilizzati in ambito ospedaliero. Il lavoro descrive il metodo concordato in ambito CIO, attraverso il quale la farmacia produce specifici indicatori semestrali pubblicati sulla intranet, sul consumo di antibiotici, per ciascuna unità operativa, espressi in DDD per 100 giornate di degenza (BD) e rapportati ai dati nazionali ed europei, al fine di sensibilizzare i prescrittori delle UO ad un uso responsabile ed appropriato degli antibiotici, mirato all'efficacia delle terapie e alla riduzione del rischio di sviluppo di resistenze. Materiali e Metodi: I dati di consumo degli antibioti (ATC=J01) su base semestrale, vengono estratti dal gestionale di farmacia e riferiti alle specifiche UO mediante aggregazione dei CdC. I dati di consumo per specialità farmaceutica, vengono trasformati in N° di DDD e aggregati per molecola e via di somministrazione, mediante un applicativo Access, attraverso il collegamento univoco (AIC) ad una tabella di trasformazione opportunamente predisposta. Dal datawarehause aziendale, vengono acquisiti i dati di attività di ciascuna UO, mediante importazione dei ricoveri, delle giornate di degenza, e dei valori di DRG prodotto per ciascuna UO. I dati di confronto vengono invece recuperati dalla letteratura. Risultati: I dati archiviati, elaborati su base annua vengono rapportati agli anni precedenti. L’ultimo dato disponibile è l’anno 2014, che evidenzia un consumo complessivo di antibiotici nelle 46UO degli ICP, di 82,1 DDDx100BD, con un incremento del 7% rispetto all’anno precedente e del 17% rispetto al dato di partenza del 2010. Il dato è leggermente inferiore a quello nazionale, ma di molto superiore rispetto alla media europea (54 DDDX100BD). Entrando nel dettaglio delle categorie maggiormente sotto osservazione, si evidenza in termini di DDDx100BD e relativa variazione rispetto al 2010, per i carbapenemi 2,80 (-31%), per i fluorochinoloni 15,61 (+17%) e per i glicopeptidi 2,63 (+30%). Sono invece in progressivo incremento come DDDX100BD, tigeciclina e daptomicina, stazionario il linezolid. Conclusione: I risultati evidenziano un progressivo incremento medio nell'utilizzo degli antibiotici a parità di giornate di degenza, dal 2010 ad oggi che è in linea rispetto ai dati di letteratura disponibili per il nostro Paese. Mentre si registra con favore la riduzione nel consumo di carbapenemi, frutto anche di una costante opera di informazione circa la necessità di risparmiare questi antibiotici dal rischio di resistenza, l'osservazione di un incremento per i fluorochinoloni, per i glicopeptidi e l’aumentato ricorso agli antibiotici di recente introduzione (tigeclina e daptomicina), conferma la necessità di proseguire a livello di CIO nell'attività di informazione e monitoraggio delle terapie. Data ricevimento: 08/09/2015 10.52.31 domenica 27 settembre 2015 Primo Autore: Gianemilio Giuliani Page 30 of 50 ABSTRACT CONGRESSO SIFACT - Roma 2015 Abstract ammessi per la sessione POSTER ABSTRACT N°: 25 Tematica: 4 - Malattie rare e farmaci orfani Titolo: DATABASE PER LA GESTIONE PAZIENTI CON MALATTIE RARE PRESSO LA USL4 PRATO: PANORAMICA AD APRILE 2015 Autori: C.Galloni, M.C.Burla, S.Mazzoni, I.Mercaldo, C.Sgromo, P.Arzilli, M.Bonuccelli, V.Cappellini, C.Ceccarelli, E.Landi, F.Lorusso, A.L.Marigliano, M.Pittoru, M.Puliti, F.Rimoli, S.Toccafondi, I.Zingarini Affiliazioni: Az. USL4 Prato UOC Farmaceutica e Politiche del Farmaco Università degli Studi di Firenze - Scuola di Specializzazione in Farmacia Ospedaliera Introduzione Le malattie rare (MR), per definizione, si presentano con una frequenza inferiore a 5/10.000 abitanti. In Italia queste malattie colpiscono circa 2 milioni di persone e la e scopo: principale normativa di riferimento è il DM 279/2001 che istituisce la rete delle MR ed il registro relativo. A livello regionale la Toscana si è dotata di un registro proprio e ha emanato alcune delibere per favorire l’accesso alla diagnosi e alla cura. Vista la complessità nella gestione delle MR, abbiamo creato un archivio aziendale per effettuare velocemente sia analisi sulle diverse patologie che sul consumo di farmaci. Materiali e Metodi: I dati sono stati ottenuti analizzando tutti i piani terapeutici pervenuti presso lo sportello di Distribuzione Diretta dell’U.O.C. Farmaceutica della USL4 Prato. Il farmacista verifica che ognipiano terapeutico riporti correttamente l'anagrafica del paziente, l'esenzione per patologia ed il centro prescrittore. L’archiviazione è avvenuta sia in formato digitale, tramite apposito database Excel, sia sotto forma di archivio cartaceo in modo da agevolare l’estrapolazione dati e individuare la terapia da erogare in Distribuzione Diretta. E’ stata inoltre valutata la registrazione dell’esenzione all’interno del programma di anagrafica aziendale HOMBREZ. Risultati: Ad aprile 2015 i pazienti inseriti in archivio risultano 118. La distribuzione maggiore si riscontra tra le pazienti di sesso femminile (55%) rispetto al sesso maschile (45%). La maggioranza delle MR certificate sono raggruppabili in 4 categorie: MALATTIE DEL SISTEMA NERVOSO E DEGLI ORGANI DI SENSO (30%); MALATTIE DEL SISTEMA OSTEOMUSCOLARE E DEL TESSUTO CONNETTIVO (22%), MALATTIE DELLE GHIANDOLE ENDOCRINE, DELLA NUTRIZIONE, DEL METABOLISMO E DISTURBI IMMUNITARI (19%) e MALATTIE DEL SANGUE E DEGLI ORGANI EMATOPOIETICI (10%). In particolare, i gruppi di malattie più rappresentative sono RM0120-Sclerosi Sistemica (23%), RF0100-SLA (14%), RCG040-Disturbi del Metabolismo e Trasporto AA (7%) e RDG010-Talassemie (7%). Conclusione: Il monitoraggio dell’appropriatezza delle terapie delle MR è essenziale per instaurare una collaborazione attiva coi Medici Specialisti e garantire al paziente il miglior trattamento possibile. Esistono comunque delle criticità. Infatti dalla compilazione del database è emerso che circa il 18% delle esenzioni riportate nei Piani Terapeutici non risulta inserito nell’anagrafica aziendale. Questo può rendere più complessa l’individuazione dei pazienti affetti da tali patologie e, di conseguenza, il monitoraggio delle terapie in atto ai fini di stima di prevalenza e costi correlati. Data ricevimento: 03/09/2015 15.25.58 domenica 27 settembre 2015 Primo Autore: Cristina Galloni Page 31 of 50 ABSTRACT CONGRESSO SIFACT - Roma 2015 Abstract ammessi per la sessione POSTER ABSTRACT N°: 5 Tematica: 5 - Terapie personalizzate in oncologia Titolo: STUDIO DI STABILITA’ CHIMICO-FISICA E MICROBIOLOGICA DI TERAPIE INIETTABILI DI METOTREXATO ALLESTITE IN DOSE PERSONALIZZATA PRESSO IL LABORATORIO ANTIBLASTICI DELLA FARMACIA DEL POLICLINICO S. ORSOLA-MALPIGHI DI BOLOGNA Autori: C.Bertipaglia, S.Restuccia, A.M.Guarguaglini, C.Orlandi, P.Fiacchi, C.Puggioli, A.Stancari Affiliazioni: Farmacia Clinica, Policlinico S.Orsola-Malpighi, Azienda Ospedaliero-Universitaria di Bologna Introduzione Dal 2007 l’allestimento delle terapie antiblastiche iniettabili, in quanto preparazioni galeniche magistrali sterili, è stato centralizzato presso laboratori dedicati della e scopo: Farmacia, secondo le NBP a garanzia di qualità e sicurezza. Il presente lavoro intende valutare la stabilità chimico-fisica e microbiologica di terapie iniettabili di metotrexato (MTX), allestite in dose personalizzata, a diverse concentrazioni e diluizioni, secondo gli schemi terapeutici in uso, rispetto alle limitate indicazioni della scheda tecnica con particolare riferimento alla stabilità dopo diluizione. L’obiettivo è ottenere dati a supporto di un’estensione della stabilità, per rispondere alle variabili della pratica clinica e consentire una migliore organizzazione nelle fasi di allestimento e somministrazione. Materiali e Metodi: Sono stati allestiti 5 campioni di MTX a diversa concentrazione partendo da Metotrexato Baxter sacca multidose 10mg/ml e Methotrexato® Pfizer flacone 25mg/ml, in bolo o diluiti con Elliot A ed Elliot B (rachicentesi), Sodio Cloruro 0,9%, Glucosio 5% ed elettroliti. Per l'analisi chimico-fisica, effettuata mediante tecnica HPLC a fase inversa con rilevatore UV-VIS, i campioni sono stati analizzati in triplo ai tempi 0,2,3,4,7,8,10 giorni e conservati tra 2-8°C. Per le prove di sterilità si è utilizzata la tecnica del Bact/ALERT 3D in grado di rilevare la presenza di microrganismi. I campioni sono stati analizzati in triplo al tempo 0 e dopo 10 giorni di conservazione a 2-8°C. Entrambe le metodiche sono state validate preliminarmente. Risultati: Per l'analisi chimico fisica si è posto come limite di degradazione 5%, così da garantire il titolo del farmaco >= 95%. La comparazione dei cromatogrammi relativi al giorno 0 con quelli dei giorni successivi ha evidenziato l'assenza di prodotti di degradazione da cui si può desumere qualitativamente la stabilità del composto. L'analisi dell'altezza dei picchi di MTX ha permesso di determinare la concentrazione del farmaco per ogni preparazione analizzata confermandone la stabilità fino a 10 giorni di conservazione tra 2-8°C. Nell'analisi microbiologica l'inoculo dei flaconi di BacT/ALERT ha evidenziato per tutte le soluzioni analizzate l'assenza di crescita microbica dimostrando un mantenimento della sterilità dall'allestimento (tempo 0) fino a 10 giorni di conservazione tra 2-8°C. Conclusione: I risultati degli studi di stabilità e sterilità hanno dimostrato che il farmaco MTX nelle diverse concentrazioni e diluizioni analizzate, allestite in asepsi e in condizioni standardizzate e controllate, è stabile e sterile tra 2-8°C, al riparo dalla luce, dal momento dell'allestimento almeno fino a 10 giorni. I dati ottenuti supportano la possibilità di estendere nella pratica clinica la validità delle preparazioni iniettabili di MTX rispetto alle indicazioni della scheda tecnica. Questa estensione potrebbe portare ad un significativo miglioramento dell' organizzazione del lavoro consentendo di gestire in tempi meno stringenti l'attività di allestimento e somministrazione delle terapie. Data ricevimento: 31/08/2015 11.30.01 domenica 27 settembre 2015 Primo Autore: Carolina Bertipaglia Page 32 of 50 ABSTRACT CONGRESSO SIFACT - Roma 2015 Abstract ammessi per la sessione POSTER ABSTRACT N°: 5 Tematica: 5 - Terapie personalizzate in oncologia Titolo: STRATEGIE PER MINIMIZZARE IL COSTO DELLE TERAPIE ONCOLOGICHE Autori: A.Russi, E.Berti, G.Busa, V.Damuzzo, F.Di Sarra, S.Michielan, F.Paganelli, A.Parlantzas, M.Serena, F.Tasca, A.C.Palozzo Affiliazioni: S.C. Farmacia Istituto Oncologico Veneto IRCCS Padova Introduzione La sostenibilità delle terapie anticancro è un problema centrale per i sistemi sanitari di tutto il mondo per il costo crescente delle terapie oncologiche, in e scopo: particolare di quelle di ultima generazione (target therapies). Una parte dei costi è dovuta ai mancati utilizzi di farmaco, generati per la necessità di personalizzare i dosaggi, e che ricomprendono sia gli scarti di preparazione per le terapie ev (scarsa stabilità, inefficienze organizzative), sia il mancato utilizzo delle dosi orali fornite ai pazienti. Materiali e Metodi: Nel periodo gen2014-ago2015, sono stati analizzati tutti i medicinali ev allestiti presso la Farmacia IOV che, per il loro confezionamento primario o per la scarsa stabilità, potevano dar luogo ad uno scarto di elevato impatto economico (Ipilimumab, Bevacizumab, Trastuzumab, Rituximab, Cetuximab, Panitumumab, Nab-Paclitaxel, Cabazitaxel, Bortezomib, Fotemustina, Eribulina). Per eseguire l’analisi si è utilizzata la cartella prescrittiva informatica (oncosys), il cui database è stato elaborato con l’applicativo Qlikview e strumenti di Office. Inoltre una analoga analisi è stata condotta per le terapie orali, con le restituzioni di dosi non utilizzate sia in corso di terapia (compliance/tossicità) sia a fine trattamento. Risultati: Nel periodo considerato, sono stati trattati con i farmaci ev 1.952 pazienti, corrispondenti a 14.489 trattamenti, per un costo complessivo di 21.939.751 euro. Le dosi esatte e i valori corrispondenti sono stati posti a confronto con quantità e valori degli scarichi di magazzino per il medesimo periodo. Lo scarto in valore così calcolato corrisponde complessivamente a 1.317.561 euro (il 6% circa). Il valore, calcolato anche per singolo prodotto, varia per caratteristiche dei pazienti, condizioni organizzative, stabilità nel tempo del prodotto e contenitore primario, anche per le terapie orali. Per queste ultime i dati sono stimati poiché non è stato possibile recuperare tutte le informazioni relative ai medicinali erogati a domicilio. Conclusione: Tenuto conto che lo scarto in un sistema non organizzato può essere del 10-20%, i risparmi ottenuti per le terapie ev può variare da 527.024 a 1.106.750 euro/anno, con valori paragonabili agli sconti ottenuti dal Risk Sharing dei registri onco-AIFA. I risultati sono frutto di una pianificazione che comprende la centralizzazione nelle preparazioni interaziendali, i drug day, i controlli di qualità e la distribuzione dei carichi di lavoro interdisciplinare. Quanto messo in atto presso la Farmacia IOV è alla base di standard, recepiti anche da provvedimenti regionali, che hanno posto le basi per la centralizzazione in farmacia delle preparazioni di antiblastici di tutte le farmacie del Veneto. Data ricevimento: 10/09/2015 10.17.57 domenica 27 settembre 2015 Primo Autore: Alberto Russi Page 33 of 50 ABSTRACT CONGRESSO SIFACT - Roma 2015 Abstract ammessi per la sessione POSTER ABSTRACT N°: 7 Tematica: 6 - Farmacia clinica Titolo: IL FARMACISTA DI DIPARTIMENTO (FDD) E IL PROGETTO OSMOLARITA': AGGIUNTA DI ELETTROLITI IN SACCA E COMPARSA DI FLEBITI CHIMICHE Autori: L.Virdis*, E.Cerutti°, C.Marengo°, A.Valenti**, F.Giraldi**, M.Rolfo**, A.Rizzo**, A.L.Gasco^ Affiliazioni: *Scuola Specializzazione Farmacia Ospedaliera-TO -- °SC Farmacia Ospedaliera AO Ordine MaurizianoTO -- **SC Chirurgia Generale ed Oncologia AO Ordine MAuriziano-TO -- ^Direttore SC Farmacia AO Introduzione E' pratica clinica comune la correzione del bilancio elettrolitico con aggiunta di elettroliti (E) concentrati alle soluzioni infusionali. Tali aggiunte determinano e scopo: aumento dell'osmolarità (osm) che, in via periferica (VP), può portare a complicanze locali: le flebiti chimiche. Le Linee Guida indicano come somministrabili per VP miscele nutrizionali (MN) con osm rappresentare un rischio per la comparsa di flebiti chimiche. Materiali e Metodi: La partecipazione al giro visita e la consultazione della cartella clinica informatizzata hanno permesso al FdD ed al team di infermieri di raccogliere i dati, riportarli in un database ed analizzarli con la consultazione degli RCP e di banche dati specifiche. Sono stati analizzati: - dati anonimizzati dei pazienti: età, sesso, BMI, precedente chemioterapia; - dati relativi all'accesso venoso: tipo di cannula, calibro, tempo di permanenza, sito di inserimento; - dati relativi all'infusione: volume ed osm del diluente e degli elettroliti, compatibilità c-f, ulteriori terapie irritanti; - dati relativi alle complicanze: presenza e grado di flebite; - appropriatezza della prescrizione nel rispetto delle indicazioni terapeutiche. Risultati: In 2 mesi si sono analizzate le terapie di 116 pazienti, per un tot di 558 infusioni. Al 22%di queste sono stati addizionati E concentrati. Dall'analisi della compatibilità cf, alcune aggiunte determinavano il superamento dei valori massimi consentiti di cationi bivalenti(Ca++). L'appropriatezza prescrittiva è stata valutata durante tutta la durata dello studio, grazie anche a consulenze dietologiche/nefrologiche. Dall'analisi dell'osm, 175 infusioni presentavano osm≥760mOsm/l, di queste 22>800mOsm/l. Su tutte le infusioni esaminate, l'incidenza di flebite è stata 11,1% ed il 54,3%della popolazione ha subito almeno un episodio flebitico. Il FdD ha avuto un ruolo importante nell'individuare, segnalare e fare correggere i casi di misprescribing, potenziali rischi per lo sviluppo di flebiti. Conclusione: Poichè non sempre le aggiunte effettuate in sacca assicurano la stabilità c-f della miscela finale, il FdD, sulla base della pratica clinica del reparto, ha elaborato tabelle di compatibilità che possano facilitare la prescrizione di E garantendo l'appropriatezza terapeutica. Il 48,4% delle flebiti di grado elevato è stato sviluppato da pazienti che ricevevano MN addizionate di E (osm>760mOsm/l). Una maggiore attenzione alle aggiunte nelle MN riduce i rischi per lo sviluppo di flebiti e riduce problemi assistenziali: interruzione della somministrazione di terapie, compromissione del patrimonio venoso, sviluppo di infezioni, prolungamento della degenza, stress e dolore per il paziente. Data ricevimento: 31/08/2015 10.34.41 domenica 27 settembre 2015 Primo Autore: Laura Virdis Page 34 of 50 ABSTRACT CONGRESSO SIFACT - Roma 2015 Abstract ammessi per la sessione POSTER ABSTRACT N°: 10 Tematica: 6 - Farmacia clinica Titolo: IL FARMACISTA IN UN AMBULATORIO POST-TRAPIANTO DI FEGATO: SINERGIA PROFESSIONALE CON L’EPATOLOGO. Autori: A.Nappi*, A.Miro°, V.Sorrentino*, M.Spatarella* Affiliazioni: * Farmacia Ospedale “Cotugno”, AORN dei Colli, Napoli. -- ° Dipartimento di Farmacia, Università degli Studi “Federico II”, Napoli. Introduzione L’epatite C cronica e la gestione della progressione della patologia, impattano fortemente sul SSN. In particolari casi, il ricorso al trapianto di fegato rappresenta e scopo: un’alternativa necessaria per la sopravvivenza. La presa in carico del paziente, nel post-trapianto, è indispensabile per intraprendere in maniera idonea, una terapia immunosoppressiva, per tutta la vita, al fine di evitare il rigetto d’organo. Il trapianto non si esaurisce con l’intervento chirurgico, ma continua nel percorso diagnosticoterapeutico successivo. Obiettivo di questo studio è evidenziare come il farmacista, in ambulatorio post-trapianto esprima la sua professionalità condividendo le scelte terapeutiche nell’interazione con il clinico. Il farmacista dopo aver analizzato dosaggi e tipologia delle terapie ed aver Materiali e Metodi: Dal 1 gennaio al 31 dicembre 2014 il farmacista, che ha affiancato il clinico responsabile dell’ambulatorio post-trapianto di fegato, ha creato un file, con password, nel rispetto della privacy, implementando in maniera prospettica gli accessi ambulatoriali mensili dei pazienti. Sono stati selezionati 84 pazienti trapiantati di fegato da infezione HCV. Il file conteneva: anagrafica, anni dal trapianto, terapia immunosoppressiva e concomitante, dosaggi, variazioni posologiche e una sezione per le analisi. Degli 84 pazienti, 32 erano in trattamento con Tacrolimus, per i quali sono state riportate le concentrazioni ematiche mensili e sono state analizzate le terapie concomitanti (consultando Micromedex). Sono state analizzate il n. di variazio Risultati: I 32 pazienti erano 24 maschi, 8 femmine, di età media: 60 anni. Dall’analisi delle terapie non si sono evidenziate interazioni farmacologiche significative, tranne in 6 pazienti. Il numero delle variazioni posologiche di Tacrolimus nel 2014, in relazione alla distanza dal trapianto, sono state: 1 per i pazienti trapiantati da 8 anni; 2 per quelli da 7; 3 per quelli da 5 e 6; 2 per quelli da 5, da 4 e 3; e 4 per quelli da 2. In relazione a tali variazioni, le concentrazioni ematiche di Tacrolimus dei 24 pazienti si sono mantenute nel range. I 6 pazienti con concentrazione al limite superiore, avevano in terapia omeprazolo(5), lansoprazolo(1), farmacologicamente interferenti, hanno subito una significativa variazione posologica. Conclusione: Più anni dal trapianto implicano una maggiore stabilizzazione del paziente e il clinico, al fine di contenere gli effetti collaterali, riduce gradualmente la dose degli immunosoppressori. Il Farmacista di reparto, aumenta le sue conoscenze sulla gestione della patologia concorrendo al raggiungimento degli obiettivi di ottimizzazione e personalizzazione delle terapie. Data ricevimento: 11/08/2015 14.36.57 domenica 27 settembre 2015 Primo Autore: Antonella Nappi Page 35 of 50 ABSTRACT CONGRESSO SIFACT - Roma 2015 Abstract ammessi per la sessione POSTER ABSTRACT N°: 17 Tematica: 6 - Farmacia clinica Titolo: ANALISI DELLA SEGNALAZIONE DI REAZIONI AVVERSE DA FARMACI EFFETTUATA DALLA U.O. FARMACEUTICA DELLA USL4 PRATO - PRIMO SEMESTRE 2015 Autori: C.Galloni, M.C.Burla, S.Mazzoni, I.Mercaldo, C.Sgromo, P.Arzilli, M.Bonuccelli, V.Cappellini, C.Ceccarelli, E.Landi, F.Lorusso, A.L.Marigliano, M.Pittoru, F.Rimoli, I.Zingarini, A.Anichini Affiliazioni: Az. USL4 Prato UOC Farmaceutica e Politiche del Farmaco; Università degli Studi di Firenze- Scuola di Specializzazione in Farmacia Ospedaliera Introduzione Il 02/07/2012 è diventata operativa la direttiva europea 2010/84/UE in materia di Farmacovigilanza (FV). Secondo stime della Commissione Europea il 5% degli e scopo: accessi in ospedale sono dovuti a reazioni avverse (ADRs) e il 5% dei pazienti già ricoverati presenta una ADR. Inoltre, le ADRs sono al quinto posto tra le cause di morte in ospedale. Pertanto, si è reso necessario intervenire sulle normative in vigore fondamentalmente, con cambiamenti che tendono ad aumentare l’efficacia, la rapidità e la trasparenza degli interventi di farmacovigilanza L’obiettivo di questo lavoro è stato analizzare le segnalazioni di ADRs pervenute nel primo semestre 2015 presso la USL4 Prato. Materiali e Metodi: Il sistema di segnalazione spontanea, prevede l’inserimento delle schede di ADRs all’interno della Banca Dati Ministeriale. Prima dell’inserimento il farmacista responsabile della Farmacovigilanza deve verificare la completezza delle schede di segnalazione ricevute dai vari reparti contattando, quando necessario, il segnalatore. Da ogni scheda sono stati raccolti: codice d’inserimento, data della sospetta ADRs, gravità, sesso ed età paziente, esito, specialità medicinale coinvolta, segnalatore ed eventuale follow-up. Risultati: Le segnalazioni spontanee di sospetta ADR pervenute e inserite nel database ministeriale nel periodo in esame sono 111. Il tasso di segnalazione risulta di 44 segnalazioni/100000 abitanti superando ampiamente il gold standard OMS (15/100000 nei 6 mesi). Le reazioni considerate gravi rappresentano il 21% sul totale, dato abbastanza vicino a quello stabilito dalle linee guida. La maggior parte delle segnalazioni si è verificata nella fascia di età over 65 (57%) e appartiene al sesso femminile (55%). Le segnalazioni sono pervenute per il 3% dai MMG, per il 92% dai medici ospedalieri e, per il 2% dai farmacisti sensibili al problema della FV. Conclusione: La collaborazione attiva e costante tra segnalatori e farmacisti responsabili della FV permette di sensibilizzare gli operatori sanitari verso una reale cultura della Farmacovigilanza. Data ricevimento: 02/09/2015 10.35.00 domenica 27 settembre 2015 Primo Autore: Cristina Galloni Page 36 of 50 ABSTRACT CONGRESSO SIFACT - Roma 2015 Abstract ammessi per la sessione POSTER ABSTRACT N°: 18 Tematica: 6 - Farmacia clinica Titolo: ANALISI DELLA SEGNALAZIONE DI REAZIONI AVVERSE DA FARMACI EFFETTUATA DALLA U.O. FARMACEUTICA DELLA USL4 PRATO – ANNO 2014 Autori: C.Galloni, M.C.Burla, S.Mazzoni, I.Mercaldo, C.Sgromo, P.Arzilli, M.Bonuccelli, V.Cappellini, C.Ceccarelli, E.Landi, F.Lorusso, A.L.Marigliano, M.Pittoru, F.Rimoli, L.Viligiardi, M.Puliti, A.Anichini Affiliazioni: Az. USL4 Prato UOC Farmaceutica e Politiche del Farmaco; Università degli Studi di Firenze- Scuola di Specializzazione in Farmacia Ospedaliera Introduzione Il 02/07/2012 è diventata operativa la direttiva europea 2010/84/UE in materia di Farmacovigilanza (FV). Secondo stime della Commissione Europea il 5% degli e scopo: accessi in ospedale sono dovuti a reazioni avverse (ADRs) e il 5% dei pazienti già ricoverati presenta una ADR. Inoltre, le ADRs sono al quinto posto tra le cause di morte in ospedale. Pertanto, si è reso necessario intervenire sulle normative in vigore fondamentalmente, con cambiamenti che tendono ad aumentare l’efficacia, la rapidità e la trasparenza degli interventi di farmacovigilanza L’obiettivo di questo lavoro è stato analizzare le segnalazioni di ADRs pervenute nell’anno 2014 presso la USL4 Prato. Materiali e Metodi: Il sistema di segnalazione spontanea, prevede l’inserimento delle schede di ADRs all’interno della Banca Dati Ministeriale. Prima dell’inserimento il farmacista responsabile della Farmacovigilanza deve verificare la completezza delle schede di segnalazione ricevute dai vari reparti contattando, quando necessario, il segnalatore. Da ogni scheda sono stati raccolti: codice d’inserimento, data della sospetta ADRs, gravità, sesso ed età paziente, esito, specialità medicinale coinvolta, segnalatore ed eventuale follow-up. Risultati: Nella provincia di Prato è presente la sola ASL4 con relativo presidio ospedaliero. Le segnalazioni spontanee di sospetta ADR pervenute e inserite nel database ministeriale sono 235. Il tasso di segnalazione risulta di 94 segnalazioni/100000 abitanti superando ampiamente il gold standard OMS (30/100000). Le reazioni considerate gravi rappresentano il 23% sul totale, dato abbastanza vicino a quello stabilito dalle linee guida. La maggior parte delle segnalazioni si è verificata nella fascia di età over 65 (43%) e appartiene al sesso femminile (59%). Le segnalazioni sono pervenute per il 3% dai MMG, per l’88% dai medici ospedalieri e, per il 6% dai farmacisti sensibili al problema della FV. Conclusione: La collaborazione attiva e costante tra segnalatori e farmacisti responsabili della FV permette di sensibilizzare gli operatori sanitari verso una reale cultura della Farmacovigilanza. Data ricevimento: 02/09/2015 10.38.56 domenica 27 settembre 2015 Primo Autore: Cristina Galloni Page 37 of 50 ABSTRACT CONGRESSO SIFACT - Roma 2015 Abstract ammessi per la sessione POSTER ABSTRACT N°: 19 Tematica: 6 - Farmacia clinica Titolo: ANALISI DELLA SEGNALAZIONE DEGLI EVENTI AVVERSI SUGLI ANTINEOPLASTICI (ATC L01) EFFETTUATA DALLA U.O. FARMACEUTICA DELLA USL4 PRATO Autori: C.Galloni, M.C.Burla, S.Mazzoni, I.Mercaldo, C.Sgromo, P.Arzilli, M.Bonuccelli, V.Cappellini, E.Landi, F.Lorusso, A.L.Marigliano, M.Pittoru, M.Puliti, F.Rimoli, S.Toccafondi, I.Zingarini, A.Anichini Affiliazioni: Az. USL4 Prato UOC Farmaceutica e Politiche del Farmaco; Università degli Studi di Firenze - Scuola di Specializzazione in Farmacia Ospedaliera Introduzione Il 02 luglio 2012 è diventata operativa la direttiva europea 2010/84/UE in materia di Farmacovigilanza. Secondo stime della Commissione Europea risulta che il 5% e scopo: degli accessi in ospedale sono dovuti a reazioni avverse (ADRs) e che il 5% dei pazienti già ricoverati presenta una ADR. Inoltre, le ADRs sono al quinto posto tra le cause di morte in ospedale. Pertanto, si è reso necessario intervenire sulle normative in vigore al fine di promuovere e proteggere la salute pubblica riducendo il numero e la gravità delle ADRs e migliorando l’uso dei medicinali attraverso diversi tipi di intervento. Questo approccio risulta particolarmente delicato nel campo oncologico, dove la tossicità dei farmaci antineoplastici rende a volte difficoltosa la gestione delle ADRs da parte dell’oncologo. Materiali e Metodi: Il farmacista responsabile della Farmacovigilanza ha verificato completezza delle schede di segnalazione ricevute dai vari reparti contattando, quando necessario, il segnalatore. Le schede sono state successivamente inserite nella Rete Nazionale (RNF). Sono stati poi estrapolati i dati delle ADRs da farmaci antineoplastici (ATC L01) relativamente al periodo gennaio – agosto 2015. Risultati: Nell’arco degli 8 mesi considerati sono state rilevate 18 ADRs (sulle185 totali). Le reazioni non gravi rappresentano il 94% del totale. Si sono risolti con miglioramento il 67% dei casi. La maggior percentuale dei pazienti apparteneva al genere maschile (67%) ed era distribuito nella fascia di età over 70aa (33%). Le reazioni più comuni sono state quelle a carico del sistema emolinfopoietico (39%) e di cute e sottocute (22%). Le classi di ATC livello 4 più segnalate sono state quelle degli inibitori delle tirosinkinasi (TKI) (44%) e degli anticorpi monoclinali (28%). Conclusione: I dati ottenuti mettono in evidenza come i farmaci maggiormente coinvolti nelle segnalazioni rientrino principalmente nel monitoraggio AIFA, e che quindi sia necessario un attento monitoraggio al fine di definire meglio il rapporto rischio beneficio dei farmaci oncologici. Data ricevimento: 02/09/2015 10.44.22 domenica 27 settembre 2015 Primo Autore: Francesco Rimoli Page 38 of 50 ABSTRACT CONGRESSO SIFACT - Roma 2015 Abstract ammessi per la sessione POSTER ABSTRACT N°: 20 Tematica: 6 - Farmacia clinica Titolo: LA FARMACIA DEL PRESIDIO OSPEDALIERO CENTRALE DI TARANTO E LA GESTIONE DI SOFOSBUVIR FRA APPROPRIATEZZA CLINICA ED ORGANIZZATIVA Autori: R. Moscogiuri*, P.Schiavone*, M.G.Dimaggio*, A.Serio*, M.Dimatteo*, F.D’amico*, L.Brandi*. Affiliazioni: * Struttura Complessa Farmacia Ospedaliera ASL Taranto Introduzione L’accesso al mercato di sofosbuvir per il trattamento dei pazienti con infezione da virus C è stato caratterizzato da approcci organizzativi regionali differenti. Alcune e scopo: realtà hanno stratificato con sufficiente anticipo la popolazione di pazienti da candidare al trattamento, altre, come la Puglia, hanno aspettato le decisioni di AIFA per le determinazioni conseguenti. Con DGR.N.2834 del 30/12/2014 la Regione Puglia ha operato la scelta di conferire la facoltà di prescrizione a tutti i centri precedentemente abilitati a prescrivere la triplice con telaprevir e boceprevir. Dalla DGR non è stato possibile ricavare una stima dei trattamenti per ogni singola azienda. Obiettivo del lavoro della Farmacia Ospedaliera è stato quello di sperimentare un approccio metodologico che conciliasse il rap Materiali e Metodi: Per avviare una richiesta d’acquisto di sofosbuvir conforme alla realtà epidemiologica aziendale, la Direzione del Servizio Farmaceutico Ospedaliero della ASL ha promosso l’insediamento di un Gruppo di Lavoro composto dalle figure interessate coordinando più incontri finalizzati allo scambio di informazioni e a stabilire accordi per garantire un servizio il più appropriato possibile. I clinici coinvolti hanno rappresentato i propri fabbisogni sulla scorta dei dati epidemiologici in loro possesso. La Farmacia ha organizzato un database per monitorare quotidianamente l’andamento evitando accumuli di confezioni. Risultati: La direzione del Servizio Farmaceutico Ospedaliero ha promosso, la formazione di un gruppo di lavoro composto dai responsabili dei 4 centri prescrittori aziendali individuati dalla Regione Puglia. Per i due centri del Presidio Centrale, Medicina e Malattie Infettive, responsabili del 90% delle prescrizioni, la Farmacia ha attivato un database, finalizzato inizialmente alla gestione razionale degli ordini di sofosbuvir e al monitoraggio del numero delle confezioni necessarie. Al 5/08/2015 nel database erano presenti 190 trattamenti: 64 con sofosbuvir e ribavirina; 69 con sofosbuvir /simeprevir ; 19 con sofosbuvir/ledipasvir ; 22 con sofosbuvir/daclatasvir. I trattamenti chiusi erano in tutto 90 e le confezioni da acquistare 165. Conclusione: I risultati di gestione di sofosbuvir nel Presidio Ospedaliero Centrale di Taranto sono una conferma dell’efficacia dei percorsi basati sull’integrazione degli interventi e sull’adozione di idonei strumenti gestionali . Data ricevimento: 02/09/2015 11.06.52 domenica 27 settembre 2015 Primo Autore: Rossella Moscogiur Page 39 of 50 ABSTRACT CONGRESSO SIFACT - Roma 2015 Abstract ammessi per la sessione POSTER ABSTRACT N°: 23 Tematica: 6 - Farmacia clinica Titolo: VALUTAZIONE DI INTERVENTI DEL FARMACISTA CLINICO IN ONCOLOGIA PER MIGLIORARE LA SEGNALAZIONE DI SOSPETTE REAZIONI AVVERSE AGLI ANTIBLASTICI. Autori: G. Busa*, M. Miscio°, F. Paganelli*, E. Berti*, A. Bernardi*, V. Damuzzo*, F. Tasca*, F. Di Sarra*, A. Parlantzas*, S. Michielan*, Ac. Palozzo* Affiliazioni: *S.C. Farmacia, Istituto Oncologico Veneto IOV I.R.C.C.S., Padova, Italia °Università degli Studi di Verona, Dipartimento di Sanità pubblica e Medicina di comunità, Italia Introduzione In campo oncologico il tasso di segnalazione spontanea delle sospette reazioni avverse (ADR) risulta inferiore rispetto a quello riscontrato per altre classi di e scopo: farmaci a causa della tossicità attesa dei trattamenti chemioterapici antiblastici (CT), che rende gli operatori sanitari meno sensibili al problema, con conseguente "sottosegnalazione". L'obiettivo principale è stato di incrementare, in qualità e quantità, le segnalazioni di ADR sospette nella Rete Nazionale di Farmacovigilanza (RNF). Obiettivi secondari: favorire le conoscenze di farmacovigilanza (FV) tra gli operatori sanitari; sensibilizzare i sanitari all’importanza scientifica della segnalazione; validare indicatori predittivi di sospette ADR. Materiali e Metodi: Nel periodo giugno-novembre 2014 un farmacista dell’Università di Verona, per un progetto IOV di FV, ha analizzato il database delle terapie da cartella clinica informatizzata (CCI), di pazienti con ca mammario, per evidenziare indicatori di tossicità alla CT. Nelle 136 CCI valutate, si è verificata la presenza di una eventuale ADR e, attraverso il confronto multidisciplinare sono stati segnalati i casi in RNF. Contemporaneamente sono stati organizzati corsi di formazione residenziale e sul campo in FV.Come indicatore di risultato si sono confrontate le segnalazioni nei 5 mesi dell'intervento vs il n. rilevato nei 5 mesi precedenti. In seguito si è completato con un confronto delle segnalazioni in RNF nel periodo 2013 - 2015(in proiezione). Risultati: Grazie all'intervento eseguito il numero delle segnalazioni in RNF è aumentato significativamente, sia da parte dei medici [37(giu-nov 2014) vs 17 (gen-mag 2014)], che degli infermieri [24 (giu-nov 2014) vs 15 (gen-mag 2014)], con un incremento globale di +90,6%. Nel 2014, anno dello studio, le segnalazioni in RNF sono state 111 vs 55 nel 2013, con un incremento di +102%. L'aumentata segnalazione è da riferirsi sia a ADR non-gravi [92 (2014) vs 48 (2013); +91,67%], sia ad ADR gravi [13 (2014) vs 6 (2013); +116,67%]. Nel 2015, dopo la chiusura dello studio, il numero delle segnalazioni in RNF si è mantenuto elevato [46 (gengiu 2015)], pur mostrando una lieve riduzione rispetto all’anno precedente. I questionari di gradimento dei corsi hanno mostrato un interesse elevato per la FV. Conclusione: Lo studio ha permesso di concludere che l’attività del farmacista clinico, sia in qualità di coadiutore in attività di formazione degli operatori sanitari, sia per le competenze professionali nell'identificazione e la segnalazione di sospette ADR, è in grado di ridurre notevolmente il fenomeno della sottosegnalazione in FV. Data ricevimento: 02/09/2015 13.33.09 domenica 27 settembre 2015 Primo Autore: Giulia Busa Page 40 of 50 ABSTRACT CONGRESSO SIFACT - Roma 2015 Abstract ammessi per la sessione POSTER ABSTRACT N°: 34 Tematica: 6 - Farmacia clinica Titolo: MONITORAGGIO DELL’ADERENZA ALLA TERAPIA ANTIRETROVIRALE ALTAMENTE ATTIVA (HAART) IN UNA COORTE DI PAZIENTI HIV+ CON VIREMIA NON SOPPRESSA Autori: L.Appolloni*, L.Cantoro*, M.Morotti*, L.Calza°, V.Colangeli°, C.Lucidi*, C.Sacripanti*, P.Viale°, C.Puggioli* Affiliazioni: * Farmacia Clinica,Pol.S.Orsola-Malpighi,Bologna -- ° Mal.Infettive,Pol.S.Orsola-Malpighi,Bologna Introduzione Scopo della HAART è ottenere una soppressione virologica(HIV-RNAr valutare l’efficacia terapeutica e, in maniera indiretta nella pratica clinica , è utilizzato, per la e scopo: valutazione dell’aderenza alla terapia. Definire un paziente“non aderente”unicamente sulla base della rilevazione del virus nel sangue non è sempre corretto in quanto il fallimento virologico può essere dovuto a molti fattori(complessità HAART, assunzione farmaci concomitanti, comparsa di eventi avversi EA).Scopo dello studio è verificare il livello di aderenza alla HAART dei pazienti virologicamente non soppressi seguiti dalla Clinica di Malattie Infettive del Policlinico S.Orsola-Malpighi di Bologna e individuare le possibili cause di non aderenza. Materiali e Metodi: Il farmacista clinico presente nell’ambulatorio HIV in collaborazione con l’infettivologo ha selezionato i pazienti che presentavano una viremia>50cp/ml(gengiu2015). A questa coorte di pazienti è stato consegnato un questionario da compilare e riconsegnare al successivo ritiro dei farmaci, per monitorare l’aderenza e individuare gli eventuali fattori che possono influenzare negativamente l’assunzione della HAART. Le informazioni dei questionari sono state inserite in uno specifico database per l’analisi dei dati.La stratificazione della casistica in base alle compresse non assunte al mese dal paziente ha permesso di definire 5 classi di aderenza. Risultati: Il 39%(549/1402)dei pazienti(pz)non è virologicamente soppresso e di questi il 40%(217)ha compilato il questionario. Il 58%(127/217)dichiara di essere totalmente aderente alla terapia(0cpr/non assunte/mese). Tale valore è dell’80%(173) se si considerano i pz(46)con aderenza al di sopra della soglia di accettabilità (>95%=1cpr/non assunta/mese). L’82%(120)dei pz assume meno di 3 cpr/die di HAART in molti casi associata a farmaci concomitanti. Il 46%(79/173)dei pz aderenti assume uno o più farmaci concomitanti alla HAART, valore che aumenta al 77%(34/44) tra i non aderenti.Tra i pz aderenti, il 24%(42/173)ha avuto EA che hanno comportato la sospensione della terapia nel 30%(13/42)dei casi. Tra i non aderenti il 52%(23/44)ha avuto EA e l’interruzione della terapia è avvenuta nel 82% dei casi. Conclusione: La semplificazione e l’accettabilità del regime terapeutico non solo della HAART ma anche dei farmaci concomitanti migliorano la compliance. I dati mostrano come anche la tollerabilità dei farmaci può esercitare un importante ruolo sui livelli di aderenza, evidenziando il nesso tra presenza di EA e rischio di autoriduzione della terapia. Il monitoraggio dell’aderenza è un utile strumento che permette di rilevare i casi di pazienti con livelli di aderenza al di sotto della soglia di accettabilità e di individuare precocemente gli EA coinvolgendo direttamente il paziente con lo scopo di permettere al clinico di orientare tempestivamente la prescrizione verso schemi di terapia personalizzata. Data ricevimento: 09/09/2015 18.54.48 domenica 27 settembre 2015 Primo Autore: Lucia Appolloni Page 41 of 50 ABSTRACT CONGRESSO SIFACT - Roma 2015 Abstract ammessi per la sessione POSTER ABSTRACT N°: 35 Tematica: 6 - Farmacia clinica Titolo: NUOVE STRATEGIE TERAPEUTICHE NEL TRATTAMENTO DELL’HCV: VALUTAZIONE DELL’APPROPRIATEZZA DELL’USO DEI NUOVI ANTIVIRALI AD AZIONE DIRETTA (DAAS) NEL POLICLINICO S.ORSOLA-MALPIGHI DI BOLOGNA Autori: C.Sacripanti, L.Appolloni, M.Morotti, C.Puggioli Affiliazioni: Farmacia Clinica, Policlinico S.Orsola-Malpighi, Bologna Introduzione Negli ultimi 3 anni si è assistito ad un radicale cambiamento delle prospettive terapeutiche per l’HCV.Nel 2013 sono stati commercializzati gli inibitori delle e scopo: proteasi di 1°gen (Triplice terapia) e nel 2014 i nuovi DAAs che hanno mostrato efficacia in termini di SVR pari al 70-90% e profilo di tollerabilità e sicurezza migliore rispetto a PEG-INF e RIBA, seppur con costi onerosi per il SSN. La Regione Emilia-Romagna(RER) sulla base delle LG EASL2015 ha elaborato il documento “Nuovi antivirali diretti nella terapia dell’HCV” per definire, nell’ambito dei Criteri di trattamento previsti da AIFA , le terapie che a parità di efficacia e sicurezza presentano il miglior rapporto costo-opportunità. Scopo del lavoro è valutare l’aderenza dell’uso dei DAAs sulla base delle linee di indirizzo RER. Materiali e Metodi: La RER ha definito, nell’ambito dei criteri di eleggibilità previsti da AIFA, gli schemi terapeutici a miglior rapporto costo/opportunità in base al Criterio (C) e al Genotipo di malattia (G) dando indicazione di trattare in via prioritaria i casi clinici più gravi. I dati dei pazienti trattati nei Centri abilitati alla prescrizione,elaborati dal PT RER Informatizzato Piattaforma Sole, sono stati suddivisi in cirrotici (Criteri 1 e 5) e non cirrotici (Criteri 2,3,4,6 e 7). Dato che i diversi DAAs sono entrati in commercio con tempistiche differenti, i trattamenti sono stati valutati considerando il periodo in cui il paziente ha iniziato la terapia. Risultati: Da gennaio a giugno 2015 sono stati trattati con i nuovi DAAs 520 pazienti, 74%(n=387) cirrotici e 26%(n=133) non cirrotici. La valutazione dell’appropriatezza della terapia antivirale di tutta la casistica sulla base della stratificazione per C e G è risultata del 95% (495/520). I casi in cui gli schemi di trattamento non risultano totalmente appropriati riguardano i pz cirrotici. Nello specifico, solo 7 casi sono risultati non aderenti: per il C1 ombitasvir/paritepravir/ritonavir e dasabuvir G2 e G3 8% (2/25), ledipasvir/sofosbuvir nel G3 6%(2/36), sofosbuvir nel G4 18% (2/109), per il C5: sofosbuvir nel G4 25% (1/4). Anche se il C7 non rientra nelle priorità di trattamento della RER, i soli 7 casi G1 trattati con simeprevir, risultano appropriati. Conclusione: Considerata la diffusione dell’HCV e l’elevato impatto dei costi dei DAAs sul SSN, la valutazione dell’appropriatezza prescrittiva in base al criterio di urgenza clinica, genotipo di malattia e rapporto costo/opportunità ha consentito di privilegiare le reali necessità dei pazienti e perseguire una politica di sostenibilità economica. I dati aziendali sono in linea con le raccomandazioni regionali. Il monitoraggio dell’aderenza a quanto indicato nel documento di indirizzo RER, affiancato da valutazioni economiche, permette di massimizzare il beneficio clinico del paziente garantendo il rispetto della rimborsabilità sostenibile a carico SSN. Data ricevimento: 09/09/2015 19.15.10 domenica 27 settembre 2015 Primo Autore: Chiara Sacripanti Page 42 of 50 ABSTRACT CONGRESSO SIFACT - Roma 2015 Abstract ammessi per la sessione POSTER ABSTRACT N°: 37 Tematica: 6 - Farmacia clinica Titolo: INTRODUZIONE IN PRONTUARIO DI UNA NUOVA FORMULAZIONE DI FERRO-EV: ADOZIONE DI UN PROTOCOLLO CONDIVISO PER UNA APPROPRIATA GESTIONE Autori: D.Barzan*, G.Barin*, V.Gallo*, M.Peruzzo*, C.Minotto, G.Bertoldero°, G. Dona^, F.Manente**, C.Gottardo** Affiliazioni: * U.O.C. Farmacia Ospedaliera; ° U.O.C. Onco-Ematologia, ^ U.O.C. Medicina, 4- U.O.C. Centro Trasfusionale; AZIENDA Ulss 13 Mirano (Ve) Introduzione Al fine di valutare l’inserimento in PTO di una nuova formulazione di ferro endovenoso ad alto dosaggio (ferrocarbossimaltosio-fcm) in sostituzione o in e scopo: alternativa alle terapie marziali già presenti (Fe-solfato e Fe-saccarato) si è ritenuto opportuno attuare un’azione di monitoraggio delle prescrizioni e dell’esito clinico delle stesse considerato che il nuovo trattamento poteva essere caratterizzato, nonostante il costo piu’ elevato del farmaco, da un ridotto numero di accessi ambulatoriali e da una possibile migliore compliance dovuta all’unica somministrazione settimanale. Materiali e Metodi: Creazione di un team multidisciplinare a seguito di un’ indagine conoscitiva effettuata per valutare i reparti maggiormente responsabili della prescrizione dl ferro ev. Preliminare valutazione farmacoeconomica: confronto posologia-costonumero di accessi. Limitazione della prescrivibilità a tre reparti pilota tramite adozione di un protocollo condiviso di prescrizione e monitoraggio: adozione di una scheda di eleggibilità al trattamento contenente informazioni sulla tipologia del paziente, tipo di anemia, parametri ematochimici, eventuali motivi di fallimento della terapia marziale per os. Richiesta di monitoraggio ematochimico aggiuntivo a 12 settimane dal trattamento. Risultati: L’analisi è durata 18 mesi. Sono stati raccolti ed analizzati i dati relativi a 136 pazienti (81% donne, 19% uomini). Le cause si anemia sono risultate essere principalmente correlate a mestrui e patologie gastrointestinali. 38/136 casi avevano tentato un terapia di ferro per os precedentemente. I parametri medi prima della somministrazione di ferro sono risultati essere: emoglobina (hb)=9.4 g/dl, ferritina (fer)=7.6 ng/ml. Da dati preliminari relativi a 48 pazienti sono emersi i seguenti risultati: valori medi all’arruolamento: Hb=8.9 g/dl, ferro 8.18 ng/ml; valori medi al primo controllo dopo l’infusione di fcm:Hb=11.3 g/dl e ferro=226ng/ml. Le reazioni avverse segnalate riguardano un episodio febbrile nelle 48 ore successive alla somministrazione e un caso di anafilassi. Conclusione: L’adozione di un protocollo condiviso per la gestione del fcm è risultata essere uno strumento importante per l’introduzione nella pratica clinica, in modo omogeneo, consapevole e sicuro del nuovo farmaco anche alla luce delle recenti Note Informative emanate da AIFA (28/10/2013;31/1/2014 Raccomandazioni piu’ stringenti sul rischio di gravi reazioni di ipersensibilità). Il fcm si ‘è rivelato efficace nell’innalzare i valori di Hb e ferritina con un’unica somministrazione e ben tollerato dai pazienti. Sono in corso ulteriori analisi per stratificare i risultati in base alla patologia di partenza e al dosaggio di ferro somministrato per il totale dei pazienti arruolati. Data ricevimento: 10/09/2015 10.23.12 domenica 27 settembre 2015 Primo Autore: Daniela Barzan Page 43 of 50 ABSTRACT CONGRESSO SIFACT - Roma 2015 ABSTRACT N°: 42 Abstract ammessi per la sessione POSTER Tematica: 6 - Farmacia clinica Titolo: INFORMAZIONE AL PAZIENTE SUI FARMACI IN DPC: MIGLIORARE IL FOGLIETTO ILLUSTRATIVO Autori: Y. Aliotta*, M.Martari°, F.Fantazzini°, M.Font^, L.Mezzalira^ Affiliazioni: * Borsista, Ordine Farmacisti Vr -- ° Ordine Farmacisti Vr -- ^ Dip Farmaceutico ULSS 20 Verona Introduzione Il Foglietto Illustrativo (FI) è il documento ufficiale tuttavia i suoi contenuti non tengono dovutamente conto del destinatario finale (il paziente), preferendo e scopo: rispondere alle esigenze cautelative del produttore, utilizzando uno stile “notarile” piuttosto che comunicativo. Nella definizione di un progetto di Pharmaceutical Care destinato ai farmaci in DPC si è ritenuto oportuno predisporre un altro strumento di informazione più snello e tarato sui bisogni del paziente. Obiettivo di questo lavoro è documentare i criteri seguiti per la definizione e validazione della scheda informativa per il paziente. Materiali e Metodi: Sono stati valutati i FI dei farmaci in DPC inclusi nel progetto e stabiliti i criteri per la definizione di uno strumento comunicativo più comprensibile e snello per il paziente: la “Scheda Farmaco”. Successivamente è stato somministrata la Scheda farmaco a 49 pazienti in trattamento con uno dei farmaci coinvolti nel progetto in modo di valutarne la comprensione, chiarezza ed utilità, utilizzando un questionario fornito al momento della dispensazione della terapia farmacologica. Risultati: Le modifiche proposte rispetto ai contenuti del FI riguardano in particolare le informazioni sulla sicurezza (precauzioni ed effetti avversi e le interazioni). Le schede di 6 farmaci sono state somministrate ai pazienti per valutarne la comprensione. Il 98% ritiene comprensibile i contenuti della Scheda, l’82% ha dichiarato di aver tratto beneficio dalle informazioni ricevute. Il 78% desidera ricevere più informazione dal farmacista. Il progetto ad oggi ha prodotto più di 100 Schede (50 per il paziente, 50 per il farmacista) dei gruppi terapeutici a maggiore impiego in DPC: NAO, i nuovi antidiabetici, gli antiaggreganti piastrinici, gli antipsicotici atipici, farmaci per il carcinoma alla prostata / endometriosi. Conclusione: All’atto dell’erogazione di un farmaco in DPC è opportuno informare il paziente con un linguaggio chiaro e comprensibile. Le Schede Farmaco per il paziente definite in questo progetto sembrano rispondere a questa esigenza, supportando così l’attività del farmacista, dalle quali circa l’80% dei pazienti si attende di ricevere informazione sui farmaci dispensati. Data ricevimento: 10/09/2015 16.31.34 domenica 27 settembre 2015 Primo Autore: Ylenia Aliotta Page 44 of 50 ABSTRACT CONGRESSO SIFACT - Roma 2015 ABSTRACT N°: 43 Abstract ammessi per la sessione POSTER Tematica: 6 - Farmacia clinica Titolo: INFORMAZIONE AL PAZIENTE SUI FARMACI IN DISTRIBUZIONE PER CONTO: GLI STRUMENTI A SUPPORTO DEL FARMACISTA Autori: Y. Aliotta*, M.Martari°, F.Fantazzini°, M.Font^, L.Mezzalira^ Affiliazioni: * Borsista, Ordine Farmacisti Vr -- ° Ordine Farmacisti Vr -- ^ Dip Farmaceutico ULSS 20 Verona Introduzione Nell’Ulss 20 di Verona, in collaborazione con l’Ordine dei Farmacisti di Verona, è in corso un progetto sui farmaci più rilevanti erogati nell’ambito della distribuzione per e scopo: conto (DPC) che ha ideato più di 100 “Schede Farmaco” di comunicazione con il paziente. Il progetto prevede anche per ciascun farmaco ed indicazione, una scheda per il farmacista. Obiettivo di questo lavoro è documentare le modalità percorse per definire gli strumenti a supporto del farmacista per l’attività d’informazione al paziente dei farmaci in DPC. Materiali e Metodi: Per valutare i contenuti delle “Schede Farmaco per il farmacista” sono stati organizzati degli incontri con 34 farmacisti di 16 farmacie ai quali é stato somministrato un questionario per rilevare: a) quale fosse la loro percezione sui bisogni dei pazienti in DPC; b) se l'informazione data dal farmacista possa contribuire a migliorare l'uso dei farmaci; c) comprensibilità della Scheda Farmaco farmacista e Scheda paziente; d) necessità di formazione specifica. Risultati: In riferimento ai punti rilevati con il questionario i risultati documentano che: a) il 55% dei farmacisti percepisce dei bisogni d’informazione; b) il 53% dei rispondenti ritiene che l’informazione data dal farmacista può contribuire a migliorare l’uso del farmaco; c) la scheda paziente è ritenuta adeguata, in tutte le sue sezioni, dalla maggioranza dei farmacisti. Il 96% ha manifestato la necessità di approfondire la propria conoscenza attraverso corsi di formazione specifica. Sono stati organizzati quindi 2 corsi ECM residenziali il 5 e il 12 marzo 2015 che hanno avuto come argomento: “I Nuovi Anticoagulanti Orali (NAO): come migliorarne l’uso da parte del paziente”, ai quali hanno partecipato un totale di 69 farmacisti. Conclusione: Il progetto di DPC si inserisce in un processo di qualificazione del ruolo del farmacista all'interno della farmacia dei servizi. E’ quindi fondamentale che egli possa accedere ad un’informazione obiettiva e ad una formazione specifica. La disponibilità di uno strumento chiaro e comprensibile sui farmaci della DPC può agevolare la comunicazione con il paziente. Data ricevimento: 10/09/2015 16.38.45 domenica 27 settembre 2015 Primo Autore: Ylenia Aliotta Page 45 of 50 ABSTRACT CONGRESSO SIFACT - Roma 2015 Abstract ammessi per la sessione POSTER ABSTRACT N°: 45 Tematica: 6 - Farmacia clinica Titolo: EPIDEMIOLOGIA DELL’EPATITE C CRONICA E COSTI DEI TRATTAMENTI CON I NUOVI ANTIVIRALI AD AZIONE DIRETTA (DAAS) NEL POLICLINICO S. ORSOLA MALPIGHI DI BOLOGNA Autori: C.Puggioli, M.Morotti, C.Sacripanti, L.Appolloni Affiliazioni: Farmacia Clinica, Policlinico S.Orsola-Malpighi, Bologna Introduzione L’infezione da HCV è una delle principali cause di malattia cronica del fegato. Si stima che le persone infette nel mondo siano circa 140 mln(2,2%). In Italia la e scopo: prevalenza media mostra un gradiente crescente nord-sud compreso tra 2,4 e 3,3%. In Emilia Romagna (RER) la stima varia tra 100-130.000 infetti da HCV e solo 30-40.000 sanno di esserlo. Il genotipo di malattia prevalente nel nostro Paese è G1b riscontrato nel 50% degli infetti. Considerando l’ampia diffusione della malattia e l’altissimo costo, la sostenibilità nell’uso dei DAAs assume un valore particolarmente rilevante per il SSN. Obiettivo del lavoro è descrivere la casistica dei pazienti del Policlinico (37% dei trattati nella RER) anche in relazione alla gravità della malattia, valutando altresì l’impatto economico sostenuto. Materiali e Metodi: In Italia la prescrizione dei DAAs è vincolata dalla compilazione del Registro AIFA nel rispetto dei specifici Criteri(C)di trattamento.In affiancamento ai Registri AIFA, la RER richiede anche un PT informatizzato realizzato sulla Piattaforma Sanità On Line(SOLE)che raccoglie le prescrizioni di tutti i Centri Regionali Autorizzati(CRA). Il PT SOLE raccoglie informazioni anagrafico-terapeutico-cliniche e permette di estrarre i dati relativi alla casistica arruolata a trattamenti con i nuovi DAAs dai 6 CRA del Policlinico. I dati successivamente elaborati, vengono periodicamente discussi con i clinici nell’ambito del Gruppo Aziendale “Epatite C” coordinato dalla Farmacia. L’analisi dei costi è stata effettuata estraendo i dati dai flussi FED. Risultati: Da gennaio ad agosto 2015 sono stati arruolati n=574 paz, 64%M e 36%F; l’80% di età compresa tra 46 e 75 anni. I cirrotici(n=419) rappresentano il 72% dei trattati(C 1 e 5). In linea con i dati epidemiologici, il 49%(n=283) è di G1b. Il 54%(n=310)ha malattia avanzata(fibrosi F4) ed il 16%(n=89) è F3. La tempistica di commercializzazione dei DAAs ha condizionato gli schemi terapeutici che nel 67% dei casi si concentra su SOF(33%) e SOF+SIM(34%). Presso la Farmacia del Policlinico hanno ritirato la terapia il 95%(n=547)dei pazienti arruolati, di cui il 26% residenti in altre regioni. La spesa per l’acquisto dei farmaci è pari a 37.395 mln. Considerando che 241 paz (44%) hanno schemi di durata >12 settimane, è previsto un rimborso di circa 10mln. Ne deriva un costo medio/paz pari a50.000€. Conclusione: Gli strumenti adottati dalla RER per il governo delle prescrizioni con i nuovi DAAs (PT SOLE), consentono di monitorare gli arruolamenti anche rispetto ai criteri di priorità definiti in base alla gravità della malattia. In linea con le indicazioni RER, la priorità (85% dei PT) è stata data a paz cirrotici,con recidive severe posttrapianto,con malattie extraepatiche di grado severo. La possibilità di calcolare i costi effettivi dei trattamenti permette di valutarne anche la compatibilità rispetto al fondo per farmaci innovativi. Il confronto con i clinici realizza uniformità di comportamenti e mette in luce problematiche emergenti quali il problema dei ritrattamenti e test sulle resistenze. Data ricevimento: 10/09/2015 18.23.33 domenica 27 settembre 2015 Primo Autore: Cristina Puggioli Page 46 of 50 ABSTRACT CONGRESSO SIFACT - Roma 2015 Abstract ammessi per la sessione POSTER ABSTRACT N°: 46 Tematica: 6 - Farmacia clinica Titolo: DIABETE MELLITO TIPO 2: LA GESTIONE COMPLESSA TRAMITE IL CCM: LA REALTÀ DELLA AUSL8 DI AREZZO" Autori: A.Roghi*, R.D'avella*, A.Dragoni°, M.P.Pagliuca*, T.Comanducci*, P.Zaccagnini* Affiliazioni: * S.C.Farmaceutica Territoriale Azienda U.S.L.8 Arezzo -- ° Unità Funzionale Attività sanitarie di comunità, Azienda USL 8, Arezzo Introduzione L'obiettivo è di analizzare una nuova modalità di assistenza sanitaria rivolta ai pazienti con Diabete Mellito di tipo 2, che vede nell’integrazione tra professionisti il e scopo: suo focus, garantendo una presa in carico globale dell’assistito. Il crescente carico assistenziale conseguente al progressivo aumento dell’incidenza di DM e la necessità di fornire ai pazienti diabetici una risposta assistenziale complessa, ha reso necessario lo sviluppo di nuovi modelli assistenziali come il Chronic Care Model (CCM). Il modello della Ausl8 di Arezzo, prevede la costituzione di un ambulatorio proattivo, attraverso una gestione integrata di professionisti che seguono nel tempo il paziente affetto da diabete in modo “attivo” secondo un PDTA concordato. Materiali e Metodi: Sono stati selezionati per ciascuna delle 5 Zone Distretto dell'azienda alcuni Team CCM attivi nella gestione del diabete. E’ stato attivato il percorso CCM per i pazienti selezionati secondo specifico Protocollo. Per i pazienti arruolati e in carico al Team si è misurato l’impatto del Chronic Care Model nel percorso di cura del diabetico, con particolare attenzione al monitoraggio dell’emoglobina glicata. L’analisi del profilo prescrittivo della terapia farmacologica è stata effettuata su 1789 pazienti diabetici in carico ad alcuni moduli CCM su un totale di popolazione di 38.708 assistiti. Risultati: Secondo l’algoritmo Macro, la prevalenza 2013 nella Asl8 si attesta a 6.6%. I costi sanitari secondo dati Agenas si attestano a 51.466.859 euro. I ricoveri incidono per il 45% nella spesa complessiva, a seguire farmaci (36%), la diagnostica di laboratorio e per immagini insieme all’assistenza specialistica raggiungono il 19% del totale. Secondo le prime valutazioni aziendali, elaborate nel 2012, per i diabetici assistiti da medici CCM c’è un monitoraggio maggiore e più rapido della malattia a seguito di un esame con valori di emoglobina glicata fuori target e la percentuale di diabetici portati a valori target entro l’anno è maggiore. Tutto questo con un ricorso all’add-on terapeutico minore (impatto negativo del CCM), o forse posticipato o limitato ad una variazione di dosaggio. Conclusione: I pazienti CCM raggiungono più facilmente i target terapeutici, sono più seguiti da un punto di vista ambulatoriale e di diagnostica e fanno ricorso a meno farmaci. La riduzione nel gruppo CCM delle terapie in associazione rispetto ai non CCM mostra come un intervento diverso da quello farmaceutico o un aggiustamento posologico o di dosaggio porti a risultati clinici migliori rispetto alla semplice aggiunta di un altro principio attivo (riduzione delle politerapie). Il CCM permette una gestione ottimale del paziente con Diabete e il PDTA garantisce la corretta diagnosi e terapia farmacologica. Data ricevimento: 10/09/2015 21.13.41 domenica 27 settembre 2015 Primo Autore: Alessandra Roghi Page 47 of 50 ABSTRACT CONGRESSO SIFACT - Roma 2015 ABSTRACT N°: 48 Abstract ammessi per la sessione POSTER Tematica: 6 - Farmacia clinica Titolo: ADERENZA ALLE LINEE GUIDA TERAPEUTICHE E RELATIVO CONSUMO DI FARMACI NEL TRATTAMENTO DEL TROMBOEMBOLISMO VENOSO E DELL’EMBOLIA POLMONARE NELLA PRATICA CLINICA. Autori: L.Degli Esposti, D.Sangiorgi, E.Crovato, S.Buda Affiliazioni: CliCon Srl, Ravenna, Italy Introduzione Obiettivi: valutare l'aderenza alle linee guida terapeutiche e calcolare il costo del trattamento farmacologico nel trattamento del tromboembolismo venoso e e scopo: dell’embolia polmonare nella reale pratica clinica. Materiali e Metodi: Analisi osservazionale retrospettiva basata sull’integrazione dei flussi amministrativi correnti con il flusso del laboratorio di analisi in sei ASL italiane, per circa 2,7 milioni di assistiti. Sono stati inclusi tutti i pazienti dimessi vivi con diagnosi di tromboembolismo venoso o embolia polmonare tra il 1° gennaio 2010 ed il 31 dicembre 2012. I pazienti (pz) sono stati caratterizzati sulla base dei precedenti 12 mesi e seguiti nell’anno successivo a partire dalla data di dimissione in entrambi i casi. Risultati: Sono stati inclusi 4.499 pz; al 33%, 26% e 4% sono stati prescritti rispettivamente solo eparina, un AVK e fondaparinux da solo; il 12% dei pz non assumeva nessuno dei trattamenti precedenti. All’8% è stato prescritto un AVK combinato con eparina durante il follow-up ed al 4% è stata prescritta eparina in seguito combinata con AVK. Il 4% e 3% dei pz ha effettuato uno switch (da AVK ad eparina e da eparina ad AVK), durante il follow-up. Il costo farmacologico medio annuo per pz è stato: 811€ e 21€ per i pz in terapia con sola eparina e con AVK, rispettivamente; 260€ e 588€ per i pz in terapia con AVK combinato con eparina nel follow-up e pz in terapia con eparina combinata con AVK nel follow-up, rispettivamente; 915€ e 467€ per i pz con switch da AVK ad eparina e da eparina ad AVK. Conclusione: L'aderenza alle linee guida per il trattamento del tromboembolismo venoso e dell’embolia polmonare nella pratica clinica è risultata insoddisfacente, data l’elevata percentuale di pazienti trattati con eparine per un periodo di tempo superiore rispetto a quanto raccomandato ai quali è associato un maggiore costo farmacologico rispetto alle diverse alternative terapeutiche rilevate nella reale pratica clinica. Data ricevimento: 11/09/2015 10.30.51 domenica 27 settembre 2015 Primo Autore: Luca Degli Esposti Page 48 of 50 ABSTRACT CONGRESSO SIFACT - Roma 2015 Abstract ammessi per la sessione POSTER ABSTRACT N°: 49 Tematica: 6 - Farmacia clinica Titolo: NUOVI FARMACI ANTITUMORALI ORALI E PREVALENZA DELLE INTERAZIONI FARMACO-FARMACO NELLA REALE PRATICA CLINICA Autori: R.Bertin, R.Rampazzo Affiliazioni: Farmacia Ospedale di Camposampiero, ASL 15 Alta Padovana - Veneto Introduzione La recente disponibilita' di farmaci antitumorali per via orale, la prevalenza sempre più marcata di pazienti anziani e con comorbidita', ha messo in evidenza e scopo: l'aumentato rischio di interazioni farmaco-farmaco. A fronte delle numerose segnalazioni di possibili interazioni, la reale prevalenza di tali interazioni e' scarsamente documentata. Scopo del presente lavoro e' quello di valutare la prevalenza e la tipologia delle interazioni controindicate o maggiori (potenzialmente letali o tali da richiedere un intervento medico per prevenire o ridurre al minimo effetti avversi gravi) in una corte di pazienti trattati con i nuovi farmaci antitumorali orali nel 2014 presso l'UO Oncologia di Camposampiero. Materiali e Metodi: A partire dalle prescrizione farmaceutiche in convenzionata e in distribuzione diretta ospedaliera sono stati identificati i pazienti trattati con i nuovi antitumorali orali (18 principi attivi) nell'anno 2014 e la relativa terapia farmacologica concomitante. In tali database non sono incluse eventuali terapie orali somministrate come premedicazione o come terapia di supporto in ambulatorio durante l'infusione di chemioterapici endovena a volte associati alla terapia orale. Le interazioni segnalate sono ottenute interrogando la banca dati Micromedex Drug-Reax® della TruvenHealth Analytics 2015. Risultati: Nel 2014 sono stati trattati 152 pazienti in terapia con farmaci antitumorali orali e in 37 (24,3%) di questi e' stata identificata almeno 1 interazione. Sono state individuate 66 diverse interazioni “maggiori” con insorgenza ritardata nel 19,7% mentre nell'80,3% dei casi l'insorgenza non e' specificata. La documentazione a supporto di tale casistica è considerata eccellente per il 15,1% delle interazioni, buona per il 7,6% e discreta per il 77,3%. Tra le interazioni farmacologiche più ricorrenti il 34,8% è riferito all’uso contestuale con antibatterici per uso sistemico (principalmente antibiotici chinolonici e macrolidi), il 15,2% ad analgesici (paracetamolo ed analgesici oppioidi) e il 12,1% a sostanze attive sul sistema renina-angiotensina (soprattutto ACE-inibitori). Conclusione: Il presente studio mette in evidenza come nella reale pratica clinica siano documentabili interazioni che richiedono un'attenta valutazione della terapia concomitante assunta dal paziente. La complessita' assistenziale dei pazienti oncologici che vede coinvolti oncologi ospedalieri, medici di medicina generale, medici palliativisti e chirurghi potrebbe portare ad una poco efficace ricognizione dei farmaci assunti dal paziente e quindi ad una potenziale maggiore esposizione a interazioni tra farmaci. Il presente lavoro puo' rappresentare un punto di partenza per condividere strategie di informazione tra i vari professionisti coinvolti al fine di migliorare l'assistenza del paziente oncologico Data ricevimento: 14/09/2015 domenica 27 settembre 2015 Primo Autore: Riccardo Bertin Page 49 of 50 ABSTRACT CONGRESSO SIFACT - Roma 2015 Abstract ammessi per la sessione POSTER ABSTRACT N°: 50 Tematica: 6 - Farmacia clinica Titolo: L’ALLESTIMENTO GALENICO DELLA CICLOSPORINA (C) COLLIRIO: DALLA LETTERATURA ALL’ESPERIENZA CLINICA PRESSO L’A.O. ORDINE MAURIZIANO DI TORINO Autori: C.Fruttero*, C.Nada°, Fazzina*, M.Mellano^, E.Peira**, Tagini*, B.Oldani^ M.Gallarate**, A.L.Gasco^ Affiliazioni: * SC Farmacia Osp. AO Ordine Mauriziano TO -- ° Scuola di Spec. Farmacia Osp., Dip. Scienza e Tecn.Farmaco, Univ. TO -- ^ SC Oculistica AO Ord.Mauriz.TO -- ** Dip. Scienza e Tecn.Farmaco, Univ. Introduzione La cheratocongiuntivite di Vernal e la sindrome di Sjogren sono affezioni oculari con sintomi quali prurito, bruciore, ecc., a rischio di alterazioni funzionali che e scopo: possono inficiare la qualità di vita dei pazienti (pz). Una opzione per i pz non responder è l’impiego topico di Ciclosporina (C). L’assenza di formulazioni registrate ha incentivato la collaborazione tra farmacisti e oculisti per allestire un galenico che garantisca la migliore terapia a questi pz. Il galenico è stato modificato dal 2012 ad oggi nella concentrazione di pa e veicolo(V). L’Hypotears è stato il primo V che per indisponibilità è stato poi sostituito con il Lacrimart(L) a sua volta sostituito dalla soluzione salina bilanciata per intolleranze. Scopo del lavoro è indagare la stabilità chimico-fisica (CF) della C in nuovi V e la compatibilità. Materiali e Metodi: La scarsa compliance dei pz vs la formulazione contenente soluzione salina bilanciata ha stimolato lo studio di allestimenti formulati con nuovi V quali l’Optive(O) e l’Optive FUSION(OF), lacrime artificiali con maggior compatibilità con i fluidi oculari, in termini di viscosità e osmolarità. Lo studio della stabilità CF delle formulazioni contenenti C allo 0.5% in O e OF è stato condotto in collaborazione con il Dip STF dell’Università di Torino. Le analisi per la determinazione qualiquantitativa di C sono state effettuate mediante HPLC. I tempi di monitoraggio scelti sono stati 0, 7, 15 e 30 gg dalla preparazione. Inoltre la concentrazione di C ha subito una riduzione dal 2% allo 0.5%, al fine di migliorare il rapporto rischiobeneficio. Risultati: Dal 2012 al I semestre 2015 sono stati trattati 75 pazienti per un totale di 567 preparazioni. In base ai dati ottenuti attraverso tecnica analitica HPLC (High Performance Liquid Chromatography), la C nelle due formulazioni risulta stabile per 15 giorni dall’allestimento se conservata a 4°C, in quanto le aree dei picchi cromatografici del principio attivo non presentano riduzioni significative per tutti i tempi di studiati tranne che per la tempistica dei 30 giorni per i quali si richiedono ulteriori indagini analitiche. Conclusione: La Galenica Clinica, intesa come allestimento di formulazioni dedicate, è la risposta delle Aziende Sanitarie alle richieste dei clinici di poter disporre di opportunità terapeutiche sempre più articolate, sofisticate e calibrate sulle esigenze del singolo paziente. Permette inoltre di monitorare l’appropriatezza prescrittiva, valutandone l’aderenza alle normative vigenti e/o alle evidenze cliniche riconosciute e/o agli standard condivisi (Prontuario Terapeutico Aziendale, LG, impiego on-label, file F), rappresentando un esempio di integrazione fra le diverse figure che operano in ambiente sanitario. Data ricevimento: 15/09/2015 domenica 27 settembre 2015 Primo Autore: Claudia Fruttero Page 50 of 50