Massimiliano Sabbatelli

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©Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo -Bollettino d'Arte
MASSIMILlANO SABBATELLI
LA PALAZZINA DI URBANO VIII E LA COFFEE HOUSE
el ripercorrere le principali fasi di formazione del
complesso del Quirinale è facile scorgere il persistente
tema d i giardini. La fortuna di questi ultimi è connessa alla politica di intervento condotta nei singoli
periodi storici dai rispettivi artefici, incontrando un
periodo di massima importanza in epoca rinascimentale, per poi trovarsi ad essere affiancata dal crescente
ruolo dell"'architettura", che impegna la maggior
parte delle risorse dei pontefici.
I giardini del Quirinale giungono alla loro definitiva
delimitazione solo nel XVII secolo, a seguito delle iniziative prese da Urbano VIII, ma già nel XVI secolo
presentano un carattere di indiscutibile valore. Si
parla di giardino di delizie, di evidente raffinatezza, di
luogo evasivo, ludico-colto.
La valenza di quest'area è da rintracciare nella
sequenza calibrata, sicuramente scenografica, di sculture, fontane, eterogenea tipologia di piante, che
mediante la compresenza di un carattere antropico e
di uno naturalistico creano uno spazio piacevole, continuamente variabile. Ad esempio, le fontane sono
pensate quali elementi atti ad esprimere ruoli diversi:
i presentano, infatti, come caposaldi che segnano fisicamente il percorso della pa seggiata, come luoghi di
o ta o giochi d'acqua con effetti sonori e visivi fantasiosi e ricchi di armonia (tra tutte è necessario citare la
fontana dell'Organo).
In quest'a tmo fera rientrano anche la co iddetta
Palazzina di Urbano VIII e la Coffee House, quali elementi episodici e singolari e si stessi.
Seppure architettonicamente caratterizzati da una
sintassi compositiva non confrontabile, in quanto
esempi di tipologie edilizie molto diverse, i due edifici
si integrano perfettamente con l'area dei giardini,
costituendosi come elementi capaci di dialogare con
l'ambiente di riferimento.
La cosiddetta Palazzina di Urbano VIII, fatta erigere nel 1628 circa, si presenta quale manufatto di
estrema semplicità, reso interessante da una giustapposizione di piccoli corpi interdipendenti, ma volumetricamente individuali, che contribu iscono alla
definizione di un'immagine di insieme figurativamente "mossa", che segue leggi di spontaneismo piLI proprie della natura. I.:ingresso principale è di egnato,
I - ROMA, PALAZZO DEL QUI RlNALE -
COFFEE 1-I0USE
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invece, fondandosi sulle regole campo itive più canoniche: un portale centinato inquadrato da un ordine
architettonico.
La Coffee House, progettata dall 'architetto Ferdinando Fuga durante il pontificato di Benedetto XIv, è
e emplare di un tipo edilizio dedotto dalla cultura
inglese; i caratteri salienti sono quelli di una fabbrica
articolata in una loggia centrale con ali laterali immetriche, che si aprono u di una terrazza dominante il
giardino.
eindiscutibile prevalenza della connotazione architettonica rispetto a quella naturalistica non impedisce
a lla palazzina di stabilire una relazione di interconnessione con i giardini: infatti, l'essere posizionata immediatamente prima del salto di quota che intercorre tra
questi e la zona a valle del Quirinale, oltre all 'immagine delle sale laterali dell 'edificio che richiamano il
gesto dell 'abbraccio rivolto ver o la natura, aiutano a
sentire la Coffee House quale fondale teatrale dei giardini stessi. Le dimensioni contenute della palazzina
avallano ulteriormente l'ipotesi della vo lontà di non
stabilire rapporti di sudditanza tra le parti.
Ne ll 'ambito di un programma generalmente esteso
a lla conservazione del comp lesso del Quirinale, la
Soprintendenza per i Beni Ambientali e Architettonici
di Roma ha voluto scegli ere come oggetto di intervento proprio l'area dei giardini, nei confronti della quale
è stato attivato un programma di lavori destinato a
proseguire anche nell'immediato futuro . l } La già citata
eterogeneità di elementi, come anche il loro diverso
stato di alterazione (dipendente dai materiali costruttivi, destinazione d'uso, esposizione, ecc.) ha comportato la necessità di studiare individualmente i singoli
casi e di redigere per ciascuno di essi un progetto di
intervento da calibrare in funzione dei finanziamenti
annualmente erogati.
Si riporta di seguito una sintesi dei lavori eseguiti, o
ancora in corso di svolgimento, presso le palazzine
Urbano VIII e Coffee House segnalando la varia natura delle problematiche affrontate e, di contro, l'unitarietà della metodologia operativa adottata.
LA PALAZZINA DI URBANO
VIII
In relazione alla cosiddetta Palazzina di Urbano
VIII , poche sono le notizie a disposizione che ne
delineano la storia o, comunque, ne individuano la
destinazione d 'uso per la quale venne eretta dal pontefice di cui porta il nome . La connotazione degli
ambienti, piccoli, spazialmente artico lati sia dal
punto di vista planimetrico che altimetrico, ne fanno
un esempio certamente caratteristico, seppure poco
notato.
La posizione all'interno dei giardini, dinanzi al
"gioco" del labirinto e vicino a lla Fontana Rustica, fa sì
che la fabbrica si confonda con gli a ltri elementi
ricreativi. D'altro canto il confronto con il fabbricato
principale e con la Manica Lunga (ri pettivamente ad
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Ov est ed a Sud) non h a ragion di e istere, a causa
d e ll a impossibile commensurabilità di tali edifici con
quello oggetto di studio.
Le peculiarità messe in evidenza h anno avuto un
ruolo fondam e ntale nell 'impostazione dell'orientamento adottato nel cantiere di restauro .
Ne ll 'anno 1996 ono stati affrontati i lavori relativi ai prospetti esterni, optando per la scelta di una
co loritura che riprendesse le cromie propri e della
" natura ", della terra, con l'intento di contribuire
a ll 'acce ntuazion e del "mimetismo" dell'edifi cio. Soltanto l'ingresso principale, con paraste e trabeaz ione, è stato tratta to con una bicromia che mettesse in
risalto il partito architettonico ed in secondo piano i
"fondi ".
La soluzione, duplice all'interno del medesimo edificio , nasce dall'intento di fornire un criterio di lettura
dello stesso, che tenga conto delle ri pettive peculiarità compositive e lo interpreti , contemporaneamente,
come parte del contesto di riferimento. Nella fase progettuale non è, però, stato possibile avere il conforto
di una approfond ita documentazione storica, che mettesse in luce le vicende prioritarie della vita dell'edificio e fosse di ausi lio ad una più corretta valutazione
dello stesso. Il processo conoscitivo ha quindi fondato
le sue radici direttamente sull'opera, sui segni in essa
presenti, oltre che su llo studio della sua destinazione
d'uso.
Probabilmente nata per svo lgere funzioni comp lementari a quelle abitative, ad uso dei pontefici, la
palazzina è oggi adibita a funzioni di servizio connesse
con l'attività di giardinaggio: un tale quadro della
situazione passa ta ed attuale contribuisce a delineare
l'immagine di un edificio cui si riconosce il carattere di
sobrietà.
Del resto l'''originalità'' e la ricchezza di questa fabbrica risiedono nel gioco di volumi (dunque nella
struttura compositiva) e nella presenza di alcuni elementi lignei (strutturali), che acquisiscono una connotazione anche decorativa in ragione di come sono stati
pensati ed eseguiti. Si intende far riferimento all'elaborata "tettoia" che determina l'accesso a l corpo di
fabbrica superiore, alla scala interna con lambrice
ligneo, al soffitto a cassettoni e rose del medesimo
ambiente ed alle diverse tipologie di finestre (tra cui
una bifora) sempre in legno.
La scelta di estendere il trattamento monocromo
(con tinta a base di latte di calce color pozzolana
"riscaldato" dall 'aggiunta di composti naturali color
"terra di Siena", ecc.) alla totalità delle superfici esterne, escluso l'ingresso dinanzi al "labirinto", ha impedito la formazione di una gerarchia precostituita nella
comprensione dei volumi, lasciando agli stessi la possibilità di mantenere inalterato il loro intrinseco gioco e
rendendo il visitatore libero di percepirli secondo l'ordine di volta in volta ritenuto più consono. All'ingresso dinanzi a l "labirinto", invece, è stato riconosciuto
un ruolo sicuramente distinto, per cui si è usata la
bicromia con tinte adeguate alla sintassi architettonica
in esso presente.
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Per quanto concerne gli elementi lignei, la procedura operativa si è fondata su di un esame preliminare
dello stato di conservazione delle singole parti, analizzando il materiale in profondità, laddove i segni di
degrado non fossero evidenti. Per alcune strutture,
invece, lo stato di alterazione risultava talmente accentuato da non richiedere un'ulteriore verifica: tra tutti il
caso più eclatante è stato quello della "tettoia " di
accesso ai locali superiori , puntellata a causa della
totale perdita di capacità portante da parte degli elementi a mensola.
Cintervento è stato commisurato al quadro di
degrado rilevato: elementi alterati, ma sostanzialmente reèuperabili, sono stati sottoposti a trattamenti specifici in laboratorio e rimontati in opera nella posizione originaria; elementi ormai privi di consistenza
materica sono stati sostituiti da altri analoghi. Sulla
forma di questi ultimi si è posto l'interrogativo della
scelta di un'eventuale "forma semplificata", che potesse essere distinguibile rispetto al nucleo rimasto inalterato. Nella pratica questa ipotesi è stata abbandonata,
in quanto i singoli elementi non presentavano caratteri di particolare originalità o complessità figurativa ,
ma piuttosto era il loro modo di essere composti insieme (l "' incastellatura" risultante) ad essere effettivamente unica.
La necessaria tensione volta a mantenere sotto controllo lo stato di conservazione di questo edificio ha
portato ad avviare , oggi, un secondo lotto di lavori,
che riguardano la bonifica della parte inferiore della
palazzina, aggredita da rilevanti problemi di risalita
capillare dell'umidità e dalla presenza di acque stagnanti.
LA COFFEE HO USE
La palazzina della Coffee House è attualmente
oggetto di interventi di restauro, volti a proseguire il
piano di lavori iniziato sin dall'anno 1995 con l'intento
di garantire la conservazione di un manufatto singolare
nel suo genere.
Lo studio della fabbrica, compiuto attraverso l'esecuzione preliminare di indagini bibliografico-archivistiche ed analisi non distruttive, ha consentito di chiarire alcuni passaggi fondamentali della storia dell'edificio ed ha aiutato nella scelta dell 'orientamento
progettuale da seguire nell'esecuzione dei lavori. Problematiche relative alla conservazione della "materia",
spesso fortemente degradata, non sono disgiunte,
infatti, da temi di natura figurativa di un certo rilievo,
per la cui soluzione la sola "erudizione tecnica" non
risulta sufficiente.
La proposta di una rassegna puntuale dei lavori eseguiti, o ancora in corso, vuole rendere possibile la
comprensione dell'effe ttiva natura degli interrogativi
sorti a proposito delle singole situazioni affrontate.
La successione cronologica dei lotti di intervento
può essere sinteticamente riassunta nelle seguenti fasi:
- anno 1995, lavori di restauro dei prospetti esterni e
della pavime ntazio ne della terrazza anti stante " ed ificio ; bonifica d e ll e murature d a ll 'umidità di risalita
capillare mediante formazione di una intercaped ine
aer ata; revi sione generale della copertura;
- anno 1996, restauro della sala ovest e d~lla loggia;
- anno 1997, restauro di parte della sala est;
- a nno 1998, restauro della pavimentazion e e d e lla
sala est; bonifica dei locali interrati .
A partire dal 1995, è stato affro ntato il restauro dei
prospetti esterni della palazzina, uniformemente ocra,
con infissi lignei di colore grigio-celestino. La coloritura rilevata è in linea con il trattamento generalizzato
dei corpi di fabbrica dell 'intero complesso, ma poco
compatibile con la scacchiera marmorea rosa e bianca
della terrazza antistante la palazzina.
La constatazione dell 'avanzato stato di degrado
delle tinte e dell 'intonaco di supporto non ha consentito di considerare proponibile l'ipotesi di un'eventuale consolidamento della situazione rilevata o, tantomeno, di optare per la liberazione del trattamento originario . Dinanzi ad un tale stato di fatto si è reso
necessario decidere quale coloritura potesse e sere la
più adeguata per l'edificio considerato in sé e come
parte del contesto di riferimento.
Cinterrogativo, a pieno diritto compreso nella più
generale questione del restauro, non può essere da
questo disgiunto e necessita, dunque, di vagliare tutti
gli aspetti precauzionali che investono la conservazione della fabbrica in quanto opera irripetibile.
Alla luce della lettura di documenti archivistici,
testimonianti un originario trattamento <<I"osino e
color travertino» (as olutamente in linea con la terrazza a scacchiera rosa e bianca altrimenti inspiegabile) e dei risultati delle indagini stratigrafiche compiute, si è optato per l'abbandono della tinta ocra e la
riproposizione del colore desunto dai dati storici.
Questa scelta risultava avallata anche dalla constatazione della conservazione da parte della Coffee
House della rispettiva peculiarità di tipo edilizio singolare, a sé stante, da leggere in continuità con le
leggi organizzative intrinseche all'area dei giardini,
piuttosto che in connessione con i restanti edifici,
architettonicamente e dimensionalmente molto
dis,tanti da questo raffinato episodio.
E chiaro che la ripresa dei colori primitivi non poteva significare la riproposizione dell'immagine originaria, né questo è stato l'intento con cui sono stati condotti i lavori . Piuttosto si è tentato di interpretare la
sintassi compositiva dei prospetti alla luce della lettura
dei documenti d'archivio, fornendo una soluzione che
vuole essere quella di oggi, ascrivibile a pieno diritto al
nostro tempo ifigg. 1 e 2).
La prevalente presenza del color travertino, utilizzato con toni di intensità variabile a seconda della sua
applicazione sull'ordine architettonico o sui "fondi",
concede alla fabbri ca di riconquistare un ruolo più
consono alla sua natura, perdendo quel carattere severo che le era stato dato dall 'unificante color ocra.
Dal punto di vista della tecnica esecutiva, l'intervento ha · seguito le reg-ole canoniche in uso presso la
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2 - ROMA, PALAZZO DEL QU IRINALE - COFFEE HO USE
(PART ICOLARE)
Soprinte nd e n za fo nd a te ull a ve rifi ca ge nerali zza ta
(medi ante battitura manuale) dell o sta to di con ervazione dell'intonaco, la ripresa delle porzio ni lacunose,
la pre p a r az ion e d elle sup erfi ci co n una co ll e tta di
grasse llo di calce e p o lvere di m armo (ch e p e rm e tte di
no n a lte ra re gli stra ti sottos ta nti) e la col o ritura con
tinta a base di la tte di calce e terre na turali .
Per quanto co ncern e la p av ime ntazio ne della terrazza a ntista nte l' e dificio, l'inte rve nto h a compreso la
verifica d e ll o sta to di con ervaz io n e d e i sin goli elementi m a rm o re i, cui è con seguita la ripresa d e ll e
eventua li p arti lacunose mediante l'applicazion e di un
imp asto a base di ca lce co n p o lvere di m armo e la
sos titu zio ne d egli elem enti completa m e nte altera ti
(fessura zi o ni in ge nti e "p o lveri zzazio n e" d e lla m a te ri a). Per qu es t' ultima o p er azion e son o sta ti utilizza ti
marmi d e lla m e d es ima sp ecie di qu elli rimoss i:
marm o di Carrara e m a rmo rosa con res ti di foss ili
(" lumachin a"), taglia to in cava in m od o d a con sentire
la perfetta visibilità de ll a conchiglia .
La pavimentazio ne cosÌ re in tegra ta è sta ta so tto posta ad un tra ttam e nto final e di lucida tura e p rotezio ne .
Se mpre nel primo lo tto di inter v nto rie ntra la
bo nifica della struttura muraria d al fen om eno di umidità ascende nte, d ovuto alla pre en za di un terrapien o
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intorno a quasi tutto il perimetro della palazz ina. Al di
otto de ll a p ianta dell 'ed ific io so no presenti, invece,
locali voltati.
La ri a li ta capi ll are dell 'umidità si rivela essenzialmente ne ll a sala ovest della Coffee H o use, ambi e n te in
cui i d ipi nti murali sono interessati da freq uen ti fe nom eni d i di stacco e da efflorescenze, fino ad un 'a ltezza
d i circa un metro da ' terra.
A soluzio ne d i q uesto p rob lema si è pen ato d i reali zzare un ' in tercapedine ventil ata natu ralme nte, ch e
parte nd o da ll a q uota de ll a p av ime n taz io ne eterna
sce nd esse d i circa un metro, in modo da favo rire l'evaporazio ne dell 'acqua prima del raggiun gim e nto delle
pareti dipin te . Qu esto intervento è da veders i in conness ion e con un co ntro llo co ta n te d elle co nd izion i cl ima tiche in tern e de lle sale .
Re la tivamen te a lla cop ertura , reali zzata con m anto
di tetto a ll a ro m an a, si è p roceduto all a g r ad ua le
sco mp os izio ne e ve rifi ca di coppi e tego le (in g r a n
p ar te r ip os izio na ti in o p era) e d a ll a r icostitu zio n e
d elle p e nde nze e de ll a impe rm ea bili zzazion e.
Il eco ndo e terzo lo tto d i interve n to sono tra loro
assimila bili ; l' oggetto d e i lavori è d a individ uare ne l
restauro d elle sale laterali e della loggia.
La co nn o tazio n e d e ll e due a li d e lla p a lazz in a n o n
pu ò essere unifi ca ta so tto un m ed es imo comune d enomin a to re, in qu an to artisti, esecu tori ed o pere ha nn o,
a tutti gli effetti , una na tura pro pria ed una individua
r icon osc ibilità. Pur tuttav ia le pro bl em a ti che son o
piuttos to vicin e ed in te ressan o il cam po d e l restauro
arti sti co, con il nece ari o coinvolgime n to delle tecnich e esecutive ad esso p ro pr ie.
La loggia, in vece, presen ta un trattam e nto d e ll e
superfi ci m o lto più sempli ce e sobri o (ad egu ato a ll a
sua n a tura di lu ogo di tran sito) p on e nd os i in co n tinuità con i pro p e tti e terni , da cu i riprende il si te ma
di scan sio ne d egli sp az i m ediante p artiture semplici,
segnate dall 'ordine architettonico. In questo caso l'inten to con servativo h a suggerito la pro pos izio ne d e lla
stessa tinta colo r travertin o utili zza ta per gli esterni ,
cui è con segui ta la rimozio n e di un tra ttam e nto pug n a to un p o' artefa tto e p oco inclin e a su ggeri re la
na tura le co nn ess io n e co n l'es te rn o e la n atura circostante . A questo propos ito n on si è abband ona ta l'ipotes i, ini zia lm e nte fo rmul a ta, di p o te r sos tituire ne l
te mpo gli infissi centina ti es istenti co n altr i an aloghi ,
m a a mov ibili a seco nda delle stagio ni , p er con sentire
il collegam e nto fi sico, sen za filtri e m e di az io ni , di
inte rno ed estern o.
To rn a nd o a ll e du e sa le la te r a li , il res ta u ro d e ll e
stesse è sta to affronta to ad avvenuto comple tam e nto
di un cicl o di saggi compiuti direttam e nte sulle superfi ci. Co n qu es ti si è g iunti a lla re d az io n e di tavo le
tem a tich e re la tive all e tecnich e esecu tive utilizzate ed
a llo sta to di a lte r azio ne rileva to: le not izie acqui site
h a nno co n sentito di proge ttare un intervento di
restauro mirato, o p rattutto co mpa tibile con le o pere
artisti che d a co nservare (evitando l'improvv id o ricorso a ll'u so d i str ume n taz io ni e m ate ri a li imp ro p r i o
addi r ittura d annos i).
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Per quanto concerne lo stato di degrado, le patologie
più com uni sono state individuate nell a presenza di
num eros i ritocchi con sostan ze coprenti e co n tonalità
cromatiche spesso aliene dalla base di riferimento (è il
caso d ella perdita di luminos ità delle dorature, co me
anche dell 'appesantim ento del mode llato delle decorazioni a stucco); nel freq uente distacco di porzioni, anche
estese, di dipinti murali o nel loro sollevamento "a scaglie"; nella presenza di effloresce nze e fessurazioni.
U n tale stato di fatto ha comportato la necessità di
intervenire con una sequen za d i operazioni così sintetizzabi li :
- pre liminare preconsolida mento co n vel in atura in
carta g ia pponese e resin a acrilica in solu zione (Paraloid B72 in Tricloroetano al 20%), vo lta ad a icurare
tabilità all a materia;
- consolidamento e riad esio ne d e ll e dorature e d ella
pellicola pittorica sollevata "a scaglie" con res in a acri lica in emulsione (Primal AC33);
- interventi locali zzati di coll ega mento tra l'intonaco e
la struttura muraria con malta idrauli ca e/o re in a acrilica in emul sion e;
- pulitura a secco d ell e sup er fi ci d eco rate, prev ia
rimozione della ve lin atura di preconsolidamento;
- rim oz ione d ei ritocchi inadeguati, d elle sovrammi ssion i e dei fi ssativi stratificatisi nel tempo.
Un tema a sé sta nte è identifi cab ile nel trattamento
d elle lacune dei dipinti murali : il motivo decorativo di
natura ripetitiva ha co nsentito di optare verso un
"compl etam ento" d egli elementi menomati mediante
reintegrazione a rigatino con acquarelli . Il colore finale è stato ottenuto mediante la sov rapposizione di tratteggi monocromi accos tati e calibrati, in intensità, in
modo da legars i all a parte del motivo decorativo ancora in posto senza brusche interru zioni .
La metodolog ia o perativa adottata per le superfici
vertica li e la vo lta d i copertura è stata ripresa per il
trattam ento d eg li e le menti lignei decorati , qu ali le
porte di ingresso a ll e du e sa le latera li . U na tinta
monocro ma e "tonta" nascondeva un raffinato trattamento color verde acqua ed oro, co nosciuto so lo dopo
un lavoro certos in o di pulitura a bisturi , ini ziato come
i~d agine stra tigrafica ed es teso, poi, all 'intera superfiCIe.
Per la pav imentazione a marmoridea, la polverizzazione di parte d el co mp osto a base di ma lte, terre e
gra ni glie ha riproposto il tema d el tratta me nto d e ll e
lacune , ripre e in leggero so ttosqu adro co n l'uso di
malta colorata . Alcuni tratti di maggiore es tension e
so no sta ti re integrati con un a " nuova" m armoridea ,
simile all a prees iste nte: in questo caso il trattamento
"ne utro", infatti , avrebbe crea to un'interruzione figuratjva troppo forte .
E stato da poco avviato un ulteriore lotto di lavori,
finanziato con i fondi per il Grande Giubileo del 2000,
con il quale si preved e il completamento della sala e t
e del restauro d ei pavimenti a marmoridea. on sembra, dunqu e, opportuno aggiun gere cons id erazio ni
ulteriori sulle lavorazioni, che ricadono nell 'a mbito di
quelle sopra descritte , ad eccezion e di eve ntuali cas i
ingolari di cu i ci si impegna a fornire, in futuro , esaustiva docum entazione.
Il ca nti ere dell a palazzina Coffee House ha potuto
be ne ficiare di un'erogazione di fondi co ntinua nel
tempo, privilegio purtroppo non sempre riscontrabile
in casi analogh i. Questa co ndi zion e ha co nsentito di
poter affrontare il problema del restauro non trascurandone alcun aspetto: dalla fa e di conoscenza preliminare a quella progettuale, fino a giungere all'intervento concreto sul manufatto.
1) Gli studi pre limina ri e i primi )-isultati de ll 'interve nto
co n e rvativo so no riporta ti in M. SABBATELLI , R estauTi al
Caffeaus del QuiTinale. Primi risultati, in Cantieri e TiceTche, a cura di P. R . David e A. Drag hi , Rom a 1997 , pp .
145- 153.
405
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