“Il regno dei cieli nella nostra comunità
”(Da 2-a 3 ore)
L’A.C. ha già recitato le lodi
Iniziamo affidando al nostro Padre celeste il nostro percorso verso di Lui…
Preghiera del Padre nostro perché invoca; esprime il desiderio che il Suo Regno…venga! Soffermandosi in silenzio qualche secondo
su Venga il tuo Regno (il tutto ad occhi chiusi) e propongo si dica e non abbandonarci alla tentazione…
Presentazione formatore;
Presentazione generale del tema:
- Il R.C. si contrappone al “regno della terra”; al mondo dell’uomo, dove vige la legge del
più forte; l’accaparramento e lo sfruttamento delle risorse; dove amore e per-dono
scarseggiano alquanto…
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Qs. Anno avete riflettuto, immagino tanto sulle vostre comunità…
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…cercheremo di immaginarcele, realisticamente come com. che concretizzano il R. di
C.; noi possiamo facilitare la nascita di realtà autentiche solo se prima riusciamo ad
immaginarle e a condividerle.
 In tal senso il bibliodr. Aiuta….
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Giro di presentazione veloce del gr.:
Provocazione:
- “Il regno dei cieli nella nostra comunità… ma cosa intendiamo, immaginiamo,
innanzitutto per la nostra comunità..”?
Commento: Perché essere comunità cristiana?
Il messaggio di Gesù non è mai per un individuo, per un singolo, ma sempre per un
gruppo, per una comunità. Il messaggio di Gesù è rivolto a un gruppo di persone che lo
accoglie e lo accetta. E’ in questo gruppo che si possono manifestare questi dinamismi di
dono, di donazione e di ricevimento da parte degli altri.
Quando Gesù proclama le beatitudini non dice: beato te o beato l’altro. Dice: beati voi…,
Una persona che accolga il messaggio di Gesù diventerà il santo ma non inciderà più di
tanto nella società. Un gruppo che accoglie il messaggio di Gesù, che ha per modello la
relazione Trinitaria, è il lievito che trasforma la società. Da soli non ci si riesce.
Il Signore invita a unirsi in un’unica comunità, ad essere un solo corpo in un unico
Spirito, nella quale i componenti non sono servi del Signore, ma suoi amici (Gv 15,15),
fratelli tra loro (Gv 21,23), e dove vige un solo comandamento, quello dell’amore
vicendevole (Gv 13,34).
Non una comunità di persone uniformi; ma una pluralità di differenze umane unite
nell’amore. Privilegiando l’incontro e la collaborazione. Gli uni al servizio degli altri e dando
uno spazio privilegiato a chi più fa fatica. Rispetto a questo Paolo (1 Cor.12, 22-26) ci dà
un indicatore prezioso dicendoci che se ci sono tensioni e divisioni nella Comunità è
probabile che sia perché al centro ci sono gli interessi dei più forti e non le necessità dei
più deboli!
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Mediante gesti concreti i discepoli autentici dimostrano la qualità di amore che
distingue la comunità cristiana.
Una qualità d'amore che il discepolo deve manifestare nella preghiera per i nemici e nel
rivolgere il saluto, inteso come vero augurio di pace e di felicità, a tutti.
Il "nemico" per la comunità cristiana non sarà più lo straniero, il pagano, ma il persecutore.
L'amore dei discepoli non s'arresta neanche di fronte all'odio del persecutore, ben
sapendo che il Padre sta da sempre dalla parte di chi è perseguitato ("Beati i perseguitati
a causa della giustizia, poiché di essi è il regno dei cieli ", Mt 5,10).
Composizione di una Mappa” della comunità
Ogni partecipante pone anche o un’immagine - fotolinguaggio (e chi vuole, in alternativa
post-it o disegno o parola su foglietto) sulla comunità
(Volendo commentare, si veda l’indice del libro “Tutti siamo una cosa sola”).
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“Il regno dei cieli nella nostra comunità…
Commento introduttivo:
Immaginare il regno dei cieli che si manifesta nella nostra comunità
- La realtà oggettiva non esiste, esistono tante percezioni… tanti quanti siamo noi…;
chiamiamo realtà gli aspetti comunemente condivisi della stessa.
- tanto meno percepiamo unanimemente il R.C…che è più difficile da percepire.
- Si tratta di un determinato modo di vivere, di percepire la vita che parte dal cuore di
Dio…, un modo di essere, di relazionarsi…, che sono nella Sua volontà. Il Regno dei cieli
è infondo un mondo di relazioni santificate e non solo tra le persone, anche con la natura!
- Nella singola persona il R.C. emerge quando questa prende coscienza del Divino che è
in sé e della possibilità di vivere e rapportarsi agli altri, a partire dall’ascolto interiore.
- Nel V. di MARCO 5: 21 leggiamo :”Non chiunque mi dice: Signore, Signore, entrerà nel
regno dei cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio che è nei cieli”. Ma siamo disposti
a fare la Sua volontà solo se riusciamo ad immaginare il Regno dei cieli, vedendolo
concretamente calato nella nostra comunità territoriale. Viceversa non ne assaporiamo il
gusto… e ci lasciamo subito prendere da tutt’altre logiche ed obiettivi.
- Il laboratorio che vivremo insieme è occasione per “Rendere visibile una parte
dell’invisibile…”
- Gesù ci ha rappresentato il R.C. attraverso parabole, che nel loro linguaggio simbolico
corrispondono ai sogni. Questi rappresentano con immagini il mondo interiore della nostra
anima. Ecco perché, attraverso l’incontro profondo con le Sue parabole, potremo accedere
al nostro mondo interiore, per essere più consapevoli delle nostre scelte.
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Camminata meditativa
- proviamo ad associare una parola o un’emozione o un’immagine a regno dei cieli!
Condivisione a giro veloce.
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Riscaldamento: ?????????????
Camminata; incontro tra i partecipanti; G. di ruolo: “mondo tondo; mondo retto”.
Il Regno dei cieli nei suoi diversi aspetti:
Lettura insieme (allegato): Ogni partecipante legge un versetto a testa e chi lo legge
associa un’emozione o un colore o una metafora a quel versetto.
Un’immaginazione guidata,
A sottogruppi condivisione delle immagini e sociodrammi o cartellone con disegno o parole
chiave…
Sociodrammi in assise
Partecipazione davanti all’icona della trinità; radice della Comunità:
Commento conclusivo
Per poter vivere nella comunità con gioia, nello Spirito del Regno dei cieli,
occorre però modificare le aspirazioni umane, quelle che i vangeli identificano
nei tre verbi avere/salire/comandare, che causano negli uomini l’ingiustizia,
la rivalità e la violenza, e sostituirli con quei verbi che sono alla base del
regno di Dio, la nuova società che Gesù è venuto a inaugurare, dove anziché
l’avere ci sia il condividere, anziché il salire scendere, e invece di comandare
ci sia il servire. Scrive Castillo che “solo a partire dall’uguaglianza o, meglio
ancora, dal basso, si crea solidarietà.
Pertanto, solo dall’ultimo posto è realmente possibile alleviare la sofferenza e
diffondere felicità” (p. 64).
In questo suo impegno l’uomo sa di non essere solo, la sua azione viene
accompagnata e rafforzata dallo Spirito del Signore, che lo chiama a
collaborare all’azione creatrice del Padre per poter realizzare quel regno di
Dio per il quale il Cristo ha dato la sua vita, quel Gesù che nel momento più
drammatico della propria vita ha assicurato: “Coraggio, io ho vinto il mondo!”
(Gv 16,33).
Materiali: foto linguaggio mezzi a4 pennarelli e pastelli musiche e luci teli libro “Tutti siamo una cosa sola
Icona della Trinità; teli; letture scaletta; brocure metodo; dvd metodo; foglio iscrizioni mail; orologio
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Dal modello delle prime comunità cristiane alla nostra comunità illuminata da
quel modello
Lettera pastor. 2010 p.10 e 11 Bibliosocidramma sulle prime com. cristiane .
(At 2,42.46-47; 4,32)
La prima comunità cristiana
42 Erano perseveranti nell'insegnamento degli apostoli e nella comunione,
nello spezzare il pane e nelle preghiere…spezzando il pane nelle case,
prendevano cibo con letizia e semplicità di cuore, 47 lodando Dio e
godendo il favore di tutto il popolo… 32 La moltitudine di coloro che
erano diventati credenti aveva un cuore solo e un'anima sola e nessuno
considerava sua proprietà quello che gli apparteneva, ma tutto era fra loro
comune. Con grande forza gli apostoli davano testimonianza della
resurrezione del Signore.
Di riserva o offerta per un approfondimento a casa:
a) Doc. essere comunità educ. (indicazioni testimoniate da una comunità
parrocchiale)
Comunità educativa è…
Frutto di tante esperienze condivise…
La Comunità educativa non è "l’Isola che non c’è”…
Non è il sogno di un Curato, che quando predica “vola un po’ troppo in alto”…
Non è l’utopistica idea di un Oratorio dove tutti fanno tutte e quante le attività insieme, partecipano
a tutto, sono amici di tutti e appaiono come un solo grande gruppo sorridente!
Non è una comunità tra santi, né tra educatori “arrivati”…
È piuttosto sentirsi una famiglia, con le potenzialità e i tanti limiti che la caratterizzano, ma
comunque famiglia “sangue del mio sangue”, figli di uno stesso “Papà”…:è sentire nostri fratelli
anche quel gruppo che non incrociamo mai, ma di cui mi sento in qualche modo parte perché è
della mia “famiglia”. Non posso parlarne male ad altri, parlerei male della mia famiglia! Se
appena mi è possibile porgo loro il mio aiuto, diretto o indiretto che sia. Da vicino o da lontano…
E’ il desiderio, nel limite del “realistico possibile”, di coinvolgere altri, non solo quelli del
gruppo nel quale opero, nel realizzare una determinata iniziativa, per farla insieme, per
condividerla il più possibile, perché esca meglio e soprattutto perché sia più aperta in tutti i sensi.
Questo comporterà, qualche volta, la rinuncia a mettermi a capo dell’attività, a mettere la sola
firma del mio gruppo, bensì mi prenderò l'onere di ricordare, favorire la comunicazione,
sintetizzare, valorizzare, le decisioni operate da tutti…
Essere Comunità educativa è pensare all’anno pastorale, che ho davanti, come un percorso di tante
iniziative, proposte da tutti gli Educatori dell’Oratorio, sentendole anche mie. Tra queste ci sono
anche quelle nelle quali sarà particolarmente impegnato il mio gruppo specifico: talvolta in
collaborazione con altri gruppi, altre volte da solo, ma comunque sempre a servizio di un Progetto
educativo comune. Secondo un calendario di iniziative che, corresponsabilmente, avrò cura possa
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essere armonico e completo in se stesso; privo di sovrapposizioni, dove siano prioritari i momenti
comunitari.
Sentirsi membro della Comunità vuole dire che pur riconoscendo che alcuni mi stanno antipatici,
non collaborano come desidererei, qualche volta dicono male di me ad altri…, nonostante tutto sono
della mia famiglia ed è anche con loro che sono chiamato ad offrire, senza stancarmi, la mia
collaborazione, per tentare di realizzare qualcosa insieme, per presentarsi e testimoniare ai nostri
ragazzi che la comunione è possibile! I figli desiderano genitori, diversi tra loro ma uniti, coerenti e
capaci di perdonare!
Essere Comunità educativa è porsi il concreto obiettivo di partecipare, almeno qualche
volta, appena mi è possibile, alle iniziative di altri, sapendole gustare e valorizzare come fossero
quelle del mio gruppo.
Non hai mai tempo per farlo?…Sappi che chi ha tempo, non è chi ha poco da fare…, quello non lo
trova mai…! Se vuoi chiedere tempo a qualcuno, diceva un vecchio saggio, Sacerdote bresciano, va
da chi svolge già 1000 impegni; vedrai, troverà il tempo anche per te!
Essere Comunità è anche partecipare attraverso chi ti rappresenta, che può fare da
portavoce della tua opinione, suddividendosi, nel proprio gruppo, i momenti di partecipazione e di
collaborazione, possiamo esserci in qualche modo, anche quando non ci è possibile fisicamente!
Essere Comunità educativa è ritenere prioritario, avere a cuore, la possibilità d’incontrarsi,
almeno due, tre volte all’anno davvero con tutti. Come quei famigliari lontani che, almeno a Natale
e a Pasqua, sentono un richiamo profondo al desiderio di pranzare, raccontarsi, di condividere
insieme, di gustare un incontro tra i volti amati e meno amati!
b) Introduzione ad una meditazione profonda sul significato e presenza del regno di
Dio:
Gesù diceva: “il Regno di Dio è in voi” Lc17,21. Il divino è nell’uomo e deve affermarsi. E’
un dono di Dio che ci stimola a raggiungere la nostra interezza e l’unità con tutti e con
tutto; ci porta ad allargare la nostra coscienza verso il trascendente ed a cogliere nuove
energie creative da mettere in gioco anche nella vita sociale, nel rapporto con gli altri e la
Comunità.
(Drewermann p.259 in Il Vangelo di Marco – Queriniana), teologo e studioso della
psicologia del profondo, ci dice: “Non è vero che le persone non possono essere diverse,
perché vittime della società, schiave di tradizioni soffocanti, di abitudini degradanti; siamo
nati per la libertà, per la vastità del cuore e le vette della felicità. Abbiamo bisogno del
pezzo di cielo, che hanno visto i tre discepoli nella trasfigurazione, per poter vivere su
questa terra. Molto più spesso di quanto pensiamo, il mattino di Pasqua comincia nel bel
mezzo della vita, molto prima della morte. Perché anche il modo in cui si muore dipenderà
da come viviamo oggi e il significato che noi diamo alla sofferenza è determinato
unicamente dal genere di felicità a cui aderiamo. Già oggi possiamo vedere il Regno di Dio
venire con potenza (Mc,9,1) noi stessi ne siamo parte”.
Chiediamoci anche Dove?...deve venire? Cosa deve trasformare?
Lasciamo che emerga un’immagine personale, legata ad un desiderio concreto di
trasformazione possibile di alcuni aspetti della nostra quotidianità nella nostra comunità
territoriale.
rappresentazione della stessa con un disegno
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Con concretizzazioni sceniche di alcuni disegni.
Alcune altre letture possibili:
Prendiamo alcuni esempi tratti dai vangeli.
La comunità di Giovanni è infatti formata da “un gregge, un Pastore” (Gv 10,16): l'esistenza della comunità
dei credenti (gregge) contiene in sé la presenza del Signore (pastore) e forma il nuovo santuario da dove si
irradia l'amore di Dio per tutta l'umanità (Gv 17,22-23).
Compito della comunità-santuario è quello di andare incontro a coloro che sono stati scacciati dall’istituzione
religiosa (Gv 9,22.35; 12,42; 16,2) e di accogliere quanti per la loro condizione si sentono indegni di
avvicinarsi al Signore. A tutti costoro il Signore e il suo gregge fanno risuonare la parola del Pastore, che
invita a unirsi in un’unica comunità nella quale i componenti non sono servi del Signore, ma suoi amici (Gv
15,15), fratelli tra loro (Gv 21,23), e dove vige un solo comandamento, quello dell’amore vicendevole (Gv
13,34).
Allegato
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IL REGNO DEI CIELI E’…
Il Regno di Dio. Quando arriva? Chi ce lo annuncia? Per chi è il Regno di Dio; dove è?
Come si può riconoscerlo ed entrare?
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Vegliate… Il regno di Dio è vicino…
…alcuni qui presenti, che non morranno senza aver visto il regno di Dio venire con
potenza».
Il regno di Dio non viene in modo da attirare l'attenzione, e nessuno dirà: Eccolo qui, o:
eccolo là. Perché il regno di Dio è in mezzo a voi!.
Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino!.
Se uno non rinasce… da acqua e da Spirito, non può entrare nel regno di Dio.
Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli.
Beati i perseguitati per causa della giustizia, perché di essi è il regno dei cieli.
«Il regno dei cieli è simile a un padrone di casa che uscì all'alba per prendere a
giornata lavoratori per la sua vigna….. Uscito ancora verso le cinque… andate anche
voi nella mia vigna.
difficilmente un ricco entrerà nel regno dei cieli…salvarsi è impossibile agli uomini, ma
a Dio tutto è possibile».
Non chiunque mi dice: Signore, Signore, entrerà nel regno dei cieli, ma colui che fa la
volontà del Padre mio che è nei cieli.
Il regno dei cieli è per chi perdona di cuore suo fratello...
Chi non accoglie il regno di Dio come un bambino, non entrerà in esso».
Non affannatevi…dicendo: Che cosa mangeremo?... Che cosa indosseremo? Di tutte
queste cose si preoccupano i pagani; il Padre vostro celeste infatti sa che ne avete
bisogno. Cercate prima il regno di Dio e la sua giustizia, e tutte queste cose vi saranno
date in aggiunta.
Per averlo si lascia tutto il resto… (è perla preziosa…tesoro nascoso…)
I pubblicani e le prostitute vi passano avanti nel regno di Dio… Voi, al contrario, … non
vi siete nemmeno pentiti…
…Gli operatori d'iniquità saranno cacciati fuori dal regno di Dio…
è necessario attraversare molte tribolazioni per entrare nel regno di Dio.
Ma se io scaccio i demòni per virtù dello Spirito di Dio, è certo giunto fra voi il regno di
Dio.
Il regno dei cieli è qualcosa di preziosissimo che si trova, si cerca e ci è annunciato.
Non affannatevi…dicendo: Che cosa mangeremo?... Che cosa indosseremo? Di tutte
queste cose si preoccupano i pagani; il Padre vostro celeste infatti sa che ne avete
bisogno. Cercate prima il regno di Dio e la sua giustizia, e tutte queste cose vi saranno
date in aggiunta.
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Come è? Quali caratteristiche?
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Nel regno dei cieli… gli ultimi saranno primi, e i primi ultimi».
Il regno di Dio è come un uomo che getta il seme nella terra; dorma o vegli, di notte o
di giorno, il seme germoglia e cresce; come, egli stesso non lo sa.
Il regno di Dio è come un granellino di senapa che…è il più piccolo di tutti semi…ma fa
rami tanto grandi che gli uccelli del cielo possono ripararsi alla sua ombra.
Il regno dei cieli si può paragonare al lievito, che una donna ha preso e impastato con
tre misure di farina perché tutta si fermenti.
Primo comandamento del regno di Dio …amare Dio con tutto il cuore e il prossimo
come se stessi
…quando cominciarono a credere alla buona novella del regno di Dio e del nome di
Gesù Cristo, uomini e donne si facevano battezzare.
Il regno di Dio infatti non è questione di cibo o di bevanda, ma è giustizia, pace e gioia
nello Spirito Santo: chi serve il Cristo in queste cose, è bene accetto a Dio e stimato
dagli uomini.
Chiunque diventerà piccolo come questo bambino, sarà il più grande nel regno dei
cieli.
Le opere della carne sono ben note: fornicazione, impurità, libertinaggio, idolatria,
stregonerie, inimicizie, discordia, gelosia, dissensi, divisioni, fazioni, invidie,
ubriachezze, orge e cose del genere; circa queste cose vi preavviso, come già ho
detto, che chi le compie non erediterà il regno di Dio. Il frutto dello Spirito invece è
amore, gioia, pace, pazienza, benevolenza, bontà, fedeltà, mitezza, dominio di sé;
contro queste cose non c'è legge.
…Il regno dei cieli soffre violenza e i violenti se ne impadroniscono.
E’ perla preziosa…tesoro nascosto…per i quali si lascia tutto…
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Un pensiero sulla società secondo Gesù di S. Bittasi
Possiamo allora affermare che la ricerca di un’identità relazionale quale Gesù ci propone
sia capace di far entrare la riflessione di una società giusta in una spirale virtuosa di
dialogo anche con chi non faccia riferimento ai valori del cristianesimo.
In conclusione
Un possibile augurio ad ognuno di noi, nei propri contesti di impegno ecclesiale
Salmo 8525,
Misericordia e Verità si incontreranno
Giustizia e Pace si baceranno
La verità germoglierà dalla terra
e la giustizia si affaccerà dal cielo.
Anche Dio concederà tutto ciò che è buono,
e la nostra terra darà i suoi frutti.
La giustizia davanti a lui camminerà
tracciando il sentiero con i suoi passi
MATERIALI: libro “Tutti siamo una cosa sola”
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