Carlotta Nonnis Marzano Ambiti di ricerca Nel contesto della distribuzione, ecologia, biologia riproduttiva di Poriferi di ambiente marino costiero e lagunare, di cui CNM si è occupata fin dall’inizio della sua attività di ricerca, negli ultimi anni la sua attenzione si è rivolta più specificatamente ai seguenti temi: Gestione sfruttamento e protezione della spongofauna A causa di un eccessivo ed incontrollato sforzo di pesca ed in seguito a ripetuti eventi epidemici, la presenza di poriferi di interesse commerciale in Mediterraneo risulta oggi drasticamente ridotta. Una specie, Hippospongia communis, è praticamente scomparsa dal bacino nord occidentale, mentre Spongia officinalis e S. agaricina sopravvivono con popolazioni di ridotte dimensioni caratterizzate da una distribuzione fortemente dispersa. Allo scopo di individuare una strategia di gestione programmata di questa risorsa sono state condotte indagini finalizzate alla sperimentazione di tecniche di coltura in mare aperto e di ripopolamento attivo di spugne commerciali. Lo studio è stato svolto principalmente all’interno di aree soggette a regime di protezione (A.M.P. di Porto Cesareo (LE) e Ustica (PA). La spongicoltura off-shore è stata inoltre associata all’allevamento di altre specie di interesse commerciale (pesce, mitili, policheti tubicoli da utilizzare come esca), nell’ottica della sperimentazione di policolture integrate in cui gli organismi filtratori contribuiscano ad abbattere il carico organico (biorimediazione) indotto dalla presenza di pesce in gabbie galleggianti. In questo contesto si è testata la resistenza di S. officinalis, Sabella spallanzanii e Mytilus galloprovincialis, all’esposizione ad insetticidi organofosfati comunemente utilizzati dagli itticoltori per il controllo di malattie e parassitosi nel pesce allevato. Infine, di particolare rilievo è risultata la messa a punto di una metodologia per la reintroduzione di poriferi in ambiente naturale, che consente di ricostituire le popolazioni originariamente presenti in aree marine circoscritte (baie costiere, grotte sommerse, secche del largo). Il metodo permette, mediante l’utilizzo di tecnologie semplici e a basso costo, di impiantare un elevato numero di esemplari a partire da frammenti ottenuti dal taglio di un numero ridotto di individui adulti. Attività di filtrazione in S. officinalis Gli esperimenti di laboratorio condotti sull’attività di filtrazione e sulla clearance di S. officinalis var. adriatica hanno permesso di dimostrare l’elevata efficienza di questa spugna nel rimuovere il batterioplancton dall’acqua di mare e di accumulare diversi gruppi di batteri, tra cui alcuni potenzialmente patogeni per l’uomo e per gli organismi marini. I risultati ottenuti suggeriscono il potenziale utilizzo di S. officinalis sia come efficace biorimediatore sia come bioindicatore in ambiente marino. Cicli vitali e riproduzione nei poriferi Le ricerche condotte in questo ambito hanno permesso la descrizione del ciclo vitale di una specie tipica di ambienti di transizione (Halichondria panicea nel Lago di Lesina (FG) e della già citata Spongia officinalis nelle acque di Porto Cesareo (LE). Distribuzione ed ecologia dei poriferi in ambienti a caratteristiche lagunari Sono state condotte indagini per definire la struttura della taxocenosi a poriferi, in rapporto anche ai marcati gradienti ambientali che caratterizzano tali biotopi. Negli ambienti confinati ad elevato ricambio idrico i poriferi risultano particolarmente abbondanti sia per numero di specie che per valori di biomassa, caratteristica che fa di questi biotopi dei veri e propri “sponge gardens”. Il fattore ecologico che meglio spiega la distribuzione di questi organismi in ambiente lagunare è l'idrodinamismo, inteso come fattore complesso che a sua volta ne influenza altri quali il nutrimento e la sedimentazione. Tassonomia dei poriferi Una specie nuova per la scienza, afferente alla categoria delle spugne perforanti (fam. Clionaidae), è stata individuata e descritta. Definizione della struttura di comunità macrozoobentoniche di ambienti lagunari e loro eventuali modificazioni Le ricerche condotte nel Lago di Lesina (FG) hanno consentito di descrivere la struttura e la distribuzione di un’associazione bentonica sessile a dominanza animale, costituita in prevalenza da anellidi policheti (Ficopomatus enigmaticus), crostacei (Balanus eburneus, B. improvisus), molluschi bivalvi (Mytilaster lineatus), briozoi (Conopeum seurati) e dalla demospongia H. panicea. L’indagine ha inoltre approfondito le conoscenze sulla stagionalità dell’insediamento e i cambiamenti temporali a cui la comunità macrozoobentonica di substrato duro è andata incontro. La seconda campagna riguardante la distribuzione di H. panicea nel bacino ha evidenziato profonde differenze rispetto al biennio precedente, con la scomparsa della spugna dal settore centrale e la massiccia colonizzazione delle bioconcrezioni poste in prossimità della bocca occidentale. Le modificazioni sono con ogni probabilità imputabili al mutato regime alino del lago, che rispetto agli anni precedenti ha mostrato valori di salinità inferiori, probabilmente in relazione con abbondanti precipitazioni primaverili. Inoltre è stato ipotizzato che tali ampie e rapide modificazioni distribuzionali siano legate in prima istanza alla capacità di spostamento passivo di esemplari adulti della spugna. Infatti questi sono frequentemente associati all’alga bentopleustofitica Valonia aegagropila, presente in gran quantità in forma libera sul fondo, lungo la colonna d’acqua o in superficie e soggetta a spostamenti attraverso il bacino indotti dall’azione del vento e delle maree. H. panicea sfrutterebbe questo mezzo di trasporto passivo per diffondersi attraverso il bacino, integrando in tal modo il reclutamento per via larvale. Diffusione di specie alloctone invasive lungo le coste pugliesi E’ stata monitorata la presenza di C. racemosa, un’alga verde di origine tropicale e subtropicale massicciamente segnalata in Mediterraneo a partire dagli anni Novanta, lungo i versanti adriatico e ionico delle coste pugliesi. L’area in oggetto risulta ampiamente colonizzata da questa specie, che risulta presente nel 90% dei siti indagati, su tutti i substrati e a tutte le quote batimetriche fra la superficie e 35 m di profondità.