Anno Accademico 2016‐2017 Seminario EPIDEMIOLOGIA E PREVENZIONE DELLE PATOLOGIE DELLA TERZA ETA' Prof.ssa Maria Cristina Marazzi PROGRAMMA Marazzi et al Le grandi transizioni, Piccin 2014 Cap. 2 La transizione demografica Cap. 3 La transizione epidemiologica Cap. 4 La fragilità dell’anziano La transizione assistenziale La valutazione multidimensionale Marazzi et al Nutrizione e salute, Piccin 2014 Cap. 1 Alimentazione e nutrizione Cap. 8 Alimentazione anziano Cap. 11 Diabete mellito Osteoporosi Ipertensione Malattie cardiovascolari Tumori Tumori e Codice Europeo contro il cancro Malattie cardiovascolari Malattie respiratorie Demenze Ondate di calore 1 p.21‐50 p. 53‐62 p. 67‐78 p. 78‐82 p. 86 Box 4.4 p. 1‐7 p. 115‐118 p. 147‐149 p. 150 p. 151‐153 p. 163‐164 p. 165‐166 dispense sul sito “ “ “ dispense sul sito di M.C. MARAZZI, L. PALOMBI, S. MANCINELLI, E. BUONOMO, G. LIOTTA, P. SCARCELLA. Volume di 180 pagine. Gli autori, consci che l’alimentazione può essere un fattore rilevante di salute e benessere, hanno messo a frutto la loro duplice formazione, di igienisti e di esperti in nutrizione, per fornire a un pubblico più vasto, studenti e interessati a un approccio più consapevole all’alimentazione, le conoscenze essenziali sull’argomento: le “basi conoscitive”, appunto, per una corretta educazione alimentare. Il libro è rivolto in primo luogo agli studenti frequentanti i corsi di laurea triennale, sia di area sanitaria (scienze infermieristiche, scienze motorie, ecc.) che di area non sanitaria (corso di laurea in scienze dell’educazione e della formazione, in servizio sociale, in psicologia e altri). Ma è utile anche ai futuri medici per arricchirne la formazione professionale. Il volume si rivolge anche ad una platea non esclusivamente accademica: in sintonia con gli sviluppi delle conoscenze contemporanee, si muove nell’orizzonte della “salute globale”, la “Global Health”, per contribuire, a livello internazionale, alla formazione di personale sanitario chiamato non solo a svolgere compiti clinici, ma anche ad educare alla salute con un approccio olistico e meno frammentato. Gli autori, forti di una esperienza più che decennale in questo senso, hanno scritto questo testo pensando anche al grande gap di conoscenze sanitarie dei pazienti dell’Africa Sub-Sahariana ed alla necessità di una “alfabetizzazione alla salute” così decisiva in tale contesto. La formazione di formatori chiamati ad entrare in contatto con le popolazioni locali per una efficace educazione alimentare rappresenta infatti, secondo una abbondante letteratura scientifica, il primo e più importante presidio per contrastare molte cause evitabili di malattia. L’UNICO LIBRO SULL’ECG DI CUI AVRAI BISOGNO a cura di R. ANTONELLI INCALZI. Volume di 860 pagine, riccamente illustrato a colori. ... È evidente la particolare dignità della laurea in scienze infermieristiche e in questa prospettiva di una formazione nella medicina interna applicata alle scienze infermieristiche. Infatti è proprio questa la branca che maggiormente offre al prossimo infermiere una visione ampia, direi completa del paziente nell’articolarsi dei problemi che ne condizionano in ambiti diversi lo stato di salute. Tutto ciò si riflette nell’organizzazione di questo testo che, pur rispettando scrupolosamente la libertà degli autori che vi hanno contribuito, offre in tutti i capitoli che lo compongono una struttura tipo che parte con l’informazione di base finalizzata all’acquisizione di quelle competenze fondamentali per la conoscenza della malattia e del malato, non quindi una generica informazione ma neppure una formazione di tipo medico bensì un livello intermedio di conoscenza che renda il futuro infermiere realmente conscio del problema alla cui risoluzione contribuirà. ... È proprio questa l’ambizione del nostro testo: far sì che l’infermiere realizzi al meglio le indicazioni ricevute dal medico ma al tempo stesso le completi, contribuisca a determinarle e le arricchisca in virtù di una competenza specifica e di un metodo peculiare di approccio al paziente che il suo ruolo di assoluta importanza nell’assistenza medica in tutti gli ambiti richiede e giustifica al tempo stesso. La nuova edizione italiana del testo di Nettina riesce a fornire un’accurata spiegazione alle molteplici problematiche assistenziali, che la professione infermieristica si pone negli elaborati processi di nursing che il paziente impone... I contenuti teorici sono abilmente trasformati e tradotti nella parte applicativa, in modo da offrire la possibilità al lettore di compararli e di avere la risposta, quasi in tempo reale alla visione. La veste tipografica segue un filo logico di ragionamento e utilizzo della memoria che facilita l’apprendimento e il ricordo visivo, legato all’utilizzo di forme diverse di grafica e scrittura, che evidenziano gli argomenti e il tratto del lessico che più abbisogna di attenzione... ...Tutto il testo è corredato di esempi, spesso messi in evidenza in appositi riquadri nei diversi capitoli o, secondo il caso, evidenziati da un titolo in grassetto. € 8,00 www.piccin.it LE GRANDI TRANSIZIONI Demografica Epidemiologica Assistenziale LE GRANDI TRANSIZIONI Questa edizione offre una serie di revisioni e di miglioramenti: una nuova tavolozza completa di colori per rendere i modelli, le illustrazioni e i tracciati più chiari che mai; nuovi casi clinici per potenziare una delle caratteristiche più importanti del libro: quella di inserire tutte le nozioni nel loro corretto contesto clinico (ti troverai proprio nel mezzo di situazioni cliniche reali) e di rendere le informazioni utilizzabili; ampliamento delle sezioni riguardanti tematiche in cui nuovi sviluppi hanno consentito di approfondirne la comprensione, quali la fibrillazione atriale, la sindrome del QT lungo, la sindrome da ballooning apicale ed altre ancora; maggiore chiarezza dove richiesta, nuovi tracciati che contribuiscono a far luce sui punti che stiamo cercando di far capire anche mediante sintesi e semplificazione, quando possibile. Maria Cristina Marazzi Leonardo Palombi Sandro Mancinelli Ersilia Buonomo Giuseppe Liotta Paola Scarcella IL MANUALE DELL’INFERMIERE di S.M. NETTINA. Opera in due volumi, di 1960 pagine, riccamente illustrata a colori e rilegata. di M.S. THALER. Volume di 344 pagine, illustrato a colori. Marazzi - Palombi - Mancinelli - Buonomo - Liotta - Scarcella MEDICINA INTERNA per scienze infermieristiche NUTRIZIONE E SALUTE ISBN 978-88-299-2705-0 1509490 9 788829 927050 2 Marazzi - Transizioni.indd 1 18/11/2014 8.43.14 Marazzi et al Le grandi transizioni, Piccin 2014 (da studiare) Cap. 2 La transizione demografica Cap. 3 La transizione epidemiologica Cap. 4 La fragilità dell’anziano La transizione assistenziale La valutazione multidimensionale p.21-50 p. 53-62 p. 67-78 p. 78-82 p. 86 Box 4.4 3 di M.C. MARAZZI, L. PALOMBI, S. MANCINELLI, E. BUONOMO, G. LIOTTA, P. SCARCELLA. Volume di 100 pagine. Tra i grandi cambiamenti che il ‘900 ha visto realizzarsi si collocano a pieno titolo le transizioni demografica ed epidemiologica. ... La nuova struttura demografica della popolazione porta con sé una domanda di salute che viene determinata non solo dalla presenza o dall’assenza di patologie specifiche, ma dall’intreccio di un insieme di fattori psico-fisici ed economico-sociali. È questa la matrice della terza transizione, quella assistenziale, conseguenza delle transizioni demografica ed epidemiologica, oggi tema centrale per gli operatori socio-sanitari... ... Negli ultimi decenni il ruolo di questi fattori è risultato appannato da una sanità sempre più orientata verso la specializzazione e la settorializzazione della formazione, troppo spesso concepita separatamente dal sociale. L’emersione della qualità della vita come obiettivo dell’intervento sanitario (si pensi, ad esempio, a tanta parte della geriatria o dell’oncologia) ci restituisce uno sguardo olistico sulla persona e sulla sua domanda di salute, che necessariamente richiede una formazione aperta all’integrazione tra sociale e sanitario. Il presente testo offre una ricostruzione del quadro complessivo all’interno del quale questi fenomeni avvengono e delle loro conseguenze, nella convinzione che una loro migliore comprensione costituisca un elemento necessario del curriculum formativo di medici, infermieri, assistenti sociali, educatori, formatori e più in generale di tutti coloro che lavorano nel vasto campo dei servizi alla persona. BASI DELL’ASSISTENZA INFERMIERISTICA a cura di R. DANIELS, R.N. GRENDELL, F.R. WILKINS. Volume di 1800 pagine, riccamente illustrato a colori. Il concetto di “Fondamenti di Infermieristica” nasce dall’esigenza degli autori che durante la loro lunga esperienza di insegnamento hanno voluto offrire agli studenti un approccio accurato ed organizzato dei contenuti, nonché uno strumento per acquisire maggiore consapevolezza delle proprie abilità rispetto alle conoscenze teoriche. Il contenuto viene presentato in una cornice pedagogica che richiama varie modalità di apprendimento per ciascuno studente. Le procedure mostrate per step all’interno del testo, sono esempi della metodologia d’apprendimento che tende ad ottimizzare ciò che viene appreso nel corso della lettura stessa. Inoltre un’ampia varietà di argomenti che si focalizzano sulla funzione educativa nei confronti del paziente, sulla ricerca e sulla risoluzione delle criticità (problem solving), tra le altre cose favorisce una efficace pratica assistenziale e sviluppa il pensiero critico del lettore. Il libro ruota attorno alla figura del paziente in una prospettiva olistica che incoraggia lo studente infermiere a vedere ogni persona come una risorsa nella promozione alla salute e al benessere, in aggiunta alla messa a fuoco del bisogno della prevenzione di malattie e di una gestione efficace di tutti i livelli di assistenza. L’analisi del caso clinico alla fine di ogni capitolo fornisce un pratico scenario sintetico per l’applicazione dei concetti appresi. Le pagine interamente colorate, una gradevole impostazione visiva delle immagini unitamente a schede che illustrano i punti essenziali, ed infine ai riferimenti tutoriali impegnano lo studente ad un uso semplice e immediato dello strumento. Le informazioni e i processi d’apprendimento, in connessione con le abilità pratiche dello studente, favoriscono il ruolo attivo, partecipato e lo sviluppo di una professionalità assistenziale etica e responsabile. Marazzi - Palombi - Mancinelli - Buonomo - Liotta - Scarcella LE GRANDI TRANSIZIONI Demografica Epidemiologica Assistenziale Maria Cristina Marazzi Leonardo Palombi Sandro Mancinelli Ersilia Buonomo Giuseppe Liotta Paola Scarcella NUTRIZIONE E SALUTE Le basi conoscitive per una corretta educazione alimentare VADEMECUM DELL’INFERMIERE MANUALE DI TECNICHE E PROCEDURE INFERMIERISTICHE DI TAYLOR di S.M. NETTINA. Volume di 1262 pagine, illustrato. a cura di P. LYNN. Volume di 1116 pagine, riccamente illustrato a colori. Il “Manuale di tecniche e procedure infermieristiche” offre un buon contributo alla progettazione e realizzazione del piano assistenziale. Il testo riprende in maniera precisa i fondamenti di base delle procedure infermieristiche facendo un’analisi dettagliata ed, in maniera esaustiva, chiarisce per ogni “azione” il suo “razionale” scientificamente dimostrato. La struttura del testo è ben orientata all’obiettivo che si pone: aiutare gli infermieri e gli studenti di infermieristica ad apprendere le procedure cognitive, tecniche, interpersonali ed etico-legali per un’assistenza efficace e sicura. Possiede una logica di lettura sequenzialmente ben architettata dall’Autore, rispettando i diversi bisogni formativi ed i diversi curricula degli studenti. L’idea di contestualizzare le procedure con la descrizione di casi clinici reali, la presenza di icone che focalizzano l’attenzione su informazioni fondamentali per la stessa procedura, la documentazione delle linee-guida, l’approccio fotografico e le domande per sviluppare la riflessione critica facilitano l’impatto con l’utilizzo del testo. € 10,00 www.piccin.it NUTRIZIONE E SALUTE Questo nuovo libro, “Vademecum dell’infermiere”, offre le necessarie basi di conoscenze scientifiche che consentono all’infermiere di progredire ed aggiornarsi nel campo della clinica in quanto permette di consultare rapidamente tutte le informazioni da applicare nella quotidianità della pratica professionale. Le tematiche sono trattate in ordine alfabetico e prendono in esame in modo schematico, ma non riduttivo, l’aspetto clinico e l’aspetto assistenziale, con particolare riferimento alla diagnosi infermieristica, alla valutazione interdisciplinare e alle procedure infermieristiche da seguire. Questo testo è uno strumento di studio utile sia agli studenti del Corso di Laurea Triennale in Infermieristica, Infermieristica Pediatrica ed Ostetricia, sia agli studenti iscritti ai Master e/o Perfezionamenti di area clinica, sia agli infermieri che lavorano in ambito clinico e didattico, perché sviluppa le capacità critiche e le competenze metodologiche necessarie per ragionare e lavorare in modo integrato con gli altri operatori. Si sofferma sugli strumenti conoscitivi per l’attuazione dei piani di assistenza personalizzati fornendo le possibili soluzioni assistenziali, ed offre le necessarie conoscenze e competenze per una partecipazione attiva dell’infermiere nel percorso clinico assistenziale del paziente, con continui riferimenti alla quotidianità operativa. ISBN 978-88-299-2704-3 1509480 9 788829 927043 4 Marazzi - Nutrizione.indd 1 18/11/2014 8.49.42 Marazzi et al Nutrizione e salute, Piccin 2014 (da studiare) Cap. 1 Alimentazione e nutrizione Cap. 8 Alimentazione anziano Cap. 11 Diabete mellito Osteoporosi Ipertensione Malattie cardiovascolari Tumori p. 1-7 p. 115-118 p. 147-149 p. 150 p. 151-153 p. 163-164 p. 165-166 5 Estratto dalla Relazione sullo stato sanitario del paese 2012-2013 (Ministero della salute, 2014) Lo stato di salute della popolazione – Cause di morte La Figura 1.6, che rappresenta la distribuzione percentuale delle cause selezionate nel complesso delle età, mostra come le malattie cronico-degenerative, legate al processo di invecchiamento, si confermino principali cause di morte: le malattie del sistema circolatorio e i tumori rappresentano, ormai da anni, le prime due più frequenti cause di morte, responsabili nel 2011 nel complesso del 68,2% del totale dei decessi maschili e del 66,4% di quelli femminili; tuttavia, mentre tra gli uomini il peso di queste due cause di morte praticamente si equivale (34,0% ciascuna), tra le donne le malattie cardiovascolari sopravanzano di gran lunga i tumori (41,2% vs 25,2%). Le malattie dell’apparato respiratorio rappresentano la terza causa di decesso, sia per gli uomini sia per le donne (7,8% e 5,9%, rispettivamente), seguite per gli uomini dalle cause violente (4,7%) e per le donne dalle malattie endocrine e del metabolismo, incluso diabete mellito (5,1%). Il rapporto tra i decessi femminili e quelli maschili e pari, complessivamente, a 1,1 quando si considerano tutte le età, ma arriva a 1,3 tra i più anziani. Si può anche analizzare la distribuzione delle principali cause di morte, rispettivamente tra uomini e donne, nel complesso delle età e in tre fasce: bambini/adolescenti (0-14 anni), adulti (15-74) e anziani (75 anni e oltre). Le malattie del sistema circolatorio sono la causa principale di morte dopo i 75 anni di età in entrambi i generi. La maggior parte delle morti per malattie del sistema circolatorio è dovuta alle malattie ischemiche del cuore (quali l’infarto del miocardio) e alle malattie cerebrovascolari (come l’ictus), 6 tuttavia, mentre le cardiopatie ischemiche sono una prerogativa maschile, fra le donne entrambe le cause di morte sono rilevanti. I tumori rappresentano la prima causa di decesso nella fascia di età 15-74 anni (46% negli uomini, 53,8% nelle donne). Il tumore del polmone fra gli uomini (la cui mortalità è 87,9 per 100.000) e il tumore della mammella fra le donne (31,0 per 100.000) sono responsabili del maggior numero di morti causate da neoplasie; queste due sedi tumorali sono le più frequenti sia tra gli adulti sia tra gli anziani. Seguono il tumore del colon-retto, sia per gli uomini sia per le donne (36,3 e 21,3 per 100.000, rispettivamente). I traumatismi e gli avvelenamenti causano 7.726 decessi tra gli uomini e 2.230 tra le donne nella fascia di età 15-74 anni. Fra i bambini e gli adolescenti il numero di decessi è di 2.485, principalmente dovuti a condizioni che originano dal periodo perinatale (38,2%) e da malformazioni congenite e anormalità cromosomiche (20,2%); i tumori rappresentano la terza causa di morte più frequente (10,5%) e in questo gruppo sono più frequenti leucemie e altri tumori del sistema linfoematopoietico. 7 I tumori Maria Cristina Marazzi Paola Scarcella Fra le malattie cronico-degenerative si comprendono i tumori. I tumori maligni sono neoformazioni di tessuto caratterizzate dalla presenza di cellule atipiche e da un accrescimento autonomo, afinalistico e progressivo. Sono quindi neoformazioni, formazioni nuove che si sviluppano e crescono all'interno di un tessuto altrimenti sano. La prima caratteristica è la novità del tessuto tumorale rispetto al normale tessuto all’interno del quale si sviluppa. La seconda caratteristica è che queste neoformazioni sono caratterizzate da cellule, che hanno un'autonomia di accrescimento. Normalmente le cellule di un tessuto si sviluppano in un armonia che è stabilita geneticamente. Per esempio le cellule di un determinato tessuto si dividono ad intervalli di tempo ben determinati e questo perché il tessuto mantenga la sua armonia. Invece la cellula tumorale è una cellula che, a un certo punto, prende uno sviluppo autonomo, che non obbedisce più all'armonia tissutale. Ad esempio le cellule dei globuli rossi del sangue si sviluppano, si riproducono ogni quattro mesi, ma se c'è un tumore delle cellule del sangue queste cellule cominciano a svilupparsi in maniera autonoma magari ogni mese, ogni settimana e invadono l'organismo. La terza caratteristica è l’afinalismo, ossia la mancanza di finalità. Tutte le cellule hanno una loro finalità. Per esempio le cellule del sangue, i globuli rossi hanno il compito di trasportare l’ossigeno, i globuli bianchi di fornire anticorpi, le cellule del fegato di metabolizzare sostanze, le cellule del pancreas di produrre insulina, ecc. Ogni cellula del nostro organismo ha un fine. La cellula tumorale, no. Quindi non solo si accresce in modo autonomo, ma perde la finalità quindi perde anche le caratteristiche proprie del tessuto da cui si origina. Una quarta caratteristica è l'atipia, cioè queste cellule non sono più quelle tipiche del tessuto ma prendono delle caratteristiche diverse sia dal punto di vista morfologico (quindi della loro forma), che dal punto di vista metabolico, hanno un metabolismo diverso da quello delle cellule da cui si sono originate e riproduttivo, poichè le cellule tumorali si riproducono più rapidamente rispetto al tessuto da cui sono originate. Questa atipia può essere più o meno marcata fino ad essere così spiccata da rendere difficile capire da quale tessuto si è originata la cellula atipica. Più la cellula è atipica, più è diversa dal tessuto da cui si è originata, e più può essere considerata maligna, perchè meno risponde a quella che è l'armonia del tessuto di cui avrebbe dovuto far parte. L'ultima caratteristica è la progressività dell'accrescimento: queste cellule atipiche tendono ad accrescersi indefinitamente. Di questa progressione di accrescimento fa parte anche la cosiddetta riproduzione a distanza o quelle neoformazioni a distanza che comunemente vengono chiamate metastasi, cioè la formazione di nuovo tessuto tumorale, in punti diversi da quelli originari. Lo sviluppo del cancro, la cancerogenesi, avviene in due fasi principali: la fase di iniziazione e la fase di promozione. La fase di iniziazione è caratterizzata dalla modificazione del materiale genetico, il DNA della cellula. Questa modifica del DNA è il motivo per cui la cellula assume caratteristiche diverse da quelle del tessuto di origine. E’ una modificazione strutturale, cioè il DNA non è più lo stesso, il patrimonio genetico non è più uguale a quello del tessuto di origine. Questo può essere determinato da motivi molto diversi, per esempio può avvenire anche ad opera di un virus. Infatti ci sono delle ipotesi anche piuttosto solide secondo le quali alcuni virus possono avere una relazione con i tumori maligni. Alla base della alterazione del DNA quindi ci possono essere fattori biologici come quelli virali, ma è possibile che questa modificazione del DNA sia compiuta anche da altri fattori per esempio fattori chimici che alterano il DNA, come le sostanze contenute nel fumo della sigaretta; oppure fattori di tipo fisico, per esempio le radiazioni ionizzanti, ecc. Uno dei rischi dei disastri nucleari in cui si disperdono nell’ambiente sostanze radioattive è proprio un aumento a medio e lungo termine del rischio cancerogeno. All'inizio della cancerogenesi c’è una cellula che subisce una mutazione. Questo processo nel nostro organismo avviene continuamente, cioè la fase di iniziazione si produce spessissimo ma se manca la seconda fase, quella di promozione, queste cellule mutate, con DNA mutato, possono rimanere latenti, oppure più spesso vengono distrutte da meccanismi immunitari, perché l'organismo le riconosce come 8 estranee e le distrugge. Infatti esiste un'immunità non solo nei confronti dei microrganismi patogeni, ma di tutto ciò che si presenta come antigene. Una cellula mutata si presenta come antigene e quindi può essere eliminata. Inoltre fattori alimentari, un'alimentazione corretta, ricca soprattutto di vitamine, come la vitamina A, la C e la E può avere una azione protettiva nei confronti di fattori cancerogeni. In ogni caso la fase di iniziazione è sempre necessaria, cioè ci vuole sempre una mutazione del DNA cellulare per l'innesco della cancerogenesi. La fase di promozione consiste in uno stimolo del metabolismo e della proliferazione della cellula mutata, che inizia a riprodursi in maniera anche molto rapida. Infatti una delle alterazioni genetiche più frequenti nelle cellule tumorali è quella dei geni che regolano l'orologio cellulare, cioè di quelli che regolano la frequenza delle divisioni cellulari. Lo stimolo alla proliferazione fa sviluppare altre cellule che si dividono e diventano una neoformazione più o meno grande che si organizza con i propri vasi sanguigni, con caratteristiche di autonomia, rispetto al tessuto in cui si trova, e di invasività quindi anche di danno rispetto al tessuto. C’è una prima proliferazione del tessuto stesso e poi anche una proliferazione a distanza, che è una caratteristica più o meno spiccata dei tumori maligni. La promozione è dovuta a fattori vari, di ordine per esempio alimentare, di ordine fisico o chimico, oppure fattori dell’ospite. Per esempio situazione di stress, di debolezza e in generale di scarsa reazione dell'organismo. La fase di promozione comunque dura a lungo, in genere diversi anni, o addirittura decenni. Il periodo che intercorre fra l’esposizione allo stimolo iniziale, e la comparsa del tumore vero e proprio è detto latenza e può durare diversi anni e più frequentemente decenni. Questo periodo di latenza non equivale al periodo di incubazione, tipico delle malattie infettive. La prima differenza è che nei tumori è difficilissimo riconoscere il momento dell’iniziazione, anche se in alcuni casi è stato possibile identificarlo, per esempio nel caso delle radiazioni si è riusciti a vedere quando inizia l’alterazione del DNA e quanto tempo ci vuole perché questo dia luogo al tumore maligno, quindi a una neoformazione. Il cancro è più spesso diagnosticato in età adulta e anziana, ma i cambiamenti della cellula che conducono al cancro iniziano molto prima e quindi la protezione è utile ad ogni età. D’altra parte il periodo di latenza varia da alcuni mesi fino a decenni, a differenza del tempo di incubazione. Questa estrema variabilità fa del tempo di latenza un tempo molto diverso da quello di incubazione, che è vero che ha un range (morbillo 14-21 giorni, l’influenza fino a 2 giorni) ma è un range definito. Durante il periodo di latenza è possibile che l'organismo in qualche modo riesca ad eliminare le cellule tumorali. Per esempio sono stati trovati dei tumori di piccole dimensioni, incapsulati così da essere neutralizzati. Ciò è la dimostrazione che durante la fase di promozione del tumore è ancora possibile che l'organismo reagisca ed elimini questa minaccia e questo dipende molto dai meccanismi immunitari, che sono molto importanti in tutte le fasi della malattia tumorale. Non c'è tumore senza le due fasi di iniziazione e di promozione. Quando il tumore raggiunge dimensioni ragguardevoli, oppure quando, anche se di dimensioni piccole, colpisce la funzione di un organo, compaiono i sintomi e si ha la malattia tumorale vera e propria. Epidemiologia dei tumori maligni Si calcola che in Italia il 30% circa della mortalità sia da attribuire ai tumori maligni. Sono la seconda causa di morte dopo le malattie cardiovascolari. Si può dire che, in Italia, quasi una persona su tre muore per un tumore maligno, ma molte di più sono le persone malate. Per fortuna non tutte queste persone muoiono perché oggi una parte dei tumori maligni è curabile, soprattutto se presi in una fase iniziale, quindi se la neoformazione viene aggredita in tempi brevi. I tumori presentano un andamento crescente da Sud a Nord, cioè le regioni del sud sono meno colpite di quelle del nord, il centro ha una posizione intermedia. In Europa si evidenzia un trend analogo: l’Italia è meno colpita dei Paesi Scandinavi, così come tutta l'Europa del Sud: Francia meridionale, Spagna, Portogallo e Grecia sono meno colpiti dei Paesi del Nord Europa. Questo è legato naturalmente a vari fattori: 9 Il primo fattore è la modifica degli stili di vita, che si sono sempre più diffusi con il benessere delle società. Un altro è l’invecchiamento della popolazione, infatti i tumori aumentano praticamente tutti al crescere dell’età, quindi più la popolazione è anziana e maggiore sarà la frequenza di tumori. Un altro fattore è legato alle possibilità diagnostiche; è chiaro che laddove ci sono possibilità diagnostiche migliori aumenta la diagnosi di tumori. Questo non vuol dire che ce ne sono di più, ma che vengono diagnosticati di più. Anche se corretto per questi fattori, è comunque vero che c’è una maggior frequenza di tumori nelle zone più ricche, più evolute e non solo perchè in queste zone più evolute, più ricche ci sono più anziani e ci sono più possibilità diagnostiche. La differenza è anche legata al fatto che i tumori sono conseguenti a determinate abitudini di vita delle società in cui c’è maggior benessere. Questi sono dei fattori piuttosto importanti. Sono i fattori dipendenti dal comportamento personale a cui è attribuibile circa il 70% dei tumori: l’uso di tabacco,) (vedi Codice Europeo contro il cancro) l’uso di alcool, (vedi Codice Europeo contro il cancro) i fattori dietetici (vedi Nutrizione e salute p. 165-166). Negli alimenti possono essere presenti sostanze, come i pesticidi, gli erbicidi, i fungicidi e tutte quelle sostante che servono ad eliminare i parassiti dalle piante. Questi composti, assorbiti dalle piante ed eventualmente dagli animali possono talvolta risultare cancerogeni. Un secondo gruppo di fattori sono quelli presenti nell'ambiente di vita, come le radiazioni ionizzanti e le radiazioni ultraviolette (UV), l'inquinamento atmosferico, o altri fattori presenti nell'ambiente di lavoro.. Le radiazioni ionizzanti devono essere comunque limitate anche a scopo diagnostico, cioè bisogna avere delle cautele nel sottoporsi a tanti esami diagnostici che comportano l'utilizzo delle radiazioni ionizzanti. Quello a cui dobbiamo badare di più è l’esposizione alle radiazioni ionizzanti, per esempio quelle ad uso diagnostico che vanno sempre limitate, utilizzando laddove possibile altri sistemi in cui non ci sia la necessità di ricorrere alle radiazioni ionizzanti. Si tratta di un pericolo per lo più professionale, cioè è legato a coloro che, per motivi di lavoro, sono a contatto con le radiazioni ionizzanti. Diverse categorie ma possiamo parlare soprattutto di radiologi e tecnici di radiologia che infatti hanno dei periodi di riposo superiori a quelli degli altri sanitari. Questi periodi di riposo sono periodi di allontanamento dai fattori cancerogeni. Si suppone che il riposo rappresenti la possibilità di riparazione delle eventuali lesioni precancerose. Gli eventi catastrofici, tipo quello di Fukushima o Chernobyl oppure Hiroshima, che rappresenta l’esplosione della prima bomba atomica alla fine della seconda guerra mondiale sono eventi rari. L’altro tipo di radiazione è la radiazione ultravioletta (vedi Codice Europeo contro il Cancro). Possono favorire i tumori alcuni i virus. Il Papilloma virus aumenta il rischio di certi tipi di cancro del collo dell’utero; i virus dell’epatite incrementano il rischio di tumori epatici. E’ stata trovata una associazione positiva fra Helicobacter Pylori e tumore gastrico. E’ nota una predisposizione ereditaria per alcuni tipi di patologie tumorali quali il cancro del seno e dell’intestino. 10 CODICE EUROPEO CONTRO IL CANCRO 12 modi per ridurre il tuo rischio di cancro 1 Non fumare. Non consumare nessuna forma di tabacco. 2 Rendi la tua casa libera dal fumo. Sostieni le politiche che promuovono un ambiente libero dal fumo sul tuo posto di lavoro. 3 Attivati per mantenere un peso sano. 4 Svolgi attività fisica ogni giorno. Limita il tempo che trascorri seduto. 5 Segui una dieta sana: • Consuma molti e vari cereali integrali, legumi, frutta e verdura. • Limita i cibi ad elevato contenuto calorico (alimenti ricchi di zuccheri o grassi) ed evita le bevande zuccherate. • Evita le carni conservate; limita il consumo di carni rosse e di alimenti ad elevato contenuto di sale. 6 Se bevi alcolici di qualsiasi tipo, limitane il consumo. Per prevenire il cancro è meglio evitare di bere alcolici. 7 Evita un'eccessiva esposizione al sole, soprattutto per i bambini. Usa protezioni solari. Non usare lettini abbronzanti. 8 Osserva scrupolosamente le istruzioni in materia di salute e sicurezza sul posto di lavoro per proteggerti dall'esposizione ad agenti cancerogeni noti. 9 Accerta di non essere esposto a concentrazioni naturalmente elevate di radon presenti in casa. Fai in modo di ridurre i livelli elevati di radon. 10 Per le donne: • L'allattamento al seno riduce il rischio di cancro per la madre. Se puoi, allatta il tuo bambino. • La terapia ormonale sostitutiva (TOS) aumenta il rischio di alcuni tipi di cancro. Limita l'uso della TOS. 11 Assicurati che i tuoi figli partecipino ai programmi di vaccinazione contro: • l'epatite B (per i neonati) • il papillomavirus umano (HPV) (per le ragazze). 12 Partecipa a programmi organizzati di screening per il cancro: • dell'intestino (uomini e donne) • del seno (donne) • del collo dell'utero (donne). Il Codice Europeo contro il cancro interessa le azioni che i singoli cittadini possono adottare per contribuire alla prevenzione del cancro che per essere efficace richiede che queste azioni individuali siano sostenute dalle politiche e dagli interventi dei governi. Per saperne di più sul Codice Europeo contro il cancro consulta il sito: http://cancer-codeeurope.iarc.fr 11 Questo progetto è cofinanziato dall'Unione europea ed è coordinato dall'agenzia specializzata per il cancro dell'Organizzazione mondiale della sanità, l'Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro 12 MODI PER RIDURRE IL TUO RISCHIO DI CANCRO 1 Tabacco Non fumare. Non consumare nessuna forma di tabacco. Il tabacco è la principale causa di malattie e decessi prevenibili a livello mondiale. Il tabacco è anche la prima causa di cancro. Il fumo è la forma più nociva di consumo di tabacco, motivo del pesante fardello rappresentato dalle malattie legate al tabacco. Il fumo di sigaretta uccide più della metà dei consumatori a lungo termine. Ogni anno, il consumo di tabacco provoca circa 6 milioni di decessi e danni economici per oltre 500 miliardi di dollari in tutto il mondo. Il tabacco ucciderà fino a 1 miliardo di persone in questo secolo se la convenzione quadro per la lotta contro il tabagismo (FCTC) dell'Organizzazione mondiale della sanità (OMS) non verrà attuata rapidamente. In Europa, la recente revisione della direttiva sui prodotti del tabacco (2014/40/UE) specifica le norme di controllo relative alla produzione, presentazione e vendita dei prodotti del tabacco e dei prodotti correlati, al fine di ridurre le differenze tra i paesi in materia di controllo del tabacco e quindi garantire una migliore tutela della salute pubblica della popolazione. La figura 1 illustra gli effetti dannosi per la salute causati dal tabacco. Figura 1. Conseguenze per la salute causalmente collegate al consumo di tabacco e all'esposizione al fumo passivo. Fonte: tratto dalla relazione "The Health Consequences of Smoking – 50 Years of Progress: A Report of the Surgeon General" ["Le conseguenze del fumo sulla salute - 50 anni di progressi: una relazione della direzione generale della sanità"]. Atlanta, GA: Dipartimento della sanità e dei servizi sociali degli Stati Uniti, Centri di controllo e prevenzione delle malattie, Centro nazionale di prevenzione delle malattie croniche e promozione della salute, Ufficio per la salute e la lotta al fumo, 2014; con l'autorizzazione del Dipartimento della sanità e dei servizi sociali degli Stati Uniti. o Quali tipi di prodotti del tabacco sono consumati in Europa? Il tabacco può essere fumato, succhiato, masticato o fiutato. Le sigarette rappresentano la principale forma di consumo del tabacco nell'Unione europea; attualmente circa il 28 % delle persone di età superiore ai 18 anni fuma e meno dell'1 % utilizza tabacco non da fumo, fatta eccezione per la Svezia. Il tabacco viene anche venduto sotto forma di sigari, tabacco sfuso per sigarette arrotolate a mano o da pipa, tabacco per pipe ad acqua, tabacco da masticare e tabacco da succhiare o fiutare (tabacco da fiuto, umidificato o secco). 12 o Il consumo di tabacco provoca il cancro? Quale percentuale dei casi di cancro è causata dal fumo? Sì. Il consumo di tabacco è la principale causa di cancro. Ed è evitabile. Non esiste un modo sicuro per consumare il tabacco e il fumo è la forma più nociva di consumo del tabacco: il maggior rischio di cancro deriva dalla combustione del tabacco o dal fumo di tabacco, poiché gran parte delle sostanze tossiche, comprese quelle cancerogene, viene prodotta durante il processo di combustione. Il tabacco provoca diversi tipi di cancro, soprattutto se fumato. Il fumo di tabacco provoca il cancro anche nei non fumatori che lo inalano in maniera passiva e nei figli di genitori che fumano. Il rischio di cancro al polmone è 20-25 volte superiore negli uomini e nelle donne che fumano rispetto a quelli che non fumano. Il rischio aumenta in maniera direttamente proporzionale al numero di anni da cui si fuma e al numero di sigarette fumate al giorno, così come in maniera inversamente proporzionale all'età in cui si è iniziato a fumare. Secondo le stime, in Europa il fumo provoca l'82 % dei casi di cancro al polmone. La percentuale dei diversi tipi di cancro prevenibili evitando di fumare è indicata tra parentesi nella figura 2. Figura 2 - Tipi di cancro causati dal fumo di tabacco e, ove diversamente indicato, da altre forme di consumo del tabacco o dall'inalazione del fumo passivo. I numeri tra parentesi indicano la percentuale di tumori causati dal fumo di tabacco, calcolata secondo la prevalenza del tabagismo nei paesi europei. Fonte: © iStockphoto.com (i valori tra parentesi sono tratti da uno studio condotto in Europa da Agudo e collaboratori, presentato nel 2012). È provato che il fumo di tabacco è la causa di ciascuna delle forme di cancro illustrate nella figura 2. Inoltre, l'Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro (IARC) ha concluso che vi sono prove limitate della correlazione tra il fumo di tabacco e l'aumento del rischio di cancro al seno (del 1030 %), sulla base dei dati comprovati derivanti da studi sull'uomo. Inoltre, esistono prove limitate della correlazione tra il fumo passivo e l'aumento del rischio di cancro della laringe e della faringe. In questo contesto, l'espressione "prove limitate" significa che il fumo di tabacco può provocare il cancro al seno e che l'inalazione del fumo passivo può provocare il cancro della laringe e della faringe. 13 o Tutti i prodotti del tabacco provocano il cancro? Sì. Tutti i prodotti del tabacco provocano il cancro.Il rischio maggiore deriva dalla combustione (fumo di tabacco), poiché la maggior parte delle sostanze cancerogene viene prodotta durante il processo di combustione. o Quali sono le sostanze cancerogene contenute nel tabacco? Il tabacco e il fumo di tabacco contengono molte sostanze note per essere causa di cancro (il termine usato è "cancerogene") negli animali da laboratorio e negli esseri umani. Alcuni agenti cancerogeni sono parti naturali della pianta di tabacco, mentre altri si generano durante la combustione o le fasi di lavorazione, cura, stagionatura o conservazione del tabacco (il benzene, la formaldeide e le nitrosammine specifiche del tabacco, per citarne alcuni). Il numero e la quantità di sostanze cancerogene possono variare tra i diversi prodotti del tabacco e di paese in paese. Alcuni tipi di tabacco non da fumo possono essere prodotti con una ridotta concentrazione di nitrosammine specifiche del tabacco, uno dei principali cancerogeni contenuti nei prodotti del tabacco. Il consumo continuo di tabacco, e la conseguente esposizione prolungata a sostanze cancerogene, può portare allo sviluppo del cancro. Alcune delle sostanze chimiche presenti nel tabacco e nel fumo di tabacco sono state classificate come cancerogene per l'uomo dall'Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro (IARC), parte dell'Organizzazione mondiale della sanità (OMS). La figura 3 mostra alcune delle molte sostanze presenti nel fumo di tabacco che causano il cancro negli animali da laboratorio e negli esseri umani. Figura 3 - Alcune sostanze cancerogene contenute nel fumo di tabacco. Fonte: IARC o La nicotina provoca il cancro? No. La nicotina è un composto chimico comune presente nelle piante di tabacco responsabile della dipendenza dal tabacco, ma non provoca direttamente il cancro. Le persone dipendenti hanno maggiore tendenza a continuare a esporsi alle sostanze cancerogene contenute nel tabacco da fumo o in quello non da fumo. La nicotina nelle dosi presenti in prodotti come la terapia sostitutiva della nicotina (TOS) può gradualmente sostituire il bisogno di nicotina nei fumatori di sigarette, riducendo al minimo l'esposizione dei consumatori agli agenti cancerogeni e altre sostanze tossiche presenti nel fumo di tabacco. La nicotina medica rappresenta quindi un'alternativa più sicura ai prodotti del tabacco. Le terapie sostitutive della nicotina (come le gomme da masticare e i cerotti) figurano nell'elenco dei farmaci essenziali dell'Organizzazione mondiale della sanità dal 2009. Dosi molto elevate di nicotina possono essere tossiche o addirittura letali, pertanto i prodotti contenenti nicotina devono essere tenuti fuori dalla portata dei bambini. 14 o Esistono altri fattori in grado di modificare i rischi di cancro collegati al fumo? Cosa succede se bevo alcol e fumo tabacco? Sì. Il consumo di alcol amplifica gli effetti nocivi del tabacco, così come alcune attività che espongono i lavoratori ad altri agenti noti per causare il cancro (ad es. il radon o l'amianto). Per quanto riguarda il consumo di alcol e fumo, il rischio di cancro della cavità orale, faringe, laringe ed esofago aumenta notevolmente con l'aumentare del consumo di alcol da parte dei fumatori. Fumare e bere alcolici comporta un rischio di cancro superiore rispetto al solo consumo di tabacco. o Fumare la pipa ad acqua è meno dannoso? o No. I fumatori di pipe ad acqua inalano le sostanze tossiche prodotte dalla combustione del tabacco (spesso aromatizzato) e del carbone utilizzato per riscaldare il tabacco, così come il fumo passivo. Di norma i fumatori di pipe ad acqua fumano con frequenza minore, ma con maggiore intensità, rispetto ai fumatori di sigarette. Generalmente le sessioni durano a lungo (20-90 minuti), quindi i fumatori sono esposti al fumo di tabacco per periodi più lunghi. I fumatori di pipe ad acqua tendono a inalare profondamente il fumo nei polmoni a causa della maggiore forza necessaria per tirare l'aria attraverso la pipa. L'effetto "di raffreddamento" causato dal passaggio del fumo di tabacco attraverso l'acqua può rendere necessario un maggior numero di boccate con il conseguente aumento dell'inalazione degli agenti cancerogeni presenti nel fumo. Il passaggio del fumo attraverso l'acqua non filtra le sostanze tossiche presenti nel fumo di tabacco. Le pipe ad acqua sono note anche con altri nomi tra cui shisha, lunga pipa o narghilè. La figura 4 ne mostra un esempio. o o Figura 4 - Un tipo di pipa ad acqua, anche nota come shisha, lunga pipa o narghilè. Posso ridurre il mio rischio di sviluppare il cancro o di morire di cancro smettendo di fumare? Sì. Prove scientifiche dimostrano con certezza che il rischio di cancro diminuisce dopo aver smesso di fumare a qualsiasi età, ma i benefici aumentano in maniera inversamente proporzionale all'età in cui si smette. In media, i fumatori vivono almeno 10 anni in meno rispetto alle persone che non hanno mai fumato. Smettere di fumare prima dei 40 anni riduce il rischio di morte per fumo di circa il 90 %. Non è mai troppo tardi per smettere di fumare; le persone che smettono a qualsiasi età riducono il loro rischio di morte per fumo rispetto a quelle che continuano a fumare. Smettere di fumare genera anche altri benefici per la salute immediatamente visibili (cfr. figura 5). 15 Figura 5 - Benefici per la salute a breve e lungo termine osservati dopo aver smesso di fumare. Fonte: riprodotto con l'autorizzazione dell'American Cancer Society, Inc. Tutti i diritti riservati. Da www.cancer.org o Cosa posso fare per smettere di fumare? I fumatori possono fare diverse cose per aumentare le loro probabilità di smettere di fumare con successo. Secondo i dati più attendibili, chi utilizza una combinazione di supporti farmacologici e comportamentali ha quattro volte più probabilità di smettere di fumare rispetto a chi non ricorre ad alcun supporto. Le persone che utilizzano uno solo di questi metodi hanno comunque più probabilità di smettere rispetto a quelle che non ricorrono ad alcun supporto. Tra le strategie di supporto farmacologico efficaci più comunemente usate si annoverano la terapia sostitutiva della nicotina e l'assunzione di bupropione, vareniclina e citisina. Allo stato attuale, la citisina è disponibile solo nell'Europa centrale e orientale. Il supporto comportamentale comprende ad esempio l'assistenza in materia di strategie pratiche per la gestione dello stress e la disassuefazione, l'orientamento sull'uso della terapia sostitutiva e la gestione della voglia di fumare e dei sintomi di astinenza. Questo tipo di supporto può essere fornito di persona o attraverso altri canali come il telefono, i messaggi di testo SMS o Internet. Farmacisti, medici generici o altri operatori sanitari possono facilitare l'accesso a questo tipo di supporto. Un'altra iniziativa a sostegno dell'astinenza da fumo è la creazione di una casa senza fumo. o Cosa posso fare per smettere di usare il tabacco non da fumo? Sono disponibili diverse opzioni per aiutare le persone a smettere di consumare il tabacco non da fumo e resistere all'astinenza, ma non è ancora stato individuato un metodo preferibile. Uno studio ha rilevato un incremento del tasso di astinenza pari a circa il 60 % dopo 6 mesi di trattamento con vareniclina rispetto ai consumatori di tabacco non da fumo che non seguono alcun 16 trattamento. È dimostrato che il supporto comportamentale aumenta il tasso di astinenza tra i consumatori di tabacco non da fumo fino a un massimo di 6 mesi. La probabilità di smettere di fumare può aumentare se a questo si associa un supporto telefonico con follow-up. Un esame del cavo orale seguito da commenti sulla salute orale in contesto dentistico può contribuire a smettere di usare il tabacco non da fumo. I consumatori di tabacco non da fumo che vogliono smettere devono rivolgersi a un operatore sanitario adeguatamente formato. o Posso ridurre il mio rischio di cancro diminuendo il numero di sigarette fumate? Sì, è possibile ridurre il proprio rischio di cancro, ma i benefici per la salute dipendono da altri fattori. La percentuale di riduzione del rischio dipenderà dall'eventuale compensazione della ridotta assunzione di nicotina mediante il cambiamento del proprio modo di fumare, ad esempio inalando più profondamente o prendendo più boccate. Il ricorso a una terapia sostitutiva della nicotina o ad altri farmaci contro la dipendenza dal tabacco, associato al tentativo di ridurre il fumo di sigaretta, potrebbe contribuire a evitare il fumo compensativo e offre maggiori probabilità di smettere del tutto di fumare. La cosa migliore è fissare l'obiettivo di smettere di fumare completamente entro un certo periodo di tempo, in quanto smettere garantisce i maggiori benefici per la salute. Chi smette di fumare a qualsiasi età riduce significativamente il proprio rischio di morire a causa delle principali malattie legate al fumo, tra cui il cancro, rispetto agli attuali fumatori. Il rischio di cancro è determinato non solo da quanto tempo una persona ha fumato (in anni), ma anche dall'intensità del fumo (ossia il numero di sigarette fumate al giorno). Si ritiene che l'impatto del primo fattore nella determinazione del rischio di cancro sia superiore a quello della riduzione del numero di sigarette fumate al giorno. Smettere di fumare è la migliore soluzione per ridurre il rischio di cancro. o Cosa sono le sigarette elettroniche (e-cigarette)? Le sigarette elettroniche o dispositivi elettronici di inalazione della nicotina sono sistemi che non bruciano né utilizzano foglie di tabacco ma vaporizzano la nicotina, che viene poi inalata dal consumatore. Questi prodotti sono più comunemente noti come sigarette elettroniche e il loro utilizzo è generalmente indicato come "svapare". Sebbene il loro aspetto sia talvolta simile a quello di prodotti del tabacco convenzionali (come sigarette, sigari, sigaretti, pipe, narghilè o shisha), alcune sigarette elettroniche possono essere prodotte sotto forma di oggetti di uso quotidiano come penne, chiavette USB e dispositivi più grandi a forma cilindrica o rettangolare. Oltre alla nicotina, gli altri componenti principali del liquido contenuto nelle sigarette elettroniche sono il glicole propilenico e la glicerina vegetale. In più, il liquido e le emissioni contengono di solito anche altre sostanze chimiche. Le sigarette elettroniche sono disponibili in una vasta gamma di sapori. o Le sigarette elettroniche sono meno dannose di quelle convenzionali? Al momento non si hanno dati certi circa la loro sicurezza a lungo termine. A differenza delle sigarette tradizionali, l'uso della sigaretta elettronica non implica la combustione del tabacco e l'inalazione del fumo di tabacco, pertanto dovrebbe comportare un minor rischio di malattie e decessi per fumo. L'introduzione di normative adeguate contribuirà a ridurre al minimo gli eventuali rischi derivanti dall'uso della sigaretta elettronica. Le sigarette elettroniche hanno il potenziale di ridurre l'enorme fardello delle malattie e dei decessi causati dal fumo di tabacco, sempre che la maggior parte dei fumatori scelga di fumarle e le preoccupazioni in materia di sanità pubblica vengano adeguatamente affrontate. Tali preoccupazioni includono il rischio che la varietà di sapori possa attirare i bambini e promuovere l'uso della sigaretta elettronica tra i giovani non fumatori, che l'etichettatura non ne rifletta il contenuto, che venga commercializzata in modo inappropriato, che possa vanificare le attività di controllo del tabacco se utilizzata in luoghi in cui il fumo è vietato, che possa promuovere il fumo anziché stimolare i fumatori a smettere e, in ultima analisi, che contribuisca a normalizzare nuovamente l'uso del tabacco nei paesi che mettono in atto attività di controllo del fumo avanzate e di successo. Per esaminare queste preoccupazioni sono necessarie ulteriori ricerche. o Cosa potrebbe accadermi nel caso in cui smettessi di fumare? Alcuni fumatori potrebbero preoccuparsi per un eventuale aumento di peso dopo aver smesso di fumare. Tuttavia i benefici per la salute se si smette di fumare superano di gran lunga qualsiasi rischio legato all'aumento di peso, il quale è comunque un fattore gestibile nel lungo periodo (cfr. figura 5, che illustra i benefici a breve termine per la salute derivanti dallo smettere di fumare). Il rischio di decesso per cause diverse, tra cui il cancro, è superiore tra i fumatori normopeso rispetto ai non fumatori sovrappeso. È difficile prevedere chi aumenterà di peso dopo aver smesso di fumare e chi no. Le persone che intendono smettere di fumare possono rivolgersi agli operatori sanitari per chiedere informazioni circa i migliori programmi alimentari e di allenamento, e monitorare il loro peso durante l'astinenza. 17 Molti fumatori che smettono risentiranno di alcuni spiacevoli effetti fisici e mentali, noti come sindrome da astinenza, ma sono di breve durata e transitori. La sindrome da astinenza può includere un forte desiderio o l'urgenza di fumare, depressione, irritabilità/aggressività, irrequietezza, aumento dell'appetito, scarsa concentrazione, vertigini e disturbi del sonno. Questi effetti hanno durata variabile, ma di norma non superiore a 1-3 mesi. Non tutti soffrono di sindrome da astinenza. Questa si verifica perché i fumatori sono abituati ad assumere dosi regolari di nicotina e, quando smettono, il loro corpo deve adattarsi alla mancanza di tale composto. In apparenza fumare una sigaretta trasmette una sensazione di relax, ma in realtà la nicotina inalata non fa che alleviare i sintomi dell'astinenza. Quando un fumatore non fuma per un certo periodo di tempo inizia a percepire sintomi dell'astinenza quali irritabilità, rabbia, ansia o irrequietezza. Il fumo allevia tali sintomi, quindi il fumatore potrebbe erroneamente interpretare questa sorta di sollievo dall'astinenza come relax o maggiore calma. Farmaci anti-dipendenza dal tabacco come la terapia sostitutiva della nicotina, la vareniclina o il bupropione possono contribuire a combattere la sindrome da astinenza, anche se è improbabile che riescano a eliminarla completamente. Il supporto comportamentale può aiutare a gestirne i sintomi mediante strategie pratiche destinate al fumatore. o Il fatto che io fumi influisce sulla scelta di fumare altrui? È possibile che il proprio fumo influenzi la condotta di altre persone che vedono in noi un modello. Se si fuma è più probabile che altri abitanti della casa siano indotti a fare altrettanto, soprattutto i giovani, che prendono esempio da genitori e fratelli. Medici, infermieri e altri operatori sanitari sono modelli di comportamento per i loro pazienti e se fumano trasmettono loro un messaggio incoerente. È quindi opportuno incoraggiare e aiutare gli operatori sanitari a smettere di consumare tabacco e promuovere una cultura antitabacco. o Il fumo è più diffuso in alcuni sottogruppi della popolazione? Il fumo è un'importante causa di disuguaglianze sanitarie nella maggior parte dei paesi ad alto reddito. A livello mondiale è più diffuso tra i gruppi svantaggiati, ad esempio quelli con basso livello professionale, educativo o di reddito, i disoccupati e i genitori soli. Anche altri gruppi di popolazione possono essere particolarmente interessati dal consumo di tabacco, ad esempio i senzatetto, le persone con problemi di salute mentale e i detenuti. In alcuni paesi è possibile rilevare alti tassi di consumo del tabacco tra le minoranze etniche. È importante prodigarsi per garantire che i controlli sul tabacco coinvolgano le popolazioni vulnerabili dove si registra un elevato uso di tabacco. 18 2 Fumo passivo Rendi la tua casa libera dal fumo. Sostieni le politiche che promuovono un ambiente libero dal fumo sul tuo posto di lavoro. L'esposizione al fumo passivo sul posto di lavoro e in casa è associata a malattie evitabili, tra cui il cancro. La figura 1 mostra una panoramica degli effetti dannosi per la salute causati dall'uso di tabacco e dall'inalazione di fumo passivo. Le abitazioni sono spesso un luogo di esposizione al fumo passivo. In Europa esistono differenze relative alle diverse modalità di attuazione dei divieti di fumo all'interno delle abitazioni, con percentuali di case senza fumo variabili dal 31 % a più del 90 % tra i vari paesi. Una maggiore protezione dall'esposizione al fumo passivo è auspicabile e realizzabile da parte di fumatori e non fumatori, mediante il divieto di fumo all'interno delle proprie case e automobili. Nei paesi europei in cui è ancora consentito fumare sul posto di lavoro, l'adozione di politiche antifumo generalizzate come stabilito all'articolo 8 della convenzione quadro per la lotta contro il tabagismo (FCTC) dell'Organizzazione mondiale della sanità (OMS), è l'opzione migliore per garantire che tutti i cittadini che lavorano siano tutelati dal fumo passivo in maniera uniforme e completa. Nella raccomandazione del Consiglio, del 30 novembre 2009, relativa agli ambienti senza fumo, basata sul sopraccitato articolo 8, gli Stati membri sono invitati a creare ambienti senza fumo nei luoghi di lavoro chiusi, nei luoghi pubblici chiusi e nei trasporti pubblici. La portata e il grado di esecuzione di tali divieti varia da paese a paese. Figura 1. Conseguenze per la salute causalmente collegate al consumo di tabacco e all'esposizione al fumo passivo Fonte: tratto dalla relazione "The Health Consequences of Smoking – 50 Years of Progress: A Report of the Surgeon General" ["Le conseguenze del fumo sulla salute - 50 anni di progressi: una relazione della direzione generale della sanità"]. Atlanta, GA: Dipartimento della sanità e dei servizi sociali degli Stati Uniti, Centri di controllo e prevenzione delle malattie, Centro nazionale di prevenzione delle malattie croniche e promozione della salute, Ufficio per la salute e la lotta al fumo, 2014; con l'autorizzazione del Dipartimento della sanità e dei servizi sociali degli Stati Uniti. Cos'è il fumo passivo? Il fumo passivo (anche noto come "fumo ambientale", "fumo di altri" o "inquinamento da fumo di tabacco") è il fumo emesso dall'estremità accesa di prodotti del tabacco da fumo come le sigarette, di solito in combinazione con il fumo esalato dal fumatore. L'inalazione del fumo passivo da parte dei non fumatori può essere considerata come fumo involontario o "di seconda mano". o L'inalazione del fumo passivo è dannosa per la salute? L'inalazione di fumo passivo provoca la morte prematura e diverse malattie come cancro ai polmoni, malattie coronariche e malattie respiratorie, ed ha un impatto negativo su alcune patologie come l'asma. Le persone che lavorano in luoghi di lavoro in cui è ancora consentito fumare, come ad esempio i bar e 19 ristoranti in alcuni paesi, sono fortemente esposte al fumo passivo. Nel Regno Unito si stima che l'inalazione del fumo passivo causi il 14-15 % dei tumori polmonari nei non fumatori. Questa percentuale può aumentare nei paesi con una prevalenza dell'esposizione al fumo passivo superiore rispetto al Regno Unito, ad esempio quelli con alti tassi di tabagismo o con una maggiore percentuale di case in cui si fuma. Tra le persone che non hanno mai fumato (i non fumatori), quelle esposte al fumo passivo hanno un rischio di sviluppare un cancro al polmone raddoppiato rispetto a quelle non esposte. Il fumo riduce la crescita del feto. I bambini nati da donne che fumano durante la gravidanza pesano in media circa 150-250 grammi in meno rispetto a quelli partoriti da donne non fumatrici. Un basso peso alla nascita aumenta il rischio di effetti negativi sulla salute del neonato. Il fumo da parte della madre è anche associato a un aumento dell'incidenza della sindrome della morte improvvisa del lattante (SIDS), gravi malattie respiratorie e problemi all'orecchio nei bambini. Perché i non fumatori che respirano il fumo di altri dovrebbero preoccuparsi del rischio di sviluppare il cancro ai polmoni? o Il fumo passivo contiene sostanze cancerogene rilasciate nell'aria a causa della combustione del tabacco. I non fumatori esposti al fumo passivo inalano e metabolizzano sostanze chimiche e cancerogene simili a quelle assunte dai fumatori attivi. Esempi di queste sostanze chimiche sono agenti cancerogeni come le nitrosammine specifiche del tabacco e gli idrocarburi policiclici aromatici (IPA). Secondo alcuni studi basati su non fumatori, quelli che inalano fumo passivo sul posto di lavoro e/o presso il domicilio hanno un rischio di sviluppare il cancro al polmone raddoppiato rispetto ai non fumatori che non inalano fumo passivo. Qual è la percentuale delle persone esposte al fumo di tabacco all'interno delle abitazioni in Europa? o La percentuale varia a seconda del paese. In un sondaggio rappresentativo condotto nel 2010 su circa 18 000 adulti residenti in 18 paesi europei, il 62 % ha riferito di vivere in abitazioni in cui è vietato fumare (il 73 % dei non fumatori e il 34 % degli attuali fumatori), con un range compreso tra il 93 % in Finlandia e il 31 % in Croazia. Quali sono i benefici di una casa senza fumo? o Le case senza fumo riducono l'esposizione al fumo passivo di adulti e bambini. o Le case senza fumo proteggono gli adulti e i bambini particolarmente vulnerabili al fumo passivo, o come quelli che soffrono di asma (o gli adulti affetti da malattie cardiache o malattie polmonari croniche). o Gli adolescenti figli di genitori non fumatori che vivono in case in cui è consentito fumare hanno più probabilità di iniziare a fumare rispetto a quelli che vivono in case in cui il fumo è vietato. o I fumatori che vivono in case in cui non è consentito fumare fumano meno sigarette al giorno. o Vivere in case senza fumo aiuta le persone che hanno deciso di smettere a rimanere senza fumare più a lungo. Una casa in cui vige una politica antifumo trasmette un messaggio chiaro, cioè che il fumo è inaccettabile. Una casa senza fumo, all'interno della quale nessuno è autorizzato a fumare in alcun momento o circostanza, consente di proteggere più efficacemente i bambini dall'esposizione al fumo passivo rispetto a una casa in cui vigono restrizioni parziali. Fumare vicino alla finestra o sulla porta non rende la casa libera dal fumo. Un'ulteriore riduzione dell'esposizione al fumo passivo è realizzabile non fumando in auto e su altri veicoli privati in presenza di bambini e non fumatori. Nelle vetture in cui si fuma sono state rilevate alte concentrazioni di fumo passivo, e aprire i finestrini non basta a eliminare l'esposizione al fumo passivo. Nel 2014, l'Inghilterra ha approvato una politica che vieta di fumare sui veicoli privati in presenza di bambini. Questa legge entrerà in vigore nell'arco di un anno circa. Un progetto simile è in preparazione in Irlanda e si prevede che altri paesi ne seguiranno l'esempio. Il fatto che io fumi influisce sulla scelta di fumare altrui? o Se rappresenti un modello di comportamento per qualcuno, per esempio per i tuoi figli o fratelli più piccoli, allora il fatto che tu fumi potrebbe influenzare la condotta delle persone che ti circondano. Se tu fumi è più probabile che altri abitanti della casa siano indotti a fare altrettanto, soprattutto i giovani, che prendono esempio da genitori e fratelli. Quali sono i vantaggi dell'introduzione di una legislazione volta a garantire un ambiente senza fumo? o I benefici derivanti da una legislazione antifumo efficace sono numerosi: protezione di tutti dai pericoli del fumo passivo; modifica delle norme sociali al fine di rendere il fumo meno accettabile, con la conseguente riduzione sia del fumo che dell'esposizione al fumo di tabacco; 20 una sostanziale diminuzione dell'esposizione al fumo passivo, la riduzione delle disuguaglianze in termini di salute connesse con l'esposizione al fumo passivo sul posto di lavoro, l'immediata riduzione del rischio di malattie cardiache e il miglioramento dei sintomi respiratori nelle persone esposte al fumo sul posto di lavoro; un impatto positivo sulle attività commerciali (con l'eccezione dell'industria del tabacco) in diversi modi, tra cui il miglioramento della salute e della produttività dei lavoratori e la riduzione delle loro richieste di indennizzo relative alle assicurazioni sanitarie e sui rischi; un'ulteriore riduzione dei costi grazie alla mancata necessità di rimuovere i rifiuti del fumo dai luoghi di lavoro, manutenere i locali per fumatori e risolvere possibili contenziosi; le politiche antifumo non causano un declino delle attività di ristoranti e bar; riduzione del consumo di sigarette tra gli attuali fumatori e maggiori possibilità di riuscita per i fumatori che intendono smettere; riduzione del consumo di tabacco tra i giovani; creazione di case senza fumo. Se il tuo paese ha sottoscritto la convenzione quadro per la lotta contro il tabagismo (FCTC) dell'Organizzazione mondiale della Sanità (OMS), è tenuto per legge a presentare relazioni periodiche sulla sua attuazione della convenzione, compresa la realizzazione di politiche antifumo. L'ultima relazione sui progressi compiuti a livello mondiale della convenzione è consultabile qui. Per sapere cosa sta facendo il tuo paese in termini di attuazione delle migliori prassi per la riduzione della domanda di tabacco, puoi trovare le informazioni necessarie nella relazione dell'OMS sull'epidemia mondiale di tabacco 21 3 Peso corporeo sano Attivati per mantenere un peso sano. È ampiamente dimostrato che le persone possono ridurre il loro rischio di cancro adottando abitudini alimentari sane e praticando attività fisica. Nelle popolazioni europee, le persone che seguono uno stile di vita sano in linea con le raccomandazioni per la prevenzione del cancro hanno un rischio stimato di ammalarsi di cancro inferiore del 18 % rispetto a quelle con uno stile di vita e un peso corporeo non conformi a tali raccomandazioni. È stato stimato che tale riduzione del rischio deriva da uno stile di vita sano che include: avere un peso corporeo normale (indice di massa corporea [IMC] compreso tra 18,5 e 24,9 kg/m2) ed evitare gli alimenti che favoriscono l'aumento di peso, come le bevande zuccherate e i prodotti da fast food; praticare un'attività fisica moderata per almeno 30 minuti al giorno; allattare al seno (per le donne); mangiare per lo più alimenti di origine vegetale; limitare l'assunzione di carni rosse; evitare gli alimenti trasformati a base di carne; limitare il consumo di bevande alcoliche. o Se sono in sovrappeso ho maggiori probabilità di sviluppare il cancro? Sì. Con l'aumentare della quantità di grasso corporeo aumenta anche la probabilità di sviluppare alcuni tipi di cancro, come quello all'intestino (colon e retto), al rene, all'esofago, al pancreas e alla cistifellea; per le donne si aggiungono anche il cancro al seno (nelle donne in post-menopausa), alla mucosa uterina (endometrio) e all'ovaio. L'eccesso di grasso corporeo determina un maggior rischio di cancro in quanto aumenta l'insorgere di infiammazioni e i livelli di alcuni fattori di crescita e ormoni, che a loro volta favoriscono la crescita delle cellule tumorali. Sebbene il rischio sia più alto nelle persone obese (ad es. il rischio di cancro al colon-retto aumenta del 15 % nelle persone in sovrappeso e del 32 % nelle persone obese, con un indice di massa corporea [IMC] superiore a 30 kg/m2), esso aumenta costantemente man mano che aumenta la quantità di grasso presente nel corpo di una persona. Si consiglia pertanto di mirare il più possibile alla parte inferiore della gamma sana dell'IMC. Ovviamente questa varia in base alle diverse costituzioni delle persone, quindi una persona con una corporatura esile dovrà puntare alla parte inferiore della gamma mentre una persona più robusta alla parte centrale o superiore della gamma dell'IMC. Potrebbe darsi che alcune persone particolarmente muscolose, quindi senza grasso corporeo in eccesso, abbiano un indice di massa corporea che li inquadra nella categoria "sovrappeso" o addirittura "obeso". La stragrande maggioranza delle persone che rientrano in queste categorie, però, presenta un eccesso di grasso corporeo. 22 4. Attività fisica Svolgi attività fisica ogni giorno. Limita il tempo che trascorri seduto. È ampiamente dimostrato che le persone possono ridurre il loro rischio di cancro adottando abitudini alimentari sane e praticando attività fisica. Nelle popolazioni europee, le persone che seguono uno stile di vita sano in linea con le raccomandazioni per la prevenzione del cancro hanno un rischio stimato di ammalarsi di cancro inferiore del 18 % rispetto a quelle con uno stile di vita e un peso corporeo non conformi a tali raccomandazioni. È stato stimato che tale riduzione del rischio deriva da uno stile di vita sano che include: avere un peso corporeo normale (indice di massa corporea [IMC] compreso tra 18,5 e 24,9 kg/m2) ed evitare gli alimenti che favoriscono l'aumento di peso come le bevande zuccherate e i prodotti da fast food; praticare un'attività fisica moderata per almeno 30 minuti al giorno; allattare al seno (per le donne); mangiare per lo più alimenti di origine vegetale; limitare l'assunzione di carni rosse; evitare gli alimenti trasformati a base di carne; limitare il consumo di bevande alcoliche. o Quali tipi di cancro possono essere prevenuti mediante l'attività fisica? Qualunque sia il proprio peso corporeo, essere fisicamente attivi riduce l'insorgere dei tumori dell'intestino crasso (colon-retto) e, nelle donne, dei tumori del seno e della mucosa uterina (endometrio), che sono alcuni dei tumori più comuni in Europa. L'attività fisica aiuta anche a prevenire l'aumento di peso, il che contribuisce a ridurre ulteriormente l'insorgere di questi e altri tipi di cancro come quello al rene, al pancreas, all'esofago e alla cistifellea. Esistono altresì prove di una correlazione tra uno stile di vita poco sedentario (evitare di stare seduti per lunghi periodi della giornata) e la diminuzione del rischio di cancro all'endometrio. o Di quanto posso ridurre il mio rischio di cancro mediante l'attività fisica? È stato stimato che il rischio di cancro è inferiore di circa il 4 % per le persone che svolgono un'attività fisica moderata di almeno 30 minuti al giorno (o almeno 150 minuti alla settimana) rispetto a quelle che svolgono bassi livelli di attività fisica (meno di 15 minuti al giorno). Fattori vitali come una dieta sana, un peso corporeo normale e l'attività fisica tendono a essere concomitanti nelle stesse persone, quindi è difficile isolarne i singoli effetti. I maggiori benefici per la salute si ottengono seguendo uno stile di vita sano 23 5 Dieta Segui una dieta sana: Consuma molti e vari cereali integrali, legumi, frutta e verdura. Limita i cibi ad elevato contenuto calorico (alimenti ricchi di zuccheri o grassi) ed evita le bevande zuccherate. Evita le carni conservate; limita il consumo di carni rosse e di alimenti ad elevato contenuto di sale. È ampiamente dimostrato che le persone possono ridurre il loro rischio di cancro adottando abitudini alimentari sane e praticando attività fisica. Nelle popolazioni europee, le persone che seguono uno stile di vita sano in linea con le raccomandazioni per la prevenzione del cancro hanno un rischio stimato di ammalarsi di cancro inferiore del 18 % rispetto a quelle con uno stile di vita e un peso corporeo non conformi a tali raccomandazioni. È stato stimato che tale riduzione del rischio deriva da uno stile di vita sano che include: avere un peso corporeo normale (indice di massa corporea [IMC] compreso tra 18,5 e 24,9 kg/m2) ed evitare gli alimenti che favoriscono l'aumento di peso come le bevande zuccherate e i prodotti da fast food; praticare un'attività fisica moderata per almeno 30 minuti al giorno; allattare al seno (per le donne); mangiare per lo più alimenti di origine vegetale; limitare l'assunzione di carni rosse; evitare gli alimenti trasformati a base di carne; limitare il consumo di bevande alcoliche. o Cosa si intende per dieta sana? Una dieta sana prevede la giusta quantità e varietà di alimenti diversi in grado di fornire tutte le calorie (energia) e le sostanze nutritive necessarie per soddisfare le specifiche esigenze dell'organismo. Questo consente di crescere e svilupparsi normalmente durante l'infanzia e di mantenere le funzioni normali nell'età adulta, in modo da raggiungere la vecchiaia con la minor quantità possibile di patologie e disabilità. La giusta dose e varietà di cibi e bevande varia da persona a persona in funzione di fattori quali l'età, la corporatura e lo stile di vita. Sebbene alcune persone abbiano esigenze particolari, come gli atleti o le persone affette da determinate condizioni mediche, per la maggior parte di noi il giusto equilibrio tra diversi alimenti e bevande è piuttosto simile. L'equilibrio dietetico è raggiungibile in vari modi, che possono variare in funzione delle abitudini alimentari dei vari paesi. Una dieta sana si compone principalmente di alimenti di origine vegetale, molta frutta e verdura, alcuni legumi come fagioli e piselli, pane integrale e altri alimenti ricchi di amido come pasta e riso (si veda un esempio nella figura 1). È inoltre possibile includere modeste quantità di carne magra, pollame o pesce, latticini a ridotto contenuto di grassi o alternative vegetariane. Altri importanti alimenti da includere in modeste quantità in una dieta sana sono alcuni oli vegetali (come l'olio di oliva e l'olio di colza), la frutta secca e i semi. Il sale non va aggiunto se non in quantità ridotta e solo se necessario. Per evitare l'aumento di peso, è bene non mangiare troppo spesso o in grandi quantità alimenti ad alto contenuto calorico come prodotti dolciari, torte e snack. Per contribuire a prevenire il cancro, si consiglia di evitare del tutto il consumo di alcol. È bene evitare il più possibile anche i prodotti commerciali altamente trasformati e ricchi di grassi animali e zuccheri (come i cibi "da fast food" e le bevande zuccherate). Figura 1 - Esempio di un piatto sano Così come è importante una corretta varietà di alimenti, bisogna fare attenzione anche a mangiare nella giusta quantità ciò sarà più facilmente realizzabile controllando il proprio peso su base settimanale o la circonferenza della vita con regolarità, ad esempio una volta al mese. 24 6 Alcol Se bevi alcolici di qualsiasi tipo, limitane il consumo. Per prevenire il cancro è meglio evitare di bere alcolici. È ampiamente dimostrato che le persone possono ridurre il loro rischio di cancro adottando abitudini alimentari sane e praticando attività fisica. Nelle popolazioni europee, le persone che seguono uno stile di vita sano in linea con le raccomandazioni per la prevenzione del cancro hanno un rischio stimato di ammalarsi di cancro inferiore del 18 % rispetto a quelle con uno stile di vita e un peso corporeo non conformi a tali raccomandazioni. È stato stimato che tale riduzione del rischio deriva da uno stile di vita sano che include: avere un peso corporeo normale (indice di massa corporea [IMC] compreso tra 18,5 e 24,9 kg/m2) ed evitare gli alimenti che favoriscono l'aumento di peso come le bevande zuccherate e i prodotti da fast food; praticare un'attività fisica moderata per almeno 30 minuti al giorno; allattare al seno (per le donne); mangiare per lo più alimenti di origine vegetale; limitare l'assunzione di carni rosse; evitare gli alimenti trasformati a base di carne; limitare il consumo di bevande alcoliche. o Il consumo di alcol può causare il cancro? Sì. È indubbio che bere alcol sia causa di almeno sette tipi di cancro: bocca, esofago, gola (faringe e laringe), fegato, intestino crasso (colon-retto) e seno. Il consumo di qualsiasi quantità di alcol aumenta l'incidenza del cancro: più se ne beve, maggiore è il rischio. Ridurre il consumo di alcol, o meglio ancora evitarlo del tutto, contribuisce a ridurre l'insorgere del cancro. o Tutti i tipi di bevande alcoliche aumentano il rischio di cancro? Sì. Qualsiasi bevanda alcolica aumenta il rischio di cancro, perché è l'alcol in sé a provocare danni. I principali tipi di bevande alcoliche sono il vino, la birra e i superalcolici, ma qualsiasi bevanda contenente alcol può provocare il cancro. Le bevande alcoliche hanno diverse gradazioni. È bene sapere che alcuni superalcolici possono contenere percentuali particolarmente elevate di alcol, e che alcuni tipi di birra possono avere un contenuto alcolico molto superiore alla media. o Perché il consumo di alcol provoca il cancro? Esistono vari motivi per cui bere alcol provoca il cancro. È probabile che diversi tumori siano riconducibili a diverse cause, ad esempio: etanolo e acetaldeide: nel nostro corpo l'alcool (etanolo) si trasforma in una sostanza chimica chiamata acetaldeide. Sia l'etanolo che l'acetaldeide sono sostanze cancerogene; cirrosi epatica: l'alcool danneggia le cellule del fegato e può causare una malattia chiamata cirrosi epatica, che a sua volta aumenta la probabilità di sviluppare il cancro al fegato; ormoni: l'alcol può aumentare i livelli di alcuni ormoni, come gli estrogeni. In presenza di alti livelli di estrogeni aumenta il rischio di cancro al seno. o Cosa succede se bevo alcol e fumo tabacco? La combinazione di fumo di tabacco e alcol è particolarmente pericolosa, e il rischio combinato di cancro derivante da queste due esposizioni è particolarmente elevato. Bere alcol facilita l'assorbimento delle sostanze chimiche cancerogene contenute nel fumo di tabacco da parte dei tessuti della bocca e della gola. Questo è uno dei motivi per cui le persone che bevono e fumano moltiplicano il danno ai tessuti e soprattutto il rischio di tumore alla bocca e alla gola (tratto respiratorio superiore) e all'esofago. o Cosa si intende per bevanda standard? In generale, una bevanda standard contiene circa 10-12 grammi di alcol puro (cfr. figura 1). Tuttavia, è bene essere consapevoli del fatto che alcuni ristoranti e bar servono quantità più abbondanti del normale. Inoltre, esistono differenze tra le presunte dimensioni e la potenza di una bevanda standard nei vari paesi europei. Figura 1 - Una bevanda standard: dimensioni standard di un bicchiere di birra, vino e liquore contenente circa 10-12 grammi di alcool puro. Da sinistra a destra: 10-12 grammi di alcol puro sono contenuti in 280-330 ml di birra, 150-180 ml di champagne, 30-40 ml di whisky o superalcolico ad alta resistenza, 60-80 ml di liquore e 100-120 ml di vino rosso. 25 7 Esposizione al sole/ai raggi UV Evita un'eccessiva esposizione al sole, soprattutto per i bambini. Usa protezioni solari. Non usare lettini abbronzanti. Le radiazioni provenienti dal sole contengono la luce visibile all'occhio umano e le radiazioni infrarosse percepibili sotto forma di calore, così come i raggi ultravioletti invisibili (UV). Le radiazioni ottiche solari sono fondamentali per il pianeta Terra (ad esempio per la fotosintesi) e gli esseri umani. I raggi UV di lunghezza d'onda molto breve (UVC) vengono completamente trattenuti dallo strato di ozono presente nell'atmosfera superiore, mentre alcuni raggi UV a lunghezza d'onda breve (UVB) e lunga (UVA) riescono a raggiungere la superficie terrestre. I raggi UVB sono necessari per la sintesi della vitamina D nella pelle umana ma, come i raggi UVA, causano danni alla pelle che nel lungo periodo possono causare tumori della pelle. o Perché è importante evitare un'eccessiva esposizione al sole? Le radiazioni provenienti dal sole contengono raggi ultravioletti invisibili (UV). Questi provocano danni alla pelle che, nel lungo periodo, possono determinare l'insorgere di tumori della pelle. Il tumore della pelle è il cancro più frequente a livello mondiale nelle popolazioni di pelle prevalentemente chiara, e la sua incidenza è aumentata notevolmente negli ultimi decenni. Si presume che tale incremento sia dovuto principalmente alla maggiore diffusione di indumenti più succinti, a un cambiamento degli stili di vita in favore di una maggiore attività all'aria aperta nonché al maggior desiderio di prendere il sole e avere una pelle abbronzata, anche mediante fonti artificiali di radiazioni ultraviolette come i lettini solari. Esistono diversi tipi di cancro della pelle. Il melanoma (il cosiddetto "cancro nero della pelle") è causato dalle cellule produttrici di pigmento e, sebbene sia il meno comune, è il più aggressivo ed è caratterizzato da prognosi infausta se diagnosticato tardivamente. Sono invece due i principali tipi di tumore della pelle non-melanoma: il carcinoma basocellulare o basalioma (BCC) e il carcinoma spinocellulare (SCC, anche detto "cancro bianco della pelle"). Il primo, il più diffuso a livello mondiale tra le popolazioni di pelle chiara, si diffonde (metastatizza) molto raramente, ma può comparire in parti del corpo esposte, come il viso. Il secondo è meno comune, ma può essere fatale se il tumore metastatizza prima di essere rilevato. L'esposizione ai raggi UV determina molti effetti negativi sulla pelle, i più immediati dei quali sono l'abbronzatura o il bruciore. o Cosa si intende per "eccessiva esposizione al sole"? Qualsiasi grado di esposizione al sole provoca danni alla pelle. Di norma il corpo è in grado di riparare tali danni, ma se sono gravi diventa sempre più difficile. Non è facile dare una definizione precisa di "eccessiva esposizione al sole", in quanto dipende da caratteristiche particolari come il tipo di pelle, la potenza del sole, e la propria posizione geografica (indice ultravioletto, anche detto indice UV). L'entità dei danni aumenta con l'aumentare della durata dell'esposizione al sole, ed essi saranno più gravi se questa avviene quando il sole è molto forte, ad esempio intorno a mezzogiorno, nelle ore più calde della giornata (ossia tra le 11:00 e le 15:00) e nei mesi estivi. Ad esempio in presenza di un indice UV pari a 6 (facilmente raggiungibile intorno a mezzogiorno in primavera e in estate), una persona con fototipo 1 o 2 andrà incontro a una scottatura nell'arco di 10-15 minuti. Se ci si espone al sole è necessario assicurarsi di proteggere le parti del corpo esposte più di frequente come viso, collo e mani. Se ci si scotta, significa sicuramente che ci si è esposti al sole oltre i limiti di sicurezza. È tuttavia possibile essersi esposti eccessivamente anche prima di scottarsi. Le frequenti scottature, in particolare durante l'infanzia e l'adolescenza, sono collegate a un marcato aumento del rischio di cancro alla pelle nell'arco della vita, ma tutte le esposizioni ai raggi ultravioletti (UV), a qualsiasi età, possono aumentare il rischio di cancro alla pelle. o Perché è particolarmente importante per i bambini e i giovani evitare un'eccessiva esposizione al sole? Evitare un'eccessiva esposizione al sole è importante a tutte le età. Tuttavia, quanto più in giovane età si espone la pelle al sole, maggiore è la durata del danno accumulato. Inoltre nei bambini le cellule staminali presenti nello strato superiore della pelle (ossia le cellule che potrebbero essere responsabili del cancro della pelle) sono più vicine alla superficie della pelle rispetto agli adulti, e ciò rende i bambini più sensibili all'esposizione ai raggi ultravioletti (UV). Inoltre, durante l'infanzia e l'adolescenza i tessuti del corpo sono in crescita e in rapido sviluppo e ciò aumenta la vulnerabilità delle cellule giovani ai danni da sole. Ecco perché gli adulti (genitori, familiari, insegnanti, ecc.) devono proteggere i bambini da un'eccessiva esposizione al sole. Si raccomanda di evitare qualsiasi esposizione diretta alla luce solare per i bambini fino a 1 anno di età, ad esempio sistemandoli all'ombra quando sono all'aperto. 26 o È possibile parlare di "abbronzatura sana"? L'abbronzatura è una reazione protettiva della pelle ai danni causati dai raggi ultravioletti (UV) provenienti dal sole o da sorgenti artificiali intense (come i lettini solari). L'abbronzatura è pertanto il segno di un danno alla pelle causato dal sole, quindi è del tutto improprio parlare di "abbronzatura sana". Un'esposizione al sole intensa e prolungata causa una scottatura solare. L'esposizione al sole provoca anche la comparsa di nei e lentiggini e, più a lungo termine, l'invecchiamento della pelle. Se la pelle invecchia a causa dell'esposizione ai raggi UV, diventa più spessa e perde di elasticità più rapidamente; è anche possibile veder comparire "punti di età", cambiamenti nel colore della pelle (decolorazione), rughe, capillari sanguigni ingranditi o dilatati e cancro della pelle. o In quali momenti il sole è più forte? La quantità dei raggi ultravioletti (UV) provenienti dal sole che riesce a raggiungere la superficie terrestre e il correlato indice UV dipende da diversi fattori, di cui i più importanti sono l'ora del giorno e la stagione. Di norma i raggi UV sono più forti per alcune ore intorno a mezzogiorno e meno forti durante la prima mattinata e il tardo pomeriggio/sera (cfr. figura 1). Figura 1 - Intensità quotidiana del sole. Fonte: per gentile concessione di Ameco Solar (solarexpert.com) In estate, circa il 20-30 % del totale giornaliero delle radiazioni UV viene ricevuto tra le 11:00 e le 13:00, mentre il 75 % tra le 9:00 e le 15:00 (ora solare, non locale). Le variazioni stagionali delle radiazioni UV che raggiungono la superficie terrestre sono notevoli nelle regioni temperate ma molto meno rilevanti in quelle più vicine all'equatore. Altri importanti fattori che influenzano la potenza dei raggi UV che raggiungono la Terra sono: latitudine geografica (il flusso annuale dei raggi UV diminuisce con l'aumentare della distanza dall'equatore); altitudine (in generale, per ogni 300 metri di aumento dell'altitudine la capacità della luce solare di bruciare la pelle aumenta di circa il 4 %); riflessione superficiale (ad es. neve, acqua, ecc.): la neve riflette fino all'85 % dei raggi UV, l'acqua circa il 5-10 %; i raggi UV riflessi possono danneggiare la pelle tanto quanto quelli diretti; nuvole: l'entità della riduzione dei raggi UV che raggiungono la superficie terrestre per mezzo delle nuvole dipende da fattori quali spessore, densità e forma delle nuvole stesse; inquinamento atmosferico: come le nuvole, lo smog urbano prodotto dall'inquinamento atmosferico modifica la quantità dei raggi UV che raggiungono la superficie terrestre. o Sono protetto in una giornata nuvolosa o sotto un ombrellone? Le radiazioni provenienti dal sole contengono raggi ultravioletti invisibili (UV). Questi provocano danni alla pelle che, nel lungo periodo, possono determinare l'insorgere di tumori della pelle. Il tumore della pelle è il cancro più frequente a livello mondiale nelle popolazioni di pelle prevalentemente chiara, e la sua incidenza è aumentata notevolmente negli ultimi decenni. Si presume che tale incremento sia dovuto principalmente alla maggiore diffusione di indumenti più succinti, a un cambiamento degli stili di vita in favore di una maggiore attività all'aria aperta nonché al maggior desiderio di prendere il sole e avere una pelle abbronzata, anche mediante fonti artificiali di radiazioni ultraviolette come i lettini solari. Esistono diversi tipi di cancro della pelle. Il melanoma (il cosiddetto "cancro nero della pelle") è causato dalle cellule produttrici di pigmento e, sebbene sia il meno comune, è il più aggressivo ed è caratterizzato da prognosi infausta se diagnosticato tardivamente. Sono invece due i principali tipi di tumore della pelle non-melanoma: il carcinoma basocellulare o basalioma (BCC) e il carcinoma spinocellulare (SCC, anche 27 detto "cancro bianco della pelle"). Il primo, il più diffuso a livello mondiale tra le popolazioni di pelle chiara, si diffonde (metastatizza) molto raramente, ma può comparire in parti del corpo esposte, come il viso. Il secondo è meno comune, ma può essere fatale se il tumore metastatizza prima di essere rilevato. L'esposizione ai raggi UV determina molti effetti negativi sulla pelle, i più immediati dei quali sono l'abbronzatura o il bruciore. o Cos'è l'indice UV? L'indice universale della radiazione UV solare (o indice UV) descrive la quantità/intensità misurata o prevista delle radiazioni ultraviolette (UV) provenienti dal sole che raggiungono la superficie terrestre in un determinato luogo e giorno. In molti paesi viene comunicato durante le previsioni meteo giornaliere, soprattutto in estate, per informare il pubblico circa l'intensità del sole e il livello delle misure protettive necessarie. Molte previsioni online forniscono informazioni sull'indice UV. La figura 2 descrive i livelli dell'indice UV e fornisce i relativi suggerimenti circa le necessarie misure protettive. Figura 2 - Indice UV. Fonte: riprodotto con l'autorizzazione dell'editore da "Global Solar UV Index: A Practical Guide [L'indice universale della radiazione UV solare: una guida pratica]. Una raccomandazione congiunta dell'Organizzazione mondiale della sanità, dell'Organizzazione meteorologica mondiale, del programma delle Nazioni Unite per l'ambiente e della Commissione internazionale per la protezione dalle radiazioni non ionizzanti". Ginevra, Organizzazione mondiale della sanità, 2002 (copertina e fig. 2, pagina 8; www.who.int/uv/publications/en/GlobalUVI.pdf, consultato il 10 marzo 2014). o Alcune persone sono più a rischio di danni derivanti dal sole? Quanto influiscono fattori quali il tipo di pelle, il colore dei capelli o il colore degli occhi? Sì. Le persone con la pelle chiara si bruciano più rapidamente rispetto a quelle con la pelle scura. Maggiore è la sensibilità al sole della pelle, più è importante proteggerla dai suoi effetti nocivi. Di norma è possibile distinguere sei diversi fototipi, ossia sei diverse caratterizzazioni della sensibilità della pelle ai raggi ultravioletti (UV). Di seguito sono riportate alcune caratteristiche che possono contribuire a definire i diversi fototipi, classificati dal più sensibile al meno sensibile: 1. pelle che si brucia molto facilmente e non si abbronza mai o quasi mai; 2. pelle che si brucia facilmente e si abbronza lentamente; 3. pelle che non si non brucia facilmente e si abbronza; 4. pelle che non si brucia quasi mai e si abbronza facilmente (fototipo mediterraneo); 5. pelle che non si brucia mai ed è naturalmente più scura (fototipo asiatico); 6. pelle che non si brucia mai ed è naturalmente scura (fototipo negroide). 28 Figura 3 - Tabella dei fototipi Fototipo I Colore naturale della pelle Sensibilità ai raggi UV Carnagione chiarissima, bianco pallido, spesso lentigginosa, capelli chiari o rossi ++++ Rischio di cancro alla pelle La pelle si brucia molto facilmente e non si abbronza mai o quasi mai Rischio massimo di cancro della pelle +++ La pelle si brucia facilmente e si abbronza lentamente Rischio elevato di cancro della pelle. Fototipo II Carnagione chiara, bianca, capelli chiari e occhi blu o marroni. Alcuni possono avere i capelli scuri Fototipo III Carnagione leggermente scura, olivastra, con capelli scuri e occhi marroni o verdi ++ La pelle non si non brucia facilmente e si abbronza Rischio elevato di cancro della pelle. Fototipo IV Carnagione moderatamente scura, occhi marroni e capelli scuri + Pelle che non si brucia quasi mai e si abbronza facilmente (fototipo mediterraneo) A rischio di cancro della pelle Fototipo V Carnagione molto scura, occhi marroni e capelli scuri +/- La pelle non si brucia mai ed è naturalmente più scura (fototipo asiatico) Il cancro alla pelle è relativamente raro, ma quando si verifica è spesso rilevato in una fase tardiva e più pericolosa Fototipo VI Carnagione molto pigmentata da marrone a nera, occhi marroni scuro e capelli neri - La pelle non si brucia mai ed è naturalmente scura (fototipo negroide) Il cancro alla pelle è relativamente raro, ma quando si verifica è spesso rilevato in una fase tardiva e più pericolosa 29 Altri importanti fattori correlati con un aumento del rischio di cancro alla pelle sono: la presenza di nei (nevi) sulla pelle (una grande quantità aumenta il rischio di melanoma), così come di nei dall'aspetto atipico; precedenti di cancro alla pelle nei genitori o nel soggetto; la presenza di danni alla pelle dovuti a un'eccessiva esposizione ai raggi UV (macchie di età, perdita di elasticità, forte presenza di rughe); immunosoppressione (artificiale), ossia l'uso di farmaci che diminuiscono la funzione immunitaria a seguito di un trapianto di organi. Il colore dei capelli e quello degli occhi sono correlati al tipo di pelle. Ad esempio, di solito le persone con gli occhi azzurri e i capelli rossi sono più sensibili ai raggi UV rispetto a quelle con i capelli neri e gli occhi scuri. 30 8 Inquinanti Osserva scrupolosamente le istruzioni in materia di salute e sicurezza sul posto di lavoro per proteggerti dall'esposizione ad agenti cancerogeni noti. Nell'ambiente esistono diverse migliaia di sostanze artificiali o naturali, anche nei luoghi di lavoro, alcune delle quali hanno il potenziale di causare il cancro. Molte di queste sostanze sono chimiche. Ridurre l'esposizione alle sostanze cancerogene dipende da una combinazione di azioni e politiche governative volte a proteggere i cittadini dalle sostanze nocive, nonché da comportamenti e responsabilità individuali finalizzati a seguire tali raccomandazioni. Il controllo della presenza di sostanze chimiche cancerogene sul luogo di lavoro, nell'ambiente o in casa necessita di tutti questi fattori. I governi devono definire le politiche, attuare le normative (riguardanti ad esempio limiti di protezione, zone di sicurezza, divieti di emissione di sostanze chimiche) e monitorare il rispetto di tali norme; i produttori o le altre industrie devono conformare i loro processi alla normativa; i datori di lavoro devono prevedere misure volte a tutelare i propri lavoratori (ad esempio fornendo dei dispositivi di protezione). Secondo la direttiva 2004/37/CE del Parlamento europeo e del Consiglio sulla protezione dei lavoratori contro i rischi derivanti da un'esposizione ad agenti cancerogeni o mutageni durante il lavoro, il datore di lavoro deve valutare e gestire regolarmente il rischio correlato con l'esposizione ad agenti cancerogeni al fine di evitare l'esposizione dei lavoratori; mette a disposizione dell'autorità competente, a richiesta, le informazioni relative al numero dei lavoratori esposti, alle misure di prevenzione, ecc.; informare i lavoratori nel caso di esposizioni anormali. Anche gli individui possono contribuire a creare un ambiente più sano, ad esempio limitando il ricorso all'automobile per ridurre l'inquinamento atmosferico. Allo scopo di prevenire il cancro, è essenziale che tutti seguano le istruzioni di sicurezza e salute sul luogo di lavoro. Altri punti importanti sono: i) i tumori di origine professionale sono prevenibili, e ciò evidenzia come la protezione dei lavoratori sia essenziale e debba essere sostenuta e richiesta dal mondo del lavoro; ii) nonostante siano in vigore diverse normative volte a ridurre l'esposizione a molte sostanze cancerogene, resta ancora molto da fare. 31 9 Radiazioni Accerta di non essere esposto a concentrazioni naturalmente elevate di radon presenti in casa. Fai in modo di ridurre i livelli elevati di radon. Il radon è un gas radioattivo naturale che può causare l'esposizione alle radiazioni anche in casa. o Cosa si intende per "radiazioni"? Di quali tipi di radiazioni si tratta? Una radiazione è energia sotto forma di onde o particelle. Esistono due principali tipi di radiazioni: quelle ionizzanti e quelle non ionizzanti. Le radiazioni che emettono abbastanza energia da rompere i legami chimici e creare ioni vengono dette "ionizzanti". Danneggiare il DNA di una cellula può provocare delle mutazioni, che se trasmesse attraverso nuove generazioni di cellule in ultima analisi possono causare il cancro o altri effetti nocivi sulla salute. Le radiazioni ionizzanti possono essere in forma di particelle, come le particelle alfa o i neutroni, o di raggi, come i raggi gamma o i raggi X. Siamo tutti esposti a diverse quantità di radiazioni ionizzanti provenienti da varie fonti, sia naturali (cosmiche o terrestri) che artificiali (come quelle per uso medico, l'energia nucleare o le precipitazioni radioattive causate dai collaudi di armi nucleari molti anni fa). Le radiazioni ionizzanti vengono utilizzate per diagnosticare e curare le malattie. La quantità di radiazioni ionizzanti assorbite da un individuo dipende da diversi aspetti della vita come il luogo in cui si vive, gli eventuali trattamenti medici a base di radiazioni subiti e la probabilità che il lavoro svolto preveda l'esposizione a radiazioni; le tipologie di esposizioni a radiazioni più diffuse sono descritte in seguito. Le radiazioni ottiche comprendono luce, infrarossi e raggi ultravioletti (UV). Le radiazioni UV possono danneggiare le cellule viventi e causare il cancro della pelle. A differenza delle radiazioni ionizzanti, quelle non ionizzanti non producono l'energia sufficiente a danneggiare il DNA, ma producono un trasferimento di energia a tessuti o materiali, ad esempio mediante l'aumento della temperatura. Si tratta dello stesso processo alla base del funzionamento dei forni a microonde. Le radiazioni non ionizzanti sono composte da campi elettrici e magnetici, come microonde e onde radio, così come da campi a bassa frequenza generati da linee e apparecchi elettrici. o Cos'è il radon? Quali tipi di cancro può causare? Il radon è un gas radioattivo naturale che si forma nella crosta terrestre. È parte di una lunga catena di decadimento radioattivo che inizia con l'uranio presente nelle rocce e nel suolo da quando si è formata la Terra. La presenza del radon non è rilevabile dagli esseri umani in quanto incolore e inodore, ma è misurabile a causa della sua radioattività. Il gas radon entra nelle abitazioni attraverso il suolo. In alcune è possibile rilevarne alte concentrazioni, specie nelle zone caratterizzate da rocce e terreni particolarmente ricchi di uranio naturale. Tracce di radon possono anche essere presenti nei materiali da costruzione e nell'acqua potabile, ma nella maggior parte dei casi causano un'esposizione alle radiazioni molto inferiore rispetto al radon proveniente dal suolo. Mentre il radon è di per sé un gas, i prodotti del suo decadimento radioattivo non lo sono e quindi si attaccano alle particelle di polvere nell'aria. Una volta respirati tali prodotti, le radiazioni da essi emesse possono danneggiare i nostri polmoni. L'esposizione al radon aumenta il rischio di cancro polmonare. Il rischio aggiuntivo è proporzionale alla concentrazione di radon nell'aria che respiriamo e alla durata dell'esposizione. 32 10 Allattamento al seno L'allattamento al seno riduce il rischio di cancro per la madre. Se puoi, allatta il tuo bambino. L'allattamento al seno è una tipologia particolare di comportamento sano. È ampiamente dimostrato che le persone possono ridurre il loro rischio di cancro adottando abitudini alimentari sane e praticando attività fisica. Nelle popolazioni europee, le persone che seguono uno stile di vita sano in linea con le raccomandazioni per la prevenzione del cancro hanno un rischio stimato di ammalarsi di cancro inferiore del 18 % rispetto a quelle con uno stile di vita e un peso corporeo non conformi a tali raccomandazioni. È stato stimato che tale riduzione del rischio deriva da uno stile di vita sano che include: avere un peso corporeo normale (indice di massa corporea [IMC] compreso tra 18,5 e 24,9 kg/m2) ed evitare gli alimenti che favoriscono l'aumento di peso come le bevande zuccherate e i prodotti da fast food; praticare un'attività fisica moderata per almeno 30 minuti al giorno; allattare al seno (per le donne); mangiare per lo più alimenti di origine vegetale; limitare l'assunzione di carni rosse; evitare gli alimenti trasformati a base di carne; limitare il consumo di bevande alcoliche. o Quanto posso ridurre il mio rischio di cancro mediante l'allattamento al seno? Le donne che allattano i loro bambini per lunghi periodi hanno un minor rischio di sviluppare il cancro al seno nell'arco della vita rispetto a quelle che non allattano. Più prolungato è il periodo di allattamento, maggiore è la protezione contro il cancro al seno. La riduzione del rischio è pari a circa il 4 % per ogni 12 mesi cumulativi di allattamento (ossia ottenuti sommando i periodi in cui una donna ha allattato ogni bambino), ed è anche stata dimostrata una correlazione diretta tra la riduzione del rischio di cancro al seno e l'aver avuto un figlio. Oltre a ciò, è importante sottolineare che il latte materno è il miglior alimento per i bambini e apporta molti benefici alla salute. o In che modo l'allattamento al seno contribuisce a ridurre il rischio di cancro? Il meccanismo alla base dell'effetto protettivo dell'allattamento al seno non è ben chiaro. Gli effetti benefici possono essere spiegati mediante le modificazioni della struttura del seno e la minore esposizione nel corso della vita agli ormoni da parte della madre. 33 Terapia ormonale La terapia ormonale sostitutiva (TOS) aumenta il rischio di alcuni tipi di cancro. Limita l'uso della TOS. I farmaci sono sostanze chimiche elaborate e utilizzate in medicina e odontoiatria per la loro capacità di trattare, prevenire o alleviare le malattie. Oltre agli effetti desiderati, i farmaci possono avere anche effetti collaterali. Tali effetti possono comportare l'aumento o la riduzione del rischio di cancro. La terapia ormonale sostitutiva a base di ormoni femminili è un trattamento medico utilizzato soprattutto per alleviare i sintomi della menopausa nelle donne. Altri farmaci, alcuni dei quali ormonali, possono aumentare il rischio di cancro esclusivamente nelle donne (come i contraccettivi orali) o sia negli uomini che nelle donne. Devo preoccuparmi per l'assunzione di una terapia ormonale sostitutiva per i sintomi della menopausa? Se possibile, è consigliabile evitare o limitare l'uso delle terapie ormonali sostitutive. In presenza di gravi sintomi della menopausa, le donne possono discutere con il proprio medico l'opportunità di assumere tali terapie. Il ricorso alle terapie ormonali sostitutive aumenta il rischio di cancro al seno, endometriale e ovarico, e causa anche molti effetti negativi (non tumorali) sulla salute. Il modello di rischio di cancro dipende dal tipo di terapia ormonale sostitutiva (a base di soli estrogeni o una combinazione di farmaci estrogeni e progestinici), e dalla possibile rimozione dell'utero (isterectomia). Alcuni studi hanno dimostrato che l'aumento di rischio di cancro al seno associato alla terapia combinata a base di farmaci estrogeni progestinici per il trattamento della menopausa si verifica dopo alcuni anni di trattamento e resta elevato almeno per i cinque anni successivi all'interruzione della terapia, sebbene il rischio inizi a diminuire poco dopo l'interruzione del trattamento. Ecco perché le terapie ormonali sostitutive devono essere effettuate per il più breve tempo possibile e alle dosi minime necessarie a controllare i sintomi della menopausa. L'esatta terapia deve essere discussa con il medico prima di iniziare il trattamento. o L'uso dei contraccettivi orali può aumentare il mio rischio di cancro? I contraccettivi orali, composti da estrogeni e progestinici, possiedono proprietà sia cancerogene che preventive del cancro. Poiché i contraccettivi orali sono utilizzati da individui sani, qualsiasi decisione di usare tali farmaci deve basarsi su una valutazione approfondita del profilo di rischio del singolo paziente. L'uso dei contraccettivi orali è associato a un modesto aumento del rischio di cancro al seno, alla cervice e al fegato; tuttavia, l'uso di questi farmaci protegge anche contro il cancro endometriale e ovarico. Ecco perché non è possibile fornire alcuna raccomandazione chiara dal punto di vista del cancro. o 34 Vaccinazioni e infezioni Assicurati che i tuoi figli partecipino ai programmi di vaccinazione contro: l'epatite B (per i neonati) il Papillomavirus umano (HPV) (per le ragazze). Poche persone associano le infezioni al cancro, ma quasi un quinto dei casi di tumore a livello mondiale è causato da agenti infettivi come virus e batteri. Tra le principali infezioni associate all'insorgere di tumori vi sono il papillomavirus umano (HPV), in grado di causare gran parte dei tumori cervicali ed anali e una piccola percentuale dei tumori orali, il virus dell'epatite B (HBV) e il virus dell'epatite C (HCV), in grado di causare il cancro al fegato, e l'Helicobacter pylori, un batterio in grado di causare il cancro allo stomaco. Il virus dell'immunodeficienza umana (HIV) non è causa diretta di cancro, ma le persone infette hanno un rischio maggiore di sviluppare alcuni tumori a causa dell'indebolimento del loro sistema immunitario. I vaccini sono il metodo più efficace per prevenire alcune di queste infezioni. Per diversi decenni sono stati disponibili vaccini altamente efficaci contro l'HBV e quasi tutti i paesi includono la vaccinazione per l'HBV nei loro programmi di immunizzazione infantile; la vaccinazione è molto efficace anche nella prevenzione dell'infezione con i tipi di HPV che causano gran parte dei cancri cervicali. EPATITE B 35 Screening Partecipa a programmi organizzati di screening per il cancro: dell'intestino (uomini e donne) del seno (donne) del collo dell'utero (donne). Alcuni tipi di tumore possono essere scoperti e trattati prima di causare sintomi. Viene definito screening lo svolgimento di controlli per il cancro, o condizioni che possono portare al cancro, da parte di persone che non hanno sintomi. L'obiettivo principale dello screening per il cancro è prevenire la morte per cancro. Se il tumore viene scoperto abbastanza precocemente, lo screening può anche consentire il ricorso a metodi di trattamento meno aggressivi. Per alcuni tipi di cancro, come quello al collo dell'utero e all'intestino, lo screening può realmente prevenire lo sviluppo del cancro. Nell'Unione europea, lo screening è consigliato per i tumori di intestino, seno e collo dell'utero se disponibile come parte di un programma organizzato dotato delle risorse necessarie a garantire un servizio di alta qualità. Attualmente nella gran parte dei paesi dell'Unione europea sono disponibili programmi di screening organizzato per il cancro al seno e in molti anche programmi di screening organizzato per il cancro all'intestino e cervicale. Orientamenti generali riguardanti tutti gli aspetti correlati con lo screening per il cancro all'intestino, al seno e cervicale sono stati sviluppati da esperti e pubblicati dalla Commissione europea. Questi orientamenti europei forniscono principi guida e protocolli dettagliati, norme e raccomandazioni che, se seguiti, garantiscono l'offerta di programmi di screening di alta qualità alla popolazione. Se si vuole aderire a un programma di screening per il cancro, ma non si sa se ne esiste uno nel proprio paese, si consiglia di contattare il ministero della Sanità nazionale. PUNTI CHIAVE SULLO SCREENING PER IL CANCRO SCREENING PER IL PER IL PER IL CANCRO ALL'INTESTINO SCREENING CANCRO AL SENO SCREENING CANCRO CERVICALE 36 Le malattie cardiovascolari Maria Cristina Marazzi Paola Scarcella Le malattie cardiovascolari rappresentano ancora oggi la principale causa di morte in gran parte dei paesi sviluppati, fra cui l’Italia. La cardiopatia ischemica è la prima causa di morte in Italia, seguono gli accidenti cerebrovascolari (ictus cerebrali). La cardiopatia ischemica include tutte le condizioni in cui si verifica un insufficiente apporto di sangue e di ossigeno al muscolo cardiaco. Il cuore è un organo che utilizza grandi quantità di ossigeno per il proprio metabolismo. In presenza di patologie o condizioni che alterano questo equilibrio si può generare una riduzione acuta o cronica, permanente o transitoria, dell’apporto di ossigeno (ipossia o anossia) e degli altri nutrienti, che può a sua volta danneggiare il muscolo cardiaco, riducendone la funzionalità (insufficienza cardiaca). L’ostruzione improvvisa delle coronarie (le arterie che portano sangue ossigenato e sostanze nutritive al muscolo cardiaco) può condurre all'infarto miocardico con un elevato rischio di arresto circolatorio e decesso. La causa più frequente delle malattie cardiovascolari è l'aterosclerosi, caratterizzata dalla presenza di placche ad elevato contenuto di colesterolo (ateromi) nelle arterie coronarie, capaci di ostruire o ridurre il flusso di sangue. La cardiopatia ischemica presenta manifestazioni cliniche differenti quali l’angina pectoris e l’infarto del miocardio. L’infarto è la morte di una parte del muscolo cardiaco (miocardio), dovuta a un’ischemia, cioè al mancato apporto di sangue in una determinata zona del cuore, per un certo periodo di tempo. La maggior parte degli infarti si verifica a causa della formazione di un coagulo di sangue (trombo) che va ad ostruire una arteria coronaria 1, interrompendo il flusso di sangue. Se il coagulo non viene rimosso rapidamente, la zona di miocardio irrorata da quell’arteria va in necrosi e si verifica l’infarto. L’infarto colpisce gli uomini con maggior frequenza rispetto alle donne nelle età più giovani; le donne sono colpite con maggiore frequenza in età avanzata e la malattia si manifesta in modo più grave. Ictus cerebrale Ictus è un termine latino che significa “colpo” (in inglese stroke). Insorge, infatti, in 1 Normalmente il trombo si forma a partire da una placca aterosclerotica dovuta ad un accumulo di colesterolo e cellule, che si sviluppa lentamente all’interno di una coronaria e che può rompersi improvvisamente; questa lesione provoca l’aggregazione di piastrine e la formazione di un trombo. 37 maniera improvvisa: una persona in pieno benessere può accusare sintomi tipici che possono essere transitori, restare costanti o peggiorare nelle ore successive. L’ictus è un disturbo della circolazione cerebrale, per lo più dovuto all'improvvisa chiusura o rottura di un vaso sanguigno e al conseguente danno alle cellule cerebrali dovuto dalla mancanza dell'ossigeno e dei nutrienti veicolati dal sangue (ischemia) o alla compressione dovuta al sangue uscito dal vaso (emorragia cerebrale). Quando si verifica un’interruzione dell’apporto di sangue ossigenato in un’area del cervello, si determina la morte delle cellule cerebrali di quell’area. Di conseguenza, le funzioni cerebrali controllate da quell’area (che possono riguardare il movimento di un braccio o di una gamba, il linguaggio, la vista, l’udito o altro) vengono perse. In Italia l’ictus è la terza causa di morte, dopo le malattie ischemiche del cuore e le neoplasie; è responsabile del 10-12% di tutti i decessi per anno e rappresenta la prima causa di invalidità. Il 10-20% delle persone colpite da ictus cerebrale muore entro un mese e un altro 10% entro il primo anno. Solo il 25% dei pazienti sopravvissuti ad un ictus guarisce completamente, il 75% sopravvive con una qualche forma di disabilità, e di questi la metà è portatore di un deficit così grave da perdere l’autosufficienza. L’ictus è più frequente dopo i 55 anni, la sua prevalenza raddoppia successivamente ad ogni decade ; il 75% degli ictus si verifica nelle persone con più di 65 anni. La caratteristica principale dell'ictus è la sua insorgenza improvvisa, solitamente senza dolore. I sintomi tipici sono la mancanza di forza, o formicolio e mancanza di sensibilità ad un braccio e ad una gamba, ma anche ad uno solo di questi. Possibile poi che vi sia difficoltà nel parlare o difficoltà visive da un lato. A volte questi sintomi compaiono solo per alcuni minuti, poi scompaiono completamente. Si parla in questi casi di attacchi ischemici transitori (TIA), che si differenziano dall’ictus per la minore durata dei sintomi (inferiore alle 24 ore, anche se nella maggior parte dei casi il TIA dura pochi minuti, dai 5 ai 30 minuti). I TIA sono molto importanti perché possono essere dei campanelli di allarme di un ictus vero e proprio. Si stima infatti che il 40% delle persone che presenta un TIA, in futuro andrà incontro all’ictus. Devono essere considerati con la massima attenzione. Il paziente deve essere visitato con urgenza dal medico. La manifestazione clinica più tipica di un ictus cerebrale è l’emiplegia o l’emiparesi 2. Nella fase acuta è urgente un intervento medico seguito da un precoce programma di riabilitazione, che tanto più sarà intenso e tempestivo, tanto più rapido e completo sarà il recupero dell’emiplegico. Infatti iniziare presto la rieducazione neuromotoria evita che chi è colpito da ictus assuma nel letto atteggiamenti e posizioni errate degli arti e del corpo e pone le basi per raggiungere successivamente il miglior recupero possibile delle capacità fisiche. La riabilitazione va iniziata già durante i primi giorni della malattia. L’emiparesi è una riduzione della capacità motoria in un lato del corpo. L’emiplegia è la paralisi di un lato del corpo. Entrambe sono dovute al danno alla circolazione sanguigna di una parte del cervello. 2 38 Le malattie respiratorie Maria Cristina Marazzi Paola Scarcella L’invecchiamento comporta delle modificazioni dell’apparato respiratorio, in parte dovute alla sua naturale involuzione, in parte secondarie al continuo contatto con fattori ambientali. Come altri organi, con l’età anche il polmone mostra dei segni di atrofia: diminuisce l’elasticità, aumenta il connettivo, diminuiscono i capillari e quindi la possibilità per i tessuti di ricevere ossigeno e sostanze nutritive, le cavità alveolari diventano più ampie. Inoltre anche le strutture del torace invecchiano: la gabbia toracica presenta una maggiore rigidità per una progressiva ossificazione delle articolazioni, i muscoli respiratori diventano ipotrofici, per cui la funzionalità respiratoria risulta progressivamente ridotta. In questa situazione numerosi eventi possono facilmente scatenare una insufficienza respiratoria e cardiaca: processi infettivi, sforzi fisici, febbre e prolungata permanenza a letto. Di conseguenza in età avanzata sono estremamente frequenti le malattie infettive acute dell’apparato respiratorio: polmoniti, broncopolmoniti… peraltro nell’anziano la malattia respiratoria acuta ha caratteristiche diverse rispetto al giovane: l’inizio è subdolo, con malessere generale, per lo più febbricola, poca tosse e in genere sintomi meno chiari che nel giovane. A volte la malattia può esordire con un episodio di agitazione o confusione mentale, per la condizione di scarsa ossigenazione. Anche le malattie respiratorie croniche sono particolarmente frequenti nell’anziano. Esse rappresentano una vasta gamma di gravi condizioni patologiche. Sono tra le principali cause di morbilità e mortalità e si prevede un trend in crescita per i prossimi anni. I dati forniti dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) stimano che attualmente centinaia di milioni di persone soffrono di malattie respiratorie croniche: circa 300 milioni per l'asma 80 milioni con broncopatia cronico ostruttiva (BPCO) moderata o grave altri milioni soffrono di forme lievi di BPCO, riniti allergiche e altre patologie respiratorie croniche. In Italia le malattie respiratorie, dopo le malattie cardiovascolari e neoplastiche, rappresentano il terzo gruppo di cause di morte e si prevede che, anche a causa dell’invecchiamento della popolazione, la prevalenza di tali patologie sia destinata ad aumentare. L’impatto delle malattie respiratorie croniche, oltre a causare morti premature, ha importanti effetti negativi sulla qualità della vita e sulla disabilità dei pazienti. Le patologie respiratorie insorgono a causa dell’azione di un insieme di fattori di rischio che possiamo suddividere in: fattori di rischio individuali: genetici e legati alla familiarità fattori di rischio ambientali e/o comportamentali: fumo di sigaretta, esposizione professionale, inquinamento atmosferico outdoor e indoor, condizioni sociali, dieta, infezioni. 39 Tra le patologie prevenibili vi sono l’asma, le allergie respiratorie, la broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO), l’enfisema polmonare. Benché esistano efficaci misure preventive, tuttavia le malattie respiratorie croniche sono sottovalutate, sotto-diagnosticate, sotto-trattate ed insufficientemente prevenute. Nel 2006, in Italia, sono avvenuti 35.751 decessi per malattie dell’apparato respiratorio (57% maschi), che rappresentano il 6.4% di tutte le morti. Il quoziente di mortalità sale marcatamente dopo i 64 anni d’età. Più del 50% dei decessi per cause respiratorie e’ attribuibile a broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO). Asma L’asma è una malattia infiammatoria cronica delle vie aeree, associata ad aumento della reattività bronchiale, a broncocostrizione 1 reversibile ed alla presenza di sintomi respiratori. I sintomi sono tosse (secca o produttiva), sibili, dispnea e costrizione toracica. A volte la tosse può essere l’unico sintomo e rappresenta un segnale da non sottovalutare soprattutto nei bambini. Bronco-pneumopatia cronica ostruttiva (BPCO) La bronco-pneumopatia cronica ostruttiva (BPCO) è caratterizzata da ostruzione non completamente reversibile, al flusso aereo, generalmente progressiva ed associata ad un’abnorme risposta infiammatoria del polmone all’inalazione di particelle di gas nocivi, principalmente quelle prodotte dal fumo di sigaretta. In alcuni casi la BPCO può evolvere in assenza di sintomi respiratori cronici, ma nella maggior parte dei casi si manifesta con tosse cronica persistente e/o dispnea che possono precedere anche di molti anni la diagnosi. Il fattore di rischio principale per la BPCO è il fumo di sigaretta. Enfisema polmonare L’enfisema polmonare è una malattia cronica e progressiva che determina un graduale peggioramento della funzionalità respiratoria e una significativa limitazione delle attività quotidiane e della qualità della vita. Si sviluppa a seguito di una dilatazione permanente degli spazi aerei più periferici del tessuto polmonare (acini polmonari), con una distruzione della trama elastica del tessuto polmonare. La causa principale dell’enfisema polmonare è il fumo di sigaretta, L’enfisema polmonare è associato a una progressiva compromissione della respirazione e si manifesta con una mancanza di respiro, inizialmente sotto sforzo e successivamente anche a riposo. Nella fase più avanzata la conformazione della gabbia toracica viene alterata dalla dilatazione dei polmoni e assume una conformazione cosiddetta “a botte”. In tale fase l’enfisema causa una grave compromissione della qualità della vita, con marcata limitazione nelle attività quotidiane. La broncocostrizione è il restringimento del calibro dei piccoli e medi bronchi, dovuta ad una contrazione anomala dei muscoli che circondano la parete bronchiale. Questa alterazione provoca difficoltà respiratoria, dovuta al ridotto passaggio dell'aria. 1 40 La demenza Maria Cristina Marazzi Paola Scarcella Con il termine “demenza” si indica uno stato di confusione mentale cronica e progressiva, caratterizzata dalla perdita di più funzioni cerebrali, tra le quali è sempre presente e preminente la memoria, con danni di entità tale da interferire con le attività della vita quotidiana del paziente. Spesso sono presenti anche sintomi che riguardano la sfera della personalità, l’affettività, l’ideazione, il comportamento e le funzioni vegetative. Le demenze possono essere anche la conseguenza di patologie che non colpiscono in primis il sistema nervoso, come ad esempio malattie infettive quali l’AIDS, oppure di malattie neurologiche, come il morbo di Parkinson, che si manifestano inizialmente e per lungo tempo, prevalentemente come disturbi del movimento. E’ fondamentale distinguere le demenze dagli stati confusionali acuti, che sono caratterizzati da una insorgenza improvvisa, dalla brevità del decorso e dalla remissione quasi sempre completa dei sintomi. Esistono diverse forme di demenza, che si distinguono in base alla progressione e all’esordio della malattia. La più diffusa è la demenza di Alzheimer. Altra forma estremamente frequente è la demenza vascolare. La demenza di Alzheimer Di tutte le demenze, quella di Alzheimer è la forma più diffusa (50-60%). L'insorgenza dei sintomi è graduale e il declino delle facoltà cognitive è di tipo progressivo. I deficit cognitivi devono essere confermati dai risultati di test neuropsicologici. Tali deficit non sono attribuibili ad altre condizioni neurologiche, sistemiche o indotte dall’abuso di sostanze tossiche. La diagnosi è quindi posta "per esclusione", in assenza di altre cause che possano spiegare la demenza. Si parla sempre di diagnosi di demenza di Alzheimer probabile. La diagnosi certa è effettuabile solo attraverso una biopsia 1 cerebrale. La valutazione del tessuto cerebrale dei malati permette di evidenziare la presenza di alcune proteine, o corpuscoli, che rappresentano l'unica prova certa della malattia. Le cause che portano allo sviluppo della demenza di Alzheimer non sono ancora completamente chiarite. I meccanismi coinvolti sono molteplici. Dal punto di vista biologico si osserva una progressiva morte (atrofia) delle cellule cerebrali, i neuroni. Questo processo avviene normalmente anche nell'anziano in assenza di patologie specifiche. Nei malati di Alzheimer però l'atrofia è più marcata e si diffonde più rapidamente rispetto ai soggetti sani. Le cause di questo processo non sono ancora del tutto note, sebbene sia ormai certa la sua associazione con la presenza quantitativamente anomala nel cervello di depositi di sostanze quali la beta amiloide. Sembrano coinvolti fattori ambientali, come la presenza di metalli nell’ambiente. L'evoluzione dei sintomi è caratterizzata dalla progressiva compromissione delle funzioni cognitive, dalle più complesse alle più semplici. Nelle prime fasi sono colpite le capacità di apprendimento di nuove conoscenze, le competenze lavorative e le attività socialmente complesse. Con il progredire della malattia la compromissione è più marcata e la persona non è più in grado di svolgere le attività di base della vita quotidiana quali, ad esempio, quelle legate all'igiene personale e all'alimentazione. Prelievo in vivo o post-mortem di un frammento di tessuto o di organo per l'esame istologico a scopo diagnostico (soprattutto per individuare l'esistenza e la natura di forme patologiche). 1 41 Nelle fasi avanzate sono danneggiate le capacità motorie come la deambulazione e la deglutizione. La durata media della malattia è di 10-15 anni e la morte nella maggior parte dei casi è dovuta all'insorgenza di altre patologie, alle complicanze dell'allettamento e all'aggravarsi delle condizioni cliniche generali. La demenza, infatti, accentua la fragilità globale della persona, comportando un peggioramento delle patologie presenti e un aumento del rischio di mortalità. Proprio per questo, è di grandissimo valore la vicinanza alle persone colpite da demenza: la prima preoccupazione da avere è quella di preservare attraverso l’esercizio tutte le funzioni fisiche e mentali residue. Enorme valore ha la fisioterapia anche nel senso dell’eseguire ogni giorno i movimenti semplici quali il camminare, o quelli legati ad abilità conservate, come ad esempio mangiare da soli. Anche dal punto di vista della prevenzione sembra che l’esercizio costante sia fisico (passeggiate, sport non faticosi) che mentale (leggere, scrivere) rappresenti un elemento in grado di ridurre i rischio di insorgenza di una sindrome demenziale. Le demenze vascolari Le demenze vascolari sono condizioni caratterizzate dalla diminuzione delle capacità cognitive conseguente a un ridotto flusso di sangue al cervello, che si trova così in una situazione di carenza di ossigeno e di nutrienti. Le demenze vascolari sono considerate la forma più frequente di demenza dopo la malattia di Alzheimer. La loro caratteristica principale è la riduzione delle capacità cognitive. Alla base delle demenze vascolari ci sono problemi circolatori dei vasi cerebrali. Il principale determinante è l'invecchiamento, ma anche tutte le condizioni che aumentano il rischio cardiovascolare possono contribuire alla comparsa della patologia. La demenza vascolare può insorgere acutamente dopo un ictus, o manifestarsi gradualmente per un danno vascolare diffuso a livello dell’encefalo, che provoca dei piccoli infarti (demenza multi-infartuale). In quest’ultimo caso i sintomi possono comparire più lentamente per il sommarsi di danni a livello cerebrale. I sintomi possono variare molto in rapporto alle aree del cervello coinvolte e all’entità del danno. Ad esempio si possono manifestare confusione, perdita del senso di orientamento, problemi di linguaggio e di comprensione. La prevenzione delle demenze vascolari è possibile controllando i fattori che aumentano il rischio di danno vascolare. Per questo è bene non fumare, tenere sotto controllo la pressione arteriosa e i livelli di colesterolo e zuccheri nel sangue, seguire una dieta sana ed equilibrata, svolgere attività fisica regolare, mantenere il peso nella norma e limitare il consumo di alcolici. 42 Ondate di calore cura di: Direzione Generale della Prevenzione Sanitaria Le ondate di calore Le ondate di calore (in inglese heat-waves) sono condizioni meteorologiche estreme che si verificano durante la stagione estiva, caratterizzate da temperature elevate, al di sopra dei valori usuali, che possono durare giorni o settimane. La terribile esperienza in Europa del 2003 ha mostrato, senza equivoci, come un’ondata di calore non prevista possa portare esiti letali e gravi danni alla salute della popolazione; in Italia almeno ottomila persone anziane sono decedute come causa diretta dell’ondata di calore dell’estate del 2003: si trattava principalmente di anziani soli, di età superiore a 75 anni e con patologie concomitanti. La prevenzione degli effetti negativi delle onde di calore è possibile: ci sono evidenze che alcuni interventi preventivi possano ridurre considerevolmente l’impatto di questi fenomeni. E’ importante riferirsi a situazioni previsionali ben documentate; ad esempio, sapere in anticipo che l’ondata di calore sta per arrivare, permette di mirare in maniera ottimale gli interventi preventivi verso le persone a rischio più elevato. L’effetto delle ondate di calore, infatti, è relativamente immediato, con una latenza di 1-3 giorni tra il verificarsi di un rapido innalzamento della temperatura ed il conseguente incremento del numero dei decessi ed inoltre le ondate di calore, cui è associato il maggior numero di decessi sono quelle più intense e prolungate e quelle che si verificano agli inizi della stagione estiva quando la popolazione non ha ancora attivato adeguati meccanismi di adattamento fisiologico al caldo. Purtroppo le previsioni meteorologiche indicano, a grandi linee, che negli anni futuri, le temperature estive saranno elevate ed il fenomeno delle ondate di calore diventerà più frequente con gravi rischi per la salute delle persone molto anziane o fragili per condizioni di salute, solitudine o altro. Questo rende necessario sia affinare i metodi di previsione di questi rischi, sia prepararsi in maniera adeguata e tempestiva per sviluppare interventi specifici in tale ambito. L'isola di calore Nelle grandi città il clima è più caldo rispetto alle zone rurali vicine. Il fenomeno è detto “isola di calore” (urban heat island) è dovuto soprattutto al maggior assorbimento di energia solare da parte delle superfici asfaltate e del cemento degli edifici Nelle grandi città la temperatura, sia in estate che in inverno, è più alta rispetto alle zone rurali vicine. Per una città di medie dimensioni si calcola che tra centro e zone rurali, ci siano tra gli 0.5°C e i 3°C di differenza. In condizioni di elevata temperatura e umidità, le persone che vivono nelle città hanno un rischio maggiore di mortalità rispetto a coloro che vivono in ambiente suburbano o rurale. Il fenomeno, noto con il nome di “isola di calore” (urban heat island), è dovuto soprattutto al maggior assorbimento di energia solare da parte delle superfici asfaltate e del cemento 43 degli edifici. In estate, nelle ore più assolate, le strade e i tetti delle case possono raggiungere spesso temperature superiori a 60-90°C. Inoltre, il suolo urbano presenta una scarsa capacità di trattenere acqua; ne consegue una minore evaporazione, con minore raffreddamento della temperatura in prossimità del terreno. Ma altre condizioni contribuiscono ad aumentare la temperatura nell’aria, come l’emissione di gas dai mezzi di trasporto e dalle ciminiere delle fabbriche, la produzione di calore artificiale dagli impianti di condizionamento e riscaldamento, la scarsità di alberi o comunque di copertura vegetale. L’effetto isola modifica anche alcuni parametri meteorologici: i fenomeni temporaleschi, ad esempio, risultano essere aumentati del 10-15% rispetto ad ambienti rurali, mentre il vento, per la presenza delle abitazioni, risulta diminuito (in condizioni di brezza) del 2030%. RISCHI PER LA SALUTE Il caldo causa problemi alla salute nel momento in cui altera il sistema di regolazione della temperatura corporea. Normalmente, il corpo si raffredda sudando, ma in certe condizioni fisiche e ambientali questo non è sufficiente. Se, ad esempio, l’umidità è molto elevata, il sudore non evapora rapidamente e il calore corporeo non viene eliminato efficacemente. La temperatura del corpo, quindi, aumenta rapidamente e può arrivare a danneggiare diversi organi vitali e il cervello stesso. Chi è più a rischio? Le persone anziane hanno condizioni fisiche generalmente più compromesse e l’organismo può essere meno efficiente nel compensare lo stress da caldo e rispondere adeguatamente ai cambiamenti di temperatura; tra questi chi soffre di malattie cardiovascolari, respiratorie croniche, di insufficienza renale cronica, di malattie neurologiche è a maggior rischio. Le persone non autosufficienti poiché dipendono dagli altri per regolare l’ambiente in cui si trovano e per l’assunzione di liquidi I neonati e i bambini piccoli per la ridotta superficie corporea e la mancanza di una completa autosufficienza, possono essere esposti al rischio di un aumento eccessivo della temperatura corporea e ad una disidratazione, con possibili conseguenze dannose sul sistema cardiocircolatorio, respiratorio e neurologico. Chi fa esercizio fisico o svolge un lavoro intenso all’aria aperta può disidratarsi più facilmente degli altri. I problemi di salute legati al caldo possono presentarsi con sintomi minori, come crampi, lipotimia ed edemi, o di maggiore gravità, come il colpo di calore, la congestione, la disidratazione. CRAMPI Sono causati da uno squilibrio elettrolitico, dovuta alla perdita di liquidi, oppure derivano da una insufficienza venosa, spesso associata ad edema alle caviglie. Le persone possono presentare, oltre ai crampi anche altri sintomi come cefalea, stanchezza e affaticamento, e vanno reidratate con una abbondante assunzione di acqua. EDEMA L’edema è la conseguenza di una vasodilatazione periferica prolungata, che causa un ristagno di sangue nelle estremità inferiori che, provoca un travaso di liquidi nell’interstizio. Un rimedio semplice ed efficace è tenere le gambe sollevate ed eseguire di tanto in tanto dei movimenti dolci per favorire il reflusso venoso. Si tratta comunque di un sintomo da non sottovalutare poiché può essere associato a scompenso cardiaco. 44 LIPOTIMIA La lipotimia (svenimento) è caratterizzata da un’improvvisa perdita della coscienza. La causa è un calo di pressione arteriosa dovuto al ristagno di sangue nelle zone periferiche con conseguente diminuzione dell’apporto di sangue al cervello. Lo svenimento può essere prevenuto se, ai primi sintomi, quali vertigini, sudore freddo, offuscamento visivo o secchezza delle fauci, si fa assumere al paziente una posizione distesa, con le gambe sollevate rispetto al cuore. STRESS DA CALORE E' un sintomo di maggiore gravità e si manifesta con un senso di leggero disorientamento, malessere generale, debolezza, nausea, vomito, cefalea, tachicardia ed ipotensione, oliguria (scarsa produzione di urine), confusione, irritabilità. La temperatura corporea può essere leggermente elevata ed è comune una forte sudorazione. Se non viene diagnosticato e trattato immediatamente, può progredire fino al colpo di calore. Il trattamento d’urgenza consiste nello spostare la persona in un ambiente fresco e reintegrare i liquidi mediante bevande ricche di sali minerali e zuccheri. COLPO DI CALORE E' la condizione più grave e rappresenta una condizione di emergenza vera e propria. Il ritardato o mancato trattamento può portare anche al decesso. Il colpo di calore avviene quando la fisiologica capacità di termoregolazione è compromessa e la temperatura corporea raggiunge valori intorno ai 40°C. Si può presentare con iperventilazione, insufficienza renale, edema polmonare, aritmie cardiache, sino allo shock accompagnato da delirio che può progredire sino alla perdita di coscienza. Il colpo di calore richiede, specie se colpisce neonati od anziani, l’immediato ricovero in ospedale. CONGESTIONE La congestione è dovuta all'introduzione di bevande ghiacciate in un organismo surriscaldato, durante o subito dopo i pasti. L'eccessivo afflusso di sangue all’ addome può rallentare o bloccare i processi digestivi. I primi sintomi sono costituiti da sudorazione e dolore toracico. DISIDRATAZIONE La disidratazione è una condizione che si instaura quando la quantità di acqua persa dall’organismo è maggiore di quella introdotta. Normalmente si assumono circa 1,5 litri di acqua al giorno, grazie allo stimolo della sete. L’organismo si disidrata e incomincia a funzionare male quando: è richiesta una quantità di acqua maggiore come in caso di alte temperature ambientali si perdono molti liquidi, come in caso di febbre, vomito e diarrea una persona non assume volontariamente acqua a sufficienza. I sintomi principali sono: sete debolezza vertigini palpitazioni ansia pelle e mucose asciutte ipotensione 45 EFFETTI SULLA PRESSIONE ARTERIOSA Le persone ipertese e i cardiopatici, soprattutto se anziani, ma anche molte persone sane, possono manifestare episodi di diminuzione della pressione arteriosa, soprattutto nel passare dalla posizione sdraiata alla posizione in piedi (ipotensione ortostatica). In questi casi, è consigliabile: evitare il brusco passaggio dalla posizione orizzontale a quella verticale, che potrebbe causare anche perdita di coscienza non alzarsi bruscamente dal letto, soprattutto nelle ore notturne, ma fermarsi in posizioni intermedie (esempio: seduti al bordo del letto per alcuni minuti) prima di alzarsi in piedi. 46 47 48