Corso di Metodologia delle Scienze Sociali Questioni

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Lucido 1
Corso di Laurea in
Servizio Sociale
Corso di
Metodologia delle Scienze Sociali
a.a. 2004-2005
prof.ssa Cinzia Meraviglia
Questioni introduttive
±
Due tradizioni di ricerca
Lucido 2
Cos’è la metodologia delle scienze sociali?
• È il complesso di discipline che insegnano come si può condurre una
buona ricerca empirica nel campo delle scienze sociali (Ricolfi)
• Ha carattere normativo e operativo:
operativo perché dà indicazioni
concrete su come conseguire
l’obiettivo di fare una buona
ricerca empirica
normativo perché si occupa di
come dovrebbe essere fatta una
ricerca (non di come viene fatta in
realtà);
FIGURA 1.1
Il legame circolare tra pratica della ricerca e riflessione metodologica
Metodologia
delle scienze sociali
riflessione sulla
pratica della ricerca
(aspetto normativo)
guida della pratica
di ricerca
(aspetto operativo)
Lucido 3
A cosa serve la MSS?
• Una disciplina scientifica, per essere tale, ha bisogno di controllare
empiricamente le proprie teorie e ipotesi, cioè di rilevare dati, analizzarli, e
decidere se questi confermano o smentiscono le ipotesi del ricercatore
• Nelle scienze sociali non esiste un unico modo di fare ricerca empirica
perché:
le tradizioni di ricerca sono molte, e ciascuna è portatrice delle
proprie pratiche di ricerca, delle proprie convinzioni riguardo al modo
migliore per studiare empiricamente un certo ambito o tema
(Boudon);
la varietà dei problemi e degli oggetti di ricerca richiede una scelta tra
gli strumenti di indagine empirica
Esempio:
per lo studio di piccoli gruppi sono necessari strumenti osservativi
diversi da quelli utili quando si studia il comportamento elettorale
in una nazione; quando si studia il modo in cui le società
cambiano abbiamo bisogno di strumenti diversi da quelli che si
usano per studiare il modo in cui le bande giovanili reclutano
nuovi componenti
• Abbiamo quindi bisogno di una guida quando vogliamo controllare sul
campo le nostre teorie
• La MSS nasce come riflessione sulle pratiche di ricerca sociologica, per
capire quali siano migliori e in quali situazioni, quali siano gli errori più
frequenti, come evitarli, e così via
Lucido 4
A cosa serve imparare la MSS?
Ad acquisire competenza metodologica, che si compone di due aspetti:
1. saper costruire in modo
corretto alcuni strumenti di
raccolta dei dati, come il
questionario o l’intervista
qualitativa.
acquisizione di capacità professionali
relative all’analisi dei dati
2. saper valutare il lavoro di ricerca empirica fatto da
altri (capire se una ricerca è fatta bene o no, se le
conclusioni tratte dai dati sono giustificate o no, se
i grafici con cui viene presentato un risultato sono
fatti in modo corretto, se ci sono stati errori nella
scelta delle persone da intervistare, etc.)
acquisizione di capacità di valutazione a
fini di decision making,
policy making, etc.
Lucido 5
L’attenzione al linguaggio
• La MSS pone particolare attenzione alla definizione di concetti e
termini, all’uso del linguaggio, etc. Una delle difficoltà della disciplina
è data dal fatto che molti termini, che hanno un dato significato nel
linguaggio comune, ne assumono un altro (o lo precisano) in
metodologia; perciò una delle abilità che devono essere acquisite nello
studio della MSS è la proprietà di linguaggio
Esempio 1
Metodo
indica il processo mentale che, a partire dalle
scelte interpretative del ricercatore, governa il
percorso di ricerca, consentendo di scegliere
tra le alternative disponibili (ad es. tra tecniche
di analisi o di rilevazione diverse), o di
proporne di nuove
La seguente affermazione è corretta?
E’ importante disporre di una
metodologia
di lavoro adeguata
Lucido 6
Esempio 2
Tecniche
sono le specifiche procedure operative di
cui ci si serve per acquisire e controllare i
risultati di ricerca empirica (es: le scale
Likert, la correlazione, la regressione, etc.)
La seguente affermazione è corretta?
Ci sono molte metodologie
per analizzare i dati
Lucido 7
La ricerca scientifica
• è lo sforzo di ridurre l’incertezza relativa al mondo mediante l’analisi
sistematica delle relazioni tra le sue parti
• è un processo creativo di scoperta che si sviluppa secondo un itinerario
prefissato e secondo procedure prestabilite (metodo scientifico), che si
sono consolidate all’interno della comunità scientifica
Ricerca di base
• è quel tipo di ricerca che non si converte direttamente in applicazioni
pratiche
Esempi nelle scienze sociali:
• il modello di attore sociale;
• i fattori che influenzano il mutamento
sociale
Ricerca applicata
• si propone di risolvere problemi concreti; nelle scienze sociali, oggetto
della r.a. sono spesso fenomeni che hanno dirette implicazioni per le
politiche pubbliche
Esempi:
• la riforma della scuola migliora la
preparazione degli studenti?
• il servizio sanitario nazionale protegge
effettivamente i cittadini più deboli?
Lucido 8
Scienza e senso comune
• Il senso comune è l’insieme di conoscenze che ci permette di
sopravvivere nella vita di tutti i giorni; si compone di ciò che “si sa”, di
credenze, stereotipi, etc.
• La sua principale funzione è fare in modo che possiamo dare per
scontata la maggior parte delle cose che ci succedono quotidianamente
(attraversare la strada, andare al ristorante, fare acquisti in un
supermercato, ...)
Punti di contatto
Scienza e senso comune hanno la stessa matrice: nascono per
organizzare le nostre rappresentazioni dei fatti in rapporto con
l’ambiente
Hanno la stessa finalità: migliorare il nostro adattamento all’ambiente
Come la scienza, anche il senso comune non è innato: viene appreso
nel contesto sociale e culturale
Come il senso comune, anche la scienza è un fenomeno comunicativo
basato su convenzioni, che valgono all’interno di una data comunità, e
le cui regole stabiliscono (per convenzione) come trattare sia i fenomeni
abituali, sia quelli nuovi e inaspettati
Lucido 9
Scienza e senso comune:
cosa li distingue?
senso comune
metodo scientifico
1. Tipo di ragionamento
per euristiche
(spiegazioni ad hoc)
secondo procedure
formalizzate e condivise
dalla comunità di
scienziati (riproducibilità/
ripercorribilità dei
risultati)
2. Rapporto con
interessi e valori
gli interessi sono
presenti e non sempre
esplicitati
avalutatività
pratico
teorico e pratico
3. Orientamento
generale
Lucido 10
Paradigma (secondo Kuhn)
• è una prospettiva teorica (più ampia della teoria) condivisa e
riconosciuta dalla comunità di scienziati di una determinata disciplina;
• è fondato sulle acquisizioni precedenti della disciplina stessa;
• opera indirizzando la ricerca sia in termini di formulazione di i
potesi entro le quali collocare la spiegazione del fenomeno osservato,
sia di approntamento delle tecniche di ricerca empirica necessarie.
• Possiamo pensare un paradigma come una struttura concettuale, ovvero
il quadro di sfondo entro il quale vengono generate teorie, ipotesi,
modelli, tecniche di analisi, etc.
• Esempi di paradigmi nelle scienze sociali:
• il positivismo (Durkheim; anni 1900-40)
• il funzionalismo (Parsons, Merton; anni 1940-’70);
Lucido 11
Scienza normale
• è detta in questo modo la fase di una disciplina scientifica nelle quali
predomina un determinato paradigma
• “La ricerca nell’ambito della scienza normale è rivolta all’articolazione
di quei fenomeni e di quelle teorie che sono già fornite dal paradigma”
(Kuhn, La struttura delle rivoluzioni scientifiche, 1962).
Scienza straordinaria
• è la scienza nel periodo di transizione da un paradigma all’altro, quando
si critica il paradigma dominante e si costruisce quello nuovo
Fase di rivoluzione
• la fase che segna l’avvicendamento di due paradigmi successivi
La sociologia
• è una disciplina multiparadigmatica (Friedrichs), nella quale cioè
convivono contemporaneamente più paradigmi (marxiano,
funzionalista, positivista, interpretativista, etc.)
Lucido 12
Note sul metodo scientifico
• Con la caduta dell’Impero Romano ampi settori della società collassano;
tra questi, la trasmissione della conoscenza: gran parte dei testi greci e
romani va perduta, e con essi le conoscenze acquisite nei secoli
• Nel Medioevo il punto di riferimento culturale è la filosofia di Aristotele,
che aveva affrontato tutti i principali problemi legati al mondo sensibile (la
Fisica) e non sensibile (la Metafisica). La “scienza” consisteva
nell’interpretazione delle spiegazioni sul mondo che la filosofia
aristotelica aveva dato
• La conoscenza era in gran parte gestita dalla Chiesa, che stabiliva i confini
della conoscenza (ciò che era lecito fare/pensare e ciò che non lo era); i
monasteri erano quasi i soli centri del sapere
• Durante il Rinascimento vengono alla luce alcune importanti opere
disperse con il crollo dell’Impero Romano; grazie a questi ritrovamenti,
l’accumulazione della conoscenza riprende velocemente il suo cammino
• Tra la fine del Cinquecento e l’inizio del Seicento entra in scena Galileo
(1564-1642), fondatore della scienza moderna, secondo il quale la
conoscenza scientifica deve essere costruita non su basi filosofiche, ma
osservando direttamente il mondo e misurando le quantità implicate nei
fenomeni osservati
Galileo:
“Ci è bisogno di scorta nei paesaggi incogniti e selvaggi; ma ne’
luoghi aperti e piani i ciechi solamente hanno bisogno di guida; e
chi è tale è bene che si resti in casa; ma chi ha gli occhi nella
fronte e nella mente, di quelli si ha da servire per iscorta”
(1632, 138)
Lucido 13
Il metodo galileiano
osservare direttamente la realtà per acquisire informazioni,
preferibilmente nell’ambito controllato di un esperimento e con il fine
di compiere misurazioni precise delle quantità implicate;
estendere i risultati dal caso particolare a quello generale, attraverso
un procedimento induttivo (dal particolare al generale);
formulare ipotesi basate su tali generalizzazioni;
dedurre da queste ipotesi le logiche conseguenze e controllarle
empiricamente.
generalizzazione
induzione
osservazione di
casi particolari
formulazione di
ipotesi
deduzione
controllo empirico delle
conseguenze logiche
Lucido 14
Il positivismo
• Nasce alla fine dell’800; principali esponenti sono i filosofi Comte
(Francia) e Spencer (Gran Bretagna)
• e’ caratterizzato da tre aspetti (von Wright 1977):
1. Monismo metodologico
Il metodo scientifico è unico,
anche se l’oggetto di ricerca delle
scienze sociali è diverso da quello
delle scienze naturali
2. Le “scienze esatte”
La fisica, in particolare, costituisce un
modello metodologico; tutte le altre
discipline si definiscono più o meno
scientifiche a seconda di quanto applicano
tale modello
3. Spiegazione
Si dà grande importanza alla
spiegazione del fenomeni
osservati, che avviene facendo
ricorso a leggi generali
Lucido 15
La nascita della sociologia
• È il filosofo Auguste Comte (1789-1857) a coniare il termine
‘sociologia’ per indicare la “fisica sociale”, ovvero quella disciplina che
studia la società applicando il metodo della fisica
• La nascita della sociologia è fortemente condizionata dal positivismo;
tale influenza è visibile nei seguenti aspetti:
pur riconoscendo la maggiore complessità della realtà sociale, la
sociologia accoglie l’idea positivista del monismo metodologico
(unico metodo per tutte le discipline scientifiche);
si ipotizza che esista una realtà oggettiva, e che l’indagine scientifica
conduca alla conoscenza oggettiva di tale realtà (oggettività della
scienza);
infine viene accolto il modello progressista ed evoluzionista: la
scienza – e la società – si muove verso un futuro necessario, in un
processo che si sviluppa irreversibilmente verso una méta finale, che
è implicitamente considerata migliore del presente e perciò
desiderabile
Lucido 16
Durkheim e Le regole del metodo sociologico (1895)
• Il metodo con cui studiare la società è uno dei principali interessi di
Durkheim (1858-1917)
• Innanzitutto, D. definisce qual è l’oggetto di studio della sociologia,
ovvero i fatti sociali:
“È un fatto sociale ogni modo di fare, più o meno fissato,
capace di esercitare sull’individuo una costrizione esterna –
oppure un modo di fare che è generale nell’estensione di una
società data, pur avendo esistenza propria, indipendente dalle
sue manifestazioni individuali”
(Le regole del metodo sociologico, 1895)
La realtà sociale è oggettiva, esiste
al di fuori dell’individuo, che la
può conoscere oggettivamente
• Come possiamo riconoscere l’esistenza di un fatto sociale?
“Riconosciamo un fatto sociale in base al potere di coercizione
che esercita o è in grado di esercitare sugli individui; e
riconosciamo a sua volta la presenza di questo potere in base
all’esistenza di qualche sanzione determinata o alla resistenza
che il fatto oppone ad ogni iniziativa individuale che tenda a
fargli violenza”
(Le regole del metodo sociologico, 1895)
Lucido 17
Il metodo durkheimiano
“La prima regola – che è anche la più fondamentale – impone di
considerare i fatti sociali come cose... È una cosa tutto ciò che è dato,
tutto ciò che si offre o si impone all’osservazione. Considerare i
fenomeni come cose significa considerarli in qualità di dati che
costituiscono il punto di partenza della scienza” (Le regole del metodo
sociologico, 1895, cap. 2)
Lo studio dei fatti sociali può quindi seguire le regole con cui la fisica
studia i fatti naturali, cioè la ricerca di spiegazioni causali sostenute da
leggi:
“Dal momento che la legge di causalità è stata verificata
negli altri domini della natura, e che essa ha esteso progressivamente
il suo imperio dal mondo fisico-chimico al mondo biologico,
abbiamo il diritto di ammettere che essa è egualmente vera per il
mondo sociale; ed è possibile oggi aggiungere che le ricerche
istituite sulla base di questo postulato tendono a confermarlo”
(Le regole del metodo sociologico, 1895, Conclusioni)
“La causa determinante di un fatto sociale deve essere cercata tra i fatti
sociali antecedenti, e non già tra gli stati della coscienza individuale”
(Le regole del metodo sociologico, 1895, cap. 5)
• Due anni dopo Le regole del metodo sociologico, infatti, D. scrive Il
suicidio, per dimostrare che anche un evento così privato e personale
come questo ha radici, motivazioni, cause sociali, e non (solo) legate
alla coscienza individuale
Lucido 18
Il dibattito sul metodo in Germania
• La cultura tedesca respinge l’idea positivista che le scienze sociali
debbano applicare al proprio oggetto di studio gli stessi metodi delle
scienze naturali, e quindi l’idea che fisica e sociologia siano discipline
analoghe (Rossi 1958)
Punti di distanza rispetto al positivismo
L’oggetto. Gli individui o le società non sono eguali tra loro: ognuno di
essi è unico, né sono riconducibili a leggi astratte e teorie generali,
come invece è possibile fare con gli oggetti o gli eventi studiati dalle
scienze naturali. Le scienze umane prestano attenzione alla singolarità,
all’individualità
Il metodo. non può quindi essere quello applicato dalle scienze
naturali; Weber formula una proposta metodologica articolata (vedi in
seguito)
Lo scopo. delle scienze umane non è la spiegazione causale dei
fenomeni osservati, ma la comprensione delle motivazioni che li hanno
generati all’interno di un quadro coerente
Lucido 19
Il metodo secondo Weber
• Le scienze sociali non possono adottare lo stesso metodo delle scienze
naturali, non tanto perché l’oggetto del loro studio è diverso, ma quanto
perché è diverso lo scopo conoscitivo: comprensione anziché
spiegazione causale
Weber
“Le scienze storico-sociali sono quelle discipline che, servendosi
del processo di interpretazione, mirano ad accertare relazioni
causali tra fenomeni individuali, cioè a spiegare ogni fenomeno
nei rapporti volta a volta diversi che lo congiungono con altri: la
comprensione del significato coincide con la determinazione delle
condizioni di un avvenimento”
(P. Rossi, Introduzione al volume: Weber, Il metodo delle scienze
storico-sociali)
• È diverso anche il criterio con cui viene scelto l’oggetto di studio: per il
positivismo, un fenomeno è interessante quando presenta regolarità che
consentono di ricondurlo ad una legge; per Weber, scegliamo di
occuparci di un particolare oggetto di studio sulla base del significato
che esso riveste in relazione al nostro modo di vedere il mondo, ai
nostri valori, alla nostra interpretazione di ciò che è importante o meno,
e così via
Lo studio dei fenomeni sociali deve
comunque essere scientifico: è infatti il
metodo di studio a garantire risultati
oggettivi, quindi scientifici
Lucido 20
Avalutatività
Una volta scelto l’oggetto di studio, lo sguardo dello scienziato sociale
non deve essere influenzato da giudizi di valore, da cosa egli pensa sia
giusto o sbagliato, e così via
Il punto di partenza dell’indagine scientifica è soggettivo,
ma gli orientamenti di valore dello scienziato non devono influenzarne
il lavoro, che deve tendere all’oggettività
Giudizi di possibilità oggettiva
• processo di imputazione causale, ovvero di individuazione e scelta
degli elementi che, secondo quanto è possibile sapere del fenomeno in
esame, ne hanno determinato l’accadere;
• costruzione di “quadri fantastici”: si immagina cosa sarebbe accaduto
se fossero cambiate una o più pre-condizioni del fenomeno
giudizio di possibilità oggettiva, ovvero un giudizio basato sulle regole
dell’esperienza in merito a cosa sarebbe potuto accadere
Se il punto di partenza sono premesse individuali e soggettive, grazie
all’applicazione rigorosa di un metodo (l’imputazione causale, la
costruzione di quadri di simulazione, i giudizi di possibilità oggettiva)
si giunge a conclusioni oggettive e scientifiche
Lucido 21
Tipi ideali
• Sono un’astrazione costruita accentuando elementi che si trovano nella
realtà, ma che non necessariamente si presentano tutti insieme, o tutti
con la stessa intensità.
Weber
Il concetto di tipo ideale “rappresenta un quadro concettuale, il
quale non è la realtà storica, e neppure la realtà «vera e propria»,
ma tuttavia serve... come schema in cui la realtà deve essere
assunta come esempio; esso ha il significato di un puro concettolimite ideale, a cui la realtà deve essere misurata e comparata, al
fine di illustrare determinati elementi significativi del suo
contenuto empirico”
• La definizione di tipi ideali è necessaria allo scienziato sociale per
rendersi conto di qual è il proprio punto di vista sulla realtà osservata;
senza questo chiarimento, per Weber siamo al limite o al di fuori della
scienza
Lucido 22
Weber - Durkheim
• Le posizioni teoriche dei due studiosi sono molto distanti, ma il metodo
di ricerca empirica impiegato concretamente dai due è per alcuni aspetti
molto simile
• Durkheim ordina le forme di società costruendo gruppi assai simili al
tipo ideale weberiano, Weber può occuparsi di macro-fenomeni sociali
perché concentra la sua attenzione sulla regolarità e ricorrenza di certi
elementi, che raggruppa proprio nel concetto di tipo ideale
Perrone
“Il riconoscimento pragmatico da parte di Durkheim della necessità
di costruire categorie tipiche delle “specie sociali” e l’impiego fatto
da Weber dei concetti ideal-tipici portano i due autori molto più
vicini l’uno all’altro di quanto non ci aspetteremmo se ci limitassimo
agli enunciati dei rispettivi paradigmi”
(Metodi quantitativi della ricerca sociale, 1977)
• Al lavoro dei due studiosi si ispirano due stili di ricerca empirica: a
Durkheim fa capo il filone di ricerca quantitativa, a Weber quello di
ricerca qualitativa
• Le differenze tra queste due tradizioni sono state spesso sottolineate;
tuttavia esistono molti punti di contatto (vedi cap. 3)
Lucido 23
Il positivismo logico
• Il Circolo di Vienna propone una revisione del positivismo
ottocentesco, basata sulla necessità di dare un fondamento logicomatematico al metodo scientifico
• L’idea di base è quella di individuare un criterio che consenta di
decidere se una proposizione, una teoria, etc. è scientifica o no, cioè di
separare la scienza dalla metafisica
• Tale criterio è, per i positivisti logici, la possibilità di verificare una
proposizione, cioè di dimostrare che essa è vera o falsa dal punto di
vista logico
Tutte le proposizioni devono poter essere giudicate vere o false;
quelle vere entrano a far parte della scienza, quelle false o
formulate in modo da non poter essere verificate fanno parte della
non-scienza (metafisica)
insieme delle proposizioni possibili
proposizioni
dimostrate vere
Scienza
proposizioni formulate in
modo da non poter essere
verificate; proposizioni
dimostrate false
metafisica
(non-scienza)
Lucido 24
Il principio di induzione
• Lo strumento logico che consente allo scienziato di verificare
proposizioni e teorie è il principio di induzione
Modi del ragionamento scientifico /1
Deduzione
universale
particolare
• Ragionamento che procede dall’universale al particolare: da
premesse generali vengono tratte conclusioni particolari
• “La conclusione è posta con le premesse in un rapporto tale che, se
queste sono vere, allora la conclusione non può mancare di essere
altrettanto vera” (Hempel, Filosofia delle scienze naturali, 1968)
• È il modo tipico di procedere della filosofia, della matematica e della
logica
Lucido 25
Esempio 1 (sillogismo)
dato di fatto
premessa generale
1. tutti gli uomini sono mortali
2. Aristotele è un uomo
3. Aristotele è mortale
conclusione particolare
Lucido 26
Esempio 2
premessa generale
dato di fatto
1. se un oggetto di vetro cade,
allora si rompe
2. questo bicchiere,
cadendo, si è rotto
3. questo bicchiere è di vetro
conclusione particolare
Lucido 27
Esempi nelle scienze sociali
1. Un titolo di studio elevato dà accesso ad una buona posizione
occupazionale
2. Ho conseguito una laurea
3. Quindi raggiungerò una buona posizione occupazionale
1. La remunerazione delle occupazioni è direttamente proporzionale alla
loro importanza per la società
2. La mia occupazione è ben remunerata
3. Quindi la mia occupazione è importante per la società
1. Le reti di relazioni sono importanti per trovare una buona occupazione
2. Io ho una buona rete di relazioni
3. Quindi non avrò difficoltà a trovare una
buona occupazione
Lucido 28
Modi del ragionamento scientifico /2
Induzione
particolare
universale
• Ragionamento che, dall’esame di uno o più casi particolari, giunge
a una conclusione di portata generale
• È il modo tipico di procedere della scienza empirica classica, che per
mezzo dell’induzione costruiva e verificava leggi e teorie
Esempio
1. se (ho osservato che) gli oggetti di vetro, cadendo, si rompono,
2. allora qualsiasi oggetto di vetro, cadendo, si romperà
• Spesso il principio di induzione fa ricorso a leggi: dopo aver lasciato
cadere molti oggetti di vetro, posso concludere che essi si rompono
sempre in forza della legge di gravità; se essa non valesse (se
fossimo ad esempio su un’astronave priva di gravità), gli oggetti di
vetro non si romperebbero, perché non cadrebbero nemmeno
Lucido 29
Principio di induzione
e verità delle teorie scientifiche
• Una proposizione, una volta formulata, per dirsi scientifica deve
confrontarsi con i dati di fatto
Esempio: tutti gli oggetti di vetro, cadendo, si rompono
• Dopo aver compiuto numerose osservazioni (es.: osservo che molti
oggetti di vetro, cadendo, si rompono), applicando il principio di
induzione, traggo una conclusione generale
Esempio: tutti gli oggetti di vetro che ho lasciato cadere si sono rotti
principio di induzione
rompono
tutti gli oggetti di vetro, cadendo, si
• Questa proposizione (‘tutti gli oggetti di vetro, cadendo, si rompono’) si
dice verificata, e quindi scientifica, poiché ha superato il controllo
empirico
Tuttavia:
dal fatto che molti oggetti di vetro, cadendo,
si sono rotti possiamo concludere che tutti gli oggetti di vetro,
se cadono, si rompono?
Lucido 30
Critica al principio di induzione
• Karl Popper, filosofo della scienza (1902-1994), afferma che
l’induzione non permette di provare la verità (e quindi la scientificità)
delle proposizioni una volta per tutte
Popper
“Da un punto di vista logico è tutt’altro che ovvio che si sia giustificati
nell’inferire asserzioni universali da asserzioni singolari, per quanto
numerose siano queste ultime;
infatti qualsiasi conclusione tratta in questo modo può sempre rivelarsi
falsa:
per quanto numerosi siano i casi di cigni bianchi che possiamo aver
osservato, ciò non giustifica la conclusione che tutti i cigni sono
bianchi”
(La logica della scoperta scientifica, 1934)
• Il principio di induzione richiede che le teorie, per essere dichiarate
scientifiche, siano provate vere, cioè verificate; ma ciò, da un punto di
vista logico, è impossibile, poiché può sempre accadere che i fatti le
smentiscano: “Le teorie non sono mai verificabili empiricamente” (La
logica della scoperta scientifica, 22)
• Impiegare il principio di induzione come criterio per decidere ciò che è
scientifico e ciò che non lo è espone la scienza ad un rischio radicale:
tutte le sue teorie sono passibili di essere dichiarate non scientifiche;
tale principio quindi non può essere usato come criterio di
demarcazione tra scienza e non-scienza
Lucido 31
La falsificabilità
• Per Popper ciò che distingue la scienza empirica dalla filosofia, dalla
matematica, dalla logica, etc. non è il fatto che le sue teorie possono essere
verificate – cioè confermate dall’esperienza – ma non falsificate, cioè non
smentite dall’esperienza
‘Verifica’ e ‘non-falsificazione’, dal punto di vista logico, non
sono l’una il contrario dell’altra: se affermo che una teoria è
verificata, significa che escludo che possa rivelarsi falsa. Se
invece affermo che una teoria è non falsificata significa che per il
momento, secondo le prove condotte e i dati disponibili, essa non
è falsa, senza escludere che in futuro possa essere messa in crisi
da qualche prova empirica di cui ora non dispongo.
Popper
“Da un sistema [teorico] non esigerò che sia capace di essere valutato
in senso positivo [cioè verificato] una volta per tutte; ma esigerò che la
sua forma logica sia tale che possa essere valutato, per mezzo di
controlli empirici, in senso negativo [cioè non falsificato]: un sistema
empirico per essere scientifico deve poter essere confutato
dall’esperienza.
Così l’asserzione «Domani qui pioverà o non pioverà» non sarà
considerata un’asserzione empirica, semplicemente perché non può
essere confutata, mentre l’asserzione «Qui domani pioverà» sarà
considerata empirica”
(La logica della scoperta scientifica, 1934)
Lucido 32
Cosa cambia?
• Lo scienziato non cerca più prove positive per la propria teoria, ma
cerca in ogni modo e con onestà intellettuale di metterla in crisi; se essa
resiste, si dice che è non falsificata
• La teoria è provvisoria, e per sempre: non possiamo escludere che in
futuro verranno trovate prove che ne testimonieranno la falsità
• Nel discorso metodologico, non si parla più di ‘verificare’o di ‘verifica’
di una teoria (o ipotesi), poiché non esiste possibilità di una prova
definitiva (cioè di un riscontro definitivo con la realtà). Grazie anche
all’epistemologia non positivista (interpretativismo), si parla invece di
‘controllo’ o ‘controllare’ teorie o ipotesi
• L’oggettività positivista discendeva dal fatto che si pensava che teorie
e ipotesi coglievano la realtà “vera”; ora la realtà non è più un punto di
riferimento certo, e l’oggettività risiede nel controllo intersoggettivo,
cioè nel fatto che gli asserti scientifici devono poter essere controllati
dalla comunità di scienziati (assoluto → relativo)
Popper 4
“Le teorie scientifiche non sono mai completamente giustificabili e
verificabili ma... nondimeno possono essere sottoposte a controlli.
Dirò pertanto che l’oggettività delle asserzioni della scienza risiede
nel fatto che esse possono essere controllate intersoggettivamente”
(La logica della scoperta scientifica, 1934)
Lucido 33
La scienza secondo Popper
• “Non possono esserci nella scienza asserzioni definitive... [ovvero]
asserzioni che non possano essere sottoposte a controllo”
• La definizione di ciò che è scienza o scientifico è una questione che viene
risolta convenzionalmente, con un accordo tra gli addetti ai lavori: non è
cioè stabilito una volta per tutte cosa è scientifico, perché ciò dipende dal
criterio di demarcazione impiegato
“le regole metodologiche sono considerate convenzioni. Potrebbero essere
descritte come regole del gioco della scienza empirica” (ivi, 37)
• Per Popper è scientifico tutto ciò che viene formulato in modo tale da
poter essere falsificato
1. “Il gioco della scienza è, in linea di principio, senza fine. Chi, un bel
giorno, decide che le asserzioni scientifiche non hanno più bisogno di
nessun controllo, e si possono ritenere verificate definitivamente, si
ritira dal gioco.
2. “Una volta che un’ipotesi sia stata proposta e controllata, e abbiamo
provato il suo valore, non dovrebbe più, senza una «buona ragione»,
poter scomparire dal posto che occupa. Una «buona ragione» può
essere per esempio la sostituzione all’ipotesi di un’altra ipotesi meglio
controllabile, o la falsificazione di una delle conseguenze dell’ipotesi”
(La logica della scoperta scientifica, 37-38).
3. Vi è infine una “norma per decidere sulle regole rimanenti... È la regola
che le altre regole del procedimento scientifico devono essere
progettate in modo tale da non proteggere dalla falsificazione nessuna
asserzione della scienza” (38)
Lucido 34
Motivi di crisi della scienza positivista (anni ’30)
• Principio di indeterminazione di Heisenberg (in fisica): è
impossibile determinare allo stesso tempo posizione e velocità di una
particella; l’osservatore influenza l’oggetto di studio anche nelle
scienze naturali
• Teoria della relatività ristretta (in fisica): Einstein sostiene che la
nozione di spazio, tempo e moto variano in funzione del sistema di
riferimento che si assume, e quindi non sono costanti
• Teorema di Gödel (in logica): ogni sistema di assiomi non ha al
proprio interno risorse per giustificare i propri principi; occorre
ricorrere ad un sistema di livello superiore che lo giustifichi
Neopositivismo (anni ‘30-’60)
• Le leggi non sono più deterministiche (cioè non è più vero che ad a
segue sempre b), ma probabilistiche (ad a segue b con una
probabilità pari a x)
• L’oggettività lascia il posto alla provvisorietà dei risultati (cfr
Popper)
• Anche nelle scienze fisiche, la percezione della realtà è influenzata
dalla “finestra mentale” del ricercatore, dai suoi orientamenti
culturali, etc.
• Il “linguaggio delle variabili” di Lazarsfeld
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