4-05-2006 12:11 Pagina 1 Co lor ad o 4 Danubio Sjr Darja Falda acquifera Giudea-Samaria Amu Darja Gan ge Nilo Acqua: un diritto di tutti! SCHEDA Scheda04.qxd Le Guerre dell’Acqua L’acqua è destinata a rivestire un’importanza sempre più rilevante nei rapporti tra gli Stati, con il rischio di dare origine a violenti conflitti. In alcune regioni del mondo, la scarsità di acqua potrebbe diventare quello che la crisi dei prezzi del petrolio è stata, negli anni Settanta: una fonte importante di instabilità economica e politica. l’acqua stanno modellando gli scenari politici e i futuri economici. L’Egitto è un esempio dei dilemmi e delle incertezze che devono affrontare i Paesi con una rapida crescita demografica e fonti di approvvigionamento idrico molto limitate sul proprio territorio nazionale. 56 milioni di persone in Egitto dipendono quasi interamente dalle acque del Nilo, ma le origini del fiume non si trovano al- Quasi il 40% della popolazione mondiale dipende da sistemi fluviali comuni a due o più Paesi. L’India e il Bangladesh disputano sul Gange; il Messico e gli Stati Uniti sul Colorado; la Cecoslovacchia e l’Ungheria sul Danubio. Una zona calda emergente è l’Asia centrale, dove 5 ex repubbliche sovietiche, da poco indipendenti, si dividono due fiumi già troppo sfruttati, l’Amu Darja e il Sjr Darja. È soprattutto nel Medio Oriente tuttavia che le dispute sul- SCHEDA Scheda04.qxd 4-05-2006 4 12:11 Pagina 2 VOLONTARIATO Acqua: un diritto di tutti! l’interno dei confini del paese. L’85% del Nilo è generato dalla piovosità in Etiopia e scorre come Nilo azzurro nel Sudan prima di entrare in Egitto. La parte restante dipende dal sistema del Nilo bianco, che ha le sue sorgenti in Tanzania, al lago Vittoria, e si congiunge al Nilo azzurro nei pressi di Khartoum. Il fiume più lungo del mondo rifornisce in tutto nove Nazioni, e in Egitto arriva per ultimo. Sulla base di un accordo sottoscritto nel 1959 con il Sudan, l’Egitto ha diritto ogni anno a 55,5 miliardi di metri cubi d’acqua del Nilo, mentre al Sudan ne sono stati assegnati 18,5. Per soddisfare il suo fabbisogno l’Egitto integra l’acqua del Nilo con piccole quantità di acque freatiche, con l’acqua del drenaggio agricolo e con acque di scolo municipali trattate. La spartizione dell’acqua è anche al centro del processo di pace tra Israele e Palestina, in una regione caratterizzata dalla scarsità della risorsa idrica. La questione è soprattutto legata alla falda acquifera della Giudea-Samaria. L’Acqua c’è ma scarseggia Da quanto abbiamo detto fino ad ora nelle precedenti tre schede, risulta evidente che il problema legato all’acqua non è tanto la sua mancanza sul pianeta, quanto piuttosto una diseguale distribuzione, un consumo eccessivo lì dove è abbondante, un esagerato sfruttamento delle fonti, un forte inquinamento, degli sperperi ingiustificati. Insomma, l’acqua c’è, ma viene resa sempre più rara dall’iniqua distribuzione dei consumi che vede da un lato un uso sovradimensionato e/o inquinante e dall’altro la mancanza di impianti e reti di approvvigionamento e distribuzione che garantiscano l’accesso all’acqua potabile. Tutti questi elementi rendono la questione idrica delicata. Infatti, poiché l’acqua dolce e potabile è un bene sempre più raro, alcuni soggetti economici stanno cercando di impossessarsene per svolgere i loro affari. Sono per lo più grandi imprese multinazionali che spingono affinché l’acqua diventi un prodotto di mercato. Acqua: bisogno o diritto? La principale fonte di vita, dunque, corre il pericolo di trasformarsi in un prodotto come tutti gli altri, che può essere venduto e comprato. Sembra impossibile, ma non esistono regole a livello mondiale che impediscono di trasformare un bene comune (com’è anche l’aria) in una “merce”. Oggi l’accesso all’acqua viene considerato un bisogno e non un diritto. Certamente un bisogno umano fondamentale e vitale, ma di cui ciascun soggetto deve farsi carico direttamente; ciascuno deve dimostrarlo ed avere la capacità (economica) di soddisfarlo. Scheda04.qxd 4-05-2006 12:11 Pagina 3 INTERNAZIONALE PER LO SVILUPPO Purtroppo, l’acqua potabile non è dunque considerata un diritto, ma un bisogno. La differenza è grande. Se l’accesso all’acqua fosse un diritto umano e sociale inalienabile, dovrebbe essere riconosciuto a tutti, senza necessità di dimostrarne il bisogno. La collettività avrebbe la responsabilità di creare le condizioni (finanziarie, politiche, sociali) affinché possa essere esercitato. Come si può negare che l’acqua, fonte di vita, sia un diritto di tutti gli esseri viventi? Il Contratto Mondiale sull’Acqua A difesa del diritto all’acqua è stato istituito un Comitato Internazionale per un Contratto Mondiale sull’Acqua che si avvale del contributo di una serie di esperti e associazioni e che ha come obiettivo fondamentale quello di promuo- vere in tutto il mondo il diritto d’accesso all’acqua potabile per tutti, sulla base della considerazione che l’acqua appartiene all’ecosistema e a tutte le specie viventi. Per questo motivo è stato redatto un “Manifesto dell’Acqua”, dove vengono esplicitati i principi imprescindibili di questo contratto. Eccone alcuni: «fonte di vita» 1 L’acqua appartiene a tutti gli abitanti della Terra in comune. In quanto fonte di vita insostituibile per l’ecosistema, l’acqua è un bene vitale che appartiene a tutti gli abitanti della Terra in comune. A nessuno, individualmente o come gruppo, è concesso il diritto di appropriarsene a titolo di proprietà privata. L’acqua è patrimonio dell’umanità. La salute individuale e collettiva dipende da essa. L’agricoltura, l’industria e la vita domestica sono profondamente legate ad essa. Il suo carattere «insostituibile» significa che l’insieme di una comunità umana – ed ogni suo membro – deve avere il diritto di accesso all’acqua, e in SCHEDA Scheda04.qxd 4-05-2006 4 12:12 Pagina 4 Acqua: un diritto di tutti! legate all’acqua perché molti Stati continuano a usare l’acqua come strumento a supporto dei loro interessi strategici di tipo geo-economico, al fine di acquisire un potere egemonico sulla regione circonstante. È necessario e possibile liberare l’acqua dall’influenza degli stati orientati egemonicamente. L’acqua è «res publica». che la 4 Crediamo responsabilità finanziaria per l’acqua debba essere collettiva e individuale secondo i principi di responsabilità e di utilità. particolare, all’acqua potabile, nella quantità e qualità necessarie indispensabili alla vita e alle attività economiche. L’acqua non è paragonabile a nessun’altra risorsa: non può essere oggetto di scambio commerciale di tipo lucrativo. all’acqua 2 Ilè diritto un diritto inalienabile individuale e collettivo. Poiché l’acqua è un bene comune, l’accesso ad essa deve essere riconosciuto come diritto fondamentale, garantito a tutti gli esseri umani indipendentemente dalla razza, l’età, il sesso, la classe, il reddito, la nazionalità, la religione, la disponibilità locale d’acqua dolce. deve contribuire al 3 L’acqua rafforzamento della solidarietà fra i popoli, le comunità, i paesi, i generi, le generazioni. In numerose regioni del mondo l’acqua rimane una fonte di ineguaglianze fra uomini e donne, in quanto queste ultime portano tutto il peso dei lavori di casa che dipendono dall’acqua. Queste ineguaglianze devono essere rimosse. Sul nostro pianeta ci sono ancore troppe guerre Assicurare l’accesso all’acqua per i bisogni vitali e fondamentali di ogni persona e di ogni comunità umana è un obbligo per l’intera società. È la società che deve assumere collettivamente i costi relativi alla raccolta, produzione, deposito, distribuzione, uso, conservazione e riciclo dell’acqua, in vista della fornitura e della garanzia di accesso all’acqua nella quantità e nella qualità minime indispensabili. Oltre questo minimo vitale, è corretto che i prezzi siano in funzione della quantità usata. Vi è però un limite all’uso: ogni eccesso deve essere considerato illegale. per approfondimenti: www.contrattoacqua.it per informazioni: Comitato Italiano Contratto Mondiale Acqua via Rembrandt, 9 – 20147 Milano tel/fax 02-4079213 email [email protected] responsabile: Rosario LEMBO