::: PROMORAMA ::: PRESS ::: BAND: SHUGO TOKUMARU TITLE: PORT ENTROPY LABEL: SOUTERRAIN TRANSMISSIONS PAG.1 PAG. 2 ::: PROMORAMA ::: PRESS ::: BAND: SHUGO TOKUMARU TITLE: PORT ENTROPY LABEL: SOUTERRAIN TRANSMISSIONS PAG.2 PAG. 2 ::: PROMORAMA ::: PRESS ::: BAND: SHUGO TOKUMARU TITLE: PORT ENTROPY LABEL: SOUTERRAIN TRANSMISSIONS PAG.3 PAG. 2 ::: PROMORAMA ::: PRESS ::: BAND: SHUGO TOKUMARU TITLE: PORT ENTROPY LABEL: SOUTERRAIN TRANSMISSIONS PAG.4 PAG. 2 ROCKSHOCK http://www.rockshock.it/recensione-shugo-tokumaru-port-entropy/ Bello è entrare in contatto con culture lontane, diverse, è spazio per la mente, è ricerca per progetti nuovi, piacevole è l’estraneo quando rinnova e inventa una musica che può diventare scoperta e contaminazione, e il messaggio di Shugo Tokumaru con Port Entropy è un miracolo di concettualità e di piacere che accattiva verso il diverso e ne fa diventare un unica sillaba con l’altro. Potremmo dire che i suoni che si avvertono in Port Entropy rimescolano i suoni minimali asiatici con quelli più ardui del vecchio continente; la musica è intrigante e ti avvicina a quel mondo inconoscibile e te ne fa diventare parte integrante e unico. Descrivere Port Entropy potrebbe parere riduttivo perchè le definizioni per comprenderlo sono inesistenti, potremmo dire che è un percorso trascendentale a tratti spirituale ma intenso è un’esperienza che si dovrebbe fare solo ascoltando questo perpetuo cd di Shugo Tokumanu. Platform è il primo brano di Port Entropy che ti accompagna in un mondo fiabesco rappresentando l’intro , è un percorso in cui bisogna chiudere gli occhi e assaporare, gustare la terra lontana. Tracking Elevator si sofferma molto sul sound della chitarra accopagnato da una voce sottile e narratrice con la collaborazione del coro che conclude il racconto. Linne viene accompagnato dal piano e dai fiati, calmo è il motivo in cui la natura con i suoi suoni prende forma. Lahaha è una festa fatta di colori e danze, vi è un crescendo che definisce il ritmo. Laminate ha sapori “beatlessiani”, è lo sposalizio perfetto tra oriente ed occidente. Siusha è un brano cordiale, si adagia sul suono emesso da chitarra e flauto che armonizzano il canto .Malerina ultimo pezzo è la sperimentazione che prende forma, è una invocazione, è la sagoma che diventa suono. Port Entropy di Shugo Tokumano è un album di grande innovazione, preciso e lineare, é un album che ha per soggetto la musica in tutti i suoi vestiti più belli insomma è un album da contagio LOUDVISION http://www.loudvision.it/musica-dischi-shugo-tokumaru-port-entropy--4549.html Buon giorno, LSD Shugo Tokumaru, anche noto come ????????, è un cantante e polistrumentista giapponese, e fino a qui ci arrivavamo tutti. È anche uno che ha iniziato la sua carriera suonando cover dei Clash. "Port Entropy" è il suo quarto album ufficiale, ed è una specie di incidente diplomatico tra gli Animal Collective, i Beach Boys e i Beatles più sensibili agli acidi. Il buon Tokumaru è sempre stato un appassionato delle sonorità aperte, in maggiore, e con un certo vezzo infantilista. A conferma di questo, sulla copertina dell'ultimo album compare una specie di tubetto di maionese con le braccia, le gambe e un'espressione stupita. ONE LOUDER Laura Spini Autore: Laura Spini Canta in giapponese, suona tutto lui, infila in un brano il maggior numero di strumenti possibile, trae i suoi testi e le sue ispirazioni sonore dai sogni che fa, è un virtuoso, ha diteggiature impossibili, pattern melodici da strabuzzare gli occhi. L'album ha qualche raro momento di stanca, ma pochi cazzi: Shugo Tokumaru è gli Animal Collective del futuro, con meno stranezze autoimposte e più avventure oniriche rivomitate in musica, e saperlo non è mai stato così bello. PRO * Una soluzione assolutamente originale applicata ai Beach Boys * LA COPERTINA * Le tracce-singoloni: "Tracking Elevator", "Rum Hee", estreme e radicali nella loro singolonità ::: PROMORAMA ::: PRESS ::: BAND: SHUGO TOKUMARU TITLE: PORT ENTROPY LABEL: SOUTERRAIN TRANSMISSIONS PAG.5 PAG. 2 AUDIODROME http://www.audiodrome.it/modules.php?op=modload&name=News&file=article&sid=7011 Cacofonica, ma concedetemela questa definizione. Shugo è attivo in patria già da anni, ma il gancio per tentare lo strike internazionale è arrivato solo quando un suo pezzo è stato usato per pubblicizzare la linea Vaio della Sony… e allora eccoci qui a discorrere di Port Entropy. Che è pop nel midollo, delicato e “giocattoloso” come buona parte delle produzioni nipponiche, ma per nulla vacuo e fine a se stesso. Si possono scomodare l’etichetta indie/folk-tronica e gruppi come The Books o The Chap, perché del meglio di quel genere è costituito Port Entropy, su binari che lasciano poco alle “stramberie” e alla poetica dei gruppi citati, ma il paragone calza se se ne considera il livello di scrittura. Calda e accogliente, sagace e amabile la musicalità di Shugo, sia quando tintinna di ninnoli elettronici (“Tracking Elevator” o “Lahaha”), sia quando è adoperata per la splendida ballata piano, voce e poco altro di “Linne”. D’estrazione maggiormente folk il walzer agrodolce di “Laminate”, anche se in ogni caso in ciascun pezzo regna una ricchezza di idee tale da generare frammenti di melodie e strati sonori incastrati tra loro alla perfezione, così sono possibili cambi di registro repentini (e qui torna il confronto con i gruppi citati poco su) eppure mai fuori posto, come dimostrano la mini suite “River Low” o l’indie rock acustico tra slowcore e power pop a presa rapida di “Straw”. Scombiccherati singulti e cambi di tempo si susseguono in “Drive-Thru”, “Suisha” pare una strenna natalizia ed è affine ai pezzi solisti di Panda Bear. Non si intravedono segnali di stanchezza neanche nelle tinte pastello delle conclusive “Orange” e “Malerina”. Grazie Sony. MIUZIK http://www.miuzik.it/cgi-bin/it/news/viewnews.pl?newsid1296342000,18850, “Port Entropy” è l’esempio lampante di giocositàin musica, dove tutto si trasforma in un qualcosa di piacevole e divertente, al riparo da ombre e suoni che in qualche modo possano turbare gli animi più suscettibili. Il songwriter e multistrumentista nipponico, che pure qualche lieve nostalgia passegera non se la risparmia (lo si evince nella pensosa, incantata e accorata ballata pianistica “Linne” e in “Laminate”), in questa quarta raccolta di tracce ci informa nuovamente che la propria sensibilità pop è rimasta incredibilmente intatta, in un’esplosione di suoni variopinti e ambientazioni che rimandano direttamente all’infanzia. Un disco ben poco sostenibile per tutti coloro che sanno di essere diventati adulti. (Souterrain Transmissions/Audioglobe) (3.5/5)