11/11/15 Personalità Il significato del termine si riferisce sia ad un criterio di “comunanza” (insieme di caratteristiche, disposizioni, modi di agire comuni a diversi individui), sia ad un criterio di “singolarità” (combinazioni di tratti, atteggiamenti e comportamenti che distinguono una persona rispetto alle altre). È la risultante di una serie di operazioni mentali: costruire un’immagine di sé, dare significato al mondo, agire, relazionarsi con gli altri, trovare soluzioni a problemi. Non è fissa e immutabile, ma si evolve attraverso le situazioni che formano la ‘storia’ di un individuo. Tratti di personalità Considerati le dimensioni di base della personalità. Attualmente con il termine tratto si intende una modalità costante di percepire, rappresentare e pensare sé stessi e il mondo, che si manifesta in un’ampia varietà di situazioni sociali e personali. 1 11/11/15 Tratti di personalità I tratti sono utilizzati nelle teorie della personalità per rispondere a due domande fondamentali (Kline, 1993): 1) quali sono i determinanti del comportamento; 2) qual è la struttura della personalità, ossia come i tratti sono correlati fra loro. Tratti di personalità La personalità è costituita da tendenze comportamentali organizzate gerarchicamente: i tratti sovraordinati organizzano le tendenze che si collocano ad un livello più basso, le quali, a loro volta, controllano le abitudini comportamentali, situate a un livello ancora inferiore. 2 11/11/15 Stili di personalità Una configurazione più o meno stabile di tratti di personalità che definisce una struttura psicologica più generale. Il costrutto di stile della personalità cerca di fornire una descrizione più globale del funzionamento individuale indagando il modo in cui i diversi tratti tendono ad organizzarsi in maniera più o meno costante. Disturbo di personalità Quando queste modalità di agire, percepire, rapportarsi e pensare diventano eccessivamente rigide e disadattive e interferiscono con il funzionamento relazionale e lavorativo di un individuo o con il senso di benessere suo e delle persone con cui vive e lavora, allora è possibile parlare di un disturbo di personalità. 3 11/11/15 Disturbo di personalità (Livesley,1998; 2000) Consiste nel fallimento in tre principali compiti di vita che determinano l’adattamento: 1. stabilire rappresentazioni integrate di sé e degli altri; 2. fallimento nello sviluppare un funzionamento interpersonale adattivo a causa dell’incapacità a) di sviluppare relazioni intime b) di funzionare adattivamente come figura d’attaccamento c) stabilire relazioni affiliative 3. sviluppare un funzionamento sociale adattivo Disturbo di personalità Due assunti di base dell’idea che i tratti di personalità siano normalmente distribuiti nella popolazione: 1. Sono costrutti dimensionali 2. Tratti, stili e disturbi si differenziano quantitativamente e non qualitativamente I disturbi di personalità quindi rappresentano una distorsione o esagerazione dei normali tratti di base 4 11/11/15 Dimensionalità dei tratti • Livesley e coll. (1998) hanno riscontrato la presenza di un’analoga struttura dei tratti sia nel gruppo di soggetti clinici che non clinici “consistente con una rappresentazione dimensionale dei disturbi di personalità”. • Uno studio di Widiger e Costa (2002) rileva che i disturbi di personalità rappresentano una variante disadattiva dei tratti presenti nella popolazione normale • Cramer e coll. (2003) affermano che non esisterebbe una soglia precisa che demarchi la normalità dalla patologia. Tratti di personalità Il manifestarsi dei diversi tratti di personalità dipende dalla specificità dei contesti di vita? I tratti si sono rilevati predittori del trend comportamentale in situazioni e momenti diversi del tempo. Studi longitudinali (Roberts e Del Vecchio, 2000; Caspi et al., 2003) hanno dimostrato la stabilità dei tratti nel tempo ed una sostanziale continuità nei profili dei tratti di personalità dall’infanzia all’età adulta. 5 11/11/15 Tratti di personalità I tratti sono attribuibili in un certa misura ad una predisposizione biologica? Quanto questa predisposizione influenza lo sviluppo di una psicopatologia? I dati a nostra disposizione sembrano suggerire un sistema bio-psico-sociale di base in grado di influenzare le differenze individuali sia nell’ambito della personalità “normale” sia in quello della psicopatologia e nel complesso, ci dicono che i tratti di personalità sono moderatamente ereditabili e ugualmente influenzati da fattori genetici e ambientali. Sistemi di valutazione Questioni teoriche e metodologiche di fondo: 1. Disturbi di personalità come variabile categoriale vs dimensionale. 2. Diagnosi classica vs prototipica. 3. Metodologia di scelta ed estrazione delle variabili-item. 4. Livello di inferenza delle unità di studio e informazioni: attendibilità e validità. 6 11/11/15 Modello di Eysenck Il modello di Hans Eysenck (1987) mette i tratti di personalità in relazione alla biologia ed è centrato su tre grandi fattori: 1. E =Estroversione (socievolezza, vivacità, attività ecc.) 2. N =Nevroticismo (tono dell’umore e ansia = stabilità emotiva) 3. P =Psicoticismo (impulsività, aggressività, ricerca di sensazioni e scarsa sensibilità sociale) Modello di Eysenck Eysenck (1967) ha descritto la base fisiologica di questi fattori: • L’Estroversione è stata collegata all’eccitabilità corticale (attività della formazione reticolare), • Il Nevroticismo alla labilità del sistema nervoso autonomo (sistema limbico), • Lo Psicoticismo al livello di diverse secrezioni ormonali (androgeni). Eaves, Eysenck e Martin (1988): studio su 500 gemelli dimostra un’elevata ereditabilità e che circa il 70% della varianza è determinata da fattori genetici. 7 11/11/15 L’EPQ (Eysenck Personality Questionnaire, 1994) È un self-report a item 94 (o 100 nella versione revised) derivato dall’elaborazione di diversi test e composto da 3 scale: Scala E: Estroversione/Introversione Scala N: Instabilità emotiva Scala P: Asocialità e disadattamento sociale Scala L: Dissimulazione Somministrazione: ü Individuale o collettiva ü Compilazione self-report ü Tempo per la compilazione : all’incirca 15-20 minuti (10 minuti per la forma ridotta) L’EPQ PUNTEGGI Scala P: maggiore è il punteggio, maggiore è la tendenza al disadattamento sociale. Minore è il p punteggio maggiore è la tendenza al conformismo. Scala E: maggiore è il punteggio, maggiore è l’estroversione e la socievolezza. Minore è il punteggio, maggiore è la tendenza all’isolamento. Scala N: maggiore è il punteggio, maggiore è l’ansia e la depressione (con disturbi psicosomatici come insonnia). Minore è il punteggio più il soggetto tende ad essere calmo, controllato e sereno. 8 11/11/15 L’EPQ Attendibilità e struttura EPQ • Stabilità test-retest elevata (circa .85) per le scale E, N e Lie. • Valori inferiori per la scala P (test-retest .65). • Coerenza interna buona (intorno a .80) per le scale E, N e Lie, solo discreta per la scala P (.70). • Vengono identificati tre fattori N, E e Lie. Gli item della scala P sono di difficile identificazione fattoriale. L’EPQ Attendibilità e struttura EPQ-R • Migliorata l’attendibilità della scala dello Psicoticismo che perde gli item con connotazione più negativa (psicosi o comportamenti antisociali). • Vengono scritti nuovi item che si riferiscono alle caratteristiche caratteristiche meno estreme di P. • Emergono i quattro fattori proposti. N, E e P sono ortogonali (come previsto). Il fattore L è invece obliquo rispetto al fattore P. 9 11/11/15 Eysenck Personality Questionnaire • Deary e coll. (1998) hanno evidenziato la presenza di quattro tratti di base ASTENICO (N), ANTISOCIALE (P), ASOCIALE (E) e ANANCASTICO. • Jang et al. (1999) hanno evidenziando la presenza di caratteristiche di coartazione emotiva e problematiche nell’intimità che non verrebbero colte dai 3 fattori dell’EPQ. • Larstone e coll. (2002) hanno sottolineato come le scale dell’EPQ riescano a cogliere meglio aree cliniche più ampie e definite, ma siano poco predittive di problematiche cliniche più sottili nel funzionamento della personalità. Il modello dei Big five factors I proponenti del modello a cinque fattori della personalità si basano sull’ipotesi lessicale, che postula che le caratteristiche di personalità più importanti ed evidenti sul piano sociale vengano codificate nel linguaggio quotidiano. Da Allport (1937) a Cattel (1945), alcuni ricercatori che successivamente hanno continuato la tradizione lessicale allo studio dei tratti di personalità, hanno trovato che cinque fattori rappresentano adeguatamente la struttura di questi aggettivi, questo modello a cinque fattori fu indicato col termine di “Big five”(Goldberg 1993). 10 11/11/15 Five Factors Model Secondo McCrae e Costa (1997) i cinque fattori del FFM rappresenterebbero una “struttura universale” della personalità umana. Fattore FFM 1) Nevroticismo Sotto-fattori 2) Estroversione 1) Calorosità; 2) Socievolezza; 3) Assertività; 4) Attività; 5) Ricerca di eccitazione; 6) Emozioni 3) Gradevolezza 1) Fiducia; 2) Franchezza; 3) Altruismo; 4) Condiscendenza; 5) Modestia; 6) Sensibilità 1) Ansia; 2) Ostilità rabbiosa; 3) Depressione; 4) Autoconsapevolezza; 5) Impulsività; 6) Vulnerabilità 4) Coscienziosità 1) Competenza; 2) Ordine; 3) Rispettosità; 4) Impegno riuscita; 5) Autodisciplina; 6) Considerazione 5) Apertura all’esperienza 1) Fantasia; 2) Senso estetico; 3) Sentimenti; 4) Azioni; 5) Idee; 6) Valori Five Factors Model Due modi diversi di “misurare” i disturbi di personalità: 1. Identificare la patologia della personalità con i punteggi estremi nei cinque fattori. es. un alto punteggio sul fattore nevroticismo. 2. Tradurre le categorie del DSM nel linguaggio dei cinque fattori. Utilizzando anche i sei sotto-fattori. Es. il disturbo antisociale di personalità ridefinito come una combinazione di punteggi bassi sui fattori di gradevolezza e coscienziosità. 11 11/11/15 Five Factors Model ü Friedman e coll. (1995), per es., hanno rilevato come i tratti di personalità del FFM correlino al successo lavorativo e alla longevità. ü Judge e coll. (1999) ne hanno evidenziato la capacità di predire il livello di salute mentale. ü Diversi autori hanno cercato di studiare come la personalità si colleghi al comportamento antisociale (Miller et al., 2003), all’abuso di sostanze (Flory et al., 2004) e alla psicopatia (Lynam e Widiger, 2007). Five Factors Model ü Il NEO PI-R (Neuroticism, Extroversion, Openness to experience, Peronality Inventory-Revised, 1992) è un questionario autosomministrato formato da 240 item che valutano sia i cinque fattori di ordine superiore che i sei tratti di ordine inferiore. ü Il NEO Five Factors Inventory è una versione ridotta a 60 item per valutare i soli cinque fattori principali. ü La Structured Interview for the Five Factors Model of Personality è un’intervista clinica composta da 120 item che valuta sia i cinque fattori sia le “sfaccettature” di ordine inferiore ü BFQ (Caprara et al., 1994). Misura italiana dei Big Five. I suoi 132 item sono suddivisi in 10 sottodimensioni, riconducibili ai cinque grandi fattori 12 11/11/15 Big Five Questionnaire (BFQ) Amicalità Energia Dominanza Dinamismo Cordialità Cooperatività Coscienziosità Scrupolosità Perseveranza Stabilità Emotiva Controllo impulsi Apertura Mentale Controllo emozioni A. Esperienza A. Cultura Big Five Questionnaire (BFQ) Il BFQ è caratterizzato da: 1) Buone relazioni con altre misure di personalità. 2) Elevata concordanza tra autovalutazioni ed eterovalutazioni. 3) Buona validità transculturale (è stato tradotto in lingua tedesca, spagnola, francese…). 4) Elevato valore applicativo, soprattutto in contesti organizzativi. Un vantaggio rispetto al NEO-PI-R è quello di contemplare un numero di sottodimensioni più ridotto: troppe sottodimensioni rischiano di essere riconducibili a più fattori anziché ad uno soltanto, questo anche perché i fattori non sono tra loro indipendenti. 13