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RELAZIONE TECNICA
Oggetto : Realizzazione di cantina interrata, nuovo edificio “annesso” e recupero di
edificio rurale per attività
vitivinicola
posta nel comune di Carmignano loc.
Verghereto.
Proprietà : Soc. Agricola Ceri S.r.l. a Socio Unico, via Giocondo Papi, 25/27/29 - Prato.
Premessa
L’oggetto della presente istanza riguarda la realizzazione di un annesso destinato a
cantina interrata (identificato di seguito come annesso 1), un nuovo edificio annesso
(identificato di seguito come annesso 2) e la ricostruzione e recupero della casa colonica per
lo sviluppo della attività vitivinicola della Società Agricola, come meglio illustrato nel Piano
pluriennale di miglioramento agricolo ed ambientale a firma del Dottore Agronomo Ugo
Damerini.
Il progetto ha la spiccata caratteristica di riservare al territorio particolare attenzione ed
integrazione col progetto architettonico.
Allo stato attuale l’area oggetto d’intervento si estende a monte di via Vergheretana
per le Ginestre.
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Da quest’ultima si accede, per mezzo di un cancello e strada campestre, alla casa
colonica parzialmente in stato di rudere ed al podere stesso.
Nel Regolamento Urbanistico approvato con delibera di Consiglio n.47 del 02/09/2013
la proprietà è individuata nella UTOE 5 “Carmignano – S. Cristina – La Serra”.
L’area in oggetto è classificata come “zona E – agricola” censita nella Tavola “Usi e
modalità di intervento – Territorio aperto” in zona AA1.a
Nella Variante di adeguamento alla L.R. 1/2005 del Piano Territoriale di
Coordinamento Provinciale 2008 approvata con delibera del consiglio Provinciale n. 7 del 04
Febbraio 2009, la zona è soggetta a vincolo paesaggistico sui fiumi e vincolo idrogeologico.
L’area a sud della casa colonica è inoltre soggetta al vincolo del “Parco territoriale” e
rispetto stradale paesaggistico.
Tutta l’area di progetto si trova comunque a monte dei vincoli citati, ad esclusione di
quello idrogeologico che interessa tutta la proprietà. (come meglio illustrato alla tav.2).
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In area a vincolo paesaggistico su fiumi verranno eseguiti esclusivamente interventi di
sistemazione del terreno con modesti movimenti terra e la ricostruzione dell’edificio rurale.
In zona a vincolo Parco territoriale è prevista la ricostruzione dell’edificio rurale.
In area soggetta a tutti i vincoli citati saranno eseguiti solo gli interventi relativi alla
pulizia da piante infestanti, al ripristino delle murature di contenimento del terreno in pietra ed
alla sistemazione dell’ingresso carrabile esistente.
Per gli interventi sul ripristino della viabilità e dei cigli stradali sono state già presentate
Istanze presso l’Amministrazione Comunale.
Per le opere soggette a vincolo paesaggistico e/o idrogeologico verrà richiesta la
necessaria Autorizzazione agli Enti competenti.
Muratura a secco nei pressi dell’ingresso alla tenuta
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Muratura a secco nei pressi dell’ingresso alla tenuta e ingresso tenuta
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Descrizione generale dell’intervento edilizio
All’art. 25.2.1 delle N.T.A.,
Ambito AA1.a -
“Le aree agricole del Sottosistema
Carmignano-S.Cristina-La Serra” vengono definiti gli interventi consentiti in tale zona.
In coerenza con l’Art. 17.3.4 delle norme del Piano Strutturale, ed ai sensi dell’Art.
25.2 comma 6 delle N.T.A. è consentita l’edificazione di nuovi annessi agricoli:
“L’edificazione di nuovi annessi agricoli può avvenire solo a seguito dell’approvazione del
Programma Aziendale di Miglioramento Agricolo Ambientale con valore di piano attuativo, di
seguito Programma Aziendale, di cui all’Art. 42 della L.R. 1/2005.”
Come illustrato in premessa il Programma di Miglioramento Agricolo Ambientale
prevede la realizzazione di due annessi agricoli.
Le N.T.A. prevedono all’art. 25.2 comma 6 lettera “d” che “i progetti devono rispettare
la morfologia dei terreni, comportare movimenti di terra per lo stretto indispensabile alla
realizzazione dei manufatti e comunque privilegiare la localizzazione che richiede il minimo
movimento di terra e col minore impatto visivo sul paesaggio il tutto documentato attraverso
la presentazione di una relazione e di adeguati elaborati tecnici”.
I due annessi, per la loro collocazione, completamente interrata (annesso 1) ed in
parte seminterrata (annesso 2) hanno un basso impatto visivo sul paesaggio e si integrano
con quest’ultimo.
Per raggiungere un dislivello tale, rispetto alla viabilità esistente, da poter interrare le
costruzioni, è stato necessario allontanarsi dall’edificio esistente (rudere). Questa possibilità
è concessa nelle N.T.A. all’art. 25.2 comma 6 lettera “c”: “verificata l’impossibilità di
realizzare i nuovi annessi in adiacenza agli edifici esistenti, si dovranno scegliere collocazioni
territoriali tali da evitare situazioni di “emergenza visiva” (crinali, sommità di colline, ecc.)
ricorrendo, quando la morfologia dei terreni lo consente, al loro incasso nel piano campagna
per quanto possibile” .
I due annessi creano uno spazio raccolto, dentro il versate collinare, che racchiude tutte le
funzioni necessarie alla produzione del vino sino ad arrivare all’esposizione e vendita del
prodotto finito.
Questo spazio ha, in pianta, una forma ellittica ed è stato sviluppato seguendo la
conformazione esistente del terreno anche con il fine di minimizzare le quantità di scavo.
Tale forma inoltre meglio si integra nel paesaggio: le forme della natura che ci circonda sono
riconducibili essenzialmente a geometrie curvilinee.
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La copertura dell’annesso 2 ha una curvatura sinuosa che consente di integrarsi con
l’andamento del terreno circostante e delle colline della zona.
Questa si estende sino ad unire i due annessi e fornendo un percorso coperto dalla zona
esposizione – uffici all’area di vinificazione – cantina.
Il piano di sviluppo della copertura riprende quello dell’esistente piano di campagna.
Ai lati dell’intervento verrà poi impiantato un nuovo vigneto che maschererà in gran
parte, sia da monte che da valle, la nuova costruzione. (come meglio illustrato nelle tavole
progettuali e nelle simulazioni grafiche).
Edificio annesso 2
Il nuovo edificio è concepito per ospitare le funzioni legate all’esposizione, vendita e
gestione dell’azienda vinicola per cui comprenderà gli spazi destinati al deposito del prodotto
finito, esposizione, uffici e zone adibite al ricevimento degli ospiti: degustazione, sala
polivalente.
La sala polivalente sarà destinata a conferenze, incontri, lezioni sulla coltivazione della
vite e vinificazione organizzate dalla Società Agricola in collaborazione con il Consorzio di
Carmignano.
Come previsto all’art. 25.2 comma 6 lettera “e”, avrà “…volumi di forma semplice e
compatta”
Per raggiungere questo obiettivo l’annesso avrà in pianta una forma rettangolare e
sarà su due livelli.
Questa soluzione consente un minor utilizzo del terreno lasciando spazio a
disposizione per un ampio piazzale.
Quest’ultimo, posto tra i due annessi, consente lo svolgimento delle attività produttive
dell’azienda agricola tra le quali il lavaggio dei tini, lo scarico dell’uva e la movimentazione
del prodotto finito.
Le N.T.A. prevedono all’art. all’art. 25.2 comma 6 lettera “e” che “…materiali, colori, elementi
di finitura e tecniche costruttive devono essere di tipo tradizionale locale privilegiando la
muratura in pietra locale a vista”.
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Il muro di sostegno che, come detto, racchiude tutte le funzioni dell’attività agricola,
sarà realizzato in calcestruzzo a vista colorato con ossidi di ferro che conferiscono un aspetto
simile alla pietra “alberese” in modo tale da ricordare questo materiale tipico della zona.
Come precedentemente esposto, la copertura ha lo scopo di unire idealmente i due
annessi riprendendo l’esistente superficie del terreno; sul lato ovest ed in parte lungo quello
sud si trova a circa due metri di altezza dal piano di campagna.
Nel tratto posto sopra l’ingresso dell’ ”annesso 1” (cantina), funge da tettoia e si rende
necessaria per consentire lo scarico dei carrelli d’uva al riparo dalle intemperie.
L’altezza della copertura dell’edificio è stata determinata in modo da consentire il
transito, senza alcun tipo di intralcio, ai mezzi agricoli e di trasporto che possono avere
un’altezza superiore ai 4,30m.
Il manto di copertura verrà realizzato in lastre zinco-titanio.
La scelta è ricaduta su questo tipo di materiale in quanto il suo colore grigio e neutro
meglio si integra con il paesaggio riprendendo il colore della pietra “albererse” tipica della
zona e rende meno evidenti, integrandoli cromaticamente, i pannelli fotovoltaici che saranno
installati sulla copertura.
La tipologia di copertura, visto il modesto peso strutturale, ha consentito di limitare il
numero di pilastri e la loro sezione e dare “leggerezza” alla costruzione.
Conformemente agli obiettivi del Piano strutturale all’art.19 e della normativa di settore
volta al raggiungimento di “…un’elevata efficienza dei sistemi energetici favorendo e
promuovendo anche l’uso di fonti energetiche rinnovabili…” è stata prevista, appunto,
l’installazione di moduli fotovoltaici per la produzione di energia elettrica.
La copertura ha inoltre la funzione “energetica” del progetto, infatti sopra di essa e,
integrati nel manto di copertura, saranno ubicati i pannelli fotovoltaici che occorrono per
soddisfare il discreto consumo elettrico dell’attività agricola dato dagli impianti tecnici a
pompa di calore per la climatizzazione invernale ed estiva degli annessi .
Gli impianti fotovoltaici, durante il loro esercizio, non causano inquinamento dal punto di
vista:
•
Chimico: non producono emissioni, residui o scorie
•
Termico: le temperature massime in gioco raggiungono valori non superiori a
60°C
•
Acustico: non vi è emissione di rumore durante il loro esercizio.
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La fonte fotovoltaica è l'unica che non richiede organi in movimento né circolazione di
fluidi a temperature elevate o in pressione, e questo è un vantaggio tecnico determinante per
la sicurezza dell'ambiente.
Producendo energia elettrica con i sistemi fotovoltaici non si utilizzano le fonti fossili
(petrolio, carbone...) e si evita l’immissione in atmosfera di seguenti inquinanti COx (gas
serra) NOx (smog fotochimico) SOx (piogge acide).
Facendo un’analisi dei vantaggi ambientali di tale soluzione si può stimare che:
•
Vita utile dell’impianto:
25anni
•
Produzione annua:
1.300 kWh per kWp
•
Produzione nell'arco di vita (22 anni): 28.600 kWh per ogni kWp
•
Risparmio di combustibile totale:
circa 2,5 tep (1 tep = una tonnellata di
petrolio equivalente=energia per 11.628 kWh
•
Emissioni evitate (per ogni kWh si evita 0,53 kg di CO2): 15.158 kg di CO2
Ogni kWp di fotovoltaico installato produrrà durante la sua vita quanto si consuma
nelle centrali convenzionali "bruciando" circa 2,5 tep. Emissioni evitate: 15.158 kg di
CO2 (0,53 kg di CO2 evitata per ogni kWh prodotto da fotovoltaico).
I moduli fotovoltaici saranno integrati nella copertura; questi, di ultima generazione ad
alto rendimento con superficie del tipo non riflettente, verranno posizionati in modo tale da
riprendere idealmente l’andamento dei filari retrostanti.
La copertura dell’intervento e quindi i pannelli fotovoltaici, non risultano essere visibili
dai coni visuali posti a Carmignano ed Artimino.
Dal punto visuale di Carmignano l’intervento non è visibile in quanto si trova a valle del
gruppo di edifici che si trovano lungo il crinale a Santa Cristina a Mezzana.
Dal punto visuale di Artimino l’area di progetto si trova a valle ed è coperto dalla
collina di Montalgeto.
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Planimetria coni visuali
L’accesso alla copertura, per la manutenzione dell’impianto, è garantito da un’apertura
circolare posta sulla stessa che rimane accessibile dal sottotetto dell’annesso.
L’annesso presenta un involucro composto essenzialmente da due materiali: nel tratto
prospicente il muro di contenimento, setti rivestiti con lastre in acciaio corten, che riprendono
il colore della terra, mentre sugli altri lati è prevista l’installazione di vetro strutturale.
L’involucro trasparente consente di poter vedere dall’esterno tutte le attività che si
svolgono nell’annesso.
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Inoltre, attraverso le vetrate, da valle e dal piazzale antistante l’annesso 1 (cantina),
sarà possibile scorgere il vigneto. Ciò consente di diminuire l’impatto visivo della costruzione
“smaterializzando” le pareti perimetrali.
Il problema di abbagliamento che si potrebbe creare in presenza di grandi superfici
vetrate è stato risolto mediante una struttura con brise soleil in alluminio, di colore grigio, che
garantisce un adeguato e confortevole illuminamento naturale degli spazi interni e nel
contempo caratterizza esteticamente il lato sud dell’edificio.
I brise soleil hanno una tessitura che riprende concettualmente quella dei “mandolati”
tipici dell’architettura rurale toscana.
Particolare brise soleil
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Annesso 1 (cantina interrata)
Le N.T.A. all’art. 25.2 comma 6 lettera “f” prevedono che “la realizzazione di nuove cantine è
ammessa esclusivamente per aziende agricole o consorzi di aziende con superfici a vigneto
pari o maggiori a 4 ettari. Le cantine devono essere realizzate interrate o con al massimo un
piano fuori terra utilizzando tecniche costruttive e materiali coerenti con l’ambiente”.
Il Piano pluriennale di miglioramento agricolo ed ambientale a firma del Dottore Agronomo
Ugo Damerini illustra le necessità produttive e dimensiona gli spazi necessari.
Il progetto proposto è stato sviluppato riprendendone in maniera puntuale le superfici, le
attività ed i collegamenti funzionali tra quest’ultime.
La cantina interrata, fulcro di tutta l’operazione aziendale ed architettonica, si sviluppa
longitudinalmente sotto la vigna, secondo una distribuzione seriale delle attività, che vanno
dallo scarico delle uve, alla vinificazione, alla barriccaia, all’invecchiamento sino ad arrivare
all’imbottigliamento.
Ambienti ampi sono capillarmente suddivisi e comunicanti generando così un percorso
a senso unico “ideale” di produzione che partendo dal piazzale esterno (raccolta e deposito
uva) si conclude con l’uscita del prodotto finito (bottiglie).
All’interno della cantina interrata troveranno spazio anche il rimessaggio dei
macchinari ed automezzi necessari per la gestione dell’attività produttiva (con accesso diretto
dal piazzale), laboratorio analisi e locali tecnici necessari per il funzionamento degli impianti
di climatizzazione necessari per gli ambienti dove hanno luogo le attività cantiniere.
Al di fuori della cantina, con ingresso indipendente, però sempre interrati, trovano
spazio altri locali tecnici ed il deposito degli antiparassitari.
La struttura portante della cantina è in calcestruzzo armato; pilastri e solai,
determinano la solidità e la continuità costruttiva che dal piano interrato caratterizza tutta
l’energia di un prodotto che nasce dalla terra.
Il progetto ha la spiccata caratteristica di riservare al territorio particolare attenzione ed
integrazione a partire proprio dallo sbancamento dei piani di campagna attuali e alla
collocazione interrata della cantina, luogo per sua natura protetto e privo di esposizioni
luminose.
Nella cantina, viste le particolari condizioni climatiche che devono avere gli ambienti
destinati alle varie lavorazioni e conservazione dei prodotti, l’impianto di condizionamento e
areazione gestirà il mantenimento dei parametri di temperatura e umidità.
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Recupero dell’edificio colonico
L’intervento proposto prevede anche il recupero del rudere posto all’interno della
proprietà eseguendo una fedele ricostruzione dell’edificio colonico.
La volumetria della costruzione è stata determinata grazie agli elementi ancora
presenti in loco.
Le murature esistenti e le tracce del vecchio edificio hanno permesso di determinare
con certezza le sue dimensioni in pianta.
In maniera analoga, i resti degli alzati delle murature con le tracce dei preesistenti
solai di copertura hanno permesso di determinare le altezze e quindi la volumetria
dell’edificio.
Inoltre, grazie ad una analisi delle immagini fotografiche storiche ed alla ricostruzione
tridimensione è stato possibile verificare quanto rilevato sul posto. (vedi tav. 2 e tav. 8b)
L’edificio su sue piani e due livelli, verrà ricostruito in muratura portante mantenendo
posizione, forma e dimensioni delle aperture ancora presenti.
I solai avranno struttura portante in travetti di legno e pianelle in cotto.
Il manto di copertura sarà realizzato in coppi ed embrici.
L’immobile sarà suddiviso in camere con servizi da destinare ai lavoratori stagionali
necessari
nei periodi di maggior attività tra i quali la vendemmia ed al conduttore
dell’Azienda agricola.
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Viabilità interna al podere
L’accesso alla tenuta avverrà nella stessa posizione dell’attuale e sarà ampliato sino a
5,00 ml per permettere l’accesso dei mezzi necessari all’attività agricola e per il trasporto del
prodotto finito.
Ai lati dell’ingresso carrabile saranno realizzati due breve tratti di muratura in pietra
con una altezza massima di 1,80m in modo da marcare l’ingresso alla tenuta agricola.
La sistemazione ed il riadeguamento dell’accesso alla strada interpoderale si integrerà
con gli esistenti muri a secco che fiancheggiano la strada comunale Vergheretana per le
Ginestre.
Nella Tavola “Usi e modalità di intervento – Territorio aperto” è stata prevista
all’interno della proprietà una viabilità “ di fruizione” definita all’art. 29.1.4.
Questi “Sono tracciati esistenti o di previsione finalizzati alla formazione degli itinerari e
circuiti turistici che contribuiscono alla valorizzazione del patrimonio storico, artistico e
naturalistico del territorio.”
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Si vuole precisare che il tracciato della viabilità individuata in cartografia si basa su di
un percorso che era stato realizzato nel 2010 e dismesso già nel 2011-2012.
La strada è stata sostituita da una nuova viabilità poderale nel 2013 per il tratto che si
sviluppa dalla casa rurale al percorso che corre a monte della tenuta (strada vicinale dei
Colli).
Quanto esposto è evidente nelle fotografie aeree storiche seguenti.
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Sempre l’art. 29.1.4 prevede che “eventuali interventi di adeguamento, modifica o
integrazione dei tracciati come gli interventi di nuovo impianto, dovranno essere realizzati
in modo da consentire unicamente percorrenze lente, risultare compatibili con l’uso
pedonale, ciclabile e/o equitabile, garantire la continuità della percorribilità.”
Già con istanza del 20/09/2012, prot. 13399 era stato richiesto all’Amministrazione Comunale
di poter ripristinare la viabilità esistente di carattere storico che corre a monte della proprietà
e denominata “strada vicinale dei Colli”.
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Si allegano di seguito gli elaborati presentati.
Foto aerea del 1972
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Estratto di mappa catastale
Si ripropone pertanto il ripristino della storica strada vicinale dei Colli come “viabilità di
fruizione”.
La strada bianca, che corre a monte della proprietà, verrà sistemata utilizzando
materiali e modalità costruttive tipiche della zona prevedendo inoltre, ai lati, la piantumazione
di alberi come il cipresso ed arbusti come la ginestra, ottemperando a quanto previsto all’art.
29.1.4 comma 2.
Nella cartografia seguente viene individuata con il colore viola.
Sarà inoltre prevista una nuova viabilità poderale; la strada di accesso alla tenuta
seguirà, per il tratto iniziale, l’attuale viabilità sterrata che porta alla casa colonica, per poi
proseguire, con pendenza costante, verso il nuovo edificio annesso e la cantina interrata sino
a collegarsi quindi, a monte, alla strada vicinale dei Colli. (viabilità individuata in cartografia
con il colore giallo)
Il manto della nuova strada sarà in misto terra e ghiaia con un opportuno strato
drenante e fossetti laterali per la canalizzazione delle acque meteoriche.
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Legenda:
Viabilità di fruizione da tavola “Usi e modalità di intervento – Territorio aperto”
Viabilità di fruizione proposta (tracciato strada vicinale dei Colli)
Viabilità di progetto poderale
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Raccolta e depurazione delle acque
Il progetto prevede due impianti di depurazione.
Il primo riceverà i reflui domestici provenienti dai w.c. e dai pozzetti degrassatori della
tinaia, della cantina e dell’annesso che saranno convogliati in una fossa biologica
monoblocco di trattamento posta in posizione interrata a valle di quest’ultimo.
Il secondo riceverà i reflui domestici provenienti dai w.c. e dai pozzetti degrassatori
della casa colonica; la fossa biologica sarà collocata interrata sul lato est di quest’ultima.
Gli impianti sono composti da un vano di trattamento primario, un secondo vano per
l'ossidazione in cui è inserita una sezione di affinamento dotata di pompa di rilancio. Tali
impianti sono dimensionati per un numero di 43 a.e. (abitanti equivalenti) per cui hanno un
volume di 15000 litri.
In una cisterna interrata, oltra alle acque reflue depurate, verranno convogliate le
acque piovane intercettate dalla tettoia e dal sistema esistente di drenaggio della vigna. (Tav.
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Le acque depurate saranno riutilizzate per l’irrigazione mentre quelle
in eccesso
verranno recapitate nel torrente Rigoccioli mediante tubazione interrata.
Il TECNICO
Arch. Enrico Fiesoli
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